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Autore: Exentia_dream2    07/08/2020    6 recensioni
Dalla storia: Hermione sorrise e guardò con amore il piccolo Sphynx che aveva sollevato il musetto. - Ma è così rosa e spelacchiato, Fred… Non è come quello di Ron. Vorrei riempirlo di baci. Non è che prende freddo? Guarda come diventa piccolo… Sarà meglio coprirlo- disse accarezzandogli la guancia in segno di ringraziamento.
Erano entrambi troppo presi da quel momento di dolcezza per accorgersi dei rumori che provenivano dalla cucina, perciò, quando Sirius spalancò la porta, Hermione e Fred sobbalzarono dal divano.
-Questa storia partecipa al "Wish upon a star" contest indetto da inzaghina.EFP sul forum EFP.
Genere: Angst, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley, Grattastinchi, Hermione Granger, Kreacher, Walburga Black
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Storia partecipante al "Wish upon a star contest" indetto da inzaghina.EFP sul Forum di EFP.

Citazione scelta: Sarebbe da stupidi, non credi? Passare una vita intera a desiderare qualcosa senza mai agire.
(Tratta dal film “Blow”)


Pacchetto: Vega.

Un gatto come regalo di Natale


Dicembre si era presentato al mondo con la prima neve, piccoli fiocchi candidi che, uno alla volta, si posavano sull'asfalto e sui davanzali delle finestre fino a ricoprire tutto come fossero una coperta morbida. 
Sirius Black aveva passato quei primi giorni d'inverno tra le urla del ritratto di Walburga- che puntualmente gli ricordava quanto fosse importante la purezza del sangue e malediva la sua presenza in quella casa- e gli improperi che gli lanciava Kreacher, l'elfo domestico che aveva ereditato dalla sua famiglia e che obbediva ai suoi ordini solo perché purtroppo quello che somigliava più ad un cane che ad un uomo era il suo padrone per discendenza. 
Nonostante questo, però, nessuno dei due sopportava respirare la stessa aria dell'altro per cui cercavano di restare quanto più tempo distanti: Sirius non chiedeva quasi mai e Kreacher si dedicava per la maggior parte del tempo a nascondere tutto ciò che era appartenuto alla sua padrona precedente, di cui condivideva ideologie e principi e, a volte, ne eseguiva ancora gli ordini, come quella volta in cui Sirius gli aveva detto di portare via le teste degli elfi domestici appartenuti alla famiglia e lui le aveva sistemate nel seminterrato, anche se il giorno successivo Walburga aveva cominciato a lamentarsi del fatto che quel figlio traditore non dovesse avere il diritto di spostare a proprio piacimento le decorazioni della sua casa e, per questo, Kreacher aveva rimesso le campane di vetro sulle scale. 
Sirius comunque non si sentiva a proprio agio: guardava spesso l'enorme parete su cui era disegnato l'albero genealogico dei Black e sorrideva orgoglioso quando gli occhi si posavano nel punto in cui ci sarebbe stato il suo nome- se non fosse stato cancellato- e, quando il bisogno di confidarsi con qualcuno si faceva potente, si recava al secondo piano per accarezzare la groppa di Fierobecco che rispondeva alle sue carezze, posandogli il muso su una spalla. << Vecchio amico, siamo due anime destinate a sentirsi in gabbia >>. 
Fierobecco, beandosi di quelle carezze, sollevava il capo e cominciava a fissare il suo nuovo padrone e a lui pareva che volesse comunicargli qualcosa che non riusciva a comprendere.
<< Siamo due sopravvissuti, lo sai? E non guardarmi così perché capisco cosa vuoi dirmi e non ho nessuna voglia di trasformarmi per parlare con te >> gli disse una sera prima di uscire dalla camera e tornare nel seminterrato: la cucina non aveva più l'alone tetro e polveroso che aveva trovato quando era tornato.
Si sedette a capotavola e si chiese come sarebbe stato avere intorno le persone che amava; li immaginò ad uno ad uno con i loro meravigliosi sorrisi, la spensieratezza dei più giovani e la saggezza degli adulti. 
Si chiese come sarebbe stato se ci fossero stati anche James e Lily tra loro e quanto avrebbero riso quando lei avrebbe obbligato suo marito a sedersi e lui l'avrebbe guardata male, perché nessun Natale era degno di essere definito tale senza uno scherzo. 
Asciugò una lacrima solitaria che gli scendeva sul viso, poi si addormentò con la testa sul tavolo e un bicchiere di Whisky Incendiario in una mano. 


