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Autore: Morghana    01/08/2020    0 recensioni
(Ancora l'episodio "Il Drago Spaziale impazzisce"... 😅 )
E se, in via eccezionale, un defunto potesse ritornare sulla Terra?
Ma soprattutto... gli - o LE - converrebbe? Chissà...
Genere: Comico, Commedia, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Nonsense, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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*

Anche in Paradiso è Natale... ed il buon Gesù Bambino, sempre attento ai desideri dei suoi ospiti (come da consiglio di tale Ponzio Pilato “mejo che 'na vorta all'anno li accontenti, sennò l'anno prossimo altro che crocifissione te tocca...”) li convoca tutti nella sua stalla-residence con contratto uso foresteria e li interroga su ciò che vorrebbero ricevere in regalo.

NDA sì, in Paradiso funziona al contrario... è il festeggiato che fa regali.
Ma oh, stiamo parlando di Gesù Bambino eh, mica baubau-miciomicio!

In omaggio al detto "gli ultimi saranno i primi", la prima convocata è l'ultima arrivata, tale Lisa, proveniente dal pianeta Zela ma deceduta sulla Terra in situazione a dir poco drammatica, avendo ricevuto l'incarico di farsi esplodere nell'astronave del nemico (il Drago Spaziale, al secolo).

Ummamma mia bella, non bastavano i kamikaze islamici, pure quelli zelani ci volevano!”
Gesù, fammi il favore, non la buttiamo in politica pure qua, che se passano Andreotti e Craxi chi li sente?”
Ma quale politica, mammà? Io vorrei sapere chi l'ha fatta entrare in Paradiso...”

L'amorevole dialogo madre-figlio si interrompe di botto all'ingresso dell'anima della leggiadra donzella, lacrimante e singhiozzante all'indirizzo di un non meglio noto Sakon, totalmente sconosciuto ai due celesti interlocutori.

Sakon? E chi sarà? Mai sentito, dev'essere un'anima arrivata da poco... mammà, tu ne sai niente?”
Io? E che faccio la portinaia? Domanda a san Pietro...”
Pietro? E dove lo piglio? Quello starà già festeggiando la vigilia in cantina...”
Gesù, bell' 'è mammà, ma tu tieni sempre da criticare? Pensa all'ospite... nu poco di educazione, e che diavolo!”
Nun me parlà 'e Satana, che mi deve ancora restituire la legna che gli ho prestato per il fuoco, quando gli hanno staccato il gas... vabbè va'! Figliola, cosa posso fare per te?"

Tra una lacrima e un singhiozzo, un singhiozzo e una lacrima, un puttino e una colonna, una colonna e un puttino (evidentemente Totò era noto anche su Zela - NDA) la piacente e piangente giovinetta espresse il suo desiderio.

“Ecco, signor Gesù...”
“Leva quel signore e parla, che non tengo tempo da perdere...”

Figliolo, guarda che tu SEI il Signore...”
Mammààà... e nun te ce mettere pure tu!”

“Ecco, sì, insomma... io sono morta per non far morire anche il ragazzo di cui mi ero innamorata ed i suoi compagni...”
“Sissignora, lo sappiamo... credi che non legga i dossier delle anime che mi arrivano qui? Sai com'è, per mantenere un ambiente rispettabile...”

Gesù, bell' 'e mammà, ma quale dossier e dossier, che sei uscito mo' mo' dalla tua stanza dopo tre giorni?”
Mammà, te sì scurdata che i tre giorni sono previsti dal copione ufficiale... te staje facenno vecchia!”
UEEE', che vecchia e vecchia? Semmai ti stai facendo vecchio tu, i tre giorni sono previsti per la tua resurrezione, non per la tua nascita! E porta rispetto a tua madre!”

Uno sberlozzo sul cupitiello, energico anzichenò – nonostante i duemila e dispari anni della genitrice – persuase il divino rampollo dell'inopportunità del proseguire la discussione con la madre e, viceversa, dell'opportunità di dare ascolto alla supplicante che aveva dinanzi.

“Allora, figliola, mi pare di capire che tu abbia lasciato il tuo innamorato tra i viventi... cosa posso fare per te? Vuoi che lo faccia venire qui?”
“NO! No, signore... eccellenza... santità... insomma, ditemi voi come vi devo chiamare ma lasciatelo vivo!”
“E allora?”
“Ecco, siccome dicono che voi siete onnipotente e potete fare tutto... vorrei che mi faceste ritornare sulla Terra!”

