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Autore: elev    30/07/2020    1 recensioni
Liam e Daniel sono amici fin dalle elementari.
Riflessivo e leale il primo, festaiolo e scansafatiche il secondo, seppur caratterialmente opposti si conoscono come le proprie tasche e sono legati da una stretta amicizia in cui condividono tutto: passioni, speranze, drammi, le corse spericolate in moto e il loro sogno più grande: correre fianco-fianco in un vero campionato.
Quando però la vita si mette di traverso rivoluzionandone i piani, coinvolgendo sentimenti imprevisti e mettendo in discussione anche un forte legame come il loro, improvvisamente rincorrere il sogno diventerà più complicato. Starà ai due ragazzi saper riconoscere il cammino giusto per sé senza dover rinunciare ad un’amicizia per la vita.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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***
Nina

Dopo quello che è successo il primo giorno di scuola e la notte successiva, Daniel ha cominciato a darmi il tormento scusandosi in mille modi per quello che aveva fatto. Forse era davvero sincero e per farmi lasciare in pace ho dovuto promettergli che almeno potevamo rimanere amici. Lui ha sbuffato acconsentendo alle mie condizioni. Il resto della settimana l’ho passato tappata in casa senza vedere e sentire nessuno. Daniel starà via qualche giorno, così mi ha detto. Anche mio padre e Claire ci hanno provato in tutti i modi ad estorcermi qualche spiegazione riguardo il mio comportamento ma io ho preferito rimanere nel mio silenzio. Il mio stato di ameba mi si cuciva addosso alla perfezione.

Stamattina invece la voce inconfondibile di Dan mi ha annunciato senza preamboli il suo ritorno attraverso il citofono: “mi accompagneresti in un posto?” Mi ha chiesto.
Non capisco cosa si sia messo in testa, se pensa davvero che farmi uscire serva a farmi cambiare idea su di noi o a farmi stare meglio si sbaglia di grosso. Mi è parso subito strano il fatto che fosse vento in auto. A Daniel non era mai fregato niente di prendere la patente della macchina, aveva quella della moto e gli bastava, ma sua madre aveva insistito che la prendesse. Quando gli ho chiesto se per caso era stato mio padre a suggerirgli di portarmi fuori, mi ha assicurato di no ma che era ora di finirla di fare la larva. Alla fine ho acconsentito soltanto perché non ne posso più di vedere la sua espressione preoccupata affacciarsi alla porta della mia stanza.

Durante il viaggio non ho fatto altro che fissare il paesaggio fuori dal finestrino senza dire una parola. Non gli ho nemmeno chiesto dove sarebbe questo “posto”. Mi manca Liam e non so più come fare per rintracciarlo. Sua madre è rimasta sul vago e mi ha detto che sta bene e che tornerà tra qualche giorno. Forse è lui che le ha detto di dirmi così e non capisco come mai. Forse davvero ci ha ripensato. Sento che sto per impazzire.

Improvvisamente Daniel ferma la macchina in uno spiazzo da cui si vede il mare, spalanca la portiera e si guarda agitatamente attorno. Il calore di questa giornata soleggiata mi avvolge. Non so perché mi sono fatta convincere a seguirlo. Questo posto è davvero incantevole ma a me oggi mette solo una grande malinconia, anzi aumenta quella che sento già.
“Perché ti sei fermato? Cosa c’è qui?” Chiedo guardandomi attorno. Poco lontano c’è una piccola casa con dei gradini che portano sulla spiaggia.
“Tu aspettami qui, prima devo fare una cosa…” Risponde espirando profondamente mentre esce dalla macchina. “Che devi fare?” Gli chiedo senza smettere di fissare quella distesa d’azzurra poco sotto di noi. Non ottenendo risposta mi volto verso il sedile del conducente per chiedergli spiegazioni “Daniel!?” Lo chiamo, ma lui si è già allontanato di corsa.
Lo seguo con lo sguardo mentre scende velocemente dal sentiero sollevando la polvere ad ogni passo e sparisce dietro le piccole dune che circondano la spiaggia e l’edificio.

Decido di fare quattro passi e di seguirlo. Quando arrivo lo chiamo ma non mi risponde: di lui non c’è più traccia.
“Che palle, però!” Esclamo ad alta voce. In casa sembra non esserci nessuno, anche se una finestra è spalancata.
Davanti all’abitazione c’è un porticato con due rampe di scalini laterali da cui si raggiunge direttamente la spiaggia. Scelgo quella più lontana sul retro e mi siedo sui gradini prendendomi la testa tra le mani.


