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Autore: FreddyOllow    31/07/2020    0 recensioni
[GTA IV]
[GTA IV][GTA IV][GTA IV]Dopo gli eventi di GTA IV. Niko Bellic sta facendo colazione in una tavola calda, quando due sicari cercano di ucciderlo...
Genere: Azione, Drammatico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando Niko entrò nel suo appartamento, Victoria era seduta a guardare la tv. Non si accorse di Niko finché lui non chiuse la porta.
Victoria si voltò per salutarlo, ma si fermò quando vide che era cosparso di polvere. "Cosa è successo?"
Niko la guardò. "Nulla. Ora vado a farmi una doccia."
"Niko." Disse Victoria alzandosi dal divano. Lo seguì fino all'ingresso del bagno. "Fermati. Dimmi cosa è successo?"
"Niente, Vic. E' meglio che tu non sappia niente." Niko aprì la porta e la richiuse alle sue spalle.
Si tolse i vestiti, li buttò nella cesta, entrò nella doccia e aprì il rubinetto. Un fiotto d'acqua gelida lo fece trasalire per un momento. Poi abbassando la testa, chiuse gli occhi, mentre l'acqua ai suoi piedi diventava marrone scuro per lo sporco.

Uscì dal bagno venti minuti dopo. Andò in camera da letto, indossò un pantalone e una camicia nera dall'armadio e si diresse in cucina. Pensava di vedere Victoria e la bambina, di cui non sapeva il nome, anche se il pedofilo l'aveva chiamata Wendy.
Prese una birra dal frigo, la stappò e fece un sorso. Poi si sedette con gli occhi fissi nel vuoto.

Verso le sette di sera, U.L Paper lo chiamò al cellulare.
"Niko." Disse l'uomo. "Domani sarà il grande giorno. Petrov sarà tutto tuo. Preparati."
"Non vedo l'ora di mettere le mani su quel bastardo." Rispose Niko.
"Questa notte Petrov perderà un sacco di pistole."
"Verranno uccisi?"
"No, no, i giornalisti vanno a nozze per le stragi. Verranno arresti e molti di loro cacciati dal paese. Ho avuto carta bianca dai piani alti dopo la bomba nella centrale di polizia."
"Se sapessero..."
"Nessuna saprà nulla, Niko. Devi tenere la bocca chiusa. Nessuno deve sapere di questa storia, intesi?"
"Certo."
"Bene."
"Quanti uomini ci saranno con Petrov?" Domandò Niko.
"Forse una quindicina. Gente con la fedina penale immacolata. E' un problema?"
"No. Nessuna problema."
"Ora devo andare." U.L Paper riattaccò.
Niko stava andando sulla terrazza, quando Victoria e la bambina entrarono nell'appartamento.
"Ehi." Disse Niko.
La bambina corse ad abbracciarlo.
"Ciao. Tutto bene?"
"Sì." Rispose la bambina.
"Victoria mi ha comprato del gelato." Sorrise.
La donna li raggiunse, si chinò verso la bambina. "Hai le labbra sporche di cioccolato, Zoey."
La bambina si pulì con la manica della giaccia.
"Quindi ti chiami Zoey?" Disse Niko.
La bambina annuì prontamente.
"E' proprio un bel nome."
Victoria si voltò verso Niko. "Allora, mi dici perché eri sporco di polvere dalla testa ai piedi?"
"E' una lunga storia." Rispose Niko.
"Riguarda l'esplosione della centrale di polizia? Non fanno altro che parlare di questo in città."
"Ero nei paraggi quando... Insomma, è esplosa.
"Oh mio Dio!" Victoria si portò le mani sulla bocca. "Non... Oh mio Dio..." Balbettò."
"Tranquilla. Ero lontano quando è successo."
"Hai detto che eri nei paraggi."
"Sì, ma non vicino all'esplosione. Sono stato ricoperto dalla polvere ancor prima di lasciare l'isolato."
La bambina li guardava senza capire di cosa stavano parlando.
Victoria gli tastò le braccia, il petto, il collo e il viso. "Quindi stai bene?"
"Sì, Vic. Sto bene. Grazie." Sorrise Niko, rincuorato dal fatto che Victoria era così preoccupata di ciò che gli era successo, anche se aveva in parte mentito.
"Posso avere dell'altro gelato?" Chiese Zoey ai due.

