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Autore: lipstick_    20/07/2020    0 recensioni
Renée è una dottoressa. Lo ha sempre saputo che avrebbe fatto quel lavoro. Fin da piccola, quando lei le bambole le usava come pazienti e non le faceva giocare come le sue amichette.
Renée sa di essere brava, non permette a nessuno di mettere in dubbio il suo operato.
Ed è per questo che quando incontra Andrea, un ragazzo estremamente bello come estremamente arrogante, non si perde d'animo e risponde per le rime. Non le piace vantarsi, a lei non interessa che gli altri sappiano quanto lei sia brava, ma questo bellissimo ragazzo arriva in un momento caotico e Renée non sa proprio come ma parla senza pensare. Decisamente insolito per la controllata Renée.
__ SAAALVE__ questa è la prima storia che pubblico, non sono una scrittrice e nemmeno una dottoressa, quindi chiedo perdono se alcune cose saranno approssimative.
ci tengo a precisare che personaggi, luoghi e vicende sono del tutto inventati dalla mia testolina.
spero di potervi tenere compagnia e perchè no? spero anche che possa piacervi la mia fantasia.
lipstick_
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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CAPITOLO TREDICESIMO


Mi sveglio sentendo odore di bruciato. Non uno dei migliori risvegli, ma una serie di immagini esplicite mi attraversano la mente. Immagini esplicite ma talmente inebrianti da farmi dimenticare il probabile incendio che il mio naso ha captato poco fa.
Mi giro dall’altro lato del letto ma non ci trovo nessuno.
Ho immaginato tutto? Alzo le coperte per controllare se sono vestita.
Decisamente non era solo un’immaginazione.
Okay ora che faccio?
Boh se vuoi rimanere lì, fai con comodo.
Recupero una camicia da terra - camicia di Andrea – e scendo per andare in cucina.
Non ricordo nemmeno come siamo saliti al piano di sopra.
Oh lo ricordi benissimo invece. Si ora lo ricordo.
Trovo Andrea in cucina, intento a bruciarla probabilmente, mi avvicino dalla parte del bancone opposta rispetto alla sua.
«Ciao» alza la testa spaventato e appena mi riconosce sorride. Ma perché è così bello?
«Ehi, stavo cercando di fare la colazione ma mi sono appoggiato sul divano e ho preso sonno. Ho bruciato tutto» ride e la sua risata mi provoca un brivido lungo la schiena. Un bellissimo brivido.
Non ti è bastata la scorsa notte? No, direi di no.
Mi riprendo giusto in tempo, prima che cominci a sbavarmi la bocca «Ah, non importa faccio io»
«Ma volevo portartela a letto» oh che cosa carina. Non è per te.
Sorrido arricciando il naso «Che cosa dolce. Dai ti do una mano»
«Uh okay»
Una volta preparata la colazione ci sediamo a tavola.
E ora? Che dico?
Andrea parla per primo «Allora, come stai?» come sto? Ma fa sul serio?
«Mmh, sto bene, suppongo» mi guarda negli occhi come se volesse cercare la risposta dentro le due pozze nere.
«No, intendo dire che insomma… mi dispiace essere stato un po’ brusco in alcuni momenti» sputo. Letteralmente sputo il latte imbrattando l’intero bancone. Lui mi passa una salvietta.
«Non volevo imbarazzarti, scusa» e che si aspettava?
«Non sono imbarazzata» si invece «comunque tranquillo, sto bene».
«Quindi, come dire» si gratta la nuca «ti è… insomma ti è piaciuto?» menomale che ho appoggiato il bicchiere. Se mi è piaciuto? Ma che discorsi sono? Abbiamo quindici anni?
Le tue urla dovrebbero avergli fatto capire quanto era bello.
«Andrea si certo. Pensavo che si fosse capito» non so dove guardare.
«Si scusa. È che mi hai detto che hai avuto solo un ragazzo e insomma non volevo farti male, a volte sono un po’ brusco. Poi sei così stretta che...» gli metto una mano sulla bocca.
«Zitto, per carità. Ho capito, hai reso l’idea.»
Davvero. Non sono una santa e trovo che il sesso sia una cosa normalissima e meravigliosa, ma non sono ancora del tutto sveglia, e ho sputato metà della mia colazione sul tavolo. Inoltre devo ancora metabolizzare tutte le cose incredibilmente fantastiche che abbiamo fatto questa notte. O almeno devo ancora metabolizzarle senza provare i brividi.
Andrea sorride sotto la mia mano e io la sposto.
«Sei timida. Ti imbarazza parlare di sesso e lo immaginavo, ma non pensavo che una volta sotto le lenzuola fossi così, come dire?»
«Non dirlo» lo guardo assottigliando lo sguardo
«Selvaggia» l’ha detto.
Chiudo gli occhi scuotendo la testa e per fortuna suona il mio cellulare e corro a rispondere senza nemmeno guardare chi è.
«Pronto»
«Sorella, mezz’ora e sono lì, okay?» oddio menomale.
«Perfetto, grazie»
Andrea mi fissa chiedendomi con lo sguardo di dirgli chi era al telefono.
«Mio fratello ha detto che tra mezz’ora è qui. Mi vado a lavare nel bagno di sopra, tu usa pure quello giù»
«Se vuoi tieni la camicia» mi fa l’occhiolino e si gira per andare in bagno, ma poi ci ripensa e torna indietro «so che lo vuoi sapere ma non hai coraggio di chiederlo: per me questa notte è stato tutto meraviglioso. Il sesso più bello della mia vita.» divento paonazza. Si, volevo saperlo.
«Ah e ho lasciato il telefono in camera penso, perché qui non lo trovo. Poi quando vieni giù me lo puoi portare?» io annuisco perché l’uso della parola è sparito.
 
