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Autore: Juriaka    01/08/2020    5 recensioni
AtsuHina | side!IwaOi
Hogwarts!AU (sì, l'ennesima), ambientata durante il Torneo Tremaghi.
Hinata Shouyou è un Grifondoro del quinto anno, che verrà scelto dal Calice di Fuoco per rappresentare la sua scuola. Miya Atsumu è il campione di Durmstrang, e Hinata lo detesta perché non fa altro che ostentare con arroganza il proprio talento. E difatti se ne innamora. Iwaizumi vorrebbe soltanto concentrarsi sugli studi, ottenere i M.A.G.O. necessari al fine di poter diventare infermiere al San Mungo, tuttavia il campione di Beauxbatons, Oikawa Tooru, caratterizzato da un maledettissimo e purtroppo affascinante accento francese, ha intenzione di trasformargli la vita in un inferno.
Questa storia è nata semplicemente dalla mia stupida voglia di inserire questa battuta da qualche parte:
«Oikawa, saresti dovuto venire a Hogwarts» disse Ushijima.
Buona lettura!
Edit: gli aggiornamenti rallenteranno perché purtroppo sono sotto sessione livello extreme proprio, scusatemi!
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Atsumu Miya, Hajime Iwaizumi, Shouyou Hinata, Tooru Oikawa
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Note importanti
Ciao! Intanto grazie per essere qui. Vi lascio al volo la lista degli elementi canonici di Harry Potter che ho dovuto modificare al fine della trama. In questa fanfiction, Voldemort non è presente, dunque Malocchio Moody, che insegna Difesa contro le Arti Oscure, è davvero l'auror originale, e non Barty Crouch Junior mascherato grazie alla Pozione Polisucco. Per partecipare al torneo Tremaghi non ho inserito il limite d'età dei diciassette anni, ma ho dovuto generalizzare e rendere il torneo accessibile a tutti coloro dal quinto anno in su. In questo modo, ho potuto mantenere invariata la differenza di età fra i protagonisti di Haikyuu (esempio: Hinata, quinto anno; Daichi, settimo anno, due anni di differenza come nel manga). Infine, questa storia è basata sul libro, non sul film. Bene, grazie e buona lettura!


I capitolo

Il Calice di Fuoco e i Tre Campioni


Hogwarts, casa dolce casa. Hinata non riusciva a smettere di sorridere, mentre addentava vorace un cosciotto di pollo intinto nella mostarda. La Sala Grande era luminosa proprio come la ricordava, con il soffitto stellato che brillava su di loro e Nick-quasi-senza-testa che s'accingeva affabile a parlare con i nuovi Grifondoro, traumatizzandoli per sempre. L'entusiasmo degli studenti in procinto di iniziare un nuovo anno era palpabile, pizzicava sulla pelle come le Api Frizzole quando si sciolgono sulla lingua. I quattro lunghi tavoli abbondavano di pietanze prelibate: salsicce, puré di patate, pasticci di manzo, cipolla e pasta frolla, verdure arrostite... Hinata afferrò due porzioni di Yorkshire pudding, porgendone una a Yamaguchi, che sedeva accanto a lui.
«Quanto credete che manchi al discorso di Silente?» domandò Kageyama, sorseggiando avidamente un bicchiere di latte.
«Beh, di solito è sempre dopo il dolce, no?» rispose Yachi, gettando un'occhiata al tavolo degli insegnanti. Silente sorrideva benevolo, le iridi azzurre e brillanti nascoste dalla montatura a mezzaluna. Hinata sospirò estasiato, pensando al proprio letto a baldacchino morbido e soffice che lo attendeva nella Sala Comune dei Grifondoro e alla propria Nimbus 2000, con cui avrebbe presto sorvolato il campo da Quidditch. Neanche lo sguardo ostile che Piton rivolse loro riuscì a incrinare il suo entusiasmo, e non appena l'ultima fetta di squisita torta alla melassa svanì, il Preside si alzò lasciando la lunga veste azzurra ondeggiare soavemente
«Benvenuti ai nuovi studenti, e bentornati ai vecchi!» iniziò con voce forte e chiara, che riecheggiò fra le pareti. «Dunque, come sempre vorrei ricordare che l'accesso alla Foresta Proibita è interdetta, per l'appunto, a tutti quanti voi, esattamente come lo è il villaggio di Hogsmade a coloro che non sono ancora al terzo anno.
«È altresì mio doloroso dovere informarvi che quest'anno la Coppa di Quidditch non avrà luogo...»
«COSA?» urlò Hinata sconvolto, mai stato tanto infervorato in vita sua. Kageyama pareva avesse ingurgitato uova di Doxy, perché divenne verde in viso, e aprì la bocca come un pesce in una boccia senza riuscire emettere un suono. Persino l'espressione perennemente beffarda di Tsukishima fu cancellata da un lampo improvviso di stupore e rabbia. Non furono i soli, comunque. L'intera Sala Grande fu attraversata da bisbigli infuriati, come un ronzio di calabroni che diveniva sempre più intenso, pericoloso.
