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Autore: royal_donkey    04/08/2020    3 recensioni
Merlino viene trasformato nel lui bambino da un incantesimo che avrebbe dovuto invece colpire Artù. Quest'ultimo, dovrà riportare Merlino al castello cercando di farlo tornare alla sua età (per esigenze prettamente personali ed egoistiche). Ciò che però non sa il giovane principe è che per spezzare l'incantesimo servirà appunto la magia, arte proibita nel regno di Uther Pendragon. Artù proverà quindi a convincere il padre ad ogni costo per far sì che Gaius faccia l'incantesimo che riporta Merlino ai suoi diciotto anni. Ma quanto ci servirà? E nel frattempo, chi controllerà quel piccolo bambino vivace? E se fosse proprio il futuro re ad avere questo compito? (ispirata da una storia letta su wattpad, "Toddler Merlin", a cui do ovviamente i crediti nonostante l’autore/autrice sia inglese- presumo)
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Merlino, Principe Artù
Note: De-Aging, Kidfic, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima stagione
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RACCOLTA DI DRABBLE / FLASHFIC / ONE SHOT
ogni storia è a sé, nonostante abbiano in comune lo stesso filo conduttore.
 
Nota: Ho dovuto scegliere raccolta di One Shot mentre aggiungevo la storia dato che è presente più di un capitolo con oltre 500 parole, ma ci saranno anche Flashfics e Drabbles. 


INSOLENZA IMMORTALE
(1003 parole su Word)


"Artù!" fu tutto quello che il giovane Pendragon sentì prima di essere accecato da un bagliore blu, vide poi un salto da parte di Merlino pronto a proteggerlo e la strega di fronte a lui sparire nel nulla. Si guardò attorno, leggermente confuso e scettico.
Sapeva ciò che aveva visto, aveva capito che era un atto di stregoneria ma non riusciva a capacitarsi di cosa fosse successo. Fece qualche passo in avanti, poi ai lati, perlustrando il territorio che lo circondava. Niente di anomalo, per ora.
Ma Merlino?
Il pensiero lo abbandonò subito quando nel suo campo uditivo si fece spazio il rumore di un pianto assordante che gli ricordava quello di un bambino.
Perché c'era un bambino nella foresta?
Dov’era Merlino in tutto questo?
Cosa gli aveva fatto quella strega?
Un brivido attraversò il corpo di Artù, motivo per il quale la figura imponente del biondo s’irrigidì. Cercò di scacciare quel pensiero rivoltante e s'incamminò verso il punto di provenienza del suono. Merlino non poteva essere morto, sarebbe dovuto morire lui. La persona che si doveva sacrificare per il bene del regno era il principe, non un inutile - e alquanto irritante - servo.
Con cautela percorse la piccola discesa, facendo cadere alcuni sassolini e spezzando qualche rametto, finché non vide un bambino vestito di abiti molto più grandi di lui - che sembravano stranamente quelli del suo inseparabile servo – appoggiato al tronco di un albero; si avvicinò lento e poi si fece scrutare dal piccolo.
Il tempo di guardarlo in faccia che notò fin troppe somiglianze con Merlino. Ma non poteva essere lui, suvvia! Il suo servo - nonché unico amico - era poco più giovane di lui, ed il principe non era certo un dodicenne!
"Ei, ciao" sussurrò dolce Artù, incurvando le labbra in un sorriso e accovacciandosi davanti all'esile figura, che si stava chiudendo a riccio e aveva smesso di piangere. Il bambino era visibilmente impaurito, ignaro dell'identità della persona di fronte a lui e di cosa potesse essere capace.
"Sono Artù, tu come ti chiami?" il primo non sapeva cosa fare: i bambini di Camelot erano sempre molto felici di averlo intorno perché ammiravano il suo talento da lottatore e aspiravano un giorno ad essere bravi quanto il futuro Re.
Quindi, in presenza dei cittadini più giovani, dava delle lezioni con la spada e giocava con i bambini, fingendo di perdere giusto per vederli sorridere. Non era così cattivo come la gente estranea alla cittadella lo dipingeva, anzi, era molto attaccato al suo popolo e avrebbe fatto ogni cosa per proteggerli: anche morire.
Il problema era Merlino, che si metteva sempre in mezzo... letteralmente.
In tutto ciò, dove diavolo era finito?
Era già probabilmente passato un quarto di clessidra1 e non aveva ancora sentito il suo nome essere chiamato in preda alla disperazione; perché Merlino ci tenesse così tanto a tenerlo in vita non lo sapeva, ma lo ringraziava in cuor suo ogni volta. Non lo avrebbe mai detto, ovviamente, ma ci teneva a Merlino e non voleva che si sacrificasse al posto suo: un po’ perché era il suo compito e in caso contrario (cosa piuttosto improbabile) i complimenti li avrebbe presi il moro, un po’ perché – a differenza di ciò che diceva il padre – la sua vita valeva quanto quella di ogni altra persona, compreso il principe ed il re.
"Merlino" sussurrò il bambino, facendosi più piccolo di prima.
Il cuore di Artù perse un colpo, poi due e poi tre.
Probabilmente si era anche fermato, oppure si muoveva così in fretta che non pareva battere affatto.
"Merlino?" domandò incredulo, poi boccheggiò quando in risposta ricevette uno sguardo confuso. Deglutì, in difficoltà, e si diede mentalmente dell'idiota. Devo pensare prima di parlare appuntò nella sua mente – che, stranamente, esisteva e funzionava-, poi sorrise in imbarazzo al piccolo Merlino.
Quindi sarebbe tornato bambino se la strega l'avesse colpito?
Dannazione! Non poteva lasciarla fare?
Almeno poteva ricevere complimenti tutto il giorno, ora non glieli faceva più nessuno.
"Umh... io... uhm... Senti, che ne dici se ti porto al riparo, che qui fa freddo e sta calando il sole?" tentò, alzandosi e porgendogli la mano.
"Voglio la mamma" sgranò gli occhi e deglutì. E ora come glielo spiegava ad Hunith? Ma con chi avrebbe passato le giornate, a proposito?
Non era sicuro riportarlo ad Ealdor, sia per i banditi che avrebbero potuto riattaccare sia per il fatto che lì si conoscevano tutti e nasconderlo sarebbe stato impossibile. Optò, quindi, per riportarlo a Camelot, magari lo avrebbe allenato ad essere un cavaliere, almeno in qualcosa sarebbe stato bravo – diciamo che di servi ne conosceva di migliori, ecco.
"Non puoi tornare da tua madre, Merlino"
"Perché? Io voglio la mia mamma!"
"Perché è pericoloso, ti potrebbero fare del male"
"Potrebbero far del male anche a lei"
"Lei è al sicuro" Merlino lo guardò male e sussurrò un lieve “siete solo uno zuccone2 se pensate che lei sia al sicuro e io no”, facendo ridacchiare Artù che poi si rese conto dell'offesa e tornò serio in un battibaleno.
"Ei! Devi portarmi rispetto!" disse prendendolo in braccio e portandolo sulla spalle come fosse un sacco di patate. Cominciò a camminare sul sentiero intrapreso in precedenza, in direzione dei cavalli.
"Perché? Sei il re?" domandò in tono di sfida. Artù si fermò, scioccato. Era così insolente anche da bambino, incredibile!
"No, sono suo figlio" lo posò sulla sella e poi fece in modo che non cadesse dal cavallo. Legò l'animale del suo non più servo - non avrebbe schiavizzato un bambino, nonostante fosse lo stesso irrispettoso Merlino di sempre - al suo, evitando di perdersi per strada il compagno di avventure causa la sua incapacità nel cavalcare il destriero; poi salì e si avviò verso Camelot.
"Quindi è una cosa di famiglia"
"Cosa?" si girò leggermente confuso Artù, di cosa stava parlando?
"La stupidità" rispose ovvio Merlino, guardandolo curioso e sentendo l'odore della vincita di quella piccola conversazione.
"Merlino!"




