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Autore: MusicAddicted    07/08/2020    21 recensioni
Prendete due serie TV, shakeratele fra loro, trovate un punto d’incontro, stravolgete tutto lo stravolgibile… ed ecco che otterrete questa storia.
Crowley ha una delle sue brillanti idee e la propone ad Aziraphale.
E se Jessica e Kevin avessero ottenuto i loro poteri in tutto un altro modo? Se fosse un altro il loro primo incontro?
Forse stavolta tutto fra loro potrà essere più romantico, forse.
Degli Ineffabili Maritini invece… che ve lo dico a fare?
E in tutto questo che ne sarà dell’Anticristo?
La fine del mondo si eviterà?
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altri, Jessica Jones, Kilgrave, Trish Walker
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Buonasera/notte fonda a tutte/i

E niente.. ho preso l’andazzo, lunghe attese = lungo capitolo
Warning: eccesso di fluff, romanticume, cose parecchio sdolcinate insomma #sorrynotsorry ma ci sono anche momenti divertenti, almeno me lo auguro ^^’

 

ineffably-inevitable-cover



 



Capitolo VI: You’re the Lasso to my Wonder Woman 

 

                                                                                  London, Soho, Greek Street, 5 April 2006

Aziraphale è il primo a svegliarsi dal loro riposino e ne approfitta per osservare un Crowley ancora dormiente, con la bocca semiaperta, la testa reclinata in direzione dell’angelo e una mano che stringe forte un lembo della coperta.

È un’immagine troppo tenera e Aziraphale non sa resistere.

- Tanto sta dormendo, non se ne accorgerà mai… - medita, mentre comincia a chinarsi sempre più su di lui, gradualmente.

 

- Un bacetto piccolo, piccolo su quella bocca e non chiederò più niente per altri seimila anni…- si fa coraggio lui, portando le sue labbra celestiali sempre più vicino alla meta.

Forse un rumore improvviso, forse un sogno movimentato o molto più probabilmente il destino infame e beffardo, ma Crowley si sveglia con un sussulto proprio in quel momento, picchiando per poco una testata con il biondo.


“Angelo, ma cosa?” lo guarda stordito, sgranando gli occhioni ambrati, sorpreso per quella vicinanza così proibitiva.

- Che io stia sognando?-


“Huh! Beh… io… tu… una mosca. Ecco sì, c’era una mosca che si era posata sul tuo viso e volevo mandarla via.” spiega Aziraphale, le dita nascoste dietro la schiena che schioccano in tempo per correre ai ripari.
 

Crowley osserva la suddetta mosca aggirarsi per la stanza. Che sia appena stata creata invece non lo può sapere.

“Oh beh, grazie per averlo fatto, allora, non sopporto le mosche, mi ricordano il mio Capo!” borbotta lui, mettendosi a sedere.

 

La verità è che prova una delusione cocente per quel contatto in cui tanto sperava e, se ha capito bene gli umani, loro ricorrono al cibo per tirarsi su di morale.

 

- Magari funziona,- contempla, prima di fare quell’insolita richiesta.

“Facciamo insieme quella merenda che avevamo in sospeso, angelo?”

Per poco Aziraphale non gli ride in faccia.

 

“Merenda? Ormai possiamo parlare solo di dopocena! Sono le undici passate, temo che abbiamo dormito più del previsto.” lo informa.
“Ho dormito per un secolo filato, immagino che le nostre opinioni sul dormire tanto divergano parecchio.” bofonchia Crowley, stiracchiandosi.

 

“Facciamo quattro passi, angelo, usciamo da qui, ti porto alla più buona pasticceria dei dintorni.” gli propone.

 

Sente proprio la necessità di testare gli effetti terapeutici del cioccolato sul suo cuore plurimillenario sconsolato.
 

“Quando dici che offri tu, intendi… con soldi veri?” lo guarda sospettoso Aziraphale.
“Fino all’ultima sterlina!” sfodera la sua migliore espressione innocente l’altro.

 

- Soldi veri… che farò apparire con un piccolo miracolo direttamente dalla cassa della pasticceria … non c’è bisogno di dirti tutto, angelo!-

 

-Gli umani avevano ragione, pare che il cioccolato faccia miracoli contro i malumori. Miracoli terrestri, si intende. - pondera Crowley, alla terza forchettata di quella succulenta torta triplo cioccolato che si sta concedendo.
 

“Sai, caro, vederti fare il demone chioccia oggi mi ha fatto venire in mente che ormai è un anno che non faccio visita alla mia assistita.” commenta Aziraphale, assaporando soddisfatto la sua torta Mimosa.

Armeggia un po’ con il proprio cellulare, guardando il display tutto assorto.

 

Incuriosito, Crowley gli scivola vicino.
 