°°° °°° °°° 


<< Maledetti traditori del vostro sangue. Feccia, feccia della terra, fuori da questa casa. Che tutti i Mezzosangue brucino all'inferno! >> furono le urla di Walburga a svegliarlo dal sonno e Sirius pensò che se il ritratto di sua madre non fosse stato inchiodato alla parete da un incantesimo di Adesione Permanente, lo avrebbe sicuramente staccato dal muro e bruciato. 
Si toccò i capelli per sistemarli e passò le mani sul completo liso che indossava per sistemarlo, poi si alzò per accogliere i suoi ospiti. 
<< Grattastinchi, vieni immediatamente qui >> e per quanto gli fosse grato, per quanto dovesse la sua vita a lei e alla sua Giratempo, Sirius sentì di odiare profondamente Hermione Granger per aver portato con sé il suo dannatissimo gatto arancione. 
Quando si trovarono l'uno di fronte all'altra, Sirius la accolse con uno starnuto e una maledizione rivolta all'animale e Hermione portò una mano a coprirsi la bocca. << Ma tu sei allergico ai gatti! >>
<< Sì, ma tranquilla. Fai solo in modo che questo gattaccio non mi sia sempre tra i piedi >> poi, ancora una volta starnutì e si grattò il naso con il palmo della mano: era stata la prima a raggiungere Grimmauld Place e Sirius ricordò la promessa fatta a Molly Weasley che, dopo aver trascorso più di una settimana a pulire ogni anfratto di quell'immensa proprietà, si era proposta per trascorrere lì il Natale insieme alla sua famiglia e a tutti i nuovi componenti dell'Ordine della Fenice e lui, nonostante credesse di non essere più in grado di tenere compagnia a qualcuno, aveva accettato con piacere. 
Sorrise a stento e tornò a sedersi al lungo tavolo in attesa degli altri ospiti. 
Hermione, intanto, era riuscita a prendere Grattastinchi tra le braccia e si era avviata nella camera che era stata riservata a lei e Ginny e sperò che Ron non portasse Julius, il gatto che aveva acquistato dopo aver scoperto la vera identità di Crosta. 
Si stese sul letto, cominciò ad accarezzare il pelo folto dell'animale e sospirò preoccupata. << Speriamo vada tutto bene, mi dispiacerebbe rovinare il Natale a Sirius. Tu, però, cerca di stargli alla larga: lui è un cagnaccio cattivo >> aggiunse in soffio divertito. 


°°° °°°


Fred e George Weasley si presentarono con sciarpa e cappello rosso e oro, il sorriso contagioso sulla bocca e una quantità spropositata di pacchi regalo. 
A vederli, Walburga Black esternò il desiderio di tornare in vita per poter utilizzare di nuovo la bacchetta e polverizzare quella casa con dentro tutti coloro che avrebbero trascorso lì il Natale: i gemelli scoppiarono a ridere e nel momento in cui George copriva la bocca del ritratto con uno strato di scotch e Fred scagliava un Silencio, Kreacher si smaterializzò al centro del corridoio. << Cosa state facendo, alla mia padrona? Luridi, sporc- >>
<< Kreacher >> la voce di Sirius riempì l'ambiente, mentre i gemelli cercavano di trattenere le risate. << Ti pare questo il modo di accogliere i nostri ospiti? >> e spostò l'attenzione sul quadro. << Oh, ben fatto: almeno starà un po' zitta. >> 
Prima di salutare i ragazzi e di tornare in cucina, ordinò all'elfo di non togliere lo scotch dalla bocca di sua madre. 
<< Gli altri arriveranno tra un po' >> disse Fred prendendo posto sulla sedia accanto a quella di Sirius. << Mamma è andata al San Mungo. >>
<< A proposito, come sta Arthur? >>
<< Si sta riprendendo >>. 
<< Bene. Fate come se fosse casa vostra. Ah, Hermione è già qui. >>
Fu un movimento appena accennato, ma a Sirius non sfuggì la fretta con cui Fred aveva voltato la testa verso la porta della cucina, il modo in cui i suoi occhi sembrava volessero guardare dentro la camera in cui lei avrebbe dormito. << Sì, grazie. Noi andiamo a sistemare le nostre cose. >> 