«Questo perché» continuò Silente affabile, pur assumendo un tono autoritario «la scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts è stata selezionata per ospitare un evento assai emozionante, che porterà via tempo ed energie all'intero corpo docenti. È con grandissimo piacere che v'informo che quest'anno si terrà il Torneo Tremaghi!»
Il mondo esplose. Hinata s'accigliò e inclinò la testa spaesato, confuso e arrabbiato, colto alla sprovvista dalle esclamazioni allibite di tutti gli studenti che gli perforarono le orecchie. Persino Daichi perse la propria compostezza, balzando praticamente giù dalla panca.
«Che sta succedendo? Cos'è il Torneo Tremaghi?» domandò, mentre il peso di essere Babbano per nascita si insinuò nuovamente nella sua anima, come un verme in una mela marcia. Hinata detestava non capire, gli sembrava come se stesse rimanendo indietro. Fu il professor Silente a dissipare ogni suo dubbio, visto che gli altri erano troppo scioccati dalla notizia per prestare attenzione ai suoi interrogativi.
«Forse alcuni di voi non sanno di cosa si tratti, dunque ve lo spiego. Il Torneo Tremaghi è una competizione fra le tre maggiori scuole europee di magia: Hogwarts, Beauxbatons e Durmstrang. Un giudice imparziale selezionerà un campione che rappresenterà la propria scuola, e che gareggerà contro gli altri due in tre imprese magiche. Il Torneo Tremaghi si teneva ogni cinque anni, finché il tributo dei morti divenne così elevato da obbligarne la sospensione a tempo indeterminato.»
Tributo dei morti?
«Tuttavia, grazie alla collaborazione con il Ministero della Magia, e dopo aver aumentato le misure di sicurezza, gli Uffici per la Cooperazione Internazionale Magica e per i Giochi e gli Sport Magici hanno convenuto che i tempi fossero maturi per un nuovo tentativo. È stato comunque deciso di porre un limite d'età: potranno proporsi come eventuali campioni esclusivamente gli studenti dal quinto anno in su, poiché le prove saranno pericolose ed è altamente improbabile che studenti ai primi anni di istruzione posseggano le conoscenze necessarie per sperare di superarle.
«I presidi di Beauxbatons e di Durmstrang arriveranno a fine ottobre con la loro squadra di campioni, e resteranno nostri ospiti per la maggior parte dell'anno scolastico. Mi aspetto che tutti voi tratterete i vostri nuovi compagni con la massima gentilezza e che sosterrete sinceramente il campione di Hogwarts non appena verrà designato. E ora filate a letto, dovete riposarvi per le lezioni di domani! Hop hop!»
Le panche si spostarono con un gran fracasso, e Hinata seguì i propri compagni verso la torre dei Grifondoro.
«Che figo, voglio assolutamente provare a partecipare!» esclamò Tanaka, e Nishinoya annuì con entusiasmo a quell'affermazione. «E poi dedicherei la mia vittoria a Kiyoko-san!»
«Io non potrei mai» rispose Ennoshita scuotendo la testa, con il distintivo di 'prefetto' che gli brillava sul petto, seguito dai ragazzi del primo anno.
Hinata, per la verità, non era troppo entusiasta. Era curioso di vedere le prove e di conoscere gli studenti stranieri, tuttavia la cancellazione della coppa di Quidditch gli era sembrato un prezzo decisamente troppo alto da pagare. Con un sospiro depresso, pensò alla propria Nimbus custodita nel ripostiglio delle scope, e dove probabilmente sarebbe rimasta per tutto l'anno.
«Fatti coraggio, Hinata-kun!» sussurrò Yachi, sfiorandogli la spalla. «Vedrai che sarà divertente!»
«E poi puoi sempre provare a partecipare!» aggiunse Yamaguchi, portandosi un dito sul mento, pensieroso.
«Non saprei!» rispose Hinata, poi voltò la nuca per fissare Kageyama. «Tu ci proveresti?»
Kageyama scrollò le spalle, e Yachi sussurrò 'Guazzabuglio!' alla Signora Grassa, che scivolò di lato per permettere agli studenti di entrare. Esausto, scosso per i repentini cambiamenti, Hinata si fiondò nel proprio letto a baldacchino e chiuse gli occhi, sprofondando in un sonno profondo.

