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Autore: Soul Mancini    21/07/2020    4 recensioni
[Martum]
Roddy e Jim non sono soliti farsi regali per i rispettivi compleanni e le cose non sono cambiate nemmeno quando sono divenuti una coppia.
Ma le cose sono destinate a cambiare quando, il giorno del compleanno del tastierista, Jim si presenta con un sospetto pacco regalo. È chiaro che tutto ciò non porterà a nulla di buono...
DAL PRIMO CAPITOLO:
«“Che palle” mi lamentai, rigirandomi l’oggetto tra le mani. Provai a rimuovere lo scotch con le unghie, ma ben presto capii che così non avrei risolto niente; gettai la testa all’indietro e sbuffai. “Ci vuole un paio di forbici.”
“Vai a prenderle.”
“Vacci tu, non ho voglia di alzarmi. Del resto sono il festeggiato e devo essere servito e riverito!”
Jim mi scrutò per un istante, poi si stiracchiò appena. “E va bene…”
“Il pacco l’hai fatto tu, cazzi tuoi” pigolai, allungandomi per mollargli una pacca sulla coscia mentre si alzava.»
[Minilong di due minicapitoli scritta in occasione dei compleanni di Roddy (1 luglio) e Jim (21 luglio). Tantissimi auguri a questi due adorabili idioti che mi fanno sciogliere ogni volta ♥]
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jim Martin, Roddy Bottum
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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L’enigma del gallo e del veliero
 
 
 
