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Autore: PrimbloodyBlack    06/08/2020    0 recensioni
(la pubblicazione continuerà su Wattpad) Skye faceva parte di una della famiglie più importanti del regno. Suo padre, braccio destro del re, l'aveva educata ad una vita di sfarzo e lusso. Tutto ciò che voleva era suo, le bastava solo chiedere. Ma l'unica cosa che lei voleva era l'unica che non gli era concessa. Essere libera.
Dopo la morte della madre Margaret, il padre sprofondato nella depressione, aveva riposto tutto il suo amore morboso verso la figlia. La teneva chiusa nell' enorme dimora impedendole di uscire e quindi di cercare marito. Aveva ormai raggiunto i diciassette anni ed ogni donna della sua società aspirava ad uno sfarzoso matrimonio. Ma a lei fu negato anche di amare. Tentò più volte di fuggire ma sempre in vano.
Solo una volta si era avvicinata alla libertà ma un incontro alquanto magico aveva cambiato tutto.
Genere: Drammatico, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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How a flower in the rain 
Only grows more when it's grey
You just shined on brighter, 
Making gold out of the pain
-Bring Me The Horizon


Skye tentò in tutti i modi di deviare l'attacco di Thalia. Per quanto i colpi della lupa fossero deboli, per un inesperta come Skye era difficile anche impugnare la spada in modo corretto. Nel momento in cui si sbilanciò per schivare il fendente, perse l'equilibrio. Quando credette di star cadendo per la quinta volta, Thalia le afferrò la mano e con una spinta la tirò su. Ma la lotta non era ancora finita, la lupa si rimise subito dopo in posizione e lasciando di proposito alcuni punti scoperti, issò la spada in aria per poi mirare verso Skye. La ragazza riuscì con un movimento repentino a parare il colpo con la lama, ma la lupa continuava a spingere, tanto che la ragazza stava soccombendo sotto la sua pressione. Mettendo tutta la forza sulle sue gambe cominciò ad opporre resistenza e riuscì a rialzarsi. Senza pensarci diede a Thalia un calciò sullo stomaco che la fece traballare.

"Scusa!" esclamò vedendola dolorante.

"No, hai fatto bene." Le sorrise riprendendosi dalla botta, "Per essere il primo giorno te la stai cavando."

"Altro round?" Chiese impugnando la spada nella sua direzione. "Magari vuoi la rivincita." La stuzzicò con un ghigno.

"Certamente."

Skye si mise in posizione per ricevere l'attacco e Thalia scattò verso di lei. La ragazza capì dal suo sguardo che questa volta non le avrebbe permesso così facilmente di colpirla. Le due spade si scontrarono ed entrambe si guardarono desiderose di vittoria. Quando la lupa tentò di colpirla con un altro fendente, Skye si scagliò a sua volta su di lei. Thalia schivò come suo solito e la spada di Skye si piantò nel terreno. 

"Ti arrendi?" la stuzzicò.

"Mai!" Esclamò soffiando su dei ciuffi che aveva sul viso. Aveva il viso sporco di terra e sudore, ma non si sarebbe fermata.

"Come vuoi, vieni pure." Disse divertita, "Facciamola finita."

Skye le corse incontro nuovamente e Thalia, decisa a porre fine al match, si scagliò su di lei con una velocità tale che Skye se la ritrovò davanti in un mero secondo. 

"Presa." Disse puntando la lama al suo collo. 

Skye fece un ghigno e sporgendosi diede alla lupa un veloce bacio sulle labbra. Con un ghigno esclamò, "Vinto!" E corse via.

"Cosa?!" Esclamò mentre la ragazza fuggiva via. "Eh no Skye non funziona così!" Cominciò a rincorrerla, "Vieni qua!" 

Cercò di correrle dietro più velocemente che poté. Nonostante Skye fosse già lontana, l'allenamento l'aveva pesantemente stancata e dopo qualche minuto si fermo ansimando, "Sto morendo..."  Intanto Thalia arrivò come una saetta e la travolse buttandola a terra. "Ah!" esclamò dolorante con la lupa sopra di lei. "Sì hai vinto tu, decisamente!"