UMMAMMA'!!!”
UGGESU'!!!”

Il sobbalzo che ebbero in contemporanea i due celesti padroni di casa fu niente in confronto a quello della giovinetta, timorosa di aver chiesto troppo ed impaurita dalle loro facce, talmente inferocite da non aver nulla da invidiare a quelle di Black Darius e dei Grandi Quattro nei loro momenti peggiori.

Massaggiandosi l'emisfero destro del fondoschiena – vulgus Ernesta, la chiappa destra – dolorante per lo scivolone dalla poltrona al pavimento, il celeste padrone di casa si rialzò, con il viso più celeste della sua stessa celestitudine, ovvero tendente al cianotico per la mancanza di fiato indotta dalla richiesta testé ricevuta.

"Cioè, figlia mia, fammi capire... vorresti tornare in vita? Invece di bearti della beatitudine dei beati... cioè, insomma, di goderti l'eternità in Paradiso... vorresti tornare in anima e corpo sulla Terra? Ummaronna mia..."

"Ueeeh, nun me mettere in mezzo, eh! Io sono stata assunta in anima e corpo, ma dalla Terra al Paradiso, non tutto il contrario... vediamo di non imbrogliare le carte!"
"Evvabbè, sempre di assunzione si tratta..."
"Ma tu senti a questo... certe volte veramente mi chiedo di chi sei figlio!"
"Lo domandi a me? Io non c'ero..."

Un lieve e discreto tossicchiare interruppe le loro interrogazioni parlamentarOPS familiari, rammentando loro che l'umile postulante zelana era tuttora in attesa di risposta - positiva o negativa - alla sua richiesta.

"E vabbè... - pensò il festeggiato - ... in fondo è bellella, la signorina... è pure innamorata e il Natale è la festa dell'amore... vediamo che si può fare..."

Si schiarì la voce, meditando sul da farsi... per poi chiamare san Pietro a gran voce.

"Pietrooo! Neh, Pie'... ma dove Crist...CIOE', da dove me stesso stai? Possibile che quando servi non ci sei mai? Aggio capito... avimm' 'a cambià 'o portiere!"
E un momento, no? Datemi il tempo di arrivare... io la stessa età vostra tengo, vediamo di ricordarcelo! Che è stato?”
Allora... tengo da esaudire il desiderio della signorina qui di persona presente, che vorrebbe tornare sulla Terra dal suo innamorato. Che possiamo fare?”

OSSIGNORE!”
“Sissignore!”

Ma Santiddio...”
No, guarda che Santo ci sei tu, io sono Dio e basta! Allora?”
Ma non è possibile... il regolamento parla chiaro! Una volta morti, si è morti... oltretutto mi pare che il dossier della signorina l'ho pure visto: è morta in un'esplosione, quindi manco a dire che ne possiamo recuperare il corpo e rimetterci l'anima dentro!”

Uuuh, Pietro... quante storie! Non mi dire che non si può fare proprio niente...”
E lo domandate a me? Qua l'onnipotente siete voi... ditemi voi che devo fare!”
E vabbè... ho capito!”

Si rivolse nuovamente alla sua ospite, ormai preda di giramenti di testa per il seguire i dialoghi, che si rincorrevano come palle da flipper, fra i tre paradisiaci interlocutori... ed emise la sua sentenza.

“Figliola, sappi che, se riavrai il tuo corpo e la tua vita terrena, dovrai viverla per intero con l'uomo per il quale hai chiesto di riaverli... per cui, prima di concederti quanto hai chiesto, comincerò con il rimandarti sulla Terra soltanto in spirito per ventiquattr'ore, così potrai sincerarti se vale la pena abbandonare il Paradiso per costui. Se, allo scadere delle ventiquattr'ore, sarai ancora della stessa idea, il tuo desiderio sarà esaudito.”

Ci vollero cinque buoni minuti perché l'anima di Lisa smettesse di saltellare a ritmo di tarantella per la gioia... ed altri cinque perché terminasse di abbracciare, sbaciucchiare e ringraziare il celeste festeggiato.