“Che guardi, ang…”
 

La parola gli muore in gola, quando si accorge che Aziraphale sta guardando delle foto, più che altro vedendo di chi è in compagnia.
 

Crowley quella ragazza l’ha già vista e anche molto di recente.
 

“Uh? Caro, perché quella faccia? Sembra tu abbia visto un fantasma!” ridacchia il biondo. “Non c’è bisogno di agitarsi in quel modo. Se ci pensi, il fatto che il tuo assistito diventi sempre più la tua copia precisa a ogni anno che passa mi dà modo di capire quale possa essere il suo aspetto. Quindi mi sembra equo che io ti sveli quello della mia protetta. Queste le abbiamo scattate l’anno scorso, non dovrebbe essere cambiata molto.” spiega calmo, facendo passare in rassegna altre foto dei momenti con lei.

“Beh, davvero una gran bella ragazza!” replica Crowley, come se niente fosse.

 

Qualcuno gli deve spiegazioni e parecchie.

 

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                                                                        New York, Four Seasons Hotel, 57 East 57th Street, 6 April 2006
 

Kevin si sveglia di buon mattino e di ottimo umore, pronto a cominciare la giornata, soprattutto perché sa come si concluderà.

A riprova dei piani per la serata, sente vibrare il cellulare e sorride quando legge sul display che ha un messaggio in arrivo da ‘Brave Knight’.

Per gioco o per sigillare quell’incontro, Jessica gli ha permesso di salvare il suo numero sotto quel nome, a patto che lui acconsentisse a farsi registrare sotto ‘Princess in Danger’.

 

Hey, tu, vedi di non manipolare troppe persone, perché stasera ti voglio pieno di energie! ;P  J

Mentre si versa del tè pensando a una risposta sagace da darle, sente tremare la stanza, i quadri cadere uno dopo l’altro, il lampadario crollare dal soffitto e sfracellarsi al suolo e le vetrate esplodere una a una.

Un istante dopo vede comparire Crowley, in mezzo a quelle macerie.

 

“Ti ha dato di volta il cervello, Kevin!!??” sbraita, mutando per un fugace momento la sua testa in quella di un grosso serpente nero, sibilandogli tutto il suo profondo disappunto.


Kevin non si scompone né per la sua entrata in scena di grande effetto, né per la trasformazione.
Si limita a rimuovere dalle fette di pane tostato il calcinaccio piovuto giù dal soffitto.

 

“Sapevo che l'avresti scoperto prima o poi, solo che non mi aspettavo così presto!” fa spallucce. “Gradisci del tè?” offre, affabile.

Crowley lo guarda, stralunato.

 

“A volte penso che tu saresti dovuto essere l’assistito di Aziraphale.” borbotta.
“Solo per il tè? Lo fanno quasi tutti gli Inglesi, sai, e poi non dovresti esserlo anche tu?” lo mette alle strette l’umano.
“No, io sono di ogni lingua ed etnia e di nessuna... la stessa cosa dovrebbe valere per Aziraphale ma lui si ostina a fare l'Inglese!” replica il demone, alzando gli occhi.

Kevin ridacchia e la cosa non sfugge a Crowley.

“Che hai da ridere? Non sei in una bella situazione sai? Quello che ho fatto alla stanza è un riflesso di quello che potrei fare a te.” ringhia, ricorrendo al suo miglior tono minaccioso.

“Premesso che prima di uscire di qui la stanza me la rimetterai a nuovo, rido perché... ma  ti ascolti? Ti metti a parlare del tuo Aziraphale e ti scordi pure che stavi sbraitando perché esco con la sua protetta!”

“NGK! Non è il mio Aziraphale!” si agita Crowley.

Kevin gli rivolge il suo miglior sguardo alla ‘Bitch please!’.

“Ti va bene che non posso costringerti a dire la verità…”
“Eppure non mi sembra di averti dato anche il potere della super strafottenza!” si finge pensieroso il rosso, facendolo ridere.

“Ora ti dirò una serie di validi motivi per cui, anche se mi frequento con la mia Nemesi, non ne devi fare un affare di stato: punto primo, non è stata una cosa premeditata, non è che io o lei ci siamo svegliati pensando ‘cosa potremmo fare per mandare davvero su tutte le furie i nostri guardiani?’. Ci siamo incontrati per caso, lo hai visto anche tu, anzi; quando mi hai fatto visita, io la dovevo ancora conoscere la verità su di lei... “ comincia la sua arringa il castano.

“Ah, quindi mi stai dicendo che io ho visto solo il prima… poi ti sei accorto di chi è realmente e hai mantenuto da lei le distanze il più possibile.” si tranquillizza Crowley, confidando che nel suo protetto sia rimasto un po’ di sale in zucca.