La lupa rise sinceramente, "Non osare più sfidarmi o perirai!" disse guardando l'altra divertita.  Quando si tirò su, liberando Skye dal suo peso, le porse la mano e lei l'afferrò. Adesso erano entrambe sporche di terra dalla testa ai piedi,  "Sei stata brava, seriamente."

"Veramente?" domandò entusiasta e la lupa annuì contenta.

Skye avrebbe voluto fare molto di più, ma si tratteneva. Avevano appena fatto pace, ma voleva comunque darle spazio e tempo per abituarsi. Le sembrava strano come i loro ruoli si fossero invertiti, come adesso era lei che doveva sostenere l'altra ed aiutarla. Thalia era stata la sua ancora di salvezza e adesso lei avrebbe ricambiato. L'amava davvero, ma capiva che doveva darle i suoi spazzi e aspettare che fosse lei a fare il primo passo. Sentì come se il bacio scherzoso di prima fosse stato un azzardo, ma in quel momento si era sentita così bene, come se tutto quello che era successo non fosse mai accaduto. Era sicura che anche Thalia per quella breve ora si era lasciata andare e ritrovò dopo tanto tempo la persona che lei aveva salvato nel bosco e che sua volta aveva salvato lei. Finalmente l'aveva vista sorridere e anche lei dopo tempo riuscì a non sentire quel senso di irrequietudine.

"Stasera ci sarai?" Chiese la lupa speranzosa. Skye sorrise a quella che sembrava una semplice domanda ma che date le circostanze sembrava tanto. Anche se lentamente, le stava dando il permesso per avvicinarsi nuovo. Ma per quanto ne fosse felice, la risposta che l'avrebbe dato, non l'avrebbe fatta contenta.

"Non posso," rispose dispiaciuta, Thalia storcé subito il naso. Skye la vedeva la delusione nei suoi occhi, l'ostilità che sarebbe nata da quel rifiuto. Fu così che intuì che la lupa non lo sapesse. "Non te l'hanno detto?" Lei corrugò la fronte e negò con la testa. "Solo voi lupi e ibridi potete uscire stanotte."

"No, non lo sapevo," disse intristita, "Vuoi che resto?"

"No." Rispose sorridendole e dandole una leggera spinta, "Devi divertirti." La lupa ridacchiò e quando una goccia di sudore le scese lungo il viso, entrambe capirono che era ora di tornare a casa. Anche il sole ormai tramontato faceva presupporre che era ora di cena. Fu così che Skye porse la sua mano alla lupa, senza afferrargliela, ma dandole una scelta. Voleva darle i suoi spazi e così avrebbe fatto. "Andiamo?" La lupa sorrise, le stava per prendere la mano, le loro dita si sfiorarono, ma poi si bloccò. Skye la vide perdere il sorriso, e i suoi occhi cambiare direzione. La ragazza si girò dietro di lei, dove lo guardo di Thalia puntava, ed in lontananza vide la figura di un uomo. Aruel. "C'è qualche problema?" si volse verso di lei.

"No," deglutì. "Vai avanti, fatti una doccia." Disse passandole accanto. "Ci vediamo tra poco."

Ma il suo sguardo non la convinceva e con un gesto impulsivo le afferrò il polso. "E' davvero tutto okay?" la lupa annuì in modo convincente, ma nonostante la preoccupazione la lasciò andare. Da quando erano arrivate, fratello e sorella non avevano mai parlato, solo qualche accenno e saluto. Aveva capito quanto ormai per la lupa fosse difficile esprimere i propri sentimenti e forse trovarsi lì Aruel ad aspettarla l'aveva impaurita. 

Chissà di cosa parleranno, si domandò con ansia. Spero vada tutto bene.
 

Thalia cercò di mascherare la propria preoccupazione camminando con passo fiero e testa alta. Aruel l'accolse con un sorriso, lei non ci riuscì. "Come va?" domandò con tono calmo.

"Bene. Andiamo a fare una passeggiata." Disse voltandosi subito dopo.

"Preferirei di no, sono stanca." Aruel la guardò per un attimo, cercando leggere oltre le righe, di andare oltre lo sguardo pacato che lei gli rivolgeva.

"Okay..." disse un po' titubante, "Come preferisci." Si appoggiò con le braccia sul recinto in legno del campo, Thalia fece lo stesso. Per qualche minuto nessuno dei due parlò, Thalia cominciò a giocherellare con un pugnale per alleviare i nervi tesi e Aruel osservava due guerrieri combattere cercando di capire come riempire quella momento imbarazzante. "Combatti bene." Disse schiarendosi la voce.

