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Autore: Stekao    04/08/2020    14 recensioni
Dopo la radura Ryo è cambiato. In questa mia lunga lunga one shot, lo troveremo più consapevole dei sentimenti che prova nei confronti di Kaori e meno avvezzo a fare lo sciocco, ma il ritorno di Yuki, ormai diventata regina di Arinamia, creerà scompiglio nella vita dei due sweepers.
Chiedo scusa per aver riesumato questo odiatissimo personaggio, ma avevo bisogno di esorcizzare la sua figura e di chiudere un cerchio.
Per questa fan fiction ho trovato ispirazione nella canzone Only hope di Mandy Moore, che troverete inserita nel testo.
Buona lettura!
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Ryo Saeba
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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Era una bellissima mattina di primavera e Kaori decise che avrebbe sì svegliato il partner di soprassalto, come accadeva spesso del resto, ma questa volta Ryo non si sarebbe lamentato perché aveva una bella sorpresa per lui, o almeno lo sperava. 
“Buon compleanno Ryo!” urlò spalancando la porta della sua camera
“Kaori che succede?” bofonchió lui con la voce impastata dal sonno
“Svegliati pelandrone, sono già le 12.30 e oggi è il tuo compleanno, non vorrai passarlo a letto tutto il giorno?”
“Beh se avessi qui con me  una bella signorina mokkori non sarebbe poi una cattiva idea…” rispose lui con il suo solito fare da playboy senza speranze.
“Ryo... Non farmi tirare fuori uno dei miei martelli per favore… almeno oggi che è il tuo compleanno vorrei comportarmi bene.
Non istigarmi. Dai alzati...Ti aspetto di là appena sarai pronto, ho una sorpresa per te” e così dicendo Kaori chiuse la porta della camera e corse in salotto ad aspettarlo. 
Non era l’unica però... In gran segreto erano arrivati anche tutti i loro amici. C’erano Umi, Miki, Mick, Kazue, Reika, Kasumi e il professore, tutti pronti per trascorrere insieme quella giornata speciale. 
Saeko, suo malgrado, non si era potuta unire a loro a causa di questioni lavorative, molto importanti, delle quali doveva occuparsi personalmente. 
Quando Ryo arrivò in salotto e li vide tutti lì, rimase di stucco. 
“Buon compleanno!”Gli urlarono tutti insieme e Ryo ne rimase visibilmente imbarazzato. Non era abituato a quel genere di cose... Poi insomma, quella faccenda del compleanno era una questione tutto sommato abbastanza recente e quindi erano sensazioni totalmente nuove per lui. 
“Ryo, ho organizzato una giornata speciale per te, per tutti noi in realtà. Per fortuna stamani non c’erano richieste di lavoro sul tabellone, altrimenti sarebbe andato tutto in fumo... Non avrei mai potuto lasciare qualcuno nei guai. Ma il destino ci è venuto incontro e così ci aspetta una bellissima giornata alle terme! 
Ho prenotato la struttura tutta per noi per l’intero pomeriggio, spero che ti piaccia questa mia idea... Non ci capita mai di stare tutti insieme spensierati e ho pensato che il tuo compleanno potesse essere l’occasione perfetta… e ringrazio di cuore i nostri amici che hanno deciso di prendersi un giorno di vacanza dal lavoro per poter essere presenti... e soprattutto di aver contribuito alle spese, perché per colpa tua e dei tuoi bagordi notturni siamo sempre a corto di soldi! Eh eh eh.. Dai su, prepara l’essenziale che si parte, mangeremo un boccone per strada!”
Kaori era felice e a Ryo era bastato vedere quella sua gioia negli occhi per far sì che quello fosse il più bel compleanno che potesse mai desiderare. La sua piccola sugar boy lo aveva stupito ancora una volta. Una giornata alle terme tutti insieme, come persone qualunque... Proprio loro che di normale, nella loro vita, non avevano niente.
Kaori era stata previdente nel prenotare per loro l’intera struttura… Ryo non avrebbe avuto modo di distrarsi continuamente nel guardare le altri clienti in costume da bagno…  Certo, non si creava assolutamente alcuno scrupolo nell’importunare Miki e le altre ragazze, ma per Kaori quella situazione non era affatto allarmante e comunque si era ripromessa di comportarsi bene… Nessun martello almeno nel giorno del suo compleanno. Era certa di potercela fare.
Ryo dal canto suo, faceva lo stupido con tutte ma solo per distogliere i suoi pensieri dall’unica vera fonte dei suoi desideri... Kaori. Dio se era bella! E quanto avrebbe voluto strapparle di dosso quel costume… ma diamine, era meglio non pensarci e soprattutto non guardarla, non poteva rischiare che il suo amichetto lo tradisse...
Dopo la radura non era riuscito a fare alcun passo avanti. Sapeva che Kaori avrebbe meritato di più, ma c’era ancora qualcosa che lo frenava. Dopo tutti quegli anni insieme, non era facile dare una vera e propria scossa al loro rapporto e poi Kaori non era come tutte le altre.
Lei era la donna di cui si era innamorato e non aveva la minima idea di come affrontare questi nuovi sentimenti. Non aveva amato mai nessuno prima di lei, si sentiva un ragazzino alle prime armi... Anche solo l’idea di darle un bacio lo mandava in fibrillazione. 
Lei, nonostante tutto, gli rimaneva accanto pazientemente e aveva anche pensato di organizzargli una festa a sorpresa per il suo compleanno.
Non se la meritava proprio tutta questa sua dedizione, ne era ben consapevole. In quei sei anni lei gli aveva dato tutto e lui? Lui non le aveva dato niente… anzi, ancora provava una immensa vergogna nel ripensare a tutti quei  comportamenti orribili nei suoi confronti, a tutti gli insulti che le aveva rivolto, solo per evitare l’inevitabile perché poi, l’inevitabile, era ovviamente avvenuto. 
Lui aveva perso la testa per lei e a niente erano valsi i suoi sciocchi tentativi di allontanarla da lui. 
E adesso? Certo, le sue prese in giro e i suoi comportamenti disdicevoli erano diminuiti, ma non del tutto spariti. Non era ancora in grado di fare quel piccolo passo in più che li avrebbe finalmente resi felici, insieme.
Si sentiva proprio un vigliacco. 

La giornata trascorse serenamente, con l’arrivo della sera cenarono tutti insieme nel ristorante presente all’interno della struttura termale e Kaori aveva pensato anche alla torta di compleanno.
Ryo quando la vide arrivare con quella torta, fu invaso da un calore profondo.. Semmai fosse stato possibile, l’amava ancora di più.
Per lui, che da bambino non aveva mai festeggiato un compleanno, che non aveva mai conosciuto i suoi genitori…per lui quella torta rappresentava tutto. Lei rappresentava tutto. La sua famiglia. 
Si vergognó non poco a soffiare su tutte quelle candeline… diamine, era pur sempre lo sweeper numero 1 del Giappone e si stava comportando come un moccioso! 
Ma non avrebbe mai deluso la sua Kaori dopo tutto quello che aveva fatto per lui quel giorno. 
Quando iniziarono tutti ad intonare TANTI AUGURI avrebbe davvero voluto sprofondare nel terreno. 
“Hey Ryo, questo è un regalo da parte di tutti noi” disse Miki porgendogli  un pacchetto e ridestandolo dall’imbarazzo provato poco prima. 
Ryo lo aprì e vi trovò un bellissimo abito fin troppo elegante rispetto ai suoi soliti standard
“Così magari avrai qualcosa da indossare il giorno in cui inviterai Kaori ad un appuntamento come si deve” continuó Miki sorridendo. 
“Ma cosa stai dicendo Miki?!” dissero in coro Ryo e Kaori visibilmente a disagio. 
Ma Kaori riprese in fretta in mano la situazione porgendo a Ryo un altro pacchetto... 
“Questo è da parte mia” gli disse lei arrossendo 
“Ma Kaori, un altro regalo? Non era necessario... Hai già organizzato per me questa giornata meravigliosa” disse Ryo scartando il pacchetto e trovando al suo interno un bellissimo orologio. 
“Quello che ti ho regalato tempo fa è andato distrutto e avevo piacere tu lo riavessi”
“Grazie Kaori” le disse guardandola con una tale intensità che lei non poté fare a meno di distogliere lo sguardo per l’imbarazzo. 

Alle 22, orario di chiusura del centro termale, la festa terminò e uscirono per tornare ognuno nelle proprie abitazioni.
Ryo ringrazió tutti per la bella giornata trascorsa e insieme a Kaori salì in auto avviandosi verso casa. 
“Grazie Kaori per la bellissima sorpresa” riuscì a dirle lui chiaramente in imbarazzo
“Sono contenta ti sia piaciuta” gli rispose lei sorridendo.
Trascorsero il resto del tragitto in silenzio. 
Una volta giunti a casa, Ryo si sforzó di avviare una conversazione... 
“Hai avuto una bellissima idea, questa giornata di relax ci voleva proprio” disse lui cercando di rompere il ghiaccio 
“Sì è vero, siamo stati proprio bene...Sono felice che sia filato tutto liscio”
“Grazie ancora Kaori…” le disse lui avvicinandosi
Kaori presa alla sprovvista e vedendolo avanzare, fece qualche passo indietro vinta dall’imbarazzo, finché non si trovò con le spalle al muro… 
“Smettila Ryo di ringraziarmi, l’ho fatto con piacere, lo sai… e poi se non ti comporterai bene posso sempre usare contro di te le foto scattate mentre soffi sulle candeline… sai come si divertirebbero i tuoi nemici a prenderti in giro? ” disse lei ridacchiando e cercando di allentare la tensione che sentiva crescerle nel petto, nel vedere gli occhi di lui piantati nei suoi. 
La situazione che si era venuta a creare era così surreale… si ritrovarono a guardarsi occhi negli occhi senza che nessuno dei due riuscisse a dire o fare niente, finché il suono del campanello li ridestó, facendoli rimpiombare nella realtà.
“Ma sono le dieci e mezza di sera, chi può essere a quest’ora?” si domandò Kaori 
Ryo prese il citofono e Kaori lo vide sbuffare... 
“È Saeko... C’è  un lavoro urgente per noi... Saranno le solite grane” rispose un Ryo piuttosto spazientito 

