Fumetti/Cartoni americani > A tutto reality/Total Drama
Segui la storia  |       
Autore: Queen FalseHearth    25/07/2020    1 recensioni
Dal capitolo 2:
“C’era voluto un po’ di tempo, ma alla fine Gwen si riabituò alla sua routine. Era come se non avesse mai partecipato al reality: nessun riflettore l’accecava e le sfide che inseguiva riguardavano solo lo studio. Riaffrontò i pensieri di qualche mattina fa, le mancava il reality? Assolutamente no, ma non poté negare di essersi divertita un mondo e conosciuto emozioni e persone nuove. Per non parlare delle sensazionali avventure che aveva vissuto; negli ultimi giorni gli eventi più sbalorditivi furono la perdita momentanea del suo telefonino e l’aver trovato un dollaro per terra.
Vorresti vivere una nuova avventura, ma come?
Il telefono squillò. Una persona, guidato dal puro divertimento, aveva provveduto a sconvolgerle la vita senza permesso. La ricatterà per costringerla a lavorare nell’ultimo posto in cui una ragazza come Gwen vorrebbe lavorare, in un Maid Cafè.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gwen, Nuovo Personaggio | Coppie: Alejandro/Heather, Bridgette/Geoff, Duncan/Gwen
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Maid Cafè
Capitolo 16

 


21 Dicembre 2014, Domenica

Nel nostro maid cafè non potevano mancare le migliori decorazioni natalizie in questo periodo dell’anno. Gwen ricordava molto bene come aveva trascorso la Vigilia di Natale dell’anno scorso: la sua divisa a forma di pupazzo di neve cosparsa di vischi, le magnifiche creazioni di Serena, le canzoni, i disegni con la glassa e i sorrisi dei bambini resero quel giorno indimenticabile, nel bene e nel male.
Era passato più di un anno da quando Chris l’aveva ricattata e il maid cafè divenne parte della sua vita … anche se Gwen si ripeteva questa frase quasi ogni giorno continuava a suonarle assurdo. Chris non si era mai fatto sentire, si chiese se l'avrebbe mai liberata dal suo ricatto o se ne fosse dimenticato.
Ormai si era affezionata al Princess Cafè, ripensando ai mesi trascorsi in quel posto prima dell’arrivo di Scarlett e Max le veniva spontaneo sorridere.
Ma tutto sarebbe cambiato in meno di ventiquattro ore.

