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Autore: Hi Ban    01/08/2020    1 recensioni
“Fred!” si lamentò allora a gran voce, certa che da un momento all’altro le sarebbero cadute le braccia.
“Cosa?” domandò il mago con finta innocenza, continuando a rifilarle quel sorriso sornione che lei odiava e amava al tempo stesso.
Come poteva essere così... così... così Fred e scamparla sempre?
“Dammi almeno una mano, no?” lo esortò la strega, fulminandolo con lo sguardo. E lei che aveva pure pensato che fosse stato in procinto di portarli lui fino alla Sala Comune! Ma alla fine si parlava pur sempre di Fred Weasley: nemmeno Molly Weasley dopo quasi due decenni aveva ancora capito da che lato prendere il figlio – e l’altro gemello, sì – e la sua imprevedibilità.
“Ma se hai detto che non pesano” la canzonò lui, facendo spallucce.
“Sei pessimo, Fred Weasley.”
“Tanto lo so che mi adori così come sono.”
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley, Hermione Granger | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Scratch your nose and kiss a fool
 

 
 
 
Hermione sbuffò con forza per la quindicesima volta da quando si era fermata di colpo nel bel mezzo del corridoio del quarto piano, illuminato solo dalle torce appese alle pareti.
Nonostante ciò, la ciocca di capelli che le era scesa lungo la fronte e davanti agli occhi non ne volle saperne di spostarsi. Hermione diede un breve sguardo alla catasta di libri che aveva tra le braccia e che le impediva di usare le mani per spostare i capelli. Mosse una mano nel tentativo di bilanciare il peso di tutti i tomi su un braccio solo, ma abbandonò in fretta l’idea perché avrebbe solo rischiato di farsi male da sola facendo cadere tutto per terra. Pesanti com’erano, rischiava anche di spaccare le lastre di pietra del pavimento.
Oh, no, Madama Pince, non ho bisogno del carrello incantato, posso fare da me!” si prese in giro da sola, irritata dalla sua incapacità di accettare i suoi stessi limiti. “Sei una stupida, Hermione, una gran stupida!”
Ogni volta era la stessa storia: prendeva più libri di quanti ne potesse portare e dimenticava di legarsi i capelli, in modo che non la infastidissero nel tragitto biblioteca-dormitorio.
Già aveva un pessimo rapporto con la sua chioma difficilmente domabile, in momenti come quello la detestava proprio a morte.
E ora le prudeva anche il naso a causa della frizione con la ciocca crespa.
“Dannazione” borbottò con irritazione, soffiando ancora una volta verso l’alto, ma non riuscendo nuovamente a spostare il boccolo da davanti agli occhi.
“Giuro che appena arrivo in camera li taglio tutti con un Incantesimo Sfolticapelli” si ripromise, mentre scrollava la testa prima verso destra e poi verso sinistra, nel tentativo di liberarsi da quella seccatura.
“Anzi, mi raso completamente a zero e rimarrò pelata per sempre” borbottò tra i denti con frustrazione, rabbia e stanchezza, perché i libri erano tanti e il peso della cultura stava decisamente iniziando a farle tremare le braccia.
“Questa situazione è ridicola” concluse, per poi piegare la testa in avanti e, con un po’ di imbarazzo, tentare di grattare la punta del naso contro la copertina rigida di Proprietà Curative del Cedro Peloso: Manuale dalla A alla L, Volume Primo, Ristampa del 1589.
Fortunatamente non c’era nessuno nei paraggi che potesse testimoniare quella sua mancanza di rispetto verso i libri della biblioteca – il quadro alla sua sinistra era quello di Sir Piscius il Muto, soprannominato così perché erano secoli che non parlava con nessuno dal momento che, a detta sua, si era stancato di gente che si pisciava sotto dal ridere quando sentiva il suo nome. In quel momento stava effettivamente scuotendo la testa e le stava puntando il dito contro con disdegno e fare giudicante, ma la strega dubitava sarebbe stata lei l’input che lo avrebbe fatto tornare a parlare.