“Quale parte di ‘esco con la sua protetta’ non hai colto? Non ho mantenuto le distanze, semmai le ho accorciate, parecchio!” sogghigna sornione lui. “Secondo punto: conoscere lei non mi ha distolto dai miei compiti per te, vuoi il quantitativo di cattive azioni che ho spinto la gente a compiere ieri sera, dopo che ci siamo salutati? Sono ancora il tuo Stallone nella corsa ai Peccati!” lo rassicura, facendolo suo malgrado sorridere. “Terzo punto: sei solo invidioso. Io e lei abbiamo fatto in un giorno quello che voi due vorreste fare da millenni!” gli dà scacco matto.

“In che senso… ‘voi due’? Dici che anche lui…” borbotta Crowley, mentre la lussuosa suite ritorna al suo stato originario.
“Non abbiamo parlato molto di voi, ma da quel poco che mi ha detto so che il suo guardiano ha gli occhi a cuoricino ogni volta che ti nomina…” rivela Kevin.

Crowley fa un sorrisone intrigato ma poi si disillude.

“Ah, ma quella è la sua caratteristica d’angelo, lui fa così sempre, con tutti…”
“Non ci vuoi proprio credere che tu gli possa piacere, vero?” lo guarda lo psicologo, con lo sguardo di chi sa.
“Io… per il maledetto Paradiso! Non è di me che stavamo parlando ma di te e quanto sia pericoloso e sbagliato il fatto che voi vi frequentiate!” torna sull'argomento il demone, cercando di mantenere un tono autoritario.
“Perché non cerchi di coglierne i vantaggi? Conoscere il nemico vuol dire conoscere le loro mosse e magari giocare d’anticipo.” sogghigna furbo Kevin.

- Se gli faccio credere che ho uno scopo malvagio, forse la smetterà di darmi il tormento!-

“Uh, è vero… a questo non avevo pensato…” riconosce il rosso, accarezzandosi il mento pensieroso.

- Non me ne frega un accidenti di contrastare le mosse nemiche, ma se lui frequenta la sua assistita forse potrebbe parlare a lei di me e convincerla a far capire ad Aziraphale, se è vero che ha un interesse per me, che non sarebbe la fine del mondo lasciarsi andare un po’ di più con il sottoscritto… - sono le reali ‘malvagie’ macchinazioni del demone.

“Quindi, l’hai capito che non c’è nulla di dannoso in questo?” si accerta Kevin, finendo la sua colazione.

L’altro si limita ad annuire.

“E non dirai nulla ad Aziraphale?”

“Vuoi scherzare? Quello mi fa a fettine se lo viene a sapere! Che poi, ti dirò, io non ci vedevo tutto questo dramma se voi due vi foste incontrati, è stato lui a inculcarmi l’idea che sarebbe stato un cataclisma senza precedenti!” ammette Crowley.

“Non mi sembra proprio che lo sia stato.” ridacchia Kevin, per poi farsi più serio.

C’è una questione che gli preme.

“Visto che prima hai tirato in ballo il discorso dei super poteri, lo sai che il tuo adorato ne ha concessi due alla sua assistita? Anzi, tre, se si conta anche la sua maggior resistenza al dolore.” borbotta l’umano. “Io invece ne ho solo uno e troverei più idoneo disporre del ‘pacchetto mentale’ completo: telecinesi e lettura del pensiero.” azzarda, con nonchalance.

“Ma nemmeno per benedetta idea. E se continui ad ammorbarmi in questo benedettissimo modo, ti dimezzo la durata del tuo potere!” sbotta l’altro.
“Okay, come non detto…” alza gli occhi il castano. “Però potresti essere di qualche altra utilità, sai? Voglio dire, io la rivedrò stasera, ma non so che mettere.” spiega lui, che al momento è ancora in boxer e maglietta. “Sì, certo, potrei andare a fare shopping, o portar via a qualche passante una giacca che mi piace particolarmente, ma richiede così tanto tempo e prima devo anche lavorare, sia il lavoro vero che quello che faccio per te…”

“Ho capito dove vuoi andare a parare. Sta’ fermo lì.” sbuffa Crowley, prima di schioccare le dita.

“Che dici? Per farla sentire a suo agio.” propone il rosso, mentre l’umano si avvicina al primo specchio disponibile, guardando il suo riflesso in un completo di un bianco quasi accecante, prima di storcere il naso.

“Naah. E poi, fidati, lei non è così angelica come credi!” ridacchia. “Anzi, ti dirò, pare pure avere una certa simpatia per l’alcool, sarebbe potuta essere benissimo lei la tua assistita!”
“Oh no, ho te e non ti cambierei con nessuno!” lo inorgoglisce con la sua risposta il demone. “Semmai, se me la presenterai un giorno, io e lei andremo a farci una bevuta!” fa spallucce.  “Tornando a noi, se bocci il bianco, allora..” schiocca le dita e il completo diventa interamente nero.

