Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: storiedellasera    01/08/2020    1 recensioni
Alcuni desideri sono fatti per cercare la felicità. Altri desideri invece sono espressi per infliggere sofferenze.
Lo sanno bene Milla e Kyleen, proprietarie di una locanda molto particolare.
Genere: Fantasy, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Le conseguenze del desiderio



In una notte nera e mostruosa, una tempesta infuriava in mare aperto.
Tutto era avvolto da un buio infinito.
Raffiche di gelido vento aggredivano una piccola barca in balìa di onde immense e invisibili.
A bordo della misera imbarcazione, una bambina cercava di restare in piedi, afferrando e stringendo le funi delle vele ormai stracciate.
Un lampo improvviso illuminò di un gelido azzurro il mare agitato.
E mentre la luce moriva, la bambina poté osservare le nuvole e le onde quasi sfiorarsi tra loro, per poi tornare nelle tenebre della notte.
La bambina era paralizzata dal terrore. Le sue lacrime si mescolavano con le gocce di pioggia che le scendevano sul volto. Aveva grandi occhi azzurri e una lunga e rovinata treccia dorata.
Lo scroscio della pioggia era assordante, così come il rombo dei tuoni, il ruggito delle onde e l’ululato del vento. Un secondo lampo si irradiò nell’oscurità.
La bambina abbassò lo sguardo verso il cadavere dell’uomo disteso sulla barca.
Sembrava che stesse dormendo tranquillo, circondato da una moltitudine di tesori. La sua testa era adornata da una corona tempestata di rubini e le sue fredde mani, congiunte all’altezza del cuore, stringevano l’elsa dorata di una spada posta sul suo corpo.
La barca oscillò tremendamente e la bambina scivolò in avanti.
Barcollò nel buio, alzò d’istinto una mano per attutire la caduta ma il braccio affondò nel mare oscuro.
Spaventata, la bambina riuscì a scattare all’indietro e a ritrovare l’equilibrio.
Urtò il cadavere e temette che quell’uomo potesse risvegliarsi, adirato, per gettarla in mare.

Un intenso lampo rivelò di nuovo le acque agitate.
Tra le onde scure e colossali, la bambina vide qualcosa di altrettanto immenso e spaventoso. Levò un urlo di terrore, occultato dai rumori della tempesta, quando capì di star guardando il dorso di un mostro marino.



⁓•⁓•⁓•֍•⁓•⁓•⁓


Non si udiva alcun rumore nella locanda dei desideri.
La luce del mattino scorreva lentamente in una silenziosa stanza per poi posarsi sul volto di Kyleen, ancora distesa sul suo letto.
Lei aprì i suoi occhi di zaffiro e osservò il cielo oltre la finestra.
Rimase immobile per un po’ ad ascoltare il canto dei merli nascosti tra gli alberi.
Si mise poi a sedere. Aveva una forte emicrania. Succedeva tutte le volte che esagerava con il bere prima di andare a dormire. Inoltre l’incubo del suo passato aveva tormentato il suo sonno.
Era da tempo che Kyleen non ripensava alla sua terrificante esperienza sulla barca in balìa della tempesta.

La giovane si massaggiò le tempie per poi guardarsi attorno.
Trovò confortante la calma e il silenzio che regnavano nella stanza da letto. Milla era al suo fianco, dormiva scomposta come al suo solito.
Come ogni notte, la locandiera non faceva altro che agitarsi e contorcersi come se volesse occupare l’intero letto. Kyleen rimase ad osservarla ed ebbe l’impulso di svegliarla con un secchio pieno d’acqua… ma la sua testa dolorante non avrebbe sopportato le urla rabbiose di Milla che sarebbero scaturite da quel dispetto.
Decise quindi di rimandare lo scherzo a un’altra occasione. Si alzò dal letto e barcollò fuori dalla stanza.