La ragazza, ora con il naso meno irritato, chiuse gli occhi e espirò con fare aggravato, aggrottando le sopracciglia. Doveva mantenere la calma. Doveva-
“Stai andando verso la Sala Comune?” chiese improvvisamente qualcuno.
Quando Hermione riaprì gli occhi, Fred Weasley – perché era Fred, e non George, lei lo sapeva – era di fronte a lei con uno dei suoi sorrisi malandrini e forse qualcosa di più.
E lui da dov’era sbucato? Ma era inutile chiederselo, dopo anni si era abituata a vederlo comparire, scomparire e ricomparire di nuovo da qualcuno degli innumerevoli passaggi segreti che conoscevano solo lui e George. Probabilmente ne sapevano anche più dei fondatori stessi ed era tutto dire.
“E tu che ci fai qui?” chiese comunque lei, perché alla fine era pur sempre Hermione Granger e le piaceva poter delineare una panoramica dettagliata e adeguata delle situazioni in cui si trovava.
… o perlomeno ero quello che era solita raccontarsi quando si trattava di giustificare il suo interesse e la sua curiosità per quanto riguardava Fred Weasley.
“Qui dove? Qui in questo corridoio? O qui a Hogwarts? Forse intendi qui in Scozia… Qui nel mondo, magari? Magico o in generale? O-”
Hermione alzò gli occhi al cielo: “Qui qui, al quarto piano, in questo momento, in mezzo al corridoio!”
Fred alzò una mano in segno di scuse.
“Scusa, scusa. È colpa tua che sei troppo vaga, Grang. Sii più precisa! Prendi esempio da me: non ti ho chiesto dove vai, ma se stai andando verso la Sala Comune. Semplice e conciso” le fece notare. Poi, grattandosi il mento con fare pensieroso, aggiunse: “Effettivamente sono vago anche io, di Sale Comuni ce ne sono quattro… intendo quella di Grifondoro, non Corvonero, giusto per non essere vaghi” specificò con un largo sorriso divertito.
Hermione batté le palpebre un paio di volte, scioccata da come il ragazzo potesse esporre con estrema tranquillità quella tesi, facendola anche passare per logica e sensata. Infatti non riuscì a trattenersi dal ribattere.
“Ah, perché tu di solito vai in giro aspettandoti che qualcuno possa chiederti ehi, Fred, cosa ci fai qui nel mondo? Forse non sono io che sono troppo vaga, sei tu che- cosa c’è?” chiese quando il ragazzo scoppiò a ridere. “Perché stai ridendo?”
Fred sospirò con fare adorante, ma con quello scintillio negli occhi che sapeva mandarla in brodo di giuggiole, esattamente come avvenne: “È sempre un piacere vederti così infervorata anche per le piccole cose, Grang.”
Hermione arrossì involontariamente, perché Fred sapeva davvero toccare quei punti che lei non sapeva di avere, ma che era felice di scoprire esistessero grazie a lui. Ovviamente non glielo avrebbe mai detto a voce, perché era più semplice fulminarlo con un’occhiataccia per via dell’imbarazzo. Ma tanto Fred sapeva benissimo qual era l’effetto aveva su di lei.
“Allora?” le domandò invece lui, inarcandosi un sopracciglio.
“Allora cosa?” ribatté lei, tentando di sbuffare via la ciocca di capelli che per un attimo si era dimenticata di avere di fronte agli occhi. Ah, il potere di Fred Weasley: bastava vederlo per dimenticarsi anche di avere circa venti chili di libri in mano. Anche di quello ritornò consapevole in un batter d’occhio, esattamente nello stesso momento in cui si rese conto che il boccolo non si era nuovamente spostato di un millimetro.
“Chi è quello vago, adesso?” lo accusò Hermione, cercando di portare altrove l’attenzione di Fred, che ora era completamente concentrata sul suo tentativo maldestro di liberarsi da quella punizione divina che erano i suoi capelli.
