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Autore: _L_Black_    23/07/2020    0 recensioni
James e Lily Potter sono morti, lasciando dietro di loro la disperazione e la gioia per una guerra finita.
Ma quella notte, anche un'altra famiglia fu spezzata dai seguaci del Signore Oscuro.
Sirius Black è ad Azkaban e sua moglie brutalmente uccisa dai mangiamorte, lasciando la loro unica figlia in mano agli ultimi parenti rimasti.
Orion e Walburga Black.
Alyssa Black crescerà con gli ideali della purezza, con una voce dentro di lei che urla "libertà" e la voglia di scoprire cosa sia davvero successo quella notte.
La guerra l'aspetta e Alyssa è pronta a combatterla per i suoi ideali.
Genere: Azione, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Nuovo personaggio, Orion Black, Theodore Nott
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
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Capitolo 28 

A quell'ora Hogwarts era vuota, tutti tra studenti e professori infatti si trovavano a mangiare allegramente nella Sala Grande. Lei quella sera aveva preferito non cenare. I suoi pensieri erano tutti legati a un sabato mattina prima di Natale, quando Lavanda Brown era entrata nel suo studio, pallida in volto e con delle occhiaie che le incorniciavano gli occhi verdi. La signorina Brown non era mai stata un'alunna a cui lei aveva pensato molto, complice il fatto di avere Potter, Granger e Weasley che ogni anno si ritrovavano coinvolti in qualcosa di strano. Perciò quando l'aveva vista entrare di corsa con Draco Malfoy al seguito era rimasta sorpresa. L'aveva fatta sedere e aveva gentilmente chiesto al signor Malfoy di uscire dal suo studio per darle la possibilità di sfogarsi. 

Fu quando il ragazzo uscì che la ragazza la guardò seria, per lei fu come conoscerla realmente. La biondina sempre interessata alla divinazione e attirata più dalla moda che dallo studio, in quel momento la guardava come se lei, Minerva McGranitt, fosse l'unica in grado di aiutarla. 

-Ogni notte sogno un ragazzo che mi chiede di portarlo indietro- 

Lì per lì non capì subito cosa la ragazza intendesse, non si aspettava di certo che fosse andata da lei per degli incubi. Poi però decise di darle il beneficio del dubbio e la invitò a proseguire il suo racconto, d'altronde non era mai andata da lei per un aiuto. Dalla spiegazione di Lavanda Minerva capì subito cosa intendesse con quella frase.

Lavanda era in grado di comunicare con i morti. Un dono assai raro, che spiegava l'inclinazione alla Divinazione della ragazza. Un dono che se non preso in tempo, rischiava di portare alla pazzia chiunque lo avesse. E dalle occhiaie della ragazza aveva capito che la situazione la stesse stressando e non poco. 

Sospirò e si portò la tazza alle labbra pensierosa. Tutto ciò era successo appena due giorni dopo la visione di Sibilla ed era questo a farla preoccupare. Non poteva essere una coincidenza che tutto fosse legato ad una sola persona e non riusciva a darsi una risposta. Fece qualche sorso prima che qualcuno bussasse alla sua porta.

-Avanti- disse posando la tazza, ormai vuota, sul piattino.

La porta si aprì e Minerva non fu sorpresa di vedere entrare Severus con la sua solita aria arcigna. La donna lo guardò e pensò stupidamente che non era mai cambiato da quando aveva frequentato Hogwarts, ora era un uomo segnato da scelte sbagliate ma fedele al suo essere. Minerva gli fece cenno di sedersi. 

-Volevi vedermi, Minerva?- chiese l'uomo mentre si sedeva sulla sedia davanti la scrivania.

La donna annuì e sospirò nuovamente. Da quando Severus era diventato professore i due non avevano mai avuto un rapporto amichevole, professionale si ma non oltre e un po' le era sempre dispiaciuto di ciò.

-Innanzitutto volevo ringraziarti di essere venuto a quest'ora- esclamò Minerva con tono riconoscente.

Severus fece un gesto con la mano come a dire di non preoccuparsi e alzò gli occhi al cielo, irritato. -Non ti preoccupare, se avessi sentito ancora quanto a Beauxbatons la cucina sia megliore della nostra penso che avrei avvelenato il piatto di Maxime-

Minerva si ritrovò a ridacchiare ma smise subito quando vide il volto serio di Severus. Le venne il dubbio che l'affermazione non fosse una battuta. Si mise più comoda sulla poltrona e lo guardò.

