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Autore: FireAndBlood09    24/07/2020    0 recensioni
[Alycia Debnam Carey/ Claire Holt]
Iniziò tutto così, un pò per gioco, un pò perchè forse era scritto da qualche parte, in qualche grande libro che non ci era dato leggere. Inciampammo per caso l'una nella vita dell'altra.
Quando il destino scelse di farci incontrare, non fu un caso.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Altri
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Non è mai facile tornare da un viaggio. 
Non è mai facile ricominciare. 
Soprattutto dopo aver passato una bellissima estate. L'unica cosa positiva era che avrei rivisto i miei amici. 
Mancavano tre giorni all'inizio delle lezioni. 
Avrei frequentato il mio ultimo anno al liceo. 
Studiavo alla Venice High School e da brava figlia di papà avevo buoni voti. 

Non appena tornai a casa disfeci la valigia e mi precipitai sotto la doccia. 
Pensai di voler andare a fare un giro per la città quella sera stessa e per questo chiamai i miei migliori amici, Julie e Carter.
Julie era a letto malata, sperando di riprendersi in fretta dato che da lí a qualche giorno sarebbe ricominciata la scuola, Carter invece, come suo solito, si era ridotto all'ultimo per studiare e quindi non poteva uscire. 
Io però non avevo intenzione di rimanere a casa, quindi decisi di uscire lo stesso per una breve passeggiata e dopo sarei tornata a casa. 
Indossai una semplice t-shirt nera e dei blue jeans. 
Feci un giro per la piazza, osservando le persone che compravano ai mercatini, altri artisti di strada che suonavano e cantavano in cambio di qualche dollaro. 
Mi fermai ad ascoltare un ragazzo che suonava il violino, dai suoi abiti non poteva dirsi che se la cavasse molto bene ma aveva un grandissimo talento, ero incantata dalla melodia del suo strumento e dalla passione che ci metteva lui nel suonarlo. 
Mi ricordò me da piccola, quanto volevo imparare a suonare il piano e i miei genitori mi accontentarono, purtroppo la mia codardia non mi permise di intraprendere la strada del virtuosismo, così pensai che dopo la scuola sarei andata al college e mi sarei laureata in fisica. 
Anche se studiare fisica non era proprio da codardi, ero pronta a vedermi allo specchio con tutti i capelli bianchi. 
Mi distolsi infine dai miei pensieri e lasciai $10 al ragazzo, di certo servivano più a lui che a me. 
Continuai a camminare ancora senza una meta ma venni colta da un improvviso senso di fame e decisi di fermarmi a un piccolo pub a pochi metri dal centro della piazza. 
Mi sedetti all'angolo del locale, lontano dalle coppiette che "infestavano" l'ambiente. 
Poi all'improvviso alzai lo sguardo e notai due occhi azzurri che si posavano su di me. 
<< Hey scusa se ti disturbo... Non è che potrei sedermi qui? È tutto occupato da coppie >>
<< Certo accomodati pure >> dissi semplicemente ma poi m'incantai. 
Mai avevo visto una donna più bella.
Aveva i capelli biondi,leggermente mossi.
Gli occhi di un azzurro più splendente del cielo d'estate, delle striature poi si disegnavano irregolari all'interno delle sue iridi.
Le labbra piene sembravano dei petali di una rosa rossa durante la primavera. 
<< C'è qualcosa che non và? Se ti infastidisce la mia presenza posso andar via, non voglio disturbarti, nel modo più assoluto >>
<< No, assolutamente resta, ti prego >> abbozzai un sorriso. 
Ecco. La prima figura di merda era stata fatta. 
Ma chiunque avrebbe potuto capirmi, era come se... Ecco, come fossi nel deserto e dopo giorni e giorni di cammino estenuante senza bere un goccio d'acqua e allo stremo delle forze, apparisse un genio della lampada a chiedermi tre desideri. 
Un paragone alquanto esagerato? Per nulla. 
Era come se mi trovassi davanti alla dea Venere in persona e no, non stavo esagerando. 
Potrei sembrare una persona ripetitiva, ma... Niente, sarebbe successo lo stesso a tutti. 
<< E... Comunque scusami, sono stata così scortese, presentarmi qui senza se e senza ma, senza dirti nemmeno come mi chiamo >>
" Venere dea dell'amore" non era un nome appropriato a una simil bellezza no? Eh beh... Contro ogni mia aspettativa.
 Non era Venere il suo nome!
<< Mi chiamo Samantha Jane, ma chiamami Sam >> mi sorrise, mostrando le fossette che le si disegnavano sulle guance 
<< Oh si... Si certo, piacere di conoscerti >>
Panico. Un turbinio di emozioni si stava scatenando dentro di me. 
<< Posso sapere anche il tuo nome o è cosa vietata? >> scoppiò a ridere
<< No certo che posso dirti il mio nome. Mi chiamo Alexandra, puoi chiamarmi Alex >>
<< Ti chiamerò Lex >>
" Insomma chiamami come ti pare" .