***
Liam

Stamattina sono tornato a casa mentre mia madre era al lavoro. Nella tracolla ho trovato la cassetta di Daniel ho passato un’ora a cercare di riavvolgere il nastro ma anche se ci sono riuscito la traccia era troppo rovinata per spedirla. Subito dopo ho infilato ciò che mi serviva in borsa assieme alle chiavi della casetta vicino alla spiaggia dove mi sono addormentato e sono tornato lì. Ci venivamo spesso quando ero piccolo. Con in passare del tempo sempre meno, ma papà non ha avuto il coraggio di venderla. Più tardi ho chiamato mamma e le ho detto di non preoccuparsi, che sarei tornato tra qualche giorno.
“T’ha cercato quella ragazza tanto carina, Nina mi pare! Liam, perché non la chiami e le dici che sei lì?!” Mi ha detto prima di riattaccare. Mia madre intuisce sempre le cose senza che io gliele dica.
Vorrei sapere se sta bene. Mi chiedo se davvero si starà domandando dove sono finito e come mai non l’ho più chiamata. Adesso che sta di nuovo con Daniel forse non se lo chiederà più, non vorrà più vedermi nemmeno lei. Infondo la capisco, nemmeno io vorrei più vedermi.
 

È una bella giornata di sole e sono di nuovo seduto in spiaggia. Non ho avuto il coraggio di tornare sui miei passi e soprattutto di farmi vedere in giro con un occhio pesto. Ora il livido è passato dal viola al giallo.
Sbuffo e affondo i piedi nella sabbia quando una voce dietro di me esclama “razza di imbecille!”.
“Daniel?!” Penso voltandomi e vedendolo effettivamente spuntare da dietro una piccola duna imprecando ad alta voce.
“Tu? Pensavo avessimo chiuso!” Rispondo con un sorriso amaro stampato sul volto.  
“Non sei molto originale nel scegliere i posti dove nasconderti, ma almeno potevi cercarne uno che mi evitasse di riempirmi le scarpe di questa stupida sabbia!”
“Primadonna!” Mormoro tra i denti senza farmi sentire. “Beh, ora m’hai trovato! Chi ti ha detto che stavo qui?” Questa volta mi esprimo ad alta voce.
“Mi credi davvero così idiota da non sapere dove vai quando sei incazzato?
“Non è che lo credo, lo sei!” Ribatto seccamente.
“Anche se ammetto che quella sera ti avrei eliminato volentieri, ho deciso che la soddisfazione di farti diventare anche un martire non te la do! Ti stanno dando per disperso lo sai?” Afferma ignorando il mio commento e sedendosi accanto a me.
“Stanno… chi?” Chiedo curioso di scoprire chi sarebbero tutte queste persone che si preoccupano tanto per me. Davanti agli occhi mi appare il viso di Nina e mi si stringe il cuore. Vorrei chiedergli se quel che mi ha detto quella mattina è stata una mia fantasia o se sono tornati davvero insieme. Potrei fare una scenata di gelosia ma non ci riesco, anche se la tranquillità con cui mi sta parlando mi sta dando non poco sui nervi.
“Tutti…. Insomma… IO!” Esclama dopo un attimo di esitazione.
“Ah beh certo perché tu sei “tutti” come al solito! Guarda che il mondo non gira solo attorno a te e comunque non sei obbligato a preoccuparti per me. Sono vivo e ora che lo sai puoi anche tornartene a casa!” Lo invito a togliersi dalle palle indicandogli la direzione con la mano ma Daniel rimane seduto e non si muove di un millimetro.
 
“Insomma dillo!” Sbraito “Che cazzo vuoi veramente?” Gli chiedo rassegnato. Mentre aspetto la sua risposta continuo a fissare lo scoglio poco distante su cui il moto continuo del mare fa infrangere ogni onda che passa.
“Possiamo parlare?” Mi chiede dopo un lungo minuto di silenzio che mi costringe a guardarlo in faccia. “Non ho niente da dirti!” Sbuffo. “Senti, mi sono levato d’impiccio, era quello che volevi no? Ora cos’altro vuoi?”
Daniel si acciglia “vorrà dire che parlerò io e tu dovrai solo ascoltare…”
“E perché mai dovrei starti a sentire?”
“Perché anche se fingerai, so che lo farai. Magari cercherai anche di farmi stare zitto ben sapendo quanto è difficile. Mi starai a sentire, ti farai le paranoie finché gli ingranaggi che hai al posto del cervello andranno in fumo e alla fine cederai. Anzi sarai tu a chiedermi di parlare!” Daniel si rilassa sulla sabbia non prima di avermi rubato il telo (sia mai che si sporchi i vestiti) -lo guardo con la coda dell’occhio- e fissa il cielo azzurro con le mani incrociate dietro la nuca.

