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Autore: LorasWeasley    25/07/2020    3 recensioni
AU [FrUK]
"-Io non sono il tuo ragazzo.
-Lo so- si affrettò a dire il francese alzando le mani in segno di resa, cercando di sistemare quella situazione in cui si era cacciato involontariamente.
Sapeva quanto Arthur fosse frigido, sapeva che non voleva che la gente li vedesse insieme, ci aveva messo due anni per arrivare a baciarlo di nascosto a tutti, non avrebbe permesso a se stesso di perderlo semplicemente perché non connetteva il cervello quando parlava.
-Mi dispiace- continuò –Non volevo dirlo, è che mi mandi in tilt, davvero, e parlo a vanvera… Ti voglio così tanto Arthur…"
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Francia/Francis Bonnefoy, Inghilterra/Arthur Kirkland
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Come innamorati


-Smettila- sibilò piano Arthur mentre cercava di scostare le mani di Francis dal suo corpo con veramente poca decisione.
Si guardava intorno con terrore, la paura che qualcuno potesse scoprirli che non gli lasciava godere quello che stavano facendo.
Francis non sembrava molto propenso ad ascoltarlo, perché una mano era salita fino alla sua testa, gli aveva stretto i capelli tra le dita e si era avventato con le labbra al suo collo.
Arthur gemette sorpreso, con l’affanno riprovò a dire –Se ci scoprono…
-Se ci scoprono capiranno che sei il mio ragazzo.
Aveva parlato senza pensarci, ogni volta che stava con l’altro perdeva letteralmente la testa e al diavolo qualsiasi cosa.
Aveva anche accartocciato in un angolino della sua mente il fatto che fossero nei bagni del campus, nel bel mezzo della terza ora della giornata e che chiunque sarebbe potuto entrare in qualsiasi momento.
Arthur strabuzzò gli occhi e dopo il primo secondo di gelo mise molta più forza di quella che stava usando prima e lo spinse sul petto riuscendo a farlo staccare.
Era terrorizzato e non riusciva a guardarlo negli occhi.
-Io non sono il tuo ragazzo.
-Lo so- si affrettò a dire il francese alzando le mani in segno di resa, cercando di sistemare quella situazione in cui si era cacciato involontariamente.
Sapeva quanto Arthur fosse frigido, sapeva che non voleva che la gente li vedesse insieme, ci aveva messo due anni per arrivare a baciarlo di nascosto a tutti, non avrebbe permesso a se stesso di perderlo semplicemente perché non connetteva il cervello quando parlava.
-Mi dispiace- continuò –Non volevo dirlo, è che mi mandi in tilt, davvero, e parlo a vanvera… Ti voglio così tanto Arthur…
L’inglese divenne completamente rosso, il respiro affannoso, lo sguardo che cercava una via d’uscita.
Francis capì che non gli doveva dare modo di pensare, era questo che aveva sempre fatto, altrimenti non l’avrebbe mai avuto.
Si avventò di nuovo sul suo corpo, labbra voraci che rincorrevano le sue, le mani dentro quei pantaloni stretti e al limite della decenza.
Sorrise soddisfatto sulle sue labbra quando interpretò il mugolio che era appena uscito dalle labbra di Arthur come un qualcosa di arrendevole.
-Lo vedi?- sussurro piano il francese nel suo orecchio dieci minuti dopo, stava entrando in lui piano, muovendosi lentamente, l’aveva girato poco prima abbassandogli i pantaloni.
L’odore forte del suo sudore gli inebriò la mente, non aveva niente a che fare con quello delle ragazze che si era spesso fatto, ma gli piaceva molto di più.
-Vedi che anche se ti lamenti, poi finiamo sempre così? Anche tu lo vuoi tanto quanto me, i tuoi lamenti all’inizio ci fanno solo perdere tempo.
Arthur avrebbe voluto rispondere a tono, ma non appena aprì la bocca si ritrovò a boccheggiare perché Francis decise in quel momento di riempirlo tutto e di afferrare la sua erezione rimasta fino in quel momento in cerca di attenzioni.
Cominciò a muoversi in lui più velocemente, andando a ritmo con la sua mano, Arthur non riusciva a capire più nulla, era tutto un ammasso di gemiti, brividi e corpo in fiamme.
-Merde, sei così stretto- anche la lucidità di Francis era andata a farsi fottere, molto probabilmente se qualcuno fosse entrato proprio in quel momento in bagno, nessuno dei due se ne sarebbe accorto.
-Zitto e scopami- borbottò in risposta l’altro imbarazzato per quelle parole.
Francis rise contro il suo collo ma rimase davvero in silenzio, se non per qualche frase scomposta, fino a quando non gli venne dentro totalmente appagato.
L’orgasmo di Arthur non tardò ad arrivare mentre schizzava contro le mattonelle già sporche di quel bagno.
Totalmente stremato si accasciò contro il francese respirando rumorosamente.
Francis lo strinse a sé dolcemente, accarezzandogli i capelli e pensando che, non gli importava proprio dove fossero, ma tenerlo tra le braccia era diventata la sua nuova cosa preferita.
 