“Mi piace, ma pensavo a un po’ più di colore…”

Nemmeno il tempo di dirlo e si ritrova celeste.

“Così fa un po’ troppo Principe… e pensa che per lei io sono più una Principessa!” commenta divertito, con Crowley che si acciglia, non capendo, prima che, un po’ spazientito, cominci a far scorrere un cambio di colori in rassegna: rosso, arancio, verde, giallo, viola, rosa shocking…

 

“Aspetta, aspetta, torna un po’ indietro di uno.”

Crowley esaudisce la richiesta del suo assistito e lo riporta quel completo di pantaloni e giacca viola ametista, con i bordi delle tasche viola orchidea e una camicia color blu polvere.

“Abbiamo un vincitore.” sogghigna Kevin, rimirandosi da ogni angolazione. “E poi mi si addice così tanto, è il colore della psiche, dell'inconscio… e mi dà anche un’aria più inquietante. Dovrei vestirmi più spesso così.”
“Ma non lo farai più a spese mie!” sbuffa Crowley. “Certo che sei un manipolatore nato… ero venuto per farti una lavata di capo e invece ti ho rifatto il guardaroba!”
borbotta.

“E comunque non deve essere per forza relativo alla mente.” riprende a parlare Kevin.
“Cosa?” lo scruta confuso Crowley.
“L’ulteriore potere che dovresti darmi. Ad esempio, mi piace un sacco il tuo di fermare il tempo, quindi…”
“Okay, a quanto vedo hai proprio un’irrefrenabile voglia che la durata del tuo potere cambi da dodici ore a dodici secondi, non è così?” lo sfida Crowley, minacciando di schioccare le dita.
“Uh? No, no, no, come non detto!” si allarma l’altro, bloccandolo in tempo. “Questi sono i momenti in cui mi ricordi che sei un demone così bastardo!”
“Grazie, tesorino!” sogghigna lusingato Crowley, facendogli un tenero buffetto sulla guancia, prima di scomparire.

Kevin sorride fra sé e sé, spogliandosi e riponendo con cura quel completo nell’armadio, prima che il cellulare vibri di nuovo ed è ancora lo stesso mittente di prima.

 

‘Okay che ti ho detto che ti voglio pieno di energie, ma puoi sprecare almeno quelle per rispondermi, sai! J’


Lui non vuole certo farla aspettare.

 

Perdonami, ma ero nel mezzo di una quasi apocalisse con prova-a-immaginare-chi e dovevo salvare le apparenze. Le energie per stasera le conserverò tutte, non vedo l’ora! K

 

**************************************** (contemporaneamente)

                                                                         New York, 389 Upper East side 89th Street, 6 April 2006

 

“Ti è arrivato un messaggio, Jess!” la chiama Trish, mentre la sorella è in camera sua. “Ma non credo sia di chi aspettavi , è una tale ‘Princess in Danger’!” la informa, sbirciando l’anteprima del display.
 

“Ė lui, è lui!” corre da lei Jessica, prendendo il cellulare e leggendo divertita. “Sai, ci siamo incontrati per caso perchè io l’ho salvato da una situazione pericolosa,” la informa lei.

 

Del resto sta andando avanti a mezze verità, come il fatto di averle raccontato solo una delle sue due professioni.

“La mia Jess esce con un Dottore!” le sorride inorgoglita Trish, tornando in camera con lei. “Hai fatto centro, ragazza, non devi fartelo scappare! Hai fatto benissimo a venir da me.”

 

“Vuoi mettere il mio misero guardaroba da detective col tuo immenso da stella nascente di Hollywood?” si rivolge all’attrice l’altra. “Io ho solo jeans strappati, felpe nere e una mise da escort, non sai in quanti casi mi è stata utile!”

“Direi che non è proprio l’abbigliamento adatto. Magari l’ultimo, quando raggiungerete un maggior livello di confidenza!” ridacchia la bionda, scrutando il suo armadio, mentre Jessica si toglie un lungo abito giallo che la convince davvero poco.
“Dovresti mettere questo!” emette il suo verdetto Trish, passandole un abito corto e attillato nero con una fantasia fiorita blu e rossa.”

“Mi sembra un po’ troppo per un primo appuntamento,” borbotta Jessica, poco convinta.
“Mia cara, niente è mai troppo per un primo appuntamento.” le dà importanti lezioni di vita la sorella. “Provatelo subito.”

E non appena lo fa e si guarda allo specchio la mora capisce che quella è la scelta vincente.

 

“Il tuo guardaroba batte il mio dieci a zero, un po’ come il tuo loft extra lusso contro la mia bettola sgangherata… semmai Kevin mi chiedesse di portarlo a casa mia, posso fingere di abitare qui?” le chiede Jessica, cambiandosi d’abito e rimettendo i suoi consueti vestiti, riponendo il prezioso prestito della sorella in un sacchetto.