 
Entrai in cucina e lanciai un’occhiata a Roddy, che era seduto al tavolo e armeggiava con cellulare. “Ehi” lo salutai, per poi lasciarmi sfuggire uno sbadiglio. “Che si dice?”
“Dovrei essere io a chiederlo a te, dato che oggi sei invecchiato. Si cominciano a sentire i dolori alle ossa?” ribatté lui in tono allegro, lasciando il telefono sul tavolo e poggiando il mento sul palmo della mano per potermi scrutare con attenzione.
“Sì, ce le ho tutte rotte, adesso mi si stacca un braccio.” Mi avviai verso il frigo, lo aprii e cominciai a ispezionarne il contenuto con lo sguardo, finché non trovai ciò che stavo cercando; afferrai una ciotola bianca coperta con un foglio di carta stagnola e richiusi lo sportello. Prima di tornare al tavolo, lanciai un’ultima occhiata scettica all’elettrodomestico, poi scossi per un istante il capo e presi posto attorno su una sedia accanto al mio ragazzo.
“Abbiamo finito di pranzare un’ora fa” mi fece notare Roddy, inarcando un sopracciglio mentre scoperchiavo il budino ai frutti di bosco che avevamo preparato il giorno prima.
“Ma oggi è il mio compleanno” mi giustificai, mettendomi in bocca la prima cucchiaiata di dolce.
“Certo, e questo ti dà il diritto di finire tutto da solo l’ultimo budino rimasto in frigo…” Sul viso delicato di Roddy si dipinse un adorabile broncio.
“Se vuoi ci sono ancora dei gelati in freezer. Comprati in offerta con la bellissima carta fedeltà del Wal-Mart che io ti ho regalato” puntualizzai, continuando a strafogarmi con gusto.
“Ma che persona altruista e generosa il mio ragazzo!” brontolò lui, incrociando le braccia al petto.
Sentii il suo sguardo addosso per qualche istante, finché all’improvviso Roddy non mi si gettò addosso, strappandomi il cucchiaino dalle mani senza darmi il tempo di reagire. Prima di allontanarsi, trascinando anche la ciotola con il budino nella sua metà del tavolo, mi stampò un bacio sulle labbra mentre ridacchiava.
“Ehi, ma che stronzo! Quello è il mio dolce di compleanno!” protestai, mentre Roddy prendeva un abbondante cucchiaiata e se la portava alle labbra; volevo rimanere serio e fingermi offeso, ma non potei fare a meno di sorridere nel notare il suo mento sporco di bianco e rosa.
“Grazie per averlo condiviso con me, sei un tesoro!” pigolò il biondo strizzandomi l’occhio.
“Non importa, chiederò a Puffy di prepararmi una teglia di tiramisù” ribattei piccato. Proprio in quel momento l’occhio mi cadde su una bustina da lettera verde che era abbandonata sul piano del tavolo e mi sporsi in avanti per scrutarla meglio. “E questa cos’è?”
“Il tuo regalo di compleanno,” rispose prontamente Roddy con la bocca piena, “o meglio, una parte di esso. Aprila!”
Aggrottai le sopracciglia e afferrai l’oggetto lentamente, per niente tranquillo. Roddy mi aveva promesso che si sarebbe vendicato per lo scatolone che gli avevo regalato per il suo compleanno e, ne ero certo, non si era dimenticato.
“Cosa devo aspettarmi?” borbottai, mentre aprivo la bustina.
“Un serpente velenoso” scherzò Roddy mentre continuava a mangiare.
“Però non è giusto, nel frattempo tu stai finendo tutto il budino!” mi lagnai, mentre portavo fuori un cartoncino su cui erano scarabocchiate due righe con l’inconfondibile grafia arrotondata di Roddy.
“Zitto e leggi a voce alta!”
“E come faccio a stare zitto se devo leggere?” gli feci notare.
“Insomma, hai capito!”
Mi schiarii la gola. “Se un gallo fa un uovo sulla punta di un tetto, dove cade?” Lasciai nuovamente scivolare il biglietto sul tavolo e sgranai gli occhi confuso, mentre sul volto di Roddy si apriva un sorriso divertito che si ampliava ogni istante di più. “Ma che cazzo…?”
“È un indovinello” spiegò lui candidamente.
“Non ho capito il regalo.”
“Questa è solo la prima parte, prima di arrivare al vero regalo.”
Aggrottai le sopracciglia. “E quando lo posso vedere questo vero regalo?
“In realtà è già qui!” Roddy portò fuori dalla tasca dei pantaloncini una bustina rossa adornata da un nastrino giallo – probabilmente aveva riciclato quello che avevo utilizzato io tre settimane prima – e me la sventolò davanti al viso. “Ma non potrai aprirlo finché non avrai risolto il rompicapo!”
“Questo però è sadismo!” mi lamentai. Ripresi in mano il bigliettino e rilessi con attenzione la domanda. “Se un gallo… sulla punta di un tetto? Aspetta, ma che stronzata è? E come ci è arrivato il gallo su un tetto? I galli non volano!”
“Vabbè, devi lavorare di immaginazione…”
Sospirai e mi guardai attorno con aria confusa, poi avvistai la ciotola quasi vuota che Roddy aveva lasciato incustodita e la afferrai con un gesto fulmineo. “Mangiare mi aiuta a pensare” affermai.
“Allora chiedi a Puffy di portarti il tiramisù il prima possibile, perché avrai molto da pensare.”
“Allora.” Presi una cucchiaiata di budino. “Un gallo fa l’uovo sulla punta di un tetto… dove cade? Beh, sicuramente in terra. Ho indovinato? Adesso posso aprire il regalo?”
“No, non hai indovinato, e no, non puoi aprirlo!” Roddy sbatté un paio di volte le palpebre con fare innocente mentre giocherellava col pacchetto, facendo ben attenzione che fosse in bella mostra.
“Che stronzo! Fai così solo perché tu sei già arrivato alla soluzione!”
“Veramente non ci ho nemmeno provato, l’ho guardata subito.”
Sbuffai. “Allora, non ha senso. Io voglio sapere chi ce l’ha messo il gallo sul tetto, perché non può esserci arrivato da solo. A meno che… i proprietari della casa non abbiano un pollaio panoramico sul tetto della casa!”
Roddy prese a sghignazzare. “Ah Jim, quanto ti amo!”
“Come mai te ne accorgi proprio ora?” gli chiesi mentre finivo di spazzolare anche gli ultimi residui di budino ai frutti di bosco.
“Perché il tuo cervello riesce a elaborare le teorie più assurde e io mi diverto un sacco!”
Ma io lo ascoltai a malapena: avevo spostato la tazza vuota da una parte e avevo ripreso in mano il cartoncino con il rompicapo per cercare qualche indizio nascosto. In realtà queste cose mi intrigavano un sacco, mi divertivo tantissimo a cercare delle soluzioni, ma perdevo la pazienza troppo presto. Una volta avevo comprato un cubo di Rubik e, dopo due giorni in cui me l’ero portato appresso per tutta la casa nel tentativo di risolverlo, mi ero stufato e per noia avevo disegnato tanti piccoli teschietti sulle tessere colorate con il pennarello indelebile; ancora il cubo giaceva su una mensola della camera da letto.
“Dunque, pensiamo…” ruppi il silenzio dopo qualche istante di riflessione. “Questo gallo sta sulla punta del tetto… ma non gli farà male il culo a stare seduto su una punta?”
Roddy si strinse nelle spalle. “Magari è un gallo gay e gli piace” insinuò con un sorrisetto malizioso.
“Non parlare, mi confondi!”
“Perfetto, vado in bagno e ti lascio al tuo enigma!” Detto questo, Roddy si alzò e si diresse verso la porta. Prima di lasciarsi la stanza, mi mostrò ancora una volta la bustina rossa. “Mi raccomando, pensa intensamente, il tuo regalo ti aspetta!”
“Vaffanculo, sei un bastardo!”
 