“Ryo intanto buon compleanno” disse Saeko entrando nell’appartamento trafelata...
“Mi spiace non essere riuscita a venire alle terme con voi, spero mi perdonerai... Immagino vi sarete divertiti”
“Sì Saeko, grazie siamo stati bene, ma cosa ti porta qui a quest’ora?” le chiese Ryo ormai rassegnato dal fatto che la bella atmosfera che si era  venuta a creare poco prima, tra lui e la sua dolce socia, fosse stata inesorabilmente rovinata. 
“Ve lo spiego subito e mi scuso per essere piombata qui a quest’ora...In realtà è tutta la giornata che avrei voluto parlarvene, ma sapendovi alle terme non ho voluto disturbare...
Del resto finora ce ne siamo occupati noi della polizia, ma adesso… Ecco, arrivo al punto.
La regina di Arinamia questo pomeriggio è sbarcata nel nostro paese. Rimarrà per qualche giorno, è un semplice viaggio di piacere, ma ha richiesto esplicitamente che sia tu Ryo ad occuparti della sua protezione sul nostro territorio… è stata categorica su questo.
So che già vi conoscete ed essendo un personaggio di spicco, beh... credo sia il caso di assecondare le sue richieste no? ”
Kaori a quelle parole sentì un tuffo al cuore. 
La regina di Arinamia… Yuki…  Si ricordava perfettamente di lei. 
Nel tempo in cui si erano occupati della sua protezione era ancora una principessa e a Kaori non era sfuggito il fatto che quella ragazza, rispetto a tutte le altre clienti,  avesse trasmesso a Ryo sensazioni particolari... Non era mai riuscita a capire cos’è che lui pensasse davvero di lei, ma Kaori non era una stupida... 
Aveva letto della malinconia negli occhi del suo partner il giorno in cui Yuki era ripartita e il fatto che lei, adesso, fosse tornata chiedendo esplicitamente di lui, turbava Kaori profondamente. 
Ryo rimase sbalordito. Non si sarebbe mai aspettato, dopo tutto quel tempo, di rivedere Yuki ormai diventata regina. Inoltre aveva sempre creduto che si fosse fatta cancellare la memoria della settimana trascorsa insieme, come era quindi possibile che lei si ricordasse di lui? 
I pensieri dei due sweepers furono interrotti da Saeko. 
“La regina è già qui… è stata scortata dall’auto dei miei colleghi… direi, se siete d’accordo, di farla salire qui nel vostro appartamento. Del resto tutte le vostre clienti che hanno necessità di protezione restano da voi, la regina ha accettato questa soluzione di buon grado e quindi ho dato per scontato che… ”
“Sì va bene” rispose Ryo guardando di sottecchi Kaori che non era ancora riuscita a pronunciare alcuna parola. 
Quando Yuki arrivò era, se possibile, più bella di come se la ricordassero.
“È un piacere rivederti Ryo… anche a te Kaori” disse lei senza staccare gli occhi da Ryo, dettaglio che a Kaori non passò inosservato. 
“È un piacere anche per noi Yuki, o dovrei chiamarti Sua Maestà adesso?” disse Ryo sorridendo e cercando di smorzare la situazione visto l’imbarazzo che si era venuto a creare. 
“No ti prego Ryo, io sono solo Yuki... È così che voglio essere chiamata da te”
Ryo avrebbe voluto chiederle come fosse possibile che si ricordasse di lui, ma Kaori era presente e lei non era a conoscenza di quanto avvenuto la sera in cui aveva riaccompagnato Yuki alla sua ambasciata e ciò che lei gli aveva detto… Non voleva che la collega sapesse, avrebbe quindi aspettato un momento migliore per parlare in privato con la regina. 
Kaori non potè fare a meno di sentirsi alla stregua di una carta da parati… si sentiva esclusa dalla loro conversazione, e vederli parlare e guardarsi in quel modo le creó un nodo alla gola.
Era pervasa da una serie di emozioni... e tutte negative. Il suo sesto senso le stava mandando dei segnali e Dio se aveva paura di coglierli! 
“È un piacere riaverti nostra ospite” mentì Kaori, “ti accompagno in camera così potrai sistemare le tue cose e riposarti un po’...”
“Grazie Kaori, sono molto stanca in effetti... ci vediamo domattina Ryo” e così dicendo lanciò all’uomo uno sguardo languido e fece per seguire Kaori ma, fatti pochi passi, d’improvviso si fermò
“Che stupida” disse, “Quasi mi dimenticavo… Saeko mi ha detto che oggi eravate fuori per festeggiare il tuo compleanno Ryo. Tanti auguri! Purtroppo non ne ero a conoscenza e la polizia non mi ha permesso di comprarti un regalo questo pomeriggio, altrimenti avrei provveduto volentieri. Ma posso sempre darti questo...” E così dicendo si avvicinò a Ryo posandogli un dolce bacio sulla guancia. 
Ryo rimase completamente imbambolato e con la sua classica faccia da maniaco, Kaori sentì il sangue raggelarsi nelle vene. 
“Spero che il mio regalo ti sia gradito” disse la regina prima di raggiungere la sua stanza. 
Kaori non poté fare a meno di posare i suoi occhi sull’orologio che aveva regalato a Ryo e che lui stava già indossando.
Sospiró, non aveva dubbi su quale dei due regali il suo partner avesse gradito di più. 
No, decisamente non era così che avrebbe voluto si concludesse quella giornata. 

Yuki sistemó i suoi bagagli e dopo una doccia veloce si infilò nel letto accanto a Kaori. 
“Kaori, sono felice di poter dormire in camera con te… avevo bisogno di parlarti in privato e questa è una occasione perfetta”
Kaori decise di non interromperla…sentiva che ciò che Yuki le avrebbe detto, non le sarebbe piaciuto.
“Non voglio girarci intorno Kaori... Per quel poco che ci siamo conosciute in passato, ho capito che tu sei una brava ragazza e voglio essere sincera con te al cento per cento.
Non è vero che sono in Giappone per un semplice viaggio di piacere. Del resto, come avrai già notato,  non ho portato con me nessuno…né amici, né assistenti. E non sai la fatica nel convincere il mio entourage, ma volevo volutamente rimanere da sola e provare a nascondermi tra la folla come una qualsiasi ragazza. Come la prima volta che ci siamo conosciuti.
La verità è che volevo rivedere Ryo. 
Quando ci siamo separati la volta scorsa, decisi di farmi cancellare la memoria… non volevo ricordarmi della bellissima settimana trascorsa con lui… mi ero innamorata e sapevo che una vita insieme non sarebbe stata possibile e ho creduto che dimenticarlo fosse l’unica cosa logica da fare.
E invece, contro ogni aspettativa, la memoria mi è tornata spontaneamente…in quel momento ho quindi capito che il mio amore per lui era troppo grande perché io potessi fingere che non fosse mai esistito.
È vero, forse facciamo parte di due mondi diversi, ma non posso arrendermi senza insistere, senza neanche provarci…  Quando quel giorno ci siamo baciati, prima che io rientrassi in ambasciata, ho percepito qualcosa in lui… ecco, forse ho davvero una possibilità per poter far breccia nel suo cuore e non voglio più scappare”
Kaori a quelle parole trattenne a stento le lacrime che sentiva già inumidirle gli occhi.
Ryo e Yuki si erano baciati… e la donna aveva percepito qualcosa in quel bacio. Il suo sesto senso quindi non l’aveva ingannata… forse lui aveva davvero provato qualcosa per lei e doverle dire addio gli aveva spezzato il cuore. 
Yuki continuó… 
“So a cosa stai pensando... Forse l’idea che Ryo possa diventare un Re potrebbe far sorridere, ma in fin dei conti lui è un uomo buono, con un alto senso della giustizia, generoso, forte, onesto... Non sono tutte caratteristiche degne di un Re? Insieme potremmo governare e rendere felice il popolo di Arinamia... Non ne sono mai stata così sicura come adesso. È il mio sogno e farò di tutto per realizzarlo. 
So che tu sei molto protettiva nei confronti delle clienti, Ryo a volte ha degli atteggiamenti come dire... discutibili… Ma ecco, vorrei chiederti di farti da parte Kaori, perché io vorrei conquistarlo davvero. Niente martelli, niente intromissioni. 
Siete amici del resto, oltre che colleghi, no? Immagino tu gli voglia bene. Pensa a come migliorerebbe di gran lunga la sua vita se sposasse me. Niente più pericoli, niente più nemici, vivremmo felici in un altro paese circondati solo dall’amore della gente e di tutto ciò che di più bello la vita può donare…ricchezza compresa. Sono o non sono una regina del resto? Non vorresti anche tu tutto questo per lui?”
Kaori non sapeva cosa dire, sentiva il cuore come stretto in una morsa, il dolore quasi fisico che stava provando in quel momento, le rendeva difficile anche solo respirare. 
Certo, l’unica cosa che le importasse davvero era vedere Ryo finalmente felice. Libero da tutti i demoni da sempre sepolti nel suo cuore, ma sarebbe stato davvero felice con Yuki? Del resto aveva baciato quella ragazza e Kaori stessa aveva percepito quell’aura di malinconia il giorno in cui era stato costretto a dirle addio…
All’improvviso un’idea le balzò alla mente. Possibile che Ryo avesse deciso di reprimere i suoi sentimenti per Yuki solo per mantenere la promessa fatta a suo fratello Hide e continuare quindi ad occuparsi di lei? Per la prima volta capì di poter essere stata davvero un ostacolo per lui in tutti quegli anni, e non se ne dava pace. 
È vero, di tempo da allora ne era passato e alcune cose erano accadute... Ripensó alle parole che Ryo aveva detto al generale Croiz, ma il dato di fatto è che nulla da allora era cambiato fra loro.
Lui non le aveva mai detto direttamente di amarla, non aveva mai tentato alcun approccio con lei… Ma con Yuki le cose erano andate diversamente. Forse era davvero lei l’unica in grado di far entrare un po’ di luce nel suo cuore, l’unica che avrebbe potuto salvarlo. 
Per la seconda volta nella sua vita, era stata messa di fronte a quel bivio…  la prima volta era accaduto con l’uomo convinto di essere il nonno di Ryo. Anche in quella occasione, quel vecchio aveva chiesto a Kaori di farsi da parte per permettere al presunto nipote di sposare la dolce Haruka e Kaori, per il bene di Ryo, aveva accettato, seppur questo significasse ridurre il proprio cuore in mille pezzi.
Poi le cose si erano evolute diversamente e quel matrimonio non era avvenuto, ma mai nella vita avrebbe immaginato di ritrovarsi nuovamente di fronte ad una situazione simile, sebbene stavolta, le cose fossero di gran lunga peggiori poiché Ryo sembrava nutrire un vero interesse nei confronti di Yuki. 
“Kaori, allora posso contare su di te?” insistette la regina
“Hai la mia parola” e detto questo Kaori spense la luce giusto in tempo per nascondere le lacrime che, copiose, iniziarono a solcarle le guance. 

Quella notte Ryo non riusciva a riposare. Continuava a rigirarsi nel letto in preda ai pensieri. Si stupì di se stesso per il fatto di non aver ancora tentato alcuna visita notturna niente po’po’ di meno che alla regina di Arinamia… la verità era che la sua presenza lo innervosiva e ancora di più l’idea che lei e Kaori fossero in camera insieme e che potessero parlare di quanto avvenuto tra lui e Yuki in passato. 