“Ti ho chiesto se stai andando verso la Sala Comune. Di Grifondoro” le ricordò, sporgendosi verso di lei e lanciando un’occhiata eloquente alla pila di tomi: “Sembrano pesanti, quelli. Più o meno di Hagrid? Con in braccio Thor? E il suo cappotto invernale, quello che da solo sembra pesare quanto Fierobecco.”
Istintivamente, avendo intuito il gesto del ragazzo, Hermione si ritrasse un po’ indietro.
“Sì, sto tornando al dormitorio, ma non sono poi così pesanti, non c’è bisogno che li port-” cominciò, pronta a declinare la presunta galanteria del ragazzo, ma quest’ultimo la interruppe.
Di nuovo quel dannato scintillio negli occhi.
“Ah, perfetto! Se non pesano allora puoi portare anche il mio!” detto ciò appoggiò alla già enorme pila il suo libro – I Novecentonovantanove Virgola Nove Metodi per Sciogliere uno Scioglilingua a cura di Apelles Apollinis.
“Grazie, Grang, mi hai salvato la vita. Il mio povero braccio era davvero in procinto di staccarsi! Vedi?” commentò sventolandole di fronte il braccio apparentemente intorpidito dal peso ingestibile di quel singolo tomo.
Ora Hermione era quasi sommersa: se qualcuno l’avesse guardata non avrebbe visto altro che i suoi occhi per metà scandalizzati e per metà irritati e la sua fronte, ovviamente aggrottata.
“Fred!” si lamentò allora a gran voce, certa che da un momento all’altro le braccia sarebbero cadute a lei.
“Cosa?” domandò il mago con finta innocenza, continuando a rifilarle quel sorriso sornione che lei odiava e amava al tempo stesso.
Come poteva essere così… così… così Fred e scamparla sempre?
“Dammi almeno una mano, no?” lo esortò la strega, fulminandolo con lo sguardo. E lei che aveva pure pensato che fosse stato in procinto di portarli lui fino alla Sala Comune! Ma alla fine si parlava pur sempre di Fred Weasley, nemmeno Molly Weasley dopo quasi due decenni aveva ancora capito da che lato prendere il figlio – e l’altro gemello, sì – e la sua imprevedibilità.
“Ma se hai detto che non pesano” la canzonò lui, facendo spallucce.
“Sei pessimo, Fred Weasley.”
“Tanto lo so che mi adori così come sono.”
Lei lo guardò a bocca aperta, presa in contropiede, e lui sorrise perché chi tace acconsente.
Hermione, dopo aver rinunciato a liberarsi dal boccolo – che aveva appena rinominato Fred, perché era fastidioso esattamente come lui –, fece un passo in avanti, intenzionata a raggiungere il dormitorio il prima possibile perché stava davvero per perdere l’uso di entrambe le braccia. Quella sarebbe stata comunque un’ottima lezione: mai uscire dalla biblioteca con tutti quei libri. E, nel caso in cui il primo errore non fosse evitabile, mai dimenticare di legarsi i capelli.
Ma soprattutto: mai pensare di aver compreso come funzioni la mente di Fred Weasley.
Il suddetto ragazzo la interruppe dopo neanche tre passi: “Un attimo!”
Detto ciò le si parò davanti di colpo, letteralmente ad un palmo dal naso, così ma così vicino che la giovane strega poteva contargli le lentiggini. Erano tante. Ed erano tutte bellissime. Ma non era il momento di perdersi in quella piccola galassia che il ragazzo aveva sul volto.
“Fred cosa-” cominciò, ma lui la interruppe. Di nuovo.
“Così su due piedi, comunque, non riesco ad immaginarti senza capelli” commentò Fred e un attimo dopo la ciocca fastidiosa che l’aveva fatta dannare e meditare soluzioni drastiche fu rimessa al suo posto, ovvero dietro l’orecchio.
Dopo, però, la sua mano non si mosse, rimase ferma lì, tra l’orecchio e il collo di Hermione; se l’avesse spostata un po’ più giù avrebbe potuto sentire anche il battito traditore del suo cuore.
“Ma sono sicuro che mi piaceresti anche pelata, Grang.”