La fine di ottobre giunse relativamente presto. Senza il Quidditch, Hinata era più depresso del solito, ma le lezioni del quinto anno si rivelarono parecchio complicate. In prossimità dell'estate avrebbero dovuto sostenere i G.U.F.O. (Giudizio Unico per Fattucchieri Ordinari), e gli insegnanti cominciarono a vessarli sin dai primi gioni. La Mc Granitt assegnò loro saggi da scrivere di almeno trenta centimetri di pergamena due volte alla settimana, per non parlare del professor Piton, che sembrava avesse sviluppato un odio ancor più radicato nei confronti di Hinata e Kageyama, trasformando le ore di Pozioni nei sotterranei in un vero e proprio inferno. La terza settimana, Hinata si infuriò al punto da non riuscire a dosare correttamente le gocce di sangue di drago, tanto gli tremavano le mani dalla rabbia, e il suo calderone esplose all'improvviso schizzando una sbobba bollente e maleodorante. Non appena giunse in infermeria, Madama Chips gli spalmò un unguento fresco, profumato di rosa, che cancellò immediatamente le chiazze delle bruciature e lenì il dolore. Anche Vitious, nonostante Hinata lo adorasse come insegnante, aveva intrapreso un programma piuttosto ferrato e che lasciava poco spazio al riposo. Con Erbologia, dovendo stare nelle serre che contenevano piante pericolose, almeno poteva sfogarsi e parlare liberamente con i propri compagni, tuttavia dovette abituarsi ad andare a dormire con le braccia graffiate dai geranei zannuti. La materia preferita di Hinata rimaneva comunque Difesa contro le Arti Oscure. Il nuovo insegnante, Alastor 'Malocchio' Moody, era un ex-auror che sapeva decisamente il fatto suo. Hinata lo ammirava molto per le sue capacità e per il suo passato trascorso a combattere maghi oscuri, tuttavia i suoi metodi di insegnamento apparivano piuttosto discutibili, a tratti persino brutali, quasi spaventosi. Yachi dovette trattenersi per evitare di scoppiare in lacrime solamente alla terza lezione, e Hinata il pomeriggio la trascinò a trovare Hagrid nella speranza che lui e Thor  riuscissero a farla stare appena un pochino meglio.
Fra compiti, crisi e occasionali litigate con Kageyama, finalmente giunse il trenta ottobre. Quella sera, le lezioni sarebbero terminate con un'ora di anticipo, permettendo agli studenti di accogliere l'arrivo dei nuovi ospiti al castello.
Per fortuna, l'ultima lezione era Pozioni. Piton non avrebbe avuto il tempo di avvelenarli tutti, e con questa piacevole aspettativa Hinata si infilò in bocca l'ultimo pezzo di bacon della prima colazione, e attese con impazienza e trepidazione l'arrivo del buio.
Alle sette in punto, l'intera scuola si era radunata nel grande parco che circondava il castello, in un punto poco distante dal Lago Nero. La capanna di Hagrid spuntava timidamente in lontananza, mentre il Platano Picchiatore se ne stava quieto e immobile, attendendo che qualche sventurato canarino si poggiasse sui suoi rami oramai quasi del tutto spogli, a causa dell'arrivo imminente dell'inverno. Il cielo era coperto di nuvole cariche di pioggia.
«Sono in ritardo!» borbottò Tanaka impaziente, e Yachi si strinse la sciarpa leggera non appena una sferzata di vento gelido soffiò su di loro.
«Guardate in alto!» esclamò Bokuto alzando le braccia, un tassorosso del settimo anno a cui Hinata era particolarmente affezionato.
«Oh, è la scuola di Beauxbatons!» disse Silente, ridacchiando.
In cielo, qualcosa di grosso - di estremamente grosso - continuava ad avvicinarsi. Hinata impiegò qualche istante per comprendere di cosa si trattasse: era una carrozza, un'enorme carrozza trainata da dei cavalli alati altrettanto giganteschi. Con le labbra socchiuse dalla meraviglia, Hinata la osservò atterrare con un'inaspettata delicatezza sul prato erboso. I cavalli, dal manto lucido e dorato, nitrirono soddisfatti, contenti di aver finalmente terminato il viaggio. Una porta fatta di quello che pareva prezioso legno laccato d'azzurro s'aprì, e Hinata osservò stupefatto gli studenti di Beauxbatons scendere con eleganza, le vesti di seta color indaco e celeste pastello che tremavano e ondeggiavano assecondando ogni movimento del corpo. L'ultimo fu un ragazzo alto, di una bellezza così fatale che Hinata credette di prendere fuoco sul posto. I capelli castani ricadevano soffici e ondulati intorno al viso, gli occhi erano di una tonalità nocciola, calda. Le labbra perfette erano incurvate in un sorriso gentile, dolce come miele, ma qualcosa nel suo viso, nel suo sguardo, trasudava pericolo. Hinata fece istintivamente un passo indietro, mentre il chiacchiericcio delle ragazze alle sue spalle divenne più vivido ed eccitato.
L'ultima a scendere fu una donna grande almeno quanto Hagrid, dalla carnagione olivastra e una spiccata grazia nei movimenti.
«Silonte!» esclamò, con un forte accento francese, avvicinandosi al Preside.
«Mia cara Madame Maxime!» rispose l'altro, inchinandosi e baciandole la mano. Gli studenti di Beauxbatons si guardarono intorno preoccupati, e anche un po' schifati, come se Hogwarts non fosse affatto di loro gradimento.
«Volete entrare nel castello per riscaldarvi, nel frattempo?» propose Silente, affabile. «O preferisci aspettare Karkaroff?»
«Oui, merci! I chevalli però sono tanto stanchi...»
«Non preoccuparti» la interruppe Silente. «Il nostro insegnante di Cura delle Creature Magiche è perfettamente in grado di occuparsene.»
«Très bien! Potrebbe dire lui però che bevono solamonte whisky di malto?»
«Provvederemo!» rispose il Preside, e Gazza accompagnò Madame Maxime e i suoi alunni verso l'ingresso principale.