Thalia posò il pugnale pronta a ricevere ogni cosa che le avrebbe detto. Ecco che si comincia.

"Anche Skye è stata brava per essere la sua prima volta." La lupa annuì rimanendo in silenzio. "Okay..." disse con un velo di imbarazzo. "Non vuoi nemmeno provarci," domandò girandosi verso di lei, ma Thalia continuava a guardare in lontananza, "A instaurare un minimo di dialogo con me?"

"Perché dovrei?"

"Perché sei mia sorella!" esclamò avvilito.

La lupa finalmente si voltò, con i suoi occhi argentei che fissavano i suoi. Lo guardò così profondamente e con sguardo così furente che l'uomo si tirò indietro, "Ora sono tua sorella?"

"Thalia..."

"Tu sei venuto solo perché c'era Skye!" Inveì lei.

"No, non è così," rispose dispiaciuto, ma la furia nella ragazza sembrava non volersi placare.

"Scommetto che neanche sapevi che ci fossi anch'io!" Aruel abbassò lo sguardo sentendosi colpevole. "Oppure mi sbaglio?!"

"Thalia è molto più complicato di quanto pensi." Cercò di dire, ma lui lo sapeva e Thalia anche. Non era andato per lei.

"Mi hai lasciata sola!"

"Avevo una famiglia!"

Avrebbe voluto gridare con tutta la forza in corpo che era lei la sua famiglia. Lo guardò quasi con sguardo dolorante cercando di tenere dentro tutta quella rabbia e quella delusione. E poi il suo sguardo si ammorbidì lasciando spazio solo ai suoi stanchi occhi lucidi. Non voglio più perdere il controllo, pensò facendo un respiro profondo.  "La bambina," sottolineò cercando di mantenere la calma, "Te ne sei andato per lei?" disse con voce spezzata ma comprensiva. Voleva davvero cercare di comprendere, voleva davvero provarci.

"Si."

"Quando è successo?" Si sforzò per non far tremare la voce.

"Nella mia prima missione da novizio." Disse facendo una pausa. "Ci avevano portato in questo piccolo villaggio che era stato attaccato da un arpia. Siamo rimasti per tre giorni."

"Con chi?" Chiese diretta.

"Una strega," disse con il sorriso sul volto. "Lianna."

Thalia annuì, capiva le motivazioni di Aruel ma non voleva ancora lasciare andare la rabbia. Si sentiva tradita dal suo stesso fratello, una persona che avrebbe dovuto proteggerla, ma non infierì oltre. Avrebbe voluto dirgli tutte le cose che aveva passato a causa di Agrid per farlo sentire in colpa, ma non lo fece. Voleva essere migliore anche se la tentazione era tanta. Lui aveva vissuto una vita al sicuro con la sua famiglia, mentre lei tutto il contrario e la sua unica colpa era quella di essere stata l'ultima rimasta.

"Voglio perdonarti, ma non lo farò," disse voltandosi un'ultima volta, "Per ora." Lei non lo vide, ma lui sorrise. Era certo che in fondo lei lo amava e che non aveva mai smesso di farlo, neanche quando se ne era andato.

Lo lasciò lì solo, mentre lei tornava a casa. Non si girò mai, continuò dritta per la sua strada e lui non cercò di trattenerla. Non voleva perdere qualcun'altro ma allo stesso tempo Aruel non era niente. Non sono cresciuti insieme, non sanno nulla delle reciproche vite, ne tanto meno Thalia ha molti ricordi di lui, lei aveva a mala pena cinque anni quando lui sparì. Era un nessuno ma allo stesso tempo tutto, l'unica cosa buona del suo passato. Lei doveva solo capire se lasciarlo entrare nuovamente nella sua vita.

Tornò a casa con passo veloce, cercando di evitare di guardare le persone attorno a lei focalizzandosi solo sui suoi passi e sul suo respiro. Il campo da allenamento fortunatamente si trovava vicino alla magione e non ci mise molto ad arrivare. 