*

Allora, Lisetta... ci siamo capiti? Io mi sono offerto di darti una mano per capire i comportamenti terrestri, visto che tu vieni da un altro pianeta, però vedimmo 'e nun fa' figure 'e mmerd...AHEM vedi di non farmi fare figuracce eh? Che già il principale m'ha dato un permesso speciale per accompagnarti... e pure tu, vedi di darmi ascolto se ti dico che qualcosa non va! Ricordati che se decidi di tornare in vita per stare con il tuo innamorato, poi ci devi rimanere finché morte non vi separi, ci siamo intesi?” furono le parole di san Pietro, mentre il nuvolascensore li faceva discendere verso la Terra.

Eh... ah, sì, sì, san Pietro, ho capito!”
Uuuh, Lise', lascia perdere 'sto san Pietro, ca me putisse essere nipote... chiamami zio, che facciamo pure prima! Ma che è, non ti senti bene?”

Un po' di giramento di testa... ma com'è possibile, zio Pietro, visto che il corpo non ce l'ho più?”
Fesseria, nun te preoccupa'... è che non sei diventata un'anima a tutti gli effetti, quindi hai ancora qualche reazione tipica di chi ha il corpo fisico. Tranquilla che ti passa, bella di zio...” la rassicurò Pietro, omettendo prudentemente di manifestare il suo vero pensiero, che suonava più o meno così: “Aeh... cominciamo bene! Se il buongiorno si vede dal mattino...”

*

Il corridoio principale del Drago Spaziale accolse l'anima di Lisa... che, per nulla pratica in materia di “atterraggio delle anime”, vi piombò con il fondoschiena e lo percorse tutto, balzellon balzelloni come un sasso su uno stagno, fino a fermarsi dinanzi alla porta della sala comando.

Cacchio... sarò pure tornata soltanto in spirito, ma potevate pure avvisarmi che la botta l'avrei sentita lo stesso!!!” mugugnò la ragazza, massaggiandosi le immateriali ma ugualmente doloranti natiche.

San Pietro, già innervosito dal ruolo assegnatogli di consigliere spirituale – ben poco adatto alla sua indole fumantina e drasticamente risolutiva – non mancò di farsi sentire anche in quell'occasione.

Ragazza mia, tu sei ancora un'anima a mezzo servizio, non si sa ancora se rimani anima o ritorni viva, quindi i poteri delle anime non li tieni ancora! Detto a pane e mortadella: non puoi attraversare le pareti, non puoi passare dalle porte chiuse, non puoi sparire da una parte e ricomparire in un'altra...”
“Anima a mezzo servizio? E che sono, una domestica?” 
si risentì Lisa, sentendosi sminuita.

Ummammààà e come è permalosa la signorina! Nossignore, non sei una domestica, però preparati... perché qua sulla Terra le mogli spesso quella fine fanno!”
COSAAA? Sakon non mi tratterebbe MAI come una domestica, lo conosco!”

Eeeeh, tutte le innamorate dicono così... lo conosco, lo conosco... e poi finiscono a lagnarsi una continuazione del marito, dei figli e di tutto il resto! Anzi, segnatelo: una delle conseguenze del tornare viva e sposare il tuo beneamato potrebbe essere proprio questa!”

Non ci crederei neanche se lo vedessi! Uffa... AHIA! Accidenti al pavimento di metallo, ma non potevano metterci un tappeto?” si lagnò Lisa, mentre si rialzava da terra.
Liseee'... e che diavolo, il Drago Spaziale già è quello che è, che pretendevi, una pista di atterraggio apposta per te? Uffà... mannaggia a chesti curridoje stritte, io già soffro di claustrofobia!”

Sì sì, non discuto, zio! Dicevo solo che mi potevate avvisare prima...”
“Eh sì, magari mettevamo le istruzioni per l'uso del pavimento! Muoviamoci, dove sta il tuo innamorato? Sono proprio curioso di vederlo...”

In quel preciso momento, le porte scorrevoli della sala comando si aprirono per lasciar passare il dottor Daimonji ed i due spirituali visitatori poterono sia intravedere l'ingegner Gen seduto alla sua postazione, sia entrare senza necessità di fare un bis dell'apertura biblica delle acque del mar Rosso.

Si avvicinarono al giovane... e qui san Pietro ebbe le prime avvisaglie di quanto fosse fondato il suo “Cominciamo bene...” di poco prima!