“Si può sapere perché stai dicendo tutte queste cose?”
Borbotta qualche cosa tra sé e sé, come fa sempre quando cerca le parole giuste per dire qualche cosa. “Perché ti conosco” dice infine.
“Tu credi?”
“Non ho dubbi”
“Borioso di merda, odio quando fai così!”
“Da quando usi parole così ricercate? Cosa ti sei mangiato? Le pagine del dizionario?”
“Smettila, lo vedi? Non sai niente di me.”
 “Allora testami”
“Sei ridicolo, lo sai?”
“E tu un coglione!”

Rimaniamo zitti per un altro po’ finché mi trovo a dover scegliere se prenderlo a calci, scoppiare a ridere o cedere. “Vabbè, parliamo!” Rispondo con rassegnazione.
Daniel sorride soddisfatto.

“Ti ricordi quando ci siamo incontrati la prima volta in classe?” Domanda ad un certo punto.
“Che cazzo c’entr… No!” Esclamo anche più seccamente del voluto. Ce l’ho ancora ben presente il nostro primo giorno di scuola alle elementari, ma non ho voglia di ricordarmelo. Non ho voglia di ricordarmi l’inizio della nostra amicizia perché tutto ciò che gira attorno alla nostra amicizia mi ricorda inevitabilmente anche lei. E io a lei non voglio, non devo e non posso più pensarci.
“Io sono arrivato in ritardo e l’unico posto libero era quello accanto al tuo…” Inizia a raccontare.
 
Credevo volesse parlare di quello che è successo, non di vecchi ricordi e non capisco perché la stia prendendo così larga, ma la mia vena precisa non mi permette di tenere a freno la lingua così per forza devo specificare.
“Veramente sei arrivato in ritardo perché sei scivolato sul fango nel cortile della scuola e ti vergognavi ad entrare. Quella bella sgommata marrone dalla schiena al culo se la ricordano in tanti, credimi! Il peggio è stato quando Robert ti ha rovesciato un secchio d'acqua addosso sostenendo che le macchie sarebbero andate via. Prima che ti prendessi un raffreddore ti hanno portato dalla bidella che ti ha rivestito con gli shorts e la maglietta a maniche corte in pieno inverno." L'immagine di quell'episodio ancora così vivida nella mia mente non mi frena dall'aggiugere il favoloso dettaglio in cui Jake apriva la porta dello sgabuzzino trovando il mio amico ancora in mutande e lo indicava con il dito urlando "pisellino, pisellino!" Quando la maestra si è accorta che ridevamo tutti di te mi ha obbligato a prestarti la mia felpa. Che sfiga, proprio con uno come te dovevo ritrovarmi.” Rispondo interrompendolo senza sapere come sia stato possibile rimanere impassibile.

“Tu? Pensa a me! I tuoi vestiti erano orrendi!” Si difende dedicandomi un’occhiataccia.
“Dovresti ringraziarmi invece: per colpa tua quell’idiota di Jake aveva cominciato a chiamarci “cacca” e “mosca” solo perché stavamo di banco insieme! Con me non attaccava quindi aveva smesso quasi subito ma con te…. alla fine ho dovuto picchiarlo per farlo smettere perché tu avevi paura dato che era il doppio di te. E poi quando c’era da copiare, copiavi!” Ribatto.
“Ma se mi facevi copiare solo perché ti passavo le caramelle di nascosto sotto al banco?!”
“Seriamente mi stai rompendo le palle per due caramelle? Dovevo pur avere un tornaconto no? E poi dai, tu avevi sempre le tasche piene, che sarà mai!” Aggiungo gesticolando con le mani. “Avevo dimenticato quanto fossi già così schifosamente onesto: avrebbero dovuto farti curare da piccolo non eri normale, lo sai?!”
“Tu eri tanto scansafatiche che quando la maestra ci ha scoperto sei riuscito a copiare anche il castigo! Comunque dovresti stare zitto, chi ti passava le riviste di moto eh?!”
“Le passavi a me perché io ci capivo qualcosa e tu facevi finta, dille come stanno le cose almeno”
“Sì come no, la somma mente illuminata! Solo tu potevi credere davvero che nell’acqua dello stagno in fondo al cortile vivesse davvero “Johnny dai denti verdi*”! Quando ci è finito dentro il pallone ti sei messo a frignare davanti a tutti perché non volevi infilarci le mani.
“Lo credo la sera prima avevo guardato un film dell’orrore di nascosto!” Si lagna il mio amico con fare infantile.