Hinata gettò un'occhiata a Kageyama, che ricambiò con lo stesso scetticismo dipinto sul volto. Neanche lui aveva avuto una buona impressione degli studenti di Beauxbatons. «Oh, ecco Durmstrang!» esclamò Silente, indicando il Lago Nero.
La superficie d'acqua ribollì, finché non si formò un vortice al centro, dal quale sbucò quella che pareva essere la punta d'un albero maestro. Dopo qualche istante, affiorò una nave intera che scivolò lentamente verso le sponde del lago, su cui infine ormeggiò. Possedeva un aspetto scheletrico, quasi spettrale, come se fosse stata vittima di parecchi naufragi, e delle luci flebili e giallastre illuminavano il ponte. Una passerella collegò la nave alla riva, e un uomo alto tanto quanto Silente, con un pizzetto piccolo e ricurvo che non nascondeva del tutto il mento debole, si avvicinò.
«Silente!» esclamò con un sorriso untuoso, maligno, quasi crudele. C'era qualcosa di vile che dardeggiava nei suoi occhi, e a Hinata non piacque affatto.
«Benvenuto, Karkaroff» rispose Silente, stringendogli la mano.
«I miei studenti» disse il preside di Durmstrang. Soltanto allora Hinata spostò lo sguardo sulla dozzina di alunni alle sue spalle, e rimase a bocca aperta. Erano tutti piuttosto alti, indossavano una pelliccia ingombrante, ispida, ma possedevano un aspetto forte, una presenza intensa, trascinandosi dietro l'idea d'invincibilità. Fissavano Hogwarts colpiti e meravigliati, a differenza di quelli di Beauxbatons.
«Che fighi!» esclamò allora Hinata ad alta voce, senza riuscire a trattenersi. Tsukishima gli mollò uno schiaffo dietro la nuca, soffiando un 'idiota!' a denti stretti, mentre la professoressa Mc Granitt si schiarì la gola severamente.
«Beh, ora che ci siamo tutti, possiamo dirigerci verso il Castello!» suggerì Silente, e dunque risalirono la collina. Raggiunsero la delegazione di Beauxbatons nella Sala d'Ingresso, e infine entrarono nella Sala Grande. Gli studenti di Beauxbatons, dopo un principio di smarrimento, scelsero di prendere posto al tavolo dei Serpeverde. Quelli di Durmstrang, per l'immensa gioia di Hinata, si sedettero invece a quello dei Grifondoro. Due gemelli pressoché identici, tranne che per il colore dei capelli, si piazzarono proprio di fronte a lui, sfilandosi le pesanti pellicce vermiglie. Il primo osservò impressionato il soffitto stellato, mentre l'altro si limitò a rigirarsi fra le dita le coppe d'oro, incuriosito.
«Buona sera, signore e signori, fantasmi e - soprattutto - ospiti» disse Silente, non appena tutti ebbero preso posto, in attesa di iniziare a cenare. «È un grande piacere per me darvi il benvenuto qui a Hogwarts, spero che la vostra permanenza durante questo anno sarà di vostro gradimento.
«Il Torneo verrà ufficialmente inaugurato alla fine del banchetto. Dunque invito tutti a mangiare, a bere, e a ripristinare le energie per il lungo viaggio che avete affrontato!»
I piatti, come sempre, si riempirono da soli. I due gemelli esclamarono all'unisono 'wooow!', così come altri studenti di Durmstrang. Hinata notò che le pietanze erano parecchio più ricche del solito: c'erano diverse ricette che non aveva mai visto prima.
«Quello cos'è?» domandò, indicando un grosso piatto da portata con una specie di stufato di crostacei dentro.
«Bouillabaisse» rispose Yachi, prendendone un po'. «È francese. È molto buona.»
Kageyama e Hinata si gettarono un'occhiata perplessa, prima di avventarsi voraci sulle salsicce.
«Scusa» disse all'improvviso uno dei gemelli, quello dai capelli più scuri, e a Hinata, per l'emozione, andò di traverso un pezzo di carne. Il fratello biondo scoppiò in una risata di scherno.
«Piantala, 'Tsumu» lo rimproverò il primo, mollandogli un pugno sulla spalla mentre Yachi continuava a dargli pacche sulla schiena per tentare di liberargli le vie respiratorie.
«Puoi passarmi quello?» continuò il primo gemello, con un accento piuttosto marcato. Hinata, un po' offeso ma comunque entusiasta, gli passò affabile il pasticcio di carne e rognone che stava indicando.
«Grazie» rispose, ficcandosene in bocca una forchettata. Hinata continuò a osservarlo pieno di aspettativa.
«'Samu» soffiò il gemello biondo, quello antipatico, afferrando un sanguinaccio. «Questo ragazzino del primo anno ti sta fissando.»
«Sono del quinto anno!» rispose subito Hinata, infervorandosi.
«Quinto?! Stai scherzando? Cos'è, ti hanno affatturato con l'incantesimo Reducio quando eri bambin...»
«Scusalo» lo interruppe l'altro gemello, affibbiandogli un secondo pugno, molto più forte del primo. «Io sono Osamu. E questo idiota è mio fratello, Atsumu, nonché il più grande errore dei miei genitori.»
Hinata strinse con piacere la mano di Osamu, e per educazione prese anche quella di Atsumu, ma si riservò il diritto di rifilargli un'occhiataccia ostile.