Un'ora dopo, Niko telefonò a Jacob.
"Ehi, J." Disse Niko. "Mi sono dimenticato dirti che ho sistemato il nostro amico."
"Non preoccuparti, eroe." Rispose Jacob. "Le voci corrono velocemente da queste parti. Molti dei suoi uomini sono fuggiti o hanno implorato di lavorare per me."
"E?"
"Non c'è spazio per i traditori. Chi tradisce una volta, tradisce sempre."
"Beh, non tutti sono..."
"Niko, fratello. Ho lavorato con molta gente. Chi ti volta le spalle negli affari, lo farà ogni volta che troverà di meglio. In questo tipo di affare non c'è spazio per gente così. Non siamo una fottuta azienda governativa. Non ci azzanniamo alla gola per una promozione. Qui ci guardiamo le spalle a vicenda, mica ci pugnaliamo alla schiena, capisci?" Schioccò la lingua.
"Certo."
"A che punto sei con Petrov?" Chiese Jacob.
"Domani sarà il suo ultimo giorno sulla terra."
"Finalmente le cose si sistemeranno. Se ti serve aiuto, conta pure su me e Badman."
"Grazie, Jacob. Ma è una cosa che devo fare da solo."
"Capisco, Niko. Allora non sparire, ok? Vieni a trovarmi ogni tanto. Forse avrò anche del lavoro per te, se ti interessa."
"Contaci, J. A presto." Niko riattaccò.
Quella sera Niko andò a dormire presto. Si addormentò con le voci allegre di Victoria e Zoey che provenivano dal soggiorno.

Verso le sei del mattino, Niko si alzò, si sciacquò la faccia al lavandino e indossò una tuta blu scuro con due fasce che correvano ai lati delle braccia e gambe. Bevve un bicchiere d'acqua, diede un ultima occhiata a Victoria e Zoey, che dormivano insieme sul letto matrimoniale, e uscì dall'appartamento con un borsone nero. 
A quell'ora le strade si riempivano di lavoratori. Auto e furgoni sfrecciavano sulla strada.
Niko prese un taxi quel giorno. Non voleva portare una banshee a Broker. Avrebbe attirato l'attenzione degli uomini di Petrov che, seppur decimati dagli arresti di quella notte, ora erano più vigili che mai.
Il taxi lo portò a limitare di Broker, pagò trenta dollari al tassista, uscì dalla macchina e afferrò il borsone dal bagagliaio. Si guardò attorno. C'erano pochi passanti.
Niko s'incamminò verso il Perestroika, il borsone stretto in una mano. Svoltò l'angolo di un bar e proseguì per 80 metri. Si fermò solo quando vide tre uomini uscire da un Intruder. Parlando tra di loro, si diressero all'ingresso del Perestroika. 
 Niko mise a terra il borsone, lo aprì e tirò fuori due pistole. Poi chiuse il borsone, lo sistemò dietro un basso muretto coperto da un folto cespuglio e s'incamminò verso il Perestroika.
Due guardie armate di pistola erano all'ingresso. Lo riconobbero fin da subito, ma Niko li sparò a sangue freddo ancora prima di puntare l'arma. Gli uomini all'interno avevano certamente sentito gli spari, perciò non si sarebbero fatti cogliere impreparati.
Non appena Niko entrò nel Perestroika, una pioggia di proiettili lo accolse calorosamente. Niko si riparò dietro una colonna, mentre le pallottole non gli davano modo di ricambiare il favore. Si guardò attorno, ma non trovò una posizione favorevole per provare a sparare. Quando notò che l'intensità del fuoco nemico era calato, Niko si sporse dal muro, gettò una rapida occhiata nella grande sala e sparò al barista che stava caricando il fucile a pompa. Tornò dietro il muro, che si andava sbriciolando sotto le pallottole nemiche.
Rifece lo stesso gesto. Attese che alcuni caricassero le armi e si sporse dal muro per sparare ai due uomini che si trovavano dietro un tavolino rotondo. Gli altri, intuendo ciò che stava facendo Niko, cercarono di accerchiarlo. Avanzarono rapidamente, facendo fuoco di soppressione. Niko fu costretto a indietreggiare, quando una parte della colonna crollò sul pavimento. Si riparò dietro le porte d'ingresso del Perestroika, mentre i tirapiedi di Petrov guadagnavano terreno. 
Non poteva più starsene fermo a sperare che una pallottola non lo centrasse, poiché la porta non avrebbe resistito alla raffica di mitra e pistole.
Niko si gettò a terra e sparò a tre uomini con una velocità quasi disumana. Poi un uomo, sbucato da dietro un muro, gli si gettò sopra, cercando di colpirlo in faccia. Niko si spostò di lato e gli mise le braccia attorno al collo. Gli altri uomini spararono, ma colpirono il loro compagno. Niko ne approfittò per ucciderne altri tre. 
Nel locale entrarono altri quattro uomini. Rapidamente, Niko prese due mitragliette dal pavimento e sparò una raffica verso questi, colpendoli tutti. 
Nel locale era sceso il silenzio. 
Rimase fermò al centro della sala per qualche minuto, si guardò intorno. Quando capì che non sarebbero arrivati altri uomini, corse verso il retro del locale. 
Petrov gli sparò. 
Il proiettile gli passò a tre centimetri dalla testa. Niko si chinò e sparò, ma le pallottole crivellarono il muro. Petrov era fuggito dalla porta secondaria, che si richiudeva lentamente.
Niko uscì fuori dal locale e gettò occhiate in varie direzioni. Gli sembrava di rivivere la stessa scena di quando aveva ucciso Mikhail Faustin. 
Vide Petrov salire rapidamente la scala antincendio. Niko gli sparò e quello ricambiò i colpi. Le pallottole colpirono muri, cemento, bidoni. Niko lo seguì, salì la scala antincendio e si ritrovò sul tetto. Petrov stava correndo verso un elicottero. Niko stava per sparare all'elicottero, quando due uomini armati di AK-47 uscirono da dietro una cisterna d'acqua e aprirono il fuoco.
Niko riuscì a ucciderne uno, prima di ripararsi dietro un tubo d'areazione. Quando Petrov fu dentro l'elicottero, l'ultimo uomo arretrò verso l'elicottero e salì a bordo. Niko uscì alla scoperto e corse verso l'AK-47, prese l'arma e si ritirò dietro la cisterna d'acqua, mentre il tirapiede di Petrov sparava all'impazzata. 
L'elicottero virò a destra, e si stava allontanando, quando Niko uscì dal riparo, prese la mira e sparò tre colpi all'elica dell'elicottero, che iniziò a roteare su sé stesso. L'uomo armato cascò giù, schiantandosi sul marciapiede. Niko corse verso il parapetto del tetto e svuotò il caricatore contro l'elicottero, che prendendo fuoco, si schiantò su un edificio abbandonato con una forte esplosione.
Petrov non può essere sopravvissuto, pensò Niko.
Rimase a guardare le fiamme divorare i resti dell'elicottero. Udì le sirene della polizia. Ripulì AK-47 con la manica della giacca della tuta per non lasciare impronte e posò l'arma accanto al cadavere. Scese la scala antincendio, camminò lungo il vicolo e si allontanò, guardando l'elicottero bruciare e nubi di fumo oscurare il cielo.