Daniel rimane serio per un po’ finché la sua voce interrompe di nuovo i miei pensieri. “Beh a volte, lo ammetto, riesco ad essere davvero uno stupido… Scusami Liam!” Dice all’improvviso con un’espressione grave in volto. “Sono stato un cretino”.
“In effetti sei sempre stato tutto scemo!”

Ricordare tutti questi episodi mi sta rammollendo e il pensiero che ci siamo sempre stati l’uno per l’altra mi sta quasi facendo dimenticare che dovrei essere ancora incazzato con lui. Torno in me prima che lui, con la sua dote naturale di leggermi dentro, possa realizzare quanto mi manchi.
“Comunque è inutile che ci provi, tanto me l’hai detto l’altro giorno quando ti ho visto uscire da casa sua. Siete tornati insieme no? Era questo che volevi dirmi? È tutta tua, io mi faccio da parte.
Ora, vai, lasciami in pace, ti prego!”. Glielo dico con calma anche se vorrei mettermi ad urlare.

Daniel mi guarda sollevando un sopracciglio “Tra me e Nina le cose già non andavano benissimo prima, figurati da quando l’altro giorno mi sono presentato davanti scuola.
“Eh?!” Esclamo interrompendolo.
“Lei ti stava aspettando e tu non c’eri…” prosegue “ok, lo ammetto, forse volevo che tornasse con me e ne ho approfittato. L’ho portata al molo, te lo ricordi?”
Annuisco in silenzio.

“Mi ha raccontato che sei stato tu a dirle di non mollarmi subito, poi abbiamo litigato e me ne sono andato. Senti, non dovevo, sono stato veramente un ...! Vedi? Non riesco nemmeno a dirlo!”
 “Appunto, quindi sta’ zitto e risparmiati il sermone, va bene?” Esplodo poi.
Daniel continua ignorando le mie proteste, “la stessa sera mi sono messo a bere qualche birra, ok, forse un po’ più di qualche… la verità è che ero ubriaco, sono tornato da lei e...”
“Ah, no, risparmiami i dettagli della vostra notte di passione, ti prego!” Lo interrompo prima di dover sentire l’inevitabile.
“Le sono praticamente crollato addosso e mi sono risvegliato sul divano di casa sua. Me ne sono andato prima che si svegliasse per questo mi hai visto uscire.” Prosegue. “Quando ti ho incontrato ho inventato la prima cosa che mi è venuta in mente. Adesso è tutto uno schifo, ho perso sia lei che te. Tutto per colpa mia!”
Squadro il mio amico senza essere in grado di aggiungere qualcosa di più serio: “Ma che cazzo hai nella testa, si può sapere?!” Esclamo.

“Mi manca la nostra amicizia Liam…credi che potremmo tornare amici?”
“Finiscila di essere sempre così melodrammatico”
“Non dico subito, anche tra un po’ se preferisci….” Piagnucola.
“Comunque boh…può darsi…” Sospiro. La verità è che anche se per pochi giorni è mancato tanto anche a me.
“Dici sul serio?” Mi guarda con un’espressione allarmata sul viso.
“Mi stai supplicando?”
“È così evidente eh?” Chiede lui.
Lo guardo basito ma mi rendo conto che non ho scelta, non resisto e scoppio a ridere.
“Tanto che tu sia una merda comunque non è una novità!” Commento.

