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Autore: ElenaDamon18    05/08/2020    1 recensioni
“Bambini, forza prendete posto, oggi ho qualcosa di molto speciale da raccontarvi”.
Sono Kagome, una ragazza di 17 anni, una sacerdotessa devota ai Kami che vive in un piccolo villaggio chiamato Musashi. Oltre a svolgere le mie mansioni ufficiali da sacerdotessa, mi impegno affinché i bambini del villaggio possano avere una buona istruzione, insegnandogli a leggere e scrivere, ma soprattutto intrattenendoli con le storie e le leggende del passato.
“Arriviamo subito Divina Kagome”.
I bambini del villaggio adorano questi momenti, sono sempre più affascinati nel sentirmi narrare le storie di valorosi guerrieri che sconfiggono demoni malvagi.
Dopo che ebbero preso posto sul prato iniziai a il mio racconto: “Oggi vi narro la leggenda della Sfera degli Shikon e della sua creatrice, la sacerdotessa Midoriko”.
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome | Coppie: Inuyasha/Kagome, Miroku/Sango, Rin/Sesshoumaru
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quella mattina la giornata era iniziata davvero presto, aveva seguito la nonna nel piccolo orto dove coltivavano le erbe medicinali e, insieme avevano preparato tutto l’occorrente per due donne del villaggio che erano in procinto di partorire. Ripensava spesso a quante cose avesse imparato negli anni, la nonna era stata davvero una brava insegnante; severa, puntigliosa, ma efficace.

Era passato qualche anno da quando aveva deciso di accettare l’incarico che le era stato offerto così caldamente dal capovillaggio e dalla nonna, la sacerdotessa, infatti, era davvero molto anziana e, il villaggio necessitava sempre di una maggiore protezione. E così dall’oggi al domani aveva detto addio a Kagome, alla ragazza che correva spensierata per i campi e, aveva dato il benvenuto alla venerabile e rispettabile Divina Kagome.

Ah, quanto odiava quell’epiteto!

Travolta da tutti quei pensieri si ridestò, prese arco e frecce e si avviò verso il bosco.

Dopo una lunga camminata raggiunse il villaggio del mezzodemone Jinenji, le sue erbe medicinali erano le migliori per le ferite.

L’ han’yō e sua madre la accolsero felici.

“Venerabile Kagome, di cosa avete bisogno?”

“Jinenji, perdona il mio arrivo improvviso, ho di nuovo bisogno delle tue erbe medicinali”

“Oh, non dovete scusarvi, lo sapete che siamo sempre contenti di ricevere una vostra visita, quali erbe vi occorrono?”

Gli elencai velocemente tutte le erbe e, lui mi fece cenno di attenderlo lì.

Dopo averla conosciuta, Jinenji era cambiato molto, aveva imparato a convivere con gli abitanti del villaggio e, consapevole della sua forza non aveva più tanta paura di mostrarsi in giro. Ricordava ancora nitidamente quanto gli abitanti del villaggio lo disprezzassero, accusandolo ingiustamente di uccidere delle donne innocenti, e tutto questo solo per la sua natura di mezzodemone. Ancora non si capacitava di tutto quell’odio.

Come poteva la sola natura, divisa eternamente a metà, provocare quel simile disprezzo?

Era davvero impossibile credere che un demone, potente e glorioso, potesse davvero innamorarsi di un misero essere umano?

Un suono gentile la risvegliò da tutti quegli interrogativi.

“Ecco a voi, qui ci sono tutte le erbe di cui avete bisogno”

“Ti ringrazio Jinenji, scusami ancora per il disturbo”

“Non dovete ringraziarmi, non è nulla rispetto a quanto voi abbiate fatto per me”

“A presto Jinenji, grazie”.

Mi incamminai velocemente, dovevo tornare al villaggio. Ad un tratto però percepì una forte aura demoniaca, ma non me ne preoccupai e continuai a camminare, ne conoscevo bene il proprietario.

“Quanto tempo vuoi rimanere ancora nascosto su quegli alberi a fissarmi?” dissi con tranquillità al vento, conscia che la mia voce l’avrebbe raggiunto.

“ Sai bene che non mi nascondo”.

La sua voce profonda trafisse il silenzio della foresta.

“Oh, lo so bene Sesshomaru”.

La mia avanzata fu interrotta dalla sua imponente figura. Un bellissimo demone dai lunghi capelli argento come la luna, una mezzaluna viola impressa sulla fronte, gli occhi color dell’oro, freddi e indagatori, pronti a scavare nell’animo, una postura regale, sempre così ferma e decisa.

Sorrisi, era proprio il principe dei demoni.

“Ogni volta mi sorprendi, riesci sempre a sapere che sono vicino” mi disse con tono duro.

