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Autore: Nikita Danaan    26/07/2020    0 recensioni
"La storia di due giovani che cambieranno le tradizioni di una tribù".
Una frase all'apparenza semplice ma che racchiude il succo della trama. Entrate a dare un'occhiata se ne siete incuriositi!
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Samira fu richiamata al presente dalla voce della sua migliore amica, che la stava chiamando da lontano.
“Scusa Sami se ho fatto tardi, ma ho incontrato Hassan poco fa e mi sono fermata a parlare con lui”.
Martha, appena la raggiunse, si prese un po’ di tempo per prendere fiato e poi si sedette accanto all’amica.
“Tranquilla, nessun problema, anzi mi fa piacere che te e Hassan andiate così d’accordo” le disse Samira. Nell’ultimo anno i due ex schiavi si erano avvicinati molto, inizialmente più che altro per il triste passato che li accomunava, ma poi Martha le aveva detto che era stato il primo a cui aveva mostrato la bruciatura rimastale da quel famoso giorno della marchiatura. Nemmeno Samira l’aveva mai vista, poiché la ragazza se ne vergognava profondamente, ma se l’aveva mostrata ad Hassan significava che si era instaurato un forte legame tra i due.
Martha arrossì lievemente e abbassò lo sguardo “Scusami se non l’ho mai mostrata a te…”. “Marti, non mi devi chiedere scusa. L’hai fatta vedere a lui perché te la sentivi. Non ce l’ho assolutamente con te” concluse sorridendole.
La ragazza le sorrise a sua volta “Un giorno magari la mostrerò anche a te. Ora è diverso, le cose sono cambiate. La Majà si è scusata con me per questo” disse portandosi una mano a toccare la schiena “e l’ho vista sinceramente pentita. Ora non è più la mia vergogna, il mio passato, ma potrà servire agli altri per far sì che nessuno subisca più ciò che abbiamo subito noi ex schiavi”.
Samira annuì “Sono fiera di te”.
Martha replicò “Anch’io. Tu sei stata colei che ha permesso tutto questo, insieme ad Aayan. Non mi stupirei se veniste eletti nuovi Capi tribù”.
“Ma che dici? No, non credo che sarei in grado di esserlo”.
“Secondo me, la Majà e il Pajà vi stanno tenendo seriamente in considerazione. Adesso magari è presto, però più avanti potrebbero proporvi come successori. Siete certamente i più indicati”.
Samira corrucciò la fronte, poco convinta dalle parole di Martha “Non lo so, staremo a vedere. Ora so solo che dobbiamo pensare al mio matrimonio”.
Mentre pronunciava l’ultima parola, le guance della ragazza si colorarono di rosso. Dopo essersi occupati di cambiare le cose dall’interno della tribù, per festeggiare l’abolizione della schiavitù e la fine dei balli tradizionali Aayan l’aveva portata a mangiare nella radura dei fiori luminosi.
“Che bella serata! Stasera i fiori sono ancora più luminosi del solito” esclamò entusiasta la ragazza.
“Mi fa piacere vederti felice” rispose Aayan con uno strano tono di voce.
Samira si girò a fissarlo perplessa. La guardava di sottecchi e teneva le mani dietro la schiena. Non capiva proprio quel suo atteggiamento.
Il ragazzo prese un profondo respiro e iniziò a parlare "Samira, ti ricordi quella volta che hai salvato Hassan dal giaguaro?”.
Ella annuì.
“Ti ricordi anche ciò che dissi rivolgendomi ai ragazzi che erano con me e che non volevano aiutare Hassan?”.
Samira scosse la testa, sentendosi sempre più confusa. Non capiva dove stava andando a parare.
“Beh, io dissi “a differenza vostra Samira è una persona ammirevole", ma in verità avrei voluto aggiungere a quella frase “a differenza vostra e anche mia”, ma la vergogna di ammettere davanti a te che non ero la persona valente che tutta la tribù credeva mi ha bloccato”.
Smise di parlare per formulare nella sua mente il successivo pezzo del discorso che si era preparato.
Samira ormai aveva capito dove voleva arrivare. Pensava che Aayan si sentisse ancora in colpa per non esserle stata accanto per quegli anni in cui veniva emarginata anche lei e per non aver aiutato prima Hassan ad avere giustizia.
Ma Aayan, appena capì che lei voleva fermarlo, riprese a parlare "Ora voglio stare con te, voglio essere davvero degno di essere il tuo compagno di vita. Penso che all'inizio mi sentivo attratto da te, perché inconsciamente mi sentivo in colpa e cercavo di fare ammenda. Però poi, grazie a tutto il tempo passato insieme, ho imparato a conoscerti e ad amarti per davvero. Prima era solo un sentimento immaturo, ora sento che è qualcosa di più profondo. Adesso siamo riusciti insieme a cambiare le cose, ho rimediato ai miei errori e ora sono certo di essere una persona migliore, di essere forse la persona degna di starti accanto".
E fu lì che portò la sua mano avanti per mostrare a Samira cosa nascondeva nel suo palmo: un anello d’oro.
La ragazza sgranò gli occhi riuscendo a sussurrare solamente “Aayan…”.
“Samira, vuoi sposarmi?”.
Lei si portò le mani davanti alla bocca.
Dopo qualche secondo di esitazione, se le tolse e le portò sopra a quella di Aayan che teneva l’anello. “Tu non sei la persona che è degna di stare al mio fianco”.
Per un attimo il ragazzo temette che lei non lo volesse sposare.
“Tu sei la persona che amo e con cui voglio stare. Ti amo per quello che sei, ti amo perché conosci le tue debolezze, mi hai aiutato a cambiare le regole della tribù e mi sei stato accanto”. Gli sorrise per poi esclamare “Certo che lo voglio!”.
I due si abbracciarono felici e si strinsero come se non volessero più lasciarsi andare.
“Il tempo vola, eh?” la distolse dai suoi ricordi Martha.
“Già, sono così emozionata!” le disse l’amica, euforica.
“Posso solo immaginare. Chissà come sarà il mio matrimonio” sospirò trasognata Martha. Sospiro che non sfuggì a Samira.
“Credo di sapere con chi vorresti sposarti…”.
Martha arrossì violentemente e sbottò “Non è vero, ti sbagli!”.
Sì alzò di scatto e strattonò la mano dell’amica, mano sulla quale si poteva vedere sul suo anulare l’anello.
“Forza, sbrighiamoci! Ora dobbiamo pensare al tuo matrimonio!” e la trascinò verso la tenda della sarta. Samira non poté fare a meno di ridere.  
 
