Seduta sotto il suo albero di mandarini preferito continua a guardare la bottiglia quasi del tutto vuota pensando che la maggior parte delle sere si siede lì e beve.
Beve per non piangere, anche se è una giovane donna , ha paura di mostrare i suoi veri sentimenti e allora stai lì a bere … da sola. Nell'unico posto in cui può stare sola.
A Robin, la sua sorellona di avventure, non sfugge niente, e non vuole affrontarla, non stasera, e allora sta sola. Beve … un sorso … un altro e un altro ancora … la bottiglia si svuota velocemente e decide di andare a fare rifornimento in cucina.
- Cavoli la luce della cucina è accesa, speriamo che Sanji l’abbia dimenticata perché sinceramente non voglio vedere nessuno, non ora. –
- sei ubriaca –
È il capitano.
- non è vero –
- si che lo – lei risponde a cappello di paglia.
- e tu che ci fai in cucina? - Gli chiede la rossa.
- niente niente. Ciao! - dice il ragazzo di gomma scappando con una grossa scatola di biscotti in mano.
Sono passati molti anni ma quel segno che porta sul braccio le fa ricordare il passato e si odia , odia quello che c'era al posto del suo amato mandarino, quello che rappresentava. Odia il suo passato e odia se stessa perché non riesce a cancellarlo .
Continua ad osservarlo, quasi sperando che il ricordo tanto odiato sparisca con la sola forza del pensiero. Fuori comincia a fare freddo e gli occhi le si chiudono piano piano fino a che si addormenta. Nella testa di Nami compare attraverso un sogno la sua vita, quella che aveva vissuto prima di salpare alla volta del grande blu.
Poi rivede la battaglia contro Arlong. Anche se sta dormendo, le lacrime le rigano il volto.
- Rubber –
Il suo tatuaggio è intriso di sangue, il mandarino che tanto adorava Piangeva lacrime di sangue. Urla di nuovo. il braccio le brucia provocandole un dolore lancinante …
- che succede? –
- Nami –
- Perché ? Cosa facciamo? - Chiese sconsolata la ragazza.
- Ciopper? – Zoro entrò in infermeria per controllare la situazione e si sedette sullo sgabello accanto al letto Di Nami.
- Vado a distendermi un pò, sono esausto. –
- Tranquillo, resto io con lei mi disse- disse Zoro.
- grazie. –
Nami si sentì meglio. Zoro non le toglieva gli occhi di dosso. Nami, nel sonno, disse:” Zo … ro”.
Zoro e Nami mi si sentirono felici e il sangue e il tatuaggio di Arlong scomparvero.