 
Quando ho finito di prepararmi cerco ovunque il telefono di Andrea, per poi trovarlo per terra vicino al letto.
Accendo lo schermo per vedere l’ora, dato che il mio telefono è ormai in borsa: errore.
C’è un messaggio.
Ci tengo alla privacy, davvero, penso che sia una cosa importantissima e di diritto, per chiunque.
Ma l’occhio mi cade sull’anteprima senza nemmeno rendermene conto.
 
- Ieri hai lasciato qui l’accendino e le sigarette, la prossima volta che vieni te li restituisco, e magari non dobbiamo fermarci subito, non mi farò trovare impreparata i preservativi li prendo io.
Gaia. -
 
 
Non dovrei, sul serio, ma rido. Comincio a ridere davvero tantissimo, a livello quasi isterico.
Ho dato per scontato che ieri mattina fosse andato a lavorare, e invece no.
Dovevo aspettarmela. Infondo è stato lui il primo a dirmi che con la biondona con cui l’avevo sentito ci scopava e basta.
Bravissima Renée, sei andata a letto con un puttaniere, ottimo.
Cosa ti aspettavi?
Sento il clacson della macchina di mio fratello e corro giù per le scale, Andrea lo ha già fatto entrare.
Mi fermo davanti al dongiovanni e gli sorrido, passandogli il telefono con lo schermo illuminato e il messaggio bello chiaro.
Lui lo guarda e impallidisce di colpo.
«Non è...» lo blocco.
«Come penso? Stavi per dire che non è come penso? Risparmia il fiato. In qualsiasi modo sia, non mi interessa.»
Mio fratello alterna lo sguardo da me a lui, io non ho voglia di fare scenate, soprattutto davanti a Guido, quindi esco di casa ed entro in macchina.
 
 
 
«E hai capito chi è questa Gaia?» sbuffo alzando gli occhi al cielo. A volte penso che Ludo faccia solo finta di ascoltarmi.
«No, te l’ho detto. Non gli ho più parlato» la osservo mentre pensa, tirando su il suo the alla pesca con la cannuccia.
Sono scappata. Letteralmente.
In macchina non ha parlato nessuno, mio fratello ha captato qualcosa ma non ha detto niente e si è limitato ad accendere la radio. Quando siamo arrivati a casa mi sono cambiata e sono corsa in ospedale. E oggi io avrei il giorno libero.
«Che stronzo, cazzo» sbuffo ancora.
«No invece. Sono stata stupida io. Lo conosco, ed è stato proprio lui a dirmi che si scopa le tipe e manco si ricorda i loro nomi. E poi non stiamo nemmeno insieme. Non siamo mai stati insieme. Non è il mio ragazzo. Non ho nessun diritto sotto quel punto di vista. Ho sbagliato e mi prendo le mie responsabilità. Non dovevo farmi abbindolare dalle sue moine da uomo navigato. Fine della storia.»
Sembro così sicura e distante dalla cosa che quasi mi faccio i complimenti da sola.
La verità è che dentro mi fa incredibilmente male. Ma è vero, è colpa soprattutto mia, lui è quello che è, e io lo sapevo. L’ho sempre saputo.
«Ti prego, almeno dimmi che avete fatto sesso in modo sicuro» Ludo ha un’espressione di puro panico.
«Si, ha usato il preservativo» molti preservativi.
«Oddio, menomale. Si, prendi la pillola ma sai, considerata la frequenza di ragazze che entrano ed escono dal suo letto… » serve ripetermelo?
«Lo so, almeno su quello si è comportato bene.»
La mia amica mi guarda. Non commenta, ma lo so che ha capito quanto in realtà io ci sia rimasta di merda.
«Sabato esci con me e Ste?»
 
