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Autore: Barbra    03/08/2020    1 recensioni
Sequel (spin-off) di Avatar e Pokémon - la Leggenda di Gong. Ambientato una quindicina di anni dopo.
DAL TESTO: "Soprappensiero, Sonia digitò di nuovo il nome di Sanna Lenew. Poi di Sanna Lenu, poi di Senna Lenu. Per un motivo o per l'altro, tutti quei nominativi non esistevano.
Lenu, scrittura quasi fonetica della sigla L.N.U., “Last Name Unknown”, era più comune di quanto Sonia volesse credere. Ma la ragazza che l'aveva appena truffata non era tra i Lenu registrati.
La Professoressa si precipitò alla porta del laboratorio e guardò in lontananza tra i passanti. L'imbrogliona era già sparita.
Allora si aggrappò al telefono, decisa a tagliarle ogni via di fuga dalla città e dalla Regione di Galar."
Personaggi non in elenco: Sird (Pokémon Adventures)
CONCLUSA il 20/05/21
Genere: Avventura, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, N, Nuovo personaggio, Team Galassia
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Manga
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Avatar e Pokémon'
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2. Celestopoli





L'Allenatore bambino era seduto per terra.

Tre bulli lo avevano intercettato durante il tragitto tra la Palestra di Celestopoli e il Centro Pokémon, quando i suoi Pokémon erano esausti.

Preso atto delle brutte abitudini delle baby-gang del posto, la Capopalestra Misty faceva riposare gli sfidanti e i loro Pokémon prima di lasciarli uscire, comunque fosse andato il combattimento.

Quel bambino però aveva rifiutato il suo aiuto, forse interpretandolo come un atto di pietà per la sua menomazione.

Sedna gli si fermò davanti, fece scendere Froakie dalla sua spalla e raccolse i suoi occhiali rotti.

Lui non li stava neppure cercando, da tanto era arrabbiato e frustrato. Era piuttosto malconcio, aveva il labbro rotto e un occhio nero.

«Chi ti ha ridotto così?».

«E tu chi sei?!».

«Mi chiamo Sedna. Chi ti ha ridotto così?».

«Non lo so. Non li conosco».

«Posso trovarli, se me li descrivi».

Froakie sottolineò la sua offerta con un gracidio.

Il bambino, già scontento della sua intromissione, attaccò a urlare: «Non ficcare il naso negli affari miei, intesi?! Vai a fare la carità a qualcun altro!».

La Comandante mantenne una calma forzata e lesse ciò che il computer centrale aveva trasmesso ai suoi occhiali. «La depressione nel bambino si manifesta con aggressività. Se non riuscirai a superarla, l'adolescenza potrà rivelarsi ancora più critica».

Lui aggrottò la fronte, perplesso. Se prima era, in un certo senso, sgomento, adesso sentiva crescere l'irritazione. «Che cosa...?!».

«Se non risolverai questa...».

«Sì, tanto una come te legge dei libri!».

«Una come me...?!».

«Sì. Una come te». A giudicare dal tono, non voleva essere un complimento. In effetti, Sedna non aveva familiarità con la forma stessa del libro. Fin da bambina si era abituata a leggere pagine proiettate davanti ai suoi occhi grazie alla realtà aumentanta e le scorreva muovendo un dito in aria. Trovava gli altri metodi di lettura estremamente scomodi.

«Beh, vuoi sfidarmi o no?!» incalzò il ragazzino. «Ti avverto: ho già conquistato la Medaglia Sasso e la Medaglia Cascata!».

Froakie gracidò di nuovo. Sedna si morse le labbra e di batté una mano sulla fronte. «C... le medaglie!».

Aveva dimenticato di non poterlo seguire senza quelle prove di progresso. Loro due si sarebbero dovuti trovare più o meno allo stesso punto. Invece, lei aveva perso tempo prima di seguirlo, e a Plumbeopoli aveva tirato dritto. Si era dimenticata del Capopalestra Brock.

Girò i tacchi e si avviò verso l'edificio convenzionalmente chiamato Palestra, seguita dalla ranocchia azzurra.

Doveva sbrigarsi, se voleva guadagnarsi uno Squirtle.

La risata del bambino la seguì: «Hai paura?! Bene, scappa!».




*




Entrò in campo Sobble. Appena vide comparire lo Starmie avversario, il piccolo rettile arretrò. Voleva scappare.