Stordita dall’emicrania, Kyleen si diresse sul retro della locanda, all’aperto, nel luogo che Milla chiamava il suo angolo privato di mondo.
Era una calda mattinata e non soffiava neanche un alito di vento.
Gli innumerevoli fiori dell’equinozio, che circondavano la locanda, apparivano più rossi del solito.
Kyleen era ancora assonnata, a stento teneva gli occhi aperti e i suoi corti capelli d’oro erano del tutto in disordine. Trascinò vicino al portico una grande botte per poi riempirla d’acqua.
Iniziò a spogliarsi.
Sulla sua scapola sinistra aveva delle rune, ideogrammi della sua lingua natia impressi con il fuoco sulla sua carne. Inoltre, al centro della schiena, si trovava una grande e raccapricciante cicatrice.

Anders, che aveva appena raggiunto il portico, fissò inorridito quella ferita.
Kyleen riuscì a scorgere il ragazzino con la coda dell’occhio mentre finiva di spogliarsi. Sussultò e levò un grido di imbarazzo mentre si rannicchiava dietro la botte per nascondersi.
Anders si coprì gli occhi e scappò all’interno della locanda mentre implorava a Kyleen di perdonarlo.


⁓•⁓•⁓•֍•⁓•⁓•⁓


“Lo giuro sulla mia stessa mia, non volevo spiare” piagnucolò Anders seduto a un tavolo della sala da pranzo. Kyleen intanto si trovava su uno sgabello vicino al bancone e teneva un panno umido premuto sulla sua fronte. Anche se erano passati molti minuti, la ragazza poteva ancora sentire il suono del suo grido di imbarazzo riecheggiare nella sua testa dolorante. Agitò una mano in direzione di Anders e rispose con voce frustrata: “ti ho già detto che non è successo nulla. Non serve che ti scusi per la decima volta.”

Milla entrò nella sala con in mano una tazza piena di una brodaglia fumante. Emanava un odore pungente.
La diede a Kyleen e disse: “forza, bevi. Tutta d’un fiato.”
Ma Kyleen protestò: “devo proprio? Il tuo infuso di lumaca è disgustoso.”
“Farà sparire il tuo mal di testa. La prossima volta non bere così tanta birra… ” Milla assottigliò i suoi occhi smeraldo “…così, prima di fare un bagno all’aperto, ti ricorderai del giovane apprendista che è venuto a vivere nella locanda.”
La locandiera si voltò poi verso Anders e gli chiese come mai era sveglio a quell’ora del mattino.
Il ragazzino rispose: “è difficile prender sonno la stessa notte in cui scopri dell’esistenza di spiriti, redivivi e fantasmi.”
Milla sollevò gli occhi al soffitto: “credimi, moccioso, i vivi sono più pericolosi dei morti.”
Kyleen, ridacchiando, si intromise nella conversazione: “non devi temer nulla, Anders. Qui hai tutta la protezione di cui hai bisogno. Io sono un’abile guerriera e la nostra Milla è una formidabile strega, potrebbe incenerire un plotone di uomini con un semplice schiocco di dita.”
La locandiera sospirò: “non esageriamo, nessun mago o stregone è così potente.”
Kyleen si limitò ad alzare le spalle. Prese poi un gran respiro e bevve il più rapidamente possibile l’intruglio di lumaca preparatogli da Milla.
La ragazza si contorse per l’orrendo sapore che si espandeva nella sua bocca.
Imprecò nella sua lingua madre delle parole che non ebbe il coraggio di tradurre.
Ma la brodaglia stava già facendo effetto e l’emicrania scemava velocemente.

Kyleen si rivolse poi ad Anders: “ad ogni modo, ragazzino, sei fortunato. Devi sapere che Milla è molto gelosa di me. Solo lei può vedermi nuda.
Se non ti ha ancora carbonizzato con uno dei suoi incantesimi vuol dire che le piaci molto. A quanto pare Milla vuole davvero essere la tua maestra di magia.”
La locandiera portò le mani ai fianchi e replicò: “io non sono così violenta.”
Kyleen stirò un sorriso beffardo nei confronti della locandiera: “chi vuoi prendere in giro, faccia-di-volpe? Ricordi quel menestrello che si era innamorato di me? Iniziò a corteggiarmi e gli tirasti uno sgabello in pieno volto.”
“Ah, fu una magnifica giornata” commentò Milla che iniziò a ridacchiare con Kyleen… mentre Anders le fissava scioccato.