Presto conobbe gli altri membri di Durmstrang. Suna lo inquietava, Aran era dotato di un'infinita pazienza, e Kita pareva fosse l'unico in grado di controllare i due gemelli, che erano terrorizzati da lui, nonostante a Hinata sembrasse una persona che stillava gentilezza da tutti i pori. Daichi e Sugawara, poco distanti, si unirono alla conversazione, finché la prima portata sparì per lasciare spazio ai dolci.
Quando i piatti furono ripuliti, Silente si alzò di nuovo. Bisbigli eccitati si diffusero per la Sala.
«Il Torneo Tremaghi sta per iniziare! Mastro Gazza, il forziere, per favore!»
Gazza trascinò un grosso baule tempestato di pietre preziose proprio davanti al Preside. Silente, con un sorriso divertito, sfoderò la bacchetta e picchiettò tre volte sul coperchio, che si schiuse. Ci infilò poi dentro la mano ed estrasse una coppa di legno rozzamente intagliata, del tutto comune, se non fosse stata colma fino all'orlo di lingue di fuoco blu e bianche che danzavano fervide.
«Il giudice imparziale che selezionerà i campioni: il Calice di Fuoco! Tutti coloro che desiderano proporsi scriveranno il proprio nome e quello della scuola a cui appartengono a chiare lettere su un foglio di pergamena, che dovranno poi gettare nel Calice entro ventiquattro ore a partire da adesso. Domani sera, durante il banchetto di Halloween, il Calice di Fuoco risputerà fuori i nomi dei prescelti. Ho tracciato una linea dell'età per assicurarmi che nessuno al di sotto del quinto anno riesca ad avvicinarsi.
«Vi prego di agire con la massima consapevolezza. Una volta che sarete scelti come campioni, non sarà accettabile il ritiro. Inserire il vostro nome nel Calice di Fuoco costituisce un contratto magico vincolante, per cui sarete obbligati a partecipare fino alla fine. Il Calice sarà posto nella Sala d'Ingresso, in modo tale che sia raggiungibile da chiunque. E ora, credo sia giunto il momento di andare a dormire!»
Le panche si spostarono con il solito fracasso. Prima di seguire i propri compagni verso il dormitorio, Hinata intercettò lo sguardo di Osamu.
«Voi dove dormite?» domandò inclinando la nuca, perplesso.
«Sulla nave» risposero Osamu e Atsumu, all'unisono. Poi si osservarono in cagnesco, e Hinata sorrise.
Li osservò mettersi in fila dietro gli altri studenti di Durmstrang, per poi seguire Karkaroff fuori dalle mura. Anche Madame Maxime scortò i propri alunni nel parco, probabilmente in direzione della casa-carrozza.
Nel percorso verso la Sala Comune, Hinata fu libero di ponderare la possibilità di proporsi come campione, essendo al quinto anno. Non ci teneva affatto a fare la figura dell'idiota, tuttavia l'idea delle prove e la voglia di vincere lo allettavano enormemente. Hinata adorava le sfide, soprattutto quelle difficili. Gli facevano venire fame.
«No» lo anticipò Tsukishima, passandogli accanto. «Non pensarci nemmeno, metteresti in imbarazzo tutti i grifondoro.»
«Però con gli incantesimi sono bravo!» ribatté Hinata, punto sul vivo.
«Solo in quelli di Difesa contro le Arti Oscure. In tutto il resto sei una schiappa, e in più non hai cervello.»
«Tsukki!» lo riprese Yamaguchi, per difendere l'amico. «Non è vero che sei una schiappa, Hinata, ma gli studenti di Durmstrang sembrano preparati! E anche quelli di Beauxbatons fanno paura...»
«E poi porteresti sulle spalle il peso di rappresentare l'intera scuola!» esclamò Yachi, saltando giusto in tempo il terzo gradino della scala, quello invisibile su cui Kageyama inciampava sempre. «Io non riuscirei mai a reggere una simile responsabilità!»
Hinata annuì, in parte d'accordo, e in parte decisamente tentato dall'avventura.
«Luci fatate!» disse, non appena si trovarono di fronte al quadro della Signora Grassa, che scivolò di lato per lasciarli passare. Yachi augurò loro la buonanotte, prima di seguire le compagne nel dormitorio femminile. Hinata si infilò nel proprio letto a baldacchino con un sospiro, affondando la faccia nel cuscino.
«Kageyama?» bisbigliò dopo qualche istante, poiché il sonno non accennava a farsi vedere.
Nessuna risposta.
«Kageyama?» riprovò, alzando la voce. «Dormi?»
«Adesso non più» borbottò l'altro, voltandosi a guardarlo.
«Tu vuoi partecipare?»
«Non lo so» rispose, infastidito. «Forse» aggiunse infine, con un bisbiglio.
Hinata chiuse gli occhi, immaginandosi la faccia che avrebbe fatto se avesse vinto le prove, diventando campione della scuola. Quindi sorrise, e s'addormentò.

