Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: ONLYKORINE    01/08/2020    1 recensioni
Doveva essere una storia dove, al posto dei capitoli, ci dovevano essere delle os autoconclusive, anche se la storia segue una trama comune. Stesse coppie, stesso contesto.
Dovevano essere 100 prompt per 100 capitoli, ma purtroppo solo per una decina di prompt sono riuscita a sviluppare le os. Dal decimo capitolo in poi, saranno capitoli normali. I miei personaggi hanno preso vita e non ne vogliono più sapere di seguirmi!
È il 2024 e sarà l'ultimo anno a Hogwarts per Albus e Scorpius. Lily non vede l'ora di levarseli dai piedi e godersi la sua libertà, finché non si rende conto che non è proprio quello che vuole, e se è una maledizione di famiglia, quella di innamorarsi dei migliori amici, forse, ne sarà colpita anche lei. E chi meglio di una migliore amica come Alice potrà assecondarla in tutte le sue strane idee?
ScorpiusxLily
AlbusxAlice
(non so bene dove mi porterà questa storia, ma per ora scrivo...)
Ah, altra cosa: per sbaglio mi sono immaginata Albus con gli occhiali... Beh, ora non riesco a immaginarlo diversamente quindi sappiate che li porterà! 😅
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Alice Paciock, Alice Paciock II, Lily Luna Potter, Scorpius Malfoy | Coppie: Draco/Astoria, Harry/Ginny, Lily/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Asilo

-

-

 

“Merlino! Quattro?”
Ginny piegò la pergamena ricevuta da sua madre e sbuffò. Quattro proprio no. Quattro era un numero grandissimo. Era più della metà di una squadra di Quidditch. Forse una classe d’asilo. Com’era l’asilo adesso? L’asilo era ancora come quando c’era andata Lily? Dannazione, doveva informarsi.

 

Harry guardava sua moglie brontolare e andare avanti e indietro per la cucina. Cosa stava succedendo?
“Ginny, tesoro…” inziò, alzandosi dal divano. “Tutto bene?”
“Sì, Harry…” La donna che aveva sposato più di vent’anni prima, lo guardò con uno sguardo strano. “Quanto sono grandi le classi dell’asilo?” gli chiese.
Harry spalancò gli occhi. L’asilo? “Come? Che intendi?” Ginny scosse la testa, come per liquidarlo e andò in bagno. A Harry non rimase che guardare la schiena della moglie andarsene dal salotto.

 

Ginny si sedette sulla tavoletta del water e rispiegò la pergamena della madre: le aveva appena comunicato che aveva sognato la nascita di quattro creature. Quattro! E Ginny, che aveva un ritardo del ciclo di cinque giorni, iniziava a preoccuparsi. Sua madre aveva indovinato tutte e tre le volte che Ginny era rimasta incinta, aveva sognato la nascita di Rose e quella di Lucy. Per Hugo e Fred, invece aveva avuto una visione. Dannazione! Non poteva essere. Si prese il viso fra le mani e sospirò.
Non si rese conto del tempo che stava passando finché Harry non bussò alla porta.

 

“Ginny… Ginny, sicura che vada tutto bene?”
Ginny era in bagno da almeno venti minuti e Harry, che non aveva sentito più nessun rumore, si stava preoccupando.
Sua moglie aprì la porta di scatto, lo prese per un braccio e lo tirò dentro il bagno, chiudendo subito dopo la porta.
“Stai bene?” Harry era sempre più preoccupato: Ginny aveva delle brutte occhiaia e il suo viso era molto pallido.
“Sono incinta” sbottò lei. “E sono quattro. Come una classe d’asilo d’infanzia. Metà di una squadra di Quidditch!”
Harry sbiancò in viso. Quattro? “Una squadra di Quidditch è formata da sette giocatori…” tentò di spiegare il mago, confuso dalla situazione e dal ragionamento della moglie.

 

Ginny spalancò gli occhi e le mani iniziarono a tremarle. Perché non capiva? “Ho contato anche una riserva! Chi sei, Hermione che deve sempre precisare tutto?”
“Come? Cosa c’entra Hermione…” Il povero Harry non capiva. Giustamente: era un uomo. Non poteva proprio capire.
La strega sbuffò forte e sospirò. Poi, come se si fosse sgonfiata improvvisamente, si accasciò sul water.