 
“Ho capito, ci sono arrivato!” Feci irruzione in cucina e mi piantai le mani sui fianchi, puntando lo sguardo su Roddy, che era alle prese con i fornelli.
Lui mi lanciò un’occhiata esausta. “Sentiamo” esalò in tono piatto.
Ormai erano le nove di sera e sentivo che lui stava per cedere: non avevo fatto altro che tartassarlo con teorie assurde – ma, secondo il mio parere, ragionevoli – e, se all’inizio si stava divertendo, ora sul suo viso si dipingeva una smorfia di terrore ogni volta che mi vedeva nei paraggi.
La sua testardaggine gli aveva impedito di lasciar perdere, ma non aveva tenuto in conto la mia immensa bravura nella tecnica dello sfinimento.
“L’uovo non cade da nessuna parte!” affermai con sicurezza.
“Mmh… e perché?” domandò lui in tono annoiato, mentre versava un filo d’olio in una padella.
“Allora, io ho pensato questo: un gallo, non potendo volare, non può arrivare su un tetto, quindi sicuramente non è un gallo normale, ma è un alieno. Dato che è un alieno, sicuramente le sue uova non sono ovali o comunque a forma di uovo, ma magari sono quadrate e quindi non rotolano. Dunque l’uovo non cade da nessuna parte, rimane sul tetto” spiegai con fare tronfio e soddisfatto. “Ho ragione? Ho indovinato?”
“Che idea di merda che ho avuto” sospirò Roddy, portandosi una mano sulla fronte, esasperato.
“In che senso?” finsi di non capire, tuffandomi sul divano.
“Sei talmente una rottura di cazzo che è impossibile vendicarsi di te! E se sento un’altra teoria come questa, oggi a cena mangeremo il mio cervello dopo che mi sarà uscito dal naso” sbottò in tono lugubre.
“Quindi che si fa?” Incrociai le braccia al petto e piegai la testa di lato, un sorriso innocente dipinto sulle labbra.
Roddy mi si accostò e mi gettò praticamente addosso il pacchetto rosso col nastrino giallo che aveva tenuto per tutto il tempo nella tasca dei pantaloncini. “Basta, mi arrendo! Altrimenti qui la tiriamo avanti fino al prossimo compleanno, e finirei per diventare vedevo già da giovane dopo averti ucciso nel sonno!”
“Oh, finalmente!” Afferrai la bustina come un affamato afferrerebbe un piatto pieno di cibo. “Dopo tutto quello che mi hai fatto passare per questo regalo, come minimo devi avermi comprato una villa in riva al mare.”
Roddy ridacchiò e prese posto sul bracciolo del divano accanto a me. “Vedrai, sarà un regalo bellissimo che ripagherà tutte le tue fatiche!” E la sua voce era tremendamente sarcastica.
“Ma che cazzo di regalo è?” sbottai dopo aver strappato via la carta regalo spiegazzata. Non potevo crederci: quella che stringevo tra le mani era la calamita a forma di veliero che avevamo comprato qualche anno prima in vacanza a Miami e che tenevamo sempre attaccata al frigo.
“Hai visto? Ho preso da te l’usanza di impacchettare cose che erano già nostre!” commentò il mio ragazzo in tono soddisfatto.
“Adesso ho capito!” mi illuminai, scattando in piedi e precipitandomi verso il frigo. “È da questo pomeriggio che lo guardo e c’era qualcosa che non quadrava, ma non riuscivo a capire cos’era! Mancava una calamita!” strepitai, riattaccando il piccolo veliero al suo solito posto che era rimasto vuoto, poi mi voltai verso Roddy e gli sorrisi. “Quanti misteri da svelare oggi!”
“E non sei deluso dal mio regalo di merda?”
Mi strinsi nelle spalle. “No, in realtà mi sono divertito tantissimo! E poi come faccio a essere incazzato quando ho la certezza che più tardi Puffy passerà a portarmi una teglia di tiramisù?”
“Che palle, e io che avevo studiato tutto nei minimi dettagli! Per vendicarmi avrei dovuto direttamente tagliarti i capelli nel sonno!” si lamentò Roddy offeso, mettendo su il solito adorabile broncio che mi faceva sciogliere ogni volta.
“E dai, non fare così!” Mi accostai a lui e lo abbracciai, facendogli posare la testa sul mio petto. “Dimmi un po’, il nastrino giallo è lo stesso che ho usato io per te?”
“Sì, l’ho riciclato” mugolò. “E comunque, se proprio lo vuoi sapere, l’uovo non cade da nessuna parte perché non c’è nessun uovo: i galli non fanno le fottutissime uova.”
Sgranai gli occhi, lo lasciai andare e feci un passo indietro. “Cioè… era questa la soluzione? Ma che stronzata è? E io che pensavo ci fosse dietro una qualche teoria complottista coi nazisti e le armi nucleari…”
Ma Roddy non mi permise di continuare: si sporse verso di me e mi catturò le labbra in un bacio breve e disperato. “Ti prego, stai zitto, hai sparato già abbastanza cazzate oggi.”
 