-Ti licenzio!- quella frase rimbombò in tutto il locale, prima di allora nessuno l’aveva proferita. Max puntò il dito contro una maid, spettatori di quel momento furono clienti attoniti e cameriere senza parole.
Lindsay fece cadere la caraffa di caffè che aveva in mano per correre a consolare l’amica ormai in lacrime.
-Max per favore non mandarmi via… che cosa ho fatto?- chiese Ella i cui occhi luccicavano di tristezza. Nel maid cafè ormai si respirava aria negativa.
-Mi irritavi con le tue stupide canzoni, ti avevo avvertito di smetterla- spiegò Max impassibile.
Gwen avrebbe voluto colpire il viola con il manico della scopa che aveva in mano, ma ciò avrebbe fatto scappare i clienti e guadagnato una denuncia di aggressione.
-Non puoi licenziarla! Non ha fatto nulla di male!- si lamentò Kitty prendendo le difese della mora: aveva dichiarato che Ella facesse parte della sua famiglia e lo pensava ancora. Il manager la ignorò.
-Max dammi un’altra chance, ti prego adoro questo lavoro!- implorò Ella.
-No! E non ho mai sopportato il tuo viso da principessina scema!-
-Ha parlato il nano di Biancaneve- commentò Gwen ad alta voce, in quel momento si fece avanti una demotivata Courtney, quest’ultima aveva il turno lavorativo di domenica insieme alla gotica.  La protagonista si sentì al sicuro con la sua presenza, Courtney non avrebbe mai permesso il licenziamento di una delle maid.
-Max cacciare Ella difronte ai clienti è un gesto meschino che ci darà una cattiva pubblicità- spiegò la castana con voce calma.
-Non me ne frega e tu non hai più potere di parola- sembrava impossibile far cambiare idea al nano viola. Sammy decise di intervenire dopo aver riflettuto attentamente su cosa dire.
-Ella ci serve per il giorno di Natale! Lei è l’unica che può cantare due ore di fila senza stancarsi!- dato che le suppliche delle maid non funzionarono, la ragazza dagli occhi verdi focalizzò l’attenzione sulle qualità di Ella. Inoltre Sammy ricordava molto bene l’atroce dittatura canora che Courtney impose l’anno scorso, non parlò per tre giorni di fila.
-Quest’anno non ci saranno i cori, nuovo capo nuove tradizioni- affermò Max; in un altro contesto Sammy sarebbe stata sollevata della notizia ma Ella era ancora a piangere per terra tra le braccia di Lindsay.
-Max…Scarlett non è ancora arrivata, aspettiamola e discutiamone con lei-  disse Courtney mostrando una tranquillità forzata; era come se Max stesse puntando una pistola contro Ella e l’ispanica stesse cercando di farlo ragionare.
-Un’altra parola e vi caccio tutte!- Max era stufo e i clienti avevano perso l’appetito assistendo a quella spiacevole scena. Quello fu senza alcun dubbio il giorno peggiore al maid cafè.
Kitty si sentì delusa da sé stessa dato che aveva affermato che avrebbe protetto i suoi cari. Un rumore alle sue spalle interruppe i suoi pensieri, si voltò e vide che Gwen aveva spezzato con le proprie mani il manico della scopa sfogando la sua rabbia. 
Max si “rifugiò” nell’ufficio di Scarlett spaventato dalla reazione della gotica mentre le maid circondarono la povera Ella con sguardi tristi.
-Ci abbiamo provato, mi dispiace-
-Non ti preoccupare Court, sei stata un capo grandioso, grazie di tutto- Ella donò uno dei suoi abbracci più calorosi all’ispanica, quest’ultima pensò che non lo meritasse.
-Grazie anche a voi ragazze- Ella rivolse un saluto alle sue colleghe dispiaciute e si tolse il suo grembiule rosa da maid. Si recò all’uscita accompagnata dagli sguardi tristi dei clienti, nessuno fiatò.
-Se licenzi lei dovrai licenziare anche me!- urlò Lindsay, in quel momento era guidata dall'affetto che provava verso l’amica.
-Ok!- urlò Max da dietro la porta del capo.
Lindsay non disse nulla per dieci secondi, come se il suo cervello non riuscisse ad elaborare la notizia.
-Adesso basta io… - Kitty stava per andare minacciosamente verso la porta dell’ufficio ma in quel momento arrivò il nuovo capo. Un tempismo terribilmente perfetto.

-Che succede nel mio locale?- esordì con voce tagliente, Kitty nascose la sua rabbia: si sentì vulnerabile con la presenza di Scarlett.
-Ho licenziato Ella e Lindsay- rispose subito Max aprendo di poco la porta.
-In effetti…c’erano tante maid non è una perdita importante- rifletté Scarlett ad alta voce non badando al fatto di apparire sgarbata.
-Lindsay perché hai ancora il grembiule?- continuò la rossa sorridendo.
La bionda, a differenza di Ella, se ne andò in silenzio quasi correndo e le maid non ebbero il tempo di salutarla.
Dopo questo, non c’era modo di ricreare l’allegria all’interno del Princess cafè, le cameriere non erano in grado di far nascere i sorrisi sui volti dei clienti in sala.
Nessuna sapeva come gestire la situazione. Ad un certo punto un cliente si alzò ed uscì dal locale, seguito dagli altri. In meno di un minuto il locale si svuotò. Scarlett non commentò l'accaduto ed andò nel suo ufficio come se non fosse successo niente.
Gwen non poteva più rimanere ferma a guardare: non sapeva come ma avrebbe cacciato Max e Scarlett.