-Perché diavolo l’hai fatto?
Arthur era entrato in camera sua come una furia, senza bussare o anticipare la sua presenza in un qualsiasi modo, aveva urlato quella domanda incazzato e si era sbattuto la porta alle spalle.
Francis non era per nulla sorpreso, alzò semplicemente un sopracciglio mentre il suo volto restava concentrato sul libro che teneva tra le mani.
Che Arthur fosse incazzato non era una novità, quel ragazzo era così isterico da far invidia a una ragazza con il ciclo.
Ma ormai Francis era così abituato a questo suo comportamento che si prese il tempo di finire di leggere il paragrafo del libro dov’era arrivato prima di mettere un segnalibro in mezzo alle pagine e posarlo di lato, sul comodino vicino al letto.
Finalmente alzò lo sguardo su di lui che, ovviamente, era diventato ancora più incazzato.
Decise di divertirti, i suoi amici avrebbero di sicuro detto che era solo un pazzo masochista a comportarsi così.
-Bonjour, non si usa più bussare?
-Perché, avrei potuto trovarti in qualche situazione compromettente?- la voce di Arthur era velenosa, fredda.
-Avresti potuto trovarmi in un sacco di situazioni compromettenti! Cosa credi, che non mi guardi i porno o che…
Arthur non lo lasciò concludere, sovrastandolo con la sua ira –O trovarti mentre ti fai Laura o chicchessia?
Ed eccolo li il problema, Arthur gliel’aveva sbattuto in faccia senza troppi giri di parole.
Francis si sporse in avanti inclinando la testa di lato –Lo sai che è stata lei a invitarmi alla festa di Halloween, si? E non viceversa.
Le guance di Arthur divennero rosse, forse per la rabbia o forse per l’imbarazzo, infondo, non poteva non rendersi conto di star facendo una scenata di gelosia.
-Ma tu hai accettato- fu meno di un sussurro, mentre stringeva i pugni e distoglieva lo sguardo.
-Bè no, le ho solo detto che ci avrei pensato e che le avrei fatto sapere in seguito. Sai Arthur, dovresti prima informarti delle cose dai diretti interessati invece di arrivare qui come una furia solo per avere la scusa di fare una delle tue solite scenate isteriche.
Quelle parole lo colpirono nel profondo, boccheggiò incredulo, non era andato li per farsi insultare, semmai il contrario.
-Ci stai solo perdendo tempo, accetta e va con lei, siete stronzi allo stesso modo.
Detto questo andò via dalla stanza esattamente com’era arrivato.
Francis sospirò passandosi una mano sul viso, gli occhi chiusi.
Com’erano arrivati a quella situazione?
Voleva solo riuscire a capire cosa passasse per la mente dell’inglese una volta tanto.
Sapevano benissimo entrambi che Arthur non sarebbe mai andato a una festa, dove sarebbe stato presente tutto il campus, insieme a lui.
Se diventava bianco e quasi sveniva quando Francis accennava al fatto che si potevano definire fidanzati, non avrebbe mai fatto una cosa del genere.
Ma allora perché quella scenata di gelosia, cosa cercava di guadagnarci?
Francis non sapeva più che fare o come comportarsi.
Ma non poteva innamorarsi di qualcun altro?
 
