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Autore: PrimbloodyBlack    06/08/2020    0 recensioni
(la pubblicazione continuerà su Wattpad) Eloyn fa parte di una famiglia di cacciatori di vampiri. Durante la sua prima battuta di caccia viene separata dal gruppo e catturata. Viene portata nella grande dimora di uno dei 5 Signori Vampiri. Viene resa schiava dalla potente Lux che la renderà una Bloodgiver, il cui compito è quello di donare il suo sangue al suo padrone.
Lux riuscirà mai a sottomettere uno spirito ribelle come quello di Eloyn? Sarà una sfida che lei non vorrà di certo perdere.
Genere: Drammatico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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Lux

Non l'ho fatto con piacere e neanche con voglia. Era il suo sguardo che mi obbligava a farlo. Era quello che lei voleva e nonostante mi faceva male ho esaudito il suo desiderio. Non è stato facile, quando ho affondato i miei canini nel suo collo è stato anche il momento in cui ho capito che non avrei più potuto farlo, mai più. E mi sono sforzata, così tanto che non potevo più trattenere le mie emozioni, anche se lei era accanto me. Piansi mente lei gridava ed io assaporavo il suo sangue che non volevo. Quel sangue che quasi mi stava dando la nausea. E' stato orribile. Mai più... Se proprio deve avere una ragione per odiarmi, che allora sia quella vera.

Amelie e Rhea non tardarono ad arrivare. L'aroma del suo sangue si era diffuso pesantemente ed era solo questione di pochi minuti. Quando sentii i passi nel corridoio mi alzai dal letto. Amelie spalancò la porta così forte che andò a sbattere contro il muro. Aveva lo sguardo terrorizzato, così come mia sorella, che entrando rimase bloccata sulla soglia mentre Amelie mi correva contro. Mi diede uno schiaffo così forte che mi fece barcollare e poi cadere a terra. Ma lei non sapeva davvero cosa era successo, era passata subito alla conclusioni. Io mi girai a guardare Rhea che sconvolta si era pietrificata, neanche lei aveva compreso.

"E' viva." disse Amelie con un sospiro di sollievo.

"Certo che è viva." Mormorai.

"Certo che è viva?!" Ripeté esclamando la bionda, io abbassai la testa sentendomi colpevole.

"Amelie," la riprese mia sorella con tono addolorato, "Basta." Mi venne incontro mentre Amelie continuava a costatare la situazione di Eloyn. Mi porse la mano e con il suo aiuto mi alzai. Mi ressi alla sua spalla e misi una mano sullo stomaca. "Che c'è?" mi domandò preoccupata.

"Ho la nausea." Le dissi guardandola con occhi doloranti. Lei mi scrutò ma non riuscì a dire nulla. Io invece avevo fin troppo da dire. "Io.." tentai, anche Amelie si girò a guardarmi. Ma non riuscivo, le parole mi si bloccavano in gola. Gli occhi cominciarono a riempirsi di lacrime e fu solo in quel momento di vulnerabilità che riuscii a parlare. "Io..." schiarii la voce, "Non posso più..." Cominciai ad ansimare.

"Lux calmati." mi intimò Rhea preoccupata. Ma il mio respiro era sempre più affannato e cominciò a girarmi la testa. Mi ressi completamente a lei aggrappandomi alle sue braccia per evitare di cadere. Mi sentivo così debole e frastornata. "Ehi!"

"Sto bene." Riuscii a dire, anche se non era vero. Il solo pensare al suo sangue mi faceva venire il mal di stomaco e rischiavo di vomitare ogni volta. "Io devo dirle tutto." Lacrimai.

"Lux!" Mi rimproverò. "C'è Amelie." Mi sussurrò all'orecchio.

E' vero... neanche lei sapeva, o almeno non tutta la storia.

"Amelie?" La chiamò. Lei alzò lo sguardo, ancora tra rabbia e paura. "Porta via Eloyn, a lei ci penso io."

La bionda annuì, prese in braccio la ragazza senza troppa difficoltà e passandomi accanto mi lanciò uno sguardo cagnesco. Poi lasciò la stanza. Mi Starà odiando adesso...

"Perché?" Mi domandò mia sorella non appena fummo sole. "Perché ora?"

Io cercai di riprendermi e parlare con un po' più di coscienza e compostezza, ma era inutile. "Perché ha bisogno di una ragione per portare avanti il suo odio verso di me," dissi con voce spezzata, "E io non posso più ridurla così perché ciò accada."