Solitamente il sabato gli studenti si alzavano tardi, preferendo rimanere a sonnecchiare nei propri letti caldi. Quel giorno, tuttavia, Hinata e i suoi compagni non furono i soli a scendere per fare colazione presto. Non appena arrivarono nella Sala d'Ingresso, videro gli studenti di Durmstrang disposti in una fila ordinata dietro il Calice, seguiti da quelli di Beauxbatons. Tutti infilarono un foglietto di pergamena fra le fiamme bluastre, compresi ovviamente i due gemelli.
«Oh, Shouyou-kun!» lo salutò Atsumu, mentre un ghigno s'allargava sul suo viso. Osamu sbuffò.
Shouyou-kun?
«Buon giorno!» rispose cordialmente Hinata, mentre si avvicinarono verso di lui.
«Hai intenzione di partecipare?» domandò quindi Osamu, osservando incuriosito il foglietto che stringeva fra le dita.
Hinata annuì, sentendosi un po' a disagio - era tutta colpa della statura! - e Atsumu scoppiò a ridere.
«Non sembri molto pericoloso» soffiò, irrisorio. «E neanche bravo. Spero che il Calice non ti scelga, altrimenti diventerebbe tutto troppo facile. E anche noioso.»
Hinata, punto sul vivo, percependo la rabbia rizzarsi come il pelo di un gatto, aprì la bocca per controbattere, ma Kita fu più veloce e gli affibbiò uno scappellotto proprio dietro la nuca.
«Ignoralo» si scusò, esalando un sospiro esausto. «Fa così con tutti.»
«La verità è che gli piaci» aggiunse Osamu, arricciando le labbra divertito. «Ieri ha detto che ti trovava carino.»
Hinata si sentì avvampare, e Atsumu boccheggiò come un pesce fuor d'acqua.
«N-non è vero!» biascicò, a disagio. «Non l'ho mai detto, e poi è troppo basso per i miei gusti! 'Samu, io ti ammazzo
Hinata, adesso decisamente stizzito, si voltò e raggiunse il Calice. Kageyama era già in fila, e questo lo motivò ulteriormente. Tsukishima gettò loro uno sguardo di puro ribrezzo, ma non disse nulla, sapeva che sarebbe stato del tutto futile. Anche Daichi, Tanaka e Nishinoya gettarono il proprio nome fra le fiamme.
Non appena giunse il suo turno, rifletté nuovamente sul fatto che gli sarebbe stato proibito ritirarsi dalla competizione. Se fosse stato scelto, avrebbe avuto il dovere di partecipare davanti all'intera scuola, fino alla fine. Tuttavia Hinata oramai aveva imparato a domare il panico, quattro anni di partite di Quidditch l'avevano temprato come l'acciaio, e inoltre non gli era mai piaciuto lasciare le cose a metà. Sollevando lo sguardo, notò Atsumu fermo a osservarlo. Quest'ultimo sorrise, e poi mosse le labbra.
«Paura, Shouyou-kun?»
«Ti piacerebbe» pensò Hinata, prima di lasciar scivolare il pezzo di pergamena dalle proprie dita, dritto nel Calice.
Era fatta.
Raggiunse Kageyama e Yachi, che lo aspettavano all'entrata della Sala Grande, per poi sedersi al tavolo dei Grifondoro a ingozzarsi di uova fritte e bacon, con un presentimento agitato nello stomaco che non accennava a svanire.

Quel pomeriggio, lui e Kageyama si recarono da Hagrid, che preparò per pranzo una specie di zuppa piuttosto saporita. Quando Kageyama tuttavia tirò fuori dalla propria ciotola un lungo artiglio ricurvo, improvvisamente Hinata si sentì sazio e si limitò a sorseggiare del tè.
Parlarono del Torneo. Hagrid aveva l'aria di saperla lunga, ma con un grosso sorriso si limitò a scuotere la testa e a rimanere in silenzio non appena lo pregarono di rivelar loro qualche indizio sulle prove. Quando divenne buio, uscirono dalla capanna di legno e si diressero insieme al Castello, agitati per l'estrazione dei Campioni che si sarebbe tenuta dopo il banchetto di Halloween. Mentre risalivano la collina, gli studenti di Beauxbatons uscirono dalla propria gigantesca carrozza e si accodarono. Hagrid iniziò subito a parlottare eccitato con Madame Maxime, e nonostante l'oscurità, Hinata riuscì a distinguere perfettamente il rossore che gli chiazzava le guance. Si scambiò uno sguardo divertito con Kageyama, sforzandosi di non ridacchiare. Lo studente di Beauxbatons, quello che si era stampato nitido nella sua memoria per la sua strabiliante bellezza, passò loro accanto e ammiccò indisponente, e per un istante Hinata si sentì galleggiare, mentre il cuore gli batteva forte nel petto.
«Deve essere imparentato con una Veela, altrimenti non si spiega!» borbottò Kageyama scocciato, non appena l'altro fu abbastanza lontano.
«Una Veela? Cos'è?»
«Una specie di creatura magica. Tipo una sirena, capito? Sono molto... belle. Ti incantano. Alla finale della coppa del mondo di Quidditch di quest'anno ipnotizzarono l'arbitro, e poi iniziarono a lanciare palle di fuoco sui tifosi avversari.»
«Oh» rispose Hinata, un po' atterrito. «Figo.»