 
 
 

 
 
AUGURI JIIIIIIIM *_____________*
Okay, so che quello che avete appena letto è altamente demenziale e forse non è nemmeno divertente come l’avevo pensato, ma voi dovete capire una cosa: io ADORO le congetture improbabili e gli svarioni assurdi di cui Jim e solo Jim è capace! Cioè, lui davvero nelle interviste portava fuori cose fuori dal mondo fino a stordire gli intervistatori, quindi non potevo non metterlo di fronte a questo enigma del gallo XD cercando su internet, ho trovato un sacco di rompicapo interessanti e intricati, ma questo… questo mi ha rapito il cuore proprio AHAHAHAHAHAHA abbiamo le uova quadrate dei galli alieni che fanno concorrenza ai feti di struzzo AHAHAHAHAHAH XD
Alla fine l’unico che ci è davvero rimasto male in tutti e due i capitoli è stato Roddy, visto come gli è andata male la vendetta :P lui voleva fare lo stronzetto facendo morire Jim di curiosità, e invece…
Domandina: voi alla soluzione del problema ci siete arrivati o l’avete scoperta alla fine insieme a Jim? XDD
Piccole noticine aggiuntive, ma così giusto per curiosità ^^
Mi immagino Jim come un goloso di dolci perché durante una sua intervista risalente al ’92 (l’unica che ho letto con lui come solo protagonista, perché era chilometrica e mi ha sfiancato in una maniera terribile XD), a un certo punto mentre parlava con l’intervistatore ha ordinato – se ricordo bene – un pancake con le fragole! Il che, se si pensa alla sua figura sempre cupa e alle sue uscite raccapriccianti e grottesche, stona completamente, e proprio per questo è assolutamente fantastico XD
Puffy e il tiramisù li ho inseriti per due motivi: in primis, a quanto pare il nostro batterista è un grande amante del tiramisù, e poi sua moglie è famosa per i dolci che cucina – se non erro ha pubblicato anche dei libri di ricette. Ora, io non ho deciso la precisa ambientazione di questa minilong, quindi non è detto che fosse sposato, e/o se Puffy sappia fare il tiramisù con le sue mani, ma l’immagine è talmente bella e fluff che non ho potuto resistere *-*
Ovviamente la vacanza a Miami è una mia invenzione!
Per il veliero devo ringraziare ancora una volta mia madre, a cui anche stavolta ho chiesto un prompt e mi ha suggerito appunto la parola “veliero”. Meno male che c’è lei, altrimenti non avrei saputo cosa ficcarci dentro quel pacchetto regalo!
Bene, ho già sproloquiato abbastanza, quindi non mi resta che fare ancora tantissimi auguri di buon compleanno a Jim e ringraziare le persone che hanno recensito il primo capitolo e quelle che giungeranno anche al termine di questo! Grazie per aver seguito questa stronzatina tanto stupida e stay Martum sempre!!! :3
Alla prossima!!!!!
 
 
   
 
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