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Autore: Severa Crouch    06/08/2020    5 recensioni
Una raccolta disomogenea di one shot, flashfic, drabble, ispirate ai dipendenti del Ministero della Magia. In ogni storia troverete il tipo di storia (OS, FF, D), il titolo, il personaggio e l'Ufficio a cui appartiene. Ci sono infatti personaggi che cambiano ufficio (tipo Arthur o Percy Weasley) e quindi l'ufficio di riferimento vi darà un'idea del contesto.
1. OS - I find your lack of faith disturbing - Bertie Higgs - Ufficio Auror
2. OS - Girls just want to have fun - Bertha Jorkins - Ufficio Regolamentazione Giochi e Sport Magici
3. OS - Come un cartone animato - Audrey Warren/Percy Weasley - Ufficio comunicazione - Reparto Illustratori
4. OS - Inizio di carriera - Dolores Jane Umbridge - Dipartimento Uso Improprio delle Arti Magiche
Genere: Guerra, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Bartemius Crouch junior, Frank Paciock, Rufus Scrimgeour
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Girls just want to have fun

Bertha Jorkins

Ufficio Regolamentazione Giochi e Sport Magici – settimo livello

 

*

 

Ministero della Magia, 25 giugno 1988

 

“Se non hai bisogno di me, io vado!”

“Bertha, io ho sempre bisogno di te! Come puoi pensare che io possa spendere un minuto della mia esistenza senza di te?”

Bertha ridacchiò.

Ludo, il suo capo, esagerava sempre, e lei ci cascava ogni volta. Adorava cascarci. Si avvicinò alla sua scrivania con un sorriso invitante e il decolté, che lui amava, ben in vista e gli domandò: “Cosa posso fare per te?”

Notò il tempo che Ludo impiegò per alzare lo sguardo verso i suoi occhi, oramai era abituata, era come avere il potere delle Veela concentrato nella scollatura.

“Non fa niente, vai pure, ci vediamo domani.”

Gli sorrise grata e uscì dall’ufficio, diretta nell’Atrium dove aveva appuntamento con Alexandra Turner. Avevano condiviso una stanza all’ufficio Applicazione Legge Magica, quando era stata l’assistente personale di Amelia Bones, mentre Alexandra era ancora l’assistente di Dolores Umbridge. Poi, Bertha era stata trasferita al Dipartimento per il Trasporto Magico e infine era arrivata all’Ufficio Regolamentazione Giochi e Sport Magici e aveva capito che il suo posto era proprio con Ludo.

“Turner!” alzò la mano per farle cenno e Alexandra le andò incontro sorridendo. Era una cara ragazza, molto sfortunata, con il marito che era stato spedito ad Azkaban dopo un mese dal loro matrimonio e un anno dopo era morto. Ogni volta che pensava alla vita di Alexandra si rattristava e per questo cercava di farla divertire un po’.

Sperava che un giorno la sua amica avrebbe incontrato qualcuno che le avrebbe fatto perdere la testa. Era convinta che dietro quell’aspetto serio ci fosse una donna appassionata, ma bisognava tirarla fuori da tutte le regole in cui l’avevano imbrigliata. Ne aveva conosciute di ragazze algide in quel modo che alla prima occasione si erano rivelate molto più divertenti e disinibite di quanto ci si aspettasse.

“Eccomi, Jorkins!” la vide esclamare facendole un cenno con la mano.

“Sono così contenta che tu abbia accettato di concederti una serata tra ragazze! Vedrai, ci divertiremo un sacco!” le disse mettendole un braccio intorno alla spalla. Per Godric quanto era rigida quella ragazza!

Si infilarono nel Paiolo Magico e Tom diede loro un tavolo da cui potevano controllare la sala e – soprattutto – da lì erano ben visibili. Non capitava tutti i giorni che due streghe giovani e piacenti come loro volessero divertirsi in quel pub, di solito affollato da rumorose comitive di impiegati del Ministero della Magia e viaggiatori.

