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Autore: Bloodred Ridin Hood    25/07/2020    1 recensioni
Jin sconfigge Kazuya e impara ad avere pieno controllo del Devil.
A questo punto deve prendere delle decisioni.
[Ho immaginato un possibile scenario post Tekken 8(?) che non è ancora uscito] [Perché noi invecchiamo, ma questi personaggi hanno perpetuamente 21 anni e non è mica giusto!] [Squarci di vita quotidiana sullo sfondo di un ambiente professionale]
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Jin Kazama, Lars Alexandersson
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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7
Simpatia

 

Lars esce dal suo ufficio e si chiude la porta alle spalle, godendosi i primi secondi di pausa pranzo.
Il carico di lavoro degli ultimi giorni per trovare un piano di salvataggio della Tekken Force è stato insormontabile. Lunghe sessioni di lavoro straordinario, ore di sonno sacrificate e lo stress di un trasferimento nella tanto a lungo cercata casa con un quadrato di terra coltivabile stanno iniziando a chiedere il conto.
In ascensore Lars chiude gli occhi e si massaggia le tempie con due dita, cercando di alleviare il pungente mal di testa.
Arriva al pian terreno e si dirige verso la sala ristoro sul retro. Ultimamente si è preso l’abitudine di lavorare un po’ oltre l’orario della pausa consona, per poi potersi godere una maggiore tranquillità durante il pranzo. Quando raggiunge il banco della gastronomia ci sono poche persone prima di lui, non ci vorrà più di cinque minuti.
Si mette in fila dietro ad una donna intenta a scrivere sul suo smartphone con un mini-peluche appeso e aspetta il suo turno.
I due banconisti si liberano quasi contemporaneamente e la donna e Lars si avvicinano per essere serviti.
Lo svantaggio maggiore di una pausa pranzo posticipata è che in gastronomia non rimane più molta scelta dopo una certa ora e bisogna accontentarsi di quel che si trova. Un prezzo che comunque Lars è sempre stato disposto a pagare pur di evitare il casino dell’ora di punta.
Dopo aver ordinato il quantitativo giusto di verdure, legumi e proteine per un bilanciato apporto di vitamine ed elementi essenziali per il proseguimento della giornata, lo sguardo di Lars cade inevitabilmente sull’area dei dolci.
Carboidrati e grassi idrogenati. Tanto dannosi, quando incredibilmente capaci di risollevare il morale persino nella giornata più faticosa. Zuccheri, cibo per il cervello, capaci di rilasciare quella piccola quantità di dopamina che può dare un indiscutibile aiuto rimettere in sesto una giornata no.
Lars riflette. Ha perso il conto dell’ultima volta in cui si è concesso una porcheria come quella. Ma una volta ogni tanto si può anche fare, giusto? Specialmente in una giornata fiacca come questa, giusto?
“E… questo!” Lars si decide a puntare il dito contro il vetro, indicando quell’unico donut invitante, ciccione, con la glassa di cioccolato e tanti zuccherini colorati sopra.
E a quel punto nota un altro dito con lo smalto rosa perlato a pochi centimetri dal suo, che indica la stessa ciambella, l’ultima rimasta. Poco sotto a quel dito riconosce lo smartphone con il peluches appeso che ha notato poco fa.
Lars guarda con imbarazzo la donna che era in fila prima di lui. Lei risponde allo sguardo con un sorriso amichevole. I banconisti attendono incerti un compromesso tra i due clienti.
“Ops!” la donna ritrae il dito, scoppiando a ridere.
Lars le rivolge un sorriso gentile, un sorriso stanco.
“Non è un problema, la prenda pure lei.” dice tranquillamente.
Poi fa un cenno al banconista di servire l’altra cliente.
“Ma no! È sicuro?” chiede lei.
Lars annuisce convinto.
Va tutto bene. Evidentemente non era destino che oggi si concedesse quello sfizio.
“È stato molto gentile da parte sua!” riprende la donna, mentre riceve la busta col suo ordine da portare via.
Lars sorride a sua volta, ricevendo il suo vassoio, ma si accorge che la donna lo sta guardando con aria un po’ pensierosa.
“Giornata dura?” gli chiede, mentre entrambi pagano il conto.
Lars la guarda un po’ stupito. Non immaginava si notasse così tanto.
“In effetti sì.” ammette “Sono stati dei giorni un po’ faticosi.”
La donna annuisce comprensiva. Risistema la carta di credito nel portafogli e prende la sua busta. Prima di andare si ferma davanti a lui.
“Tenga.” dice prendendo un sacchetto di carta dalla sua busta e appoggiandolo sul vassoio di Lars.
“Cosa?” fa lui disorientato.
“Ho apprezzato molto il suo gesto, ma… credo che oggi ne abbia più bisogno lei di me.” dice mostrando un bel sorriso “Un po’ di cioccolato le farà tornare un po’ il buon umore, ne sono certa!”
Detto ciò lo supera e si muove a passi svelti verso l’uscita della sala.
Lars guarda il sacchetto con il donut sul suo vassoio, poi si volta.
“Hey, no! Aspetti!” cerca di richiamarla, ancora confuso “Almeno mi faccia renderle i soldi!”
Lars la segue fuori dalla sala. Cammina velocemente, ma non può correre troppo o il pranzo rischierebbe di cadere dal vassoio. Non riesce a raggiungere la donna e non può far altro che fermarsi quando la vede sparire dietro alle porte automatiche di un ascensore.
Lei lo nota e lo saluta con la mano libera, che ancora tiene il cellulare col peluche.
“Non si preoccupi!” lo rassicura sempre sorridente “E cerchi di non affaticarsi troppo, mi raccomando!”
L’ascensore si chiude e Lars resta imbambolato. Non ha mai visto quella donna prima d’ora, manco sa in quale ufficio, reparto o piano lavori. Sospira, chiedendosi se mai avrà la possibilità di incontrarla di nuovo e restituirle il favore.
Torna a guardare quel sacchetto e non può fare a meno di sorridere, ripensando a quanto il gesto gentile di una persona sconosciuta possa già in un certo modo rendere migliore la giornata.