 

Harry si spaventò. “Ginny! Ginny! Ti porto al San Mungo? Questa gravidanza…”
Ginny respirò lentamente e sorrise. “Ok. Non so se sono incinta, ancora. Ho solo… un ritardo”.
Harry sospirò sollevato e Ginny si innervosì, alzandosi di colpo. “Ehi! Sei contento? Non saresti contento se…”
Il viso della strega si irrigidì e Harry pensò che stesse per scoppiare a piangere. “Aspetta. Ginny, Ginny… Calmati”. Pensò di avvicinarsi a lei e quando lo fece, senza premeditarlo, l’abbracciò e la prese in braccio sedendosi sulla tavoletta.
Sua moglie si accoccolò sul suo petto e Harry la cullò come se fosse una bambina. Pensò a qualcosa di pratico e disse: “Spiegami tutto, sai che sono un po’ duro a capire…”

 

Ginny tirò su col naso e si spostò dalla camicia del marito. “No, non sei tu, scusami. Sono io che non mi spiego bene…”
“Allora dimmi, ti ascolto.”
Ginny iniziò a spiegare e raccontò di avere un ritardo del ciclo di una settimana.
“Ma prendi la pozione antigravidanza, no?” le chiese Harry, accarezzandole la testa dolcemente.
“Sì, ma tre settimane fa ho avuto l’influenza, ricordi? E ho vomitato… può essere che abbia influito sul normale corso della pozione?”

 

Harry scosse le spalle. Cosa ne sapeva lui? Era un Auror, mica un medimago! Ginny sospirò ancora. “Perché allora hai detto che sei incinta di quattro bambini?”
La strega sospirò e tirò fuori dalla tasca una pergamena piegata. “Mi ha scritto mia mamma… Ha detto che ha fatto un sogno…”
Oh, Merlino! Quando Molly sognava qualcosa, tutte le donne della famiglia Weasley si radunavano e ci ricamavano su. Molly aveva sognato un unicorno viola a cavallo di una scopa volante? Voleva dire che il bambino che aspettava Angelina era un maschio. Molly aveva visto nel fondo del caffè una macchia a forma di barca con tre alberi? Il Jobberknoll della vicina di casa di Percy (a cui piaceva il caffè), avrebbe covato un nido con tre uova.
Harry non capiva come facessero a capire queste cose, lui ci aveva provato e qualche volta Ginny, Angelina e Audrey avevano provato a spiegarglielo, ma lui non aveva seguito i loro ragionamenti. Solo Hermione era scettica su queste cose, anche se quando Molly le aveva detto che Rose sarebbe stata una bambina nata a maggio, lei che aveva la scadenza in aprile, era rimasta sorpresa e quindi non aveva più detto niente e qualche volta partecipava anche lei alle varie discussioni sui sogni di Molly.
Però quattro bambini erano un po’ tanti. No? Magari si era sbagliata. Magari era uno solo… O magari nessuno.
“Non puoi fare uno di quei… test… Quelli che hai fatto per James, Albus o Lily?” le chiese allora.

 

Ginny annuì: giusto, doveva fare il test. “Dobbiamo andare a Dragon Alley a prendere la pozione”.
Harry annuì e le disse che sarebbe andato a prenderla per lei. Ginny pensò che fosse il marito migliore del mondo e gli sorrise.
Lui le disse di mettersi sul divano e di preparare il tè, così appena fosse tornato lo avrebbero preso insieme e avrebbero fatto il test.
Ginny mise il bollitore sulla stufa e Harry andò a prepararsi. Quando uscì, Ginny si mise comoda sul divano e aspettò il ritorno del marito.
Dopo un quarto d’ora Harry non era ancora tornato e Ginny iniziò a innervosirsi. Quanto ci voleva a materializzarsi a Diagon Alley e tornare indietro? Guardò ancora l’orologio e sbuffò, spazientita. Si alzò in piedi e camminò nervosamente avanti e indietro un po’. Quando si rese conto di aver guardato due volte l’orologio nel giro di due minuti, prese pergamene e piume e decise di distrarsi.
Scrisse a Hermione, parlando del più e del meno. Non voleva svelare all’amica le sue paure e la sua situazione prima di saperne qualcosa di più.
Dopo aver chiuso la busta e averla affidata a Roota, la civetta di casa, guardò di nuovo l’orologio e, accorgendosi che Harry mancava da almeno quaranta minuti, iniziò a valutare l’idea di materializzarsi a Diagon Alley anche lei, quando Harry apparve in salotto.