"Sei davvero sicura?" disse prendendomi il viso tra le mani obbligandomi a guardarla. "L'abbiamo tenuto segreto apposta perché minerebbe la tua posizione da leader." Io annuii, ero decisa. "Se glielo dirai e la voce dovesse cominciare a circolare-"

"Non mi interessa il titolo o il mio cognome!" Lei mi guardò sbigottita, come se avessi detto una blasfemia.

"Perché fai così per una semplice umana!?" Esclamò stringendomi le spalle.

"Io-"

Mi morsi le labbra incapace di dare un nome a quello che provavo. A quella cosa che sentivo e che continuavo a sotterrare giorno per giorno per evitare di perdere il controllo.

"La tua vita è cominciata ad andare a puttane nel momento in cui hai permesso a Lailah di entrare nel tuo cuore e adesso stai commettendo lo stesso errore!"

"Non osare parlare di lei in questo modo!" esclamai con tutta la rabbia in corpo. Il mio cuore sobbalzò nel sentire il suo nome e sentii subito i miei occhi riempirsi nuovamente di lacrime. "Anche tu le volevi bene."

"Si, perché lei era una di noi!" Gridò alterandosi, "O comunque lo sarebbe diventata presto. Eloyn è diversa! Ci ucciderebbe tutti se potesse, soprattutto quando le dirai cosa hai fatto."

"E' quello che voglio." Sospirai.

"Sei-" Tentò di trattenersi con un lamento. "Sapevo che sarebbe successo!" Esclamò come se fosse un rimprovero a se stessa. "Se proprio vuoi che ti odi così tanto allora trasformala."

"Non voglio che si ammazzi da sola Rhea, ho già deciso."

"Fai come ti pare," disse voltandosi, "Non voglio più far parte di questi giochi mentali."

Capivo la sua rabbia, forse in altre circostanze avrei reagito allo stesso modo se non si fosse trattato di me. Ma è questa la realtà che sto vivendo, e forse era meglio accettarla.

"Aspetta." La fermai prima che uscisse. Le si voltò, lo vedevo dal suo sguardo che ne aveva avute abbastanza, ma dovevo per forza dirle un'ultima cosa, così forse avrebbe compreso. Con un momento di realizzazione ma anche di poca lucidità le domandai, "Se Amelie ti chiedesse qualcosa che solo tu puoi fare, la faresti?"

"Ovvio," rispose ridendo alla mia domanda.

"E perché?"

Corrugò la fronte a quella che sembrava una strana e palese domanda e poi rispose, "Perché la amo, lo sai." 

Io la guardai fissa, sperando che riuscisse a leggere il mio sguardo senza che ci fosse bisogno di dirlo a parole, perché lo stesso pensarci mi faceva paura e mi trasmetteva impotenza. La fermezza nei miei occhi, la serietà che mostravo difronte alla sua confusione, lo capì subito. La realizzazione la colpì dritta sul viso e spalancò gli occhi.

Quasi sorrisi nel vedere tutto quello stupore che poi sarebbe diventato delusione. "Allora non criticarmi più per quello che faccio."

Sapevo quello che avrebbe inteso e non mi sono comunque fermata. Per la prima volta non avevo dato retta alla ragione, per la prima volta avevo fatto un passo avanti per capire meglio me stessa. Forse se l'avessi capito prima tutto questo non sarebbe successo, ma allo stesso tempo il passato non può essere cancellato e sarebbe comunque arrivato il momento in cui le avrei dovuto dire chi fossi veramente. Qualcuno che lei avrebbe veramente odiato. Qualcuno che lei avrebbe ucciso con piacere. Perché non c'è niente di meglio della soddisfazione che si prova ad uccidere un carnefice.

Eloyn si svegliò in tardo pomeriggio nella sua camera. Come avevo detto ad Amelie, dopo averla medicata avrebbe dovuto riportarla nella sua vecchia stanza. Io intanto avevo spedito una lettera alla famiglia Manor, informando della mia partenza posticipata. Adesso dovevo solamente prepararmi ad affrontarla.

Avevo chiesto a Rhea se poteva essere lei quella a raccontare a Amelie le vere vicende di quel giorno, e lei aveva accettato. Aveva paura che mi avrebbe attaccata per averle nascosto la verità. Cosa che trovavo parecchio plausibile date le mie recenti azioni che le hanno causato non poco stress. E quindi mi aveva appoggiata nonostante l'evidente disaccordo.