⁓•⁓•⁓•֍•⁓•⁓•⁓


Le giornate trascorsero tranquille una dopo l’altra.
In due settimane, la locanda fu raggiunta una sola volta da un gruppo di clienti.
Viaggiavano formando una grande carovana composta da diversi mercanti. Provenivano da terre lontane ed esotiche.
Milla e Kyleen avevano avuto la premonizione che un desiderio sarebbe stato espresso da una di quelle persone. I mercanti erano numerosi e trasportavano merce di ogni tipo: metalli, spezie, oggetti rari, gioielli e persino esseri umani. Le meretrici erano gli schiavi più remunerativi e la carovana ospitava un discreto numero di prostitute.

Anders osservava a debita distanza Milla e Kyleen che si spacciavano per semplici e umili locandiere.
Le due donne avevano spiegato al ragazzo la necessità di recitare quel ruolo.
In passato infatti i clienti fuggivano dalla locanda, senza esprimere alcun desiderio, quando scoprivano di trovarsi di fronte a una strega e alla sua guardia personale.
Anche Anders era costretto a recitare un ruolo. E Milla, con sadico piacere, gli aveva ordinato di interpretare il servo della locanda.
Il ragazzo si occupava dei cavalli dei viaggiatori, di servire ai tavoli e di pulire le pentole nelle cucine.
Ad aumentare ancora di più la sua frustrazione era il fatto di non sapere quale dei clienti avrebbe espresso il desiderio. Il sentore, ossia il potere divinatorio di Milla e Kyleen, non era in grado di individuare la persona che serbava in se il desiderio.

Ma la carovana, al tramonto, lasciò la locanda senza che nessun cliente avesse espresso alcun desiderio.
Milla uscì dal locale e guardò i carri dei mercanti che si allontanavano da lei fino a sparire oltre l’orizzonte.
La ragazza si concesse un momento di riflessione.
Si alzò in quel momento un piacevole e fresco vento che agitò dolcemente le chiome degli alberi.
Milla annusò l’aria che profumava di pino.


⁓•⁓•⁓•֍•⁓•⁓•⁓


Anders stava spolverando la sala da pranzo mentre Kyleen, seduta a uno dei tavoli, contava i grifoni d’oro lasciati dai mercanti.
I due si raggiunsero subito Milla quando questa rientrò nella locanda.
“Ma cos’è accaduto?” Esclamò Kyleen. Sia lei che Anders erano confusi e delusi dato che nessun desiderio era stato espresso.
Milla sollevò un sopracciglio: “una simile domanda potevo aspettarmela dal marmocchio…” e indicò il suo apprendista con un cenno del capo “…ma non da te, Kyleen.”
La ragazza del nord sbuffò: “vuoi continuare a deridermi o preferisci darmi una spiegazione?”
Milla riordinò i suoi pensieri prima di rispondere: “uno tra tutti quei mercanti e meretrici aveva un desiderio da esprime ma non ha avuto il coraggio di farlo. Ogni desiderio comporta delle conseguenze e non tutti sono capaci di sopportarle.
La verità è che un desiderio è come uno specchio: ci mostra esattamente chi siamo, cosa vogliamo e cosa dobbiamo affrontare per ottenerlo. E non tutte le persone hanno il coraggio di inseguire i propri sogni. Alcune sono troppo deboli e altre, nel tentare di realizzare i propri desideri, incontrano ostacoli apparentemente insormontabili.
Un desiderio inespresso ha lo stesso peso di un desiderio che viene dichiarato. Ecco perché io e Kyleen abbiamo avuto il sentore anche se nessuno dei clienti ha rivelato i propri sogni.”
“E’ così triste e crudele” commentò Anders.
Milla annuì: “lo so, ma questa è realtà. E’ da un anno che io e Kyleen esaudiamo i desideri in questa locanda. Vedrai che presto ci farai l’abitudine anche tu, ragazzino.”