Kaori riuscì a dormire solo un paio d’ore che furono comunque costellate da incubi. 
Quanto detto la sera prima da Yuki, l’aveva fortemente turbata. Il dolore era ancora vivo nel suo petto, non sarebbe stata in grado di reggere quella situazione a lungo. 
Lasciò Yuki riposare e si avviò in cucina per preparare la colazione.
La testa le doleva, gli occhi erano ancora gonfi dal pianto che per tutta la notte non le aveva dato tregua al punto che, intorno alle tre del mattino, era stata costretta a rinchiudersi in bagno per un tempo indefinito, e poter così finalmente dare sfogo a tutta la sua frustrazione.
Libera di piangere senza dover strozzare continuamente i singulti per non farsi sentire. 
Se fosse finita sotto un treno, avrebbe avuto senz’altro un aspetto migliore. 
Preparò la colazione con calma, cercó di darsi una sistemata e dopo circa un’ora decise di andare a svegliare la regina. 
Nel tragitto verso la camera sentì, però, due persone parlare. Non c’era alcun dubbio, Yuki e Ryo si trovavano nella camera di lui. 
Avvicinandosi alla porta socchiusa, Kaori guardó al suo interno e rimase senza fiato… era chiaro che i due si fossero appena baciati poiché li vide giusto nell’istante in cui le loro labbra si stavano separando.
A quella vista fu presa dall’agitazione e nel tentativo di andarsene peggioró le cose colpendo la porta e aprendola di più. I due si voltarono di scatto e Ryo, vedendola lì immobile, fu preso dal panico… 
“Io… Io… Volevo solo dirvi che… che la colazione è pronta... Scusatemi” e detto questo Kaori, a disagio e con il cuore in pezzi, abbassando lo sguardo, scappò via. 
Ryo era rimasto basito di fronte a quell’atteggiamento… Cosa aveva visto? E perché non aveva tirato fuori il suo martello? Si era addirittura scusata con loro… cosa diavolo stava succedendo? 

Kaori si ritrovò a camminare per strada con la testa bassa e persa tra i suoi mille pensieri…
Era fuggita perché non poteva rimanere in quella casa un minuto di più. Aveva promesso a Yuki che si sarebbe fatta da parte e la cara regina non aveva minimamente perso tempo.
Ovviamente il socio non se l’era fatto dire due volte… ma davvero si aspettava che avrebbe rifiutato Yuki nel momento in cui lei si fosse fatta avanti con lui? 
Si sentiva una stupida e non avrebbe potuto sopportare oltre. Ma dove sarebbe potuta andare? Che giustificazione avrebbe dato? Erano colleghi e in teoria avevano il compito di proteggere Yuki insieme, come poteva dileguarsi da quella responsabilità? 
Lei e Ryo non erano una coppia del resto e non voleva che lui capisse tutta la sua delusione… Yuki avrebbe potuto davvero cambiare la vita di Ryo e lei lo amava così tanto da lasciarlo andare… 
Presa com’era dai suoi tormenti, non si accorse di Eriko che la stava chiamando. 
“Hey Kaori, ma sei sorda o cosa?” le disse l’amica una volta avvicinatasi a lei. 
“Oddio scusami Eriko, ero sovrappensiero e non ti avevo proprio sentita” si giustificó Kaori ridestandosi dai suoi pensieri 
“E fammi indovinare… non sarà per caso il nostro caro Saeba ad occupare la tua mente?” disse lei sorridendo, ma ritornando immediatamente seria nel vedere lo sguardo triste di Kaori
“Non so cosa fare Eriko. Stavolta è finita davvero” e così dicendo Kaori si gettó fra le braccia dell’amica lasciandosi andare ad un ennesimo pianto liberatorio. 

Pochi minuti dopo si ritrovarono in un bar a prendere un caffè e Kaori le stava raccontando il motivo per il quale il mondo, in poche ore, le era crollato addosso… 
Eriko era incredula. 
“E cosi questa regina vorrebbe davvero sposare Ryo? E tu sei d’accordo? Ma sei impazzita!?” le urlò contro Eriko
“Io ho sempre pensato che saresti diventata tu la sua compagna, insomma… dopo quello che mi hai raccontato della radura…”
“Lo so Eriko, l’ho sperato anche io, ma guardiamo in faccia la realtà… da allora non è successo niente tra me e lui. A questo punto potrebbe aver detto quelle parole solo perché spinto dalla situazione di pericolo che stavamo vivendo... Tanto per fare un po’ di scena… in fondo lo sai Ryo com’è fatto... Non ci sarebbe niente di cui stupirsi”
“E tu davvero hai intenzione di cedere e lasciarlo a quella donna senza combattere?”
“Sono sei anni che combatto per lui Eriko. Ryo sa perfettamente quello che provo e quello che ho accettato con pazienza in tutti questi anni in nome dell’amore che nutro per lui, ma io adesso sono stanca.
Forse è il momento che capisca davvero di non essere io la donna destinata a stare al suo fianco.
Con Yuki ha la possibilità di ricominciare una vita lontano da tutto questo schifo… E poi parliamoci chiaro, è lui che deve scegliere cosa vuole e con il bacio che ho visto stamani, mi sembra evidente quale sia la sua scelta… Non ha tentato neanche una visita notturna e questo per me ha un chiaro significato.
Per lei non prova solo una forte attrazione fisica, quella donna lo turba davvero.
Io adesso non so cosa fare, non posso rimanere in quella casa e vedere o sentire loro che… preferirei morire piuttosto che vederli di nuovo insieme” Kaori aveva ripreso a piangere ed Eriko riuscì a percepire tutto il dolore che l’amica stava provando, fino a che ebbe un’illuminazione.
“Kaori” le disse, “ Ti piace sempre cantare al karaoke?”
“Cosa?” rispose Kaori stupita da quella domanda
“Sì mi ricordo che quando andavamo al liceo ci fermavamo spesso in quei localini con i karaoke e ti divertirvi a cantare. Hai sempre avuto una voce bellissima, al punto che ai tempi ero convinta saresti diventata una cantante famosa. Ti ammiravo... Con quel microfono in mano ti trasformavi, eri così sicura di te… 
Non posso credere che tu abbia completamente abbandonato quella passione”
“Oh beh, ogni tanto in casa canticchio, ma è davvero tanto tempo che non canto più seriamente. La mia vita è cambiata Eriko, se non te ne fossi accorta… e dopo la morte di Hide, non ho più avuto voglia di uscire e divertirmi per tanto tanto tempo… col lavoro che ho ereditato da mio fratello poi, non c’è spazio per certe sciocchezze”
“Ma quali sciocchezze Kaori? Tu eri bravissima e tutti hanno diritto di portare avanti le proprie passioni. Ad ogni modo ti ho fatto questa domanda perché mi è appena venuta in mente la soluzione ai tuoi problemi. 
Ho un amico, Jotaro, che fa piano bar al NIGHT FLOWER, non so se lo conosci… un locale molto elegante, a due passi da casa mia. 
Per l’appunto in questi giorni mi ha detto di essere in difficoltà col suo lavoro poiché dovrà subire un intervento per asportare dei noduli alle corde vocali e per un po’ non potrà cantare. Stava quindi cercando qualcuno che potesse farlo al posto suo e magari, se siamo fortunate, non ha ancora trovato nessuno….” Eriko guardò  Kaori con un chiaro sguardo allusivo 
“Che cosa stai cercando di dirmi Eriko? Scordatelo… Io non canterò mai in un locale davanti a centinaia di persone. Non ho più diciassette anni, mi vergogno... Non lo farò mai e poi mai”
“Insomma Kaori, quante storie! Vuoi o non vuoi allontanarti da Ryo in questi giorni senza destare sospetti? E quale migliore occasione di questa! Hai la scusa giusta e in più guadagnerai dei soldi… digli che ti ho trovato un ingaggio e che per qualche giorno sarai impegnata.
Io questa sera e per i prossimi sei giorni, sarò a Kyoto perché sto collaborando con un’altra stilista per una nuova collezione che uscirà il prossimo autunno, ebbene... Casa mia sarà libera. Potresti trasferirti da me finché le acque non si saranno calmate…
Il locale è davvero a pochi metri da dove abito, sarebbe tutto assolutamente perfetto. 
E poi Kaori, scusa se te lo dico, ma devi riacquistare un po’ di fiducia in te stessa e io so che una volta ripreso il microfono in mano, la trasformazione avverrà. 
Se davvero Ryo si farà accalappiare dalla regina dei miei stivali allora tu non avrai perso niente, ma io invece sono certa che questi giorni lontani lo aiuteranno a rimettere un po’ di sale in zucca e nel frattempo saranno utili anche per te, per riprendere una tua vecchia passione e riacquistare un po’ della fiducia che in questi anni hai perso. 
Adesso basta parlare, chiamo Jotaro e sento subito cosa ne pensa della mia idea. E non accetto ulteriori reclami signorina… sono io che comando! E in più non te l’ho detto? Jotaro è un gran figo”
Kaori non poté fare a meno di coprirsi il volto con le mani nella più completa rassegnazione. Se ne sarebbe pentita, e ne era certa, ma a quel punto non aveva niente da perdere.
Eriko tornó da lei dopo pochi minuti con un bellissimo sorriso stampato in volto. 
“Jotaro sarebbe felicissimo di conoscerti, per fortuna non aveva ancora risolto. Possiamo andare da lui subito così potrete iniziare a provare qualcosa insieme e vedere come va. Che ne dici?”
“Che ti odio!”
E così dicendo Kaori uscì dal bar sbuffando e seguendo l’amica che non la smetteva di ridere, orgogliosa della sua trovata. 

Da quando Kaori era uscita di casa, Ryo non riusciva a smettere di pensare a che fine avesse fatto. Erano già passate due ore e l’ansia cominciava a salire. 
Yuki non aveva perso tempo, aveva raccontato a Ryo di aver riacquistato la memoria spontaneamente e che da quel momento il suo unico pensiero era stato quello di rincontrarlo per parlargli.
Quella mattina si era presentata in camera sua, lo aveva abbracciato e aveva tentato di baciarlo ma Ryo, terrorizzato all’idea che Kaori potesse vederli, l’aveva allontanata nel momento esatto in cui lei gli aveva sfiorato le labbra. 
Yuki era rimasta turbata da quel comportamento. Il Ryo di cui si ricordava non avrebbe mai rifiutato un suo bacio…  
Ma non si sarebbe data così facilmente per vinta. Non aveva detto a Ryo quali fossero le sue vere intenzioni, voleva sedurlo e ci sarebbe riuscita.
In quei giorni si sarebbero frequentati come una coppia qualunque, gli avrebbe fatto passare delle ore spensierate, come quelle trascorse anni addietro insieme sulla spiaggia… e questa volta non l’avrebbe lasciata andare, ne era certa. 
“Ryo perché non usciamo? Sono qui per un viaggio di piacere, ricordi? Vorrei vedere le bellezze della città. Portami da qualche parte”
“Adesso?” in realtà Ryo non riusciva a smettere di chiedersi dove fosse finita Kaori, quando proprio in quell’istante la porta di casa si aprì. 
“Kaori, dove sei stata?” le disse lui, sollevato nel rivederla
“Ho incontrato Eriko, ci siamo fermate a bere qualcosa in un bar” e così dicendo le parve di notare del disappunto in Yuki. Forse, pensò Kaori, sperava di non rivederla così presto a casa. 
“Allora Ryo, dove mi porti?” insistette la regina prendendolo sotto braccio
“Stavate per uscire?” chiese Kaori cercando di nascondere il dispiacere nell’immaginarli fuori a divertirsi, insieme. 
“Sì, vado a prendere la borsa e poi mi dirà dove hai intenzione di portarmi, vero Ryo? E magari, visto l’ora potremmo rimanere fuori a pranzo… in un posto un po’ appartato…non vorrei rischiare di essere riconosciuta” disse Yuki rivolgendo un occhiolino allo sweeper e dirigendosi verso la camera per prendere la sua borsa
“Kaori…Volevo dirti che…ecco, quello che hai visto stamani…”
Ryo stava cercando di capire che idea si fosse fatta Kaori di ciò che aveva visto e voleva farlo in fretta, prima che Yuki rientrasse. 
“Non devi darmi giustificazioni Ryo” gli rispose Kaori interrompendolo e rivolgendogli un lieve sorriso di circostanza. 
“Io sono qui per cercare di frenare i tuoi bollenti spiriti con le clienti, ma se una di loro si dimostra… disponibile con te, io non ho alcun diritto di intromettermi nel tuo privato. Ricordi? Sei stato tu stesso a dirmelo il giorno in cui arrivò Sonia… e avevi ragione. Se tu sei felice così… E io voglio solo che tu sia felice”
lo guardò intensamente negli occhi e cambiò subito discorso prima che l’emozione prendesse il sopravvento 
“A proposito… Eriko ha un ingaggio per me, soldi extra che non ci faranno di sicuro male. Per comodità andrò a stare da lei in questi giorni, sono tornata per riprendere un po’ di cose. Tanto sappiamo entrambi che sarà sufficiente la tua presenza per proteggere Yuki…”
Ryo non riusciva a smettere di guardare Kaori... Ma cosa le stava succedendo? Non si sarebbe più intromessa nella sua vita privata? Andava a stare da Eriko? E di che diavolo di felicità stava parlando? Quelle informazioni gli stavano mandando il cervello in fumo, avrebbe voluto dire qualcosa ma in quel momento Yuki arrivò. 
“Eccomi pronta Ryo, possiamo andare” e così dicendo lo trascinò fuori dalla porta prima che l’uomo riuscisse ad aprire bocca. 