“Ma c’hai riprovato?” Gli chiedo ora un po’ più sollevato.
Daniel si rimette seduto e mi guarda con espressione interrogativa “Con Nina?”
Annuisco.
“Dovresti farlo, parlaci no?” Mentre lo dico realizzo quanto in realtà mi faccia male suggerirgli di riprovarci con lei, pur trattandosi del mio migliore amico.
Lui nega con la testa e si scompiglia i capelli con una mano “nah… litighiamo sempre e veramente, penso che dovresti parlarci tu. In questi giorni ci ho pensato molto e ho capito che ha ragione: ormai è tardi e noi funzioniamo meglio come amici. Anche se odio dovertelo dire, sul serio, e non capisco cosa ci sia in te di così interessante, sì, credo che tu lo debba fare!” Risponde con calma. Non sopporto più di vederla con quella faccia per colpa tua.
“Sei sicuro?” Gli chiedo guardandolo confuso, “non è che poi vieni a menarmi di nuovo?!” Indico lo zigomo e mi scosto quel minimo da farlo sorridere.
“Tranquillo, sono innocuo! Tanto anche se ti prendessi a schiaffoni ventiquattro ore su ventiquattro non farebbe differenza, ormai per te non c’è speranza!” Risponde colpendomi con un pugno sul braccio.
“Parli te! Dico, ti sei visto?”
“Sarà incazzata a morte! E te la raccomando da incazzata!” Commenta lui.
“Sono un deficiente!” Esclamo.
“Su questo non posso che darti ragione!” Mi risponde Daniel. “Ricordi quello che ti ho detto?”
“Dimenticati della nostra amicizia?” Rispondo esitante.
Daniel scuote la testa dai capelli mossi in segno di negazione, “Ti ho detto trattala male e ti faccio un culo così!

La verità è che avete proprio rotto i coglioni” dice fingendosi arrabbiato “tu perché sei sparito nel nulla senza spiegazioni e lei perché è una settimana che sta tappata in casa con una faccia da funerale e non vuole parlare con nessuno! Credi sia divertente avere a che fare con due come voi?”
“Stai rigirando la frittata, te ne rendi conto?” Lo interrompo ma lui sembra non dare peso alla mia recriminazione.
“Se proprio deve stare con qualcuno preferisco che sia tu, piuttosto che un coglione qualunque. Non la posso vedere così, al di là di tutto.”
“Guarda che non è mica una tua proprietà!” Reclamo. Anche se ho capito cosa intende non posso trattenermi nel stuzzicarlo ancora un po’. “Hai proprio un modo di merda di spiegare le cose, la fai sembrare un cazzo di pacco postale privo di volontà propria!”

“Ma ancora puntualizzi?” Risponde “è proprio un vizio del cazzo, sai? Adesso alzi il culo, la chiami e magari ti allontani anche quel minimo da risparmiare alle mie povere orecchie le vostre lagne da innamorati!”
Mi alzo in piedi su comando, con il cuore che batte a mille.
“Senza dimenticare questo…” Dice Daniel porgendomi il cellulare “Mi ringrazierai dopo!”.
Annuisco e appena lo accendo un’infinità di notifiche di chiamate perse e messaggi lampeggiano sullo schermo. Mi tremano le mani mentre compongo il numero. Il segnale suona libero e mentre attendo mi incammino verso le scalette che portano alla casa.
Daniel si è fermato sul bagnasciuga con le mani in tasca e sta tracciando delle forme nella sabbia con la punta di un piede.
Salgo i gradini in legno quando gli squilli a disposizione prima che subentri la segreteria sono quasi terminati. Sento il cuore pulsarmi nelle orecchie quando all’improvviso avverto una suoneria da qualche parte vicino alla terrazza.
 
 
* “johnny dai denti verdi” da quanto tempo non lo tiravo in ballo? Ho riflettuto a lungo a quale burla inserire in questa parte e l’ho cambiato tre volte finché  l’altro giorno mi è venuto in mente questo mostro… è un vecchio ricordo d’infanzia quando sostenevamo che vivesse nelle acque verdi del lago XD
 


***

Nina

Voglio starmene qui, ad ascoltare il rumore delle onde infrangersi sulla riva. È un suono che mi rilassa e soprattutto copre quello dei miei pensieri. Non voglio sentire niente. Non voglio sentire la voce di papà che mi chiede per l’ennesima volta cosa è successo, la voce di Daniel che mi chiede di accompagnarlo in un posto -a proposito, quando torna mi sente-, la mia voce.
Poi c’è un suono più insistente. Uno che nemmeno tappandomi le orecchie o indossando un paio di cuffie da cantiere se ne va via. Quello che mi fa contorcere lo stomaco. Quello dolce della sua voce che sussurra piano il mio nome, quello cristallino dei suoi sorrisi. Niente. Non voglio sentire niente. Nemmeno la suoneria del cellulare.

