Anime & Manga > Magi: The Labyrinth of Magic
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Autore: Hoshi_10000    31/07/2020    1 recensioni
Ogni scelta ha un prezzo, questo chiunque lo sa, ma quale può essere il prezzo per vivere nel segreto? Quali saranno le condizioni per continuare a vivere normalmente, quando un imprevisto entra nella tua vita? E Sinbad e Ja’far saranno pronti a pagare il prezzo delle loro decisioni?
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Judal, Sinbad
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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RESPONSABILITÀ E SCELTE





-Se è un tentativo d’ingannarci ti farò ammazzare, hai la mia parola.-
Scosse il capo, guardando Kouen con onestà. -Non sono così scemo da tentare una cosa simile.-
-Posso assicurarti che non c’è nessun trucco Kouen, ero presente quando è nata.-
Il principe sbuffò, ignorando deliberatamente le parole di Koumei, continuando a non rivolgere la minima attenzione alla bambina.
-Judal, posso prenderla in braccio?-
-Non ora Kouha- ripeté per l’ennesima volta, incurante del broncio del principe seduto sul pavimento di fronte al divano sul quale sedeva con Ja’far e Sinbad, come fossero di fronte ad una corte marziale.
-Ma è anche figlia mia, ho tutto il diritto di prenderla in braccio!-
-Non sono certo lo sia.-
Lo sguardo affilato di Kouha lo trafisse come una lama -Come sarebbe a dire che non ne sei certo? Guardala, la sua faccia urla Kou in ogni modo possibile, di certo non è di questo idiota.-
-Per quanto ci è dato sapere- lo interruppe Koumei, evitando che Sinbad combinasse una catastrofe -potrebbe essere anche mia.-
Tutti i principi si girarono a guardare il secondo principe con tanto d’occhi, troppo sorpresi per ricordarsi di essere freddi e sospettosi nei confronti dei nuovi arrivati.
-Mei, ma tu non eri un omega?-
-Lo sono- rispose con semplicità, scrollando le spalle -Ma questo non vuol dire che non possa essere figlia mia, solo che è estremamente difficile.-
-Comunque, chi credi sia il padre?- insistette di nuovo Kouha, senza badare allo sguardo allusivo che rivolse a Hakuryuu e Kouen fin quando i due principi non distolsero lo sguardo, poi scosse le spalle.
-Come ho detto Kouha non saprei, non voglio sbilanciarmi.-
-Ma io lo voglio sapere! Mi piacerebbe avere una quinta figlia!-
Sinbad lo guardò stralunato: quinta?!
Lui aveva 30 anni e ne aveva due di cui una non sua, quel ragazzo forse 20 e ne aveva quattro?
-Per cosa sei venuto? Se sei qui è palese che vuoi qualcosa.-
Sorrise, appoggiando più comodamente Hanako contro il proprio petto.
-Noi- disse Ja’far calcando bene la parola, ignorando lo sguardo truce del primo principe -vogliamo che ritiriate l’ultimatum contro Balbadd, e che firmiate un trattato di pace con l’alleanza dei sette mari.-
-Perché dovremmo accettare?-
-Perché in caso lo facciate- intervenne Koumei -riprenderò il mio posto a palazzo, e voi potrete tornare alle vostre vite. Niente più scartoffie e scemenze burocratiche, tornerete ai vostri posti al fronte, e Kou potrà tornare il florido paese che era. In caso contrario Sindria scenderà in battaglia al fianco di Balbadd, e sai bene che non ci conviene, Kouen.-
Il principe parve pensarci per un po’ con un’espressione tetra in volto.
-Sedetevi dietro una scrivania e organizzate la cosa.-
Se non fosse stato costretto a darsi un contegno probabilmente Sinbad sarebbe saltato al collo di Ja’far per festeggiare.
-Volevate altro?- domandò irritato vedendoli ancora tutti lì, e Judal annuì: secondo i loro piani quello era il punto di stop, chiedendo di più rischiavano di tirare troppo la corda e far recedere Kouen dall’accordo, ma era fiducioso nelle buona riuscita del suo piano, e fatto 30 tanto valeva far 31.
