Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: shana8998    30/07/2020    2 recensioni
Dimenticate il solito cliché del ragazzo bello e dannato che stravolge la vita della povera ed ingenua protagonista. Dimenticate la ragazza vergine che perde la testa per il cattivo ragazzo.
Se per una volta fosse la bella e dannata a stravolgere la vita perfetta del protagonista?
Fra Gabriel e Cécile è successo proprio così. Lui ricco, di ottima famiglia , studioso , diligente e fidanzato.
Lei una ribelle piena di tatuaggi e piercing , dalla vita sregolata e disastrata.
Gabriel avrebbe potuto dimenticarla dopo il primo incontro.
Ma forse , sapevano entrambi che sarebbe stato impossibile.
«Tu ed io, siamo colpa del destino»
Genere: Angst, Erotico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Universitario
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Il nemico del mio nemico è il mio amico.
(Valeriu Butulescu)

                                                                       Cécile 20.
Avete mai provato la sensazione di sentirsi imprigionati in un lasso di tempo che vi sembra infinito?
Delle volte è una sensazione così asfissiante che ci sembra di morire. 
Ecco, adesso, io sto vivendo esattamente quel lasso di tempo. Un momento infinito, disastroso.


A Gabriel trema il labbro inferiore. Con le pupille sgranate ci guarda senza credere ai suoi occhi.
«Mi spieghi cosa ci fanno Victor e Marcus al matrimonio di tuo padre?» Strilla.
«Non è come credi» faccio disperata, avanzando verso lui «Posso spiegarti ogni cosa».
Mi guarda come se volesse incenerirmi con gli occhi e ci sta riuscendo.
« Avevi giurato che non mi avresti nascosto più nulla!» Non è soltanto fuori di sé, è anche amareggiato.
Mi rendo conto che tremo più di prima e che non so cosa accidenti fare.
«Non è come credi, Gabriel.» Mi ripeto.
«Ah, no? E come sarebbe?» 
Mi volto verso Victor e Marcus che capiscono al volo e convincono Allison a seguirli in casa.
Lei è confusa, ma so che ben presto cercherà nuove spiegazioni e sarà tutto ancora più difficile di ora.
Adesso però, il mio unico pensiero è Gabriel.
«Mi dispiace di averti mentito. Non sapevo come spiegarti-» poggio le mani sul suo petto ma un attimo dopo lui le scansa via e si muove verso il cancello.
Lo inseguo come posso.
«Non volevo che pensassi male! So che vederci tutti qui ti ha fatto credere che stiamo facendo il doppio gioco» 
Gabriel si volta di scatto e quasi gli finisco addosso.
«Per colpa sua, Margherita ha tentato di togliersi la vita» dice a denti stretti.
I capillari mi tirano nelle sclere «Lo so, dannazione! Lo so.»
Solleva un braccio indicando la villa «Ha fatto recapitare un video che incolpava te e lei di aver ucciso suo padre,e tu ci vai ad un ricevimento assieme?!  E che mi dici di Victor? Anche lui è in mezzo ai tuoi giochi sadici?»
Scuoto la testa «Devi credermi non è così! Victor è mio fratello, Gabriel. Lui ha finto per tutto il ricevimento di aver ben poco a che fare con me e Marcus...Cazzo, è il ragazzo di mia sorella è ovvio che ci fosse anche lui. E' stata una giornata terribile. Abbiamo finto. Tutti.»