°°° °°°


<< La mia casa. La mia casa pullulante di traditori >> Walburga finalmente era stata liberata da quel mutismo forzato e continuava a lamentarsi mentre l'elfo domestico puliva la cornice grazie ad uno spolverino con le piume di struzzo. << Il nome dei Black infangato. Vergogna, vergogna! >> 
Kreacher annuiva in silenzio e non si accorse che Grattastinchi seguiva i movimenti delle sue mani, con le zampe pronte a spiccare un salto e la coda che si muoveva lentamente: con gli occhi piccoli concentrati in quell'andirivieni ipnotico, aspettava paziente il momento giusto per rubare lo spolverino e giocare con le sue piume. 
Passarono diversi minuti, durante i quali Walburga non fece altro che lamentarsi, poi Grattastinchi saltò e conficcò le unghie nel punto in cui era disegnata la guancia della donna, scivolando di nuovo sul pavimento. << Maledetto gatto. Uccidilo, stupido elfo. Impiccalo, tagliagli le orecchie e la coda. >> 
Kreacher, perciò, abbandonò lo spolverato e trascinò il gatto nel suo lurido nascondiglio e gli legò il cappio al collo: lo vide agitarsi ed esalare l'ultimo respiro, poi fece ciò che gli era stato ordinato ed informò la sua padrona che la sua richiesta era stata esaudita, portandole come prova le parti che aveva amputato dal corpo dell'animale. 
Walburga guardò soddisfatta l'elfo, poi lo allontanò in malo modo, passando una mano sulla guancia graffiata. 
Hermione non si era ancora accorta dell'assenza del suo gatto perché era seduta sul letto insieme a Ginny: era arrivata qualche ora prima insieme a Molly e, dopo averla aiutata a preparare il pranzo, le due ragazze si erano chiuse in camera. << Credi che verrà anche Harry? >> chiese la rossa. 
<< Certo che verrà. >> 
<< Gli ho preso un regalo… Non so… >>
<< Beh, sai com'è: a lui piace tutto >>. 
<< Sì, hai ragione. Ma, Herm, dov'è Grattastinchi? >>
<< Da qualche parte in giro per la casa. >> << Andiamo a cercarlo, dai. >>


°°° °°° 


Era notte fonda, Hermione non si era nemmeno preoccupata di coprirsi prima di uscire nel freddo di Dicembre né di non urlare troppo per evitare di svegliare i babbani. << Grattastinchi dove sei? Vieni, micio. Grattastinchi? >> e, ad ogni rumore, piroettava su stessa fino a piombare nel punto in cui aveva sentito qualcosa. 
<< Hermione >> l'aveva chiamata Fred << rientriamo è tardi. >> 
<< No, devo prima trovarlo. >> 
<< Forse… torniamo a cercare in casa. >>
<< Lo abbiamo già fatto! >>
<< Allora cerchiamo meglio. >>
<< Deve essere da qualche parte, per forza. Non può essere sparito nel nulla. >> 
<< Herm, andiamo. Fa freddo qui fuori e tu non hai nemmeno un cappello. >>
<< Non m'importa >> aveva risposto lei sedendosi sul marciapiedi e non le importava davvero. Nemmeno della neve, nemmeno del fatto che i suoi vestiti si stessero bagnando, nemmeno di poter prendere l'influenza. 
Fred si era seduto accanto a lei e le aveva posato la sciarpa sulle spalle per tentare, almeno, di darle un po' di calore. 
Quando sospirò, lui si voltò a guardarla e lei si portò le mani in viso ed aveva cominciato a piangere per il senso di impotenza che sentiva crescere insieme al pensiero di non poter più accarezzare Grattastinchi. 