Hermione sapeva perfettamente che non si sarebbe mai e poi mai abituata alle dichiarazioni così improvvise, spontanee e genuine del ragazzo. Probabilmente anche tra cinquant’anni, con le rughe e i capelli bianchi, le sue ginocchia sarebbero diventate deboli e il suo cuore avrebbe tentato di saltarle in gola; sarebbe arrossita e avrebbe trattenuto il respiro, esattamente come la prima volta in cui l’aveva chiamata con quel nomignolo – insopportabile, lo definiva a parole, ma in realtà pensava ben altro.
Perché lei non avrebbe mai dato per scontato i suoi sentimenti, perciò non avrebbe mai potuto farci l’abitudine.
E quelle erano esattamente le reazioni che cercava Fred quando la prendeva volontariamente alla sprovvista: quel luccichio negli occhi marroni, quel piccolo sorriso destinato ad allargarsi e a contagiare ogni singolo muscolo sul suo volto, quell’aura piena di calore con cui lo accoglieva ogni singola volta. Adorava anche quell’austerità dietro cui si nascondeva – ma mai abbastanza in fretta – per non dover abbassare completamente le sue difese: un giorno avrebbe vinto tutto di lei, ma non aveva fretta di raggiungere quel traguardo. Gli bastava stare con lei.
Era la causa di quei suoi sprazzi di felicità, cosa poteva desiderare di più?
Anche quella volta Hermione non tradì le aspettative del ragazzo. In un attimo, infatti, le sue guance divennero rosse e il suo respirò si inceppò per un secondo.
Dannazione a lui e alla sua spigliatezza.
“Non dire sciocchezze, Fred” lo ammonì con poca convinzione quando finalmente riuscì a ricollegare insieme mente e cuore. Il secondo molto spesso era capace di scombussolarle i pensieri in un colpo solo, specialmente quando si trattava di quel Weasley in particolare.
“Grang” la richiamò lui di rimando, facendole l’occhiolino e ricordandole che era inutile creare quei muri di parole, perché lui poteva vederci attraverso.
Ah, lei e il suo orgoglio. Decise di torturarla un altro po’, perché lo sapevano tutti che il suo passatempo preferito era mettere a soqquadro tutta la perfezione di cui Hermione si circondava.
“Giusto, giusto, prima di andare…” cominciò la frase, ma non la terminò, perché alzò la mano destra per mostrarle il dito indice. Lo piegò davanti a lei un paio di volte, ottenendo in risposta uno sguardo confuso. In realtà, Hermione era impegnata a combattere una battaglia piuttosto ardua nella sua testa, perché Fred era ancora a ben poca distanza da lei e c’erano quelle dannate lentiggini che le stavano letteralmente urlando di essere contate. Meno male che aveva le mani occupate, penso una piccola parte di lei, perché altrimenti la tentazione di costruire costellazioni passando il dito da una lentiggine all’altra avrebbe vinto sulla sua razionalità.
“Ti fa male il dito?” gli domandò quasi inebetita, ma era tutta colpa del gemello: le stava dando troppi stimoli ed era difficile gestirli tutti insieme.
“No, ma a te prude il naso, vero? Prima ti ho visto mentre te lo grattavi appassionatamente contro il libro” le rivelò il giovane tirando su entrambe le sopracciglia con fare eloquente: “Vieni qui, ti do una mano io. Anzi, no, ti do un dito.”
Hermione per poco non lasciò cadere tutti i libri per terra.
“Non- cosa- non mi stavo grattando- appassionatamente poi!” si difese con foga, perché forse per Goyle non era un gran problema essere beccato con la bacchetta nelle orecchie per dare una pulita da quelle parti, ma lei di certo non voleva testimoni mentre usava in quel modo i libri della biblioteca.
“Perché ti agiti tanto? Mica ho detto che ti stavi scaccolando! O forse ti stavi scaccolando ed è per questo che sei così allarmata?” ipotizzò, divertendosi molto di più di quanto invece stesse facendo Hermione.
“Ovvio che non mi stavo… scaccolando! Non lo farei mai!”
“Infatti io ho detto che ti stavi grattando.”