Suoneria…cellulare… “CELLULARE!” Esclamo ad alta voce afferrando l’apparecchio senza nemmeno vedere di chi si tratta.
Quando apro la conversazione sento gli stessi rumori che sento attorno a me e nient’altro.
“Daniel guarda che se è uno scherzo puoi anche smettere subito!” Dico scocciata.
“Daniel?! Ma che c’entra?” La linea si interrompe prima che io possa replicare. Qualcuno sta correndo verso di me.
“Ehi!” Dice una voce che avrei riconosciuto tra mille.
Faccio un lungo respiro e mi guardo attorno per un momento poi mi volto e incrocio due pozzi scuri. Sgrano gli occhi, per convincermi che non si tratti di un sogno. Liam è davanti a me con il cellulare stretto in una mano.

Mi sforzo nel pensare a qualche cosa da dire o da fare, apro la bocca ma rimango senza parole.
“Sei qui?!” Chiediamo contemporaneamente.
“Scusami, ti prego!” Mormora.
Lo zittisco premendogli l’indice sulle labbra, prima di stringerlo forte a me.

“Perché sei scomparso così?” Mi stacco da lui quel che basta per guardarlo negli occhi mentre glielo chiedo.
“Beh…diciamo che ero convinto di alcune cose ma…. Poi ho capito che mi sbagliavo!”
Lo guardo sorpresa “E ci hai messo una settimana intera?”
“Beh, sono stato fortunato – mi risponde con tono sollevato–  “perché uno più pazzo di me è arrivato in tempo a farmelo capire!”

Liam mi guarda e si volta verso la spiaggia passandomi un braccio attorno alla vita. “Lo vedi quello lì?” Mi indica Daniel che si sta buttando in acqua, “è tutto scemo ma è il migliore amico che si possa avere” esclama.
“Quindi… tu e Daniel vi siete parlati?” Era questo che aveva da fare! Realizzo. “Non mi ha voluto dire nulla!”
Liam ruota gli occhi e alza le spalle, “parlati… in realtà ha parlato solo lui, mi ha fatto capire che sono un completo idiota!”
“Questa volta devo dargli ragione, lo sei!” Lo provoco fingendomi seria. “Dico, era proprio necessario sparire in questo modo? Sai che dovrei essere incazzata nera con te?”  Gli rispondo colpendogli il petto con dei leggeri pugni.

Torno a fissare l’orizzonte e socchiudo leggermente gli occhi accecati dai raggi ancora forti del sole settembrino e un mezzo sorriso mi si dipinge sulle labbra.
“Che c’è ora?” Mi chiede divertito.
“No…niente!” Rispondo in un primo momento guadagnandomi un’occhiata perplessa. “Sapevo che alla fine avrebbe capito!”, Dico dopo una lunga pausa di silenzio.
“Cioè? Vuoi dire che centri anche tu..?” Mi chiede meravigliato.
“Non esattamente, è Daniel, lo sai com’è. Questa storia l’ha punto nel vivo... ha sbagliato ad attaccarti così... e gliel'ho fatto notare, ecco... per il resto ha fatto tutto da solo! Comunque non c’era bisogno che faceste a botte…”

Liam mi osserva in silenzio. La tensione lo sta abbandonando e noto il rilassamento sul suo viso. “Come l’hai capito?” Mi chiede. Gli sfioro delicatamente lo zigomo ancora segnato  “dai Liam, non ci vuole la signora in giallo, si vede lontano un chilometro, questo non te lo sei fatto da solo. Te l’ha fatto lui…non è vero?”
“Ehi ragazzi! Venite! L’acqua è bellissima!” Strilla la voce di Daniel che, sbracciandosi, interrompe i nostri discorsi.

“Ma chi? Quello là?” Chiede Liam indicando l’amico con la mano. “Quello non è un avversario degno della mia portata! Per essere ad armi pari e salvare la principessa come minimo io dovrei lottare che ne so…contro un drago?!”
“Salvare la principessa?” Rido, “mi sa che è lei che ha salvato te prima che soccombessi, caro il mio cavaliere! Porgere l’altra guancia è nobile ma mica tanto virile!”
“Ehi! Ma come ti permetti? Brutta ingrata!” Esclama prima di iniziare a correre e trascinarmi di peso verso l’acqua.
“N-no! No! Non ci provare!” Strillo tra le risate. Liam si volta iniziando a correre all’indietro afferrandomi anche con l’altra mano. “Ora subirai la giusta punizione!” Esclama con un sorriso finto sadico. È l’ultima cosa che sento prima di cadere in acqua.
 