°°° °°°

All'alba, Fred aveva preso Hermione tra le braccia e l'aveva portata in cucina di fronte al camino. << Potremmo chiedere a Sirius >> disse quasi in un sussurro. << magari ci sono delle stanze segrete in questa casa. >> 
Hermione annuì stanca, gli occhi e il naso arrossati dal pianto e dal freddo. 
Lui si chiese se Hermione potesse essere più bella di come l'aveva vista qualche minuto prima, con i raggi di un nuovo giorno posati sulle guance, l'ombra delle ciglia morbide sugli zigomi e la bocca, quella bocca… 
Si passò una mano tra i capelli per mandare via quei pensieri, poi tornò a concentrarsi sulle fiamme che bruciavano la legna lentamente e pensò che forse un modo per tirarla su di morale c'era, che magari una battaglia di palle di neve l'avrebbe fatta ridere un po'. 
Quando Sirius entrò in cucina, i due ragazzi balzarono dalle sedie e lui fece un passo indietro. << Avete intenzione di farmi venire un'infarto, eh? Ma vi pare ora di fare i romantici davanti al camino? Insomma, è l'alba. >>
Hermione abbassò la testa in modo che i capelli ricadessero in avanti e le coprissero il viso, mentre Fred era diventato dello stesso colore del sugo al pomodoro che Molly aveva preparato il giorno precedente. << Noi, non… Non stiamo facendo i romantici. Solo, non riusciamo a trovare Grattastinchi. >> 
<< E perché lo chiedete a me? Credete che l'abbia sbranato? >>
A quelle parole, il viso di Hermione si sollevò in uno scatto e gli occhi si puntarono lucidi sulla figura dell'uomo che aveva di fronte << Ne saresti stato capace? >> chiese in un filo di voce. 
<< Ma certo che no: sono allergico a quell'animale anche quando sono un cane. Kreacher, dov'è la mia colazione? Quell'inutile inetto. KREACHER >> urlò. 
L'elfo barcollò con la sua andatura storta fino alla sedia su cui era seduto Sirius e lo guardò con disappunto << Si, padrone. >> 
<< La colazione. Ah, per caso hai visto Grattastinchi? >>
Kreacher non rispose: abbassò la testa e rimase immobile, con le braccia afflosciate lungo il corpo e le dita nodose che stringevano l'orlo del suo abito consumato. 
Sirius tirò un sospiro profondo << Te lo chiederò di nuovo: hai visto Grattastinchi? >> e ancora l'elfo rimase in silenzio, fino a quando il suo nuovo ed odiato padrone non gli urlò contro, così lo prese per mano e lo portò nel suo nascondiglio, dove il corpo del gatto era fermo a mezz'aria sopra una pozza di sangue << Per tutti i maghi, ma cosa hai fatto? >>
<< La padrona ha chiesto, Kreacher ha eseguito >> concluse l'elfo. 
Sirius restò con la bocca aperta, quasi sconvolto dallo schifo che aveva davanti, poi la voce di Hermione che lo chiamava sembrò destarlo << Non entrate qui >> aveva detto, ma non era servito a niente perché lei era già alle sue spalle e l'urlo che uscí dalla sua gola fece raggelare il sangue a chiunque, persino a chi stava ancora dormendo. 
Il primo a raggiungerla fu Fred che la trascinò di peso fuori da quel nascondiglio, poi arrivarono Ginny e Molly che la consolarono mentre tra i singhiozzi ripeteva il nome del suo gatto << Orecchie e Grattastinchi, coda… Impiccato, fuori per tutta la piazza >> diceva e, anche se le altre due non riuscivano a capirla, l'aria triste che aleggiava nella cucina sembrava quasi potesse essere toccata in punta di dita. 


°°° °°° 

Hermione non aveva chiuso occhio ed aveva perso la voglia di incartare i regali, anche solo di vederli: ripensava spesso al C.R.E.P.A. e a quanto avrebbe voluto non provare pena per gli elfi, le risultava impossibile non fare di tutta l'erba un fascio e persino Dobby ai suoi occhi appariva come l'essere più crudele del mondo. E Grattastinchi non c'era più. 
Ginny la guardava e, di tanto in tanto, provava a dirle qualcosa, ma le parole le restavano incastrate in gola ogni volta che Hermione alzava la testa. 
<< Dov'è Fred? >> chiedeva ogni tanto, come se fosse l'unico di cui le importasse davvero e forse era così, ma lei non voleva ammetterlo nemmeno a se stessa, figuriamoci a Ginny: era strano il modo in cui aveva capito quanto lui le piacesse, mentre si inginocchiava sul pavimento e guardava sotto i mobili per vedere se ci fosse Grattastinchi, mentre la copriva con la sua sciarpa e a lui restavano solo i paraorecchie o mentre le staccava i capelli e le lacrime dalle guance. 
Perciò, quando lo chiese di nuovo, Ginny si sedette di fronte a lei e la guardò per un minuto che sembrò eterno << Perché chiedi sempre di lui? >>
<< Perché lui sa: ha visto >> rispose Hermione abbassando lo sguardo. << sa cosa è successo >>. 
<< Lo sappiamo anche noi. >>
<< Sì, ma lui di più. >>
<< Non è che Fred ti piace? >>
A quella domanda, Hermione scattò su come una molla ed inciampò nelle scarpe che aveva lasciato ai piedi del letto: cadde con il viso sul tappeto impolverato e si ritrovò a sputacchiare qualche capello. 
Quando si rimise in piedi, notò che gli abiti che indossava avevano catturato qualche grumo di lanetta, trovò estremamente interessante l'atto di pulirli e lo fece con una lentezza estenuante, perciò Ginny sbuffò. << Che c'è? >> chiese quasi come se avesse dimenticato la domanda dell'amica. 
<< Sto aspettando una risposta. >> 
<< Io… Io non lo so >>. 
<< Credevo ti piacesse Ron, in realtà. >>
<< Sì. Solo, Fred è Fred. >>
<< Io faccio il tifo per lui. >>
<< Forse è soltanto per questa storia di Grattastinchi... >>
<< Sì, potrebbe essere. O forse ti piace davvero. Non ci sarebbe niente di male, sai? >>
Hermione non rispose e tornò a sedersi sul letto dopo aver sistemato le scarpe accanto alla porta. << Non lo so >> concluse. 