Anders tornò a spazzare il pavimento.
Ma nella sua testa ronzavano molti altri dubbi e pensieri. Rivolse una domanda alle due ragazze: “che ci facevano qui tutti quei mercanti?”
Milla rispose: “sono diretti alla capitale del regno. Tra una settimana, a partire da oggi, il re darà inizio a un mese di giochi, tornei e banchetti. Tutta la città festeggerà non solo il primo anniversario dell’incoronazione di sua maestà, ma anche la recente nascita del suo primogenito. Dicono che sia un maschio, bello e in salute.”
“Capisco…” commentò Anders “…e la capitale è lontana?”
“Assolutamente no. Si deve solo scendere da questa montagna e proseguire verso est. La capitale si trova tra Vecchia foresta e le montagne celesti che si vedono all’orizzonte.”
“Credevo che i boschi di questa montagna fossero Vecchia foresta.”
“Oh no, Vecchia foresta si trova nella vallata che confina con questo monte.
Ciò che vedi attorno alla locanda sono altri boschi … che tra l’altro appartengono ai domini della maga Flio”
Le ragazze e il giovane apprendista lavorarono fino a tarda notte per ripulire l’intera locanda.
Stanchi e assonnati si ritirarono nei propri alloggi.

Milla e Kyleen, nella loro stanza da letto, si stavano preparando per andare a dormire.
La locandiera notò lo sguardo pensieroso della sua amata: “conosco quell’espressione” disse sospirando alla ragazza del nord.
“Io non ho detto niente” replicò quest’ultima.
Ma Milla non riuscì a trattenere un mezzo sorriso: “non hai bisogno di parlare, per me sei come un libro aperto. Tu vuoi chiedermi di andare nella capitale durante i festeggiamenti.”
Kyleen non riuscì più a trattenersi e si avvicinò rapidamente alla locandiera: “oh, per favore Milla. Ci saranno tornei d’arme, esibizioni, musiche, balli…”
Milla continuò “…e anche criminali. La capitale inoltre è piena di brutti ricordi. Non ho intenzione di immergermi di nuovo in quel labirinto di strade mentre il re sperpera la propria ricchezza in inutili feste e banchetti. Che modo tremendamente dispendioso per ostentare la propria potenza.”

Per qualche minuto Kyleen non disse nulla, rimase vicino a una parete intenta a fissare il pavimento.
“E’ strano…” disse con un filo di voce “…esaudisci i desideri degli sconosciuti ma non vuoi accontentare la donna che ami.”
Nel sentire quelle parole, Milla sospirò.
Rivolse uno sguardo fuori dalla finestra, nel buio della notte si vedevano le stelle brillare e la falce di luna risplendere. Irradiava d’avorio delle soffici nuvole.
“Quanti grifoni abbiamo guadagnato?” Chiese dopo un po’ la locandiera.
Kyleen rispose: “parecchi. I mercanti si sono rivelati molto generosi. Inoltre nel forziere dei briganti che ho ucciso qualche giorno fa c’erano moltissime monete. Perché mi fai questa domanda?”
Milla alzò le spalle: “non mi sento al sicuro sapendo di avere così tanto denaro nella locanda. Inoltre stiamo esaurendo alcune spezie e sono convinta che nella capitale potrei trovare tutto quello di cui ho bisogno.
Perciò… potrei anche pensare di andare con te e Anders in città.”
La locandiera non aveva ancora finito di parlare che Kyleen si gettò su di lei. L’abbracciò e la fece cadere, insieme a lei, sul letto.
Entusiasta come una bambina, Kyleen riempì di baci Milla senza smettere di ringraziarla.
La locandiera tentò invano di liberarsi. E mentre si agitava sul letto urlò: “ora smettila, Kyleen! Cosa penserà Anders se dovesse sentirci?”
“Oh, diamogli un motivo per fantasticare” rispose la ragazza del nord.

Al piano inferiore, Anders udiva chiaramente tutto quel baccano, le risate di Kyleen e le urla di Milla.
Il giovane, disteso sul suo letto, poté solo fissare il soffitto della sua stanza con aria imbarazzata.


fiore

Fine prima parte.
Nota: ho spezzato questo capitolo in tre parti altrimenti sarebbe risultato troppo lungo rispetto agli altri capitoli della storia.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: storiedellasera