Sono quasi le 8 di sera quando finalmente decidiamo di uscire dall’acqua dopo aver passato una delle giornate più divertenti dell’ultimo periodo a ridere, scherzare e schizzarci. Più tardi improvvisiamo una cena -con un fuoco che Daniel ha insistito a voler provare ad accendere come Tom Hanks in Cast Away con scarsi risultati- e qualche birra. Abbiamo la felicità negli occhi e sento che questa serata rimarrà nei miei ricordi per un sacco di tempo.
 


****
Liam

Il sole è tramontato da un po’e ha lasciato spazio ad un cielo color della notte. Quando raggiungo il mio migliore amico con l’ennesima birra in mano, lo trovo seduto sulla sabbia con un’espressione pensierosa sul viso.

Il fuoco scoppietta poco più in là e dopo qualche minuto Daniel interrompe lo sciabordio delle onde “Credo che mi mancherà tutto questo, questi colori, queste serate e soprattutto… voi!” Dice con una nota malinconica nel tono di voce. Lo guardo stranito e non capisco di cosa stia parlando.
“Daniel, che c’hai? Stai male? Non è che stai per morire?” Gli chiedo facendo un gesto scaramantico dietro la schiena. “Ah, sì ti piacerebbe che mi togliessi dalle palle eh?!” Scherza.
“Così non correresti più il rischio di essere bacchettato quando fai delle cazzate!”.
“Non scherzare su queste cose Dan!” Protesto io guardandolo seriamente.
“Forza, spunta il rospo!”
“Mi ha chiamato!” Annuncia Daniel fissando l’orizzonte.
Deglutisco l’ennesimo sorso di birra e lo guardo con aria interrogativa, non ci sto capendo niente. “Ti ha chiamato? Ma chi?”

“Sai quando sono stato via qualche giorno?” Chiede.
Annuisco.
“In realtà ero con Giò, ho fatto una prova in pista. C’era un osservatore, capisci? Gli sono piaciuto! Insomma: Esordisco! Mi prendono come rookie ma potrei passare presto alla Superbike!” Annuncia entusiasta tutto d’un fiato.

Rimango di stucco. “Eh? Oh! Tu… Cazzo! Dan!” Riesco ad esclamare, e mentre penso a cos’altro dire ci ritroviamo a correre attorno al fuoco allargando le braccia, urlando ed esultando come due cavernicoli che hanno appena scoperto il fuoco.

Quando sposto lo sguardo, Nina sta uscendo dal portico della casa e ci raggiunge togliendosi i capelli dal viso. Ha un’espressione strana e mi rendo conto che non mi convince per niente. “Che è successo?” Chiede senza darmi il tempo di farle la stessa domanda.
“È fantastico! Dan esordirà in Superbike e…” comincio a spiegare con entusiasmo. Ma lei mi interrompe con tono piatto “e tu sei iscritto all’accademia militare, lontano da qui!”
“Che cosa? Dove l’hai trovat…?” Esclamo. “Quando cazzo pensavi di dirmelo, anzi di dircelo?! Eh?” Tuona indicando Dan con la testa. Il mio amico abbassa lo sguardo, cosa che a lei non sfugge. “Tu lo sapevi?!”
Lui si passa una mano tra i capelli, mi guarda e poi guarda anche lei in una tacita ammissione anche se in effetti  non sapeva che la risposta era arrivata.

“Aspetta lasciami spiegare…” insisto ma lei non mi da il tempo.
“Non sforzarti nemmeno, adesso capisco. Ora capisco: era questa la famosa cosa di cui dovevi parlarmi quel giorno al parco? Hai aspettato che tornassi per dirmelo, perché chissà da quanto tempo lo sapevi! Sei stato così stronzo da pensare che dato che me l’avevi nascosto per tutto questo tempo tanto valeva prendere il pacchetto completo: divertirsi un po’ e buttare gli scarti, no? Cosa doveva essere? Un diversivo per l’estate?”