Se Gabriel non mi crederà, lo perderò per sempre.
Sospira un sorriso amaro e sarcastico al tempo stesso «Finto. Come sapete fare voi...vi riesce così bene» dice estremamente soggiogato dalla delusione.
«Devi credermi, ti sto dicendo la verità.» Quando torna a guardarmi dritto in faccia, scopro che non mi crede affatto.Che è deluso e disgustato da me.
Fa male.
«A te costa troppo essere sincera con le altre persone.» Afferma «E a me costa troppo perdere tempo con la falsità.»
Tornano a scendermi le lacrime sul viso, questa volta, silenziose. Sorde.
Distoglie lo sguardo ed afferra un'anta del cancello.
«Gabriel devi ascoltarmi! Ci sono cose che sono difficili da spiegare. Ma ti dirò la verità!» lo imploro.
«Quante volte ho pregato per sapere la verità?» dice scrutandomi con la coda dell'occhio da sopra la sua spalla.
«Lo so- lo so» mi affretto a dire. Gli poggio una mano dietro la schiena sporgendomi alla ricerca del suo viso «Ma ti assicuro che presto saprai tutta la verità.»
Fissa il ferro scuro del cancello. Un muscolo gli guizza sulla mascella.
«Non ne ho bisogno» afferma, uscendo dalla proprietà.
Cazzo. Gli occhi mi bruciano e il corpo vuole piegarsi in due.
Non sento la ghiaia sotto i piedi scalzi, non sento l'aria gelida di Aprile. Sento solo lo squarcio che ho nel petto.
Non avrei mai immaginato...nemmeno nei miei incubi peggiori avrei creduto di poter soffrire così.
Non avevo mai avuto qualcuno di prezioso, non avevo mai sentito l'esigenza di possedere completamente una persona. Il panico...Il fottuto terrore di perderla...quello non me lo aspettavo.
Non mi aspettavo niente di ciò che è successo.
Doveva filare tutto liscio: del sesso e poi l'incarico. Avrebbe consegnato la cocaina ad Alanka ed avremmo chiuso questa storia.
Invece, Gabriel ha ragione, sono implicata in un omicidio. Sono una fottuta bugiarda che siede al tavolo con i suoi strozzini.
Doveva essere facilissimo, dannazione! Invece no. Invece ho perso l'unica persona che amo. Si, perché io lo amo e voglio essere la sua ragazza, ma mi rendo conto che la mia vita è troppo incasinata per costringerlo a starmi vicino.
Fra noi sarà sempre così, saremo sempre attratti l'uno dall'altra, ci ameremo come pazzi, ma al tempo stesso ci odieremo sempre di più e litigheremo e non ci capiremo. Ed io lo dovrei lasciar andare...
Mi accuccio sulle ginocchia nascondendo il viso fra le mani. Le gambe non reggono più quei singhiozzi che mi fracassano la gabbia toracica. Sto per vomitare, sono allo stremo.
«E' andato via?» Sollevo lo sguardo imperlato di lacrime.
Marcus ha addosso il cappotto e sembra che stia per andarsene.
«Si» mormoro appena.
I suoi occhi si fanno inaspettatamente comprensivi.
«Vuoi che ti riaccompagni a casa?»
Schiudo le labbra e non so realmente cosa dire.
«Ti toccherà dormire qui, altrimenti» aggiunge.
Si dice che ciascuno di noi, nel corso della propria vita, accumuli in media tredici segreti. Di questi, solo cinque sono davvero inconfessabili. Io ne ho solo uno, ma si fa sentire dentro come se ne valesse mille.
                                                                           *******