Dopo qualche minuto entrarono nuovi clienti che non avevano assistito al licenziamento delle due ragazze e le maid si sforzarono di apparire spensierate. Quel giorno il servizio fu pessimo.
Durante il turno lavorativo non ci furono altri spiacevoli inconvenienti, l’unica stranezza che Gwen notò fu il comportamento di Kitty: l’asiatica fissava i clienti con sguardo serio e controllava mille volte i dolci prima di consegnarli.
Verso le otto di sera, orario di chiusura, Sammy e Kitty ritornarono nelle proprie case mentre Scarlett se ne era già andata prima; quest'ultima non rimaneva mai per tutto il giorno al maid cafè, restava solo per un’oretta per controllare se tutto andasse bene.
Nel bagno erano rimaste solo Gwen e Courtney mentre Max controllava i pochi incassi del giorno.
-Court come stai?- chiese la gotica mentre si lavava le mani. Aveva ancora addosso la divisa del maid cafè mentre Courtney si era cambiata per andare via.
-Diciamo che…mi sento sempre giù - Courtney odiava quando qualcuno le chiedeva del suo stato d’animo perché non riusciva mai a fingere un sorriso. 
La castana vide il proprio riflesso allo specchio, quasi non si riconobbe: dov’era finita la Courtney energica e vincente?
-Farò qualcosa per cacciare via Scarlett, te lo assicurò- con quelle parole Gwen voleva rassicurarla, invece la fecero preoccupare.
-So quello che ha fatto Kitty a Novembre- disse Courtney seria, Gwen si aspettò un rimprovero per non aver fermato l’asiatica nella sua folle missione ma invece ricevette un’inaspettata rivelazione.
-Sua sorella mi ha confidato quello che hanno fatto e ciò che hanno scoperto. Manipolazione della mente, non ci posso credere-
-C-Cosa?- era la prima volta che Gwen sentiva quel termine al di fuori di film e serie tv.
-Non te ne ha parlato? Emma e Kitty hanno trovato dei fascicoli pieni di formule e ricerche sulla manipolazione della mente. Scarlett ha comprato il maid cafè per i suoi esperimenti, secondo le sue ricerche la mente è più propensa ad essere manipolata in un ambiente allegro- più Courtney spiegava la situazione con voce incolore più Gwen si sentì turbata.
Questa storia era iniziata con l'arrivo del capo ostile, adesso si era trasformata in una faccenda seria e pericolosa.
-Emma e Kitty non sanno ancora in che cosa consistono precisamente i suoi esperimenti. Non avrei dovuto vendere il mio adorato maid cafè a Scarlett, ma nessuno avrebbe comprato un locale con gravi debiti! Sono delusa da me stessa…- Gwen tentò di consolarla mettendo la mano sulla spalla ma Courtney la fermò con il suo sguardo spento.
-Per qualche ragione divina Kitty non è finita nei guai, non imitare il suo esempio per favore. Troverò un modo per incastrare quella strega e proteggerò i miei clienti, non fare niente di stupido- disse Courtney sperando che le sue parole potessero convincere Gwen a non compiere gesti imprudenti.
-Tranquilla, riposati e salutami Lance- la rassicurò Gwen: in quel momento l’ultima cosa che voleva era lo sconforto di Courtney. Le bugie a fin di bene erano diventate per la protagonista la sua arma per affrontare le situazioni.
Una lama a doppio taglio. 

Gwen salutò l’amica decisa a indagare: le voleva davvero bene, avrebbe fatto di tutto per aiutarla.

-Gwen sei rimasta solo tu, ti puoi muovere?!- chiese Max irritato, odiava aspettare gli altri.
-Scusa Max è che devo rimanere un po’ di più perché nel bagno qualcuno ha vomitato e devo ancora pulire. Se vuoi chiudo io il maid cafè- il più grande pregio di Gwen era anche il suo peggior difetto, ovvero di mentire senza difficoltà.
- … Va bene mi fido di te- continuò Max dandole le chiavi, avrebbe affidato la chiusura del locale anche ad uno sconosciuto per andarsene prima.
Mentre il nano viola si diresse verso la porta d'uscita, Gwen pensò tra sé e sé che lui fosse il peggior manager mai esistito.
Adesso era sola. Se non poteva chiamare la polizia, la gotica poteva dare un’occhiata all’ufficio di Scarlett e trovare i documenti che spiegavano in che cosa consistessero gli esperimenti, sarebbe stato di grande aiuto per incastrarla.
-Quella puttana non la passerà liscia- si disse Gwen ad alta voce non appena entrò nella stanza, si prese un minuto per ispezionare con occhi sgranati quello che le sembrò un laboratorio.
La gotica iniziò a controllare nell’enorme scrivania ignara che Scarlett avesse fatto installare delle telecamere nel suo ufficio dopo che Max le aveva confessato di aver perso le chiavi il mese scorso*.
La rossa malefica non rimaneva mai nel maid cafè durante la giornata perché aveva un laboratorio più sofisticato a casa sua in cui stavano tutti i veri documenti riguardo il suo grande piano.
“Non pensavo che quelle ragazze avrebbero ficcato il naso, non mi sembrava necessaria la spesa delle telecamere. Mi hai molto delusa Gwen, meriti una punizione” pensò Scarlett soddisfatta delle proprie abilità di hacker. Avrebbe distrutto la vita di Gwen comodamente sul divano di casa sua.


