Anime & Manga > Katekyo Hitman Reborn
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Autore: kamy    03/08/2020    0 recensioni
[Seguito di Minacce tra ‘titani’ e Come little children].
Tsuna sta per incontrare dei nuovi guardiani. Riuscirà a farsi dei nuovi amici senza perdere quelli vecchi?
Basato sulla canzone: New Divide dei Linkin Park.
Genere: Avventura, Dark, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Altro Personaggio, Nuovo Personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Cap.3 

 

I remember each flash 

As time began to blur 

 

La luce del sole filtrava dalla finestra, illuminando la cameretta di una giovane boss e quest’ultima, seduta sul letto. 

Marina chinò di lato il capo, facendo ondeggiare i capelli azzurri. La luce si rifletteva sulle placche blu che aveva sulla testa. 

Osservava il capellino di pizzo nero che teneva in mano. 

< Bianchi ne aveva uno uguale quando eravamo piccole. Anche se lei, come Hitman, è sempre sembrata molto più grande della sua età. 

Sì che ha solo tre anni più di me e di Gokudera > pensò. 

“Non mi sorprende che sia entrata nei Varia, è sempre stata completamente pazza” borbottò. 

 

Marina si sporse e guardò il vassoio di biscotti di Bianchi. Alzò lo sguardo e notò l’espressione dell’altra nella penombra, aveva un sorriso deforme, gli occhi sporgenti. 

< Certo che è una vera psicopatica > pensò Marina, fissando il vestito di pizzo nero della Scoglio. Abbassò lo sguardo ed osservò i fumi velenosi e violetti che si alzavano dalla pietanza, che si condensavano prendendo la forma di teschi. < Vuole di nuovo avvelenare il fratello? > s’interrogò. 

Utilizzò la sua pioggia per depurare i biscotti, muovendo le dita di nascosto dietro la schiena. 

“Ti piace il mio cappello?” domandò Bianchi. 

Marina lo guardò, era sporco di sangue. 

“Sì” mentì. 

 

Marina lanciò il capello in una spazzatura dall’altra parte della stanza.  

“Canestro” sussurrò. 

Si alzò dal suo letto e raggiunse la finestra, sedendosi sul davanzale. 

La porta si aprì con un cigolio, Marina riconobbe il passo alle sue spalle. 

Luca si sedette accanto a Marina e si sfilò il cappello, scompigliandosi i capelli vermigli. 

“Ancora qui a riflettere da sola?” domandò. 

Marina, accarezzò il bordo della finestra e lo guardò di sfuggita. 

“Quel cappello ti sta veramente male” borbottò. 

Luca incrociò le braccia al petto e si scusò: “Mi dispiace di aver urtato il tuo senso estetico con la mia concezione di moda”. 

Marina sbuffò. 

“Non prendermi in giro” borbottò. 

Alzò la testa e socchiuse gli occhi. 

“Dici che è vero che il nostro Cielo ci ha sostituito con altri guardiani?” domandò. 

Luca assottigliò gli occhi. 

“No, è tutta una manovra del Nono” ribatté. 

Marina sfilò il cappello dalle mani di Luca e se lo mise in tasca. 

“Così avrò la certezza che non te lo metterai mai più” disse. Saltò in piedi e si avvicinò, sporgendo il capo fino a dare una distanza solo di due dita. “Allora, chi ti ha dato quest’informazione?” domandò. 

Luca indietreggiò di un paio di passi. 

< Squalo, ma non ho nessuna intenzione di dirglielo > pensò. 

“Come tempesta ho i miei informatori. 

Però mi hanno anche detto che il ‘boss’ ha di nuovo il suo Cielo” spiegò. 

Marina si massaggiò il collo, socchiudendo gli occhi. 

“Allora cosa stiamo aspettando? Dobbiamo raggiungerlo” sussurrò. 

Luca si abbassò, guardandola negli occhi. 

“Dovrà essere lui a venire da noi. Non possiamo fargli fretta. 

Però… possiamo mandargli dei regali per fargli sapere della nostra esistenza. Ti va di scrivere una lettera vecchio stile?” domandò. 

Marina schioccò la lingua sul palato. 

“Preferisco una mail. Non credo vadano più di moda i piccioni viaggiatori” ribatté. 

 

  
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