 

“Harry!” esclamò Ginny, vedendolo.
Harry si portò una mano fra i capelli. “Scusa, Ginny, mi è scappata l’ora…”
“Dove sei stato?” gli chiese la moglie.
“Ho bevuto una burrobirra con…” provò a iniziare Harry, ma Ginny spalancò gli occhi e si innervosì.
“Io ti aspettavo a casa e tu ti sei fermato al pub a bere una burrobirra?” Oh, oh. Harry capì che messa giù in quel modo non solo non andava bene, ma era anche equivoca, la cosa.
“Ho incontrato…” cercò ancora di scusarsi lui. Sapeva che se avesse spiegato a Ginny di aver incontrato Draco Malfoy a Diagon Alley che aveva bisogno di sfogarsi perché al ministero gli avevano giocato un brutto tiro, lei lo avrebbe appoggiato e gli avrebbe detto di aver agito nel modo più giusto.
“Sarà stato un tuo collega, ci scommetto la bacchetta!” Harry chiuse la bocca. Forse non era il momento di dirglielo? Effettivamente Draco era un suo collega. Lei dovette leggergli in faccia la risposta perché sbuffò girandosi e alzando le braccia al soffitto.

 

“Almeno sei andato in farmacia?” Ginny sperava, almeno, che lui avesse fatto l’unica cosa per cui era andato a Diagon Alley.
Harry sorrise e le allungò il sacchetto della farmacia. La strega lo aprì e tirò fuori l’ampolla per la pozione del test di gravidanza. Era un boccetto giallo, più grande di quanto si ricordasse, con il tappo in sughero e la piccola pergamena piegata e legata con un nastrino. Girò il vasetto e lesse le istruzioni.

 

Harry vide il viso della moglie corrugarsi e la sua bocca diventare una linea dritta, prima di tornare a guardarlo e dirgli: “Hai preso quello sbagliato! Questo ci mette cinque ore a dare il risultato!”
Il mago spalancò gli occhi, un po’ preoccupato. Il farmacista gli aveva fatte vedere diverse ampolle e lui, che era in ritardo, aveva scelto di portare a casa quella che costava meno: non aveva fatto domande, pensava fossero tutte uguali…
“Hai preso quella più economica!” lo accusò lei. Harry si bloccò. Era vero, ma se lo avesse ammesso lei si sarebbe arrabbiata ancora di più? Decise di stare zitto.

 

Ginny sbuffò rumorosamente e si chiuse in bagno. Mai una volta che facesse qualcosa di giusto! Una cosa gli aveva detto di fare! Una sola! E lui che faceva? Sbagliava la pozione! Ma cosa doveva fare perché tutto andasse bene?
Guardò l’ampolla e poi lesse bene le istruzioni. Chissà se era cambiato qualcosa dall’ultima volta che aveva fatto un test di gravidanza…
Lesse tutto e poi sospirò: doveva solo aspettare di dover fare la pipì, poi avrebbe fatto il test. Si guardò allo specchio. Era ancora una giovane strega nel fiore dei suoi anni, alla fine, i suoi capelli avevano giusto qualche filo grigio fra le ciocche rosse, che lei copriva giustamente con pochi colpi di bacchetta e la sua pelle aveva qualche ruga. Continuò l’ispezione lungo il suo corpo. Non era più così snella come la prima volta che aveva cavalcato la scopa, ma non si era appesantita, non era sformata e si sentiva ancora in forma, anche se sapeva che il suo modo di affrontare i problemi era cambiato parecchio nel corso della vita: non era più spericolata come quando frequentava Hogwarts e il tempo aveva dato un freno anche ad altre cose.
Sospirò e tornò a guardare il boccetto che aveva in  mano: seguì le istruzioni e versò metà del vasetto nel contenitore. Ora doveva solo aspettare.
Lasciò tutto sul lavandino e uscì dal bagno: Harry la stava aspettando in corridoio.

