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Autore: Adlenime    22/07/2020    3 recensioni
Sato... semplicemente gli faceva perdere la testa! Da quanto tempo la stava fissando? Si sentiva sopraffatto dall'insano desiderio di avvicinarsi a lei e abbracciarla, accarezzarla. Non si saziava mai di lei. Lei era tutto. Aveva bisogno di Sato. Lei era l'unico motivo per cui ogni giorno sopportava le angherie dei suoi colleghi al lavoro, per cui passava intere notti in bianco, che gli dava una speranza verso il futuro. Lei era...
(Miwataru theme fanfiction)
Genere: Romantico, Slice of life, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Miwako Sato, Wataru Takagi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Alzi la radio e quindi abbassi lo schienale
E piazza della scala sembra decollare

Ti porto le mani sugli occhi ed aspetta a parlare
Sì ma non sbirciare

Bussò delicatamente, nel timore di averla disturbata, ma la voce che gli rispose oltre la porta era gentile, anche se stanca.

"Tranquillo Wataru, vieni pure."

Anche se un po' incerto, aprí la porta, il vassoio con la cena in mano, e con un cordiale "permesso?" entrò nella stanza.

Miwako sospirò divertita e abbassò il volume della radio che stava ascoltando. Takagi non era sicuro del perché Miwako avesse deciso di tenere una radio nello studio della loro nuova casa, ma lo trovava un dettaglio tremendamente affascinante.

Le sorrise e le porse la cena sulla scrivania, facendo attenzione a non coprire i fogli su cui aveva scritto freneticamente fino a poco prima.

La sua futura moglie si appoggiò stancamente allo schienale e si portò un braccio sul viso, sopra gli occhi chiusi, cercando probabilmente di svuotare la mente.

Wataru le lanciò uno sguardo preoccupato, incerto se andarsene e lasciarla da sola a lavorare, oppure mostrarle...

"Ho saltato di nuovo la cena, scusami."

Wataru le rivolse, comprensivo, un dolce sorriso e scosse il capo. Prima di ritirarsi dalla polizia in vista del loro imminente matrimonio, era stato suo partner per diversi anni nelle forze dell'ordine, e conosceva fin troppo bene l'abnegazione e la devozione che Miwako provava per il suo lavoro. Questo era, dopotutto, il principale motivo per cui aveva voluto essere lui quello a dover andarsene dalla prima divisione della polizia metropolitana di Tokyo.

Non si era pentito della sua scelta, e anche se trovare un nuovo impiego non era semplice, aveva una mezza idea di accettare una certa offerta che un celebre detective addormentato gli aveva fatto tempo prima...

"Forse dovresti prenderti una pausa, e non sforzarti troppo. Oggi era il tuo giorno libero e lo hai passato chiusa qui dentro..."

Wataru si avvicinò a Miwako e si inginocchiò di fronte a lei, lo sguardo carico di preoccupazione. Afferrò la mano che poggiava stanca sulla scrivania e gentilmente iniziò ad accarezzarla.

A quanto pare l'ispettore Megure aveva deciso di affidare un semplice caso di rapina a mano armata alla sua subordinata più efficiente, sperando di poterla aiutare a riceve una promozione: ma quel semplice caso nascondeva dei retroscena molto più oscuri e misteriosi del previsto, e ora la sua Miwako si trovava a dover dirigere un'operazione estremamente delicata e pericolosa.

Appena ne era venuto a conoscenza, si era spaventato. Miwako era in pericolo, e come se non fosse abbastanza, lui non poteva essere lì con lei ad aiutarla e a sostenerla, a proteggerla. Nonostante ciò, aveva replicato scherzosamente con un sorriso stampato in viso, dicendo che allora quei criminali avrebbero dovuto tremare trovandosi di fronte come nemico niente po’ po’ di meno che la viceispettrice Miwako Sato!

Miwako, quel giorno, nonostante la preoccupazione e il timore, era riuscita a sorridere.

La sua fidanzata levò il braccio dal viso, svelando lo sguardo abbattuto, e replicò sempre con quel tono stanco e rassegnato.

"Wataru, davvero, perdonami. Io non..."

Sospirò di nuovo, pesantemente. Sembrava essere sull'orlo di un eusarimento nervoso.

Takagi allora si alzò di scatto, senza esitazioni, ma sempre con quel suo fare così carezzevole e dolce che lo caratterizzava. Le scostò una ciocca di capelli dalla fronte e si chinò per porle un lieve e delicato bacio, poi le accarezzò il viso e, guardandola negli occhi, le disse con un tono di voce che voleva essere rassicurante:

"Amore, sei troppo stressata, non riuscirai a ragionare ora come ora a mente lucida, né a concentrarti. Vieni un attimo con me, che ho ti preparato una sorpresa. Una rilassante sorpresa."