-Albus penso ti abbia detto cos'è successo alla signorina Brown- esclamò, guardandolo negli occhi.

Non appena Lavanda era uscita dal suo studio, si era precipitata da Albus per parlarne e fu proprio lui a dirle di parlare con Severus anziché con Sibilla. L'uomo annuì e la invitò a continuare.

-Tu sei sempre stato bravo con la legimanzia e penso che le tue conoscenze possano aiutare quella ragazza a non impazzire- disse, guardandolo.

-Mi stai chiedendo di insegnarle a dominare la sua dote?- chiese Severus, guardandola inespressivo. -Sai benissimo che non parlo con i morti-

Minerva annuì. -Lo so perfettamente ma so anche che ne eri attratto quando ti trovavi ancora a scuola. Dalle una mano, Severus, ti chiedo solo questo-

-Vedrò cosa posso fare- esclamò l'uomo. -Le hai dato qualcosa? Ho notato che non ha più le occhiaie-

-Una pozione di Madama Chips, se l'è fatta fare da una pozionista che conosce al San Mungo. Ma non può andare avanti per molto, ha bisogno di imparare a dominarsi e ad accettare tutta questa situazione-

Severus annuì alle sue parole e si portò una mano al mento, pensieroso. Minerva lo guardò per qualche secondo in silenzio prima di invitarlo ad esternare i suoi dubbi.

-Mi chiedo se non sia una coincidenza il fatto che Sibilla abbia avuto una visione sulla signorina Black e giusto due giorni dopo la sua amica viene da te a chiedere aiuto- disse Severus.

-Stavo giusto pensando la stessa cosa prima che entrassi- disse Minerva, sconsolata.

-Il problema è che ci fissiamo tutti su quel Potter senza pensare agli altri studenti- disse Severus con tono seccato.

Minerva fece per controbattere ma ci pensò su. Effettivamente dei suoi studenti di Grifondoro del quarto anno non sapeva nulla, si era sempre preoccupata del Bambino che era sopravvissuto, senza mai badare a cosa accadeva agli altri.

-Sapevi anche tu che quando non appena avrebbe messo piede per la prima volta a Hogwarts, tutte le attenzioni sarebbero state per lui- borbottò la donna, irritata più con sé stessa che con lui.

Severus se ne accorse e fece un mezzo sorriso trionfante. -Adesso guardaci, non sappiamo cosa fare con Sibilla, che ha avuto una visione e con la signorina Brown. Che poi detto tra noi, non credevo che Sibilla avesse visioni, pensavo se lo inventasse per avere un lavoro-

-Posso solo dirti che hai ragione- sibilò Minerva. -Tu cosa ne pensi?-

Severus scrollò le spalle e accavallò le gambe. -Non so, la signorina Black non è come Potter, ci sta che non le abbiamo mai dato importanza-

-È una delle migliori studentesse del suo anno, questo lo devi calcolare Severus- rispose Minerva, guardandolo torva. -A parte quell'episodio al primo anno e la rissa di qualche giorno fa, Alyssa Sophie Black non ci ha mai dato alcun problema. Persino quando suo padre è fuggito da Azkaban lei non ha fatto una piega- 

-Si... Certo- borbottò Severus, guardandola inespressivo. -Con questo discorso sulle doti della Black, cosa vuoi dirmi?-

-Voglio dirti che in fondo non è colpa nostra se ci siamo preoccupati più di Harry che di Alyssa. Tutto qui-

-Ma ciò non toglie che il problema rimane, la visione e la questione della Brown sono legati a lei- disse, sbuffando. -Silente cosa ne pensa?-

-Dice di aspettare e vedere come si evolverà la situazione- esclamò Minerva.

I due stettero in silenzio per un tempo che a Minerva parve indefinito, non poteva infatti non pensare che la visione e il ragazzo dei sogni di Lavanda fossero collegati ad un Black in particolare. Severus dovette accorgersene, perché la guardò in un modo che mai aveva fatto prima. 

-Se stai pensando a lui, non credo che c'entri qualcosa- disse irritato.

