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Autore: Duchessa712    03/08/2020    1 recensioni
-La canzone dell'amore perduto, che parla soprattutto di promesse infrante e sogni spezzati, di un tradimento così grande da portare quasi alla follia-
-No, mia signora, non la conosco-.

Ad Approdo del Re, Sansa è sola, senza famiglia, senza amici, ostaggio dal valore inestimabile, il giocattolo preferito di Re Joffrey.
Ma cosa succede quando trova un'improbabile alleata proprio in Cersei, che nasconde più di un segreto e possiede ancora un cuore e una coscienza?
Cosa succede quando nessuna delle due è più capace di prevedere cosa accadrà, proprio nel momento in cui c'è il rischio di perdere tutto?
Fino a che punto saranno disposte a spingersi la Lupa e la Leonessa per proteggere se stesse e lo strano sentimento (pietà? comprensione? amicizia? amore?) che nasce, prepotente ed esplosivo e pericoloso tra di loro e sembra legarle sempre di più l'una all'altra?
(La storia, eccetto il primo capitolo, inizia dopo la morte di Ned e prima che Myrcella parta per Dorne.
Come penso si sia capito da questa introduzione i personaggi, Cersei in particolare saranno OC).
(Sansa/Cersei)
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash, Crack Pairing | Personaggi: Cersei Lannister, Sansa Stark
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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VII atto

L'arrivo del Primo Cavaliere, o meglio, di Tyrion Lannister che ne faceva le veci, aveva gettato tutti nello scompiglio, e Sansa si era trovata nel mezzo del l'uragano.
Del Folletto, in realtà, non aveva una chiara idea, era un mostro, un essere brutto e crudele, una macchia sullo stemma dei Leoni, un piccolo essere che si credeva chissà chi è non rispettava l'autorità del suo sovrano, lo zio divertente che faceva ridere e giocare.
Questo quello che di lui pensavano Cersei, Joffrey e i bambini, una stessa persona vista attraverso la lente dell'odio, dell'orgoglio ferito e dell'innocenza.
Per le poche volte che le aveva rivolto la parola lo aveva trovato gentile e cordiale, soprattutto con i bambini, ma non lo avrebbe mai detto a Cersei, timorosa di scatenare la sua ira. Il fratello era un argomento delicato. La prima è unica volta in cui aveva provato a parlarne la donna era esplosa in un'inarrestabile invettiva di accuse e recriminazioni e aveva raccontato tra le lacrime la storia dei due bambini che si erano visti privati della madre dal fratello nano e deforme.
Sansa aveva ascoltato e aveva promesso di non parlarne più, di non discutere anche se non si trovava d'accordo.
Joffrey era sempre più irritato, sempre più violento e sempre più volte la bloccava nei corridoi regalandole nuovi diamanti che si sovrapponevano a quelli vecchi non ancora svaniti. Lei rimaneva in silenzio, consapevole che chiedere clemenza non sarebbe servito a nulla, pregando che finisse presto, che si stnacsse, che arrivasse qualcuno.
E una volta qualcuno era arrivato, proprio il Folletto, che aveva rimesso al suo posto il nipote, imbarazzandolo sotto gli occhi di tutti, e poi l'aveva aiutata a rimettersi in piedi. Non era bello, anzi, era mostruoso e quando sorrideva il suo volto si distorceva in qualcosa di ancora più spaventoso.
Però c'era qualcosa nei suoi occhi che le ricordava Cersei: la gentilezza e la preoccupazione.
Non si sarebbe fatta ingannare. Non da un uomo conosciuto per le sue menzogne e la sua arguzia.
-Sono leale a Re Joffrey, il mio unico amore-.
Il Folletto, questo non se lo aspettava. Non dalla figlia di Ned Strak che amava le canzoni ed era l'innocenza fatta a persona.

