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Autore: Ghost Writer TNCS    01/08/2020    0 recensioni
Niflheim è sempre stato famoso per essere un pianeta tetro e ostile, ma questo non aveva fermato i coloni. Il loro spirito intraprendente e gli interessi economici di una grande multinazionale sembravano sufficienti per far fronte a qualsiasi avversità, ma si sbagliavano.
Il sogno si è infranto contro misteriose interferenze, e alla frustrazione ha fatto seguito la criminalità. Se per un amante degli esplosivi la situazione è particolarmente allettante, lo stesso non si può dire per le forze di polizia che cercano di ristabilire l’ordine, costrette a combattere un’organizzazione malavitosa più influente delle autorità ufficiali.
La sfida per la frontiera è iniziata e il più forte imporrà la sua giustizia.
Genere: Avventura, Azione, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie '1° arco narrativo'
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13. Sotto assedio

Freyja assistette all’annuncio del Sindaco in diretta, così come tutto il resto della colonia occidentale. Aveva la pelle d’oca e si sentiva come paralizzata. Sapeva che il criminale non se ne sarebbe stato con le mani in mano dopo l’arrivo dei mercenari, ma di certo non si aspettava un’azione così clamorosa, così plateale. Temeva soprattutto per i suoi colleghi: dopo una presa di posizione così marcata, la situazione per le forze dell’ordine non poteva che complicarsi.

«Ehi, sono arrivati degli ordini» annunciò il responsabile della difesa del deposito. Lesse il messaggio direttamente dall’impianto cibernetico nel suo braccio. «Dobbiamo andare tutti alla centrale di polizia e catturare gli sbirri» riferì. «Qui dice che li vogliono vivi. I mercenari invece possiamo ucciderli.»

Freyja non era per niente stupita di una simile decisione: il Sindaco stava cercando di ingraziarsi la popolazione, e massacrare gli agenti non avrebbe giovato alla sua immagine.

«Avanti, muovete il culo!» ordinò il leader del gruppo.

L’orchessa e i tre uomini che erano con lei salirono sul fuoristrada e lasciarono il deposito, che ormai non necessitava più della loro protezione.

Avevano percorso poche centinaia di metri quando avvistarono un paio di veicoli. Erano corazzati e pesantemente armati, ma soprattutto stavano procedendo in direzione opposta alla loro: appartenevano sicuramente a un gruppo di mercenari.

«Merda, vengono verso di noi!» esclamò quello seduto di fianco al guidatore, visibilmente preoccupato.

«Svelto, gira!» implorò un altro. «Ci ridurranno a un colabrodo!»

Il leader del gruppo li ignorò e tirò dritto. I mercenari sfilarono loro accanto senza degnarli di uno sguardo e proseguirono sulla loro strada, diretti verso est: stavano sicuramente lasciando la colonia.

I due uomini, dapprima spaventati, divennero improvvisamente spavaldi.

«Ah, hanno capito che non gli conviene mettersi contro di noi!»

«Siamo uomini del Sindaco dopotutto!»

Freyja era troppo preoccupata per dare retta a quei due, che evidentemente non erano tra le menti più brillanti al soldo del criminale.

Quei mercenari avevano visto sfumare le loro prospettive di guadagno e non ci avevano pensato due volte a levarsi di torno. Di sicuro la maggior parte stava facendo altrettanto, e questo significava che gli agenti sarebbero stati ancora una volta in inferiorità numerica.

Quando raggiunsero la centrale di polizia, l’orchessa avvertì un tuffo al cuore: l’edificio era letteralmente sotto assedio, c’erano veicoli in fiamme in mezzo alla strada e decine di uomini armati che cercavano di fare irruzione.

Lo stabile era stato costruito per essere una specie di piccola fortezza, ma era solo questione di tempo prima che i criminali riuscissero a fare breccia nelle sue difese.

«Ehi, guarda! Quello è lo Spadaccino Mistico!»

Questa volta l’esclamazione attirò l’attenzione di Freyja, che seguì l’indice del fuorilegge fino a individuare una figura incappucciata.