Sedna non disse niente. Perse un turno per ritirarlo e sostituirlo con la combattiva Froakie.

La rana schivò l'attacco d'acqua della stella marina gigante con un salto, poi rispose con la più potente delle sue mosse apprese. Un getto d'acqua colpì Starmie e lo spinse all'indietro. Misty dovette correre di lato mentre il Pokémon finiva contro la parete alle sue spalle.

Le altre Allenatrici della Palestra, che Sedna aveva già battuto e non avrebbero dovuto interferire, lasciarono i loro posti per correre a controllare che la Capopalestra non si fosse fatta niente.

In effetti, né il getto d'acqua né il Pokémon l'aveva sfiorata.

«Misty, tutto bene?! Che cosa è successo?».

La rossa tentennò. «Starmie. Starmie è molto stanco, ultimamente. Ma non fa nulla: la lotta è valida lo stesso. Tornate ai vostri posti».

Starmie, dopo il brutto colpo subito, tornò al suo posto. Si era abbassato a combattere come se fosse molto più debole. Secondo le regole decise dall'Allenatrice, al prossimo colpo efficave avrebbe dovuto fingere uno svenimento.

Misty si rivolse all'avversaria, che era rimasta immobile al proprio posto.

«Avanti. Continuiamo».

Starmie andò giù con una semplice Bolla.

Al suo posto, arrivò Psyduck, col suo sguardo perso nel vuoto.

Sedna aveva sempre trovato buffo il modo in cui, con le piccole zampe da ornitorinco, si premeva le tempie.

Ma i suoi attacchi di cefalea dovevano essere lancinanti.

Gli Psyduck non si divertivano a combattere, ma Misty continuava ad allenarne di diversi, il più possibile, per portarli rapidamente fino all'evoluzione.

Era un pensiero molto ingenuo, inviso ai naturalisti, ma Golduck controllava i mal di testa e non ne era ostaggio, e per Misty questo bastava.

Sedna non ebbe pietà del piccolo Pokémon giallo.

Aiutò la sua Froakie a metterlo al tappeto in due mosse, com'era successo con Starmie. Siccome quello Psyduck era nuovo della squadra, e non aveva nessuna riserva di energia nascosta, stramazzò a terra lì dov'era. Ma poi riaprì gli occhi.

L'energia assorbita da quei due attacchi d'acqua, assieme alla tecnica con cui erano stati eseguiti, gli avevano fatto capire un paio di cose su come avrebbe dovuto attaccare.

Il suo corpo emanò una luce fioca e violacea. Le sue piume gialle sfumarono verso il verde scuro, poi verso l'azzurro, mentre le sue corte braccia si allungavano, e le sue mani diventavano palmati. Il suo corpo crebbe di dimensioni, il suo becco cambiò colore e forma così come la sua testa, e la sua codina appena accennato si fece più simile a una lunga coda da rettile. Al centro della sua fronte fuoriuscì una gemma rossa.

Le tre Bellezze lo applaudirono. Non importava quante ne avessero viste: ogni Evoluzione Pokémon, agli occhi della maggioranza degli umani, era un evento unico ed emozionante.

Peccato che, secondo i canoni tradizionali, fosse troppo giovane e debole per evolversi.

Siccome era destinato alla liberazione e lo sapeva, corse dalla sfidante e rimase fermo davanti a lei. Voleva essere scambiato, oppure liberato e ricatturarto.

Sedna non nascose il suo imbarazzo: quell'esemplare non avrebbe dovuto evolversi.

Ma nessuno era più a disagio di Misty.

Lei aveva gli occhi delle colleghe puntati addosso. Superato l'entusiasmo iniziale, quelle tre non capivano cosa stesse succedendo ai suoi Pokémon.



*



Sedna era uscita dalla Palestra di Celestopoli con una Medaglia e Golduck. Misty lo aveva liberato sul momento perché lei lo ricatturasse, evitandole il dilemma dello scambio.

La ragazza non aveva compreso il favore e si era presa il regalo senza ringraziare, per poi tirare dritto verso Plumbeopoli. Si era cosparsa di Repellente per attraversare la galleria sotto il Monte Luna, aveva ignorato gli Allenatori che le chiedevano una sfida, e aveva cacciato i Pokémon che parevano incuriositi dalla Froakie che le saltellava dietro.

Nella Palestra di tipo Roccia, aveva messo il Golduck “prematuro” alla prova nelle sfide preliminari. Era molto zelante, anche se meno competitivo della sua Froakie.