Arthur se ne stava sdraiato nel suo letto, era buio nella sua stanza.
Poco prima il sole era tramontato del tutto ma lui non aveva né la forza né la voglia di alzarsi per accendere una luce, non aveva proprio voglia di fare una qualsiasi cosa.
Si strinse di più nelle coperte e, quando sentì nuovamente bussare alla sua porta, urlò –Basta Alfred, ti ho già detto che sto male! Non voglio venire a quella stupida festa di Halloween.
La porta venne aperta nuovamente, Arthur stava per imprecare contro il suo amico mandandolo a quel paese, quando la voce che parlò non era di certo di Alfred.
-Sono io- disse piano Francis chiudendosi la porta alle spalle e girando la chiave nella toppa.
-La festa non è in questa camera- borbottò Arthur nascondendo il volto sotto la coperta.
Era un po' che non si parlavano, in effetti non lo facevano da quando avevano litigato quel giorno di due settimane prima proprio su quella questione.
Il finesettimana precedente però avevano scopato, Arthur era ubriaco ed era andato alla sua ricerca, ma aveva bevuto così tanto che il giorno dopo ricordava a stento quello che era successo.
-Non ho voglia di andare alla festa- rispose sincero il francese togliendosi le scarpe e scostando la coperta dal letto per mettersi anche lui sotto di essa.
Arthur si immobilizzò smettendo anche di respirare, il cuore che gli batteva a mille mentre lo sentiva stringersi alla sua schiena e mettergli un braccio intorno ai fianchi.
-Ti ho detto che sto male- riprovò infine sentendosi a disagio.
-Mi sta bene- rispose Francis stringendo la presa e lasciandogli qualche bacio sulla testa e sul retro del collo.
Arthur fece un singulto –Non ho voglia di scopare.
-Lo so, voglio solo stare qui con te, posso?
Arthur non rispose, non sapeva come rispondere. Voleva così tanto che l’altro restasse li con lui, ma non voleva neanche che si perdesse una delle feste migliori del campus solo per un suo stupido capriccio.
Quel silenzio Francis lo interpretò come una risposta positiva, lo sentì spostarsi e muoversi –Ti dispiace se mi tolgo i pantaloni? Sono un po' scomodi per stare semplicemente sdraiati a letto.
Questa volta Arthur rispose, ma il suo era un sussurro così basso che si chiese se l’altro l’avesse sentito o meno il suo “fai pure”.
Arthur si girò piano spiando le mosse dell’altro ragazzo.
Le guance gli si imporporavano mentre, grazie a quella poca luce artificiale che proveniva da fuori, lo vedeva mentre si toglieva calze e pantaloni, restando solamente in boxer e maglietta. Si sciolse anche i capelli e quando notò di essere osservato gli sorrise dolce.
Le guance di Arthur divennero ancora più rosse.
Francis si ristese al suo fianco, allungò un braccio verso di lui e gli fece capire di mettere la testa sopra di questo.
Arthur accettò senza far storie e si strinse anche contro il suo petto.
Francis iniziò ad accarezzargli i capelli corti, il silenzio che c’era non era per nulla imbarazzante, era calmo e perfetto.
-Cosa ti fa male?- chiese poi Francis.
-Ho mal di testa- mormorò piano Arthur.
-Probabilmente pensi troppo- scherzò Francis.
Arthur non riuscì a ridere, si rese conto che era la pura e semplice verità.
Soprattutto da quando avevano litigato aveva ripensato a tutto quello che era successo, a tutto quello erano da anni, non riusciva ad arrivare a una conclusione, a una soluzione che andasse bene per tutti.
-La sento che sta esplodendo, voglio solo… staccare per un attimo, dimenticare tutto. Perché è sempre così complicato?
Il suo era un semplice mormorio lamentoso.
Francis si girò a fissarlo, lo scrutò nel profondo, fissando quel volto pallido.
Infine gli accarezzò la fronte scostandogli i capelli e si avvicinò per lasciargli un leggerissimo bacio in guancia.
Poi un altro, e un altro ancora, avvicinandosi sempre di più alla bocca.
Quando infine lo baciò anche sulle labbra lo fece con calma e dolcezza, uno di quei baci che non si erano mai dati, non così a fondo e non con così tanto… amore.
Arthur fece un mugolio di protesta –Mh… Avevo detto di non volerlo fare.
-Non voglio farlo. Voglio solo coccolarti. Non posso?
Arthur lo fissò quasi sotto una nuova luce, con la sua bocca schiusa, gli occhi lucidi e le guance rosee.
-Perché lo fai?- chiese infine.
Francis sospirò e decise di deviare la domanda –Basta Art, basta pensare, basta chiedere spiegazioni, basta. Accetta tutto questo, spegni il cervello, affidati a me.
Ed Arthur, per una volta, fece esattamente come gli era stato detto senza protestare, affidandosi completamente a un’altra persona.
Dimenticò tutto, ogni sua senso a godersi quello che gli stava facendo il francese.
Le sue mani gentili tra i capelli che gli accarezzavano la cute, le sue gambe che leggere sfioravano le sue, i tocchi lungo la spina dorsale, le sue labbra che gli sfioravano il collo, la mandibola, il viso.
Entrò nel dormiveglia ben presto, la testa che si era calmata.
Ogni singolo problema dimenticato, era rimasto solo un pensiero in mezzo a tutto quel vuoto.
Un pensiero fisso, non fastidioso, era come una rivelazione dopo giorni di problemi, come una conclusione semplice e lineare che prima non era riuscito a vedere.
Era totalmente e incondizionatamente innamorato di Francis.
 