“Non provarci nemmeno! Hai fatto le tue scelte di vita modeste e ruspanti e ne devi  andare fiera. Una mano dovevo proprio dartela nell’abbigliamento, ma per il resto mostrati a Kevin per quella che sei!” le consiglia la bionda, accompagnandola alla porta. “Ah, Jess, poi sappi che voglio conoscerlo!”

“Vedremo, Trish, vedremo…”

 

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                                                                          New York, Hell’s Kitchen, 485 West 46th Street, 6 April 2006

 

Quello che Jess non si aspetta, alle fine delle sue indagini, è di tornare a casa sua e trovare ad aspettarla Aziraphale.
 

“Zira!” lo accoglie gioiosa abbracciandolo.
“Mia cara ragazza, sei sempre più bella e poi hai una luce in volto… ti è successo qualcosa. Qualcosa di bello.” intuisce l’angelo, sorridendo.
“Beh, sì… in un certo senso… sto uscendo con un ragazzo che mi piace da impazzire!” lo informa lei.

 

Del resto, nel bene o nel male, è sempre stato il suo confidente.

“Oh, Jessica, sono così felice per te, te lo meriti!” gioisce l’angelo. “Me lo devi far conoscere assolutamente!” aggiunge, trepidante.
“No!” si impunta Jessica, insospettendolo. “Voglio dire, è una cosa così recente, dammi un po’ di tempo, siamo ancora a quelle situazioni ‘solo io e lui’ capisci?” corre subito ai ripari.

- Oh, come vorrei essere a quella fase con Crowley… un momento, io con lui non sono a nessuna fase. - si adombra lui, ma se lo fa passare in fretta.

 

“Capisco benissimo, cara. Prometto che non interferirò finché non ti sentirai pronta tu.” le sorride.
“Però posso dirti che è un Dottore, uno di quei lavori che tanto lodi, aiuta le persone e bla, bla, bla.”

 

- Beh, quando non fa commettere loro pessime azioni, è vero che li aiuta!- cerca di convincere per lo più se stessa.

“Non avrei potuto chiedere di meglio per te, anche se non lo conosco, mi piace già questo giovanotto!” approva il biondo, per poi ricordarsi qualcosa. “So che non dovrei dirtelo, ma è una cosa così curiosa… sai che anche il protetto di Crowley pare abbia trovato una ragazza molto speciale?”

 

Per un attimo Jessica teme il peggio, poi si ricorda chi fra loro due è il detective. Inoltre è lusingata per come Crowley gliene ha parlato.

 

“Oh beh, non mi stupirei, è Primavera, la stagione dell’amore!” commenta con leggerezza lei, facendo spallucce.

 

“Sicuramente quella ragazza sarà una poco di buono.” scuote la testa Aziraphale, disapprovando in pieno.
 

“Hey!” si offende Jessica, ma poi si rende conto di quello che ha fatto, anche per il modo confuso in cui la sta guardando lui. “Voglio dire, sei un po’ stronzo a generalizzare così, Zira! Chi te lo dice che magari lui non si senta attratto da questa ipotetica ragazza speciale proprio perché rappresenta il suo opposto?”

“Oh, mia cara, hai ragione, non dovrei permettermi di giudicare in questo modo, senza nemmeno conoscerla poi!” si ravvede subito l’angelo.

 

“Esatto. Senza nemmeno conoscerla!” ribadisce lei. “Piuttosto, come mai sei qui? Hai una missione particolare da affidarmi?”

- Non stasera, non stasera, ti prego, non stasera… - fa i suoi scongiuri lei

 

“Nessuna missione, solo che era così tanto che non ci vedevamo e ho pensato di fare un salto.” spiega lui, sorridente. “Infatti credo proprio che ora me ne tornerò alla mia libreria. Ti dirò, pensavo di tornare qui, in nome dei bei vecchi tempi, magari in vista del tuo compleanno, fermarmi un po’ di più… una cosa da umani, tipo viaggio, valigia e hotel dove soggiornare…” pianifica lui.

“Oh sì, è una bella idea!” approva lei.

 

- Finché non mi sorveglia ventiquattr’ore al giorno è una buona idea - pondera lei, grata per il fatto che non miri a fermarsi da lei.

 

“Già, magari se riesco convinco anche Crowley, anche a lui piace New York, ma non ha mai modo di vederla come si deve. Certo, a meno che lui non debba badare al suo assistito, chissà dove si trova…”
 

“Già, chissà, io di certo sono l’ultima al mondo che può saperlo!” ridacchia lei con finta innocenza, contagiandolo.

 

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                                                             New York, Minton's Playhouse, Harlem, 206 W 118th Street, 6 April 2006
 

“Sei davvero una visione!” esclama estasiato Kevin, quando la vede arrivare con quell’abitino nascosto solo per metà da un giacchetto di velluto nero, esaltato da degli stivaletti di vernice nera con stiletto.