Ordinarono due Burrobirre e dei nachos per accompagnare il bere, mentre Bertha studiava la situazione.

“Allora, come ti trovi nel nuovo ufficio?” le domandò Alexandra.

“Oh, benissimo, Ludo Bagman è un amore. Niente a che vedere con Amelia Bones. Credo di aver trovato l’ufficio adatto per me: divertente, stimolante e pieno di affascinanti giocatori di Quidditch!” ridacchiò. Le si illuminò lo sguardo e si sporse verso di lei: “Guarda chi è entrato! Cornelius Fudge! Dicono che voglia candidarsi a Ministro della Magia quando la Bagnold lascerà.”

“Sul serio?” domandò Alexandra.

“Sì, strano che tu non lo sappia. La tua Dolores non è sua amica? Oh, eccola!”

Alexandra lanciò uno sguardo allarmato e si voltò di spalle, nascondendosi tra le pagine del menu: “Oh, Salazar, speriamo che non mi vedano! Non ho voglia di essere coinvolta nelle loro discussioni!”

“Sono in compagnia di un’altra persona!” esclamò Bertha, “un affascinante uomo biondo!”

Alexandra alzò lo sguardo e Bertha si disse di aver ragione, che Alexandra era proprio in cerca di un uomo, esattamente come lei. Forse, le piacevano gli uomini biondi, le sembrava di ricordare che il marito avesse i capelli chiari.

“Cosa ci fanno con Lucius Malfoy?” domandò Alexandra sottovoce.

“Lo conosci?” domandò Bertha, “è sposato?”

Alexandra scoppiò a ridere: “Sì, è sposato. Conosco anche la moglie, era la cugina del mio migliore amico. Hanno un figlio, ma possibile che non conosci i Malfoy?”

Bertha mosse la mano, annoiata dall’argomento. Era certa che ci fossero persone più interessanti in quella sala. “Vado a ordinare un’altra Burrobirra al bancone!” esclamò. Voleva dare un’occhiata in giro e studiare meglio la situazione. Lasciò Alexandra seduta al tavolo a finire la sua Burrobirra, certa che l’avrebbe trovata come l’aveva lasciata.

Salutò un paio di colleghe, prese altre due pinte di Burrobirra e tornò al tavolo dove, con suo stupore, trovò Alexandra intenta a parlare con un biondino. Sollevò il sopracciglio sorpresa: quella ragazza aveva delle doti nascoste! Sorrise nel pensare di aver avuto ragione.

“Eccomi!” esclamò allegra porgendole il bicchiere. Si voltò a studiare i due presenti. Alexandra le disse: “Bertha, ti ricordi di George Quirk, un nostro collega all’Ufficio Applicazione Legge Magica?”

“Ehm… Certo!” disse un po’ incerta. Non poteva lasciare Alexandra sola per un attimo che un tizio noioso si era aggregato al loro tavolo.

“E quindi Fudge è di là con la Umbridge e Malfoy?” domandò Quirk ad Alexandra, senza minimamente considerare la presenza di Bertha.

“Sì, lo abbiamo visto entrare e andare al piano di sopra, sai, dove ci sono le salette riservate.”

“L’altro giorno ha fatto una riunione con il consigliere Parkinson,” le disse Quirk, “le voci su una possibile candidatura si stanno consolidando!”

Bertha sbuffò piano, guardò la sua Burrobirra, mentre pensava che non avrebbe mai immaginato di dover fare il terzo incomodo in un appuntamento di due noiosissimi appassionati di politica.

“Scusa, George, c’era coda ai servizi.” Alzò lo sguardo verso quella voce dall’accento così strano e rimase colpita da due bellissimi occhi azzurri.

“Non fa niente, Bertie, ne ho approfittato per fare due chiacchiere con la mia collega Turner.”

“Siediti con noi!” esclamò Bertha che improvvisamente trovò utile la presenza di quel George. Alexandra avrebbe potuto discutere di politica tutta la sera con quel biondino con gli occhiali, mentre lei avrebbe ammirato quei bellissimi occhi azzurri.