°°° °°° 

Quando Harry e Ron arrivano a Grimmauld Place, nel pomeriggio, Hermione li accolse con un abbraccio caloroso e un sorriso tirato. << Finalmente siete qui. >> 
Nel preciso momento in cui le sue braccia si strinsero attorno alle spalle dei due ragazzi, Walburga sembrò risvegliarsi dal suo sonno in una sequela di offese contro i Mezzosangue.
Hermione si voltò lentamente verso il ritratto, con la bacchetta puntata e l'odio che le scorreva nelle vene: erano trascorsi due giorni da quando avevano trovato Grattastinchi impiccato nel nascondiglio di Kreacher. << Tu! >> disse come se soltanto in quel momento avesse capito il significato delle parole che l'elfo aveva detto a Sirius << Maledetta strega, immonda, perfida… >>
<< Stai infettando l'aria della mia casa, lurida sanguespo- >>
Gli improperi, però, restarono sospesi nell'aria perché Hermione aveva appena pronunciato un Petrificus Totalus grazie al quale Walburga era stata immobilizzata con la bocca aperta e una mano chiusa a pugno ai lati del viso. 
<< Tutto bene, Herm? >> le chiese Harry, gli occhi verdi spalancati dietro ai vetri degli occhiali. 
<< Benissimo. Andiamo >> e si avviò verso il salotto del primo piano. 
<< Allora, qui va alla grande, giusto? >> chiese Ron grattandosi la nuca. 
<< Sì. >> 
Harry, intanto, si era seduto sul divano insieme a Ginny e guardava Hermione con occhi curiosi. 
L'unico a parlare era Ron che raccontava di quanto si erano divertiti a Hogsmeade durante la corsa per i regali dell'ultimo minuto. << Abbiamo incontrato anche Fred >> disse. << Chissà cosa stava facendo. >>
<< Non lo so: è sparito da stamattina >> 
<< A proposito di sparizioni: dov'è Grattastinchi? Per caso Sirius si è trasformato e gli ha mangiato la coda? >>
Hermione scattò dalla poltrona come se fosse stata punta dal cuscino e scaraventò una lampada addosso a Ron. << Sei un idiota insensibile, altro che cucchiaino >> continuò a colpirlo sul braccio con le mani aperte. << Stupido, stupido, cretino! >>, poi scoppiò a piangere e corse nella sua camera a nascondere la testa sotto le lenzuola. 
Ron continuava a guardare la porta da cui Hermione era uscita. << Ma che ho detto? Quella è proprio pazza da legare. >>
<< Ron >>, Ginny si sporse verso di lui poggiando i gomiti sulle gambe. << Grattastinchi, beh, sì, è morto >> 
<< E cosa potevo saperne io? >>
<< Ma come? >> chiese Harry. 
<< È stato Kreacher che obbedisce ancora agli ordini di Walburga: probabilmente è stato Grattastinchi a graffiare la tela. Sono stati giorni davvero pesanti. >>
<< Allora dovrebbe prendersela con quella maledetta vecchia nel quadro, non con me >> aggiunse Ron massaggiandosi il punto che Hermione aveva colpito più volte. << E poi, a dirla tutta, quel gatto era odioso. >>
<< Non è vero, Ron. >>
<< Ah, no? E quando faceva di tutto per uccidere Crosta? >>
<< Sì, ma Crosta non era solo un topo >> Harry si intromise. << Crosta era un traditore. >> 
<< Ma noi non lo sapevamo e quel gattaccio non faceva altro che attentare alla sua vita. >>
<< Ad ogni modo, evitiamo di parlarne, va bene? >> chiese Ginny ed i due ragazzi annuirono. 


