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Autore: Yurippe    20/07/2020    3 recensioni
Per anni la morte e la notte hanno governato la terra, insieme, in perfetta pace sia tra loro che con gli umani, ma... un giorno la morte per riavere indietro il suo amato morto in battaglia fece un patto con la notte: la notte avrebbe riportato in vita l'amato ma lei in cambio avrebbe dovuto donargli un figlio e da questo patto nacque una bambina.
Ma cosa succederebbe se per un nefasto evento la bambina avesse dovuto crescere sulla terra, da genitori adottivi e ignorando le sue origini? e cosa succederebbe se dopo diciassette anni suo padre tornasse a cercarla, con dei piani non proprio pacifici? cosa succederà? come potrà difendersi da qualcuno molto più potente di lei? come se la caverà? Athena e i suoi cavalieri andranno in suo aiuto? scoprirà le sue origini? non resta che scoprirlo.
Genere: Drammatico, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gemini Saga, OC (Original Character), Sagittarius Aiolos
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Quando Saga la notte, mi propose un patto per riportare il mio amato in vita mi sarei aspettata tutto, tranne quello che mi aveva appena chiesto: un figlio.

Rimasi sconvolta da quella dichiarazione. Davvero era arrivato a questo punto? Uccidere Aiolos per avere un figlio con me?

Nonostante tutto questo fosse terribilmente ingiusto presi la mia decisione, e diedi la mia risposta.

“Accetto”.

 

***

 

Passò del tempo da quando accettai quel patto, Aiolos tornò in vita e io rimasi incinta di Saga.

Aiolos non sapeva nulla, ma per ora andava bene così. Gli avrei detto tutto a tempo debito.

Nonostante la paura che mi invadeva, non appena scoprì di aspettare non potei fare a meno di sentire il cuore pieno di gioia. Sapevo bene che il piccolo era frutto di quel patto, ma a me non importava, lo amai da subito e mi promisi che l’avrei protetto dal momento che sarebbe venuto al mondo.

Per fortuna al mio fianco avevo persone che appoggiavano la mia scelta, come ad esempio mia madre Demetra che mi aiutava tantissimo, mentre qualcun altro un po’ meno, come ad esempio Shura del capricorno, che altri non era che mio fratello maggiore.

Lui non voleva tenessi il bambino e me lo fece capire dal primo giorno.

“Tea…te lo dico seriamente: non hai paura?”

A quella domanda sospirai pesantemente, per poi appoggiare la tazzina di te’ sul tavolo e prendere così parola.

“ Si, ne ho. Ma quando penso che dentro di me c’è una vita. Il mondo improvvisamente mi appare colorato”.

Detto questo, sorridendo, accarezzai dolcemente il pancione, ancora appena accennato che iniziava a vedersi da sotto il vestito primaverile a fiori.

Shura allora sospirò “ Non ti convincerò, vero?”

A quella domanda freddai lo sguardo, non mi piacevano le sue parole, mi ricordava il comportamento che ebbe anni fa con il mio primogenito Shura, chiamato proprio come lui, era come se la cosa si stesse ripetendo.

“Convincermi di cosa? Il figlio è mio, non ha alcuna colpa e io lo proteggerò!”

Shura scosse la testa “Tea ascoltami: è meglio che tu dia il bambino in adozione”.

Le parole di mio fratello mi ferirono nel profondo. Il bambino non era ancora venuto al mondo e lui si permetteva già adesso di dare queste conclusioni? Nonostante il nervosismo che sentivo salirmi in corpo decisi di mantenere la calma, e con tono molto pacato risposi.

“E a chi dovrei darlo? Dovrei mettere in pericolo altre persone e il bambino stesso, lasciandolo indifeso? Queste tue parole mi feriscono fratello”.

Lui allora sospirò “perdonami sorella, non lo dico per cattiveria. Io tengo a te e lo sai,  come tengo a colui che sarà il mio futuro nipote ed è per questo che dico questo: voglio che tu stia attenta, lo sai di cosa è capace Saga, quindi per piacere quando sarà il momento stai con la guardia sempre alta”.

Io mi limitai ad annuire senza aggiungere altro.

Mai avrei creduto che le parole di mio fratello si sarebbero rivelate vere…

 

***

I nove mesi di gravidanza passarono velocemente.

Il piccolo venne alla luce alle tre di notte, proprio degno successore del dio di essa.

Il parto non fu facile, ma grazie a mia madre tutto si risolse per il meglio e dopo un’ ora il pianto di bambino invase la casa.

“Come sta?” le chiesi prontamente, mentre lei con cura e dolcezza avvolgeva il bambino in un panno bianco, dopo di che con altrettanta dolcezza mi sorrise per poi rispondermi.

“Sta benissimo ed è una femmina”.

A quelle parole sorrisi, tranquilla più che mai, mentre mia madre si avvicinava e con delicatezza mi posava la piccola tra le braccia, che smise di piangere.

Fu lì che potei finalmente vederla: era piccina, con la pelle chiara, gli occhi piccoli di colore azzurro-verde proprio come suo padre, infatti nello sguardo gli assomigliava, e i pochi capelli che spuntavano erano biondi come quelli di nonno Zeus.

Non potei fare a meno di sorridere commossa, era bellissima, era la mia bambina.

“Benvenuta Serena Artemide”.

Pochi minuti dopo Aiolos di Sagitter fece il suo ingresso, più contento che mai di vedere la bambina.

“Scusatemi il ritardo ma al grande tempio mi hanno trattenuto, come sta il piccolo?”

“Sta benissimo e si tratta di una femminuccia. Ora vi lascio da soli e complimenti a voi neo-genitori”.

Detto questo mia madre uscì, per fare in modo che noi ci godessimo il momento.

