Harry era
rimasto con la mano incollata a Silente tutto il tempo, sia prima di
viaggiare
attraverso il camino sia successivamente. Non voleva
lasciarlo, temeva che se
lo avesse lasciato andare, lo avrebbe perso per sempre e con lui
avrebbe perso
anche la possibilità di salvare Severus.
Harry sapeva
che le persone che muoiono non ritornano indietro, ma Silente gli aveva
detto
che forse se fossero tornati loro indietro allora si poteva evitare che
Severus
morisse. Gli aveva spiegato che per mezzo di uno strumento chiamato
“Il giratempo”
avrebbero potuto cambiare il corso degli avvenimenti.
Tuttavia era
uno strumento molto pericoloso, perché il suo scorretto
utilizzo poteva portare
alla pazzia! Avrebbero dovuto agire di nascosto, senza che nessuno, nel
passato, vedesse loro. Harry acconsentì a viaggiare indietro
nel tempo e
Silente gli domandò di scegliere il momento della sua vita
in cui, secondo lui,
era meglio intervenire.
“
Quanto
tempo possiamo tornare indietro?” domandò Harry.
“Un
paio di
ore, al massimo uno o due giorni ma non di più altrimenti
cambierebbero troppi
avvenimenti e non possiamo giocare con il tempo!”.
“Peccato!”
rispose il bambino che avrebbe voluto tornare indietro di anni e anni
per
aiutare il giovane Severus che aveva offeso sua madre, così
magari anche i suoi
genitori sarebbero stati vivi e il professore di pozioni non avrebbe
dovuto
vivere con i suoi sensi di colpa.
Silente
intuì qualcosa e accarezzandogli la mano, che stretta dentro
la sua sembrava
tanto piccola, gli disse: “Sì, è un
peccato. Anche io sarei voluto tornare
indietro tante volte ma non è stato possibile!”.
Harry
pensò
e ripensò e poi decise in quale momento era giusto
intervenire. “Dobbiamo
tornare indietro fino al momento in cui ho accettato che Jekky fosse il
mio
servo. Se non lo fosse diventato magari non avrei ascoltato i suoi
consigli!”.
“Sei
sicuro,
Harry! Tu ascoltavi Jekky già da prima. Già da
Natale, quando ti regalò la
stele, tu eri sicuro che lui fosse buono!” gli fece notare il
preside.
Harry
annuì,
Silente aveva ragione. La verità era che lui aveva sempre
creduto a Jekky, fino
alla fine e perciò lo avrebbe ascoltato anche se non fosse
diventato suo servo.
Bisognava intervenire in altro modo.
“Sai
cosa
potremo fare?” domandò Harry con gli occhietti che
gli brillavano “Potremo
entrare nella mia camera a Spinner’s End e prendere la
bacchetta da sotto il
mio cuscino, così quando la cercherò per lanciare
l’Avada a Severus non
trovandola non sarò in grado di fargli del male!”.
“Mi
sembra
un’ottima idea!” affermò il preside che,
prese il giratempo, diede due girate
al contagiri e assieme ad Harry tornò a Spinner’s
End passando per il camino.
“Chi
è?”
domandò Severus dalla sua camera mentre Harry riposava nella
sua.
“Vieni,
Harry!” disse Silente
stringendo la mano al bambino, “Severus non ci deve
vedere!”. Giusto il tempo
di smaterializzarsi dal soggiorno e ricomparire nella camera di Harry ,
e
Severus era già in soggiorno controllando con sospetto che
qualcuno non fosse
entrato.
Harry
osservò se stesso che riposava
nel letto, Silente lo guardò, si vedeva che non comprendeva
appieno ciò che
stava succedendo. Comunque il bambino si avvicinò al suo
letto e con molta
delicatezza sfilò la bacchetta da sotto il cuscino.
In quel momento
Severus bussò alla
porta. “Harry, Harry fammi entrare! C’è
qualcuno con te in camera?”.
Il
piccolo Harry
addormentato nel letto si stiracchiò facendo tremare Silente
e il giovane mago.
“Harry adesso dobbiamo andare! Tieniti
forte!” e
in un attimo si smaterializzò.
Severus, non sentendo nessuno rispondere, pensò che Harry
fosse ancora adirato
con lui e non insistette, ma decise fare un bel bagno rilassante e poi
di
andare a trovare Silente per parlargli della reazione che Harry aveva
avuto nei
suoi confronti.
Silente e
Harry rientrarono in breve nell’ufficio del preside.
“Ora,
Harry,
devi fare da solo. Severus sa che tu sei nella tua camera ma
lì non c’è
nessuno, perché tu sei qui. Passa per il caminetto e senza
farti vedere
raggiungi il tuo letto”.
“Va
bene! Ma
se dovesse vedermi, cosa succederebbe?” domandò
Harry.
“Niente
di
grave, ma sarebbe difficile da spiegare! Pensi di farcela?”
chiese il preside.
