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Autore: Myriru    25/07/2020    3 recensioni
Ispirato al secondo racconto del ciclo "Lady Oscar – Le storie gotiche: Il figlio del generale Jarjayes?!"
Dal testo:
«Il mio nome è Maurice. La mamma mi ha detto di venire qui da voi, padre, e di chiedervi se potete prendervi cura di me. Ha detto che voi avreste capito... sono state le sue ultime parole prima di morire »
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Generale Jarjayes, Madame Jarjayes, Nuovo Personaggio, Oscar François de Jarjayes
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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«Caspita... quanto ti dai da fare, nonna! Per una nanerottola grassottella come te, dev'essere faticoso andare avanti e indietro in quel modo... »

André rise guardando dolcemente la donna, sinceramente meravigliato dalla sua forza nell'impartire gli ordini alle cameriere e nel muoversi rapida. Rosalie sorrise, scuotendo il capo e prendendo alcuni piatti dal tavolo della cucina mentre la piccola LouLou stringeva tra le braccia alcuni asciugamani.

Era primavera, le giornate stavano migliorando, nel cielo il sole splendeva alto e nei giardini iniziavano a nascere i primi boccioli. 

La settimana prima avevano trascorso intere notti a cercare di acciuffare il famigerato Cavaliere Nero e André si era travestito, ogni notte, da falso Cavaliere Nero per cercare di portarlo nella loro trappola, invano. Era pericoloso, ma stava iniziando a prendere gusto nel rubare e Oscar l'aveva preso in giro per i suoi "colpi precisi".

"Ridi pure! Ah Oscar... e chi farebbe una cosa simile se non per te!"

André posò lo sguardo sulla nipotina di Oscar.

Loulou de la Loréncie era la figlia di Ortense, una delle sorelle di Oscar, l'esatto opposto della madre e della zia. Aveva un viso delicato, dei grandi occhi ambrati e i capelli biondi e riccissimi, sempre raccolti con dei fiocchi rossi. Ortense l'aveva mandata dai nonni e dalla sua adorata zia per farle insegnare le buone maniere, o almeno questa era il suo intento.

Loulou aveva un carattere molto particolare e un'intelligenza spiccata eppure aveva l'incredibile abilità di cacciarsi nei guai, anche pericolosi e di coinvolgerli, ogni volta. 

Sia lui che Oscar temevano un po' quella bambina per ovvi motivi1 e sapevano entrambi che lei avrebbe portato solo problemi a casa, anche se con la sua allegria portava un po' di felicità in quel palazzo vuoto e freddo. 

In più, Loulou sembrava adorare Rosalie e la ragazza era sinceramente affezionata a quella bizzarra bambina di 10 anni.

«Invece di perdere tempo a guardarmi fila a tagliare un po' di legna André! »

Urlò la donna al nipote minacciandolo con il mestolo e lui, alzando le mani in segno di resa, indietreggiò lentamente sempre con il sorriso stampato sulla faccia fino a quando non scomparì dietro la porta del retro.

«Ai suoi ordini comandante! »

Rosalie si girò verso la governante e la guardò incuriosita.

«Come mai così tanta agitazione? Che succede oggi? »

«Oggi, mia cara Rosalie, è il compleanno di madame! »

Disse la governante sorridendo dolcemente mentre stringeva tra le braccia un mazzo di rose bianche, le preferite della sua padrona, per poi avviarsi insieme a Rosalie e Loulou nella sala in cui si sarebbe svolto il ballo per il suo compleanno. Nella villa c'era un'aria allegra e di festa, assai rara quando il generale era in casa.

Oscar aveva preso un piccolo congedo, solo qualche giorno, per restare accanto alla madre che, nonostante fosse una delle dame di compagnia di sua altezza, incontrava raramente.

«Oh, qualcuno ha bussato... majordome! A quanto pare abbiamo un ospite »

«Impossibile! – disse l'uomo avviandosi verso il portone, borbottando tra sé e sé – gli invitati non arriveranno prima di stasera... »

«Oh smettila di borbottare e vai ad aprire quella porta! »

Disse la donna irritandosi per poi allontanarsi dall'ingresso. Rosalie si voltò, prima di entrare nel salone principale e guardò il maggiordomo, un uomo sulla cinquantina con ampi baffi che gli coprivano quasi del tutto le labbra, aprire la porta principale.

«Rosalie, cara! Vieni qui ti prego! »

«S-Sì arrivo subito! »

 

Oscar stava suonando il violino, la rilassava. Oramai non aveva neppure bisogno più degli spartiti, li conosceva tutti a memoria.

Le bastava semplicemente chiudere gli occhi, i movimenti erano naturali e le note venivano da sé. Il violino era l'unico passatempo "femminile" che il padre le aveva concesso da ragazza oltre le poche lezioni di disegno che le aveva impartito la stessa madre, nipote di uno dei pittori della reggia di Versailles ai tempi della sua costruzione.

Sentì la porta della propria camera aprirsi ma lei continuò a suonare per alcuni istanti, terminando il brano con poche battute.