“E tu che continui a fissarmi fino a quando non richiamo la tua attenzione? Sai che riconosco la tua aura demoniaca, non ho bisogno di vederti per sapere che sei nelle vicinanze”

“Già.”

Ripresi a camminare, volgendo lo sguardo di tanto in tanto a quel misterioso demone che mi camminava affianco. Non riuscivo mai realmente a comprendere cosa gli passasse per la testa, per non parlare del suo mutismo perenne. Ero l’unica ad aver ascoltato davvero la sua voce, persino con il suo servitore, il piccolo demone Jaken, non spiccicava parola. Nell’ultimo periodo le sue visite si erano fatte più frequenti, sebbene nemmeno io sapessi dove si dirigesse, o ancor di più, quando avrebbe fatto ritorno. D’altronde era pur sempre Sesshomaru, cosa potevo mai aspettarmi da quel demone così simile al ghiaccio.

“Avevo bisogno di parlare con te, Kagome” mi disse improvvisamente.

Ero sconvolta, non solo mi aveva detto il motivo per cui era tornato, ma mi aveva persino chiamata per nome.

Nonostante mi permettesse già da tempo di chiamarlo con il suo nome, poche volte avevo sentito pronunciare il mio dalla sua voce.

Dopo un attimo di esitazione, mi affrettai a rispondere.

“Certamente, dimmi, cosa posso fare per te Sesshomaru?”

“Spiegami la storia dei Due Mondi”

“Si, …, va bene” dissi titubante.

Presi fiato ed iniziai a raccontare.

“Devi sapere che secondo le antiche scrittura del Kojiki, in principio il nostro mondo non esisteva. I Kami appartenevano al Regno Divino, il Kami No Okoku, e ne regolavano, o meglio, controllavano la stabilità. Le prime divinità diedero alla luce due esseri divini, due fratelli, l’essenza maschile Izanagi e, l’essenza femminile Izanami. Costoro furono incaricati di creare due mondi, uno per l’essenza spirituale, uno per dare vita all’uomo. Per aiutarli in tale compito, venne donata loro un’alabarda ingioiellata, chiamata Ame no hoko, l’ Alabarda Celeste. Si narra che il primo gesto di Izanagi e Izanami fu quello di far sorgere le terre dal mare e mescolarle con l’Alabarda. Dal fango che si ammassò, colando dalla lancia, ebbero origine i due mondi, Onogaro Shima, il Mondo Terreno, destinato all’uomo e, Onogaro Seishin, il Mondo Spirituale, destinato agli spiriti, collegati tra loro dal Ponte del Cielo, l’ Ame no Hashidate. Ma il loro lavoro era appena cominciato: i due Mondi erano ancora una massa di acqua e terra senza forma. Non vi era nulla: né piante, né animali, né creature viventi. Quest’epoca nel Jindai Moji venne nominata come Età degli Dei, durante la quale le due divinità camminavano sui due mondi” .

Presi una pausa e, iniziai a fissarlo per capire se riuscisse a seguire il mio discorso. Il suo sguardo era fisso su di me, non mi aveva lasciata neppure per un secondo, mi stava ascoltando attentamente. E così presi nuovamente fiato e continuai il racconto.

“Vedi, Izanagi e Izanami oltre ad essere fratello e sorella erano anche amanti. Dalla loro unione nacquero il Dio del Mare, il Dio delle Montagne, il Dio degli Alberi, il Dio del Vento, ed infine diedero vita all’uomo. Ma la nascita dell’ultimo Dio, il Dio del Fuoco, costò la vita ad Izanami. Izanagi, adirato, uccise il figlio e si mise in viaggio per il Profondo, lo Yumi Tsu Kumi, il Regno dei Morti, che si trovava nel sottosuolo, con l’intento di condurre fuori la sua compagna. Ma al suo arrivo, il Dio ebbe una spiacevolissima sorpresa, scoprì infatti che la sua sposa si era nutrita con il cibo infernale diventando un demone malvagio. Da allora nacquero i primi demoni che solcarono le terre dei due Mondi. Il Mondo Terreno e il Mondo Spirituale furono invasi dalla violenza di tutti quei demoni che si nutrivano di esseri umani, così i Kami furono costretti ad intervenire. Bloccarono il passaggio del Ponte del Cielo, ponendovi dei guardiani alle porte, inoltre, donarono ad alcuni uomini, pochi eletti, il potere spirituale, così da essere in grado di contrastare i demoni. Da quel momento, il Regno Divino fa da bilancia, mantenendo in perfetto equilibrio i due Mondi”.

Passò un tempo infinitamente lungo, durante il quale nessuno dei due emise un suono.

Mi girai per guardarlo nuovamente, il suo sguardo era così intenso. Stava pensando a qualcosa, ne ero certa.

Eh, no questa volta non mi avrebbe fregata.

