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Autore: The_Real_W    25/07/2020    1 recensioni
1991, Eija Tarakovi scopre di essere un mago e parte sull'Espresso per Hogwarts nello stesso anno del famoso Harry Potter.
Ha inizio la sua nuova vita nel mondo della magia.
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Neville Paciock, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Il binario nove e tre quarti, dapprima silenzioso, iniziava a riempirsi del vociare di studenti e genitori. La partenza era fissata per le undici in punto, ma mancava ancora mezz'ora ed Eija guardava fuori dal finestrino con la testa sostenuta dal braccio sinistro infossato nel sedile foderato in morbida pelle nera, gli occhi spenti, persi nel vuoto, annoiati e la gamba destra che oscillava avanti e indietro picchiettando contro il suo baule infilato sotto al sedile, ma senza toccare per terra.

Toc. Toc.

Era stato Albus Silente, un vecchio mago con una lunga barba argentea, gli occhiali a mezza luna e il naso adunco, ad accompagnarlo al binario; gli aveva consegnato la scatola nera rettangolare in cui era riposta la sua bacchetta magica, acquistata molti mesi avanti, e lo aveva salutato. Eija lo aveva guardato sparire via in un istante. La smaterializzazione (come l'aveva chiamata Silente) lo affascinava, nonostante il giorno in cui era stato portato a Diagon Alley, proprio lo stesso giorno in cui aveva scoperto di essere un mago, fosse stato male dopo averla provata sulla sua pelle; tuttavia il vecchio mago gli aveva fatto i complimenti per non aver vomitato, cosa che sembrava succedere a molti la prima volta. Silente gli aveva spiegato che la materializzazione era uno dei "mezzi di trasporto" principali dei maghi insieme alle passaporte, ai manici di scopa e alla polvere volante (il cui nome può trarre in inganno dal momento che si usa per muoversi fra i camini della metropolvere e non per volare effettivamente), inoltre erano in programma dei corsi per apprendere la materializzazione durante il sesto anno in modo che quando tutti avessero compiuto diciassette anni, età in cui eri riconosciuto come adulto nel mondo magico, sarebbero stati in grado di eseguirla correttamente e ottenere la licenza dal Ministero della Magia, ovvero l'istituzione che si occupava di controllare il mondo magico inglese guidata dal Ministro Cornelius Caramel: l'uomo da cui era andato Silente e il motivo per cui era arrivato al binario così tanto in anticipo.

Toc. Toc.

Nell'attesa di partire aveva finito di leggere per la terza volta il libro Storia di Hogwarts che ora gli riposava in grembo chiuso mentre il ragazzo guardava fuori dal finestrino. La fiumana di persone sul binario gli ricordava la giornata di "visita" all'orfanotrofio in cui tutti dovevano essere perfetti per l'arrivo dell'orda di potenziali genitori e donatori volontari. Gli era sempre sembrata una sfilata di un circo o di uno zoo in cui i turisti guardavano non animali, bensì bambini lavati a forza con l'acqua fredda, vestiti con abiti vecchi di almeno un decennio, truccati rigorosamente dalla direttrice per nascondere il pallore della leggera malnutrizione e soprattutto fermi immobili, in riga, senza parlare, senza giocare, senza quasi respirare per tutto il tempo in cui i cosiddetti "adulti" bevevano, ridevano e si stravaccavano sulle poltroncine in velluto preparate apposta per l'occasione. Eija odiava l'orfanotrofio e, quando Silente gli aveva detto che sarebbe andato in una scuola di magia per nove mesi all'anno per i successivi sette anni, per la prima volta in vita sua aveva provato gioia, sollievo e liberazione. Poco male che sarebbe dovuto tornare per l'estate e che non avrebbe evitato la giornata di "visita" anche l'anno prossimo, nove mesi lontano da quello schifo di posto erano il massimo. Un luogo nuovo... nessuno che lo conosceva... magari sarebbe riuscito a farsi anche un amico. E poi, poteva usare la magia!

Toc. Toc.