 

Quando Ginny uscì dal bagno aveva un espressione strana, secondo Harry, ma lui la conosceva da così tanto tempo che non disse niente e aspettò che fosse lei a parlare.
“Aspettiamo cinque ore, adesso.”
Harry annuì e rispose solamente: “Preparo il tè”.
Mentre preparava il bollitore Harry vide Ginny aggirarsi per il salotto, prima di sospirare e sedersi sul divano.
Appena il bollitore fischiò, Harry riempì le tazze e mise due filtri in infusione. Preparò zucchero latte e limone e portò tutto in salotto, appoggiando il vassoio sul tavolino davanti al divano.
“Non ricordo quanti bambini c’erano in classe con Lily quando andava all’asilo…” disse Ginny, dopo un po’, togliendo il filtro dalla sua tazza e facendolo sgocciolare nel piattino.
Harry non rispose niente: come faceva a ricordarsi le classi dell’asilo? I suoi figli andavano tutti a Hogwarts!
“Quattro è un numero strano comunque, Ginny. Dubito che siano molte gravidanze da quattro gemelli…”
Ginny lo guardò senza dire niente e poi aggiunse un po’ di zucchero al suo tè. “Anche solamente uno sarebbe tanto, adesso, Harry…”
Lui annuì: aveva ragione. Un figlio in quel momento, dopo così tanto tempo dagli altri…
“Ti ricordi quando James ha spinto Albus giù dalle scale dentro alla cesta della biancheria?”
Harry annuì ancora alla domanda della moglie. I suoi figli erano stati un po’ vivaci. Un po’ molto, pensandoci. “E quando hanno lanciato Lily giù dal balcone della tana per farla volare?”

 

Ginny spalancò gli occhi e il respiro le si fermò in gola, come quando, richiamata dall’abbaiare del cane, era uscita in cortile e aveva visto il fagottino della figlia cadere verso il basso.
“Almeno le avevano legato il lenzuolo sotto le ascelle, ricordi?” Ginny sorrise malinconica, contenta che quella volta Hermione avesse spiegato molto bene come funzionava il paracadute fra i babbani.

 

“Per non parlare degli attacchi di magia involontaria! Ricordi quando James, preso dalla gelosia, ha fatto sparire la scopa mentre facevo vedere ad Albus come si cavalcava?” Poi, un altro ricordo affiorò nella mente del mago. “E quando Albus ha spaventato Lily a Halloween e lei ha gridato così forte che sono scoppiate tutte le uova che erano sul tavolo in cucina?”
Harry vide Ginny ridere con la mano davanti alla bocca. Sapeva cosa si stava ricordando: avevano riso tutti dello spavento della bambina e lei si era arrabbiata così tanto che aveva generato un eccesso di magia che aveva stravolto la cucina e fatto scoppiare le uova e le zucche. Dopo, mentre ripetevano in continuazione la formula del “Gratta e netta”, si erano divertiti molto meno, ma quella storia veniva raccontata ancora, ogni volta che si parlava della permalosità di Lily (che Harry diceva avesse preso da Ginny) o quando a Natale si raccontavano aneddoti divertenti.

 

“Insomma, siamo fortunati che siano ancora in vita e non si siano uccisi da piccoli…” disse Ginny dopo un po’, bevendo un po’ di tè. Si accarezzò la pancia e sospirò. “Non penso, però, di poterlo fare di nuovo…”

 

Harry si avvicinò alla moglie e appoggiò un braccio sulle spalle, sbirciando l’orologio: mancavano tre ore al risultato. “Siamo stati bravi. E vedrai, saremo bravi anche con questo” mormorò, vicino al suo orecchio e posando la mano sulla sua, ancora adagiata sul ventre.
Ginny appoggiò la testa nell’incavo della sua spalla. “Ci sono stati anche momenti belli, effettivamente…”
Harry sorrise ai ricordi. “Ricordi quando volevano far crescere i fiori in camera nostra per il tuo compleanno?”
Ginny rise. “Abbiamo fatto evanescere terra fino allo svenimento, ricordi? Non sono riuscita a dire “Evanesco” per tre ore, dopo che avevamo finito di pulire…” Si accoccolò meglio fra le braccia del marito e continuò: “Però ti ricordi che bello quando la domenica mattina saltavano nel lettone svegliandoci? O quando ci raccontavamo storie di paura tutti e cinque sotto le coperte? I nostri figli sono cresciuti e fra un po’ se ne andranno per la loro strada. Cosa faremo con un piccolo mago? Prima eravamo giovani, con tanta forza in più…” Una lacrima le scivolò sulla guancia e subito la cacciò via: stava diventando nostalgica come sua madre e iniziava a sentirsi vecchia.