C’era un silenzio surreale nel Princess Cafè. In passato Gwen non avrebbe fatto caso all’assenza di rumore, adesso le suscitava inquietudine. A sedici anni era una ragazza solitaria, adesso temeva il silenzio.
Gwen, francamente, era felice di quel cambiamento. Forse la sua permanenza al maid cafè l’ha aiutata a renderla una persona migliore.
I suoi pensieri passarono in secondo piano, era pur sempre nel covo di una pazza psicopatica. La gotica trovò degli strani scarabocchi accompagnati da numeri. Se ciò che Courtney è vero, Gwen si aspettò che Scarlett avesse tenuto quei fogli al sicuro, ma in quel momento non ci fece caso.
La gotica pensò di fare delle foto, ma si accorse di aver lasciato il telefono nel salone del locale.
Uscì dallo studio del capo e trovò il suo telefono sul tavolo in cui ricordava di averlo lasciato, notò subito che in segreteria c’erano quattro chiamate perse della sua amica Dawn. Il suo stato d’animo cambiò in un secondo: si trattava sicuramente di un’emergenza. Perché lasciava sempre il telefono in modalità silenzioso?! La richiamò subito.
-Dimmi dove sei, ti prego!- esclamò Dawn agitata dall’altra parte della cornetta, Gwen non l’aveva mai sentita urlare.
-Cosa succede?-
-Avverto che ti sta per accadere qualcosa di terribile, per favore ovunque tu sia vattene!-
-Va bene!- Gwen chiuse la chiamata riflettendo su cosa era appena successo. Dalla preoccupazione era passata alla confusione. Qual era il pericolo? Scarlett sapeva già le sue intenzioni?
Gwen non ebbe il tempo di dar retta all’avvertimento che il suo telefono vibrò di nuovo per una volta. Poi due. Non smise. Sembrava che quell’oggetto stesse impazzendo, pensò a un virus ma si accorse che le stavano arrivando una marea di messaggi. Non era il suo compleanno, che stava succedendo?
-Ma che cazz…-
Alcuni compagni di classe e altri conoscenti le avevano inviato il link di un video, lo aprì nonostante i battiti del suo cuore stessero accelerando, era come se il suo corpo le stesse dicendo “spegni il telefono”.
…Era il video del ricatto.
Disponibile su Internet.
Merda.
-No no no no...NO!- non poteva fare nulla. I suoi amici l'avrebbero giudicata e nessuno si sarebbe dimenticato di ciò che mostrava il video. Tutti l’avrebbero considerata una puttana. Aveva cercato a tutti i costi di impedire ciò, aveva accettato di lavorare al maid cafè per tutelare quel segreto! Non poteva essere vero.
Chiamò Chris quindici volte. Nessuna risposta. Chiamò Chef dieci volte. Nessuna risposta. Chiamò la produzione di Total Drama con un numero trovato su internet. L’unica risposta che ricevette fu “la smetta di urlare”.
Era stato Chris a pubblicare quel video, non c'era dubbio, ma perché?
Ignorò i messaggi e chiamò l’unica persona che la faceva sempre sentire protetta e al sicuro ma allo stesso tempo era il suo complice di quella folle serata.
-Duncan ti devo parlare, ricordi quando abbiamo rubato il liquore Triple Sec in All Stars?-
-Si, dopo che mi hai lasciato abbiamo deciso di fare un’ultima pazzia insieme rubando quel liquore dall’hotel. Non ricordo nulla di quello che accadde dopo, perché ne parli ade…-
-Abbiamo scopato e un cameraman ci ha ripreso, McLean mi ha ricattato di lavorare al maid con quel video-
-Cosa?! È vero!?-  la gotica chiuse gli occhi e fece un lungo sospiro: avrebbe voluto rispondere di no, cancellare quella folle notte.
-Si… e ho anche detto insulti razzisti su Cameron- ormai che la verità era stata rivelata poteva svuotare tutto il sacco dei suoi errori più gravi.
-Dovevi dirmelo, cazzo! Perché ti sei tenuta dentro un segreto simile!-
-Non volevo passare per la troia di turno! Ho sempre creduto di fregandone del giudizio degli altri ma è più forte di me! Non posso andare in giro tranquilla che c’è un coglione mi ricorda gli sbagli che ho commesso. Non posso più vivere una vita mia-
In quel momento Gwen liberò ogni suo piccolo pensiero che aveva segregato nel suo cuore: era come una bomba ad orologeria che stava per esplodere. Aveva preferito nascondere le sue paure per non far preoccupare i suoi amici e non essere considerata una persona lamentosa, ma si rese conto che si era fatta solo del male.
-Calmati piccola…-
-Ho pensato che se si scoprisse che mi sono concessa a te, il ragazzo che ho lasciato dopo il casino del tour, non avrei potuto sopportare la valanga di insulti. Dopo che ti ho baciato a Londra sono stata chiamata troia anche dai miei amici gotici…ANCHE DAI MIEI FOTTUTISSIMI AMICI. La gente ha insultato solo me, non ti sto dando la colpa ma neanche tu eri un santo.
So che non posso farcela a gestire gli sguardi delle persone per una cosa del genere, d-d-dovrei cambiare pianeta …a-adesso l’hanno scoperto io…io…- Gwen aveva iniziato a piangere senza accorgersene.
-Prima intendevo perché non l’hai detto a me, Gwen- chiese Duncan con voce tranquilla, sembrava comprenderla. La ragazza si asciugò le lacrime.
-Perché…avevo paura di perderti. Pensavo che saresti rimasto disgustato da me, è stata mia l’idea di bere quel liquore, ricordi?-
Ci fu un attimo di silenzio, Gwen era terrorizzata al pensiero che Duncan la insulti e chiuda la chiamata lasciandola in oblio delle sue emozioni.
-Senti non permetterò che uno stupido sbaglio rovini il rapporto che stiamo ricostruendo. Affronteremo quel coglione di McLean e lo obbligheremo a rimuovere il video. Lo faremo insieme-
Sentire quelle parole eliminarono buona parte della sua agitazione, Duncan teneva davvero a lei. La felicità che Gwen provava sconfisse momentaneamente le sue potenti emozioni negative.
-Dove sei? Ti raggiungo- dopo che Gwen rispose, lo ringraziò di tutto. Doveva solo aspettarlo.
 
