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Autore: Baudelaire    01/08/2020    10 recensioni
La magia delle profondità marine.
Genere: Poesia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La cura per ogni cosa è l’acqua salata: nel sudore, nelle lacrime o nel mare.
(Isak Dinesen)
 
 
 
Ovatta.
Come ovatta nelle orecchie.
Passa una moto, sulla strada lassù. No, forse un camion.
Non distinguo, non percepisco.
Ovatta.
Ovatta meravigliosa che i fastidiosi suoni dei figli di Adamo attutisce. Li rende innocui, vacui, lontani.
Sei qui.
E non esiste altro.
Sei qui, immersa nel Regno di Nettuno.
Sabbia e roccia, alghe e pesci.
Null’altro, se non il lento ondeggiare del tuo corpo privo di peso tra le onde che su questi scogli, in superficie, si infrangono.
Null’altro, se non pochi indumenti per celare le forme all’occhio dell’uomo.
Ma nuoteresti nuda, se potessi.
Null’altro, se non questa maschera, sublime invenzione umana, che ti consente di ridere, respirare, annusare, parlare perfino. Sì, parlare da sola sotto le acque poseidoniche, per raccontare a te stessa la gioia che provi, la pace che ti acquieta.
Movimenti lenti, spinte dolcissime, le braccia aprono la via, le gambe, quasi al livello dell’acqua, le accompagnano.
Osservi, cerchi, curiosa e felice.
Branchi di pesciolini coraggiosi, che il tuo arrivo non temono. Sfidano temerari la tua oscura presenza. È il loro mondo, non il tuo. Sei ospite, non hai bussato prima di entrare?
Ma son perfetti padroni di casa, ti consentono il passaggio perché in fondo lo sanno che il mare è di tutti.
Avanzi.
Pesci più grandi, scavano il fondo, si nutrono.
Pinneggiano tra una roccia e l’altra.
Nuoti. Ancora e ancora.
Sei nel loro regno, il regno sommerso creato da Dio a sua immagine e somiglianza.
Potente.
Pauroso.
Ma, all’occorrenza, clemente.
È quel mare che i grandi navigatori più volte sfidarono, alla ricerca di se stessi, in fuga da una vita non-vita.
Sai che significa.
Li comprendi. Non li biasimi.
È il mondo dell’immensità e del silenzio, dove la gravità si annulla e tutto si fa lieve.
È l’infinito che affascina e ti invoca, Sirena bellissima dal canto dolcissimo e ammaliante.
Impossibile resistere.
Sale sulla pelle. Una goccia si fa strada dalla fronte lungo il naso. Lo scavalca, giunge sulle labbra. Le dischiudi. Sapore sublime, che brucia ma guarisce, le pene lenisce.
Sbatti gli occhi, ma la vista non si appanna.
Abbassi la testa, per non udire le voci che gridano, ridono, vivono, là sopra, in superficie, nel mondo dei vivi apparenti.
Le dita raggrinzite, non è ora di raggiungerli?
A loro appartieni, non a Nettuno.
Eppure…eppure…
Un grosso pesce sta nuotando sotto di te.
Troppo forte il richiamo.
Lo insegui, felice.
Lui nuota. Tu nuoti. Lui cambia direzione. Tu lo segui.
È un dolce rincorrersi.
È vita, è allegria.
Lo perdi di vista, ma eccone un altro, più piccolo.
E il gioco ricomincia.
Sabbia finissima, ora, sotto i tuoi piedi.
Acqua cristallina, la luce del sole giunge fin qui.
Lo rincorri, lui sembra comprendere. Si lascia raggiungere, poi, con agili movimenti di pinna, di nuovo, fugge.
Nuoti, corri, spingi con braccia e gambe.
Oh quanto vorresti possedere branchie, invece di questa stupida maschera, di questi arti ridicoli e troppo lenti!
Perdi di vista anche lui.
E, d’improvviso, il peso della stanchezza si fa sentire.
Il momento è giunto, di abbandonare le acque ristoratrici, e di nuovo avvertire il peso del corpo, dei problemi, degli inganni, delle bugie, dei falsi sorrisi che mascherano livore.
È il regno dell’Uomo, che ha dimenticato la dolcezza dell’oceano.
È il regno del dolore contrapposto al silenzio, alla pace, alla serenità.
Non voltarti, ora. È tempo di andare.
Non voltarti.
Il sole, a breve, calerà, e il regno sommerso oscuro diventerà.
Le onde cantano sopra gli scogli.
Il suono della risacca è un canto di pace.
La morbida sabbia accoglie le tue stanche membra.
È il tempo del riposo.
È il tempo della riflessione.
È il tempo di guardarsi dentro per ritrovare quel senso della vita che hai perduto.
Guarda bene, dentro di te, e laggiù ritroverai il movimento dei pesci, il suono delle onde, il silenzio assoluto che ti parla.
   
 
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