Su decisione di Jessica, hanno stabilito di trovarsi quella sera proprio davanti al bar in cui si sono incontrati.
 

“Grazie. Quanto a te, ha chiamato Willy Wonka, rivuole indietro i suoi vestiti!” lo prende in giro lei e lui si imbroncia. “Dài, elegantone, scherzo, stai benissimo, è un colore che ti dona particolarmente.” ammette lei, dandogli un piccolo bacio.

“Oh, buono a sapersi, allora lo vedrai spesso,” sorride lui, contro le sue labbra, prima di approfondire il bacio.


“Mm… per quanto sia bello, possiamo baciarci più tardi.” si separa a malincuore lei, afferrandogli la mano. “Vieni con me, c’è un taxista che ci sta aspettando e lui conosce già la destinazione,” gli spiega portandolo con sé. “Non ti azzardare a chiedergli di rivelartela perché se ti rovini la sorpresa ti picchio!” gli intima.

“Ma come? E  la tua promessa?” la guarda deluso lui.
“E chi ha parlato di super pugno? Uno normale, da umana qualsiasi!” lo fa ridere lei, mentre salgono a bordo.

“Tranquilla, non mi rovinerò niente.”

Quando il taxi arriva a destinazione, Kevin è alquanto perplesso.

“Ma… siamo all’Empire State Building! Non avevi parlato di un luogo isolato?”
“Sì, ma volevo anche qualcosa di spettacolare. Questo spettacolare lo è, quanto a isolato… potrebbe diventarlo…” ammicca lei, giocherellando coi bottoni della sua camicia.

Kevin capisce e sogghigna.
“Ooh l’aiutante del Paradiso che approva l’utilizzo dei miei tenebrosi e malefici poteri!” la prende in giro.
“Mica ti ho detto di far buttare giù la gente, fa’ solo in modo che se ne vadano… nulla di troppo tenebroso.” precisa lei.

“Ai suoi ordini, Milady.” fa un mezzo inchino lui, prima di dirigersi all’ingresso.

Appena varca la reception/biglietteria non lascia agli operatori nemmeno il tempo di parlare.

 

“Io ora andrò su in terrazzo, farò scendere tutti e voi bloccherete l’ingresso a tutti quelli che cercheranno di entrare, tranne a una bella morettina con un vestitino nero a fiori.” predispone i suoi ordini, soddisfatto nel vederli annuire.

Nel giro di mezz’ora l’edificio si svuota di ogni turista. Verso mezzanotte Jessica riceve un SMS da ‘Princess in Danger’:

 

Ora puoi salire, Visione, ti aspetto sulla terrazza, all’ottantaseiesimo piano. K p.s. Tutte queste mie fatiche meritano un premio ;P

Jessica sorride, percorrendo indisturbata la hall, i corridoi e salendo con l'ascensore fino al piano indicato, per poi arrivare da lui, bellissimo e sorridente, che l’aspetta a braccia aperte, al centro di quella terrazza che ormai è solo loro.

“Ora capisco cosa intendevi quando mi hai chiesto di risparmiare le energie per stasera,” commenta lui, un po’ deluso.

“Oh no, secondo me non hai capito proprio niente!” sorride lei, prima di tirarlo a sé e baciarlo con foga. 


Senza smettere di baciarsi, muovono dei passi fino a che Kevin si ritrova con la schiena pressata contro le sbarre di metallo attraverso le quali si può godere di una vista mozzafiato, resa ancora più incantevole dalle luci della notte. Terminano quel bacio focoso solo per poter godere appieno di quel panorama.

“Guarda, quella è Brooklin, più oltre Queens. Laggiù dovrebbe esserci il New Jersey e poi la Pennsylvania, il Connecticut...” le illustra Kevin, avvolgendole un braccio attorno alla vita, prima che si servano anche dei binocoli gratuiti per vedere tutto meglio.

 

“Okay, tu hai dato il tuo spettacolo, direi che è ora che io dia il mio.” decide Jessica, prendendo delle scarpe da ginnastica dalla sua borsa e cambiandosi. “Poteri o no, se salto con quei cazzo di stivaletti scomodissimi mi ammazzo!” lo fa ridere.


Quando è pronta lo porta sul lato della balconata, il punto da dove la può vedere  meglio.
 

“Allora, da qui salterò al centoduesimo piano e poi da lì fino alla punta,” gli annuncia.

“Non sarà troppo? Jess, davvero, mi basta anche solo vederti saltare su un albero… è meglio se torniamo giù.” si preoccupa lui.

 

“Questo è perchè non conosci i miei poteri!” ribatte spavalda lei. “Sta’ a vedere!” aggiunge, prima di darsi la spinta, un’elevazione che di umano non ha nulla.
 