Non sarebbe riuscito ad andarsene, non prima di avermi dato una spiegazione.

“Perché hai voluto conoscere questa storia Sesshomaru?”.

Si girò e, i suoi occhi dorati si persero nei miei.

“Totosai” mi disse solamente.

“Totosai? E chi è? Un tuo amico?”

Un ringhio basso e letale colpì le mie orecchie.

Mi trattenni a stento dal ridere, si era innervosito solo perché avevo insinuato che questo Totosai fosse un suo amico.

“Colui che ha forgiato Tenseiga e Tessaiga, l’ho trovato”

Pensai per un attimo a quanto questo fabbro dovesse essersi nascosto bene per riuscire a sfuggire al fiuto di Sesshomaru.

“Volevo sapere se è ancora vivo” mi disse con un tono stranamente triste, non era da lui.

“Sesshomaru, chi stai cercando in realtà?”

In quel momento mi sentì pizzicare la guancia. Pensando che fosse un insetto, lo schiaccia istintivamente con la mano. Rimasi sorpresa quando constatai che non era quel che pensavo.

“Ah, mai sei tu Vecchio Myoga”

“Il vostro sangue è sempre delizioso Kagome. È un piacere rivedervi” mi rispose.

Non potei fare a meno di sorridergli.

“Cosa ti porta qui?” gli chiesi, con non poca curiosità.

“Totosai mi ha detto che il Signorino Sesshomaru è andato a fargli visita, così mi sono recato nei pressi del villaggio sapendo di trovarlo in vostra compagnia”.

Già, ogni volta dimenticavo che quel piccolo demone pulce fosse stato al servizio del padre di Sesshomaru.

“E chissà perché hai aspettato che ci fossi anche io prima di avvicinarti. Vero?” gli dissi ridacchiando.

La pulce iniziò a balbettare parole sconnesse tra loro, era stato colto in flagrante.

Aveva così paura di avvicinarsi a Sesshomaru, temendo che lo potesse spazzare via con un solo artiglio, che aspettava sempre che ci fossi anche io nelle vicinanze.

“Su, Myoga. Non fare quella faccia” continuai a ridere

“Come mai cercavi Sesshomaru?”

Ma lui non mi rispose e, si rivolse direttamente al demone.

“È ancora vivo. Totosai ha percepito la sua presenza solamente toccando Tenseiga”

“Si”

“Tessaiga lo sta proteggendo, dovete trovarlo Signorino Sesshomaru. InuYasha ha bisogno di voi”

Ma cosa stavano dicendo quei due? Non ci stavo capendo più niente.

“Ehi voi due, ma si può sapere di cosa state parlando?

E poi chi è InuYasha?”

“Mio fratello” mi rispose Sesshomaru.

Un fratello? Bene, adesso ero davvero confusa.

“Da quando hai un fratello Sesshomaru?”

Mi aspettavo una spiegazione, ma dalla sua bocca non uscì nemmeno un suono.

Ho già detto quanto detesto il suo ostinato mutismo?

Per fortuna c’era il Vecchio Myoga che mi spiegò tutto.

“Kagome, dovete sapere che molti anni addietro, dopo la nascita del Signorino Sesshomaru, suo padre si innamorò di una donna umana, la principessa Izayoi. Dal loro amore nacque il Signorino InuYasha”

“Perché lo state cercando? Dove si trova Inuyasha?” chiesi con timore.

“Vi racconterò la storia dall’inizio, così potrete capire meglio”.

Vidi Sesshomaru alzare gli occhi in cielo, non capì quella sua reazione, almeno fino a quando non ebbi finito di ascoltare interamente la spiegazione della piccola pulce.

“Il padre del Signorino Sesshomaru era un grande demone maggiore, uno dei più potenti. Negli anni si fece molti nemici, questi ambivano a sconfiggerlo per dimostrare la loro superiorità. Tutti coloro che l’hanno sfidato ora riposano nel Regno dei Morti, un solo demone, però, è riuscito a tenergli testa. Il demone drago, Ryukotsusei. Gli tese una infida trappola, conscio del suo profondo affetto nei confronti della principessa e del Signorino Inuyasha. Attaccò il loro villaggio, al suo arrivo, il Padrone trovò solo fiamme e morte. Riuscì a ritrovarli solo grazie a Tessaiga, la spada forgiata per proteggere le persone amate, che gli indicò la strada. Non ebbe neppure il tempo di preoccuparsi delle condizioni in cui riversavano che venne attaccato alle spalle. Evitò per un soffio quell’attacco a tradimento. Il padrone sapeva bene che non avrebbe potuto combattere al meglio sapendo la sua donna e suo figlio in pericolo, così decise di lasciargli Tessaiga, consapevole che li avrebbe protetti con la sua barriera. Combatté con gli artigli e con i denti ma, non potendo contare su Tessaiga, la sua valida alleata in tutte le battaglie, fu ferito più volte. Ryukotsusei era potente, ma il Padrone riuscì lo stesso a sopraffarlo. Purtroppo, capì troppo tardi le vere intenzioni del demone drago. Costui per vendicarsi dell’amara sconfitta decise di portare con sé il Signorino InuYasha e la principessa nel Regno dei Morti. Quando il Padrone si voltò verso di loro, erano già scomparsi e, con loro Tessaiga. O almeno così credevamo. In ogni caso, le ferite riportate da quella lotta estenuante lo portano alla morte”.