Arrivata davanti a Brock, dopo le presentazioni di routine, Sedna aveva deciso di ritirare Golduck e mandare in campo Sobble.

Sobble si era trovato davanti Onix.

Il gigantesco mostro, al posto dell'ipofisi, aveva un magnete in grado di tenere insieme il suo corpo interamente composto da rocce non unite, ma messe in fila a contatto l'una con l'altra. Anche se qualcosa le avesse separate, piano piano si sarebbero ricomposte, ma comunque lui sarebbe svenuto, o avrebbe perso potenza.

Per questo era così spiccatamente vulnerabile all'acqua, che poteva facilmentne infiltrarsi tra le rocce e indebolirlo.

Ma il rettile non lo sapeva, e fu tentato di giocarsi di nuovo il jolly della fuga.

Froakie, come spettatrice, gli sputò contro una Bolla per costringerlo a rimanere in campo.

Quella scenetta maldestra aveva dato a Onix il tempo di attaccare. Il grande Pokémon di roccia si stava letteralmente tuffando su di lui.

Sobble si difese con Pistolacqua. Lo colpì sotto il mento, e straordinariamente lo spinse all'indietro fino a farlo rovesciare sulla schiena.

Nessuno dei due sapeva come. Sbigottito, Onix si rimise a pancia in giù e si sollevò da terra. Esitò, perchè percepiva l'esitazione nel suo Allenatore.

«Di nuovo!» lo incitò Sedna, indicando il Pokémon avversario.

Sobble produsse un'altra sequenza di getti d'acqua dalla bocca.

Erano incredibilmente fastidiosi. E secondo le regole di una Palestra per principianti, lui era già al tappeto. Però voltò le spalle all'avversario e si tuffò nella sfera.

«Bene. Hai battuto Onix. La sfida finisce qui. Ecco la Medaglia Sasso. Buona fortuna».

Nessun complimento né incoraggiamento, il che da parte sua era strano. Sedna non ci fece caso e si prese la medaglia. Ora era in pari con il suo cosiddetto Rivale.

Uscì dalla Palestra per tornare a Celestopoli. Era convinta che la città successiva, nel normale percorso scelto dagli Allenatori, fosse Zafferanopoli.

Quindi lasciò perdere il Museo della Scienza, con dei relitti di storia che non riguardavano minimamente la realtà parallela del Team Galassia, e corse di nuovo alla galleria del Monte Luna.

Lì c'era un Clefairy che forse l'aveva scambiata per una specie di Clefable in incognito, perché aveva addosso l'odore del mezzo Folletto Primarina e quello, in tracce, delle Pietre Lunari e delle altre pietre meteoriche conservate nel Covo Galassia. Era un esemplare molto esuberante e socievole, che l'aveva inseguita finché lei non aveva acconsentito, contro voglia, a sfidarlo. Aveva usato Sobble per indebolirlo e poi gli aveva buttato contro una Pokéball. La cattura era andata a buon fine.

Quel tira e molla l'aveva fatta rallentare.

Abbastanza perché fosse raggiunta dal Capopalestra Brock, che prima era andato da tutt'altra parte a cercarla. La sua faccia era inconfondibile, con quegli occhi così allungati da sembrare socchiusi e la pelle color terra cotta. Era sempre stato un tipo tosto ma calmo, era tutt'altro che vecchio, ma l'avanzare degli anni lo faceva assomigliare sempre di più a una sorta di bonzo.

Sedna non aveva voglia di parlargli. Si aspettava una predica sul cattivo addestramento dei suoi Pokémon, che si scambiavano i turni come volevano mettendosi in difficoltà a videnda.

Ma lui le posò una mano sulla spalla per convincerla a fermarsi. Per una semplice ramanzina, non l'avrebbe fatto. «Ehi!».

La ragazza si voltò, irritata. «Cosa c'è?!».

Brock si guardò alle spalle e poi parlò a voce bassa. «Ho chiamato Misty appena te ne sei andata: lo abbiamo capito tutti e due, che sei una Domnatrice dell'Acqua. L'ha capito anche Golduck, o non ti avrebbe seguita. Se vorrai continuare, dovrai stare molto più attenta di così. Red è stato costretto a scappare per molto meno di una lotta truccata. Per niente, ad essere sinceri. È solo che i Dominatori sono malvisti. Chiunque siano».