-Non puoi negarlo- rispose lei. -So quanto eri suo amico ma non credo che sia da escludere-

Severus spostò lo sguardo sui quadri appesi al muro e Minerva si chiese cosa mai stesse pensando l'uomo.

-Hai presente gli internati?- chiese Severus, continuando a fissare i quadri.

Minerva lo guardò sorpresa, non pensando che Severus potesse scegliere di cambiare discorso. Annuì e lo invitò a continuare.

-Voglio proporre il nome di Alyssa Black per l'internato al San Mungo- disse, spostando finalmente gli occhi sulla donna.

-Per quanto sia un'ottima studentessa, Severus, Alyssa Black non ha l'età per fare l'internato. Lo sai bene che li proponiamo agli studenti del settimo anno e lei è al quarto, ma questo non dovrei dirtelo io- disse Minerva. -E poi non pensavo che volessi darle tutte queste possibilità visto di chi è figlia- 

Severus arricciò le labbra irritato, sapeva bene che Minerva aveva ragione di pensare ciò. Aveva sempre portato rancore nei confronti dei Grifondoro e in special modo in quelli di Potter, e così doveva essere anche per Alyssa. Ma quando l'aveva vista giocare a Quidditch per la prima volta, con la scopa da corsa di Regulus, si era ricordato che quella ragazzina era anche la nipote di uno dei suoi più cari amici.

-So riconoscere un talento e lei lo è- disse con tono inespressivo. -Sai benissimo che merita una possibilità del genere più di altri-

-Su questo te ne do atto ma non è il momento- rispose Minerva, stando bene attenta a non sorridere.

-Te lo dico ora perché non vorrei che opportunità del genere vengano date a gente come Potter- disse sprezzante.

-Sarà un'opportunità che verrà data a chi se lo merita, puoi stare tranquillo Severus- rispose Minerva con sicurezza.

***

La scuola era iniziata da pochi giorni e gli studenti del quarto anno erano di nuovo messi a dura prova dai compiti e dalle lezioni. Dal canto suo non era un gran problema come per gli altri, studiare non le dispiaceva affatto e trovava piacevole tradurre le rune o imparare i passaggi di una nuova pozione. Nonostante fossero tutti sotto pressione, Alyssa Sophie Black era maledettamente felice. Dopo il ballo del Ceppo lei e Theodore avevano parlato e la conclusione fu una sola, diventare una coppia a tutti gli effetti. 

Era quindi tutto nuovo per lei, non aveva mai pensato realmente a come sarebbe stato avere un ragazzo e ora che stava vivendo tutto ciò, era davvero in pace. Durante quei mesi si era chiesta mille e più volte se Theodore ricambiasse i suoi sentimenti e la sera del ballo, i dubbi si  dissolsero nel momento esatto in cui le loro labbra erano diventate una cosa sola. I suoi amici la prendevano ancora in giro ogni volta che incontravano Theodore per i corridoi e oramai ci aveva fatto il tarlo, potevano guardarla tutti ma alla fine era felice ed era questo ciò che contava. 

-Vermente stai studiando Storia della Magia?- chiese la voce accanto a lei.

Alyssa alzò lo sguardo dal suo libro, trovando Lavanda guardarla scettica.

-Perché non dovrei?- chiese Alyssa, guardandola con fare interrogativo.

-Rüf è morto, mica se ne rende conto se le sai o meno le cose- rispose l'amica, continuando a fissarla.

-E cosa dovrei fare? Ho già finito tutte le altre materie, mi annoio terribilmente- rispose mentre abbassava di nuovo gli occhi sul libro.

-Devo parlare con il Cappello Parlante, ha decisamente sbagliato con te- ribatté l'amica.

Alyssa sbuffò e le passò il suo tema di Trasfigurazione per farla copiare mentre lei tornava a studiare Storia della Magia. Lavanda non era la prima a farle quella battuta, prima di lei anche i gemelli avevano affermato più volte ciò e in parte iniziava quasi a pensarlo. D'altronde la sua defunta madre era una Corvonero e un minimo aveva dovuto riprendere da lei.

-Alyssa?- la richiamò Lavanda.

Alyssa sbuffò nuovamente e rialzò gli occhi verso l'amica.