Per calmare la tensione bevvi un calice di vino, mentre aspettavo Amelie per dirmi che potevo andare. Quando mi venne a chiamare, mi rivolse uno sguardo trucido senza parlarmi, ma non vedevo più quella scintilla di disprezzo e questo mi tranquillizzò. Le avrei parlato non appena ne avessi trovato il coraggio. Andammo insieme in camera della ragazza, Rhea era già lì davanti la porta e con lei c'era Marcus. Avevo richiesto la sua presenza nel caso Eloyn perdesse il controllo. Cosa su cui ero certa.

"Qualsiasi cosa tu debba domandarmi, sono pronta a risponderti. Lasciami solo affrontare prima questa cosa." Dissi ad Amelie. Lei rispose con un mezzo sorriso e distolse lo sguardo, forse ancora incapace di capire come comportarsi nei miei confronti. "Marcus, tu rimani fuori, se c'è bisogno ti chiameremo."

"Si signora." Rispose.

Magari fossero tutti come lui.

Io bussai con delicatezza, quasi sperando che fosse tornata a dormire. Mi sentivo impaurita, era intimidita e mi tremavano le mani.

"Avanti."

E' arrivato il momento. Pensai mettendo piede nella stanza. Quando entrammo lei stava guardando oltre la finestra. Non si girò mai neanche quando mi sedetti accanto al letto con la sedia.

"Come stai?" Domandai con un groppo alla gola.

"Non lo so." Rispose dopo una lunga pausa. Mi faceva male vederla così apatica. "E tu?" Si girò a guardarmi, mi scrutò il viso e prima che potessi rispondere aggiunse, "Sei pallida." 

Evitai di guardarla negli occhi, distogliendo lo sguardo e mostrandole solo il mio profilo. "Ti devo dire una cosa." Le dissi con l'ansia che aumentava.

"Non hai risposto alla domanda." Disse con voce stanca.

"Io..." i nostri occhi si incrociarono. Non potevo e non dovevo permettere a me stessa di essere debole in questo momento. Feci un profondo respiro e prendendo in mano un po' di forza cominciai a parlarle più austera, come si addice ad una della mia posizione. "Non sono qui per parlare di me, quindi, fammi dire ciò per cui sono venuta."

Lei annuì, "Va bene."

"Okay," schiarii la voce. "Precisamente venti anni fa è entrata a far parte di questa famiglia una ragazzina di nome Lailah. Era un umana come te e la mia Bloodgiver." Feci una breve pausa cercando di non crollare e raccontarle al meglio tutto ciò che aveva bisogno di sapere. "Lei era diversa dagli altri umani, era stata tradita dalla propria specie e vedeva nella mia una nuova speranza di vita. Crebbe al mio fianco, la consideravo come una sorella." Dissi con un sorriso stampato sulla bocca. "Le avevo promesso che un giorno le avrei donato nuova vita sotto forma di vampiro, e poi, se lei lo desiderava, l'immortalità."

"Mi avevi detto che le tue precedenti Bloodgiver le avevi vendute." domandò con la fronte corrugata.

"Ho mentito."

"Ovviamente." Rispose immediatamente lei. "Cosa potevo aspettarmi."

Perché deve fare la stronza proprio adesso... Pensai rattristandomi. Sapevo che non sarebbe stato facile ma se avrebbe continuato a farmi quello sguardo e a parlarmi in quel modo, allora... non so se ce l'avrei fatta.

"Non volevo interromperti," Io alzai lo sguardo verso di lei. Potevo vedere quanto era desiderosa di sapere sotto quello sguardo freddo. "Continua."

"Quello che sto cercando di dire è scappata  ed è che riuscita a tornare nel suo vecchio villaggio per dire addio alla sua famiglia prima che la trasformassi." Feci un profondo respiro, sentivo già che la voce mi tremava, ma dovevo per lo meno trattenere le lacrime. "Lei..."

"Lux," Disse Rhea cercando di avvicinarsi, "Non sei costretta a-" Non mi voltai a guardarla ma intuii che Annie l'aveva fermata.

"Allora... lei..." sentivo già gli occhi bruciarmi.

"Lux!" gridò nuovamente Rhea, dandomi un ultima possibilità di fermarmi, di cambiare idea. Forse aveva ragione. E se smettessi di parlare... così lei non mi odierebbe? E forse io... forse potrei ricostruire tutto da capo. Sto sbagliando tutto, forse. Dovrei stare zitta? Non so più niente. Niente.