Sedna lo guardò in faccia e, con una certa rigidità dei muscoli del viso e un'aria fin troppo impassibile, gli rispose: «Non sono una Dominatrice».

«Bene, penso che tu abbia capito. Buona fortuna».

E la lasciò andare per la sua strada.



*



Finalmente, dopo aver sfidato due Palestre in un giorno, era di ritorno a Celestopoli con le carte in regola. Ingannata dalla geografia di Kanto, era convinta che la tappa successiva più naturale fosse Zafferanopoli. Ma adesso voleva solo trovarsi un posto per la notte.

La stanchezza cominciava a farsi sentire. Siccome non conosceva Celestopoli e non avrebbe potuto bussare alla porta di nessuno per farsi ospitare a quell'ora, decise di farsi bastare il sacco a pelo.

Avrebbe dormito anche in mezzo a un prato, se non ci fossero stati i delinquentelli di strada in giro. Se voleva essere avvantaggiata contro di loro, tabù o non tabù, doveva avvicinarsi al suo Elemento. Non voleva sentirsi costretta a usare gli anelli, o le minuscole armi laser impiantate sottopelle nelle punte delle sue dita.

E c'era molta acqua, da qualche parte a nord-ovest. Così tanta che lei ne percepiva la presenza già a un chilometro circa di distanza. Così si mise in cammino in quella direzione.

Fin dai primi trecento metri, si accorse che qualcuno la stava seguendo. Così accelerò l'andatura e finì per correre. Chiunque si fosse lasciata alle spalle, non tenne il passo con lei.

L'acqua che stava cercando era tutta raccolta in una grotta.

Una grotta da cui provenivani i richiami inconfondibili dei Golbat.

Dopo aver quasi rivoltato lo zaino, Sedna trovò l'agognata boccetta e si cosparse di repellente. Il primo pipistrello gigante le si tuffò contro: troppo agguerrito per simili trucchetti.

Ma le sfere coi suoi Pokémon più forti erano chiuse nel cofanetto.

Lei, istintivamente, lasciò lo zaino e si tuffò in acqua. Creò una specie di spada a guanto di ghiaccio per difendersi dagli attacchi del Golbat.

Ma il Golbat non aveva voglia di perdere tempo con lei, che non aveva Pokémon alla sua altezza. Se ne volò via.

Sedna riemerse, determinata a prendere il suo zaino e togliere il disturbo. Poi si trovò davanti qualcosa che la lasciò a bocca aperta.

Non poteva credere ai propri occhi: la luce fioca emanata dai cristalli illuminava un piccolo Pokémon bianco e paffuto, simile a un'otaria, appena emerso proprio davanti a lei. Era un Seel maschio ben nutrito, coi due canini inferiori sporgenti perfetti e ben sviluppati. Alle sue spalle spuntò anche una femmina più piccola e più magra, con la pelliccia un po' meno bianca perché macchiata da una singola chiazza grigia, segno che per un lungo periodo aveva sofferto la fame. Ma aveva gli occhietti neri vivaci e le pinne più larghe del maschio. Alcune differenze nella forma delle loro pinne e della testa indicavano che non erano imparentati fra loro.

Per ogni Seel che vedeva, Sedna aveva l'impressione che fosse il più bello mai incontrato. Trovava adorabile persino il loro vezzo di protrudere la lingua, troppo grossa per le loro bocche, che a tanti altri faceva senso. Per questo non si era mai decisa a catturarne uno: li avrebbe volentieri allevati tutti.

Era così estasiata dalla loro comparsa che aveva persino dimenticato di essere stata seguita.

Per fortuna, il suo stalker notturno era solo Misty. Il biondo rosso dei suoi capelli si scontrava con la fioca luce blu dei cristalli.

«Che ci fai qui...?!».

E le porse una mano per aiutarla a tirarsi fuori dall'acqua.

La grotta era diventata stranamente silenziosa.

«Ci sono i Seel in queste acque! Ci sono i Seel!» le disse, tutta eccitata, la ragazza dai capelli neri. Si asciugò richiamando l'acqua dai vestiti e dai capelli, perché Misty aveva già scoperto il suo segreto, e la grotta era troppo fredda per permetterle di restare fradicia.

La Capopalestra non riusciva a celare il suo nervosismo. «Ho capito. Ci sono i Seel... dunque?».