°°° °°°

Quando rientrò, Fred salì direttamente al terzo piano, nella camera che divideva con George. << Cos'hai lì? >> gli chiese il fratello. 
<< Niente >> Fred posò la gabbia ai lati dell'armadio. 
<< Quindi, mi stai dicendo che sei stato fuori tutta la mattina per tornare a casa con una gabbia in cui non hai niente? >>
<< Esattamente! >>
<< Una gabbia vuota… >>
<< Sì. >> 
<< Perciò, credi che io sia stupido. >> 
<< Sì. >> 
<< E quello che stai nascondendo è per caso un gatto? >>
<< Sì. >>
<< Perché a te piace Hermione. >>
<< Sì >> ed un secondo dopo, Fred si accorse di quali parole gli fossero uscite da bocca e sentì le orecchie riscaldarsi per l'imbarazzo. << Cioè, no. NO! >>
<< Lo sapevo >> disse George avvicinandosi al gemello e scuotendogli leggermente le spalle. << Lo sapevo! >>
<< Ma non è vero! >>
<< Sì che lo è. >>
<< No. >> 
<< E allora perché le avresti comprato un gatto? >>
<< Beh, perché è Natale. >> 
<< E il fatto che tu non sopporti che lei soffra non c'entra niente, giusto? >>
<< Assolutamente. >> 
<< Fammelo vedere, dai. >> 
<< No, aspetta >> disse Fred, anche se fu inutile perché George aveva già aperto la gabbia e preso in braccio l'animale. 
<< Oh, Godric. Quanto è brutto! >>
<< Era quello che costava più di tutti, ho pens- >>
<< Hanno anche avuto il coraggio di chiederti dei soldi per questo mostro? >>
<< Non è brutto… >>
<< Hai ragione: è orrendo >> concluse George rimettendo il gatto nella gabbia e scuotendo il corpo in un finto brivido di disgusto. 
<< Credi che non le piacerà? >>
<< Per niente. Forse sei ancora in tempo a portarlo indietro e prendere un altro gatto, no? >>
<< No >> poi Fred si sedette sul pavimento con aria di sconfitta e gli occhi rivolti alla gabbia. << È davvero tanto brutto? >>
<< Sì, lo è. >>
Lo sbuffo che seguí a quella risposta riempì per un po' il silenzio. << Beh, se non le piace non posso farci proprio niente! >>
<< Da quanto? >>
<< Cosa? >>
<< Da quanto tempo ti piace Hermione? >>
<< Ti ho già detto che non mi piace. Cioè, si è carina e ha degli occhi bellissimi e quei capelli che vorrei toccare per vedere se davvero sono ispidi come sembrano, quell'aria sempre concentrata su qualcosa… >>
<< Però, non ti piace. >>
<< Per niente. >> 
<< Direi che è proprio ora di portarti in tavola. >>
<< Eh? >>
<< Sei cotto a puntino. >>
Così Fred prese un cuscino e lo lanciò in direzione del fratello << Sei un cretino >> e cominciò la loro guerra personale in cui uno negava i suoi sentimenti e l'altro glieli mostrava come fossero caramelle. 
Hermione entrò nel momento in cui George era inginocchiato sul letto e Fred gli era sopra e gli copriva il viso con le coperte. << I-io… Oh, scusatemi. Avrei dovuto buss- >> 
<< Stavamo soltanto facendo la lotta con i cuscini >> disse Fred gettando un maglione nel punto in cui aveva sistemato la gabbia, con la speranza di riuscire a coprirla. << È successo qualcosa? >>
<< No. Solo, la cena è pronta. >>
<< Sì, grazie. Noi scendiamo subito. >>