Entrarono nella Sala Grande e salutarono Hagrid, che si diresse verso il tavolo degli insegnanti. Il Calice di fuoco, dalla Sala d'Ingresso, era stato posto proprio di fronte a Silente, in modo tale da risultare visibile a tutti. Hinata prese posto fra Yachi e Yamaguchi, notando con piacere che gli studenti di Durmstrang si erano seduti dall'altra estremità del tavolo. Almeno per quella sera, Hinata non avrebbe dovuto sopportare le continue frecciatine di Atsumu, sebbene apprezzasse parecchio la compagnia di Kita, Osamu e Aran.
Nessuno si gustò il banchetto e le prelibatissime pietanze. Gli studenti erano troppo agitati a causa dell'estrazione, e difatti continuavano a rivolgere occhiate impazienti al Calice e al Preside, allugando i colli come tartarughe. Quando finalmente la seconda portata di dolci venne spazzata via, Silente si alzò e il chiacchiericcio s'interruppe immediatamente. Questa tensione soffocante e bollente, Hinata non l'aveva mai percepita, neanche durante la partita di Quidditch fra Grifondoro e Serpeverde.
«È giunto il momento!» esclamò Silente, sfregandosi le mani. «I campioni che verrano scelti sono pregati di passare davanti al tavolo degli insegnanti e di entrare nella stanza qui accanto, dove riceveranno le prime istruzioni.»
Poi, con un ampio ed elegante gesto della bacchetta, abbassò l'intensità delle candele che scintillavano luminose dalle zucche di Halloween. Nella semi-oscurità, le fiamme del Calice tremolavano ipnotiche.
«Ci siamo!» sussurrò Yachi, mordendosi le labbra. A Hinata iniziarono a sudare le mani, il cuore pulsava rapidissimo nelle orecchie. Con un crepitio e parecchie scintille, il primo foglietto, bruciacchiato un po' agli angoli, schizzò fuori dalla coppa, e Silente lo afferrò al volo.
«Il campione di Beauxbatons» annunciò, con voce forte e chiara. «È Oikawa Tooru!»
Sotto un diluvio di applausi, Oikawa - lo studente bellissimo! - s'alzò dal tavolo dei Serpeverde, strinse la mano a tutti e tre i Presidi - Madame Maxime gli accarezzò affettuosamente i capelli - ed entrò nella stanza.
«Me lo sentivo» sbuffò Kageyama, e Hinata annuì.
Le fiamme del Calice si gonfiarono di nuovo, e tutti trattennero il respiro mentre il secondo foglietto dardeggiò in aria.
«Il campione di Durmstrang» lesse Silente, sistemandosi la montatura sul naso adunco. «È Miya Atsumu!»
«Oh no!» sbottò Hinata, sovrastato però dagli applausi degli studenti di Durmstrang. Kita gli diede una pacca sulla spalla, Aran, orgoglioso, gridò 'bravo!' e Atsumu si alzò con un'espressione arrogante dipinta sul viso. Forse fu soltanto una sua sensazione, ma fu certo che per un istante intercettò il proprio sguardo. Karkaroff gli strinse la mano con entusiasmo, e così fecero anche Silente e Madame Maxime. Scivolò nella stanza, e a quel punto l'agitazione divenne così palpabile da risultare dolorosa, pesante come piombo.
Era il momento del campione di Hogwarts.
Di nuovo, il Calice stillò scintille e il terzo foglietto schizzò per aria.
«Il campione di Hogwarts è...»
Tum-tum, tum-tum, tum-tum...
«Hinata Shouyou!»
Hinata necessitò di qualche momento per recepire il messaggio. Se Yachi non l'avesse spinto con la mano, probabilmente sarebbe rimasto pietrificato al tavolo, senza comprendere cosa fosse successo. Un diluvio di applausi esplose intorno a lui, ma Hinata neanche lo udì.
«Hinata, avanti, muoviti!» sbottò Kageyama, con un baluginio di preoccupazione che fece capolino nelle iridi.
Come se si trattasse d'un sogno, s'alzò inciampando nell'orlo della veste e si diresse verso il tavolo degli insegnanti. Le gambe parevano fossero diventate un prolungamento del tutto estraneo del corpo, e sperò solo che non gli cedessero davanti all'intera scuola. Il tragitto per arrivare gli parve eterno. Come un automa, strinse la mano a Karkaroff, Madame Maxime e a Silente, Hagrid annuì per incoraggiarlo, ed entrò anche lui nella stanza.
«È uno scherzo» sbottò Atsumu, non appena lo vide.
Hinata era talmente agitato che neanche si premurò di rispondere. Le viscere si contorcevano atrocemente, e il sapore della bile gli inondò il palato.
«Va tutto bene? Devi vomitare?» domandò Oikawa, e Hinata non capì se fosse sinceramente preoccupato o se lo stesse sbeffeggiando. Probabilmente la seconda.
Prima che potesse rispondere, Silente, Karkaroff e Madame Maxime entrarono nella stanza, seguiti da altri due uomini che erano seduti al banchetto, ma dei quali Hinata non conosceva il nome.
«Barty Crouch e Ludo Bagman» li presentò il Preside, sorridente. «Si sono occupati della pianificazione del torneo, e faranno parte della giuria.»