Aggiunse con un'occhiata fin troppo sexy per uno come lui. Infatti il suo goffo sforzo non fece altro che provocare una piccola risata divertita da parte della sua partner.

Miwako lanciò uno sguardo incerto alle carte abbandonate sulla scrivania. Non era semplice lavoro d'ufficio, Wataru aveva potuto notare schede dettagliate su individui probabilmente coinvolti nel caso, schemi e fotocopie di appunti sparsi in giro.

Il ragazzo allungò la mano verso di lei, con uno sguardo che non ametteva un rifiuto come risposta.

Ancora mezza divertita la giovane donna decise di farsi viziare un po' dal suo futuro marito, e con un breve "ok ok, hai vinto", prese la sua mano, e stava per alzarsi dalla sedia, quando si ritrovò le labbra di Wataru appoggiate sulle sue.

Wataru aveva semplicemente avuto l'impressione che Miwako avesse bisogno di un bacio, e aveva evidentemente avuto ragione, dal momento che dopo neanche due secondi la ragazza lo aveva afferrato possessivamente per il colletto, trascinandolo su di lei, una mano già pronta ad inclinare lo schienale della sedia quel che bastava per aver Wataru comodamente sopra di lei.

Miwako aveva approfondito selvaggemente il bacio, le mani ormai attorno alla sua vita, lo teneva stretto a sé, e Wataru non poté fare a meno di dedicarsi a lei con la medesima passione, sorridendo compiaciuto tra i sospiri mozzati del loro amore.
 



"Dai Wataru, cos'hai in mente?"

Non poté fare a meno di ridere, a quelle parole. Miwako era così impaziente!

"Non sbirciare, mi raccomando!"

Replicò lui, enigmatico, facendola sbuffare. Takagi le stava tenendo le mani sugli occhi e conducendo lentamente lungo un sentiero che Miwako già ben conosceva. Ma perché la stava portando là?

"Wataru, non sono così stupida, conosco casa mia, so che mi stai portando verso il b-"

"Shhh! Silenzio, non parlare! O rovinerai la sorpresa!"

Rispose questa volta leggermente risentito: Miwako non poteva dargli, anche solo per finta, la soddisfazione di stare al suo gioco almeno una volta?

Sospirò esasperato, con un mezzo sorriso. Be', in realtà questo era uno dei motivi per cui si era innamorato di lei, dopotutto.

Si fermò di fronte alla porta, scostando le mani dal suo viso. Si spostò di fianco a lei e, con uno sguardo stranamente felice, afferrò la maniglia.

"Ora puoi aprire gli occhi."

Miwako, abbastanza seccata, fece quello che gli aveva chiesto il suo fidanzato.

Wataru sentì finalmente quella tanto agognata soddisfazione nel momento stesso in cui, spalancata la porta del bagno, vide un'espressione di confuso stupore sul viso della sua Miwako.

Aveva allestito la stanza nel modo più romantico possibile, nonostante sapesse che alla sua ragazza simili dettagli non interessavano più di tanto, ma poteva comunque vedere, nella luce che illuminava i suoi occhi, come avesse apprezzato le candele profumate poste attorno alla vasca e negli angoli della stanza, le quali illuminavano un ambiente volutamente lasciato in penombra, per dare al tutto un'aria più misteriosa e accattivante. Sulla superficie dell'acqua, nella vasca, danzavano instancabili petali di rose bianche. Forse un colore inusuale? Dopotutto Yumi gli aveva consigliato di utilizzare una rosa rossa, nonostante ciò, nel momento in cui si era ritrovato dal fioraio a dover prendere una decisione, aveva quasi inconsciamente puntato il dito verso quella bianca.

"W-Wataru? Tu... Hai... È..."

Non poté fare a meno di sorridere, felice del risultato ottenuto.

"Ti piace?"

Le chiese, con uno di quei suoi innocenti sorrisi stampati in viso.

"Sai... Un bagno rilassante... Pensavo potesse farti piacere dopo... Insomma, sì, il lavoro e tutto quanto..."

Continuò lui, una mano dietro il capo, in quell'atteggiamento tipicamente adorabile che Miwako amava.

Prima che potesse rendersene conto, il ragazzo si ritrovò a dover retrocedere di almeno un paio di passi, quando venne travolto dalla sua fidanzata che, inaspettatamente, si era lanciata verso di lui in un tenero abbraccio, il viso sprofondato nella sua spalla.

"Grazie... Davvero, grazie mille."

Disse, anzi, sospirò Miwako, senza allontanarsi da lui, come se temesse di vederlo svanire di fronte ai suoi occhi non appena avesse allentato la stretta. Pensiero abbastanza stupido, pensò Wataru mentre tentava di non soffocare. Nonostante ciò, non poté fare a meno di ricambiare l'abbraccio, accarezzandole dolcemente i capelli neri come la notte.

   
 
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