 

Harry le accarezzò la guancia, asciugandole la scia senza dire niente. “Non siamo vecchi” disse, leggendole nel pensiero. Quando la moglie tremò leggermente, la strinse ancora. “Mi piacerebbe avere un altro bambino. Siamo più maturi, sì, ma non vuol dire che non saremmo bravi comunque. E poi, se sarà da solo, sarà più facile; siamo in maggioranza ora: due contro uno!” disse scherzando e facendo ridere Ginny.
“Avrà tre fratelli che lo adoreranno e non saranno gelosi perché sono grandi” iniziò a spiegare Harry. “Magari ci aiuteranno” osò, ma vide Ginny arricciare il naso sorridendo dubbiosa. “Beh, almeno non tenteranno di lanciarlo in giro e non attenteranno alla sua vita!”

 

“Magari questa volta non sarà così vivace. Magari sarà un bambino tranquillo che…” Ginny si fermò: com’erano i bambini tranquilli? Lei non lo sapeva proprio.
“Andrà tutto bene, te lo prometto. Saremo bravi e ce la faremo” promise suo marito. Ginny lo guardò con gli occhi colmi d’amore e si sentì veramente fortunata ad averlo accanto.
Quando l’orologio scoccò le famose cinque ore, Ginny si rese conto che il tempo era volato. Aveva passato il tempo rimanente per la fine del risultato della pozione fra le braccia del marito, vicini, senza neanche baciarsi, tenuti insieme dai ricordi felici e dai pensieri positivi.
Si alzò e andò verso il bagno: aprì la porta e subito dopo la stanza si riempì di fumo. Fumo nero: risposta negativa. Prese la bacchetta e fece evanescere la nebbia scura con un sospiro.
Strano a dirsi, ci aveva quasi creduto e… sperato. Forse era giusto così. Richiuse il boccetto e riordinò sul lavandino.
“Mi dispiace…” La voce di Harry riempì il silenzio e Ginny si voltò verso di lui: le lacrime, copiose, le rigavano il viso e la fecero singhiozzare.

 

Harry coprì con due passi la distanza che li separava e strinse la moglie in un abbraccio stretto e ristoratore. Non si rese conto di essersi commosso anche lui, finché non vide una piccola macchiolina scura sulla camicetta della moglie, lì dove era caduta la sua speranza.
“Ti ho fatto piangere tantissimo, oggi” disse ancora, appena ebbe di nuovo controllo sulla sua voce.
“Sei stato meraviglioso, Harry. Non avrei potuto scegliere un marito migliore di te” gli rispose lei.
Harry stava per dire qualcosa di spiritoso sulle scelte, per sdrammatizzare la situazione, ma Roota entrò dalla finestra del salotto, si diresse verso di loro battendo le ali a gran velocità e si posò sul bordo del lavandino: in bocca una busta che porse alla strega. Harry aggrottò la fronte mentre Ginny si sporgeva per prendere la posta. A chi aveva scritto la moglie?
Ginny aprì la busta e poi sorrise. “Hermione dice che la classe d’asilo di Lily e Hugo era composta da sei bambini, mentre in quella di Albus e Rose ce n’erano cinque”.
“Visto? Ti sbagliavi” disse, abbracciandola e chinandosi a darle un bacio sul collo. Avrebbero potuto far l’amore. Avrebbero anche potuto cercare un altro bambino. Sarebbe stato divertente provarci, pensò, mentre le slacciava il primo bottone e le posava un altro bacio lì in quel triangolino di pelle.
“Dice altro di interessante?” chiese mentre con la lingua disegnava piccoli cerchi sulla sua pelle candida.

 

Ginny gemette e cercò di mettere a fuoco la lettera. Cos’altro diceva? Iniziava a far fatica a leggere.
“Oh! Dice che la loro gatta ha partorito quattro gattini oggi pomeriggio…” Harry si tirò su e la guardò negli occhi: pensarono tutti e due la stessa cosa.

 

“Usiamo precauzioni” dissero insieme e poi scoppiarono a ridere prima di riprendere a baciarsi.

 -

 -

 ***Lo so, lo so, era tanto che non aggiornavo e non ho scritto niente della nuova generazione... scusate, ma questa os mi martellava in testa da un po' (e ho faticato ad adattarla al prompt, ma non volevo essere banale e farla sotto il prompt 'bambini' 😅 )  spero comunque che vi sia piaciuta lo stesso. Grazie per aver letto. �💜

 

 

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: ONLYKORINE