Quando Lars torna in ufficio, dopo appena mezz’ora di pausa pranzo, chiama al fisso di Jin. Deve ancora parlargli del rapporto aggiornato riguardo alla Tekken Force e non ha avuto il tempo di farlo tutta la mattina. Il telefono squilla, ma lui non risponde. Lars rotea gli occhi annoiato. Dev’essere tornato a lavorare in terrazza. Lo chiama al cellulare, anche quello squilla a vuoto. Benissimo, deve essere andato a lavorare in terrazza dimenticando il cellulare dentro all’ufficio.
Sospira, ed esce dalla stanza. Attraversa quei trenta metri di corridoio che lo dividono dall’ufficio di Jin ed apre la porta senza bussare. Ufficio vuoto, come si aspettava e cellulare abbandonato sulla scrivania a lampeggiare, come si aspettava.
Attraversa la stanza, prende il cellulare dalla scrivania e va a raggiungerlo in terrazza.
“Jin!” lo chiama aprendo la porta finestra.
Si porta un braccio davanti agli occhi per ripararsi dalla luce accecante del sole del primo pomeriggio.
“Almeno tieniti il cellulare a portata di mano, dannazione!” cammina quasi alla cieca verso la scrivania da esterno.
“Sono ancora dentro la mia pausa!” risponde lui annoiato seduto sotto l’ombra “Almeno per altri…” controlla l’orologio “... sedici minuti ho diritto ad un po’ di pace e silenzio.”
In effetti a volte Jin si concedeva la sua pausa ancora più tardi di lui, cosa che Lars oggi non aveva considerato.
“D’accordo, te li lascio qui.” dice Lars avvicinandosi al tavolino/scrivania da esterno.
Ed è solo quando appoggia il fascicolo e il telefono di Jin che Lars nota un altro telefono lì sul tavolino. Un telefono con un mini-peluche appeso.
Lars alza lo sguardo di colpo, tornando a schermarsi gli occhi con una mano e si accorge solo in quel momento che suo nipote non è solo, c’è qualcun altro sulla sedia-sdraio a fianco alla sua. Qualcuno con cui Jin tiene le dita intrecciate a metà tra le due sedie. Qualcuno con uno smalto rosa perlato e un sottile anello all'anulare sinistro.
Lars si raggela per un momento nonostante il caldo del pomeriggio pre-estivo. Non può credere ai suoi occhi.
“Che mi hai portato comunque?” chiede Jin con voce annoiata.
Lascia la mano dell'altra persona, si raddrizza e prende il fascicolo per dargli un'occhiata.