Quando tutti i posti a tavola furono occupati, Molly riempì i piatti di stufato di carne e patate e Sirius si versò un bicchiere di idromele con la speranza di potersi ubriacare in santa pace quando gli altri sarebbero andati a scartare i regali. << Facciamo un gioco >> disse con la bocca piena. << Ognuno di noi dirà qual è il suo desiderio. >>
<< Per me va bene >> rispose Ron alzando il bicchiere in segno di Brindisi, seguito subito dopo dagli altri commensali. << Io vorrei diventare il portiere dei Cannoni di Chudley. >>
<< Bel desiderio, davvero. >>
Il desiderio di Harry era quello di sconfiggere il male e quello di Ginny poterlo sposare una volta finita la guerra.
Molly desiderò la guarigione di Arthur e Sirius di non somigliare a nessun membro della famiglia Black.
<< Non sempre i figli seguono l'esempio dei genitori e tu ne sei la prova: sei andato oltre i loro insegnamenti e contro i loro ideali. Sei dalla parte dei buoni >> mormorò Hermione che, fino a quel momento, era rimasta in silenzio.
<< Talmente oltre che non voglio più guardarmi indietro. >> Sirius la osservò a lungo, notando tutti i cambiamenti che non aveva ancora riconosciuto sul viso della ragazzina che l'aveva salvato dal bacio dei Dissennatori. << E tu? Qual è il tuo desiderio? >>
<< I-io non desidero niente in particolare per me. Lascio che le cose accadano. >>
<< Non è possibile non desiderare niente. >>
<< Sì, è vero. Ma ci sono cose che lascio perdere a priori perché so che non accadranno mai >> Hermione ammise quella debolezza in un sussurro che sembrò riecheggiare sulle pareti.
<< Sarebbe da stupidi, non credi? Passare una vita intera a desiderare qualcosa senza mai agire >> concluse Sirius che guardò prima lei e poi Fred: lo vide mentre spostava le mani dal tavolo e le portava sulle gambe, abbassando la testa. Hermione strinse le labbra in un gesto nervoso. << Forse, ma non sarebbe tempo sprecato? >>
<< Perché? Anzi, ti dirò più, se anche tu non riuscissi a realizzare il tuo desiderio, sarebbe comunque un tempo in cui potresti conoscere i tuoi limiti o superarli, addirittura. >>
La riccia mosse la bocca, come se stesse assaporando quelle parole tra la lingua e il palato e quando capì che non aveva niente da ribattere disse: << È ora di aprire i regali >> così tutti la seguirono nel salone.