«Ti prego, continua, non smettere a causa mia »

Sua madre era entrata nella sua stanza più bella che mai. Aveva sempre amato la dolcezza del suo viso e di come, abbigliata con semplici abiti e con i capelli raccolti, sembrasse sempre così elegante e unica. 

Le sorrise, annuì piano e tornò a suonare un nuovo pezzo per lei, madame si sedette su un divano poco distante e la ascoltò beata, chiudendo gli occhi come la figlia e si lasciò trasportare dalla melodia delle corde. 

«Madre... »

Oscar si sedette al suo fianco e le sorrise, la donna le accarezzò il viso dolcemente.

«Sei sempre stata bravissima a suonare il violino, le tue sorelle non hanno mai amato particolarmente la musica »

«Vi sbagliate, Ortense è sempre stata una brava cantante e Josephine aveva del vero talento nel suonare il liuto2 »

«È vero, ma tu hai sempre avuto la capacità di trasmettere forti emozioni quando suoni »

Oscar abbassò il capo sorridendo, godendosi il tocco della madre sul viso. Non avevano mai passato tanto tempo insieme e ogni momento lo riteneva speciale: lei l'aveva sempre consolata quando il padre la puniva e si era sempre presa cura di lei quando non stava bene. 

Era diversa dalle madri cortigiane, le sue sorelle non avevano abbandonato casa per formarsi in convento e madame si era occupata personalmente della loro istruzione mentre Oscar fu costretta a lasciare la casa per l'accademia militare.

«Buon compleanno madre... credo che posso darvi anche ora il mio regalo »

«Non dovevi disturbarti »

«L'ho fatto con piacere »

Disse Oscar stringendo le mani della madre tra le sue con un dolce sorriso sulle labbra e si alzò, raggiungendo lo scrittoio dove, nascosto in un cassetto, c'era una scatola intagliata in legno scuro.

Lo porse alla donna e lei lo raccolse emozionata, aprì la scatoletta e vi trovò all'interno delle piccole boccette con polveri colorate e tutto quello che era necessario per poter dipingere.

Oscar sapeva della sua passione mai assopita per l'arte, tant'è che molte volte, durante l'infanzia, ricordava di aver visto sua madre con dei fogli in mano e del carboncino pronta a ritrarre lei e le sue sorelle.

«Oscar... è meraviglioso! »

All'improvviso sentirono le grida del generale Jarjayes provenire dall'ingresso principale.

«François...! »

Oscar corse fuori dalla sua stanza, seguita dalla madre e si precipitarono giù per le scale. 

«Padre cosa sta succedendo? »

Chiese Oscar allarmata guardando prima il padre, poi il bambino che si trovava davanti a lui. Aveva forse 10 o 11 anni, era molto magro e alto con dei grandi occhi color ghiaccio e i capelli biondo scuro. 

Tornò a guardare il padre.

«Il mio nome è Maurice. La mamma mi ha detto di venire qui da voi, padre, e di chiedervi se potete prendervi cura di me. Ha detto che voi avreste capito... sono state le sue ultime parole prima di morire »

Il generale si girò rapidamente verso la consorte che, pallida, non aveva distolto lo sguardo dal viso del bambino. 

«Non ho la benché minima idea di quello che sta dicendo! Questo ragazzino non è mio figlio! »

Disse l'uomo a disagio, sotto lo sguardo minaccioso della governante.

«Ma padre... la mamma è morta e io »

«Padrone! Allora questo significa che avete un figlio illegittimo!  »

 

1= Loulou è la protagonista, oltre Oscar e André delle storie gotiche. Appare per la prima volta nella storia breve "La contessa dal vestito nero", riportata sempre nell'ultimo volumetto della manga.

 

2= il liuto è uno strumento dalle antiche origini che vede il suo approdo in Europa nel medioevo. L'etimologia sembra derivi dall'arabo al ud e in tutte le lingue europee le differenze sono minime, dal gotico liuth al celtico lauda. Probabilmente questo strumento deriva da un analogo strumento arabo arrivato in Sicilia verso l'anno mille ed in spagna nel periodo di occupazione araba. Nel rinascimento questo strumento incrementa la sua popolarità sia a corte che nei paesi diventando un indispensabile strumento di accompagnamento. È un antesignano della chitarra ma ne diverge sensibilmente sia per le peculiarità costruttive sia per il suono e l'uso.

 

 

Buona serata a tutti!

“Lady Oscar - Le storie gotiche: il figlio illegittimo del generale Jarjayes?!” 

Trama originale: 

Maurice, un bambino poco più grande di Loulou, bussa alla porta di casa Jarjayes. Esso dice di essere figlio illegittimo del generale. Tra vari malintesi, alla fine si scopre che un caro amico del generale, nonché padre biologico di Maurice, si è spacciato per lui alla giovane donna per fare bella figura (secondo lui).

Nel rileggere questo spin-off, mi sono chiesta cosa sarebbe successo se Maurice fosse stato veramente il figlio illegittimo del caro vecchio generale e, di conseguenza, cosa sarebbe successo a Oscar. 
Non so se una trama del genere è stata già proposta, nel caso io vi propongo una mia versione, nella speranza di non offendere nessuno.

   
 
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