Anche la donna sull’altra sdraio si mette a sedere e solleva gli occhiali da sole per guardare meglio l’ultimo arrivato.
Adesso non ha più i capelli sciolti come prima, sono ritirati in due codine basse, ma ha riconosciuto subito quel sorriso gentile. Lo stesso che ha visto in sala ristoro neanche un’ora prima.
“Hey! Ci rivediamo!” esclama allegra.
“Lo conosci?” chiede Jin, guardando molto distrattamente quelle pagine.
Poi chiude il fascicolo, poco interessato, e lo riabbandona sul tavolo. 
“È quello del bar di cui ti parlavo prima.” spiega la donna.
Jin si volta da Lars.
“Ah, quindi è lui la ragione per cui non ho potuto mangiare il mio mezzo donut.”
Lei annuisce.
“Era buono?” chiede a Lars con un sorriso compiaciuto “Va meglio adesso, vero?”
Lars a sua volta abbozza un vago sorriso e annuisce, ancora mezzo intontito dallo shock.
“Lo era e… sì, va meglio.” conferma “Grazie ancora, davvero. Non era necessario. Sei stata gentilissima.”
“Sentito che ha detto? Non era necessario.” le ripete Jin piano.
Lei gli risponde con un'occhiata fintamente arrabbiata.
“Comunque questo è Lars, il mio socio e mezzo-zio.” le spiega Jin a quel punto “Assistente all’occorrenza.”
Lei apre la bocca sorpresa, poi torna a guardare male Jin.
“Assistente?! Non lo starai trattando male, spero!” gli dà una spintarella contro il braccio.
Jin sogghigna e si rimette comodo contro lo sdraio.
Lars è ancora paralizzato.
“Quindi tu…” riesce a dire finalmente guardando la donna.
“Xiaoyu.” Jin si sente di dover concludere le presentazioni.
“Molto piacere!” esclama lei, porgendo la mano a Lars “Oggi avevo il pomeriggio libero e sono venuta a fare visita per pranzo a questo qua!”
Lars annuisce confuso. È incredibile, finalmente questa donna misteriosa ha un volto. Ed è lo stesso volto della ragazza gentile che gli ha ceduto un donut poco prima. È lì, davanti a lui, con le sue codine e il sorriso sempre sulle labbra.
Ci sarebbero circa un milione di cose che vorrebbe chiederle, ma si limita semplicemente a rispondere a quella stretta di mano.
“Piacere.” dice.
“Finalmente ci conosciamo!" commenta lei "Jin mi ha parlato tanto di te! Anche Alisa in realtà. Ma soprattutto Jin!” poi si riabbassa gli occhiali da sole e torna ad appoggiarsi allo schienale dello sdraio. 
Poi si porta una mano vicino alla bocca, come se stesse per rivelare un segreto.
“Era molto felice quando hai accettato di lavorare qui!” 
“Ohi, ma che dici?! Guarda che poi ci crede!” interviene Jin un po' accigliato
“Lars, stava scherzando!”
Xiaoyu scoppia a ridere. 
“Come no!”
Ha una risata cristallina, contagiosamente allegra. Come diavolo ha potuto una così...

“... quando vedrai la persona che ha sposato rimarrai ancora più di stucco.”

Lee aveva ragione. Alisa aveva ragione. Avevano entrambi dannatamente ragione. Lars deglutisce davanti a quell'evidenza. Ora lo vede con i suoi occhi. 
La moglie di Jin - e fa ancora molto strano mettere insieme queste parole - è simpatica!!

“Ohi, ti sei incantato?” chiede Jin alzando un sopracciglio.
“No! Scusate. Stavo solo ricordando una cosa.” sorride Lars a quel punto, scuotendo la testa come per allontanare quei pensieri “È meglio che vi lasci finire la vostra pausa in tranquillità. Ho una montagna di lavoro che mi aspetta in ufficio.”
“Mmm.” annuisce Jin “Va bene. Ti chiamo dopo, come leggo questo!” dice facendo un cenno verso il fascicolo, mentre l’altra mano va a rintrecciarsi con quella di Xiaoyu.
“Buona serata Lars!” saluta lei “Speriamo di rivederci presto!”


 



 

NOTE:
Una delle cose che ho sempre apprezzato dell'idea della XiaoJin è il suo incredibile potenziale comico. Insomma, sono un edgelord mezzo-demone sul punto di distruggere il mondo e una ragazza dolce con le codine che va in giro con un panda. Cioè dai! 
Non piaceranno a tutti, ma per me combinazioni del genere sono oro lol.

  
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