Lo venne a sapere quasi per caso un pomeriggio quando Myrcella bussò tremante alla porta della sua stanza.
Si tormentava le mani ma non abbassava lo sguardo, Leonessa orgogliosa come sua madre.
-Mi hanno promessa al Principe di Dorne. Trystane Martell-.
Erano girate voci per giorni e ogni mormorio aveva il nome di un diverso candidato ma quindi questa era la verità. A Dorne. La Leonessa circondata dalle Vipere come anni prima era stata la Vipera ad essere circondata dai Leoni.
-Lady Sansa-. Aveva gli occhi lucidi e angosciati. - Che cosa vuol dire lasciare la propria casa per un posto in cui non conosci nessuno? -, in cui nessuno può proteggerti era il sottinteso.
Sansa prese un respiro.
Avrebbe potuto raccontarle cosa significhi dover guardare la testa del proprio padre e della propria Septa su una picca, cosa significhi essere un'estranea e la causa di tutti i mali, cosa significhi essere sola e sempre in pericolo. Avrebbe potuto raccontarle nel dettaglio delle botte di Joffrey e delle sue minacce, della Guardia Reale e della pesantezza delle loro spade. Avrebbe potuto per un attimo fu perfino tentata di farlo.
-Fa paura perché è tutto nuovo, ma tu sei una Leonessa e non lo devi mai dimenticare. Sei dolce e buona e tutti ti adoreranno, perché nessuno può volerti male Principessa. Sentirai la mancanza di casa, di tua madre, dei tuoi fratelli, ma non devi vergognartene perché è assolutamente normale. Sarà un'avventura e un giorno, quando verrai qui e ci rincontreremo, mi racconterai tutto di persona, mi dirai quanto sia caldo il sole di Dorne e quanto siano belli i Giardini dell'acqua e quanto sei felice-.
Si interruppe e pregò di non starle raccontando una bugia, che lontano dall'aria irrespirabile della capitale Myrcella trovasse l'amore e che non le fosse mai chiesto di scegliere tra esso e la sua famiglia.
La Principessa la guardò più tranquilla e le regalò il più dolce dei sorrisi. Era bella come sua madre, forse persino di più.
-Mi mancherai anche tu Lady Sansa. Mi mancherai tanto-. Poi quando ebbe il viso premuto contro il suo petto - Prometti che ti prenderai cura di Tommen-
-Prometto-.

Sua figlia. La sua bambina venduta al miglior offerente.
Questa volta quella piccola bestia aveva osato troppo, aveva superato ogni limite, e si ostinava a non capire, a non vedere.
E lei era piegata su se stessa, disperata, alla ricerca di una soluzione che non arrivava.
La sua bambina. La sua bambina innocente e battagliera. La volontà di una donna può essere spezzata, le sue proteste possono essere ignorate.
Lo sapeva bene lei, le cicatrici lasciate da Robert bruciavano un po' di più da quando lo aveva saputo.
Si prese la testa tra le mani singhiozzando disperata quando sentì qualcuno bussare alla porta con insistenza. Aspettò, sperando che chiunque fosse se ne andasse e quando questo non accadde si asciugò le lacrime e aprì, pronta a riversare sul povero mal capitato la sua frustrazione e la sua rabbia.
Sansa aveva le guance leggermente arrossate, doveva aver corso, e i suoi occhi mostravano una dolcezza e una tristezza infinite. Entrò senza aspettare di essere invitata e si avvicinò alla Regina che era tornata a sedersi, che aveva ricominciato a piangere. La strinse a sé e le passò una mano tra i capelli dorati.
Non le mentì, non le disse che sarebbe andato tutto bene, che c'era la possibilità di impedire la partenza di Myrcella e Cersei di questo le fu terribilmente grata.
-Come lo hai saputo? -
-È venuta da me. E te, chi te lo ha detto? -
-Voci che Tyrion si è premurato di confermare-. Le sue parole grondavano rabbia, i suoi occhi mandavano lampi.
Sansa capì in quel momento cosa fosse la famosa rabbia di cui tutti parlavano. La rabbia della Leonessa che proteggeva i suoi cuccioli con qualsiasi mezzo.
   
 
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