<< Come vuoi >> arrossí
Ma che mi stava succedendo? 
Mi stavo rendendo così ridicola... 
Okay smettila Alex... Fai la persona seria. 
Respira. 
<< Che mi dici allora? Cosa ordinerai? >> mi chiese sorridente 
Mi era passata la fame, ma non potevo fare la figura dell'idiota. Era come andare in un ospedale e dire all'infermire "No mi scusi stavo dando solo un'occhiata ".
<< Penso prenderò un hamburger semplice, non ho voglia di cose troppo elaborate e tu? >>
<< In realtà non ne ho la più pallida idea, credo che daro un'occhiata al menù >>
Annuì e poi presi a girarmi i pollici nervosamente. 
<< È la prima volta per me qui, non sono mai stata a Venice Beach prima d'ora. Sono arrivata solo qualche settimana fa e mi sto ancora ambientando... Tu? Sei nata qui? >>
Come se non me l'aspettassi...
Non puoi essere americana se sei greca, risiedente sul monte Olimpo... 
Tutti quei pensieri erano semplicemente perché volevo smorzare il nervosismo, perché con la tachicardia che avevo in quel momento sarebbe stato capace di sentirmi anche un non udente. 
<< Io sono nata e cresciuta qui. Tu da dove vieni ? >>
<< Io sono di San Francisco, ma la vita di città non faceva per me e quindi... Eccomi qui >>
<< Sei qui per studio o lavoro?  >>
<< Lavoro. Mi sono laureata a Princeton in lingua e letteratura e la prossima settimana inizierò ad insegnare a liceo >>
<< Oh... Capisco >>
Quanti anni avrà? Sembrava così giovane... O magari lo sembrava ma in realtà non lo era? 
<< Permettimi la domanda... So che non si chiede mai l'età ad una donna ma...  >>
<< Stai tranquilla. Comunque ho 27 anni >>
Ha ventisette anni e già insegna... Dove sarò io a ventisette anni? Probabilmente in un manicomio con una camicia di forza. 
<< E tu invece? Quanti anni hai? >>
<< Ho ventiquattro anni, vado all'MIT>>
Perché mentire sulla mia età? Non mi accorsi in tempo, quelle parole erano già uscite dalla mia bocca. In realtà ero una diciottenne frequentate l'ultimo anno di liceo. 
<< Oh... Davvero? Ti facevo più piccola, sarà che sono io che vedo la mia età che avanza >>scoppiò a ridere fragorosamente 
<< Ah si... Magari fossi più piccola, gli anni passano in fretta >> mi sforzai di sorridere
Venimmo interrotte,fortunatamente dal cameriere che prese le ordinazioni. 
<< Tornando a noi... Cosa studi alla MIT? >>
<< Fisica >> risposi semplicemente 
<< Complimenti, è lodevole, una facoltà bellissima, di certo farai carriera,mi sembri una ragazza molto sveglia >>
Se mi sono bastati un paio d'occhi a mandarmi in tilt... Non direi proprio. 
<< E tu invece? Come mai hai scelto la strada della letteratura? >> chiesi incontrando i suoi occhi azzurri. 
<< Beh perché ne sono sempre stata appassionata e poi insegna a vedere nelle differenze etniche e culturali, la ricchezza del patrimonio umano. Grazie ai libri possiamo sviluppare la capacità di assumere le posizioni di gente molto diversa da noi >>
Oh beh... Già da come parla si capisce che ha studiato. 
Aveva un modo di parlare davvero unico, nonostante il fatto che la letteratura non fosse di certo la mia materia preferita, era capace di appassionare le persone ai suoi discorsi, ed avevo sentito ben poco da lei. 
<< Sei capace di catturare la mia attenzione, nonostante la letteratura non sia la mia materia preferita... Da qui si capisce la passione che hai e il fatto che tu sia un'insegnante ne verrà a tuo favore, magari avessi avuto professori così >>
<< Che genere di insegnanti hai avuto? >>
<< Persone noiose >>
Lei alzò un sopracciglio rivolgendomi un sorriso sornione. 
<< Beh penso che la cattiva sorte ha toccato tutti... >> fece spallucce
<< Chi avrà te insomma... >>
<< Dicono che noi professori giovani siamo i peggiori di tutti >>
<< Posso dissentire? >>
Lei scoppiò a ridere. 
<< Si ma non mi hai risposto >>
<< E sono obbligata a farlo? >>
<< Dovresti dare il buon esempio >>
Lei mi rivolse un sorriso sghembo. 
<< E se non volessi darlo? >>
<< Allora ho paura che la tua carriera durerà poco >> scossi il capo ridendo 
<< Hai uno spiccato senso dell'umorismo >>
<< Beh insomma... Sono conosciuta per la mia antipatia, non simpatia, però se per te è così ne sono felice >>
<< Qualcuno riesce a capire davvero ciò che c'è dentro di te? Penso che si è una persona diversa per ogni individuo che incontri nella tua vita >>
Continuai ad ascoltarla. 