La strada si allarga davanti al cofano dell'Audi di Marcus.
E' ormai notte inoltrata e nonostante la villa di mio padre non sia distante dal centro, c'è un tratto di campagna da percorrere. Poco illuminato ed isolato, si estende in curve per uno o due chilometri.
«Allison mi ha lasciato» dice di colpo, dopo un bel po' di silenzio.
«Mi dispiace» sono sincera «Non sapevo che altro fare.»
Mantengo lo sguardo fisso sulla strada.
«Lo so. Hai fatto la cosa giusta.» Ammette «Cécile, io-» frena di colpo evitando per miracolo due porco spino che si stanno azzuffando al centro della strada.
Perdo il respiro e poi tossisco.
«Cazzo, che infarto» 
Mi guarda e sorride.
Di riflesso lo faccio anche io.
Gabriel avrebbe voluto sapere il mio segreto. Ma io non potrei mai raccontargli certe cose.
«Che stavi dicendo?» restiamo fermi al centro della strada, immersi nel buio.
Marcus non separa mai le mani dallo sterzo ed i suoi occhi hanno la scusa dei porco spino per non fermarsi nei miei.
Temporeggia per un secondo «Vorrei che domani passassimo al Cuore Immacolato.»
Resto impassibile «Non sei costretto a farlo.»
La sua bocca si storce in una smorfia di disappunto «Non mi sento costretto.» Afferma con convinzione.
Mi muovo sul sedile girando il busto verso lui «Ascolta, passare li non cambia ciò che sta succedendo fra me, gli altri e te.»
L'espressione sul suo viso si fa più marcata, è nervoso.
«Lo so benissimo»
Scuoto la testa «No, non lo sai. Sennò non mi chiederesti di passare li» tiro fuori il mio pacchetto di sigarette e ne accendo una «Sai cosa succederebbe se gli altri ci vedessero insieme o se sapessero?» Abbasso il finestrino per far uscire il fumo.
«A te importa così tanto? Insomma, ci hanno già visti insieme»
Socchiudo le palpebre per un attimo cercando di affievolire la rabbia che mi sta montando dentro.
«Ci hanno visti insieme tirare cocaina non- Dio, Marcus! Non ci arrivi proprio?»
«Non puoi far finta che quello che ci è capitato non è mai esistito» ribatte.
«Dove vuoi arrivare? Io ti odio Marcus. Tanto quanto odiavo tuo padre»
«Tanto, da ucciderlo»
Il sangue sembra defluirmi dalle vene. Deglutisco a vuoto.
«C-Cosa...»
«Gli hanno sparato e so quanto lo odiavi...»
«Mi stai veramente incolpando di aver ucciso tuo padre?!»
Esita per un attimo, vorrebbe rispondere ma non ci riesce.
Balzo dritta sul sedile e della cenere mi cade sul vestito «Sei tu che hai mandato quel video a Margherita, è così?»
Ma di colpo, inaspettatamente, sembra smarrito «Di cosa parli?»
«Non fare finta di non sapere di cosa parlo. La scatola, il pacco regalo con la chiavetta USB»
«Ti giuro, Cècile-» muove le mani avanti a se «Non sapevo nulla del pacco»
Perché l'istinto mi dice che devo credergli?
«No, non ti credo. Era all'università. Tu frequenti i suoi corsi e poi, anche Gabriel è stato perseguitato dagli uomini di tuo padre»
Congiunge le mani avanti a se «Di Gabriel sapevo tutto. Ma di Margherita, giuro, che non sono stato messo al corrente di niente.»
«E sentiamo allora, chi sarebbe stato?» Tiro l'ultimo respiro di fumo e getto la cicca.
«Non lo so, ma credimi, non c'entro niente io. Quando ho scoperto come si comportava mio padre e quel Night dove ti costringeva a lavorare ho deciso di prendere le distanze da lui. Si, spaccio per Alanka ma ho chiuso con il suo giro ed i suoi modi di fare.»
«E la geep che ha tamponato Gabriel?»
Scuote la testa un paio di volte «Non sono stato io.»
Se Marcus sta dicendo la verità, dietro tutti gli avvertimenti, chi diavolo c'è?
«Cècile, credimi, non mi interessa sapere se sei stata tu ad uccidere mio padre. Io stesso lo volevo morto.»
Non esiste peggior momento, di quando ti rendi conto che la persona che hai sempre creduto tuo nemico è una vittima delle circostanze, proprio come te.
Marcus si scopre il braccio e slaccia il polsino della sua camicia mostrando una vistosa bruciatura che ricorda molto la forma che ha il corpo di una libellula.
«Io sono una vittima tanto quanto voi. Questo mi è stato fatto un mese fa durante una serata di confraternita.» Solleva gli occhi a me «Non ho visto in faccia chi mi ha trascinato all'esterno della casa. Mi ha incappucciato e malmenato senza che nessuno potesse accorgersene. Poi, ho sentito un dolore pungente al braccio. Ho gridato. Inutilmente...»
Sono pietrificata mentre racconta quanto è accaduto.

