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Autore: fennec    22/07/2020    15 recensioni
Piccolo e, soprattutto, mio primo esperimento su Oscar e André… Vi prego, siate clementi.
Avrebbe potuto anche chiamarsi “Terribilmente complicato”, ma alla fine ho optato per questo titolo, un po’ in onore del Piccolo Principe… Spero si riesca a capire perché.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Parte prima
 
 




 
Perché quando si trattava di lei si ritrovava sempre con un occhio nero, un labbro spaccato o una costola incrinata? E, se andava male, con questi ed altri simili souvenir?
 
- Stammi bene a sentire: io non voglio un compagno di giochi, ma un compagno d’armi! –
 
Sì, ecco, doveva avere a che fare con questo.
Avrebbe dovuto capirlo sin da subito, già da quando la vide per la prima volta. Lui aveva otto anni e lei sette, ma non era la bellissima bambina di cui la nonna gli aveva parlato o, meglio, bellissima lo era per davvero, ma di sicuro non poteva essere una femmina, su questo non aveva avuto alcun dubbio. Non assomigliava per niente alle bambine che fino ad allora aveva conosciuto, men che meno a Christine*, la fanciulla che gli aveva strappato una promessa di matrimonio e che gli aveva regalato una ciocca di capelli, a imperitura memoria del suo affetto, poco prima che partisse per trasferirsi a casa De Jarjayes, una vita fa.
Una trottola e un coltello con il manico rosso. Questi erano i tesori dell’infanzia di Oscar e una spada fu il primo regalo che ricevette da lei.
 
- Nonna, mi vuole uccidere! Sei una bugiarda! Mi avevi detto che era una damigella! –
 
Uno schiaffo (quando gli andava bene) era la risposta che sua nonna gli riservava ogni qualvolta mettesse in dubbio la femminilità della bambina. Ma uno sguardo severo e un sonoro rimprovero costituivano il trattamento altrettanto spiacevole che il Generale e la stessa Oscar gli destinavano quando, per rivolgersi a lei, non usava il maschile.
“Il mondo è davvero terribilmente complicato” pensava André.
Ma se lo sarebbe fatto andare bene lo stesso.
 
- Che giochi facevi con gli altri bambini prima di arrivare qui? –
Una domanda dolorosa per lui che, dopo aver perso il padre e la madre, aveva dovuto dire addio anche all’unica vita che conosceva, agli amici e al piccolo e povero paesino di campagna che lo aveva cullato negli anni più teneri.
Non avrebbe mai mostrato il suo dolore, però, non di fronte a quel bambino (o bambina?) dai capelli biondi e dallo sguardo fiero, che si era subito rammaricato di dovergli insegnare a tirar di scherma.
- Cosa vorrebbe dire che qualche volta hai giocato coi bastoni? – aveva sbottato con incredulo disprezzo.
André, però, aveva imparato in fretta e altrettanto in fretta stava imparando a conoscere Oscar.
- Con gli altri bambini giocavo a far la lotta – rispose con un mezzo sorriso, pregustando già una piccola soddisfazione – Vedi? Si fa così! –
E, senza preavviso, l’aveva buttato a terra con uno spintone.
Oscar l’aveva guardato stupito, le sopracciglia inarcate, e per qualche interminabile secondo il silenzio che seguì gli fece pensare al peggio. Presto si sarebbe ritrovato per strada, cacciato da casa De Jarjayes dopo appena qualche mese. Si avvicinò al bambino preoccupato, la mano tesa per aiutarlo ad alzarsi e una scusa pronta sulla punta delle labbra quando…
Qualcosa lo colpì alle gambe, lo fece rovinare a terra e, in men che non si dica, si ritrovò Oscar a cavalcioni sopra di lui.
- Sai, André… Mio padre di sicuro disapproverebbe, ma a me sembra un passatempo piuttosto divertente! –
Fu così che assaporò con amarezza e vergogna il pugno di una bambina o insomma… di quello che Oscar avrebbe dovuto essere. Se lo avesse raccontato ai suoi amici, lo avrebbero preso in giro fino alla morte, ma in quel momento non poteva permettersi di piangere per il suo orgoglio ferito: la lezione di Oscar non era ancora finita e presto si ritrovarono a rotolare per terra in un innocente scontro all’ultimo sangue.
Quando, ormai stanchi, si alzarono pesti e doloranti da terra (o almeno ci provarono), Oscar, con suo grande stupore gli sorrise e scoppiò a ridere: - Lo sai, André? Come spadaccino lasci alquanto a desiderare, ma nella lotta non sei male, forse è solo questione di esperienza! –
Inutile dire che sua nonna non fu altrettanto entusiasta. Il mattarello che aveva usato per colpirlo aveva reso i suoi lividi ancora più vistosi e dolorosi.
Ma questo aveva poca importanza.
Oscar era raggiante e per la prima volta pensò che forse avrebbe potuto veramente diventare sua amica… o suo amico… sì, insomma, sarebbero stati bene insieme.
 