-Ovviamente scherzo- le disse sorridendo.

Alyssa fece un mezzo sorriso e tornò al paragrafo sulle rivolte dei Troll nel 1700. Era vero, si annoiava da morire ma era altrettanto vero che negli ultimi tempi stava pensando di non chiudersi ulteriori sbocchi lavorativi ma non voleva esternare questo suo pensiero ad altri. Sapeva che tutti la prendevano per pazza quando diceva di star già pensando al lavoro da fare dopo Hogwarts.

-Alyssa?- la richiamò nuovamente Lavanda.

-Si può sapere cosa c'è ora?!- sbottò Alyssa ad alta voce.

-Silenzio, Black!- esclamò Madama Pince dalla sua postazione, guardandola male.

Alyssa fece un cenno di scuse mentre Lavanda ridacchiava piano. Quando si accorse di avere ancora gli occhi di Alyssa puntati addosso, Lavanda indicò la porta con un gesto del capo. Alyssa spostò subito lo sguardo nel punto indicatole e si ritrovò a sorridere, quando vide Theodore guardarla. Si alzò velocemente, stando attenta a non dar fastidio agli altri studenti e uscì con altrettanta velocità da lì. Non appena gli fu davanti, i due si guardarono per qualche secondo prima che Theodore si avvicinasse a lei per cingerle la vita, attirandola a sé.

-Ciao, Black- esclamò il ragazzo, a pochi centimetri dal suo viso.

-Nott- rispose lei con un sorriso di scherno.

Theodore le sorrise e posò delicatamente le labbra su quelle della ragazza, chiudendole in un bacio.

-Lontano dalla porta!- esclamò Madama Pince.

I due ragazzi aprirono gli occhi, trovandosi gli occhi di tutti i presenti in biblioteca addosso. Theodore alzò gli occhi al cielo mentre Alyssa ridacchiò piano per poi borbottare alcune scuse. Si spostarono da lì, andando a sistemarsi tra la porta della biblioteca e quella della Sala dei Trofei. Attorno a loro gruppi di studenti erano intenti a chiacchierare della seconda prova che ci sarebbe stata ma a loro non importava. Alyssa si appoggiò con la schiena al muro mentre Theodore rimase davanti a lei, posando la mano alla parete e facendo si che i loro volti si trovassero a pochi centimetri di distanza. Alcune studentesse del primo anno si fermarono a guardarli e Alyssa ridacchiò quando se ne accorse.

-Stiamo dando spettacolo- esclamò la ragazza, mantenendo lo sguardo sul ragazzo.

-Ti importa davvero?- chiese il ragazzo, ghignando. 

Alyssa ridacchiò. -Chi sei tu e cosa ne hai fatto del ragazzino timido?-

-È cresciuto mia bella- rispose sorridendo. -E mi pare che anche tu non scivoli più sui corrimano-

Alyssa gli fece la linguaccia e Theodore ridacchiò prima di avvicinarsi per darle un altro bacio. Alyssa provava sempre la stessa sensazione, il cuore le batteva all'impazzata e in quei secondi che erano la durata del bacio era come se non sentisse più nulla al di fuori dei loro battiti cardiaci. Quando il ragazzo si allontanò da lei si sentì quasi mancare di qualcosa, tuttavia tornò in sé e lo guardò negli occhi.

-Come mai mi hai cercata?- chiese, guardandolo. 

Theodore le sorrise dolcemente e appoggiò la schiena al muro accanto a lei, continuando a tenere lo sguardo fisso sul viso della ragazza.

-Volevo salvarti da un pomeriggio a studiare storia della magia- rispose con tranquillità. -E chiederti se ti va di andare a Hogsmeade il prossimo sabato-

-Per prima cosa a me Storia della Magia piace- esclamò fulminandolo con lo sguardo -E per seconda cosa non posso-

-Come mai?- chiese, ignorando il dispiacere che stava nascendo in lui.

-Abbiamo chiesto di fare un'amichevole di Quidditch, sabato ci saranno gli allenamenti di Hogwarts e voglio vederli-

-Ah, non lo sapevo- rispose il ragazzo, sorpreso. 