Come da copione abituale per qualsiasi terrestre avesse da neanche un'ora perduto la propria innamorata, sarebbe stato legittimo aspettarsi – se non un pianto greco che neanche Eschilo, Sofocle ed Euripide messi insieme – almeno adeguate manifestazioni di dolore e disperazione... MACCHE'!

Agli occhi esterrefatti del santo e della sua protetta si presentò una bocca sbadigliante, di capienza analoga a quella di un forno per le pizze, subito seguita da uno stiracchiarsi in gattosorianostyle e completata da uno sbuffo degno di una locomotiva... il tutto ascrivibile, più che ad una sofferenza inenarrabile, ad una noia indicibile. 

Lise'... ma tu sei sicura che quest'uomo ricambi i tuoi sentimenti? Avesse 'sta a chiagnere e lamentarsi, ma a me tutto pare meno che disperato...” chiese san Pietro, perplesso, sollevando un sopracciglio con aria più che dubitativa.

“Non è vero, è una calunnia! Lui è l'assistente del dottor Daimonji ed è talmente ligio al dovere che riesce a controllarsi anche nel dolore... amore mio, non vedo l'ora di riabbracciarti!” fu la risposta di Lisa che, dimenticando di essere presente sul luogo in puro spirito, tentò davvero di abbracciare il suo innamorato... con il solo risultato di attraversarlo integralmente e finire spalmata sul pavimento “a quattro di bastoni”.

Frattanto, mentre Pietro aiutava galantemente Lisa a rialzarsi, Sakon si era già dileguato in direzione del proprio studio personale, dove i due ridiscesi dal Paradiso lo seguirono a ruota.

Il primo impatto, per san Pietro, non era stato dei migliori, ma nulla avrebbe potuto prepararlo a quello che, insieme a Lisa, avrebbe visto di lì a poco!

Il giovane ingegnere, malamente stravaccato su di una poltrona, con una stranissima sigaretta tra le dita ed avvolto in una nuvola di fumo dall'odore dolciastro, tamburellava con le dita sul bracciolo al ritmo della musica che straripava dalla cuffia che aveva indossato.

Neh, Lise'... ma chest'è l'innamorato tuo?” riuscì ad articolare san Pietro, tra l'interdetto e l'allibito, dopo averlo finalmente potuto guardare meglio.

Eh... ecco... sì... sembra... mi pare... insomma, è lui!” alitò Lisa, a metà tra la mancanza di fiato per la sorpresa e la carenza di ossigeno da miasmi di fumo di natura non identificabile.

LUI? 'A faccia mia, Lise', ma che razza di debosciato capellone ti sei andata a scegliere? Cu tutti i belli guagliune ca 'nce stanno qua sul Drago, proprio lui? E poi la senti 'sta puzza? Vuoi vedere che quella specie di sigaretta che tiene in mano...” ipotizzò, allarmato, intuendo subito che non si trattava di una sigaretta nel senso nicotinico della parola.

Non è un debosciato e non è un capellone! Ha un quoziente di intelligenza elevatissimo, i suoi capelli sono bellissimi e in una sigaretta non c'è niente di male! E, a pensarci bene, manda pure un buon profumo!” protestò Lisa, nell'irriducibile difesa del suo amatissimo ingegnere.

COSA? Le sigarette profumano? Ma in quale sistema planetario? E poi, fosse davvero il profumo di una sigaretta! Quella roba lì al massimo profuma di Eau de Katmandu o Spinel numero 5!”
“Ma di che state parlando, zio Pietro?
” chiese la ragazza, basita dalle presunte “marche di sigarette” nominate dal suo accompagnatore e per nulla disposta ad arretrare sulle sue posizioni.

Levando gli occhi al cielo in una silenziosa invocazione di aiuto al suo datore di lavoro, san Pietro omise di spiegare a quale specie di “fumo” si stesse riferendo, avendo ormai compreso che Lisa era totalmente all'oscuro delle usanze e soprattutto delle abitudini di certi terrestri degeneri... preferendo riprovare a far ragionare la sua neo-nipote spirituale.

Lise', chisto a me nun me persuade... senti a zio Pietro tuo, vediamo di trovare il suo dossier personale, aggia capì chesto che panni veste!”
Che panni? E' la sua divisa, non si vede?”