Una trappola è una trappola solo quando non la conosci. E a noi ci avevano intrappolati tutti.

«E riguardo Margherita? Perché l'hai mandata da tuo padre?» mentre parlo rifletto su tutte le nozioni che ho «Sapevi cosa aveva fatto a me, perché l'hai gettata in pasto a quell'uomo?»
Si passa una mano fra i capelli «Credevo di aiutarla. Aveva bisogno di soldi, mio padre ha quel locale...» Tenta di giustificarsi.
«La costringeva ad avere rapporti con lui! Ha provato a togliersi la vita, per questo!» strillo.
Sembra accusare il colpo ed esserne scioccato «Ha...Cosa?»
«In ospedale, la notte che è stata ricoverata, ha preso un tagliacarte ed ha provato a tagliarsi le vene» ruggisco.
Gli occhi di Marcus si riempiono di lacrime. Da quando è così sensibile? Cosa sta succedendo?
Si passa nuovamente le mani fra i capelli sembra in preda al panico. Batte freneticamente un piede sulla moquette dell'auto e fissa l'asfalto in procinto di piangere.
«Mi aveva giurato che le avrebbe fatto fare la cameriera» dice con la voce rotta «Me lo aveva giurato» ripete. Sta tremando.
«Come ti aveva giurato di non avermi toccata con un dito, vero?»
Perché per quanto potrebbe provarci, anche volendo, non le accetterebbe mai.
«Tuo padre era un mostro e tu lo hai sempre saputo!» 
Sarebbe costretto a detestarmi per sempre per colpa dei miei segreti. 
Marcus spalanca di colpo lo sportello dell'auto, scende e vomita.
Segreti che senti dentro le ossa. Inconfessabili.
Tiro fuori dalla pochette un pacchetto di fazzoletti e scendo anche io dall'Audi facendo il giro.
E' piegato e mantiene le mani sulle ginocchia.
Gli stendo il fazzoletto per pulirsi la bocca.
Lo prende ma incespica alzandosi ed è costretto ad appoggiarsi all'auto. Ha il fiatone e sembra sconquassato da tutto il discorso.
«Tuo padre mi ha violentata, Marcus. E sai perché lo ha fatto? Perché aveva scoperto la mia gravidanza»
Il suo viso è una maschera di emozioni terribili.
«Ho provato a dirti la verità un milione di volte. Ho provato ad essere sincera anche con gli altri, ma proprio non ce la faccio. Tu non hai idea di cosa ho passato. Non hai idea di quanto mi sono scervellata per trovare un modo ed andarmene da questa città e quei soldi -i vostri soldi- mi erano sembrati l'unica soluzione. Sapevo di essere incinta, sapevo anche che non avrei mai praticato l'aborto; non volevo farti del male, credimi.»
Segreti che devono restare segreti. Costi quel che costi. Perché non tutti capirebbero.
«Ma io sono qui per rimediare al male che ti ha fatto» mormora all'improvviso.
Lui non capirebbe.
«Gli altri non sanno che il padre di Ariadna sei tu e, francamente, non voglio che lo scoprano.» Mi appoggio a sedere sul cofano dell'auto. «Se ci dovessero vedere insieme, se ci dovessero vedere con quella bambina, penserebbero che sto dalla tua parte. Fraintenderebbero. Per loro il colpevole di tutti quei gesti sei tu.»

Mia figlia ha quattro anni e mezzo. Appena nata è stata lasciata al Cuore Immacolato. Non sono una madre degenere l'ho solo protetta da quell'uomo, dalla mia famiglia...da me. E questo, lui non lo capirebbe...



   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: shana8998