Sagitter tutto sorridente si avvicinò. Ma, non appena vide bene la bambina il suo sorriso svanì, iniziando poi a indietreggiare.

“Aiolos?” lo chiamai, preoccupata di questo improvviso cambio.

“Lei non è mia figlia...”

Sapevo che la verità sarebbe venuta a galla, ma non immaginavo subito e in questo modo.

Capì che la situazione si stava facendo difficile, così posai la bambina sul letto e mi misi in piedi io, seppure fossi ancora provata dal parto.

“Aiolos…lasci che ti spieghi…”

Ma lui diede di matto.

“SPIEGARMI COSA?? Come hai potuto Tea?? Dopo tutto quello che ho fatto per te, alla prima occasione te ne vai con il dio della notte e ci fai pure una figlia pensando di spacciarmela per mia? sei...una stronza!"

Accadde tutto all’improvviso: non ebbi il tempo di dire o fare altro che un coltello mi colpì in piena pancia, la bambina scoppiò a piangere e poi, all’improvviso, tutto nero.

 

***

Era davvero inaudito, assurdo! Tea mi aveva tradito e pretendeva che io accettassi un figlio non mio, frutto di quel tradimento? Era inconcepibile!

Ancora furioso mi addentrai nel tempio della notte, con la bambina ora addormentata tra le braccia, per arrivare poco dopo alla sala del trono, dove Saga sedeva fiero e in attesa, probabilmente della figlia.

Non appena lo vidi la rabbia non fece che aumentare, e senza alcuna paura mi avvicinai.

“Tieni la tua piccola bastarda Saga, quella che hai avuto con la mia donna e non farti più vedere, addio!”

Posai la piccola ancora in fasce ai piedi della piccola scalinata e poi corsi via, con la risata del dio della notte in sottofondo.

 

***

Uno stupido, ecco cosa ero!

Sto correndo, verso il tempio della notte, un'altra volta, stavolta per riprendere la bambina che un ora fa ho lasciato lì

Tea, la mia amata Tea, che è sopravvissuta alla coltellata mi ha spiegato tutta la verità, come ho potuto essere così stupido? Avrei dovuto chiedere o indagare invece no, ho reagito d’impulso e non solo ho colpito la mia donna ma ora la bambina sta rischiando la vita!

Arrivo al tempio, ma alla sala del trono non trovo nessuno.

Così corro per per tutte le stanze finchè non li trovo.  Ma, la scena che mi si presenta davanti è raccapricciante: Saga, infatti, sta brandendo tra le dita un grosso pugnale dorato e sta per colpire la figlia che dorme tranquillamente in una culla.

“FERMO!”

Non me lo faccio ripetere due volte, e con un balzo sono davanti a lui che lo trattengo per la mano che brandisce quel maledetto pugnale, nel frattempo la piccola, probabilmente sentendo la tensione, si è svegliata e inizia a piangere.

“Saga, fermati, vecchio pazzo…come puoi osare levare la mano su di lei? sulla tua stessa figlia, davvero sei caduto così in basso?”

Gli urlai con tutta la rabbia che sentivo in quel momento. Sapevo che Saga era malvagio ma mai avrei creduto che avrebbe tentato di assassinare la sua stessa prole.

Dopo essere riuscito ad allontanarlo con uno spintone non perdo tempo, prendo la piccola ancora piangente tra le braccia per poi saltare giù dalla finestra e iniziare a correre più veloce che potevo, lontano da quel maledetto posto.

 

***

Corsi più veloce che potei e arrivai in poco tempo ad Atene.

Tea mi aveva dato un ordine ben preciso: affidare la piccola a una coppia di anziani, Alchmena e Anfitrione, che avevano da poco perso un figlio.

Era stata dura per lei prendere questa decisione ma sapeva che non c’era altra soluzione. Serena con lei rischiava troppo, quindi era meglio che crescesse come una normale umana.

Una volta arrivato ad Atene ci misi, fortunatamente, poco a trovare la coppia designata, entrambi erano in giardino, e quando mi videro spossato e con una neonata in braccio vennero subito ad aiutarmi.

Dopo averli rassicurati che io stessi bene presi allora parola.

“Ascoltatemi bene: il suo nome è Serena, dovete prenderla con voi, crescetela come se fosse vostra figlia…”

Alchmena mi guardò interrogativa, mentre la teneva tra le braccia “ cosa intendi dire giovane?”

Io sospirai, per poi spiegarmi meglio “non è una bambina qualunque, i suoi genitori sono Persefone, la dea della morte e Saga, il dio della notte”.

Non fu tanto il sapere la madre quanto scoprire chi fosse il padre a sconvolgere i due “Saga di Gemini?” esclamarono entrambi terrorizzati.

Io annuì “si… lui ha tentato di ucciderla e non si fermerà, vi chiedo un favore, so che siete adatti: prendete la bambina con voi e crescetela come se fosse vostra figlia, non raccontatele mai la verità, solo così sarà al sicuro”.

I due passarono qualche secondo di silenzio, poi fu l’uomo a prendere parola con sua moglie “ tesoro, cosa facciamo?”

Di tutta risposta lei sorrise, dolcemente “Anfitrione, gli dei hanno voluto donarci questa bambina e con lei la missione di proteggerla, io la accolgo tra di noi e la accetto poi guardala…io già le voglio bene, tu che ne pensi?”

A quelle parole Anfitrione sorrise “hai ragione, starà con noi e la proteggeremo con tutte le nostre forze”.

E così Serena ebbe i suoi genitori, dopo averli ringraziati profondamente me ne andai, sicuro che la piccola fosse ormai al sicuro e sarebbe cresciuta lontana da ogni pericolo.

Quanto mi sbagliavo…

 

 

  
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