Liseee'...” sbuffò san Pietro tagliando corto, per non doverle fare ogni volta un corso accelerato di dialetto napoletano, con relativi modi di dire.

Afferrò la ragazza per un braccio e, rapidamente, la trascinò con sé nella sala archivio del Drago Spaziale – a lui noto grazie al suo potere di primo Santo del Paradiso – dove, giustamente, aveva immaginato di trovare gli incartamenti personali dei membri dell'equipaggio.

Non ebbe bisogno di frugare: il fascicolo personale dell'ingegner Sakon Gen fu il primo che gli capitò sotto gli occhi, una volta aperto lo schedario.
Quello che lo meravigliò fu il fatto che il documento fosse cifrato, ma non volle soffermarcisi più di tanto: era ben altro ciò che lo interessava.

Lisa, naturalmente, non possedeva le celesti facoltà per decifrare e leggere mentalmente il dossier, per cui fu lui a farlo per suo conto... e, sin da subito, Lisa capì che c'era qualcosa che non andava: il volto del suo Santo accompagnatore, man mano che si addentrava nei meandri dei trascorsi del giovane, si fece di tutti i colori dell'arcobaleno, mentre gli sfuggivano di bocca esclamazioni sempre più indignate.

*
SAKON GEN – ingegnere – sotto copertura.

Identità reale: Salvatore Gennaro Esposito.
Maternità: fu Maria Esposito.
Paternità: ignota, presumibilmente di etnìa asiatica, dati i tratti somatici.

Motivo della copertura: fuga dall'Italia – Napoli – per aver insidiato numerose donne sposate, tra cui la moglie di tale Giovannino 'o cozzecaro, noto pregiudicato per traffico illecito di mitili ed altri prodotti ittici.

Provenienza lavorativa: Comune di Napoli.

Raccomandato da: sindaco di Napoli.

Tratti caratteriali, attitudinali e culturali – La certificazione del quoziente intellettivo pari a trecentoquaranta ed il possesso della laurea in Ingegneria appaiono legittimi, ma il loro conseguimento tramite psicologo online ed università telematica a pagamento suscitano notevoli dubbi, sia sull'intelligenza sia sull'effettiva preparazione del soggetto in questione, che si è rivelato uno specialista nel fingere di fare buon viso a cattivo gioco dinanzi alle disposizioni dei superiori, mentre in realtà si prende tutto il tempo umanamente possibile per produrre un lavoro a malapena accettabile.
Detto soggetto, durante l'attività lavorativa, alterna lunghi periodi di cosiddetto “cazzeggio” non rischioso e rapidamente – secondo lui – mimetizzabile (leggere, scorrazzare su internet, darsi ai siti porno, etc.) a brevi periodi di lavoro, il più possibile mal fatto, ma non al punto da essere non funzionante, in modo da non destare sospetti.

Il comportamento antecedente la presa di servizio, sia sul posto di lavoro che al di fuori, mostra una notevole propensione all'attività di latin lover più che di ingegnere, oltre all'indulgere, nei momenti di pausa lavorativa – come da testimonianza di numerosi colleghi – al fumo di sigarette di composizione dubbia e di effetto neuro-allucinogeno assolutamente non dubbio.

Per tali motivi, oltre che per evitare il crollo prestazionale dei dipendenti - inalanti loro malgrado il suddetto fumo e soggetti ai medesimi effetti, dei quali per pudicizia si omette la descrizione - ed il conseguente totale caos nel centro dati del Comune, il Sindaco di Napoli dispone il trasferimento del suddetto ingegnere presso la sede del Centro Ricerche della città di Omaezaki, confidando nella benevolenza del relativo dirigente.

*

Gesù, Giuseppe, sant'Anna e Maria... ma... ma... Lisè, ma tu ti rendi conto?”
Ma che c'è scritto, zio Pietro? Che succede?”
Che succede? All'anema... chisto non solo è cchiù napulitano 'e me, ma tene nu curriculùmm che è tutto un programma!”
Embè? Se è napoletano come voi, sarà sicuramente una bravissima persona! E poi è un ingegnere elettronico, mi pare normale che sappia programmare! Che c'è di strano?”

