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Autore: Dalybook04    30/07/2020    0 recensioni
Fa così freddo qui, come fai a sopportarlo? Ora capisco perché ti metti sempre quella sciarpa e bevi sempre tanta vodka, ti scalda molto più del fuoco. Basta un soffio di vento per spegnere una fiamma, ma l'alcool ti scalda da dentro molto di più, me lo hai detto tu stesso.
C'è anche un altro modo per scaldarsi, ma a te non serve, vero?
Eppure non riesco a pensare ad altro che a te, sei l'unica cosa che riesce a scaldarmi. Sbrigati, vieni qui e abbracciami. Forse non ti scalderò, ma per lo meno soffrirò meno questo gelo. Ci siamo sempre odiati e continuiamo a farlo, ma ora come ora mi manchi.
Sto morendo di freddo, si può sapere dove sei?
Genere: Hurt/Comfort, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: America/Alfred F. Jones, Russia/Ivan Braginski
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Freddo. Freddo ovunque. Fa così freddo da te, Ivan, come fai a sopportarlo? Forse è per questo che bevi così tanto, per scaldarti da dentro con qualcosa che sia più utile dell'amore, che a te non serve. L'amore è effimero, ti scalda ma ti fredda anche, spesso ti uccide. L'alcool, invece, ti tiene semplicemente compagnia, ti fa dimenticare l'Inferno in cui vivi e ti dona un po' di calore. È meglio l'alcool del fuoco, me lo dicesti tu stesso. Il fuoco è difficile da accendere, si spegne facilmente e ti scalda solo all'esterno; la vodka invece è sempre lì con te, ti tiene compagnia quando vuoi, ti scalda dall'interno e ti fa dimenticare persino come ti chiami, figuriamoci i tuoi problemi.
Forse è per questo che sei così freddo, Ivan. Per quanto tu ne dica, alla fine il freddo si è fatto strada in te comunque, ma tu lo dimentichi con la vodka. Lo capisco, sai, se fossi nelle tue condizioni farei lo stesso, forse farei anche peggio.
Mi guardo attorno. È bella la tua Piazza Rossa, te lo riconosco, ma fa un freddo cane. Ho addosso tre sciarpe e tremo comunque come una foglia. Com'è che la chiamate? Sul cartello stradale c'è scritto Красная площадь. È così strano il tuo alfabeto, non ci capisco niente e tu lo sai e lo usi per prendermi in giro, brutto stronzo.
God, chi me l'ha fatto fare di venire fin qui? Ah giusto. Tu. La prossima volta vieni tu da me, in California magari, dove non fa tutto questo freddo e dove potremo baciarci anche in pubblico senza rischiare di venire arrestati. Però a te non interessano i baci, vero? Non sei dolce, innamorato... no, a te interessa solo quel sesso spettacolare che abbiamo scoperto durante la nostra guerra. Anche quella la chiamano Fredda, penso che sia per colpa tua. Se solo sapessero come e quanto ci scaldassimo a vicenda nei momenti liberi... certo, ci odiavamo e probabilmente mi odi ancora, però damn quanto sesso che facevamo. È successo una volta per caso, mi sa che eravamo entrambi ubriachi, ma da lì non abbiamo più smesso, non ci siamo mai riusciti. Sono qui per questo, alla fine, nonostante il freddo bastardo.
Al solo pensiero di stringerti, all'improvviso sento un po' di calore, ma il gelo intorno soffoca tutto.
Si può sapere dove cazzo sei?
Finalmente ti vedo, sbuffo e non ti vengo incontro. Mi hai fatto aspettare un'ora al gelo, pezzo di merda, non pensare che me ne dimenticherò così facilmente. Tu mi raggiungi, con quel solito sorriso tiepido, gentile ma freddo, che spaventa i più e mi invoglia o a baciarti o a prenderti a schiaffi, dipende dai momenti. Quella sciarpa che hai sempre al collo sarebbe in grado di tenermi al caldo?
Arriviamo a casa tua, finalmente. Non appena si chiude la porta ci stiamo già baciando e improvvisamente il freddo non lo sento più. Calda, hai la lingua calda, sai un po' di vodka, mi ubriachi solo con un bacio, mi rendi dipendente da te e ne voglio sempre di più, sempre di più...
Finiamo a farlo ovunque, davvero: sul tavolo, appoggiati contro il muro, per terra, sul divano, sul letto... non ne abbiamo mai abbastanza e non siamo mai stanchi.
Quando riusciamo a fermarci è già tramontato il sole. Ho di nuovo freddo, Ivan... mi abbracci?
Non te lo chiedo, sarebbe umiliante, però mi avvicino leggermente a te, sotto le pesanti coperte del tuo letto, e appoggio la testa sul suo petto. Sembri capire l'antifona, perché mi stringi anche tu.
Cos'è quest'abbraccio per te? Niente? Un modo per scaldarsi? Lo fai per soddisfare il mio ennesimo capriccio? Dimmelo, Ivan, avanti. Fammi capire se c'è speranza o se sono un illuso, ti prego. Questo dubbio mi sta uccidendo.
Ma niente, nessuna traccia di sentimenti, niente di niente, niente muta la tua espressione. Ti odio quando sei così enigmatico, davvero.
Fottuto pezzo di merda, smetterai di torturarmi un giorno?
Restiamo in silenzio. È piacevole a dirla tutta, ma c'è una nota amara.
-resti a dormire qui, stanotte?- bella domanda. La mia risposta sarebbe sì, però...
-vuoi che io lo faccia?- lo guardo, mi guardi, ci guardiamo negli occhi e quei due specchi violetti dicono tanto ma non mi dicono nulla. Però so che sai cosa intendo veramente chiederti con la mia domanda.
-vuoi che io lo voglia?
Mi mordo il labbro, abbasso lo sguardo, esito. Che devo fare? Continuare quel teatrino con "vuoi che io voglia che tu lo voglia?" o darci un taglio e, come direbbe Spain, prendere il toro per le corna? La prima è allettante, ma non possiamo continuare così all'infinito. Gli eroi affrontano le loro paure, però sarebbe molto più facile combattere una guerra piuttosto che dirlo ad alta voce.
Non riesco neanche ad aprire la bocca, figuriamoci a parlare. Però sollevo lo sguardo, incontro di nuovo i tuoi occhi. È ansia quella che vedo, Ivan?
Annuisco. Una volta sola, lentamente, guardandoti dritto negli occhi.
E tu sorridi. Un sorriso sincero, meno freddo degli altri, abbastanza da togliermi il fiato e sbrinarmi il cuore, e mi baci con dolcezza infinita.
Il freddo è sparito di nuovo, ma non per il fuoco di prima. Questo è un calore dolce, delicato, che mi invade dall'interno e mi fa sorridere.
È meglio questo della vodka, no?
   
 
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