Dovetti prendere aria più volte per riuscire ad assorbire tutto quello che avevo sentito. Era incredibilmente ingiusto. Provai a guardare Sesshomaru, il suo viso era fisso verso il cielo. Quanto avrà sofferto per tutto questo?

Lo avrei aiutato, ad ogni costo.

“Vecchio Myoga, come è possibile che Totosai sappia che InuYasha è vivo?”

“Beh vedete, le due spade, Tessaiga e Tenseiga, sono state forgiate dalle zanne del Padrone. Dunque, sono legate fra loro. È per questo che Totosai è riuscito a percepire Tessaiga”

“Quindi, se ho capito bene, InuYasha non è mai arrivato nel Regno dei Morti. E allora dove si trova?”

“Questo purtroppo non lo sappiamo” mi disse con aria triste la piccola pulce.

Per un attimo mi venne un’idea. Solo adesso avevo capito perché Sesshomaru mi avesse chiesto di raccontargli la storia dei Due Mondi.

“Sesshomaru” cercai di richiamare la sua attenzione.

“Tu credi che Tessaiga abbia salvato Inuyasha portandolo con sé nel Mondo Spirituale, vero? È per questo che mi hai chiesto di raccontarti il Mito della Creazione”

“Si, è così”

“Bene, allora non ci resta che trovare il modo per arrivarci. Lo troveremo, stanne certo”.

Mi guardarono come se fossi impazzita.

Ma cosa avevo detto di strano?

“Tu starai qui, non andrai da nessuna parte” mi ordinò.

“Eh no mio caro, questa volta ti aiuterò e tu non potrai fare nulla per impedirmelo”.

Sapevo che mi avrebbe fulminata ma non mi interessava.

Infondo ero così curiosa di conoscere suo fratello. Speriamo che InuYasha non sia anche lui un ghiacciolo, sarebbe la mia fine. Mi venne da ridere a quel pensiero.

“Myoga, tu non conosci un modo per arrivare nel Mondo Spirituale?” chiesi all’improvviso.

“L’unico passaggio che conosco è il Ponte del Cielo, ma nessuno lo ha mai oltrepassato, da vivo si intende”

“Va bene, allora dobbiamo trovare un modo per attraversarlo”

“Non se ne parla” mi disse Sesshomaru con un tono che non ammetteva repliche.

“Dai Sesshomaru, non essere sempre così antipatico”

“Non ti porterò con me”

“Allora mi costringi ad andarci da sola!”

La sua risposta fu un ringhio prolungato, che diventava man mano più forte.

“Sesshomaru, lo so che ti preoccupi per me, ma non posso abbandonarti, non adesso. Troveremo tuo fratello. Insieme”

Quell’assordante silenzio fu interrotto, per fortuna, dalla voce di Myoga.

“Vi saluto allora Kagome, andrò in cerca di una soluzione per attraversare il Ponte del Cielo. Ci rivediamo fra qualche giorno al villaggio e vi dirò cosa ho scoperto”.

Non ebbi nemmeno il tempo di salutarlo che quella pulce era già volata via.

Era sempre il solito. Aveva visto tirare una brutta aria e se l’era data a gambe.

E così rimanemmo solo noi due.

Non potevo trattenermi oltre, dovevo rientrare assolutamente al villaggio, l’avevo lasciato da troppo tempo.

“Bene Sesshomaru, ti saluto. Sai dove trovarmi nel caso avessi bisogno di me”.

Mi fece solo un cenno col capo.

Iniziai ad avviarmi quando mi ritornò in mente un curiosità. Era da tanto tempo che volevo chiederglielo.

“Sesshomaru, prima di andare, vorrei chiederti una cosa”

“Dimmi” mi rispose atono.

“Come si chiamava tuo padre?”

“Inu No Taisho”

Al solo suono di quel nome il mondo mi crollò addosso.






Angolo autrice

Buonasera a tutti :) Eccomi con il secondo capitolo! Ringrazio tutti coloro che l'hanno anche solo sbirciata per curiosità. Siamo solo agli inizi, ci sono tante novità in arrivo. Ringrazio soprattutto chi ha recensito il primo capitolo e ha messo la storia tra le preferite <3. Al prossimo aggiornamento!
  
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