Kaori si avviò verso la sua stanza, prese un po’ di vestiti alla rinfusa e li buttò distrattamente dentro ad un borsone. Avrebbe voluto di nuovo scoppiare a piangere ma si trattenne. Non poteva lasciarsi più sopraffare dalle emozioni. Aveva preso la sua decisione per il bene di Ryo e doveva perseguirla... Per quanto facesse dannatamente male. 

Nel raggiungere l’appartamento di Eriko, si fermò a pensare all’incontro avvenuto con Jotaro quella mattina. 
In effetti era una gran bel ragazzo, molto alla mano e un pianista straordinario.
L’aveva messa subito a suo agio e avevano provato un paio di canzoni insieme. Eriko aveva ragione. Riprendere il microfono e cantare l’aveva fatta subito sentire meglio...
Certo la sua autostima in quegli anni aveva subito dei gravi contraccolpi, non pensava di essere poi così brava, ma l’entusiasmo dimostrato da Eriko e Jotaro l’aveva un po’ risollevata, anche se ancora si chiedeva come avrebbe fatto a cantare di fronte a così tante persone.
Le tremavano le gambe all’idea e si malediceva per aver accettato quella proposta. Ma cosa le era saltato in mente? Senza contare che il NIGHT FLOWER era uno dei locali più eleganti della città e avrebbe dovuto cantare indossando degli splendidi abiti da sera… Eriko le aveva già mostrato una vasta gamma di vestiti e il fatto di rimanere a casa sua e poter usufruire del suo armadio, le avrebbe facilitato le cose… ma sapevano tutti quanto Kaori si sentisse a disagio nell’indossare abiti di quel tipo.
Insomma, era un disastro su tutta la linea… cantare in abito da sera davanti ad un pubblico… tutto questo la terrorizzava, ma mai quanto il pensare a cosa stessero facendo Yuki e Ryo, insieme, in quel momento. 
Decise di sistemare le sue cose a casa di Eriko e di fare poi un salto al Cat’s eye. Non aveva voglia di parlare ancora di tutta quella faccenda, ma Miki non ne era a conoscenza e non voleva lasciare all’oscuro proprio la sua migliore amica. 
Una volta giunta sul posto vi trovò, però, anche Mick e Kazue e non poté esimersi, dunque, dal raccontare anche a loro quanto stesse accadendo. 
Mick del resto aveva notato subito che qualcosa in Kaori non andava. Ormai anche lui aveva imparato a riconoscere gli stati d’animo della ragazza, anche solo da impercettibili espressioni del suo viso. 
Inutile dire che tutti, al racconto di Kaori, rimasero allibiti. 
“Mi stai davvero dicendo che Yuki è tornata e vuole sposare Ryo? E che quel cretino stamani l’ha anche baciata? Beh, sappiamo quanto le donne siano il suo punto debole, ma negli ultimi tempi mi sembrava che qualcosa fosse migliorato… anche tra di voi… Poi dopo la bellissima giornata che hai organizzato ieri per il suo compleanno… è così che ti ringrazia quel verme?” Miki era fuori di sé dalla rabbia, ma si calmó nel vedere gli occhi tristi di Kaori. 
“Scusami Kaori, non volevo infilare il dito nella piaga… mi dispiace. So quanto soffri per lui e ti capisco se sei voluta andartene da quella casa… Certo che mi ha stupito proprio questa tua decisione di cantare al NIGHT FLOWER... Non sapevo nemmeno ti piacesse cantare. Eriko ha davvero delle formidabili capacità di convincimento”
“Non me ne parlare” disse Kaori con tono rassegnato. “Mi sono già pentita di aver accettato, ma ormai ho dato la mia parola e non posso lasciare Jotaro nei guai”
“Comunque Kaori tutta questa faccenda mi pare assurda…” disse Mick con convinzione
“Mi avete raccontato di questa principessa, di quello che è accaduto la prima volta che l’avete conosciuta, ma onestamente fatico a credere che Ryo si fosse innamorato di lei… non lo credo proprio possibile. Ci deve essere una spiegazione. E poi credi davvero che Ryo rinuncerebbe a te e al suo lavoro di sweeper per seguire lei? Se non lo ha fatto all’epoca dubito fortemente che possa farlo adesso, non ti lascerebbe mai”
“È proprio questo il punto Mick” ribatté Kaori con forza “Ryo con lei potrebbe avere una vita migliore e comunque non voglio che rinunci ad essere felice solo per mantenere la promessa che ha fatto a mio fratello. Non voglio più essere un peso per lui.”
“No Kaori, non è questo che intendevo dire… tu non sei un peso per lui, non lo sei mai stata…lui tiene molto a te”
“E allora come me lo spieghi che da dopo la radura le cose non siano cambiate tra noi? Come lo spieghi che Yuki ritorna e lui non fa lo scemo come suo solito, non tenta neanche una delle sue ridicole visite notturne e la bacia non appena gli viene data la possibilità di farlo? Io non voglio più soffrire Mick... Mi pare evidente che lui senta qualcosa per lei e allora io ora me ne resto al mio posto, lo faccio per lui”
“Come me lo spiego? Beh... Ryo è uno stupido Kaori... Credo non ci sia spiegazione migliore di questa. Ma a proposito, lui sa di questo tuo nuovo lavoro?” continuò Mick incuriosito, soffermandosi su una idea malsana che gli era appena venuta in mente… 
“No, gli ho solo parlato di un ingaggio di Eriko... Forse ha pensato dovessi fare la modella, o non ne ho idea… Del resto era talmente preso dal dover uscire con Yuki, che non mi ha chiesto niente ed è stato meglio così… mi vergogno troppo, e poi magari avrebbe cominciato a prendermi in giro e già non mi sento all’altezza della situazione, ci mancano anche le sue battute infelici”
“Hai detto che inizierai dopodomani?” 
“Esatto… E anzi, devo andare…Dovrò provare molto con Jotaro in questi due giorni… perlomeno mi aiuterà a distogliere i miei pensieri”
“Se potessi fare qualcosa per te lo sai che lo farei” disse Miki abbracciando l’amica 
“Lo so, ma ormai non credo ci sia più niente da fare” e detto questo Kaori si separò dall’abbraccio di Miki, salutò gli altri e con lo sguardo basso, si avviò all’uscita. 

Dall’altra parte della città Ryo e Yuki avevano appena finito di pranzare. 
“È qui che porti le ragazze durante i tuoi appuntamenti? È davvero un bel posto… potrei essere gelosa” disse lei con malizia. 
“Beh, non proprio… non sono molto avvezzo agli appuntamenti a quest’ora del giorno…”
“Ah ho capito, non serve aggiungere altro caro il mio stallone di Shinjuku” e cominció a ridere sommessamente…
“Che soprannome che ti hanno dato… quando l’ho sentito la prima volta ne sono rimasta stupita…piacevolmente, è ovvio”
Ryo la guardò senza riuscire a dirle nulla… doveva ammettere a se stesso che Yuki era davvero un bocconcino prelibato. La sua straordinaria bellezza era evidente e quei suoi modi così garbati… una gran bella donna. E certo, non gli era rimasta indifferente neanche la prima volta che l’aveva vista. 
Si ritrovò a sorridere fra sé e sé pensando che un tempo non si sarebbe mai fatto sfuggire un’occasione del genere con una donna così. La sua Kaori lo aveva proprio reso un rammollito. 
“Ryo, ti ricordi la giornata trascorsa insieme al mare? Per me è stato il giorno più bello della mia vita… ci pensi mai?” gli disse sbattendo quei suoi bellissimi occhi azzurri
“Beh hai ragione, me la ricordo certo, è stata una bellissima giornata anche per me Yuki”
Quella risposta diede alla regina la forza per osare di più… 
“Pensi mai a come sarebbe potuto essere tra noi Ryo?”
A quelle parole lo sweeper rimase come pietrificato
“Sai ciò che penso Yuki... Non avrebbe mai potuto funzionare… ”
“E perché? Solo perché io ero una principessa? Sai ci ho pensato molto da quando ho riacquistato la memoria e credo che…”
“Ti prego Yuki, non penso sia il caso di dire altro… andiamo a fare due passi, ti va?” 
La regina rimase alquanto delusa. Avrebbe voluto finalmente affrontare la questione, dirgli la verità, ma non era ancora il momento… Avrebbe aspettato l’occasione giusta. Non si sarebbe persa d’animo. 