C’era già il sospetto che lo Spadaccino Mistico lavorasse per il Sindaco, così si era informata: era un insettoide e un ex Cavaliere della Luce che aveva tradito l’Ordine. Aveva ucciso il suo maestro ed era diventato un mercenario. Il database della polizia lo descriveva come un combattente eccezionale, capace di far fluttuare fino a sei spade contemporaneamente.

I quattro scesero dal fuoristrada e vennero accolti dal calore delle fiamme e dall’odore acre della battaglia. Nonostante ciò, i due fuorilegge più spensierati non persero l’entusiasmo da fanboy e continuarono a cercare i criminali più famosi al soldo del loro capo.

«Di là, quello non è il Branco?!»

L’orchessa lanciò un’occhiata nella direzione indicata, dove si trovavano due uomini e due donne: un faunomorfo di tipo gibbone, un sauriano, un’anfibiana e un’elfa, o più probabilmente una mezzelfa a giudicare dalle orecchie a punta non molto pronunciate.

«Aspetta, ma non erano di più?»

«Ho sentito che hanno un sensitivo ciccione che non combatte e un cecchino. Ah, lo sapevi che il loro capo, l’anfibiana, prima era un uomo?»

«Beh, vista da qui non mi sembra male.»

I due si concessero una risata.

«Aspetta! Aspetta! Aspetta! Guarda lì! Quello è lui

L’altro si voltò e subito riconobbe la persona seduta sul veicolo in fiamme: aveva la pelle quasi nera e le corna di lunghezza diversa.

«Woh! Kerberosz Égettvér! L’Araldo dell’Apocalisse! Il capo di tutta la milizia!»

Questa volta perfino Freyja avvertì un fremito, ma la sua era preoccupazione, non entusiasmo: Kerberosz Égettvér era più giovane di lei, eppure si era già fatto una terribile reputazione.

Improvvisamente udì il rombo di un motore. Si voltò di scatto e vide dei rostri piombare su di lei. Si gettò di lato. Sentì il raggelante rumore delle ossa spezzate e della carne spappolata, ma per fortuna era ancora tutta intera. Lo stesso non si poteva dire dei tre con cui era arrivata.

Vide il pesante veicolo che proseguiva la sua corsa a tutta velocità e intuì che qualche mercenario era rimasto. Avrebbe voluto unirsi a loro, ma non poteva. Voleva disperatamente salvare i suoi colleghi, ma rivelare la sua identità era una pessima idea, soprattutto in quel momento.

Il blindato sembrava inarrestabile, ma uno dei cacciatori del Branco si fece avanti. In pochi secondi il suo corpo crebbe a dismisura e con la sua forza da gigante bloccò il veicolo. Il mezzo doveva pesare diverse tonnellate, eppure il sauriano riuscì a sollevarlo e a scaraventarlo via.

I mercenari però non intendevano arrendersi. Uscirono dal veicolo ribaltato e lo sfruttarono come copertura mentre rispondevano al fuoco dei fuorilegge. Data la situazione in cui si trovavano, la loro sembrava una buona tattica, ma un bagliore improvviso piombò su di loro.

Freyja udì un clangore metallico, ma ci mise un po’ per capire quello che era successo: una spada era schizzata verso i mercenari e ne aveva decapitati due per poi essere bloccata dal terzo. Lo Spadaccino Mistico era ancora immobile nel suo mantello, ma non c’erano dubbi che fosse lui il responsabile dell’attacco.

«Fermi!» La voce di Kerberosz spiccò potente in mezzo al campo di battaglia, intrisa di brama combattiva. «Lasciateli a me» aggiunse prima di rimettersi in bocca il suo sigaro.

I fuorilegge cessarono il fuoco, ma uno dei mercenari pensò di approfittarne per mirare allo Spadaccino Mistico e vendicare i suoi compagni. Il colpo venne deviato da una spada fluttuante, il mercenario invece venne freddato da un colpo alla testa.

Kerberosz lanciò uno sguardò furioso verso l’origine dello sparo, poi si girò verso il capo del Branco. L’anfibiana non si fece impressionare e si limitò ad allargare le braccia: non intendeva condannare l’operato del suo cecchino.

Per sfogare la sua rabbia, il capo della milizia si avventò sui mercenari. Il suo scudo energetico deviò proiettili e fulmini, ma poi gli bastarono le mani nude per fracassare i crani delle sue vittime.