“Sì,
penso
di sì” rispose poco convinto Harry
“Comunque tenterò!”.
Harry prese
un po’ di polvere e comparve nel soggiorno, sentiva Severus
prepararsi in bagno.
Era pronto ad andare in camera sua quando Jekky gli comparve innanzi.
“Cosa
fai qui?
Vattene! Non mi convincerai a fare del male a Severus!”
urlò contro l’elfo.
“Cosa
ci
faccio io qui? Cosaci fai tu! E cosa hai fatto!” gli rispose
Jekky “Sei tornato
indietro nel tempo per salvare il tuo amico Severus, uno sporco
mezzosangue!”.
“Non
chiamarlo così!” lo interruppe Harry rendendosi
conto che il suo servo sapeva
del giratempo. Lo stupore fu evidente negli occhi del bambino e Jekky
disse: “Sì,
il mio vecchio padrone mi istruì su tutti i mezzi magici per
intervenire nel tempo
e io so riconoscere gli effetti
di un
giratempo!”.
“Davvero?”
domandò Severus comparendo all’improvviso
“E quali sarebbero?”.
Jekky ,
guardandolo con disprezzo, rispose: “Le persone si comportano
in modo strano
con chi gli ha convinti ad agire in un certo senso e commentano in
anticipo
fatti che non sono ancora accaduti!”.
-Accidenti!-
pensò Harry –Non avrei fare nessun riferimento al
male compiuto su Severus!-.
“E che
cosa
avrebbe commentato Harry?” domandò cercando di
stare il più tranquillo
possibile.
“La
tua
morte!” fu la risposta di Jekky “La tua morte per
mano sua!”.
Severus
lanciò un’occhiata interrogatoria ad Harry che,
con voce tremula, rispose: “Mi
dispiace, io non conoscevo gli effetti di quell’incantesimo,
volevo solo che
smettessimo di litigare e andassimo d’accordo. Credevo che
Jekky fosse sincero,
invece mi usato per i suoi scopi!”.
Severus
sembrava sconvolto ma non aveva nessuna intenzione di voltare le spalle
ad
Harry, era solo un bambino che si era trovato in una storia
più grande di lui. “Non
ci pensare Harry, adesso sai qual è la verità e
cioè che Jekky non è affidabile”.
“No!”
urlò
Jekky “Ti vuole portare via da me, ti vuole convincere che io
sia cattivo ma
non è così. Io sono buono e ti voglio bene, ma tu
meriti di più Harry. Non meriti
di rimanere con una persona che ha tradito i suoi amici. Il suo sangue
è
sporco!”.
“Ti
sbagli
Jekky, non è il suo sangue a essere sporco, è il
tuo cuore!” lo corresse Harry.
Severus vide
che Harry stava indurendo il suo cuore, che non era disposto a
perdonare Jekky
e sapendo che ciò non andava bene, con molta fatica
aggiunse: “Tuttavia questo
non significa che tu non possa essere un servo sincero e fedele, del
resto gli
elfi jekky sono famosi per la loro lealtà verso chi gli ha
sempre dimostrato
amore. E Harry ti ha voluto bene!”.
Jekky era
veramente confuso, Harry che prima gli voleva bene adesso lo accusava,
mentre
Piton, che aveva tradito Voldemort, era pronto a dargli
un’altra possibilità.
Il mondo era cambiato, non erano più
il
potere e la forza a comandare ma l’amore e il perdono,
quell’amore che gli
aveva permesso di avere un amico straordinario come Meddy, e quel
perdono che
ora gli veniva servito su un piatto d’argento e gli
prometteva un dolce futuro.
Di fronte a
queste emozioni il colore del sangue gli parve davvero poca cosa, e con
gli
occhi gonfi di lacrime si buttò a terra e disse
ciò che Meddy aveva ben capito:
“Volevo solo un po’ d’amore! Un
po’ d’amore e di considerazione per un piccolo
elfo! Solo un po’ d’amore!”.
Harry gli si
avvicinò e asciugandogli le lacrime gli disse:
“Non te ne farò mancare mai!”.
Severus
osservava il tutto e si sentì soddisfatto, si
domandò anche come avesse fatto
Harry a usare un giratempo l’arrivo
di
Silente attraverso il camino gli suggerì la risposta.
Silente vide Harry che
consolava Jekky e Severus con le braccia conserte che lo fulminava con
il
pensiero.
“Bene,
bene!”
disse il vecchio preside “Sbaglio o è
l’ora del tè?”.
Severus
sospirò, alcune cose potevano cambiare, altre non
sarebbero cambiate mai.
Tutto
proseguì per il meglio, Jekky si rivelò un servo
simpatico e fedele e nel tempo
libero riprese la sua attività di fabbro e marmista. Il suo
primo lavoro fu un
elfo di marmo a dimensione naturale con in testa una corona e in mano
una
targhetta dove c’era scritto: In ricordo di Mastro Elfo
Meddy, amico sincero
oltre il dovuto.