Nei giorni a seguire per Ryo fu un tormento.
Non vedeva Kaori da due giorni, non lo aveva neanche chiamato, era ovvio che lo stesse deliberatamente ignorando.
Lui dal canto suo, non avrebbe mai fatto il primo passo… non poteva certo rischiare che lei capisse che gli mancava da morire. Sapeva di essere uno stupido.
Del resto alla radura le aveva confessato i suoi sentimenti, seppur non in maniera diretta, quindi perché non riusciva mai a fare un gesto eloquente nei suoi confronti? 
E poi tutta quella situazione lo stava turbando profondamente. Era da solo con Yuki in casa ed era evidente che lei non aspettasse altro che lui capitolasse ai suoi piedi.
Girava tutto il giorno per l’appartamento con dei completini che non lasciavano poi molto spazio all’immaginazione e che non erano certo adeguati al suo status reale. Gli ronzava sempre intorno, quando uscivano non faceva altro che stargli appiccicato…
La notte per fortuna se ne restava nella sua camera. Per i primi tempi, dopo il tentativo del bacio, aveva temuto che potesse farsi più sfrontata tentando una visita notturna nella sua stanza. Ma ciò non era avvenuto e ringraziava il cielo per questo. 
Sapeva che non avrebbe ceduto, ma l’idea di doverla allontanare bruscamente non gli piaceva…era pur sempre Yuki. 
Insomma, ormai da tempo aveva ammesso a se stesso i suoi sentimenti per Kaori, ma da allora non si era mai trovato da solo con una cliente…disponibile.
Di solito faceva lo stupido solo per innervosire la sua socia, ma adesso voleva solo rivedere lei e quella situazione cominciava a stargli stretta. 
Inoltre non riusciva a smettere di pensare alle parole che Kaori gli aveva detto prima di andare via. C’era qualcosa di strano nei discorsi che lei gli aveva fatto, avrebbe solo voluto andare da lei e parlarle... Magari dopo averle strappato i vestiti di dosso ed essersi lasciati andare alla passione che lo tormentava e che aveva tentato di frenare per così tanto tempo…  A quel pensiero sorrise. 
“Il bagno è libero se vuoi” disse Yuki presentandosi davanti a lui coperta solo da un mini asciugamano.
“Una bella doccia era proprio quello che ci voleva” 
Ryo si ridestó dai suoi pensieri e sudó freddo nel vedere un tale spettacolo davanti ai suoi occhi. Era pur sempre un uomo… anzi no, lo stallone di Shinjuku! 
Cercó di ricomporsi, quando il campanello suonò. Yuki a quel punto si ritirò nel sua stanza per cambiarsi. 
Mick entrò nell’appartamento guardandosi rapidamente intorno... 
“Dov’è dov’è?” disse in tono concitato rivolgendosi a Ryo
“Ma di chi stai parlando?” rispose quest’ultimo 
“So che stai facendo da guardia del corpo alla regina di Arinamia e so che è uno schianto!”
“È nella sua camera, si sta cambiando”
Mick a quel punto cambiò espressione e si fece serio... 
“Cambiando? Perché che avete fatto?”
“Cosa intendi dire?” rispose Ryo a disagio “Niente, si è solo fatta una doccia…”
Mick continuó a fissare l’amico negli occhi con fare interrogativo, fin quando la regina fece il suo ingresso. 
Mick nel vederla non se lo fece dire due volte e le andò incontro scodinzolando 
“È un onore per me fare la sua conoscenza Sua Altezza regina di Arinamia” le disse prostandosi in un inchino
“Ma no non faccia così” sorrise Yuki nel vedere il comportamento di quello strano tizio
“Mi presento, io sono Mick Angel, ex collega e amico di Ryo e lei è davvero incantevole mia regina”
“Molto piacere di conoscerla Mick, ma mi chiami semplicemente Yuki la prego”
“Sarà un piacere. Diamoci del tu allora Yuki…”
“Beh Ryo” continuó Mick
“Sono venuto qui per invitarvi a una serata con me e Kazue stasera al NIGHT FLOWER…cena, piano bar… che ne dite, vi andrebbe l’idea? Ovviamente Yuki farò in modo che ci venga garantita la più completa riservatezza. Mi assicureró personalmente che ci diano un tavolo nella posizione più discreta possibile”
“Mi piacerebbe molto uscire con te e Kazue… immagino sia la tua compagna” disse lei sentendosi giustificata nell’avvicinarsi a Ryo e prenderlo a braccetto. Ryo dal canto suo, in imbarazzo, non si mosse di un passo. 
“Beh allora è deciso. Per le 20 fatevi trovare pronti. A stasera mia dolce Yuki” e senza dare il tempo a Ryo di aprire bocca, Mick si dileguó. 

Kaori e Jotaro avevano provato tanto insieme in quei due giorni. 
La ragazza si sentiva estremamente agitata, di lì a poco si sarebbe dovuta esibire di fronte ad un pubblico e sudava freddo al solo pensiero.
Eriko era partita, ma non prima di averle consigliato il vestito da indossare per il debutto di quella sera. 
Kaori appena lo vide si irrigidì. L’abito era bellissimo… Ma davvero troppo provocante. Non avrebbe mai potuto sentirsi a suo agio con uno scollo così azzardato sul suo décolleté e con quello spacco vertiginoso a un lato delle gambe… 
Ma diamine, pensò, in quegli anni con Ryo aveva sempre dovuto soffocare la sua femminilità e adesso che aveva l’occasione perché no? Del resto doveva riacquistare sicurezza in se stessa e soprattutto in quel senso, ne aveva persa eccome… 
Il locale richiedeva l’abito da sera e quello era un abito da sera. La regina di Arinamia non avrebbe avuto alcun problema a indossare quel vestito.. E lei non era da meno! 
- Sì certo… E gli asini volano… - pensò con uno sguardo velato di tristezza. 
- Yuki è bellissima e in questi giorni chissà cosa è successo tra lei e Ryo… da soli, in casa… -
Una lacrima le attraversò la guancia. Era più forte di lei... Per quanto si fosse ripromessa di non pensare più a lui sapeva che non ce l’avrebbe mai fatta.
Sospirò, prese il necessario, lo mise in un borsone, facendo attenzione a non sgualcire il vestito, e si avviò verso il NIGHT FLOWER. 

Mick, Kazue, Yuki e Ryo si ritrovarono in auto insieme per raggiungere il locale. Una volta arrivati, Yuki notó che Mick aveva mantenuto quanto dettole il giorno prima. Il tavolo che aveva riservato era ben appartato e sicuramente non avrebbero dato nell’occhio. Si sedettero e diedero iniziò alla loro cena, in attesa che lo spettacolo iniziasse. 

Kaori aveva appena finito di prepararsi nei camerini del locale. Non appena si vide allo specchio arrossì. Diamine, forse aveva osato troppo. 
Jotaro bussò alla sua porta e lei, in imbarazzo, lo fece accomodare. 
Quando la vide rimase folgorato
“Wow Kaori sei uno schianto! Eriko non poteva trovarti abito migliore per il nostro debutto. Sei bellissima e bravissima quindi forza, ricordi quello che ci siamo detti durante le prove no? Non hai niente da temere, perché hai talento… non lasciarti frenare dalle tue paure… né ora e né mai… Siamo intesi?”
“Grazie Jotaro” Kaori lo abbracciò. Si conoscevano da pochi giorni ma quel ragazzo l’aveva incoraggiata come nessuno aveva fatto mai. Credeva in lei e non lo avrebbe mai deluso.
Quando arrivò l’ora di entrare in scena, si guardarono sorridendo e tenendosi per mano. 
Il pubblicò applaudì vedendoli arrivare e in quell’istante Ryo, intento a cenare, si voltò. Quando la vide mancó poco che si strozzasse con un boccone. 
Mick lo guardò di sottecchi e sorrise della sua diavoleria. 
“Hey, ma quella è Kaori?” chiese una incredula Yuki. 
I loro pensieri furono interrotti dalla voce di Jotaro
“Ringrazio tutti per essere qui stasera. Qualcuno di voi, tra i nostri clienti più affezionati, saprà che tra qualche giorno dovrò subire un piccolo intervento alle corde vocali e quindi questa sera non potrò cantare… ma voglio ringraziare questa splendida creatura qui al mio fianco, Kaori, per aver accettato di sostituirmi. 
Ci conosciamo da pochi giorni ma mi sono bastati per capire la meravigliosa anima di questa giovane donna e sono certo che, sentendola cantare, la capirete subito anche voi. E poi insomma, mi rivolgo ai maschietti in sala, non è un piacere immenso anche solo guardarla?”
Un lieve brusio di risate si fece strada, Kaori si imporporó all’istante, ma Jotaro la guardò e le fece l’occhiolino in modo da allentare la tensione che sapeva viva in lei. 
Ryo non riusciva a togliere gli occhi di dosso dalla sua socia. Un piacere anche solo guardarla? Altro che piacere… Lui l’avrebbe presa lì su quel pianoforte all’istante! Ma poi davvero Kaori avrebbe dovuto cantare!? Da quando in qua sapeva cantare? E perché quel cretino la teneva per mano e le faceva l’occhiolino?! 

Quando Jotaro iniziò a suonare e Kaori a cantare rimasero tutti  sbalorditi... 
“Ryo, ma tu sapevi che Kaori cantasse così bene?” chiese Yuki risvegliandolo dal suo sogno ad occhi aperti… 
“N... No” riuscì solo a dire lui, deglutendo con fatica. 
Eriko aveva ragione, Kaori dopo i primi piccoli secondi di tentennamento, aveva dimenticato l’imbarazzo. Si sentiva sicura, felice, e canzone dopo canzone gli applausi si facevano sempre più fragorosi. Ogni tanto guardava Jotaro che non mancava mai di rivolgerle un sorriso per farle capire quanto fosse orgoglioso di lei. 

Quando giunse il momento dei saluti finali, Jotaro riprese il microfono… 
“Prima di salutarvi, vorrei chiedere a Kaori se c’è  una canzone, fuori scaletta, che vorrebbe cantare… immagino sarete tutti d’accordo”
Inutile dire che l’entusiasmo dimostrato dal pubblico in sala fu piuttosto eloquente. 
Jotaro continuó... 
“Kaori, durante le prove mi avevi parlato di una canzone che ti sta particolarmente a cuore... Una canzone che avresti da sempre voluto dedicare a qualcuno che per te significa molto, giusto? Ti andrebbe di provarla qui con noi stasera?”
Kaori a quel punto, rivolgendogli un lieve sorriso, accettò e la magia riprese…

There's a song that's inside
Of my soul
It's the one that I've tried to write
Over and over again
I'm awake in the infinite cold
But you sing to me over and over and over again
So I lay my head back down
And I lift my hands and pray
To be only yours I pray
To be only yours
I know now you're my only hope
Sing to me the song of the stars
Of your galaxy dancing and laughing and laughing again
When it feels like my dreams are so far
Sing to me of the plans
That you have for me over again
So I lay my head back down
And I lift my hands and pray
To be only yours I pray
To be only yours I know now you're my only hope
I give you my destiny
I'm giving you all of me
I want your symphony
Singing in all that I am
At the top of my lungs
I'm giving it my all
So I lay my head back down
And I lift my hands and pray
To be only yours I pray
To be only yours I pray
To be only yours I know now you're my only hope *