La santità di san Pietro, dinanzi alla fin troppo santa ingenuità della sua protetta, fu messa a durissima prova: per alcuni lunghissimi secondi il custode del Paradiso fu costretto a mordersi l'immateriale lingua... tanto per evitare alla giovane lo shock della traduzione del curriculum, quanto per non dare sfogo all'opinione fin troppo materiale che si era fatto del giovane in questione.

Quando, finalmente, gli parve di aver ripreso il controllo delle sue celestiali corde vocali, tentò per la millantesima volta di far ragionare la ragazza sulla probabile inopportunità del legare la sua seconda vita terrena ad un soggetto – secondo lui – ben poco raccomandabile, anche se fin troppo raccomandato... e fu l'inizio della fine!

Furibonda, Lisa inalberò ad oltranza le sue insegne di guerra in favore di Sakon, controbattendo argomenti con argomenti ed obiezioni con obiezioni, finché san Pietro – esausto – non gettò la spugna con un ultimo avvertimento.

Lisè, questo qui è uno sciupafemmine che ti renderà la vita un inferno... senti a me, bella di zio, non andare di corsa ed osservalo attentamente, in queste ventiquattr'ore che hai a disposizione! E, già che ci sei, guardati pure intorno... se ci fosse qualcun altro che ti piacesse, ci metto una buona parola con il principale e ti faccio tornare sulla Terra lo stesso! Guarda il capitano quant'è bello, con gli occhi azzurri... e pure quell'altro non è male, quello che pilota il Gai... il Ghei... vabbè come si chiama, il robot ricchione insomma!”

Il grido di protesta di Lisa, talmente inferocito da essere più simile ad uno stridìo di gomme sull'asfalto che ad una voce umana, decretò il time-out per i tentativi di san Pietro di ricondurla alla ragione... al celeste santo, con altrettanto santerrima pazienza, non restò che tacere ed attendere gli sviluppi che – come da lui ampiamente previsto – non si fecero attendere.

*

Dopo che Sakon ebbe terminato di consumare la sua cena, comprensibilmente costituita – date le ormai chiare origini partenopee – da pennette all'arrabbiata e salsicce con friarielli, senza farsi mancare un plateale “suono di gradimento” a fine pasto, il giovane si diresse verso la sua stanza, senza minimamente immaginare di avere alle spalle due spettatori letteralmente basiti!

Intuendo la sua destinazione, Lisa lo precedette, lasciandosi dietro san Pietro che – saggiamente – decise di lasciare che la ragazza si rendesse conto da sola delle abitudini e del carattere del ragazzo: quale luogo migliore della propria camera per lasciarsi andare in libertà?

Vai vai, Lise'... 'a Maronna t'accumpagne, fosse che fosse la volta buona?” fu l'ultimo pensiero del bimillenario vegliardo, prima di concedere alla ragazza un piccolo e segreto miracolo: l'apertura della porta della stanza di Sakon, così che lei potesse introdurvisi ed osservare con i propri occhi quel che si ostinava a non voler vedere né capire.

*

L'angolo di una rivista che spuntava da sotto il cuscino, presumibilmente specializzata in materia di giochi – vista la porzione di titolo che se ne leggeva – attirò immediatamente l'attenzione di Lisa.

PLAY...

Oh no... Sakon, amore mio, ma neanche nel letto ti riposi? Possibile che un gioco sia così interessante da non farti dormire?”

La tirò fuori per capire di cosa si trattasse... ed un urlo belluino sconvolse l'intera astronave, raggiungendo una frequenza tale da straripare dall'aldilà all'aldiqua e far scattare tutti gli allarmi possibili ed immaginabili, compresi quelli degli ascensori!

Ma cos...EEEH? PLAYBOY? Donne nu... DONNE NUDE? Ma tu guarda quel... quel... sì, insomma, quel... PORCO!”

La sua furia scandalizzata era tale da non farla preoccupare minimamente dell'eventuale ingresso del proprietario della rivista... ingresso che, peraltro, non avrebbe sortito alcun effetto, visto che lei sarebbe stata totalmente invisibile.

PORCO! MAIALE! SUINO! MANDRILLOOO!!! E io che ho voluto impedire la sua morte e quella dell'equipaggio... maledizione, dovevo farli saltare in aria tutti, non si meritavano altro... a cominciare da te, brutto pervertito degenerato!”