Lui era un tartariano, una specie di demone creata per essere i carcerieri del Tartaro, e per questo dotata di una spiccata indole combattiva. La loro pelle quasi nera sembrava lava solidificata mentre i loro occhi brillavano come tizzoni ardenti.

Kerberosz prese il suo sigaro con gli artigli ancora intrisi sangue. «Che fate lì impalati?!» imprecò. «Buttate giù quella cazzo di porta, o sarete i prossimi!»

Gli altri fuorilegge non se lo fecero ripetere e tornarono all’attacco.

Freyja aveva il cuore che batteva all’impazzata e le sue mani non volevano smettere di tremare, ma si sforzò di avanzare. Doveva pensare, farsi venire un’idea. Come poteva salvare i suoi colleghi? Di certo non poteva combattere da sola contro nemici simili. Forse la cosa migliore era andarsene, chiamare aiuto…

«Ehi, Frida!»

Sentire il suo falso nome la fece quasi sobbalzare. Si voltò cercando di ostentare naturalezza e subito riconobbe gli uomini del Mastino. Non c’era Luca, ma questo la fece quasi sentire sollevata.

«Sei venuta da sola?» le chiese il demone che faceva da vice all’orco.

Lei annuì.

Lui capì che c’era qualcosa che non andava e la squadrò con aria interrogativa. «Tutto bene?»

«Sì… Sì, insomma, mi hanno quasi investita un attimo fa. Quello è ciò che resta di quelli con cui sono arrivata.»

I cacciatori guardarono i cadaveri maciullati.

«Oh, cavolo, mi dispiace.»

«Dov’è Luca? Non è con voi?»

«Sta aiutando gli altri a buttare giù la porta della centrale» le spiegò il demone. «Quando ha visto che c’era anche il Branco, ha pensato bene di mettersi un po’ in mostra, ma temo che Kerberosz gli abbia rubato la scena.»

«Già. Un tipo così è meglio non farlo arrabbiare. Fortuna che è dalla nostra parte!»

«Puoi dirlo forte!»

Il demone si concesse un momento per osservare gli altri criminali, per lo più impegnati a controllare la strada per evitare altri attacchi a sorpresa.

«Ora capisco perché il Sindaco ci ha detto di starcene buoni. Ha sfruttato i mercenari per fare piazza pulita delle bande di quartiere, e poi ne ha subito approfittato per fare la sua mossa, prima che la polizia potesse venire a cercarci. Ora non dovremo preoccuparci più di nessuno.»

Una lampadina si accese immediatamente nella mente dell’orchessa: il demone aveva ragione, come faceva il Sindaco a sapere che il commissario Mantina stava per dare l’ordine di attaccare i depositi? Non voleva saltare a conclusioni affrettate, ma le risultava difficile pensare a una semplice coincidenza.

Si voltò verso la centrale di polizia, sperando che i bagliori delle fiamme mascherassero la sua espressione. In quel momento più che mai temeva di non riuscire a nascondere il vortice di pensieri che la tormentava.

Per la prima volta dall’inizio della sua operazione, le venne da porsi la domanda: c’era ancora una speranza di riuscire a sconfiggere il Sindaco e riportare l’ordine nella colonia?


Note dell’autore

Ciao a tutti!

Grazie ai due fanboy veniamo a conoscenza di alcune delle figure di spicco al soldo del Sindaco: il Branco (tanto odiato dagli uomini del Mastino), lo Spadaccino Mistico e il giovane ma temibilissimo capo della milizia Kerberosz Égettvér.

Freyja ha dovuto osservare impotente il crollo della colonia, ma per fortuna ha incontrato dei volti “amici” che, volenti o nolenti, l’hanno aiutata a riflettere.

Questo è probabilmente il mio momento più difficile per l’orchessa, ma di sicuro non si arrenderà e farà di tutto per cercare di salvare i suoi colleghi e far prevalere la giustizia. Certo le servirà un ottimo piano se non vuole finire lei stessa in prigione, o peggio.

Colgo l’occasione per ringraziare la mia beta Hesper che mi aiuta sempre rileggendo i miei capitoli e ringrazio anche voi che state leggendo la mia storia.

A presto ^.^


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