Come solito il portone non era chiuso a chiave e le basto girare l'enorme pomello geoidale per ritrovarsi dentro la sua nuova casa. Passò per il salotto e guardando alla sua sinistra notò che in cucina Anaan stava cucinando e che al lungo tavolo a forma di "u" erano apparecchiati soli otto posti, per lei, Skye, Anaan e gli altri cinque maghi che non solo abitano lì, ma che hanno anche il compito di sorvegliare Annie.

"Anaan?" la chiamò Thalia affacciandosi alla porta aperta.

"Si?" chiese senza distogliere lo sguardo dalle pentole.

"Scusa ma i ragazzi di oggi non si fermano a mangiare neanche a cena?" Domandò incuriosita.

"No, tutt'oggi staranno con le loro famiglie." Disse gettando un po' d'olio nella padella rilasciando nell'aria odore di fritto. "Poi domani pomeriggio ci riuniremo tutti quanti, dovete vedere una cosa."

"D'accordo." Rispose, ma prima di andarsene domandò con preoccupazione, "Riguarda Annie? Perché non ne abbiamo più parlato."

"Si, riguarda lei." Le rispose volgendole lo sguardo, per rassicurarla le disse, "Sta tranquilla."

Facile da dire, è colpa mia che l'ho coinvolta.

"Va bene," picchiettò insicura sul legno della porta. "Quando è pronto chiamateci per favore." L'anziana donna fece un mormorio per indicare che aveva capito e riposò le sue attenzioni sul cibo.

Quando salì le scale per andare in camera a lavarsi, si bloccò davanti la porta della stanza di Skye. Era tentata dall'entrare, non aveva una vera motivazione per farlo, semplicemente voleva vederla. Bussò delicatamente, come se si vergognasse.

"Avanti," disse una voce dall'altra parte. Quando Thalia aprì la porta trovò Skye in accappatoio che contemplava il letto pieno di vestiti. Skye la salutò con un sorriso per poi riporre la sua attenzione su ciò che aveva davanti.

"Ti vedo concentrata," rise, "Torno dopo?"

"No resta," le rispose velocemente. "Secondo te farà freddo?"

"Diciamo che stamattina e oggi pomeriggio non ha fatto proprio caldo," la prese in giro. Nel frattempo si era seduta a bordo letto quasi davanti a lei.

"Si hai ragione," disse pensosa. "Aiutami a scegliere. Anaan vuole portarmi a casa di alcune persone per farmi conoscere alcuni ragazzi della nostra età e voglio essere presentabile."

Thalia la guardava, non prestava neanche attenzione ai vestiti. L'accappatoio le ricopriva ogni forma lasciando visibili solo le gambe, il collo e una piccola parte del petto. Aveva i capelli neri bagnati che le gocciolavano sul viso o sul pavimento. Quando una goccia le attraversò il petto la lupa deglutì. Arrossì violentemente quando lasciò la sua mente vagare su pensieri non adatti al momento.

"Stai bene?" Chiese Skye vedendola rossa, Thalia annuì con goffaggine. Ma lei le posò comunque una mano sulla fronte per assicurarsi che non avesse la febbre. "No, la temperatura è giusta," poi le chiese, "Puoi farti la doccia qui se vuoi, così il bagno è già caldo."

"Sì-" con disagio si chiarì la voce, "Cioè, no." Si alzò di scatto, "Vado in camera mia, ci vediamo dopo." 

Senza neanche dare a Skye il tempo per fermarla, Thalia sfrecciò via e andò a rifugiarsi in camera sua, tenendosi il rosso viso tra le mani e mordendosi le labbra per non gridare dalla frustrazione e l'imbarazzo. 

Ma quanto sono stupida! Un idiota. "Imbecille!" Si insultò da sola. "Adesso mi lavo e faccio finta di niente. Si si farò così!" Disse mentre dentro di se stava urlando. "Meglio non pensarci." Disse cominciando a spogliarsi. "Speriamo che sta sera non faccio qualche cazzata."

Nonostante ci sperava, neanche lei sapeva che effetti avrebbe avuto la luna su di lei, irascibilità? Gioia estrema? Spericolatezza? Ferocia? Eccitazione? Le andava bene tutto, tranne l'ultima cosa. Stavano lentamente ricostruendo il loro rapporto, non voleva rovinare tutto un'altra volta.
 

Al prossimo capitolo ragazze 👀

 

   
 
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