L'arrivo di Sakon interruppe le sue rampogne... ma soltanto per il tempo necessario a fargli tirare fuori dalla tasca il cellulare ed aprirne la rubrica: non appena Lisa si rese conto che ne erano emersi tanti di quei nomi femminili da far concorrenza alle iscrizioni di Miss Universo, la sua rabbia – finalmente suscitata dalla repentina consapevolezza di "che panni vestisse" la persona in questione – non ebbe più freni!

Approfittando del possedere ancora alcune caratteristiche del corpo fisico, tra le quali il poter maneggiare oggetti, Lisa diede libero sfogo alla sua incontenibile furia... soprammobili, cuscini, effetti personali, abiti, scarpe, biancheria da letto e da bagno, nulla rimase al suo posto e tutto ebbe un unico bersaglio: SAKON!!!

MALEDETTOOO!!! Dovevo portarti all'altro mondo insieme con me, brutto $%”$£%$%”%$!!!” strepitò furibonda l'entità spirituale – ma non per questo meno incazzata – della giovane, mescolando ingiurie terrestri ed intraducibili improperi in zelano mentre tirava addosso al “viscido, verme, laido, lubrìco, vizioso, donnaiolo, maniaco sessuale, ecc...” qualsiasi oggetto che non fosse ancorato al pavimento o inchiodato alle pareti.

Il fracasso dell'altro mondo (è il caso di dire) prodotto da Lisa attirò, inevitabilmente, l'attenzione degli occupanti delle stanze vicine, i quali si precipitarono con le armi in pugno per verificare cosa stesse succedendo... e fu il loro turno di rimanere interdetti: non soltanto la camera da letto dell'ingegnere sembrava devastata da un tornado forza cinque, ma tale tornado sembrava essere tuttora in piena attività!

“Ragazzi, occhio!”
“Non è possibile, qui vola di tutto!”
“Attenzione a quel vaso!”
“Aiutooo... liberatemi da questo lenzuolooo!”
“Ma che ha il rasoio elettrico? Sembra indemoniato!”
“Ma cosa... si stanno muovendo anche i mobili!”

Proprio allora anche san Pietro fece il suo ingresso nella stanza, per verificare cosa Lisa avesse scoperto fino a quel momento... appena in tempo per vedere che Sakon era stato l'unico a non unirsi al bailamme di urla ed invocazioni di aiuto: era crollato in ginocchio, con la faccia devastata dal terrore, facendosi il segno della croce e battendosi il petto con le mani... mentre scioglieva una litania di invocazioni nella sua vera lingua madre: IL NAPOLETANO!!!

“ 'Ossapev'... anema benedetta di mammà perdonami, i' 'ossapev' che prima o poi m'avisseve punito per quanto sono stato debosciato! Anima di mammà, aiutami tu...” 

Come d'incanto, il ciclone di oggetti e suppellettili si acquietò, mentre zio e nipote acquisita – san Pietro e Lisa, all'anagrafe celeste – si guardarono a bocca aperta... esattamente come i colleghi dell'ingegnere, tra i quali c'era chi masticava l'italiano e poteva, pertanto, capire a grosse linee il napoletano.

“Gesù, Giuseppe, sant'Anna e Maria, perdonatemi per la falsa laurea, 'ossapev' che non dovevo portarmi a letto le professoresse!”

Ma tu sentilo... ZIO PIETRO!”
“Ho sentito, Lise'... che t'avevo detto? Sciupafemmine!!!”

Dovevo lasciare stare la moglie di Giovannino, lo so... ma chella era 'na bonazza ca Ddio 'o ssape e 'a Maronna 'o vede!”

Madò, speramm' che in Cielo non lo sentono...” 
“Io invece spero di sì! Così lo mandano dritto dritto all'inferno!”

Mamma mia bella, tu avevi ragione, io non mi dovevo fumare chelli schifezze!”

Ecco, questa non l'ho capita...”
“Liseee'... sta parlando di droga! E' chiaro mo'?”
DROGA?”
“Quelle famose sigarette...”
“AH...!!!”

Mammà, lo dicevi tu che non dovevo badare ai test di intelligenza, che cchiù 'e facevo e cchiù addeventavo 'nzallanuto!”

Inzalla... che?”
Rimbambito...”
Ah, ecco...”

