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Autore: ProjectNova    29/07/2020    0 recensioni
Ha perso tutto ciò che le era più caro, ma ora ha l'opportunità di cambiare il corso degli eventi. Resterà fedele alla sua natura di arma o cambierà il suo destino?
Attenzione: Spoiler se non avete visto TUTTA la serie.
Ambientata con le TMNT del 2012.
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2

Nonostante fosse aria di compiti in classe la giornata era iniziata tranquilla e i corridoi della Roosevelt High School cominciarono a liberarsi degli studenti poco a poco, April e Casey rimasero fra gli ultimi ritardatari ad essere ancora davanti gli armadietti.

Il ragazzo sfoggiò uno dei suoi migliori sorrisi ad April che ridacchiò pensando a quanto fosse stupido il suo amico.

April: "Casey, ti ho già detto di no, non ora." confermò estraendo i libri di chimica dall'armadietto.

Casey: "Ma non ti ho ancora chiesto niente!" rispose il ragazzo deluso.

April: "Volevi chiedermi di uscire, guarda che lo so."

Casey fece per pensarci, un'espressione contrariata gli caratterizzò il volto "Mi hai di nuovo letto nel pensiero?"

April: "Posso farlo ma non mi serve, questa è pura intuizione." ridacchiò di nuovo.

Casey: "Okay, ma non voglio estranei nel mio cervello O'Neil!" rispose cercando una certa compostezza.

April stava per ribattere quando sentì qualcosa toccarle la schiena.

"Ehm, scusatemi... avrei bisogno di aiuto..."

Si voltarono entrambi nell'udire quella flebile voce così calma e pacata, stonava davvero molto con l'ambiente circostante e Casey inarcò le sopracciglia nel constatare come quella figura così esile potesse frequentare il liceo.

Dal tono di voce, sotto quell'enorme frangetta corvina che le copriva metà viso doveva nascondersi una ragazza, asiatica probabilmente. Indossava una felpa viola scuro di almeno due taglie in più in netto contrasto con i jeans, che al contrario dovevano essere parecchio attillati. In un secondo momento, Casey rimase sbalordito della lunghezza dei suoi capelli… toccavano addirittura le caviglie, non ne aveva mai visti di così lunghi. C'era però da ammettere che la costituzione minuta in qualche modo la rendeva quasi graziosa.

Si, sembrava essere molto più piccola dei due ma sul momento non seppero dire di quanto.

April: "Oh, ehm, buongiorno! Dimmi pure." April non lo diede a vedere tuttavia quell'incontro la prese di sorpresa, per qualche motivo non l'aveva percepita avvicinarsi.

La ragazza si strinse nelle spalle ma non voltò mai il capo altrove mentre parlava. "Ecco… piacere, mi chiamo Anna, e questo è mio primo giorno..." prese fiato per un breve attimo.

"Cercavo aula di sce-sci... ehm sciez-"

April: "Scienze?" completò la frase vedendo la ragazza in difficoltà.

Anna annuì, le sue guance si colorarono di rosso per l'imbarazzo, Casey invece continuava a squadrarla come se stesse cercando di scorgere qualcosa sotto tutti quei capelli.

Anna: "Scusatemi, non sono ancora brava con vostra lingua." Fece un piccolo inchino con il capo.

April e Casey non batterono ciglio anche se da loro quel gesto cortese appariva inusuale.

La rossa le indicò la direzione ma si offrì gentilmente di accompagnarla, scoprendo poi con stupore dalla tessera scolastica appesa allo zaino della nuova arrivata che frequentava il suo stesso anno.

April: "Onestamente ti avevo scambiata per una studentessa del primo anno!" affermò spalancando leggermente gli occhi.

Anna sorrise "Si, me lo dicono tutti..." strinse a sé i libri che portava fra le braccia seguendo la nuova compagna a passo svelto.

Casey al contrario rimase indietro imbambolato di fronte gli armadietti, fissava la folta chioma nera voltare l'angolo prima di essere svegliato bruscamente dalle sue congetture mentali dalla prima campanella.

Casey: "Ehi! Aspettatemi!"

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Nel mentre Donatello era rientrato al rifugio, con un'aria mista a frustrazione e impazienza. Salutò con un cenno Michelangelo che stava guardando la TV per dirigersi subito dopo in cucina cercando qualcosa da mettere sotto i denti.

Raf: "Oh! Ma guarda chi ci degna della sua presenza!" Raffaello diede un piccolo buffetto dietro la nuca di Donatello, trascinò malamente la sedia da sotto il tavolo e si sedette con un gesto brusco.

Donatello lo guardò interrogativamente "Ciao Raf..." Aprì il frigo, non c'era molto. Ne tirò fuori un mezzo panino al formaggio del giorno prima. Voleva mangiarselo nel laboratorio ma sapeva che sarebbe stato meglio evitare in quel momento.

Raf: "Dai, siediti." Girò il viso verso il salotto "Ehi Mikey! Alza le chiappe e chiama Leo!"

Dal salotto si sentì un verso di consenso e Raffaello soddisfatto tornò a guardare Donatello. Quest'ultimo lo fissò interdetto. "Bhe, che c'è?"

Raf: "C'è che qui bisogna parlare dei problemi seri, e tu che sei il cervello del gruppo ci aiuterai a trovare-una-soluzione." Disse battendo 3 volte il dito sul tavolo. Scandí bene le parole per essere sicuro che suo fratello percepisse bene il concetto.