1 = siccome non sono sicura riguardo l’unità di misura al tempo di Artù (nel cinquecento e qualcosa), ho pensato che la clessidra fosse uno degli strumenti da poter prendere in considerazione. In questo caso, dato che le clessidre sono di vari tipi – lunghe, larghe, strette, corte e chi più ne ha più ne metta – il passare dei minuti varia. Per cui, ho deciso che la clessidra più comune a corte fosse una clessidra da sessanta minuti e, essendo passato un quarto di clessidra, Artù intende un quarto d’ora (appunto, ahahaha) dal momento in cui Merlino è sparito.
= stolido è la traduzione del famosissimo insulto che a molti di noi è noto come “clotpole” (spero che non siano pochi i fan italiani che preferiscono la serie in lingua originale), uno dei tanti aggettivi che spesso viene usato da Merlino per descrivere il nostro caro Artù (assieme a dollop-head, supercilious e altri), ma siccome non mi piaceva come suonava ho messo zuccone, modo con il quale viene tradotto anche nella serie se non erro. Ho deciso di includerla poiché era uno dei pochissimi modi con cui Artù lo avrebbe potuto riconoscere – diciamo che non tutti i bambini mancherebbero di rispetto ad un re o ad un principe, ecco.
Oltre a questo, spero abbiate notato (vi prego ditemi di sì), il riferimento fatto al primo incontro tra i due con la battuta del “Siete il re?” “No, sono suo figlio”, che, insomma, ci ha portato qui dove siamo. Ho deciso di metterlo per lo stesso motivo di zuccone, diciamo che è questa la ragione – Artù penso non crederebbe ad un Merlino rispettoso delle etichette, sarebbe come un universo parallelo (che poi, questo è una mezza specie di what if/AU quindi AHAHAH).
Lasciatemi perdere, va’.


Ringrazio in anticipo elfin_emrys, ComeWhatKlaine, Felpie e therealbloodymary01 perché sono persone stupende e sì (andatevi a leggervi le loro storie, che sono meravigliose! - piccolo warning: se iniziate Revolution Roots sappiate di andare incontro ad una long in corso e lunghissima (grazie al cavolo, altrimenti non si chiamerebbe long **facepalm**); ma ne vale la pena *occhiolino ““comico”” delle pubblicità, conosciuto come occhiolino cringe*), meritano un ringraziamento qui.

Ringrazio anche voi lettori silenziosi (ci sono stati prima, ci sono ora e ci saranno dopo, quindi sono ovviamente ovunque – anche io sono uno di loro), chi recensirà e chi aggiungerà la storia nelle seguite/preferite/ricordate. Siete tutti nel mio piccolo ma grande cuoricino.
Se avete notato errori (o orrori) vi prego di segnalarmeli! 
Spero vi sia piaciuto e spero che di avervi anche strappato un sorriso – sì, mo sto a chiede troppo
Bacioni,
royal_donkey.
   
 
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