“Grazie, volentieri!” esclamò.

George dovette ricordarsi di fare le presentazioni e disse: “Loro sono Alexandra Turner, mia collega al Wizengamot, e Bertha Jorkins che ora lavora…”

“… all’ufficio Regolamentazione Giochi e Sport Magici!” concluse Bertha, “molto piacere!” gli porse la mano e Bertie le fece un baciamano. Nel momento in cui la mano di lui strinse leggermente le sue dita per portarle vicino la bocca e la scrutò con i suoi occhi celesti, Bertha sentì un tuffo allo stomaco.

“Con Ludo!” esclamò allegro, “è un piacere, signore, io sono Albert Higgs, ma tutti mi chiamano Bertie.”

“Il piacere è nostro!” esclamò Bertha porgendo il bicchiere per un brindisi. Bertie le sorrise e brindarono a quell’incontro. George spiegò loro che Bertie era un suo amico che lavorava al Dipartimento Auror. Non solo era estremamente carino, ma era anche un Auror.

“Mi sembra di capire che tu non sia inglese…” gli disse senza riuscire a distogliere lo sguardo, si sentiva come ipnotizzata da quel sorriso e quegli occhi celesti. Alexandra e George, nel frattempo, avevano ripreso a parlare di politica.

“No, sono di New York, anche se sono circa dieci anni che vivo qui a Londra.” Per Godric, quanto era figo quando sorrideva!

“Quindi hai combattuto durante la guerra?”

“Sono venuto da New York proprio per darvi una mano. Rufus Scrimgeour, il nostro capo ufficio, è venuto a Brooklyn per convincere mio padre a dargli una mano, ma sono venuto io. Il MACUSA mi aveva applicato a gestire i casi di magia minorile, una noia tremenda. Non ho resistito al richiamo dell’azione!”

“Sei un uomo d’azione, quindi…”

“È molto più divertente, non trovi?”

“Oh, sì, è il motivo per cui sono passata dal secondo al settimo livello.”

“Immagino che sia molto più divertente lì. Hai anche i biglietti per il Quidditch?”

“Quanti ne vuoi! Dimmi la tua squadra preferita che ti procuro i biglietti! Abbiamo un sacco di contatti,” gli disse con un sorriso. C’erano un sacco di squadre che le dovevano dei favori e un paio di allenatori che avevano una cotta per lei. Avrebbe ottenuto i posti d’onore senza il minimo sforzo.

“E riesci a lavorare con tutti i giocatori che ti ronzano intorno?”

Bertha scoppiò a ridere, arrossì leggermente, mentre non riusciva a togliere lo sguardo da lui. Si morse un labbro e gli disse: “Cerco di fare del mio meglio… e tu? Con tutte le stagiste, le assistenti e le consigliere che ci sono…”

“Eh… le colleghe del mio livello preferiscono la politica,” con lo sguardo indicò Alexandra che parlava fittamente con George sulle implicazioni della candidatura di Fudge. Quei due sembravano essere completamente fuori dal mondo.

“Ti va di andare a fare un giro? Credo che siamo diventati di troppo a questo tavolo,” le domandò continuando a sorridere e Bertha annuì. “Vuoi venire da me per un caffè o un Firewhisky?” gli domandò senza crederci troppo. Bertie sorrise e le disse: “Ne sarei onorato.”

Entrambi si alzarono, attirando finalmente lo sguardo dei loro compagni di tavolo.

“Dobbiamo già andare?” domandò George.

Alexandra guardò Bertha che le sorrise e cercò di farle segno di rimanere pure seduta. “Io e Bertie andiamo a fare un giro, voi continuate con le vostre analisi politiche,” esclamò allegra, fece segno ad Alexandra che l’indomani si sarebbero aggiornate. La vide scrollare le spalle, osservare perplessa Bertie, e poi tornare a concentrarsi sulla conversazione con George. Bertha notò la pacca sulla spalla che Bertie diede a George e invidiò il modo semplice che gli uomini avevano di comunicare tra loro.