Gwen camminò per cinque minuti nervosamente avanti e indietro del locale, dalle porte di vetro non vide nessuno in strada.
I suoi pensieri iniziavano con la stessa domanda: perché è successo? Perché Chris aveva deciso di pubblicare quel video nonostante avesse sempre rispettato i turni di lavoro?
Non riusciva a trovare risposta o una spiegazione logica, era certa sul fatto che il Karma stesse esagerando nel punirla, Gwen non aveva già pagato abbastanza per i suoi sbagli?
Si dimenticò della sua intenzione di indagare sui piani di Scarlett e dell’avvertimento di Dawn: nel suo cuore era in corso una tempesta.
Dopo aver digerito quelle emozioni si sentì mancare il respiro, doveva prendere un po’ d’aria fresca.
Dato che non voleva correre il rischio di essere riconosciuta, uscì fuori dalla porta del retro; in quella zona desolata c'erano soltanto i bidoni dell’immondizia e un vecchio lampione.
Le notti d'inverno erano fredde e buie, Gwen le aveva sempre adorate. Guardare il cielo l’aveva sempre tranquillizzata, questa volta ci voleva un miracolo.
La gotica riuscì a respirare normalmente e si calmò un poco…ma all’improvviso qualcuno le prese con forza il braccio. Tentò di liberarsi ma lo sconosciuto era troppo forte.
Gwen osservò spaventata il volto del suo aggressore illuminato dalla luce artificiale, si focalizzò sul fisico robusto, occhi color zaffiro famigliari e un sorriso beffardo. Forse aveva una quarantina d'anni.
-Mi lasci andare cazzo!-
-Che ci fai tutta sola?-
Il cuore di Gwen stava per esplodere. Prima il video e adesso questo.
“Il mondo ce la sta mettendo tutta per farti passare il giorno peggiore della tua vita” pensò Gwen mentre cercava di liberare il braccio da quella maledetta presa. Stava diventando rosso.
-Chi cazzo sei- urlò sperando che nelle vicinanze qualcuno senta la sua voce spaventata e disperata. Ma sapeva che era inutile: la porta sul retro portava in una zona in cui raramente passava qualcuno. Era in trappola.
-Non ha importanza…lo sai quanto tempo ho atteso questo momento? Finalmente sei tutta sola con questo vestito sexy-
“Non vorrà…” pensò Gwen terrorizzata, doveva continuare a combattere. Sicuramente quell'uomo era uno stalker e questo era il momento perfetto per aggredirla.