Nella sua memoria c'erano dei ricordi strani: una volta, per esempio, stava leggendo un libro che era stato dimenticato su uno dei tavoli del refettorio durante il suo turno di pulizia e alcuni bambini più grandi avevano iniziato a fargli i dispetti. Fin dalla nascita Eija aveva un udito molto sviluppato e non sopportava i rumori forti. I bulli lo sapevano e la loro attività preferita era diventata urlargli nelle orecchie a tradimento. Per quanto Eija fosse un ragazzino paziente, quello era davvero troppo da sopportare e la rabbia cresceva dentro di lui, una rabbia che proveniva dal basso, dalle viscere. Quel giorno lo avevano già tormentato più del solito, il silenzio era l'unica cosa che desiderava... e la ottenne. Tutti i ragazzini avevano improvvisamente perso la voce: le loro bocche si aprivano, ma non usciva alcun suono. Nel refettorio era calato il silenzio.

Toc. Toc.

Dopo questo e una piccola serie di altri avvenimenti strani non stupisce che aveva creduto subito al professor Silente, la sua voglia di uscire da quel buco di orfanotrofio era così grande che aveva chiesto di essere portato a comprare il materiale scolastico il giorno stesso. Il vecchio mago lo aveva sorpreso acconsentendo e i due si erano smaterializzati insieme. Girarono tutta Diagon Alley e comprarono anche la bacchetta che il professore aveva cortesemente custodito per lui fino al giorno della partenza per motivi di sicurezza e per non rischiare che altri la rompessero credendolo un giocattolo.

Toc.

Il signor Olivander gli era sembrato un tipo curioso, i due si erano fissati negli occhi per un lungo tempo prima che Silente richiamasse la sua attenzione. Il venditore di bacchette sembrava molto sorpreso dal gioco di sguardi a suo dire insolito per un ragazzino di 11 anni, ma aveva proceduto alle misurazioni senza perdere altro tempo e dopo molti tentativi aveva trovato la bacchetta giusta: legno di Faggio e crine di unicorno, 9.1 pollici, sorprendentemente flessibile.

Toc.

Eija l'aveva riconosciuta per lo strano calore che dal braccio si era diffuso in tutto il suo corpo, era una sensazione strana e indescrivibile, se l'avesse tradotta in parole, non sarebbe stata molto diversa dalla frase: "Prendimi, mi fido di te".

Toc.

Mise da parte il libro e si alzò in piedi stiracchiandosi, poi aprì il baule in fretta e ne estrasse la scatola che conteneva la bacchetta. Aveva letto più volte tutti i libri del primo anno nei mesi passati e ricordava a memoria gli incanti e i movimenti da compiere per ogni incantesimo, così come gli effetti e i vari dettagli secondari; puntò la bacchetta contro al sedile di fronte e fece due bei respiri profondi. Nel mondo magico c'era una legge che vietava l'utilizzo della magia da parte dei minori di diciassette anni al di fuori del territorio scolastico di cui facevano parte anche l'espresso e il binario nove e tre quarti. Chi infrangeva la legge rischiava l'espulsione dalla scuola di magia e stregoneria, ma Eija aveva letto Storia di Hogwarts ed era a conoscenza delle regole, pertanto era sicuro di poter provare tutti gli incantesimi che voleva, quante volte voleva.

"Lumos" sussurrò.

La punta della sua bacchetta emise una luce azzurrina debole, ma sostenuta. Era come se un sesto senso rimasto sopito dentro di lui per undici anni fosse tornato a funzionare, appena scoperto, ma famigliare, lo sentiva suo e l'intensità della luce aumentava man mano che manteneva la magia attiva. Prima che la luce attirasse l'attenzione delle persone fuori, però, la spense mormorando "Nox" e decise di passare all'incanto di levitazione puntando la bacchetta contro il coperchio della scatola nera appoggiata sul sedile di fronte. Le indicazioni del libro di testo erano molto precise, infatti recitava: agitare e flettere il polso mentre si pronuncia l'incantesimo.

"Wingardium Leviosa!"

Il coperchio non si mosse di un millimetro.

Ripassò nella sua mente tutte le istruzioni e riprovò, ma la scatola rimase ferma. Eija era perplesso: il movimento era giusto, lo aveva eseguito esattamente come era descritto, senza errori.

Forse lo sto dicendo sbagliato.

Pensò.

Provò a variare la posizione degli accenti diverse volte, e diede spazio ad almeno due tentativi per ogni variazione. Non ci volle molto per trovare la combinazione corretta e non appena ebbe eseguito l'incantesimo, il coperchio della scatola cominciò a vibrare e lentamente a sollevarsi dal sedile di qualche centimetro, per poi ricadere di colpo a causa della perdita di concentrazione data dalla sorpresa.

Devo imparare a controllare meglio la discesa.

Pensò con un mezzo sorriso sul volto.

   
 
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