Ryo ascoltava estasiato la voce della donna che amava di più al mondo e si soffermó sulle parole che stava cantando… Kaori avrebbe voluto dedicare quella canzone a qualcuno che significava molto per lei? 
Che fosse…? 
I suoi pensieri furono interrotti dallo scroscio di applausi che partì non appena la donna finì di cantare… 
Jotaro si alzò dal pianoforte, si avvicinò a Kaori, le cinse la vita e le posò un dolce bacio sulla guancia prima di salutare il pubblico e dare appuntamento al giorno dopo per una nuova serata. 
“Ragazzi, niente male la nostra Kaori eh?” disse Mick guardando un sempre più basito Ryo
“Tu lo sapevi?” chiese quest’ultimo all’americano
“Sì, sorpresa! Eh eh eh, abbiamo incontrato Kaori al Cat’s eye due giorni fa e ce lo ha detto… mi sembrava carino venire a vedere questo suo debutto no? Anzi, perché non andiamo a raggiungerla nei camerini per un saluto... Immagino le farà piacere sapere che siamo venuti a vederla…”
E prima che Ryo potesse dire qualcosa, aveva già sospinto sia lui che Yuki dietro le quinte… 
Trovarono Kaori e Jotaro stretti in un forte abbraccio, a quella vista Ryo si irrigidì
“Kaori sei stata eccezionale” le urlò Kazue correndole incontro. 
Nel sentire la sua voce, Kaori si sciolse dall’abbraccio con Jotaro e si voltò. Quasi le mancó il respiro quando vide le persone che le si erano appena palesate davanti… Lei e Ryo non poterono fare a meno di fissarsi negli occhi, seppur per pochi secondi... 
Mick rivolse un occhiolino a Jotaro in segno di intesa... Inutile dire da chi fosse partita l’idea di far cantare a Kaori la canzone da dedicare a Ryo.
Nei giorni precedenti, non appena Kaori gli aveva raccontato di questo suo nuovo lavoro, Mick aveva cercato Jotaro e gli aveva un po’ spiegato la situazione tra i due sweepers, esortandolo ad indagare, durante la loro sessione di prove, su quale fosse la canzone che Kaori avrebbe voluto dedicare al suo grande amore… a quel punto la ragazza si era lasciata andare confidando a Jotaro tutti i suoi turbamenti per la situazione che stava vivendo. 
L’intento di Mick era quello di far smuovere l’amico una volta per tutte e da ciò che aveva percepito, di cose in lui se ne erano smosse eccome! 
“Ma voi… Che ci fate qui? Non mi direte che avete assistito allo spettacolo? Non vi ho visti!” chiese Kaori in preda al più completo imbarazzo
“Non potevamo non venirti a vedere… eravamo in uno dei tavoli in fondo...Sai, per evitare di esporre troppo Yuki agli sguardi dei curiosi” rispose Mick 
“Sei davvero molto brava” le disse Yuki sorridendo 
“Semmai smettessi di lavorare con Ryo, potresti sempre decidere di dedicarti a quest’altro tipo di carriera…il pubblico era entusiasta”
Kaori aveva chiaramente percepito dov’è che Yuki volesse andare a parare. Anche Mick capì il vero senso di quelle parole e si rattristì molto nel vedere il velo di malinconia che coprì in un istante gli occhi di Kaori. 
Ryo, che fino a quel momento si era chiuso nel più completo mutismo, e piuttosto concentrato nel fissare il generoso décolleté della socia, alla fine decise di parlare
“Avevo capito avessi ricevuto un ingaggio da Eriko” e pronunciò queste parole squadrando Jotaro da capo a piedi 
“Beh sì... In realtà Jotaro è un amico di Eriko, è lei che ci ha fatto incontrare...”
Ryo non disse altro... Non si degnó neanche di farle i complimenti per come avesse cantato.
Kaori si sentiva sempre più a disagio e non le sfuggì di notare che quella sera, Ryo, aveva indossato il completo elegante che i suoi amici gli avevano regalato per il compleanno. Quello che, secondo le parole di Miki, avrebbe dovuto indossare per invitare lei a un vero appuntamento… e invece lui lo aveva messo per portare fuori Yuki la quale, in quel momento, si teneva ben stretta al suo braccio. 
Serró la mascella e trattenne le lacrime per l’ennesima volta. Ryo aveva sempre la capacità di rovinare tutto e quella serata, che doveva rappresentare la sua rinascita, si stava rivelando l’ennesimo fallimento. 
Jotaro allora, percependo il disagio di Kaori conscio delle confidenze che lei gli aveva fatto e della sofferenza che stava provando, cercó di riprendere in mano la situazione. 
“Kaori sei stata meravigliosa stasera, adesso se permettete vorrei portare questa splendida fanciulla a cena fuori perché noi non abbiamo ancora mangiato nulla e dopo tutta la tensione accumulata ci meritiamo un po’ di tranquillità, che dici?”
Kaori a quelle parole riacquistó il sorriso. Jotaro era davvero una  splendida persona, non mancava mai di rivolgerle parole di apprezzamento e di tirarle su il morale… quei giorni erano stati per lei forse i più brutti della sua vita, ma quel ragazzo, venuto fuori dal nulla, con poche parole era stato davvero sempre in grado di risollevarle l’animo. 
“Sì certo, vengo volentieri”rispose lei 
Ryo continuó a guardarla senza parlare, non gli piaceva saperla a cena con quel tizio, ma del resto non avrebbe potuto fare nulla per impedirlo.

Ryo passò anche quella notte a rigirarsi nel letto in preda ai pensieri. 
Aver rivisto Kaori gli aveva ridato ossigeno dopo giorni in cui si era sentito come in apnea costante, e vederla con quel vestito poi... Se solo avesse saputo i pensieri che gli balenavano nella testa, lei lo avrebbe senza dubbio inchiodato con uno dei suoi soliti martelli…e quanto gli mancavano quei martelli... Rimase quasi stupito nel pensarci. 
E poi gli tornó alla mente quella canzone… quella che aveva cantato al termine dello spettacolo e che, secondo quanto detto da Jotaro, lei avrebbe voluto dedicare a qualcuno di importante… ripensó a quelle parole... 
PREGO, PREGO DI ESSERE SOLO TUA, ORA LO SO, TU SEI LA MIA UNICA SPERANZA… 
Che fosse una preghiera rivolta a lui? Sapeva ormai da tempo quali fossero i sentimenti della ragazza e nonostante tutto aveva cercato sempre di tenerla alla larga, ma sentirle cantare quella canzone gli aveva lacerato il cuore. Anche lei era la sua unica speranza. L’unica per essere felice. Avrebbe voluto e dovuto dirglielo da tempo, ma non ne aveva mai avuto la forza. 
E poi si maledisse mille e mille volte per non essere riuscito a farle alcun complimento quella sera. Era bellissima, aveva incantato il pubblico con quella voce che, in tutti quegli anni insieme, era riuscita a tenere ben nascosta, forse per paura che lui la prendesse in giro? Del resto non sapeva fare altro… era un mago nel minare continuamente la sua autostima... E anche in quell’occasione infatti, non era riuscito a dirle niente di carino. 
Il fatto è che vederla con quel Jotaro gli aveva mandato completamente il cervello in fumo. 
Ma perché diventava tutto difficile per lui quando si trattava di Kaori?

Anche Yuki nella sua stanza non riusciva a dormire. 
Ormai erano giorni che lei e Ryo stavano soli, aveva provato a sedurlo, ma non era ancora riuscita nel suo intento… lui non aveva ancora tentato neanche una delle sue visite notturne, ma che diavolo c’era che non andava? Quello non era il Ryo che ricordava… Del resto, dopo il tentativo del bacio nella sua stanza, si era ripromessa di aspettare che fosse lui a capitolare e a fare il primo passo, ma ancora non era successo niente… Che si sentisse intimidito dal fatto che adesso fosse una regina? Ormai aveva deciso. L’indomani sarebbe stata la giornata giusta per far evolvere le cose come desiderava. 

Kaori, dopo la cena con Jotaro, tornó a casa di Eriko piuttosto tardi. 
Quando si infilò nel letto, non poté fare a meno di pensare a tutte le emozioni che aveva vissuto quella sera. 
Non avrebbe però mai immaginato di ritrovarsi di fronte anche Ryo… e quella canzone che Jotaro le aveva fatto cantare… Chissà se lui aveva capito… 
Ad ogni modo Ryo non le aveva detto niente… sperava almeno in un semplice complimento e invece le era sembrato freddo e scostante… E poi vedere Yuki stretta al suo braccio…sicuramente le cose tra loro si stavano evolvendo nel modo giusto.
Un’altra stretta al cuore e nuove lacrime le rigarono il viso. Possibile che non riuscisse a smettere di piangere per lui? A questo punto non poteva che sperare che partissero presto insieme. Tutta quella attesa continuava solo a logorarla di più. 
Una volta ad Arinamia con Yuki, lui sarebbe stato felice e al sicuro e lei avrebbe potuto farsene definitivamente una ragione… o almeno provarci con maggiore convinzione. Chissà se sarebbe mai stata in grado di scrollarsi di dosso tutto quel dolore? 

Al mattino Ryo si svegliò sentendo dei rumori provenire dalla  cucina. 
- Kaori è tornata - pensò euforico. Quando si affacciò però vide che non si trattava di Kaori, bensì di Yuki. 
“Che ci fai sveglia a quest’ora?” chiese lui con una punta di delusione nella voce
“Buongiorno Ryo, potrei chiederti la stessa cosa... Beh, in queste mattine siamo sempre stati a fare colazione fuori, avevo piacere di prepararti qualcosa con le mie mani…”
“Sei gentile, ma non ce n’era bisogno…”
“Lo faccio con piacere…” gli rispose lei con un grande sorriso luminoso sul volto
Mentre mangiavano insieme, seduti al tavolo di cucina, Ryo non poté fare a meno di pensare a quanto fosse diversa l’atmosfera quando in casa c’era Kaori.
È vero, per colpa sua non capitava spesso di condividere dei pasti insieme, ma le volte in cui accadeva era felice, sereno, anche solo per il semplice fatto di alzare gli occhi e ritrovarsela lì che lo guardava con la speranza che apprezzasse ciò che aveva cucinato per lui… ma lui puntualmente, la mortificava anche lì… era davvero un pessimo elemento,  non la meritava affatto… era ovvio che lei lo stesse ignorando e che non volesse più vederlo. Aveva sopportato davvero troppo in tutti quegli anni insieme. 
“C’e qualcosa che ti turba Ryo?” chiese Yuki vedendolo perso nei suoi pensieri 
“Ehm… No, perché dici questo?”
“Mi sembri distante in questi giorni…”
“Non riesco a riposare molto bene ultimamente.. Allora, oggi dove ti piacerebbe andare?” chiese Ryo sorridendo e cercando di deviare in fretta il discorso 
“Per oggi ho pensato a questo programma se sei d’accordo... Vorrei dedicarmi a qualcosa di culturale stamattina, magari andando insieme al museo nazionale, dopodiché mi piacerebbe fare un giro per lo Yoyogi Park e finire la giornata in un bel centro benessere. Che ne dici?!”
“Dico che ogni suo desiderio è un ordine mia bella regina…” scoppiarono a ridere insieme e Yuki si sentì rincuorata nel vederlo di nuovo spensierato. Sì, quello sarebbe stato senz’altro il giorno giusto.