“No, ti giuro di no…” Quel giorno avrei voluto davvero dirglielo ma non ho avuto il coraggio. Prima o poi sarebbe venuta a saperlo e volevo che lo sapesse, ma almeno non così! “Io mi ero preparato tutto un discorso ma alla fine…Oddio è tutto così complicato!”.

Nina mi guarda con un’espressione che finora non avevo mai visto su di lei. Ha le guance arrossate e i suoi occhi mi guardano con una durezza e una delusione tale che vorrei potermi ridurre in un mucchietto di polvere e dissolvermi nella brezza leggera.

Mi butta addosso la lettera macchiata dalle sue lacrime. “Non è così complicato Liam, è semplice! Basta leggere. C’è scritto che devi partire tra due settimane…” Realizzo dopo qualche secondo di stordimento la realtà delle cose “oh, merda” è l’unica cosa che mi esce dalla bocca mentre lei ci ha già voltato le spalle e sta correndo via.

“Nina aspetta…” la imploro. Quando la raggiungo si libera dalla mia presa. “Lasciami!” Sibila. “Vattene, ti prego!” Dice con la voce rotta. Prima che io possa replicare sale sull’auto lasciandomi lì come il coglione che sono a fissare i fari dell’auto che spariscono dietro la curva.


Torno verso la casa e rimango ai piedi della scala a fissare il vuoto per un po’ finché sento i passi Daniel avvicinarsi.
“Perché accidenti l’hai fatto?” Chiede interrompendo il buio e il silenzio.
Guardo a terra e non so proprio come spiegarglielo. A dire il vero non lo so spiegare nemmeno a me stesso come ho potuto combinare un tale casino.
“Quando ho firmato volevo farmi male, andarmene via da tutto…pensavo fosse l’unica soluzione” spiego “poi è passato del tempo, le cose sono cambiate con lei e poi anche con te e non credevo nemmeno mi avrebbero preso.”
“Non credi che avresti dovuto dirglielo? Ci hai provato almeno?” Domanda.
“Certo che l’ho fatto, cazzo!” Esclamo con enfasi sull’orlo di un pianto isterico.
“Cosa avrei dovuto dirle? “Ti ho aspettata tutta l’estate ma ora mi dispiace me ne devo andare?” No, anche se so che avrei dovuto farlo, e credimi ci ho provato un sacco di volte, non ce l’avrei mai fatta a costo di passare per un verme.”

“Almeno a me potevi dirlo...”
“Lo so…” ammetto, “non ho avuto il coraggio di leggere quella lettera per intere settimane, figurati dovertelo dire…e poi ero ancora arrabbiato con te!”
“Liam, ma che cazzo dici? Davvero saresti partito senza dirmi niente?” Domanda
“No! Cioè… forse… no lo so va bene?!”

“No che non va bene, almeno dimmi il perché, me lo devi!” Replica lui.
“Magari così sarebbe stato più semplice. Mi saresti mancato troppo cazzo! Cazzo!” Grido la mia rabbia pestando i pugni a terra. “E tu invece? Perché non mi hai mai detto della prova?”
“Non volevo ferirti. Quello era il nostro sogno e dovevi farne parte anche tu!”
“Dan…” sospiro piano.
“So che avresti voluto essere al mio posto. Ne soffri ancora, lo so.” Risponde e volta lo sguardo verso di me. “E adesso cosa pensi di fare?”

Sto in silenzio vicino a lui e dopo un attimo la smorfia che ho sul viso si trasforma in una risata isterica. Lui mi guarda interrogativo come se fossi completamente impazzito.
“Merda….” È l’unica cosa che mi esce dalla bocca.



Buonsalve! Con un pochettino di ritardo ecco il 6° capitolo.... Scriverlo mi ha divertita un mondo e rileggerlo ha scatenato parecchi momenti di ilarità solitaria in cui mi ritrovavo a sghignazzare da sola come una scema! 
Abbiamo scoperto il mitico Jonny dai denti verdi, in più che Liam non si corrompe nemmeno con le caramelle o quasi....
Nel frattempo pareva che tutto si fosse sistemato e che Daniel avesse nascosto tutto perché non voleva ferire il suo amico. Evidentemente ha un cuore..... XD
Un cameo alla signora in giallo e una brutta notizia.... l'ennesima per il cucciolo di panda..... come andrà ora con Nina?

Grazie a chi mi recensisce puntualmente e grazie a voi lettori silenziosi.... fatemi sapere cosa ne pensate.... non mordo! 

A giovedì prossimo!
-Elev

 
  
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