Le giaculatorie di pentimento dell'ingegnere proseguirono per diversi minuti, suppergiù sulla stessa falsariga, finché non si udirono le parole del dottor Daimonji, che aveva ascoltato – non visto! - l'intera litania e che, purtroppo per Sakon, l'italiano lo capiva eccome!

“AH, ECCO PERCHE' HAI SABOTATO IN OGNI MODO LA DECIFRAZIONE DEL TUO DOSSIER!!!” fu il commento furibondo dello scienziato, a stento trattenuto da alcuni membri dell'equipaggio... ma non fu che il principio della fine: l'ingresso del capitano del Drago Spaziale, Pete Richardson, segnò l'inizio di un tafferuglio inimmaginabile, tra il dottore che alternava imprecazioni e segni di malore ed il capitano che si divideva tra il cercare di calmarlo e l'inveire a sua volta contro Sakon.

Lisa e san Pietro si guardarono, tra il mesto e l'adirato, senza sapere cosa fare.
Fu lui, dopo qualche istante di riflessione, a prendere la parola.

“Lise'... che facciamo?”
“L'unica cosa possibile: torniamo in Paradiso. Se i terrestri sono questi... meglio morta mille volte!”

L'hai capito, eh? Però non sono tutti così... ci vuoi pensare ancora? Ti rimangono un bel po' di ore, delle ventiquattro che ti ha concesso l'Altissimo... volessi conoscere qualche altro bellu guaglione? In fondo hai sacrificato la vita per nulla, visto che 'stu bellu mobile (persona di poco valore - NDA) non ne valeva proprio la pena. Pensaci... ci metto io una buona parola!”

Lisa sembrò dubbiosa, ma durò soltanto un attimo.

“No, zio Pietro... riflettendoci, sarebbe un controsenso: la vita è vita e la morte è morte, non si può stravolgere la natura. E poi... in Paradiso ci saranno pure dei bravi ragazzi, no?”
“Purtroppo... cioè no, per fortuna... ce ne sono sì! In più, lassù non tieni nessuna scocciatura: non devi mandare avanti una casa, non ti devi sorbire un marito che si lagna perché il Napoli ha perso la partita, non devi correre appresso ai figli... ti prendi il meglio senza il peggio. Insomma, è la beatitudine assoluta... mica si chiama Paradiso per niente! Dai, avviamoci...”

Per un momento la ragazza si guardò indietro, osservando – stavolta con distacco – l'uomo per il quale aveva inutilmente sacrificato la vita... e provò, improvvisamente, l'acutissimo piacere di non sentirsene più coinvolta in alcun modo.

Se quella baraonda – tuttora in corso – era un esempio della vita dei terrestri... naaah, mille volte meglio l'aldilà!

Vieni, Lise'... il nuvolascensore ci sta aspettando. Stavo giusto pensando a chi ti potrei presentare, appena siamo di sopra... ci sta un giovanotto, ma carino assai, che è salito da noi dopo un incidente di moto, poverello. Ti piacciono i ragazzi con i capelli rossi? Vabbè, io te lo faccio conoscere e poi, se non va bene, vediamo qualcun altro...”

“Proviamo, zio... dopotutto finora hai avuto ragione su tutta la linea, perché con questo ragazzo no?”
Brava la nipotina mia... così si fa! Andiamo...”

*
UNA SETTIMANA DOPO – SULLA TERRA.
OSPEDALE DISTRETTUALE DI OMAEZAKI
REPARTO MALATTIE DEL SISTEMA NERVOSO

Spett. Toshiba Corporation – Tokyo (Giappone)

Durante il mio suicidio ultimo scorso, ho potuto constatare come i componenti elettrici dei computer di Vs. produzione siano di qualità assai scadente. Ho tentato il suicidio mediante folgorazione, toccando i cavi di un vostro apparecchio, ma sono riusciti a salvarmi nonostante il mio contatto con detti cavi sia durato oltre dieci minuti.

Sono profondamente deluso. La prossima volta mi suiciderò Apple. 

Distinti saluti.
Sakon Gen


All'attenzione di: Egr.Dott. Yozo Daimonji.

Gentile Dottor Yozo Daimonji, ecco la lettera scritta in data odierna dal suo assistente.
La direzione dell'ospedale non ha creduto opportuno inoltrarla. 

Cordiali saluti.
(firma illeggibile) 

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* FINE *
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