La giornata trascorse seguendo esattamente il programma pensato da Yuki, finirono con una cena in uno dei tanti localini siti davanti al porto. 
Erano stati bene insieme, sentiva Ryo sciogliersi sempre di più e la regina ne era quindi entusiasta. 
Al termine della cena decisero di fare due passi lungo il porto. La luna piena, la musica che avvolgeva le strade… era tutto così romantico.
Yuki continuava a tenersi stretta al braccio di Ryo, come aveva fatto per tutti quei giorni del resto, si fece forza e quando sentì i rintocchi di una campana in lontananza, voltandosi verso Ryo gli disse… 
“È mezzanotte, che ne diresti di baciare questa Cenerentola prima che la magia svanisca?”
A quelle parole Ryo rimase attonito e per un attimo tornó con la mente a quella sera di tanto tempo fa… il porto, Cenerentola…. e adesso era di nuovo lì, col suono di quelle campane che coi primi rintocchi della mezzanotte stava decretando l’arrivo di un nuovo giorno… il 31 marzo… il giorno nel quale era nata l’unica Cenerentola che avrebbe mai voluto avere fra le braccia in quel momento… 
La donna si gettò sulle sue labbra, ma lui la bloccó per tempo. 
“Yuki no!”
A quell’esclamazione così perentoria, la regina lo guardó sbalordita
“Ryo ma cosa ti prende? È già la seconda volta che mi rifiuti... Io credevo… insomma, dopo quello che abbiamo vissuto, io pensavo tu provassi un interesse per me… perché non vuoi baciarmi? Se hai paura solo perché sono una regina, allora non devi... ”
“Non è per questo Yuki...” rispose lui interrompendola
“E allora cosa c’è che non va?”
“Il fatto è che se lo facessi non potrei più guardare Kaori negli occhi e neanche me stesso” le parole gli erano uscite con una naturalezza tale che ne rimase spiazzato lui per primo… 
“Kaori??? Vorresti dirmi che tu... Tu ami Kaori?”
Ryo non rispose, ma il suo silenzio valse più di mille parole
“Io non credevo… come ho potuto essere tanto sciocca da non capire! Oddio cosa ho fatto… ora ho capito il perché di quel suo sguardo triste… ”
A quelle parole Ryo fu pervaso da una paura folle… 
“Cosa hai fatto Yuki?”
“Io… io… Non avevo capito, io l’ho allontanata… non volevo…”
“Cosa vuol dire che l’hai allontanata?!”
“Ecco vedi Ryo… il primo giorno che sono arrivata qui ho parlato con Kaori e…” Yuki si sentiva visibilmente a disagio, non sapeva a quel punto come Ryo avrebbe reagito di fronte alla verità 
“Yuki ti prego parla!” urlò Ryo piuttosto spazientito 
“Beh, le ho spiegato quello che c’era stato fra noi poco prima che ritornassi nel mio paese e le ho detto di essere innamorata di te e di volerti sposare perché durante quel nostro bacio avevo percepito qualcosa di profondo tra di noi... E insomma, le ho detto che se ti voleva bene doveva evitare di intromettersi per permettermi di avvicinarmi a te…
Del resto se ci fossimo sposati tu avresti avuto una vita migliore di quella che hai…”
“Tu cosa?!” Ryo sembrava fuori di sé... Adesso si spiegava il motivo per il quale Kaori se ne era andata, il perché di quei discorsi tanto assurdi sulla felicità… ma come poteva solo pensare che lui sarebbe stato felice senza di lei?
“Ti chiedo scusa Ryo… solo ora capisco di aver sbagliato tutto… Ma io ero davvero convinta che ci fosse un legame tra di noi e l’ho fatto credere anche a lei... E’ vero che è passato del tempo dal nostro bacio ma…”
Ryo sembrava in preda al panico. Davvero Kaori aveva creduto che lui si potesse innamorare di Yuki o che lo fosse mai stato in passato? Per la prima volta capì quanto la sua indecisione, tutti quegli anni di detti e non detti, avessero logorato inesorabilmente il rapporto tra lui e Kaori, portandola al punto di credere che lui avrebbe preferito andare via con un’altra piuttosto che restare con lei… non era mai stato onesto con la donna che amava di più al mondo, perché non era mai riuscito ad esserlo fino in fondo neanche con se stesso. 
“Sono io che devo chiederti scusa Yuki...” le disse lui all’improvviso, una volta ritrovata la calma.
“Se già allora avessi avuto il coraggio di ammettere la verità fin da subito, tutto questo non sarebbe accaduto. 
Quel giorno, quando ti ho lasciato davanti all’ambasciata,  tu eri disperata e ho provato una profonda tenerezza per te. 
Mi si è spezzato il cuore perché ho rivisto molto di te in me. Non potevi negarti al tuo destino, per quanto questo ti facesse soffrire… costretta a perdere la tua libertà per rientrare in una gabbia, seppur dorata… e lo stesso valeva per me che mi sentivo, e mi sento tuttora, ingabbiato… costretto a vivere il mio di destino soffocando i sentimenti che provo per la donna che amo più della mia stessa vita”
“Allora eri già innamorato di lei? Ed è per questo che mi hai detto che non avrebbe mai potuto funzionare fra noi… È questo tuo dolore che ho percepito quando ti ho baciato… per me tu hai provato solo una profonda tenerezza… in realtà stavi soffrendo pensando a lei... 
Sono stata una sciocca… una sciocca” Yuki cominció a piangere senza riuscire a trattenersi... 
Ryo la strinse fra le braccia per cercare di calmarla… 
“Non possiamo scappare dal nostro destino Ryo… io ho un regno che mi aspetta e tu una donna da amare…Anche lei fa parte del tuo destino e spero tu l’abbia capito. Non puoi più nascondere i tuoi sentimenti giusto?Ti ho trovato cambiato ed ora è tutto più chiaro…” 
Yuki non riusciva più a guardare Ryo negli occhi... In pochi istanti tutte le sue speranze erano svanite nel nulla, si sentiva ferita ma sapeva che a niente sarebbero valsi ulteriori suoi tentativi… 
“Dovresti andare da lei adesso non credi? Portami a casa, rifarò in fretta le valigie. Poi sarà sufficiente lasciarmi alla stazione di polizia, mi scorteranno loro all’aeroporto, prenderò il primo volo disponibile o manderò uno dei miei jet privati a riprendermi.
Del resto non ho più motivo per comportarmi come una ragazza qualunque… ad ognuno il suo destino Ryo… 
E’ stato bello rivederti. Kaori è una donna fortunata, ma se posso permettermi, tu lo sei di più… non tutte le donne avrebbero fatto quello che ha fatto lei per te. Era disposta a lasciarti andare... Deve amarti molto. Vorrei che le chiedessi scusa da parte mia…”
“Lo farò…”
“Nonostante tutto sono felice di essere tornata. Era una cosa che dovevo fare. Credo tu mi capisca… speravo in un epilogo diverso per noi, ma accetto la sconfitta…”
“Sii felice Yuki…”
“Anche tu Ryo… basta paure, basta incertezze...ora sai che puoi esserlo”