"Diglielo," Disse Annie, io mi voltai, probabilmente avevo uno sguardo disperato. "Deve sapere." Mi disse convincente. Rhea l'ammonì con lo sguardo, ma lei stava guardando solo e soltanto me. Annuì con un sorriso cercando di darmi coraggio e io le rivolsi un piccolo sorriso poco convincente e tornai a posare lo sguardo su Eloyn.

"Cos'è che devo sapere?" Eloyn domandò agitata, "Mi fai preoccupare."

Io schiarii nuovamente la voce e continuai da dove mi ero bloccata, "Lei è tornata nel mondo degli umani ma stata catturata dai cacciatori del suo villaggio. Perché ovviamente nessun umano era mai tornato vivo o normale dal nostro mondo. Pensavano che fosse un vampiro, la presero e..." Cominciai ad ansimare e guardai per un secondo Eloyn. Aveva uno sguardo sconcertato, forse nel vedere me così vulnerabile, o perché immaginava che fine aspettava a Leilah. "Loro l'hanno uccisa. L'hanno presa, legata, bruciata e poi appesa con una corda ad un palo come se fosse un trofeo."

"Mi disp-"

Con una leggera risata nata dal nervosismo dissi, "Adesso ti domanderai come io faccia a saperlo. Perché sono andata in quel villaggio all'insaputa di tutti per riportarla indietro. E cosa ho trovato?" Dissi lacrimando. "Un corpo messo in mostra che non aveva neanche più una forma."

"Mi dispiace." Ridisse sconcertata. Ma vedevo che neanche lei aveva le parole per esprimere tutto il dissenso che provava. Ma presto quel dispiacere si sarebbe trasformato in altro.

"Eloyn... Dopo aver visto quella scena, ho perso il controllo. Io stessa ricordo poco e niente tranne l'odore del sangue che ricopriva le strade, la puzza di morte che stavo lasciando dietro di me..."

Non volevo continuare a parlare, non volevo dirle esplicitamente cosa aveva fatto a lei. La guardai sperando che capisse da sola. E la mia espressione la raggiunse. Il suo sguardo rattristito si trasformò lasciando spazio al dolore e alla rabbia. Vedevo i suoi occhi bruciare d'odio e rancore, I suoi pugni stringere il lenzuolo, il suo viso arrossarsi.

"Dillo!" Esclamò sul procinto di esplodere. "Dillo adesso!" Gridò.

Io deglutii, il senso di colpa era troppo forte. "Ho ucciso io la tua famiglia." Piansi pronunciando ogni parola.

Eloyn mi guardò come se fosse pronta a smembrare ogni parte di me e sapevo che voleva veramente farlo. Senza aspettare ulteriormente, fece uno scatto contro di me circondandomi il collo con la sua ferrea stretta.

"Ti ammazzo!" gridò con tutta la forza in gola. Io nello stato in cui ero non riuscii a muovere un muscolo contro di lei, neanche a fermarla.

"Marcus!" Gridò Rhea.

Neanche un secondo dopo, vidi il possente vampiro alzare Eloyn da sopra di me e gettarla violentemente a terra.

"Non farle male!" Gli gridai non appena vidi la ragazza rialzarsi. Sapevo che non si sarebbe fermata, era nel suo carattere.

Come avevo immaginato tentò di attaccarmi di nuovo ma Marcus la bloccò, circondandola con le sue possenti braccia e stringendola a se.

"Lasciami!" Gridò rabbiosa. "Lasciami!" Insistette mentre i suoi lamenti di rabbia si trasformavano lentamente in stridule grida soffocate e la sua voce veniva strozzata dal pianto. "Io ti ammazzo." Pianse abbassando la testa verso il pavimento, dando sfogo al dolore. "Ti odio..." Continuò, "Mi hai rovinato la vita."

"Mi dispiace," bisbigliai.

"Marcus rinchiudila nelle segrete, non vogliamo mica dare spettacolo."

"Certo mia signora." Disse l'uomo portandola via.

Ero troppo sconvolta per reagire o anche piangere. Mi alzai da terra solo per mettermi seduta, con le mani che mi coprivano il viso e ginocchia vicino al petto. Volevo solo scomparire in quel momento o cadere in un sonno profondo e risvegliarmi non appena tutto questo sarebbe finito. Sentii una mano sulla spalla, ma non volevo girarmi a vedere chi era, ne mi interessava, volevo solo stare sola.

Ero esausta, davvero tanto.

 

   
 
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