-Beh è stata una richiesta che abbiamo fatto qualche giorno prima della prova- gli spiegò la ragazza. -Doveva essere tra noi ma Silente ha pensato bene di chiederlo anche alle scuole estere, pensa che il Quidditch sia un ottimo espediente per fare amicizia perciò sarà una partita Hogwarts contro Durmstrang e Beauxbatons- continuò. -A breve faranno la formazione di Hogwarts-

-Quindi non è detto che entri nella squadra- le fece presente. -Meglio così, Montague è molto più bravo di te come cacciatore-

Alyssa gli lanciò un'occhiataccia, Theodore rise alla sua espressione e alzò le mani a mo' di scuse. Il ragazzo la guardò mentre lei teneva lo sguardo fisso sulla porta della biblioteca, dove Lavanda l'attendeva con la sua roba tra le mani.

-Ti va di accompagnarmi in Sala Comune?- chiese Alyssa, voltandosi verso di lui.

Theodore annuì e i due si avvicinarono a Lavanda, che ormai si era abituata ad avere il ragazzo intorno. La Brown fece per dare la tracolla alla sua amica ma Theodore fu più veloce e l'afferrò prima che Alyssa potesse allungare le mani. Il ragazzo fece lo stesso con la borsa di Lavanda e i tre s'incamminarono verso le scalinate principali.

-Credevo di non essere degna di tanta gentilezza, Nott- esclamò Lavanda, indicando la propria borsa.

-La prima regola di un Purosangue è essere un gentiluomo, Brown- rispose, Theodore.

-Credevo fosse odiare i Mezzosangue e i Nati Babbani- gli fece presente Lavanda.

Alyssa alzò gli occhi al cielo all'esclamazione dell'amica ma non disse nulla, ormai abituata a quel genere di frecciatine. 

-Giusta osservazione, Brown- rispose Theodore, fingendo dispiacere. -Essere gentiluomini è la seconda regola, perdonami per questo sbaglio-

-Siete assurdi voi due- disse Alyssa guardandoli. 

Lavanda e Theodore ridacchiarono, facendola sorridere. Una sua insana paura era che la sua migliore amica e il suo ragazzo non andassero d'accordo, forse era davvero così ma nessuno dei due voleva farle pesare la questione. Era un quieto vivere piacevole, per lei. 

-Branimir sarà uno dei cacciatori della squadra estera, lo sapevi?- chiese Lavanda, guardandola.

-No non lo sapevo, Krum giocherà?- chiese Alyssa.

-No, loro hanno fatto a sorte, visto che devono giocare insieme. È uscito un ragazzo di Beauxbatons, un certo Jean Marc- spiegò Lavanda, guardando l'amica. -Le persone sono più fomentate per questa partita che per il torneo Tremaghi. Pensi che sarai scelta?-

-Effettivamente trovo più interessante una partita di Quidditch che uno spettacolo dedicato a Potter- s'intromise Theodore, con una smorfia.

-Senti un po', Nott, ma cosa vi ha fatto Potter da odiarlo così tanto?- chiese Lavanda, curiosa. -Sul serio non comprendo questo odio-

-Tanto per cominciare, la madre è una Nata Babbana- rispose Theodore. -Dopodiché dovete ammettere che fa di tutto per stare al centro dell'attenzione-

-Odio quando fai il razzista, Theo- esclamò Alyssa, guardandolo tralice.

Theodore alzò gli occhi al cielo ma non rispose, sapendo bene come la pensasse la sua ragazza. Si fermarono a una rampa di scale di distanza dal quadro della Signora Grassa e Theodore ridiede le borse alle due ragazze.

-Comunque non scegliere Alyssa come cacciatrice sarebbe uno sbaglio enorme- disse Theodore, guardando Alyssa.

-Ammetti quindi che la squadra di Grifondoro è più forte di quella di Serpeverde- disse Lavanda, ghignando.

Theodore scoppiò a ridere e scosse il capo con fermezza. -Questo mai-.

***

Qualche giorno passò da quel pomeriggio e della formazione di Hogwarts non si seppe nulla, solo il battitore di Serpeverde blaterava in giro che sarebbe stato lui il capitano della squadra. Lei non se ne era preoccupata molto, anche se moriva dalla voglia di rivedere una partita di Quidditch. 