«È una bella sorpresa! Questo non sarebbe un posto per loro. Acqua dolce, una grotta... beh, qualcuno deve averceli abbandonati. Come si fa ad abbandonare un Seel?!».

Misty sorrise appena. «È vero, sono carini».

«Carini?! Sono creature meravigliose!».

E cominciò una lectio magistralis sulle caratteristiche fisiche e sul comportamento dei Seel e delle loro evoluzioni, i Dewgong. Questi ultimi erano estremamente adattabili, non temevano né le acque gelide né i climi tropicali, perché potevano perdere o accumulare grasso senza soffrirne. L'unica cosa che non tolleravano era l'inquinamento prodotto dall'industrializzazione umana.

In un'altra situazione, la Specialista dell'Acqua l'avrebbe ascoltata volentieri. Ma quel luogo in particolare, nella sua Celestopoli, la rendeva molto nervosa.

«Ho capito: hai studiato i Seel. Se avessi meno sonno, penserei a delle domande da farti. Ma tu hai bisogno di un posto per la notte, vero? È un po' tardi per il Centro Pokémon. Vieni con me».

Se prima l'aveva spinta un poco per invitarla a camminare, adesso le tirava amichevolmente il braccio. Doveva portarla fuori dalla Grotta Celeste prima che vedesse troppo.

Purtroppo, l'ignara intrusa non l'avrebbe accontentata. «Aspetta! Voglio provare a prenderli con me...!».

«Catturarli?! No!» implorò Misty. «Non è il caso, non puoi, non... non è il caso...!».

Quei Seel non erano stati abbandonati. Erano lì per essere curati e protetti, lontano dai pericoli e dai bracconieri in agguato lungo le coste delle isole Spumarine. Là si era diffusa illegalmente la brutta abitudine di commercializzare le loro pellicce.

E chi li aveva salvati, aveva fatto uno sforzo enorme per trattenersi dallo squartare o scotennare i loro cacciatori. Nessun umano aveva il diritto di portarli via dalla loro nuova casa. Neppure un'Allenatrice che non ne sapeva niente.

Consci del pericolo, i due esemplari erano spariti.

Sedna si addentrava nella grotta per cercarli.

«I Pokémon di qui sono forti e pericolosi!» la avvertì Misty.

«Ma adesso sembra un deserto! Si sono tutti calmati!».

«Non rimarranno calmi per molto!».

Come parlare al muro.

La ragazza procedeva lungo il piccolo corso d'acqua, cercando di avvistare i Seel.

Poi rallentò e si fermò. Sentiva uno strano e caratteristico ticchettio nell'orecchio sinistro. Guardò incredula i cristalli luminescenti che spuntavano dalla roccia e si toccò un orecchino. Ce n'erano di più grandi, di più piccoli, di più luminosi e meno luminosi, ma tutti, forse...

Sconvolta, fece un repentino dietrofront e corse via con tutta la forza delle sue gambe.

«Il contatore Geiger! Si è attivato il contatore Geiger! Scappa!».

«Il conta-che...?!».

«C'è un accumulo di un elemento instabile nella grotta! I cristalli sono radiattivi! L'acqua è radioattiva!».

«Radioattiva...?».

Misty corse a mettersi in salvo, ma con molto meno slancio di lei.

Impossibile, o quasi, che il “padrone” della grotta fosse arrivato a sacrificare la salute o la vita degli altri inquilini pur di tenere fuori i visitatori. A meno che il lungo isolamento non l'avesse fatto impazzire. Quando si trattava di lui, Misty non era sicura di nulla.

La tecnica scelta aveva funzionato.

Sedna correva nel buio senza voltarsi.

Neppure Misty si voltò. «Credo che tu abbia esagerato, senza offesa...».

«Portare del plutonio nella grotta, sarebbe stato esagerare...» le rispose una voce maschile alle sue spalle, o forse nella sua testa. «Le ho solo indotto un'allucinazione uditiva. Scoprirà presto di non aver assorbito radiazioni. È una Comandante Galassia».

«Lei...?! Sicuro...?!».

«Nella sua corteccia prefrontale c'è un circuito integrato... che hanno solo loro. Quindi sì, ne sono sicuro. Mi avevi garantito che non avresti lasciato avvicinare nessuno...».

«Scusa. Mi è scappata. Sarebbe andata via da sola, se non avesse visto i Seel».

«Che cosa vuole dai Seel?».

«Ah, non lo sai...?! Niente di brutto. È solo un po' fissata».

 
   
 
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