Prima che quell’uomo poté trascinarla all'interno del Princess cafè vuoto, Gwen sentì il braccio libero. La gotica, mentre si massaggiò il braccio, udì un gemito di dolore: lo sconosciuto era sull’asfalto dolorante e difronte a lui c'era un ragazzo in piedi. Deve essere stato quest’ultimo a spingerlo.
Gwen riconobbe la cresta verde. Come faceva a sapere che si trovava nel retro del locale? Gwen si aspettò di scappare con lui e chiamare la polizia, tuttavia l'uomo si riprese in fretta e non ci pensò due volte a contrattaccare.
Gwen assistete allo scontro paralizzata dalla paura: era coinvolto il ragazzo che amava.
-Brutto stronzo cosa credevi di fare- urlò Duncan mentre tirava pugni e incassava colpi. I due si pestarono davanti agli occhi di una spaventata e vulnerabile Gwen: si pentì di essere debole, di lasciarsi salvare.
L’uomo dagli occhi color zaffiro scagliò Duncan verso i bidoni dell’immondizia. Approfittò del tempo in cui Duncan si riprese dal colpo per estrarre un coltello. Il coltello più grande e affilato che avesse mai visto.
-Non dovevi metterti in mezzo figlio di puttana-
Gwen voleva che lo scontro finisca in quell’istante. Tremava di paura… No non poteva rimanere ferma. Aveva già affrontato un serial killer nel reality, doveva eliminare ogni esitazione.
La gotica utilizzò tutta la sua forza per prendere la rincorsa e spingere lo sconosciuto per terra, quest’ultimo non se lo aspettò. Nell’impatto cadde anche lei.
Si rialzarono subito e il coltello era ancora ben saldo nella mano destra dell’uomo. Gwen voleva allontanare l'arma dal mirino di Duncan, adesso era rivolta verso di lei.
-Brutta stronza…- il punk afferrò il braccio dell’uomo prima che riuscisse a colpirla.
-Vattene Gwen!- urlò e con il braccio libero spinse via la ragazza per allontanarla.
La gotica non aveva intenzione di abbandonarlo. Aveva una terribile paura di lasciarlo solo, ma era completamente inutile. Non trovava il cellulare nella sua tasca per chiamare aiuto.
Duncan e lo sconosciuto continuarono a combattere. Il ragazzo, nonostante la poca luce disponibile, schivò i colpi di quel coltello e, con una forza quasi sovraumana, prese la camicia dello sconosciuto e lo spinse verso il muro.
Non gli diede il tempo di spostarsi: come un leone il ragazzo si avventò sull’uomo e gli afferrò le spalle. Lo urtò e la testa dell’uomo colpì in modo violento il muro una volta, due, tre…Duncan doveva colpire il cranio abbastanza forte da farlo svenire, oppure ucciderlo.
Continuò a strattonarlo in preda a una rabbia quasi animalesca, a causa del buio non si poteva vedere che il muro si stava ricoprendo di sangue.
Duncan era in vantaggio e l’uomo sembrava incapace di reagire, ma il ragazzo non notò che lo sconosciuto riusciva a muovere un braccio. Era il braccio destro.
All’ultimo colpo quasi fatale, l’uomo dagli occhi color zaffiro riuscì a pugnalare Duncan allo stomaco.
-NO!-