<< Insomma se ci pensi... Ogni persona è capace di tirar fuori un certo lato del tuo carattere. Se tu incontrassi tutte le persone sulla faccia della Terra, saresti sette miliardi di persone diverse >>
<< Quindi sarei bipolare? >>
<< Solo tante sfumature di te >>
<< Che discorsi profondi >> alzai le sopracciglia 
<< E non hai ancora visto niente >> mi fece l'occhiolino 
Divenni seria per un attimo
<< Qualcosa non và? >> mi chiese vedendo il mio sorriso affievolirsi 
<< Assolutamente nulla è che... Mi trovo qui a parlare con te, non avendoti mai incontrata prima d'ora eppure... È così facile parlare con te >> dissi incontrando i suoi occhi 
<< Beh abbiamo caratteri affini e poi è molto più facile parlare con uno sconosciuto, o almeno così è per me, nessuno ti giudica, ti guarda negli occhi e... >>si fermò e cominciò a guardarsi le sue mani, che erano soffiate sul tavolo << è come se ti conoscessi da sempre >>
<< Che nome daresti a questa sensazione? >>
<< Destino >>
Dopodiché mi offrí la mano e io gliela presi senza pensarci un attimo, lasciò $20 sul tavolo, anche se non avevo consumato niente ed uscimmo fuori dal locale. 
Proseguimmo nel nostro cammino senza scambiarci nemmeno una parola e andammo sugli scogli, in riva al mare. 
<< Volevo un posto dove parlarti senza nessuno intorno, mi piacerebbe conoscerti meglio >>
<< E non esiste posto migliore della spiaggia più affollata di Venice Beach >> scoppiai a ridere
<< Prima o poi imparerò... Fino ad allora... Ti tocca accontentarti della mia ignoranza >>
Mi girai verso di lei e sorrisi. 
<< Mi abituerei a qualunque cosa >>
<< Sicura? >> rise
Le accarezzati il braccio senza dire nulla poi le stampai un bacio sulle labbra, senza se e senza ma, non sapevo nemmeno perche l'avessi fatto. 
Lei rimase immobile e dopo si morse lievemente il labbro e mi rivolse uno sguardo interrogativo. 
<< Mi dispiace... >>
<< Non c'è bisogno che tu dica niente >> strinse più forte la mia mano nella sua
<< No sul serio... Non so cosa mi sia preso >>
<< Per quanto mi piaccia il suono della tua voce e parlare con te... Al momento è l'ultima cosa che voglio sentire >>
<< Che? >> non capivo cosa intendesse 
Incontrò i miei occhi e poggiò delicatamente le sue labbra sulle mie. 
All'improvviso il mondo intorno a noi smise di girare così veloce e tutto divenne sfocato come se non esistessero più le palme, la sabbia e l'infinità del cielo e del mare. 
Ogni cosa. 
Era come se fossi in un'altra dimensione. 
Non riuscivo nemmeno a pensare lucidamente, che cosa avrebbe voluto dire? 
Cosa sarebbe stata lei per me? 
La conoscevo solo da qualche ora ma era come se fosse stata nella mia vita da sempre. 
Mi fermai a pensare e mi feci cosí tante domande, da non trovare una sola risposta...
 Ma se tutte le domande non fossero state formulate per ricevere una risposta?
Era tutto ignoto. 
Un salto nel vuoto che non avrei mai esitato a compiere. 
Perché le sue labbra avevano un sapore così dolce, come se fossero state sempre mie, le sue mani così delicate, come avessero già sfiorato il mio corpo e il mio cuore come avesse preso a battere solo in quegli attimi, lo potevo sentire come se mi fosse uscito fuori dal petto. 
Era stato tutto cosi semplice... 
Come se l'avessi trovata seguendo un filo rosso, in questo labirinto che chiamiamo vita...Avevo trovato il mio destino e lo stavo stringendo tra le mie braccia in quegli istanti che sapevano di minuti, ore e decenni. 

Iniziò tutto così, un pò per gioco, un pò perchè forse era scritto da qualche parte, in qualche grande libro che non ci era dato leggere. 
Inciampammo per caso l'una nella vita dell'altra. 
Quando il destino scelse di farci incontrare, non fu un caso e questo incontro avvenne, come per magia.



Salve a tutti ragazzi ! Rieccomi per una nuova fic.
E' un pairing abbastanza insolito ma...Insomma, nella vita bisogna sperimentare, ho ragione?
Inoltre prometto solennemente di farvi innamorare di loro.
Ringrazio in anticipo tutti coloro i quali vorranno lasciare un commento,positivo o negativo che sia, sono qui per crescere come autrice.
Detto ciò, vi mando un grosso bacio. A presto :D
   
 
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