 
ANDREA.
 
Sono un coglione. Lo so.
Ma davvero non è come pensa Renée. È comprensibile che lei la pensi così, ma davvero, non lo è.
Sono le dieci di sera, non torna a casa da quando siamo arrivati prima di pranzo, e so perfettamente che oggi avrebbe avuto il giorno libero.
Sento aprire la porta e corro verso l’entrata.
«Renée ma dove eri finita? Mi hai fatto preoccupare» le urlo in faccia praticamente.
E lei mi guarda, quasi schifata.
«Ho venticinque anni, ho superato l’età del coprifuoco.» fredda. Mi supera e va in cucina.
«Possiamo parlare?» la seguo ma lei fa di tutto per non guardarmi in faccia.
«Di?» è seria?
«Renée sai di che cosa voglio parlare. Non è come pensi tu. Ieri mattina mi sono fatto prendere dal panico, mi avevi invitato al compleanno di tua nonna e io avevo accettato senza pensarci e appena sveglio, con la mente lucida, mi è sembrato così ufficiale. Non so cosa mi sia preso. Sono andato da Gaia. Non so nemmeno per quale motivo, ma non ho fatto niente. Hai letto anche tu il messaggio, le ho detto che non avevo preservativi, ma con te li ho usati, perché in realtà li avevo, ma non ho scopato con lei, non volevo. Quando mi ha visto fuori dalla sua porta mi ha baciato ma poi io ho capito la cazzata che avevo fatto, e sono andato via. Ti prego credimi, perdonami. Io voglio solo te.» sono una macchinetta. Sto parlando a raffica senza nemmeno respirare. Ma è davvero andata così.
Renée si gira verso di me con la fronte aggrottata. La conosco. So che adesso sta pesando le mie parole e collegando le informazioni. E so anche che mi crede. Perché ho detto la verità!
Come avrei potuto usare tutti quei preservativi con lei se sul messaggio Gaia ha scritto che non li avevo?
Renée scuote la testa e ride. Perché ride? Non c’è niente da ridere.
Devi dirmi che vuoi stare con me, perché per te provo dei sentimenti che non ho mai provato prima! E mi spaventano a tal punto da scappare per non pensare!
Fare l’amore con lei è stata la cosa più bella che io abbia mai fatto. E io ho scopato davvero tanto in vita mia.
E lei è così così bella. La cosa che la rende ancora più bella è la sua inconsapevolezza. Pensa di essere “normale”. Renée è tutto, ma tutto fuori dal normale. È perfetta.
«Perchè ridi?»
«Rido perché è stata un’idea di mia mamma quella di invitarti al lago, per gentilezza. Ora ti vorrai allontanare pure da lei? E tra parentesi: non sono arrabbiata con te per quello che hai fatto. Ho sbagliato io a cedere alle tue moine. Noi non stiamo insieme. Sei libero di fare quello che più ti pare. Ma non con me. E anche se fosse vero che tu vuoi stare solo con me, sono io a non volerlo più. Non voglio vicino a me un uomo senza palle che alla minima stronzata si spaventa e senza nemmeno parlarmi prende e scappa da un’altra. Non è cosa per me.» si gira per andare via dalla stanza ma poi ci ripensa e si gira sorridendo maligna «che poi sei stato sempre tu a corrermi dietro: “proviamoci”, “mi piaci”. E poi ti spaventi per un invito ad un compleanno? Ti prego, sei ridicolo.» ha ragione. Ho sbagliato su tutta la linea.
La verità è che finché sono io a fare passi in avanti verso di lei, mi sta bene. Ma se è lei ad avvicinarsi ho un fottuta paura incontrollabile di farle del male e finisco con l’allontanarmi.
Renée si è girata di scatto verso la porta, ma io sono stato veloce. Ho visto che i suoi occhi hanno cominciato ad inumidirsi.
La prendo per un braccio e appoggio il mio petto alla sua schiena, parlandolo all’orecchio sottovoce «Ho sbagliato. È colpa mia. Ma ti prego non chiudermi fuori, io voglio davvero stare con te. Ti prego dammi una possibilità per farmi perdonare.» ti prego Renée.
Lei gira solo la testa, mostrandomi quanto in realtà lei ci sia rimasta male per il mio comportamento da testa di cazzo e io vorrei tanto tirarmi un calcio da solo «Ne saresti capace?»
«Farò tutto il possibile. Ti voglio nella mia vita, con me.» lo giuro, farò tutto il possibile.



____
Questa volta c'è anche la sorpresa e "parla" Andrea ^^
Spero vi piaccia. 
lipstick_

  
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