Mentre lo sconosciuto perdeva i sensi facendo cadere il coltello per terra, Gwen si precipitò verso Duncan, non osava immaginare il dolore che stava provando. Avrebbe dato qualsiasi cosa per stare al suo posto.
-Duncan ti prego non lasciarmi- urlò disperata. Il suo visto sofferente era insopportabile alla vista della gotica. Cazzo se odiava quel giorno.
-L’importante è che…tu stia b-bene- riuscì a sussurrare: non era arrabbiato, solo stanco.
Gwen non riusciva a distogliere lo sguardo dalla profonda ferita sullo stomaco di Duncan. La divisa da maid era sporca del sangue del suo salvatore.
Se solo le sue parole avessero potuto fermare ciò che stava accadendo.
Se solo la sua disperazione le avesse donato forza
Se solo il tempo si fosse fermato
.
La voce di Duncan spezzò i suoi pensieri.
-S-Sai avrei voluto…salvarti più volte…c-come Mike ha fatto con Zoey- parlò Duncan nonostante il dolore. L’unico pensiero di cui gli importava…era Gwen.
-Non posso vivere senza di te! Per favore resisti-
Non poteva perderlo. Ma non sapeva come fermare l’emorragia. Doveva cercare aiuto ma non poteva lasciarlo solo. Dove cazzo era il suo cellulare? Perché nessuno aveva sentito le sue urla disperate?
Il peggior incubo della protagonista si realizzò davanti ai suoi fragili occhi: Duncan morì in un lago di sangue.
La gotica abbracciò il cadavere del suo amato versando tutte le sue lacrime. Le promesse strappate via da una pugnalata.

-Ti amo, Duncan. Forse non ci sarà momento giusto per dirtelo-
-Lo so-
-Ma non mi sento pronta per riprovarci. Ho paura.-
-Non è per caso a causa del tuo lavoro al maid cafè?-
-Che c'entra…certo che no. Devo riparare ai miei errori e aggiustare la mia vita…non capiresti-
-Aspetterò anche cent’anni-

La sua vita non sarebbe mai stata completa senza Duncan. Era colpa sua se era stato pugnalato.
Quando sentì le sirene della polizia, Gwen non sentì più nulla, neanche i battiti del suo cuore: il mondo per lei era morto.
Qualcuno cancelli questo giorno per favore.




*nel capitolo 15 Kitty lascia le chiavi che aveva rubato a Max su un tavolo. Quando quest’ultimo torna nel maid cafè per prendere quelle di riserva (perché credeva di aver perso le sue chiavi) prende quelle sul tavolo credendo che siano quelle di riserva invece erano le chiavi che aveva avuto dall’inizio. Spero di essermi spiegata.


👑💎 Angolo Autrice 💎👑
La scelta di far morire Duncan non c'entra con il mio stato d'animo accennato nell'angolo autrice dello scorso capitolo: ho già deciso la sua sorte nel 2018 (però ho cambiato completamente il modo in cui avviene, la prima idea era stupida e non aveva senso)
Negli ultimi capitoli ho “trascurato” pian piano la parte allegra delle giornate al maid cafè per prepararvi a questo. Il rating della storia è giallo perché avevo ben in mente questo capitolo.
Non so se sia stata una scelta azzardata o che sarà approvata, ma io non me ne pento anche se forse avrò perso metà dei miei lettori.

Nella parte in cui Gwen si sfoga al telefono mi sono messa a piangere mentre la scrivevo: la disperazione della gotica che ho creato mi ha fatto davvero stare male (sono più sensibile in sto’ periodo ma dettagli).
Ringrazio per chi mi ha seguita fin qui e…mi dispiace di aver ucciso Duncan…

P.S.: Lindsay doveva andarsene dal maid cafè moooolto prima, ma non avevo mai trovato occasione.
P.S.n.2: in questo capitolo Gwen parla brevemente dei suoi amici gotici, vi ricordate che li aveva accennati tempo fa?
Capitolo 2
(ritorno a scuola) -Gwen ci sono altri che devi salutare?-
-No, non penserai che mi sia inventata la storia della solitaria e che non è mai andata a una festa-
-Ah, non pensavo quello. Ricordo che avevi degli amici gotici, frequentano…- -E’ finita male- si limitò a dire, Mike non aggiunse altro.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > A tutto reality/Total Drama / Vai alla pagina dell'autore: Queen FalseHearth