Il primo aveva occhiaie piuttosto profonde, e pareva esausto, come se non dormisse da settimane. Ludo Bagman, al contrario, pareva molto più gioviale ed entusiasta.
«La prima prova» cominciò a spiegare Crouch, avvicinandosi «avrà luogo il 24 novembre, davanti agli studenti e alla commissione giudicatrice. Non vi diremo di cosa si tratti, perché l'audacia e lo spirito d'iniziativa di fronte all'ignoto sonno caratteristiche molto importanti per un mago.
«Ai campioni non sarà permesso accettare o chiedere aiuti di nessun genere, e sarete muniti esclusivamente di bacchetta magica. Riceverete istruzioni inerenti alla seconda prova al termine della prima. Considerata la natura estremamente impegnativa del Torneo e del tempo che esso richiede, i Campioni sono esentati dagli esami di fine anno.»
Hinata, a quella frase, parve un po' riprendersi. Almeno una buona notizia.
«Beh, credo sia tutto...»
Silente annuì, sereno, poi si rivolse ai campioni. «Il mio consiglio è quello di andare a riposarvi, anche se immagino che i vostri compagni vi stiano aspettando per festeggiare!»
Oikawa seguì Madame Maxime fuori dalla porta, piuttosto compiaciuto. Atsumu lo guardò e schiuse le labbra, come se volesse dirgli qualcosa, ma poi si voltò e scomparve con Karkaroff. Hinata, ancora confuso e sconvolto, augurò la buona notte al professor Silente e si diresse verso la Sala Comune.
Non riusciva a crederci. Quante probabilità c'erano che venisse davvero scelto lui? D'improvviso, si rese conto di aver sottovalutato il peso psicologico che avrebbe dovuto tollerare. L'ansia di non riuscire a rimanere al passo con gli altri due campioni s'accingeva già a divorarlo. E se avesse fatto una figuraccia? Se Hogwarts avesse perso miseramente a causa sua? Hinata ora s'era fatto carico della reputazione della scuola, più ovviamente di tutte le aspettative e le speranze che gli studenti, che i suoi compagni, nutrivano nei suoi confronti.
Il tragitto per arrivare alla Torre dei Grifondoro gli parve infinito. Quando finalmente bisbigliò la parola d'ordine alla Signora Grassa, che si spostò di lato per lasciarlo passare, fu accolto da un boato assordante di giubilo.
«Grande, Hinata!» esclamò Nishinoya, balzandogli praticamente addosso, seguito da Tanaka.
I due avevano rubato burrobirre, patatine e noccioline dalle cucine della scuola. Hinata non era affatto in vena di festeggiare, troppo preso dall'ansia che pareva fosse intenzionata a polverizzargli le ossa, ma a nessuno importò. Un ragazzo del quarto anno gli avvolse uno stendardo di Grifondoro, con un leone disegnato rosso e oro, intorno alle spalle, e Hinata si sforzò di risultare quanto più fiducioso possibile. Solamente dopo parecchie ore, non appena gli studenti si ritirarono a dormire esausti, Hinata sprofondò nella morbida poltrona vermiglia di fronte al caminetto, circondato da Sugawara, Yamaguchi, Kageyama, Yachi, Tsukishima e Daichi.
«Io te l'avevo detto» disse Tsukishima esalando un sospiro esasperato, pulendosi le lenti degli occhiali con un lembo della divisa.
Hinata grugnì, incapace di formulare una frase di senso compiuto. Sugawara gli accarezzò la nuca, incoraggiante.
«Ti sei un po' lasciato trascinare da Kageyama e da... dagli studenti stranieri» osservò Daichi, e Hinata seppe che con 'studenti stranieri' intendeva dire 'Atsumu Miya'.
«Non è colpa mia se è un idiota» ribatté Kageyama, strizzando gli occhi.
«Tu sei idiota tanto quanto lui» disse Tsukishima. «Non è che se avessero estratto te sarebbe stato meglio...»
«Però non sei da solo» esclamò Yachi, soffice. «Noi ti aiuteremo. In qualche modo ce la farai sicuramente, ne sono sicura!»
Yamaguchi annuì, e Hinata si sentì rincuorato. Sentirli al suo fianco, mentre tentavano di incoraggiarlo, per lui ebbe più valore di qualunque altra cosa.


Note d'autrice
Sono un clown. È la terza Hogwarts!AU che scrivo ma cioè io non ce la posso fare. Le amo. Che devo fare?? L'altra è attualmente in fase di revisione perché l'ho riletta e mi fa schifissimo, ma non vi preoccupate (della serie: ma chi t'ha detto niente) aggiornerò presto anche quella!
Comunque, tornando a noi. Questa storia s'è scritta da sola. È quasi completa, e mi impegnerò a postare un nuovo capitolo ogni 7-10 giorni. Ovviamente mi limiterò a trattare solo l'anno relativo al Torneo Tremaghi, e siccome la mia fantasia è zero mi atterrò moltissimo al libro originale. Comunque, spero vi sia piaciuta, e vi ringrazio per essere arrivati sin qui!
Un abbraccio forte, alla prossima! **

  
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