-Vorrei che Hanako potesse venire qui. Non tutti i giorni, non con costanza, non per forza in mia compagnia, ma vorrei che quando crescerà possa visitare il palazzo.-
Kouha si mise a saltare contento, lanciando la sua candidatura come cicerone e Kouen scosse una mano spazientito, indifferente alla cosa.
-Abbiamo finito?-
-Sì, direi che non c’è altro.-
-Allora fuori dal mio ufficio.-
Sorrise, prendendo la mano di Sinbad con l’intento di uscire dietro a tutti gli altri principi, ma la voce autoritaria di Kouen lo fermò.
-Vorrei fare due parole con te da soli, se non è un problema.-
Sinbad emise un basso borbottio di gola, simile a quello dei gatti a cui le bambine insistevano a mettere i vestiti della bambola, e pure Ja’far si esibì in un’espressione palesemente contraria, ma Judal annuì.
-Non c’è problema. Kouha, che ne diresti di presentare Hanako a Yuliya e Yalila?- domandò sporgendo il capo fuori dalla porta e dando la figlia in braccio al principe, felice come una pasqua di poter far interagire le proprie figlie con la nuova sorellina.
-Judal, non puoi-
-Non mi accadrà nulla, e non penso Kouha farà del male ad Hanako, ma voi seguitelo, non farà obiezioni.-
Sorrise, baciando la punta del naso a Sinbad e una guancia a Ja’far, chiudendo la porta.
Non aveva mai preso in seria considerazione l’idea di parlare con Kouen da solo, e ogni volta che si era immaginato uno scenario del genere aveva sempre pensato che la sua risposta sarebbe stato un secco rifiuto, e invece, con sua sorpresa, si trovava ad avere piena fiducia in Kouen.
-Perché non hai detto figlia?- chiese il principe senza attendere che tutti si fossero allontanati, lasciando Judal tanto stordito quanto sorpreso.
-Come scusa?-
-Prima. Hai detto nipote, perché non figlia?-
Scoppiò a ridere, facendosi cadere sulla sedia di fronte a quella di Kouen, ignorando il suo sguardo omicida.
-Perché non so di chi possa essere.- rispose allegro, con la sola conseguenza che Kouen si arrabbiò ancora di più, battendo un pugno tale da incrinare il tavolo
-Non dire stronzate, sai benissimo che potrebbe essere di tutti noi, e allora perché hai detto nipote?-
Aveva la voce alta e ferma che usava in battaglia, segno che non poteva permettersi di tirare la corda, così si arrese.
-Per Hakuei.- disse lasciandolo spiazzato -Non penso sappia di te e me, o di te e Koumei, e non spetta a me dirglielo. Non credo sia incapace di accettarlo, è una persone forte e matura, ma saperlo all’alba delle nozze non sarebbe gradevole. Puoi non dirglielo, puoi mentirle, o potrai dirle la verità, sta a te deciderlo, ma sai che è intelligente, se le mentirai lo capirà-
Erano anni che sperava di poter fare quel discorso a Kouen, così quando lo vide risedersi ne approfittò per proseguire.
-Sai, non mi va di sembrare melenso, non mi si addice, ma lei ti ama, come ha sempre fatto Koumei. Non ho mai invidiato la tua situazione, e so che scegliere non dev’essere stato facile, ma sono felice per voi, e vi auguro una lunga e felice vita assieme.-
Lo sguardo del principe era diffidente, pareva non credergli, come se non credesse che quello fosse davvero lui, così decise di dargliene la prova.
-Ah, e figli alpha!-
Per poco non gli volò un trattato di storia antica in testa, ma quando scoppiò a ridere Kouen non mosse un muscolo per farlo smettere, girando il capo per nascondere quella punta di soddisfazione nello sguardo.
Sarebbe stato un buon marito, e pure un buon padre.
 
 
******
 
Prima di tornare da Ja’far e Sinbad aveva voluto fare una passeggiata per il castello, vedendolo con occhi nuovi.
In passato per lui era stato solo un’enorme costruzione in legno, con l’ovvio difetto di essere facilmente infiammabile, ma dopo quasi un anno di assenza ne comprendeva la magnificenza, nell’intarsio dei pilastri, nei dipinti sulla carta-riso, nella cura nei giardini.
La nostalgia produceva strani effetti.