La serata proseguì in modo esplosivo.

Non appena arrivati sulla soglia del suo appartamento non seppe resistere al sorriso di Bertie e nemmeno lui ebbe molta resistenza, a giudicare dal modo in cui si avventò sulle sue labbra. Era appassionato, forte e Bertha si sentì fremere quando i loro corpi aderirono. Disseminarono il pavimento con i loro vestiti, mentre Bertha lo conduceva in camera da letto. Il ragazzo aveva un fisico niente male pur non essendo un giocatore di Quidditch e decisamente ci sapeva fare tra le lenzuola.

L’indomani, Bertha incontrò Alexandra nell’Atrium.

“Allora?” domandò Alexandra, “non siete più tornati dal vostro giro!”

“Ti posso assicurare che abbiamo girato tutta la notte, tra le lenzuola!” esclamò divertita. Si toccò le guance per sentire se non fosse arrossita di colpo. Non riuscì a trattenere l’aria sognante, mentre le confessava: “Per tutti i draghi, erano secoli che non avevo una notte così! Avevo sottovalutato gli Auror! Lui lo diceva di essere uno che preferisce l’azione!”

Alexandra sollevò gli occhi al cielo e scosse la testa con la solita espressione nauseata.

“A te com’è andata con quel George?” domandò Bertha, curiosa di avere qualche aneddoto piccante. Sperava che la serata della sua amica fosse stata movimentata tanto quanto la sua.

“Bene, siamo stati buttati fuori dal Paiolo Magico quando Tom doveva chiudere. Stiamo già immaginando la campagna elettorale di Fudge, ma ci sono un sacco di dettagli da mettere a fuoco.”

“E poi? Cosa avete fatto dopo che siete usciti?”

“Poi ci siamo salutati e tra un po’ ci rivedremo in ufficio.” Fu il turno di Bertha alzare gli occhi al cielo e scuotere la testa. Alexandra se ne accorse ed esclamò: “Non avrai mica pensato che io e George? No, Salazar! No! Non è per niente il mio tipo!”

“E invece avete un sacco di cose in comune! Vi immagino a decidere come mettere ai voti la posizione in cui fare sesso…” esclamò divertita Bertha.

Alexandra le rivolse uno sguardo indignato, ma non riuscì a trattenere la risata. Bertha era certa che avrebbe ceduto e che quello stesso giorno, Alexandra avrebbe guardato George con occhi diversi. Era tutta questione di abitudine e non c’era nulla di male a lasciarsi andare e divertirsi un po’.

 

 

 

 

 

Note dell’Autrice:

Ciao a tutti e se siete arrivati fin qua, grazie per aver letto!

Questa one shot è un missing moment della mia long Kintsugi (https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3890097) che tuttavia può essere letto anche senza conoscere la long. Il marito di Alexandra è Barty Crouch Jr che appunto scompare dopo la caduta dell’Oscuro Signore, avvenuta un mese dopo il loro matrimonio e nel 1988 tutti (moglie inclusa) credono che sia morto ad Azkaban.

George Quirk e il consigliere Parkinson sono mie invenzioni (Quirk compare nel capitolo 38 di Kintsugi come un tirocinante collega di Alexandra con cui discute di politica e ho immaginato che negli anni abbiano continuato a confrontarsi), mentre Bertie Higgs è un personaggio che viene nominato da Cormac McLaggen a Lumacorno come un amico di Rufus Scrimgeour e Tiberius McLaggen con cui va a caccia di Nogtail. Io l’ho reso un Auror di origini americane e tutta la caratterizzazione è mia. In questa raccolta trovate la one shot a lui dedicata (sarà presente anche in Kintsugi a partire dal capitolo 51).

Spero che vi sia piaciuta, è una storia senza molte pretese.

Un abbraccio,

Sev

 

   
 
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