Aveva passato i pomeriggi in Sala Comune a studiare fino all'ultimo paragrafo di Storia della Magia per rimettersi in pari con i programmi precedenti. Da quando era andata in Irlanda e aveva visitato i luoghi d'importanza storica per i maghi, si era scoperta interessata alla storia dei loro antenati e di cosa fosse successo per portarli a nascondersi dai babbani. Non aveva mai seguito le idee dei suoi nonni e degli altri purosangue, soprattutto da quando abitava nella Torre di Grifondoro, in mezzo a Nati Babbani e a Mezzosangue. Nessuno di loro era cattivo o poteva nuocere la comunità magica a suo parere, suo nonno aveva sempre pensato in modo diverso da lei anche se non l'aveva mai costretta a non frequentarli o a odiarli. Sicuramente il passato di Orion era stato complice in quella scelta ma lei si era sempre ben guardata dal chiedergli qualcosa.

Anche quel pomeriggio si era ritrovata a studiare in Sala Comune e quando chiuse il libro davanti a sé, la sua attenzione venne attirata da Colin Canon, il quale era appena rientrato in Sala Comune e la stava guardando.

-Dimmi, Colin- esclamò la ragazza guardandolo. 

Colin si decise ad avvicinarsi a lei -Alyssa, Silente ti vuole nel tuo ufficio il prima possibile. Ecco, tieni- disse, porgendole una busta sigillata con un incantesimo.

La ragazza afferrò la busta senza esitazioni e l'aprì, curiosa di sapere cosa mai volesse Silente da lei.

Signorina Alyssa Sophie Black, 
È caldamente invitata nel mio ufficio per discutere di una questione di vitale importanza. La parola d'ordine è Gelato al limone.

Albus Percival Wulfric Brian Silente

-Cosa pensi che sia?- chiese Lavanda, che aveva sbirciato il contenuto del messaggio.

-Non ne ho idea- rispose Alyssa, mentre ripiegava il biglietto per metterlo in tasca.

Uscì dalla Sala Comune con calma, anche se era preoccupata per ciò che il preside voleva dirle e si diresse verso l'ufficio di quest'ultimo. Da quando suo padre era tornato aveva sempre il timore che qualcuno potesse scoprirlo in casa loro e rimandarlo ad Azkaban. Certo suo nonno era stato bravo a non far capire nulla a nessuno, aveva invitato i più altolocati purosangue e nemmeno uno si era accorto che quel cane che ringhiava ad ogni persona fosse in realtà un uomo.

Camminava per il corridoio stando attenta a non calpestare le tende che Peeves aveva fatto cadere. Un po' perché non voleva rovinarle e un po' perché poco lontano da lei, Gazza stava urlando contro un povero ragazzo del primo anno, colpevole di aver messo il piede sulle tende appena pulite. Si rese conto, che non entrava nell'ufficio del preside da quando le aveva dato la notizia della morte di sua nonna e un brutto presentimento le balenò nella testa. Conficcò le unghie nel palmo della mano e rimasero in quella posizione fino a che non arrivò finalmente davanti l'entrata dell'ufficio di Silente. Il pensiero di perdere un altro membro della sua famiglia la portò a pensare di voltarsi e tornare in Sala Comune. Ma non fece nulla di tutto ciò, guardò la maestosa aquila in pietra e pronunciò la parola d'ordine con sicurezza. 

Salì le scale a chiocciola con calma, come a voler prendere tempo prima di entrare nella stanza. Più andava avanti e più sentiva il vociare all'interno dell'ufficio, riconobbe subito la voce di Silente e quella della professoressa McGranitt e le tornò in mente la donna che l'accompagnava davanti all'entrata quando sua nonna era morta. Si fermò e fece un respiro profondo prima di bussare. Non appena le diedero il permesso, entrò con passo sicuro, sorprendendosi non poco di avere di fronte non solo il preside e la professoressa ma anche Ludo Bagman e Barty Crouch.

-Buonasera- disse, guardando i presenti.

Silente le sorrise gentilmente e le fece segno di avvicinarsi a loro. -Buonasera, Alyssa Sophie-

Alyssa si avvicinò a loro mentre Ludo Bagman sorrideva elettrizzato e il signor Crouch la guardava diffidente. Alyssa comprese subito che nulla di tutto ciò che aveva pensato nel tragitto tra la torre di Grifondoro e l'ufficio del preside fosse accaduto, non erano state altro che preoccupazioni inutili. Si permise di sorridere rincuorata, prima di tornare seria e guardare chi aveva di fronte.