Donnie: "Che tipo di problemi seri?"

Leo: "L'insonnia di Michelangelo sarebbe già un buon punto di partenza."

Leonardo si avvicinò al tavolo portandosi dietro dei fogli e Michelangelo saltellava poco dietro di lui. Si sedettero tutti assieme come non facevano da tempo, gli parve strano ma anche davvero piacevole.

Donnie guardò Mikey pensando alla frase di poco prima.

Donnie: "Fatemi indovinare… Ancora quell'incubo?"

Raf: "Va sempre peggio, oggi ha urlato molto più forte delle altre volte!"

Leo annuì confermando "Non si può andare avanti così."

Michelangelo mugulò, non sapeva che altro dire "Il problema è che non mi ricordo assolutamente niente di quello che sogno."

Donatello sbatté qualche volta le palpebre prima di parlare. "Beh, così è difficile darti una mano."

Raf: "Non puoi sondargli il cervello con quell'aggeggio che hai usato per i poteri di April?" Si intromise alzando il tono di voce.

Donatello subito negò con la testa. "Quell'aggeggio, come lo chiami tu ha uno scopo completamente diverso, non l'ho costruito per sondare i cervelli!".

Leo: "Quindi non ti viene in mente nulla?"

Donnie: "Beh... potremmo provare a chiedere ad Apr-" si bloccò non terminando la frase. "No, lasciate stare, nel caso cercherò di inventarmi qualcosa."

Leonardo mandò uno sguardo d'intesa a Raffaello mentre Michelangelo giocava piegando gli angoli dei fogli portati dal fratello leader.

Leo: "Donnie, lungi da me farmi gli affari tuoi ma, è successo qualcosa fra te e April?"

Donatello sobbalzò dalla sedie "N-no, cosa te lo fa pensare?"

Quella divenne la reazione sospetta che stava per dare il via ad un reale terzo grado.

Leo: "Senti, stai sempre chiuso in laboratorio, salti gli allenamenti mattutini e stai zitto per praticamente tutto il tempo."

Mikey: "E fidati che il vero problema di Leo è che salti gli allenamenti."

Leonardo tirò una brutta occhiataccia a Michelangelo mentre tornava sul discorso. "Cosa ti succede, siamo sempre tuoi fratelli, con noi puoi parlare…"

Calò il silenzio per qualche secondo, il ticchettio dell'orologio da muro riusciva a frenare un poco la tensione generale presente nella stanza. Donatello si alzò senza far rumore, diede le spalle alla sua famiglia, appoggiò frustrato la fronte sul muro grigio e chiuse gli occhi.

Pensò intensamente se esternare i suoi dubbi fosse una giusta mossa ma in cuor suo voleva liberarsi dei dubbi che stava covando ormai da interi mesi. Avrebbe preso volentieri il muro a testate.

Donnie: "Ecco, April ed io… o meglio April mi ha baciato…"

Michelangelo saltò dalla sedia con gli occhi pieni di pura gioia "Dobbiamo festeggiare!" Raffaello si sporse allungando il braccio per riportarlo a sedere.

Raf: "Ooookay, se nessuno ha il coraggio di dirlo, lo dico io."

Leo: "Raf…" cercò di fermarlo ma senza un reale risultato.

Raf: " Punto 1, non è una novità. Punto 2, finalmente è arrivato anche per te il tempo delle mele no? Perché devi fare il muso da cavallo?"

Leonardo incrociò le braccia portando indietro la schiena "Detesto ammetterlo Donnie, ma Raf ha ragione. Sono anni che le stai dietro e anzi, stando agli ultimi giorni pensavamo tutti che foste fidanzati."

Mikey: "State sempre appiccicati." Concluse Michelangelo con un'aria annoiata.

Donatello non si voltò, rimase attaccato al muro per cercare le parole giuste, fallendo nell'intento.

"Fidanzati? Appiccicati, eh? Quindi è così che ci vedete?"

Ci fu un piccolo mugolio di quasi consenso fra i tre seduti al tavolo. Donatello allora decise di staccarsi dalla parete, si sedette e coprì di tutta fretta il viso fra le braccia.

Raffaello non sapeva bene cosa fosse giusto fare finché non sentì un mormorio dietro quel misero tentativo di nascondersi.

Raf: "Donnie, ma… stai piangendo?" Chiese visibilmente preoccupato.

Leonardo e Michelangelo allora si sporsero quel tanto che bastava per sentire una qualsiasi risposta.

Donnie: "Noh, sniff..." se avesse continuato a parlare sarebbe scoppiato in lacrime e l'ultima cosa che voleva era farlo davanti ai suoi fratelli. Si asciugò gli occhi lucidi con il palmo destro, e con l'altra mano cercava goffamente di indicare i fogli che Leonardo aveva portato con sé.

Donnie: "Sniff, che sono quei fogli Leo?"

A Leonardo scappò un sonoro e frustrato sospiro, se Donnie non voleva affrontare i suoi demoni con loro non poteva costringerlo, mandò un'ultima occhiata a Raffaello, dal mucchio prese la carta più grande, colorata interamente di azzurro e la stese ben bene soddisfatto sul tavolo.

Mickey: "Cos'è questa mappa Leo?"

Leo: "Il piano di questa notte."

   
 
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