Con una serie di rapidi balzi Kevin la vede raggiungere l’osservatorio del centoduesimo piano e da lì con un altro ‘piccolo salto’ per lei la punta finale dell’edificio.
 

Salta con facilità di nuovo sull’osservatorio e da lì riattaerra sulla terrazza con un unico, agile salto, grata a Trish per averle dato un vestito aderente che resta al suo posto.

“Allora, vuoi ancora vedermi salire soltanto su un albero?” fa un po’ la spaccona, mentre si cambia le scarpe.

 

“Incantevole. Sei stata assolutamente incantevole. Tu sei unica, Jessica Jones!” la applaude lui, prima di abbracciarla.


“Non sei malaccio nemmeno tu, Kevin Thompson!” gli scompiglia i capelli lei, baciandolo. “Che dici, hai ancora un po’ di energie?”

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                                                                            New York, Four Seasons Hotel, 57 East 57th Street, 7 April 2006

 

Sono quasi le due di notte quando Kevin la porta nella sua suite.
Approfittando della notte serena e non troppo fredda i due si sono concessi una romantica passeggiata di mezz’oretta.

“Porco cazzo!” esclama Jessica quando entra in quella suite spaziosa, lussuosa e dotata di ogni comfort.

C’è un grande letto che ha l’aria di essere comodissimo, un divano che non è da meno, un’ampia finestra da cui si gode di un ottimo panorama, della frutta fresca in una ciotola, sopra il tavolino, una mega TV e un bagno degno di un reale.

 

“Potevi anche solo dire ‘Accidenti, che bella stanza!’” la prende in giro lui per il suo linguaggio scurrile.

“‘Accidenti, che bella stanza’ non rende fottutamente  la stessa idea di ‘Porco cazzo!’ Cioè, porca puttana, Kevin, tu vivi in una reggia!” ribatte lei, estasiata, andando a esplorare ogni angolo. “E scommetto che nemmeno paghi un quarto di dollaro!” aggiunge con tono di accusa, incrociando le braccia.

“Oh beh, magari qualche giorno sì, se guadagno particolarmente bene!” fa spallucce lui, levandole il giacchetto e appoggiandolo alla poltrona, assieme alla sua giacca.


È un innesco sufficiente perché lei cominci a sbottonargli la camicia e lui ad andare in cerca della zip che chiude il vestitino, scoprendo che è sul lato sinistro.
Lei lo lascia fare, rimanendo in lingerie nera,  prima di sbarazzarsi della sua camicia e dei pantaloni che raggiungono la bianca moquette del pavimento, assieme al suo vestitino. In un turbinio di baci, succhiotti, gemiti e carezze i due approfondiscono la propria conoscenza.

“Jessica, prima che la situazione ci sfugga di mano, lascia che te lo dica: non miro a fare sesso con te stasera. Cioè, lo vorrei più di qualsiasi cosa, ma sento che sarebbe troppo affrettato. Con te voglio prendermi tutto il tempo che occorre.” mormora lui, accarezzandole i capelli.

 

Lei sorride intenerita, baciandolo ancora più a fondo, finché entrambi devono fermarsi, per riprendere un po’ di fiato.
 

“Il che è davvero strano. Voglio dire, sono andato a letto con un sacco di ragazze…”
 

“Non mi piace questo argomento!” ringhia Jessica, pizzicandogli un fianco.


“Ouch! Ma… cosa? Non sarai gelosa, eh? Guarda che è stato prima di conoscere te!”

“Non sono gelosa!” mente spudoratamente lei. “È solo che è profondamente sbagliato che tu abbia abusato di quelle povere ragazze soggiogate.”

 

“Mi hai visto bene? Davvero credi che sia dovuto ricorrere ai miei poteri?” fa un sorrisetto sfrontato lui.

“Stupido Inglese sexy!” borbotta Jessica, facendolo ridere. “Ma ti conviene smetterla di adescare ragazze se non vuoi che io ti prenda a super pugni!”
“Hai detto che non avresti mai usato la tua super forza contro me!” gli rinfaccia lui.
“E allora tu vedi di non darmi un motivo per farmi cambiare idea!” lo mette in guardia lei.

“Se lo fai, cambierò idea anche io e userò i miei poteri su di te per far sì che tu non mi possa attaccare!” si mette sulla difensiva il persuasore.

La detective lo guarda in un modo che di minaccioso non ha niente.


“Oooh, dovrai essere davvero rapido, perché ho intenzione di attaccarti proprio ora!” mormora sensuale, prima di saltargli a cavalcioni dei boxer neri per un’altra serie di baci roventi.


Passano la notte a parlare, dei loro poteri, delle prime scoperte, del loro background e di tante altre cose.
 

Kevin le rivela anche il suo nome da villain.
 

“Puttanate! Non puoi chiamarti così. Cos’è, Murdercorpse era già stato preso?”