***
Quella sera si tenne il matrimonio di Aayan e Samira. Lei era vestita con un lungo abito di seta color sabbia, i capelli erano acconciati con i fiori luminosi e tra le mani reggeva un bouquet con i medesimi fiori.
Aayan portava un vestito sempre color sabbia, i pantaloni dal taglio elegante e sopra aveva una pelliccia.
Dopo essersi giurati eterno amore si baciarono appassionatamente. Tutti ballarono come preferirono, ormai le vecchie tradizioni tossiche erano state rotte e quella sera se ne crearono di nuove.
Gli abiti di Samira e Aayan non erano quelli tradizionali, ma li avevano scelti loro.
Fu invitato anche il popolo degli Yohamna a partecipare, per iniziare a scrivere una nuova storia più felice.
Sempre quella sera Samira perdonò i suoi genitori, che erano venuti al matrimonio per scusarsi con la loro figlia per averla fatta soffrire, a cui aveva comunque sempre voluto bene. La famiglia, di nuovo riunita e con l’aggiunta di Aayan e dei suoi genitori, si abbracciò e dichiararono di essere fieri dei loro figli e di ciò che avevano fatto per la tribù. Anche Zafira si avvicinò a loro per scusarsi con Samira e la ragazza la perdonò. La giovane dai capelli biondi le pareva sinceramente pentita e propensa a voler cambiare la tribù in meglio.
In disparte si trovavano Hassan e Martha che, quasi senza accorgersene, si tennero per mano. Quando sentirono le proprie dita intrecciarsi con quelle dell’altro, si guardarono sorridendosi teneramente.
La tribù Yokuja era cambiata.
La storia, iniziata con una danza, è giunta al termine sempre danzando, ma stavolta danzando con gioia e tutti insieme.
Senza più ceti sociali, senza tradizioni soffocanti, senza più ipocrisia,
Una comunità finalmente unita davvero nell’amore e nella fratellanza.
 
Angolo dell’autrice
Si è conclusa la storia del popolo Yokuja.
Ringrazio tutti coloro che hanno letto fino a qui e spero che abbiate apprezzato questa storia.
Alla prossima!
Nikita Danaan
   
 
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