Dopo aver lasciato Yuki alla stazione di polizia, Ryo più convinto che mai, corse verso la casa di Eriko per poter finalmente parlare con Kaori. 
Per tutta la vita era stato sempre lui quello a volerla allontanare per permetterle una vita migliore e adesso? Adesso gli era toccata la stessa sorte e aveva finalmente capito quanto tutto questo fosse assurdo.
Kaori non voleva stare lontano da Ryo e lui non voleva stare lontano da lei... Allontanarsi a vicenda, evitare di esprimere fino in fondo i loro veri sentimenti, pensando che questa fosse l’unica strada per condurli alla felicità, era la cosa più sciocca che avessero mai potuto fare.
Stava provando quello che aveva sempre provato lei in tutti quegli anni e nel raggiungere la casa di Eriko, guidando come un pazzo, non poté fare a meno di odiarsi per tutto il tempo che aveva perduto dietro a quelle sue stupide convinzioni. 
Una volta giunto a destinazione, suonò con insistenza il campanello, ma nessuno rispose. Erano già le due del mattino, che fosse ancora al NIGHT FLOWER? O peggio ancora, che fosse uscita con Jotaro dopo lo spettacolo? 
Attese circa mezz’ora seduto sugli scalini di fronte alla palazzina di Eriko fino a che vide in lontananza una figura che avrebbe riconosciuto fra mille. 
Kaori si stava avvicinando… quando lo vide, fermo davanti a lei, si bloccò. 
“Ryo, che stai facendo qui a quest’ora del mattino?!” chiese lei incredula, pensando si trattasse di un’allucinazione 
“Buon compleanno Kaori…” gli disse lui senza riuscire a staccarle gli occhi di dosso
“Compleanno? Oddio… Con tutto quello che è accaduto in questi giorni non ci ho proprio pensato… hai ragione, grazie” arrossì lei… 
“E sei venuto qui alle 2.30 del mattino per farmi gli auguri? potevi chiamarmi domattina...” 
“Chiamarti? Ma così sarei venuto meno alla nostra promessa di trascorrere tutti i nostri compleanni insieme…”
Kaori a quelle parole si sentì invasa da un profondo calore… non era abituata a sentire Ryo così carino con lei…
“Ma a proposito... Che ci fai da sola per strada a quest’ora?” 
“Torno sempre a casa da sola dopo le mie serate al locale...”
“Ma come, non ti riaccompagna quel bell’imbusto di Jotaro?” chiese lui visibilmente scocciato 
“Quel bell’imbusto eh? Sembri quasi geloso” ridacchió lei. 
“Comunque non è necessario, il locale è proprio dietro l’angolo... Sei sempre troppo protettivo con me, sono brava a difendermi da sola... Sono o non sono l’assistente del grande Ryo Saeba?” 
A quelle parole Ryo le rivolse un sorriso così dolce che fece sciogliere il suo cuore all’istante. 
“Ma Yuki dov’è? Non l’avrai lasciata sola...” chiese lei riprendendosi dall’imbarazzo 
Tipico della sua sugar boy, pensò Ryo. Nonostante tutto continuava ancora a mettersi al secondo posto, a pensare agli altri piuttosto che a se stessa. Ma non lo avrebbe più permesso. Avrebbe dovuto sentirsi al primo posto con lui, sempre. 
“Yuki è ripartita…” rispose lui con fare sbrigativo
Kaori sentì il proprio cuore fuoriuscirle dal petto
“Partita?! Ma…”
“Dai Kaori, non vorrai metterti a fare una conversazione in mezzo alla strada a quest’ora del mattino… fammi entrare che ti aiuto a rifare i bagagli così possiamo tornare a casa”
“Ma cos’è tutta questa fretta Ryo?”
“È che mi sei mancata… ecco… Vedi.. Ero stufo di andare a fare colazione fuori e poi tu non sei così brava a cucinare ma Yuki era davvero un disastro e quindi…” 
- OK -  pensò Ryo - È vero che sono fortemente deciso a cambiare, ma certi vizi sono duri a morire e poi già mi sono esposto troppo dicendole che mi è mancata…Ma diamine, chi se ne frega di esporsi.. Non avevo detto che sarei finalmente stato sincero?? Sono proprio un caso senza speranza…-
Kaori a quell’affermazione fece spuntare uno dei suoi classici martelloni da 100 tonn e glielo scaraventó in testa conficcandolo nell’asfalto
“Se ti sono mancata soltanto per questo, puoi sempre prenderti una cameriera!!!”
E così dicendo, rossa in volto, salì gli scalini per entrare nell’appartamento.  
Ryo fece in tempo a rialzarsi e ad entrare in casa, proprio un attimo prima che lei riuscisse a sbattergli la porta in faccia. 
“OK scusami Kaori, non volevo dire quello che ho detto…”
“Va bene ti perdono... Visto che sei venuto fin qua solo per farmi gli auguri…” disse lei rassegnata
“No, non è solo per questo… È che mi sei mancata davvero in questi giorni…”
Per l’ennesima volta era riuscito a spiazzarla lasciandola senza parole…
“E poi quella sera che siamo venuti a vederti cantare... Beh, non ti ho detto che sei stata bravissima. Ci tenevo tu lo sapessi. Non credevo sapessi cantare così bene, ma del resto tu sei sempre stata in grado di stupirmi...e con quel vestito poi, eri meravigliosa mia piccola Sugar”
Quel dolce soprannome, che lui usava di tanto in tanto, le mandava il cuore in fibrillazione… la faceva sentire importante, unica… 
A quel punto Ryo non aveva più nessuna intenzione di mollare... Doveva aprirsi, dirle tutto… 
“E poi volevo dirti che ho parlato con Yuki…” disse lui avvicinandosi.. 
A quelle parole, Kaori si irrigidì… 
“E cosa vi siete detti? Immagino vi siate divertiti in questi giorni…” era ovvio a cosa volesse alludere… 
“Non nel modo in cui pensi tu…” Ryo era rimasto ferito dalle sue parole... Non avrebbe mai voluto che lei lo ritenesse ancora in grado di mancarle di rispetto, era sempre più ovvio che quel suo discorso alla radura, non fosse stato ben recepito... 
“Intanto ho visto che vi siete baciati…” disse lei fingendo disinteresse
“Intendi la mattina in cui ci hai visti in camera insieme? Non ci siamo baciati…o meglio, Yuki si è avvicinata per farlo, ma io non gliel’ho permesso”
“Ah... E come mai? Stai perdendo colpi mio caro?” cercó di scherzare lei, per cercare di placare la tensione che sentiva crescerle dentro… 
“Diciamo pure che non sono i colpi quelli che sto perdendo, ma piuttosto il senno a causa di una qualche persona…” rispose lui continuando ad avanzare verso di lei e fissandola ancora negli occhi. 
Continuarono a guardarsi per un tempo indefinito fino a quando Ryo riprese la parola… 
“Ma davvero pensavi che potessi diventare Re?” le disse lui cambiando espressione e cominciando a ridere senza sosta
A quelle parole Kaori lo guardò stranita… 
“Beh, io…allora... È vero, saresti stato un Re pessimo... Sei un poco di buono, un pervertito e avresti sperperato in pochi giorni tutte le ricchezze della famiglia reale, ma ho pensato che con Yuki saresti potuto essere fe…”
“Non dirlo!” la bloccò lui
“Io sono felice della mia vita… solo con te Kaori”
A quelle parole, con pochi passi, aveva colmato tutta la distanza che li separava e raggiunse le labbra della donna sfiorandole dapprima con un bacio dolce e delicato che, in pochi attimi, divenne sempre più passionale, esigente.
Kaori rispose a quel bacio con tutta se stessa, stupendosi dell’audacia dimostrata ma certa, come non mai, di volere e potere finalmente abbattere tutti i muri che in quegli anni si erano alzati intorno a lei…
“La canzone che ho cantato quella sera… era per te… avrei voluto dedicarla a te…sei tu la persona più importante della mia vita e ho pregato tanto di poter essere tua... Fammi sentire tua Ryo...” gli disse la ragazza non appena le loro labbra si staccarono, giusto il tempo di poter riprendere aria… 
Ryo perse completamente il controllo. Da quanto tempo desiderava stringerla fra le braccia, per quanto tempo aveva sognato quelle parole.
Si sentiva ormai completamente in balia di quella donna e si maledisse ancora e ancora per essersi negato, per così tanto tempo, la possibilità di assaporare quella felicità assoluta che aveva a portata di mano e che si ostinava a non afferrare.
Era lei che voleva, erano quelle labbra dolci e piene che avrebbe voluto baciare per tutta la vita e che non avrebbe creduto mai potessero avere tutto quel potere su di lui. 
Si incamminarono verso la camera degli ospiti di Eriko senza porre fine al contatto delle loro labbra. Kaori si distese sul letto, Ryo sopra di lei intenti ancora a baciarsi e toccarsi ovunque e in pochi istanti si ritrovarono nudi, avvinghiati e desiderosi di potersi finalmente donare completamente l’uno all’altra…
“Ti amo Kaori” disse lui guardandola con occhi sognanti e riprendendo a baciarla dappertutto quasi a voler recuperare tutto il tempo perduto. 
Un calore più fitto cominciò a pervadere il corpo della donna che non avrebbe mai immaginato, neanche nei suoi sogni più belli, che l’uomo che amava con tutta se stessa, sarebbe riuscito finalmente a dirle, in maniera diretta e chiara, ciò che aveva atteso da tutta la vita.
“Ti amo da sempre Ryo” 
A quelle parole, il desiderio di entrambi si fece più prepotente, i gemiti sempre più forti, i respiri accelerati fino a che un’ondata di piacere li fece tremare abbandonandoli l’uno nella braccia dell’altra, ormai sicuri che quello fosse l’unico posto al mondo in cui avrebbero voluto vivere e morire. 
Riuscirono finalmente ad addormentarsi, stretti in un forte abbraccio dal quale nessuno dei due, sembrava intenzionato a separarsi. 

Il primo a svegliarsi al mattino fu Ryo che, non appena aperti gli occhi, non poté fare a meno di contemplare il bellissimo volto della sua compagna che dormiva serena avvinghiata a lui. 
Era innamorato, dannatamente e fottutamente perso, e non riusciva ancora a credere di aver fatto quel passo con lei…  
Tutte le paure, i dubbi, le incertezze… in quella notte tutto era svanito lasciando il posto solo all’amore che provava per quella donna che da sei anni gli sconvolgeva la vita. Ed era stato bellissimo fare l’amore per la prima volta. 
- Anche io ero vergine... Chi lo avrebbe mai detto - . Disse fra sé e sé sorridendo. 
Non sapeva neanche cosa significasse davvero fare l’amore prima di quella notte... non aveva mai provato niente del genere, aveva creduto che il cuore potesse scoppiargli nel petto da un momento all’altro.  Si era sentito finalmente completo e nel posto giusto per la prima volta in tutta la sua vita. 
Non poté fare a meno di posare un dolce bacio sulla guancia di Kaori che a quel contatto si sveglió…
“Scusami, non volevo svegliarti... Volevo darti un bacio. È stato più forte di me” disse lui approfittando del momento per ricoprirle il volto con altri dolci e teneri baci 
“È il miglior risveglio che potessi desiderare...” rispose lei prendendogli il volto fra le mani e baciandolo sulle labbra. 
“Ancora buon compleanno...” disse lui continuando a baciarla con sempre maggiore intensità… ora che aveva assaggiato il suo sapore, non ne avrebbe fatto più a meno per niente al mondo. 
“È il più bel compleanno della mia vita…” rispose lei staccandosi con riluttanza dalle labbra di Ryo
“E’anche l’anniversario della morte di Hideyuki… forse è un segno che tra noi sia accaduto tutto proprio oggi… Lui sicuramente sentirà quanto siamo felici in questo momento”
Ryo le sorrise... “È grazie a tuo fratello se ci siamo incontrati, non smetterò mai di credere e sperare, che avesse capito tutto prima di noi e che fosse il suo desiderio quello di volerci finalmente insieme”
Kaori lo abbracciò forte, ma prima che Ryo ricominciasse a ricoprirla di baci, lo fermò… 
“C’è ancora una cosa che volevo chiederti…”
“Ok, ma fai in fretta perché il mio amichetto là sotto sta scalpitando…”
“Dovrai calmare i tuoi bollenti spiriti per un attimo… volevo chiederti… perché hai baciato Yuki?”
“Ti ho già detto che non l’ho baciata!”
“Non intendo adesso, intendo quel giorno… Quando l’hai accompagnata all’ambasciata…”
“Oddio Kaori perché mi fai tornare alla mente certe cose che poi il mio amichetto si affloscia e finisce il divertimento prima ancora che sia iniziato…uffa!”
“Smettila di fare il cretino… voglio che tu sia sincero”
“Non sono mai stato innamorato di Yuki se è questo che vuoi sapere. Nessuna donna ha mai potuto competere con te… È già da molto tempo che ho capito di amarti. Per me è stato un sentimento del tutto nuovo, non avevo mai provato per nessuna quello che provo per te… ma non volevo ammetterlo a me stesso, volevo reprimerlo e ho creduto di potercela fare. 
L’ho già spiegato anche a Yuki…quel giorno ho provato tenerezza per lei. Doveva affrontare il suo destino nonostante questo la facesse soffrire e a me era toccata la stessa sorte.
Credevo che allontanarti sarebbe stata la cosa migliore da fare, ma non c’ero mai riuscito… non volevo tenerti con me, ma volevo dannatamente tenerti con me, mi sono ritrovato a non sapere cosa fare e come Yuki ho avuto paura...
Paura di dover affrontare il mio destino che pensavo potesse riservarmi solo infelicità visto che mi ero ripromesso di soffocare i sentimenti che sentivo per te. Se penso a quanto sono stato stupido! Comunque con Yuki ho chiarito tutto… e si scusa con te… 
Ad ogni modo ci tengo a precisare che è stata lei a baciare me, non io lei...”
“Ma tu il bacio te lo sei preso eccome caro il mio stallone di Shinjuku” disse Kaori fintamente stizzita
“Beh Kaori… ho una reputazione da mantenere…”
“Pensa piuttosto a mantenere la testa attaccata al collo perché se da ora in poi continuerai con questi discorsi, potrei decidere di staccartela con uno dei miei martelli!”
“No no e poi no… sei e rimarrai per sempre tu la mia dea dell’amore…” e così dicendo ricominció a ricoprirla di baci quando il telefono squilló
“Accidenti, e ora chi c’è che rompe…?” sbraitó Ryo visibilmente spazientito
Kaori si alzò di corsa e andò a rispondere… 
“Ciao Kaori, sono Eriko... Tutto bene? Volevo augurarti un buon compleanno!”
“Ciao Eriko... Grazie… Sì tutto bene”
“Mi ha detto Jotaro che queste prime serate sono andate alla grande! Non avevo dubbi! E con Ryo? Come procedono le cose?”
“Con Ryo? Beh, diciamo che se le mura di casa tua potessero parlare ne avrebbero di cose da dire…” si meravigliò di se stessa per la sfacciataggine dimostrata con quell’affermazione.
Lo stesso Ryo, che non si era lasciato sfuggire l’occasione di seguire e stuzzicare  il meraviglioso corpo nudo della sua donna, sorrise compiaciuto… 
“Hey, non vorrai dirmi che…a casa mia??!!”
“Adesso scusami ma devo and...” e non fece in tempo a salutare l’amica perché Ryo la riprese con forza riadagiandola sul letto e placcandola sotto di sé… 
“Adesso basta parlare… diamo a queste mura qualcos’altro da guardare…”
Kaori sorrise arrossendo prima che un dolce bacio trasformasse il loro sangue in fuoco, travolgendoli nuovamente in un vortice di passione senza fine. 




*Come già indicato nell’introduzione, la canzone è Only hope di Mandy Moore. Trovo che il testo rispecchi perfettamente i pensieri di Kaori per Ryo. 
Vi invito ad ascoltarla in caso non la conosciate ( se siete arrivati fin qui, grazie per aver letto!!!) 






   
 
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