Hermione chiuse gli occhi e digrignò i denti. Era una battaglia persa, quel tanto lo sapeva.
“Come hai fatto a vedermi? Non c’era nessuno nei paraggi.”
“Sono sempre stato lì, sei tu che non ti guardi abbastanza in giro” le fece notare con ovvietà, prima di assalire il suo naso con il dito per grattarlo con più entusiasmo del necessario.
“Hai proprio un naso carino, Grang” commentò, mettendo il dito nella piaga.
“Ma che stai facendo! Finiscila immediatamente!” tentò di scacciarlo muovendo la testa di qua e di là e emettendo qualche strilletto di cui non avrebbe mai e poi mai rivendicato la maternità, ma non avendo le mani a disposizione riuscì ad opporre una magra resistenza. Quella era una tortura vera e propria e di lì a poco tutti i tomi sarebbero caduti a terra.
“Va meglio ora? O preferisci comunque la copertina del libro?”
“Ora mi prude ancora di più!”
“Ah, allora continuo-”
“Fred Weasley! Metti giù quella mano o appena tornerò in possesso delle mie ti pentirai di questo affronto” lo minacciò con il tono più severo che riuscì a tirare fuori, ma era davvero difficile per Fred prenderla sul serio, dal momento che aveva gli occhi chiusi e il naso arricciato nel tentativo di divincolarsi. Se era quello il risultato probabilmente avrebbe cominciato a grattarle il naso più spesso. Probabilmente si sarebbe beccato una bella Maledizione Cruciatus se lo avesse fatto domani mattina in Sala Grande, ma ne sarebbe valsa la pena.
Finalmente smise, ma solo perché aveva un cuore anche lui e sapeva perfettamente che quei libri, indipendentemente da cosa dicesse quella ragazza poco saggia e con troppo orgoglio, pesavano.
Rimase comunque per un attimo in più a fissarla dritto negli occhi.
“La prossima volta prendi meno libri, mh?”
“Perché?” chiese per l’ennesima volta, trovando sempre più difficile stare dietro a tutte le sue uscite.
“Sai come si dice, no? Se ti prude il naso è perché qualcuno vuole baciarti. Ma con tutti questi libri non posso.”
Non le diede comunque tempo di metabolizzare quell’ennesimo attacco a sorpresa, perché tanto avrebbe ribattuto che le prudeva per via dei capelli e che erano solo superstizioni o qualcosa di altrettanto razionale. Si tirò su di colpo, facendole sentire immediatamente la mancanza per la perdita delle lentiggini e di quegli occhi, e le fece cenno di procedere: “Su, andiamo! Tra un po’ è pronta la cena e non vorrei perdermi il polpettone del giovedì.”
“È martedì, Fred” gli fece notare vergognosamente senza fiato – e non c’entravano nulla i libri pesanti.
Lui scoppiò a ridere, per poi scuotere la testa.
Detto ciò si girò sui tacchi e cominciò a camminare, voltandosi un attimo dopo per guardare Hermione da sopra la spalla destra.
Le fece l’occhiolino.
“E ricorda: con me non devi mai farti problemi a chiedere aiuto, Grang, lo sai che sono sempre a tua disposizione” la riprese con fare saggio, avviandosi poi lungo il corridoio. 
“Tu questo lo chiami aiuto, Fred?”
“Beh, tu porti i libri e io ti tolgo i capelli da davanti alla faccia. Facciamo un’ottima squadra, Grang, l’ho sempre detto.”
Hermione alzò gli occhi al cielo, ma prese a seguirlo con un piccolo sorriso sulle labbra, perché adorava Fred anche per quello e per altri mille motivi. Ma non sarebbero bastati i milioni di manuali di tutta la biblioteca per elencarli tutti.
“Dimmi quando ti prude il naso, te lo rigratto volentieri!”
 
 
 
“Ma un bell’Incantesimo di Levitazione come si faceva ai miei tempi, no?” borbottò Sir Piscius, guardando Fred e Hermione allontanarsi battibeccando.
 
 
 



 
[Piccola Fred/Hermione senza pretese <3]
  
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