-Mh? Hai già finito il ripasso?- domandò Arthur quando vide il ragazzo chiudere i libri sbuffando, alzarsi dalla sua postazione alla scrivania e gettarsi a peso morto nel letto accanto a lui.
Francis fece un mugolio disperato –Basta, non ne posso più di ripassare, le so a memoria quelle cose.
Arthur fece un sorrisetto non visto –Se lo dici tu.
-Daaai, anche tu le sai le cose, butta quel libro e vieni qui.
-Ma sono già qui- fece presente Arthur, però chiuse il libro come gli era stato richiesto.
-Più qui.
Arthur alzò gli occhi al cielo, ma alla fine decise di accontentarlo, strisciando con il sedere sulle coperte per passare dalla posizione seduta a quella sdraiata.
-Hai voglia di farlo?- gli chiese Francis ammiccando malizioso.
-Decisamente si- rispose Arthur avvicinandosi contro il suo petto –Ma non eri stanco?- lo prese in giro.
-Non sono mai stanco per te, però dopo sarò molto più stanco, quindi mi lascerai dormire qui.
E non era una domanda.
-Guarda che prima o poi qualcuno si accorgerà che ormai passi più tempo nella mia stanza che nella tua.
E in effetti qualcosa era cambiata da quella notte di Halloween.
Dopo che dormirono insieme senza nulla che portasse al sesso, quei momenti si susseguirono sempre più spesso.
Non che facessero meno sesso, ma si erano allungati i momenti “post”, avevano iniziato a dormire insieme con la scusa di essere troppo stanchi per dormire in camera, avevano iniziato a studiare uno nella camera dell’altro, erano addirittura usciti qualche volta, come semplici amici, certo, ma era pur sempre un grande passo avanti rispetto quello che avevano prima.
Dopo quell’affermazione detta con così tanta leggerezza da parte dell’inglese, Francis rimase in silenzio.
Lo scrutò, si morse un labbro e alla fine decise di intraprendere quella conversazione che ignoravano da troppo tempo.
Gli sfiorò il mento con due dita mentre sussurrava –Tu lo sai che questo, tutto quello che facciamo, è un comportamento da fidanzati, vero?
Si aspettava una scenata, Arthur che entrava nel panico e lo cacciava fuori dalla stanza con le sue urla isteriche.
Ma l’unica cosa che si limitò a fare fu di diventare completamente rosso, poi in meno di un sussurro rispose –Lo so.
Francis era sconvolto –E ti sta bene?
Arthur annuì –Come innamorati.
Francis lo baciò inchiodandolo al materasso, una mano che gli teneva con fermezza il volto, l’altra stretta tra le sue dita, come se avesse paura che non fosse reale, che si stesse immaginando tutto.
-Non è “come”- disse senza fiato quando si staccò per cercare di respirare –Io sono davvero innamorato di te.
Arthur si imbronciò –E certo che lo sei, di chi altro dovevi esserlo?
Francis stava per aprire la bocca e rispondere quando Arthur lo precedette in uno strillo –Non c’è bisogno di rispondere! Era una domanda retorica e non voglio litigare con il mio ragazzo a dieci secondi che stiamo insieme.
Francis rise baciandogli giocosamente le labbra arricciate.
-Dimmelo anche tu- disse poi a intervalli di baci dolci e pieni d’amore.
Arthur divenne viola –Non esiste.
-Cosa!? E perché no?
Arthur nascose il viso nel cuscino stringendolo con i pugni, si sentì il suo borbottio soffocato –Mi vergogno.
-Ah si?- Francis sorrise malizioso, poi in un colpo solo gli abbassò pantaloni e mutande insieme –Vedi come ti faccio urlare quanto mi ami.
Arthur iniziò a gridare istericamente mentre con le mani cercava di fermarlo senza tanti risultati –La porta! Chiudi la porta a chiave! AAAAAAH.

[2592 parole]


Ciao!
Eccomi qui, spero che questa storia vi sia piaciuta perché è una tra quelle che ho preferito scrivere e una delle prime che ho scritto di questa coppia, non so perché l'abbia pubblicata dopo tutto questo tempo ahaha.
Inizialmente doveva essere una long, ma ho deciso di fare una OS dividendola in 4 parti: quella iniziale che fa vedere uno scorcio di vita di come hanno passato due anni della loro "relazione", le due parti centrali che fanno comprendere l'epifania di Arthur e quella finale che mostra come le cose sono irrimediabilmente cambiate.
Detto questo volevo avvertirvi che fra qualche giorno parto, quindi per ora questa sarà l'ultima storia, tornerò dopo ferragosto.
Spero che passiate delle buone vacanze e una buona estate, a presto!
Deh

P.S. Per qualsiasi cosa, chiarimento, o anche solo per parlare mi potete trovare su IG (@cosplay_deh) e inoltre volevo annunciarvi che sto iniziando a scrivere nel fandom di Haikyuu, qualcuno è interessato? Per qualsiasi domanda basta scrivermi in privato ahah
  
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