Le porte di
Hogwarts si riaprirono ed Harry venne smistato tra i Grifondoro, maghi
leali e
coraggiosi.
L’amicizia
tra Silente e Severus si rafforzò sempre più.
“Albus, perché far tornare Harry
indietro nel tempo? L’Avada Kedrava non funziona se chi la
lancia non desidera
veramente che chi la riceve muoia!”.
“Lo
so,
Severus. Eppure per un momento, vedendoti a terra, io stesso ho pensato
che tu
fossi morto! Evidentemente l’interazione della maledizione
con il potere elfico
ti aveva stordito. E siccome eri vivo, bisognava pensare ad Harry. Non
gli
sarebbe bastato sapere che eri salvo, voleva agire per salvarti! E
perciò gli
ho permesso di farlo!” spiegò Silente
“Mi sarebbe piaciuto far tornare indietro
nel tempo anche te, sai?”.
Severus,
serio, rispose: “Lo hai fatto! Il figlio di Lily mi vuole
bene e i suoi occhi
verdi mi sorridono di nuovo!”.
“Se
fosse
vissuta, ti avrebbe perdonato per i tuoi errori!” gli disse
il preside.
“Se fosse vissuta, gli avrei chiesto perché mi condannò, potrebbe sembrare egoistico ma è così. Non tanto perchè non mi perdonò per essere diventato un mangiamorte, questo potrei anche capirlo ma perchè non mi perdonò per quelle due parole dette. Perchè lasciò che due parole rovinassero la nostra amicizia? Ma ora non ha più senso e se anche ritornasse in vita non avrei niente da chiedergli perché il perdono che concediamo agli altri cancella le condanne che subimmo in parte anche quelle che infliggemmo perché quando il sole brilla, brilla su tutti. E ora che conosco il sapore del perdono ti posso assicurare che non è poca cosa avere l’ombra di un sorriso sul tuo futuro!”.
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Le lezioni
del primo anno stavano iniziando, il professore di pozioni
entrò in classe e
osservando i suoi venti giovani studenti, disse: “Oggi
imparerete a distinguere
le trenta erbe base che servono per i composti più
elementari. Avete un’ora di
tempo”.
Harry lo
guardò con un ampio sorriso, era a dir poco
sorpreso che Severus avesse seguito un
suo consiglio in riguardo al suo metodo di insegnamento. Il professore fece comparire
magicamente venti
scatole da ciascuna delle quali uscirono trenta erbe che, avvicinandosi
al
proprio proprietario, dicevano
allegramente il loro nome.
“Ciao,
io
sono l'Aconito“ , “Ciao, il mio nome è
Asfodelo“.
“Se
volete
che rientrino nella vostra scatola dovrete chiamarle per nome e loro
torneranno
da voi! Buon lavoro!”.
Gli studenti si
divertirono, Severus fu soddisfatto dei
risultati, anche i fantasmi di Hogwarts parvero gradire le gioiose
risate
provenienti dall’aula di pozioni, solo Gazza, a quanto disse
Silente, domandò
di poter infliggere qualche punizione extra agli studenti troppo
chiassosi!
CIAO A
TUTTI!
MIEI CARI
LETTORI E LETTRICI, SIAMO ARRIVATI ALL’ULTIMO CAPITOLO!
E’
STATO
MOLTO PIACEVOLE SCRIVERE PER VOI, SPERO CHE LA STORIA VI SIA PIACIUTA E
NON
ABBIA DELUSO I LETTORI DI “VIVERE”, DI CUI QUESTA
FF ERA IL SEGUITO.
RINGRAZIO
TUTTI COLORO CHE HANNO INSERITO LA STORIA TRA LE PREFERITE, LE SEGUITE
E IN
PARTICOLAR MODO TUTTI
COLORO CHE ALMENO UNA VOLTA HANNO LASCIATO UNA RECENSIONE!
GRAZIE DI
CUORE.
TRA I
RECENSORI DI QUESTA CALDA ESTATE RINGRAZIO IN PARTICOLAR MODO SHIHO93, NON NE ABBIANO A MALE GLI
ALTRI, MA LA DEDIZIONE CON CUI SHIHO93 MI HA SOSTENUTO è
STATA ENCOMIABILE E MI
HA SPINTO PIU’ DI UNA VOLTA A NON CEDERE ALL’AFA, E
ALLE TEMPERATURE TROPICALI
CHE MI DICEVANO DI STARMENE SDRAIATA A NON FAR NULLA!!
VI MANDO UN
GROSSO BACIO! ALIDA
Risposte alle recensioni del capitolo precedente.
Shiho93: Esatto! L'avada kedrava non funziona se non si desidera la morte di chi riceve la maledizione, e il giratempo era l'unica soluzione per tornare indietro nel tempo! La storia è terminata, spero di avere presto il tempo per scrivere qualcos'altro, adesso però mi dedicherò alla lettura di altre ff. Questa storia è stata molto impegnativa, ti mando un forte abbraccio, Alida