-Cerchi qualcuno?-
Si girò verso Kougyoku, sorridendole. -No, facevo solo una passeggiata.-
-E non vuoi assicurarti che non accada nulla a tua figlia?-
Scrollò le spalle.
 -Non mi è parso qualcuno volesse farle del male, e poi sono stato mamma per due mesi non stop, merito una pausa.-
La principessa incurvò un labbro, avvicinandoglisi. Se così poteva dire, Kouha lo aveva perdonato, e Kouen non pareva intenzionato a linciarlo per i fatti passati, ma Kougyoku aveva ancora negli occhi una ben evidente traccia di rancore, eppure parlò con tono incredibilmente calmo.
-Sei felice a Sindria?-
Annuì. Non aveva mai ritenuto Kou un luogo triste, ma in qualche modo la sua vita lì era sempre stata malinconica, e Kougyoku era forse l’unica persona a cui l’aveva mai confessato.
La principessa si tirò indietro, sforzandosi di sorridere.
-Almeno uno di noi due ha raggiunto l’obiettivo, sono contenta per te.-
Ricambiò il sorriso, abbracciandola dopo tanto tempo.
-Accompagnami a riprendere Hanako, così te la presento.-
-Certo, vieni. Parte del palazzo è andato distrutto, quindi per ora Kouha abita in un’altra ala del palazzo, per cui farai meglio a-
Non ascoltò tutto il monologo di Kougyoku, limitandosi a camminare al suo fianco e guardarla parlare. Lui era uscito dalla sua vita malinconica e ripetitiva, e sapeva bene come far uscire anche lei.
-Immagino che Koumei o qualcun altro ti ha riferito a grandi linee il patto fra Kou e Sindria che abbiamo concordato, ma dubito tu sappia dell’accordo fra me e Koumei.-
Lei non si girò neppure a guardarlo, quasi fosse decisa a non farsi coinvolgere: tanto peggio per lei, perché era proprio lei che il patto riguardava.
-Ho negoziato la tua libertà.-
L’atteggiamento di Kougyoku mutò, facendosi sospettoso, e lui le spiegò ben volentieri i passaggi del suo accordo con Koumei.
-Kou ha già un gran numero di alleanze ottenute tramite matrimonio, per cui Mei ha accettato di lasciarti libera di scegliere se e chi sposare, a condizione che tu continui a combattere.-
-Basta davvero così poco? Non ci posso credere, cos’altro hai dovuto dare a Koumei?-
-Nulla.- le assicurò, ma lei non gli credette neppure per un secondo, e a ragione.
Alzò le mani in segno di resa, sorridendole giocoso -Abbiamo solo parlato da persone adulte ragionevoli e-
-Che cosa gli hai promesso?- il tono secco con cui parlò Kougyoku somigliava molto a quello di Kouen, e aveva le stesse implicazioni.
-Solo che potrà venire a Sindria in qualsiasi momento: non puoi immaginare quanto sia attaccato a Hanako. Mi è sembrato accettabile, e se, come immagino, dovessi mai aver voglia di fare la zia sei la benvenuta.-
La principessa lo guardò scettica per qualche altro istante, in cerca di altri possibili dettagli non detti, e quando si convinse che non ci fosse altro scoppiò a piangere, abbracciandolo per la gioia.
-Grazie Judal, grazie di tutto.-
Sorrise, ricambiando l’abbraccio.
-Sempre detto, che non c’è nessuno più saggio delle mamme.-
 
 ******
 
Nei piani originali non avevano previsto di fermarsi a Kou neppure per una notte, specie perché nessuna loro previsione era stata così ottimistica, ma alla luce delle insistenze di Kouha, Kougyoku e Hakuei accettarono di trattenersi per qualche giorno per fargli conoscere la nipote, che dopo una sofferta decisione aveva preso il cognome Ren e anche il titolo, diventando così Hanako Ren, prima principessa del regno Sindria e quinta principessa dell’impero di Kou.
E, tanto per smorzare l’atmosfera molto seria che si era creata dopo l’incoronazione di una principessina, tenuta lontano dagli occhi di tutti, si erano riuniti tutti in un’ampia sala a discutere di sciocchezze e perder tempo, quasi fossero vecchi amici.