“Hey, supereroina dei miei stivali, senza nemmeno uno straccio di costume, porta un po’ di rispetto, Killgrave è un nome che fa tremare!” rimbrotta lui.

“Oh sì, dalle risate!” sghignazza lei impudente, ma poi si fa più seria. “Quindi, tu puoi anche forzare la gente a dire la verità.”

“Beh, sì, fra le altre cose.” fa spallucce lui.
“Sei come il Lazo di Wonder Woman!” commenta lei, come illuminata.

“Il che?” si acciglia il castano.

Jessica gli racconta di quell’eroina DC e dei suoi poteri.

“Da quando Philipp non c’è più, ho letto tutti i fumetti che era solito leggere lui e sono diventata una vera esperta.”
“Buffo che tu mi parli di DC è questa è la suite Gotham!” la fa ridere lui.

“Ma dài! E del quadro viola e del vaso di viole invece che mi dici?” domanda lei, indicando i vari punti della stanza.
“Coincidenze, te lo giuro!”

 

Poi Kevin si fa più serio.

“Jessica, l’incidente, la grave perdita che hai subito, tutto quello che mi hai raccontato… vorrei tanto usare il mio potere su di te per toglierti quella sensazione di smarrimento.” sospira lui.
“Non lo vorrei, perché , per quanto sia spiacevole, quella sensazione è parte di ciò che sono.” spiega lei, abbracciata a lui. “Non che tu abbia sensazioni tanto più belle delle mie, a sentire la tua storia. Io avrò anche perso la mia famiglia, ma tu pare che non ne abbia mai avuta una.” mormora lei, cercando la sua mano. “Posso essere io la tua famiglia, Kevin.”

 

Lui la guarda quasi commosso, intensificando la sua stretta. “Ti direi lo stesso, Jessica, ma mi hai detto che tu una sorella ce l’hai.”

“Oh sì, Trish, tra l’altro vuole pure conoscerti! Come lo vorrebbe anche Zira, ma lui se lo scorda!” borbotta lei.

 

“Sai che, prima che me lo dicessi tu, ero convinto che Zira fosse un'avvenente angioletta con il tuo stesso aspetto, ma più avanti negli anni? Perché fra Crowley e me è così,” le racconta.

“Oh, allora di sicuro lo voglio conoscere io!” ridacchia lei, intrigata.

“Stavo pensando a quello che mi hai detto prima, in effetti sì, tu un po’ sei Wonder Woman e io potrei essere il tuo Lazo della Verità. Immagina che Superduo anticrimine potremmo essere insieme… oh beh, sempre che a Crowley stia bene che io mi schieri dalla parte della giustizia, magari con qualche malefatta qua e là, per compensare.” ipotizza lui.

“No, tranquillo, direi che ognuno resta al proprio posto. E poi non combatterei mai al fianco di chi ha un nome di battaglia così stupido!” lo sbeffeggia nuovamente lei.
“Hey, vieni un po’ qui, eroina da strapazzo!” la assale lui, attuando una vendetta a base di solletico. E nonostante i suoi poteri, lei lo soffre, eccome!

 

Quando decidono di chiudere gli occhi è ormai l’alba e prima di tirare su il lenzuolo per coprirsi, Jessica adagia la testa sul petto di Kevin.

 

“Tu sei il Lazo alla mia Wonder Woman.” mormora già, mezza addormentata e lui, avendola sentita, sorride nel buio.

TBC

Ehm davvero siete arrivate fino a qui senza cariarvi nemmeno un dente? ^^’

 

Chi lo vorrebbe un Crowley guardaroba a domicilio? XD Capito ora da dove nasc l’amore di Killy bello per il viola? <3

 

Non ho resistito a far registrare i loro numeri di telefono  reciprocamente in quel modo.
 

Vi do un’idea delle location ecc ecc (le ricerche che non ho fatto per questo capitolo!)
 

casa di Trish
 

389-east-89th-street
fotos for free

 

Jess dress
 

jess-date
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jess-date2
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vista dall’Empire State Building (Che tra l’altro è aperto fino alle due di notte, quindi torna tutto)
view
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suite di Kevin

 

manhattan-junior-suite
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Doveva esserci anche un confronto fra Crowley e Aziraphale… ma stava uscendo già troppo chiometrico, quindi lo vedrete nel prossimo capitolo, fra le altre cose :)

Vero che sentir Jessica dire che esce con un Dottore fa un po' Easter egg/Crossover?😂😂

Ah, dimenticavo, la celebre battuta 'Murdercorpse' l'ho impunemente rubata all'episodio 1×9 'AKA Sin Bin' perché non potevo rinunciarci 🤣🤣


 

Come sempre, spero sia stato di vostro gradimento, ma non esitate a muovermi critiche ^^’

‘Notte, è tardino...
   
 
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