°°° °°°
Fred era seduto sul pavimento di fronte al gatto che aveva comprato per Hermione. << Forse è vero che sei brutto... >>
Quando l'animale miagolò, lui sorrise e guardò fuori dalla finestra e non riusciva a non pensare allo sguardo che lei gli aveva rivolto quando gli aveva dato il suo regalo e quella sorta di lieve tristezza quando non aveva ricevuto niente in cambio e, ancora una volta, posò lo sguardo sulla coda dell'animale che si muoveva lentamente quasi come se fosse una mano che gli accarezzava il braccio.
<< Ora o mai più >> disse a se stesso e sistemò il gatto in una scatola rossa che aveva comprato a Diagon Alley.
Tentò più volte di chiuderla con un bel fiocco, ma il nastro continuava ad afflosciarsi e decise che sarebbe andato bene anche un fiocco mezzo storto.
Scese lentamente le scale, la bacchetta illuminata da un Lumos appena sussurrato.
Diede un paio di colpi alla porta e non ricevette alcuna risposta, perciò la aprì piano e maledisse il leggero cigolio dei cardini; si avvicinò al letto in cui credeva dormisse Hermione e per poco non cadde addosso a sua sorella.
Quando riuscì a tornare con i piedi ben saldi sul pavimento, andò dall'altra parte della stanza e si piegò sulle ginocchia.
Hermione, con gli occhi chiusi e le coperte tirate fin sopra al naso, sembrava una bambina ignara del mondo e lui sorrise di tenerezza. << Ehi >> la chiamò soffiandole nell'orecchio. << ehi, svegliati. >>
Lei mormorò qualcosa e si girò dall'altro lato, perciò Fred la scosse un po'. << Hermione, svegliati! Sono io. >>
<< Mmmh. >>
<< Hermione, sono Fred. >>
E, come se fosse stata punta da uno sciame di api, lei scattò a sedersi con gli occhi spalancati. << Ma sei impazzito? >> si portò la coperta fin sopra i capelli. << È notte fonda. >>
<< In realtà, è quasi l'alba >>.
<< Non è una scusa valida per svegliarmi. Che ci fai qui? >>
<>
Quando Hermione gli posò addosso uno sguardo dolce, lui sentì qualcosa agitarsi nello stomaco. << Davvero? >>
<< Sì, è proprio fuori alla porta. >>
Si guardarono per un po' e si sentirono sospesi in quelle parole che non sapevano come dire, fino a quando Fred non perse l'equilibrio e si trovò con il viso sul materasso e lei trattenne una risata coprendosi la bocca con le mani e scuotendo la testa.<< Andiamo in salotto, dai. >>
Fred sorrise e la seguì con l'insicurezza nelle vene, un sorriso appena accennato e il battito del cuore forte, troppo forte e si chiese se lei lo sentisse; aspettò che lei si accomodasse sul divano e poi le sistemò la scatola di fronte: il fiocco storto pendeva sul lato destro e Fred sperò che il gatto all'interno non miagolasse o non facesse nessun movimento brusco che avrebbe rovinato la sorpresa.
Hermione mise le mani ai lati del coperchio e lui posò le proprie sopra. << No, aspetta. Non lo aprire... >>
<< Perché? >>
<< Io non sono sicuro che questo regalo ti piaccia >> ammise con la voce impacciata dai dubbi che gli si erano arrampicati nel cervello.
<< Beh, non lo saprai mai se non mi lascerai aprire questo pacco. >>
Sbuffò quasi spazientito. << Va bene. >>
Hermione assottigliò lo sguardo e corrucciò la fronte, le sopracciglia abbassate in una espressione concentrata e Fred pensò che stesse provando ad indovinare quale fosse il suo regalo.
I secondi che lei impiegò per sciogliere il fiocco e sollevare il coperchio dalla scatola gli sembrarono infiniti e nel suo respiro si fece sentire il peso delle parole che gli aveva detto George qualche ora prima, però lo stupore e la gioia che vide sul viso di Hermione lo ripagò di tutti i dubbi che gli avevano fatto da tarli nel cervello: gli occhi sembravano brillare di una luce tutta la loro e la bocca aperta a formare una piccola o gli fecero venire voglia di dirglielo, di dirle che lui le voleva bene molto più di quanto lui stesso avesse mai creduto.
Hermione sorrise e guardò con amore il piccolo Sphynx che aveva sollevato il musetto. << Ma è così rosa e spelacchiato, Fred… Non è come quello di Ron. Vorrei riempirlo di baci. Non è che prende freddo? Guarda come diventa piccolo… Sarà meglio coprirlo >> disse accarezzandogli la guancia in segno di ringraziamento.
Erano entrambi troppo presi da quel momento di dolcezza per accorgersi dei rumori che provenivano dalla cucina, perciò, quando Sirius spalancò la porta, Hermione e Fred sobbalzarono dal divano.
<< Voi >> cominciò l'uomo con l'indice puntato. << non potete fare sesso in casa mia! >> e continuò la sua filippica sul rispetto per gli altri e gli istinti che dovevano essere tenuti a bada fino a quando Hermione non scoppiò a ridere e lui la guardò con occhi ubriachi e confusi.
<< Ma, Siris, è solo un gatto! >>
Dopo qualche minuto in cui si concentrò per capire che quello che aveva immaginato non era per niente simile a ciò che stava accadendo, borbottò frasi sconnesse sui problemi che gli creava l'alcol e tracannò il liquido ambrato rimasto nella bottiglia. << Non stavo mica originano, poi... >> e chiuse la porta.
Hermione e Fred risero ancora un po' e il sorriso gli rimase sulle labbra anche dopo che i primi raggi dell'alba avevano illuminato la stanza e il loro volti, poi calò un silenzio pieno di parole sospese per aria e lei ripensò alla domanda che Sirius le aveva rivolto durante la cena. << Grazie >> e appoggiò delicatamente la bocca su quella di Fred. << È il più bel regalo di Natale che io abbia mai ricevuto. >>
<< Anche per me. >>
<< Forse Siriys ha ragione >>.
<< Sì, forse sì. Sarebbe da stupidi desiderare qualcosa senza mai agire. >>
E, in quell'alba invernale, Fred ebbe il coraggio di far avverare il suo desiderio.

Angolo Autrice:

Un posto di cose da dire su questa piccola shot.

Nonostante io sia un'accanita fan della Dramione, ho deciso di raccontare questo accenno di Fremione (?) perché con un'altra shot mi sono cimentata in una DracoxLuna,quindi questa è stata una grande seconda sfida per me.

Non so se un quadro incantato possa essere pietrificato o meno, ma qui tutto è possibile;
So che dopo Crosta, Ron ha avuto come animale quel piccolo gufetto dolcissimo, ma a me serviva che avesse un gatto;
Bene, credo sia tutto.

A presto.

   
 
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