-A Sindria nevica?-
-Quasi mai, l’ha fatto forse due volte da che è stata fondata.- rispose brevemente Sinbad, come sempre a disagio in presenza di Kouha.
-Allora quest’inverno dovete venire a trovarci, così le bimbe potranno giocare con Hanako a fare pupazzi di neve!-
Judal ridacchiò, scambiandosi un occhiata d’intesa con Ja’far. Le bambine, come no, semmai tu pensarono guardando le tre principessine affaccendarsi ai piedi del padre, incredibilmente ben educate per la loro età.
-Sarà troppo piccola per giocare con la neve, ma la porterò volentieri se ciò ti fa piacere.-
Kouha annuì con tale foga che temette potesse staccarglisi la testa.
-Veramente Judal non so se sia il caso, pensavo che-
-Oh ti prego Sin caro, falla venire!- lo implorò il principe tuffandosi ai suoi piedi, accrescendo in Sinbad il senso di disagio. Era fantastico vederlo saltar via come una cavalletta ogni volta che il terzo principe provava anche solo ad avvicinarglisi, rendendo il suo timore talmente evidente che ormai Kouha pareva averci preso gusto e non perdeva occasione per agganciarsi al gomito di Sinbad o tuffarsi ai suoi piedi.
-Non si preoccupi principe, verremo di sicuro.- garantì Ja’far con la solita cortesia, accarezzando la testolina di Robin e sillabando mutamente a Sinbad “è per l’alleanza”, sforzandosi di celare il divertimento.
-Sicuri che non sarà un problema se verremo a Sindria?-
-Assolutamente no, siete la benvenuta.-
-Perché Hakuei sì e io no?- s’indignò Kouha, praticamente sedendosi sulle ginocchia di Sinbad, con il risultato che lui diventò pallido come un lenzuolo mentre Judal e Ja’far non riuscirono più a trattenere le risate.
L’alleanza con Kou aveva una base incrollabile, ben più forte della convenienza economica o delle minacce, e  per la prima volta dopo mesi non avvertivano più la presenza di una minaccia incombente alle loro spalle ma al contrario la rassicurante presenza di un nuovo sostenitore al loro fianco, ed il merito di tutto andava a quello che inizialmente era stato la fonte del problema.
-Così piccola e già così importante, sei la cosa migliore che mi sia capitata Hanako.- sussurrò riprendendola dalle braccia di Kougyoku e baciandole il capo, con molto più amore di quello che credeva di poter donare.
Sinbad sorrise, guardando gli occhioni di Hanako socchiudersi per la stanchezza e liberandosi di Kouha con un vago gesto della mano.
-Se volete scusarci, adesso la nave ci aspetta.-
I principi annuirono comprensivi, salutando cordialmente lui e Ja’far e abbracciando brevemente Judal, baciando il capo dei due piccoli con affetto o comunque simpatia, accompagnandoli fino al porto.
-Dite che è andata bene?- domandò Sinbad dopo aver messo a letto i bambini, guardando il capo bianco di Ja’far poggiato sulla sua spalla sinistra e quello nero di Judal alla sua destra, mentre osservavano tutti assieme brevemente le stelle prima di scendere sotto coperta a coricarsi.
-Direi di sì.- rispose asciutto Judal, trattenendo uno sbadiglio, mentre Ja’far sorrise, guardando la luna quasi ipnotizzato. -Io invece direi solo che sono felice, a dispetto delle premesse di tutta questa storia, e che devo ringraziare voi per avermi fatto trovare il coraggio di vivere davvero senza aver paura di tutto.-
Aveva pensato innumerevoli volte di non farcela, aveva preso delle decisioni, se n’era pentito e le aveva rinnegate o cambiate, agendo nell’interesse suo, in quello di Sindria, per suo figlio o per altri motivi ancora.
Aveva pianto, si era arrabbiato, aveva agito per gelosia, commettendo errori e passi falsi, giungendo dov’era in quel momento fiero di poter dire che sì, aveva dei rimpianti per alcune delle scelte che aveva compiuto, forse per molte, ma che anche se ne avesse avuto la possibilità non avrebbe cambiato nulla di quell’ultimo anno, pronto a prendersi le responsabilità delle scelte sue, di Sinbad, di Judal e dei loro figli, come avrebbe fatto una famiglia
   
 
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