Quando andò riprendere il borsone, U.L Paper lo chiamò al cellulare.
"Ottimo lavoro." Disse l'uomo. "Hai una mira impeccabile."
"Hai visto tutto?"
"Ho occhi e orecchie dappertutto, Niko. Sono come il grande fratello."
"Il reality?"
"La vita stessa è un reality. Ognuno recita la sua parte ed altri vogliano recitare le parti altrui. Mi capisci?"
"Certo."
"Qual è la tua parte?"
"Parte?"
"Che personaggio sei?"
"Personaggio? Non capisco?"
"Perfetto. Vuole dire che ti sei calato bene nella parte."
"Ok."
"Lo capirai col tempo, Niko. Ci vediamo."
Niko rimase perplesso dalla parole di U.L Paper, ma cercò di non pensarci.

Tornato al suo appartamento, Niko si fece una doccia e tre dita di Vodka. Non beveva mai Vodka, ma quello era un momento importante. Doveva festeggiare. Aveva finalmente ucciso Petrov.
Si sedette sulla poltrona del soggiorno e fece ondeggiare il liquore nel bicchiere. Lo fissò per un momento, pensando al fatto che Petrov lo voleva morto solo per vendicare suo Zio Faustin. Zio che non aveva mai conosciuto stando ai Dossier di U.L Paper. 
Ma era vero? Voleva ucciderlo per questo? O forse perché Niko si era fatto una reputazione leggendaria a Liberty City? Tutti conoscevano il suo nome, ma nessuno gli sopravviveva a lungo da ricordarsi la sua faccia. 
Era un nome, senza un volto.
Mentre pensava, si accorse di non aver mai scambiato una parola con Petrov. Con ogni uomo che contava in città, aveva sempre scambiato qualche parola, insulto o persino sguardi carichi di rabbia. Ma con Petrov non era successo, il che lo turbò. 
I cattivi amano parlare e giustificare le loro azioni, pensò Niko. Forse si sono evoluti e hanno capito che discutere fa solo perdere tempo prezioso.
Rimase a contemplare la vittoria seduto nel totale silenzio, sorseggiando del Wiskhy. Perfino la caotica Liberty City sembrava essersi ammutolita.
   
 
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