-Mi voleva parlare, signor preside?- chiese, guardando il diretto interessato e ignorando le occhiatacce che le mandava il signor Crouch.

Silente annuì e le sorrise nuovamente. -Esattamente, Alyssa. Come ben sai la prossima settimana si terrà l'amichevole di Quidditch, un evento che non si è mai svolto durante i vari tornei Tremaghi che ci sono stati nel corso della storia e abbiamo pensato di dare a te l'onore di esserne il Capitano- disse, guardandola. 

Alyssa sgranò gli occhi e li guardò sorpresa, la McGranitt sorrideva orgogliosa mentre Crouch digrignava i denti, visibilmente contrariato dalla pensata di Silente.

-Credo che Harry sia il più indicato per questo compito- disse, incerta.

-Essere il capitano comporta tempo e lui ha bisogno di prepararsi per la seconda prova- disse la professoressa McGranitt. -Accetta questo compito?-

-Spero di no, la figlia di un assassino che fa da capitano alla squadra di Hogwarts- sussurrò Crouch all'orecchio di Bagman.

Quella frase fece voltare Alyssa di scatto verso i due uomini, che non si erano accorti di aver parlato ad alta voce. Strinse le dita attorno alla bacchetta per poi girarsi nuovamente verso il preside, con un sorriso di sfida.

-Accetto, preside- disse con fermezza.

-Perfetto, non vedo l'ora di vedere la nostra formazione- disse Silente, gioioso. -Ovviamente, sarai tu a scegliere la tua squadra-

Silente e la McGranitt sorrisero vittoriosi, poi quest'ultima tornò seria mentre si avvicinava alla ragazza.

-Alyssa, so bene che fai parte della squadra di Quidditch di Grifondoro e ti ricordo che questa sarà una partita dove rappresenterete tutta la scuola. Voglio che tu scelga tra tutte le squadre della scuola, mi sono spiegata?-

-Stia tranquilla, professoressa, ho già dei nomi che possono fare al caso nostro- rispose la ragazza guardandoli.

ANGOLO DELL'AUTRICE

Eccoci qui, ci ho messo tanto ma finalmente è arrivato. Questo è più un capitolo di passaggio, la parte realmente interessante è la prima, ossia la chiacchierata tra Minerva e Severus. Tenete bene a mente quella conversazione, tornerà utile. Vorrei puntualizzare alcune questioni ora, so che molti di voi hanno storto il naso davanti al flirt nato tra Lavanda e Draco. Per prima cosa, in questa storia potete tranquillamente prendere e cestinare il carattere dato a Lavanda dalla Rowling e considerare suddetto personaggio come uno totalmente diverso. Seconda base voglio ricordare che sono dei ragazzini di quattordici anni e che, come è ovvio che sia, non è detto rimangano insieme (che tra l'altro non sono neanche una coppia ad ora) come non è detto che Alyssa e Theodore rimangano insieme felici e contenti. Non tollero il fatto nella sezione commenti si attacchi qualcuno perché non ha il vostro pensiero, deve essere una sezione di dibattito ma non un luogo fatto di attacchi che non hanno alcun senso. Essendo una fan fiction potrei anche far mettere insieme Ron con Harry o Hermione con Tiger per quel che riguarda. 
Ognuno nei commenti ha il sacrosanto diritto di dire la sua.
Detto ciò vi avviso che questo potrebbe essere l'ultimo capitolo dell'estate, il lavoro mi sta prosciugando tutte le forze e nel giorno di riposo approfitto per vedere gli amici e per, appunto, riposarmi. Ciò non toglie che se riesco a scrivere e a finire un capitolo, ovviamente lo pubblicherò.
Altra cosa, non serve che mi scriviate "aggiorna presto", il mio tempo è sempre quello. Piuttosto datemi un commento su ciò che avete letto, cosa vi è piaciuto e cosa non vi è piaciuto.

Concludo col ringraziarvi di cuore. 
Lo spettro di una vita ha raggiunto 11.9k di letture e ben 734 voti, grazie davvero.

Al prossimo capitolo,

_L_Black_

 
 
  
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