Naturalmente non poteva immaginare che quello era stato solo un piccolo assaggio di tutte le sfide che lui e lei avrebbero affrontato, di tutte le avventure che avrebbero vissuto insieme.
Come quella volta in cui avevano rischiato di affogare nel laghetto vicino a casa perché Oscar voleva vedere quanto era profondo; o come quell’inverno in cui lo aveva svegliato in piena notte per fare un pupazzo di neve in giardino… André non ricordava di aver mai sofferto così tanto freddo in vita sua, ma per l’amico era il momento perfetto, la neve sembrava non voler smettere di cadere; o ancora quando la cattura di Jeanne Valois li aveva condotti in quel castello sperduto chissà dove e, per un soffio, non erano saltati in aria nell’incendio che era seguito; o quando, durante la ricerca del Cavaliere Nero, Oscar con l’inganno era stata fatta prigioniera nel Palazzo del Duca di Orléans e André aveva rinunciato al suo occhio sinistro pur di salvarla…
Forse il Generale non lo aveva messo accanto ad Oscar per assicurarsi che quest’ultima, circondata da donne sin da prima di nascere, crescesse affiancata da almeno una compagnia maschile, ma, conoscendo l’indole tumultuosa e a volte troppo avventata della figlia, sperava che André, abitualmente più docile e tranquillo, potesse placare l’ardore della giovane, come se fosse possibile domare Pegaso e le sue ali selvagge…
E ora…
Ora lui era lì, accasciato sul sudicio pavimento dell’armeria della Guardia Metropolitana.
Le ferite che più gli bruciavano, però, non erano quelle del corpo, ma quelle dell’anima. Piaghe pulsanti che forse non si sarebbero mai rimarginate.
- Oscar, ti prego, non ti sposare –
Non si ricordava in quale momento esatto aveva smesso di vedere in Oscar un amico fraterno ed il suo affetto per lei si era trasformato in amore profondo, una passione che tentava di nascondere, perché, se spegnere la fiamma era impossibile, almeno poteva evitare che si trasformasse in incendio e bruciasse tutto ciò che aveva con cura costruito fino ad allora.
Forse la prima scintilla era scoppiata all’inizio dell’adolescenza, quando per la prima volta aveva osato disobbedire a un ordine del Generale non solo rifiutandosi di convincere Oscar ad indossare la divisa delle Guardie Reali, ma addirittura supplicandola di ribellarsi a quello stesso padre che, accecato dai propri sogni, aveva cresciuto una figlia come un figlio e aveva fatto di un ragazzino sconosciuto il suo amico più fedele.
 
- Oscar, non è ancora troppo tardi. Fermati e diventa una donna! –
 
Di sicuro, però, tutto era finito appena qualche settimana prima.
La sera più maledetta e più benedetta della sua vita.
Quando Oscar si scoprì donna e lui si mostrò uomo (o quello che era diventato) nel modo peggiore in cui potesse succedere.
Ma la visione dei seni bianchi della donna che amava… i suoi seni bianchi e gli occhi… Dio, perdonami! I suoi occhi spaventati, in lacrime, ma così vivi! E il sapore della sua bocca… L’unica ragione per cui era riuscito a resistere fino ad allora era che non aveva ancora conosciuto il sapore della sua bocca.
Se l’Inferno e il Paradiso esistevano veramente, quella sera li aveva visitati entrambi… o forse erano la stessa cosa?
“La morte e la vita sono così terribilmente complicate”.
Ormai, tuttavia, non riteneva possibile che tutto potesse andare bene lo stesso.
 
- Ma certo, adesso capisco tutto. Credo che vi ami, Comandante. Beh, allora io vi lascio soli, penso che sia meglio che vi occupiate voi di André... In ogni caso vi ama tanto da rischiare la vita per voi –
Era la risata beffarda di Alain quella che aveva sentito allontanarsi? E… Dio, ti prego, non sarà stata Oscar la persona con cui stava parlando! Cosa avrà visto? Cosa avrà sentito? Cosa starà pensando? Era ancora lì?
Non si era mai sentito così nudo e indifeso. Desiderava soltanto svenire, come un codardo, per non provare più tanta vergogna.
E mentre si aggrappava a quel dolce desiderio, il sapore del sangue che bagnava le sue labbra spaccate si mescolò a quello di un ricordo, la bocca di Oscar, il nettare degli dei. E per un attimo le sue labbra (o quello che ne era rimasto) si tesero in un sorriso.
“L’amore è così terribilmente complicato”.
 


*Christine è un personaggio che Riyoko Ikeda ha introdotto diversi anni dopo la "conclusione" della serie, in onore del suo quarantennale. È
 un'amica d'infanzia di André, teneramente e profondamente innamorata di  lui sin da quando erano bambini e, naturalmente, avrà anche lei un destino abbastanza triste.




 
 



 
 
Salve, popolo di EFP e abitanti del fandom di Lady Oscar, e grazie per aver avuto l’ardire di arrivare sino alla fine di questo primo capitolo.
Come ho già confessato, è la prima volta che scrivo ispirandomi a questo anime prezioso: saranno più di vent’anni che lo conosco, ma ogni volta che lo rivedo mi colpisce qualcosa di diverso… Così un giorno, per vostra sfortuna, mi sono detta: “Perché non provare a scrivere qualcosa su Oscar e André? Magari di quando erano bambini, in modo da poter usare dosi generose di fantasia e divertirmi un po’ a sondare la loro innocenza?”
Invece ne è venuta fuori questa… cosa. Non saprei bene nemmeno io come definirla, ma si è scritta quasi da sola e spero voglia dire qualcosa di positivo e soprattutto che possa essere quantomeno decente da leggere. Magari mi hanno ispirato anche i bellissimi racconti di Sacrogral, in modo particolare “Ci penserò domani”… A proposito, vi consiglio di darci un’occhiata, ne vale davvero la pena!
Teoricamente questo mio esperimento si compone di due parti, la seconda è già pronta… Ma nulla toglie che possa avere una terza parte e magari anche una successiva: dipende dalla mia ispirazione e un po’ anche dal vostro parere, se ritenete che sia il caso, potrei tentare di nuovo la sorte.
Ma ora ciancio alle bande e bando alle ciance, vi ho annoiato anche troppo! Grazie per il vostro tempo e… se vorrete lasciare un commento, positivo o negativo che sia, sarà per me un grande piacere leggerlo.
A presto (spero!),
fennec
  
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