È la testa pulsante a svegliarlo. Ogni battito cardiaco gli sembra una martellata tra le orecchie. Solo dopo riesce a distinguere la sensazione di bocca impastata e la nausea. Lentamente porta una mano davanti agli occhi prima di aprirli, sa che la luce del sole peggiorerà solo la situazione.
Quanto ha bevuto il giorno prima?
Troppo, indubbiamente.
Quando mette a fuoco le ombre colorate attorno a lui capisce di essere nella sua camera. Accanto a lui, sul comodino a destra intravede una coppa, vorrebbe allungarsi per prenderla ma la sensazione di non essere da solo nel letto lo ferma. Allora si volta verso la finestra e trema appena vede che i capelli di Sansa li coprono entrambi.
Le trecce sciolte sembrano fiamme danzanti sotto i raggi del mattino, la pelle chiara ricorda l’alabastro finemente lavorato delle Città Libere, ma è la sua espressione pacifica a togliergli il fiato. È talmente bella che sarebbe disposto a cedere Castel Granito e tutte le sue miniere per rivederla ogni mattina.
Sente il disprezzo di suo padre per quel pensiero fugace, il fatto che sia morto da anni non può impedire a Tywin di sussurrargli ancora e ancora che è la rovina delle famiglia. Dicevano che sua madre fosse l’unica persona capace di farlo sorridere, ma nonostante questo non potrebbe capire, Tywin non avrebbe mai rinunciato a Castel Granito per lei. Avrebbe trovato il modo di non dover scegliere, altrimenti sarebbe stato un debole. Ma a lui quel sacrificio non peserebbe, varrebbe ogni grammo d’oro che le miniere possono ancora regalare.
Vorrebbe accarezzare una guancia di Sansa, bearsi della pelle morbida sotto il suo tocco o accertarsi che sia reale e non un’allucinazione, ma sa che finirebbe per svegliarla e si accontenta di continuare a guardarla fino a che un pensiero gli impone di distogliere lo sguardo: un giorno ci sarà qualcuno che si sveglierà accanto a Sansa ogni mattina, un nobile uomo del Nord, un uomo d’onore capace di proteggere sua moglie e la sua terra. Qualcuno a cui Ned Stark avrebbe affidato la sua figlia più bella sapendo di lasciarla in buone mani.
Tyrion sospira sprofondando più che piò nel cuscino. Lui non è né nobile d’animo né molto capace con la spada, e Ned si farebbe sicuramente decapitare una seconda volta piuttosto che vedere Sansa accanto al più piccolo dei Leoni. Forse ha bevuto abbastanza per finire all’altro mondo e questo è il suo castigo per aver quasi distrutto i Sette Regni.
Dovrebbe alzarsi, fare qualcosa per svegliarsi, cercare di uscire da questo sogno troppo bello per essere vero. Ma se non fosse un sogno? Se Sansa fosse davvero addormentata accanto a lui per un motivo che lui non sa? Allora non potrebbe svegliarla.
Gli Dei sanno essere tremendamente crudeli quando vogliono.
NOTE DELL’AUTRICE: chiedo scusa per il ritardo di questo capitolo. Confesso di averlo scritto e riscritto varie volte ma nessuna mi convinceva. Confesso anche che questo non è quello che avevo immaginato per questo momento della storia, però i prossimi capitoli saranno belli tosti e forse rallentare un po’ è stata la cosa migliore. Ad ogni modo spero che il capitolo vi piaccia e, come al solito, chiedo scusa se Tyrion è OOC, ma scrivere di lui è davvero difficile.
Quanto ha bevuto il giorno prima?
Troppo, indubbiamente.
Quando mette a fuoco le ombre colorate attorno a lui capisce di essere nella sua camera. Accanto a lui, sul comodino a destra intravede una coppa, vorrebbe allungarsi per prenderla ma la sensazione di non essere da solo nel letto lo ferma. Allora si volta verso la finestra e trema appena vede che i capelli di Sansa li coprono entrambi.
Le trecce sciolte sembrano fiamme danzanti sotto i raggi del mattino, la pelle chiara ricorda l’alabastro finemente lavorato delle Città Libere, ma è la sua espressione pacifica a togliergli il fiato. È talmente bella che sarebbe disposto a cedere Castel Granito e tutte le sue miniere per rivederla ogni mattina.
Sente il disprezzo di suo padre per quel pensiero fugace, il fatto che sia morto da anni non può impedire a Tywin di sussurrargli ancora e ancora che è la rovina delle famiglia. Dicevano che sua madre fosse l’unica persona capace di farlo sorridere, ma nonostante questo non potrebbe capire, Tywin non avrebbe mai rinunciato a Castel Granito per lei. Avrebbe trovato il modo di non dover scegliere, altrimenti sarebbe stato un debole. Ma a lui quel sacrificio non peserebbe, varrebbe ogni grammo d’oro che le miniere possono ancora regalare.
Vorrebbe accarezzare una guancia di Sansa, bearsi della pelle morbida sotto il suo tocco o accertarsi che sia reale e non un’allucinazione, ma sa che finirebbe per svegliarla e si accontenta di continuare a guardarla fino a che un pensiero gli impone di distogliere lo sguardo: un giorno ci sarà qualcuno che si sveglierà accanto a Sansa ogni mattina, un nobile uomo del Nord, un uomo d’onore capace di proteggere sua moglie e la sua terra. Qualcuno a cui Ned Stark avrebbe affidato la sua figlia più bella sapendo di lasciarla in buone mani.
Tyrion sospira sprofondando più che piò nel cuscino. Lui non è né nobile d’animo né molto capace con la spada, e Ned si farebbe sicuramente decapitare una seconda volta piuttosto che vedere Sansa accanto al più piccolo dei Leoni. Forse ha bevuto abbastanza per finire all’altro mondo e questo è il suo castigo per aver quasi distrutto i Sette Regni.
Dovrebbe alzarsi, fare qualcosa per svegliarsi, cercare di uscire da questo sogno troppo bello per essere vero. Ma se non fosse un sogno? Se Sansa fosse davvero addormentata accanto a lui per un motivo che lui non sa? Allora non potrebbe svegliarla.
Gli Dei sanno essere tremendamente crudeli quando vogliono.
NOTE DELL’AUTRICE: chiedo scusa per il ritardo di questo capitolo. Confesso di averlo scritto e riscritto varie volte ma nessuna mi convinceva. Confesso anche che questo non è quello che avevo immaginato per questo momento della storia, però i prossimi capitoli saranno belli tosti e forse rallentare un po’ è stata la cosa migliore. Ad ogni modo spero che il capitolo vi piaccia e, come al solito, chiedo scusa se Tyrion è OOC, ma scrivere di lui è davvero difficile.