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Autore: killian44peeta    08/08/2020    0 recensioni
Sequel di
-Gli Elementi 1
-Gli Elementi OS- L'esterno (1.1)
-Gli Elementi 2
-Gli Elementi OS- L'interno (2.1)
"La debolezza deve essere eliminata. Devi farla fuori. Se la manterrai viva sarai... umano"
Il battito cardiaco accelerò e rallentò così tante volte che pareva quasi il tempo fosse impazzito, sbattendogli nel petto e nelle tempie come non mai, dapprima velocizzandosi, poi cristallizzandosi, con i secondi che gli scorrevano addosso, pesanti come massi che crollavano sulla sua schiena già piegata, con i respiri che gli uscivano dalle labbra in un totale disordine, il sudore che gli percorreva la fronte e le mani.
Sentiva che l'arma poteva scivolargli dalle dita per quanto i suoi palmi si stavano bagnando, bollenti a dir poco rispetto alla superficie gelida e perfetta di quella sottospecie di spada.
"Uccidila. O ora o mai più"
Vide la ragazza aprire le braccia, mostrando a pieno il petto, pronta a ricevere il colpo, guardandolo, con le lacrime del biondo che le crollavano addosso, ma senza spostarsi affatto, senza cercare di asciugarle con la mano.
Semplicemente lo guardava ed aspettava, silenziosa, con la tranquillità inscritta in ogni movimento e ogni cenno del suo corpo.
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Gli Elementi- saga'
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Task

'Non risponderò a nessun'altra delle vostre domande'

Questa frase mi ruotava per la testa, simile ad una mosca irritante e fastidiosa che ronzava fino a dare la nausea.

Quel Luxor era proprio una gatta da pelare, non capivo come facesse Pandora a mantenere la calma e a non avere alcuna reazione negativa.

"Deve essere una santa o simile" pensai tra me e me, semplicemente alzando lo sguardo al soffitto tra esasperazione e tic all'occhio "Se fosse stato per me, gli avrei già rifilato chissà quanti cazzotti. 
Ha una faccia da schiaffi che mi da i nervi... soprattutto quando ghigna"

Ed era proprio così: la presenza del Ghiaccio mi innervosiva parecchio.

Ogni istante di più che stavo in sua presenza riusciva a mandarmi in bestia o letteralmente giù di testa e -con la mia calma ad un totale così sotto zero che a volte mi chiedevo come riuscissi a resistere- ad aumentare solo le immagini -a tratti decisamente violente perfino per me- che si facevano strada tra i miei pensieri.

Era perfino meno fastidiosa Silver quando si metteva a chiacchierare e si burlava di me completamente a caso come nei nostri primi scontri, dannazione!

"Silver... " Pensai leggermente amareggiato, abbassando la testa, mentre le immagini delle scene che avevamo passato nel primo dei dungeon di addestramento mi volavano alla mente, collegate ad un insieme di emozioni contrastanti quanto confusionarie che mi saltellavano nel petto nel disordine più totale, rendendomi solo più difficile capirci seriamente qualcosa e... subito un crampo di ennesimo nervoso mi saliva allo stomaco, portandomi a stringere la mascella.

Il biondo aveva preso a lamentarsi, ancora!

Era partito dicendo che stava scomodo, aggiungendo poi che sudava più di un Gaargo dal pelo lungo nelle isole Pompei, per poi trascinare la conversazione in un -Ho bisogno di acqua e ho la gola secca- seguito da altri suoi borbottii finalmente zittiti da un -Torno subito!- e da una Pandora che comunque, nonostante questo decisamente falso piagnucolare da parte dell'intruso, appariva accondiscendente e senza neppure accenni di occhi ruotati e alzati al cielo o di sospiri seccati.

Io, al contrario, lo avrei strozzato, lo avrei preso per il collo e glielo avrei tirato fino ad allungarlo seriamente pur di farlo tacere, ma erano dettagli... forse era per questo che mi limitavo a stare a giusta distanza, il più vicino possibile a Nemes.

Lei sembrava quasi indifferente al biondo per certi versi e ciò forse riusciva, a tratti, a rilassare anche me, se non fosse stato per un pensiero distruttivo che mi navigava nel cervello, lasciandomi dunque un ansia tremenda, divisa in due parti.

La prima di queste due era concentrata su Diana, Silver e Will.

Erano passati almeno quattro giorni da quando erano partiti e non si erano fatti ancora vivi, questo mi faceva letteralmente boccheggiare.

Che fosse successo loro qualcosa di brutto? Che avessero trovato il Buio, ma la loro sorte fosse diventata uguale a quella di mio padre? O forse si erano persi?

Dopotutto avevano detto che bastava un giorno o due per andare e tornare, il fatto che probabilmente fossero ancora là, aumentava soltanto il mio timore.

E pensavo all'Acqua senza neppure rendermene conto, come se fosse un chiodo fisso ben conficcato, abbastanza da impedirmi di pensare per troppo tempo ad altro, riusciva perfino ad evitare che i miei pensieri andassero a scontrarsi anche con il dolore della perdita del mio genitore.

Certo, pensavo anche a Diana e a Will, eppure Irhina andava a colpire la mia testa sempre più spesso, forse perché non la avevo ringraziata a dovere per avermi fatto 'un alibi', per quanto inutile, siccome gli altri avevano già scoperto che ero stato davvero io a dare fuoco a delle persone... Non ricordandomi del gesto, ma lo avevo comunque fatto... E l'azzurra mi aveva difeso davvero, cercando perfino di tirarmi su il morale in seguito.

Forse rimuginavo su lei, sulle nostre azioni per il semplice motivo che avevamo abbassato l'ascia di guerra, o forse no; insomma, per concludere, non c'era un vero e proprio senso generale per questo pensare a lei.

Lo facevo e basta, trovando praticamente impossibile evitarlo per quanto mi risultasse strano.

E l'idea che fosse morta lei, che fosse morta Diana, che fosse morto Robin... Non mi piaceva per niente.

Strinsi il pugno, sentendo le nocche dolere leggermente, mordendomi dunque il labbro, praticamente spellandomelo fino a sentire il sapore ferreo in bocca.

In quel caso, nel caso in cui non fosse stato possibile il loro ritorno, beh, in quella stupida quanto orribile occasione, sarebbe stata definitivamente finita.

In due Elementi... Due Elementi soltanto... contro un nemico assurdo che sembrava aumentare sempre più e, quasi tutto non fosse abbastanza, uno come Luxor che poteva fare il doppio gioco nel caso che -per quanto minuscola e innegabilmente irraggiungibile percentuale- fingesse di aiutarci, quanto poteva invece direttamente non cagarci di striscio, non ce l'avremmo potuta fare.

Certo, anche in quel caso avrei fatto di tutto per proteggere la castana, ma non volevo valutare l'idea che Irhina, Cathy e Warmwind avessero avuto una sorte simile, proprio non ci volevo credere, neppure un po'.

L'idea mi feriva, mi faceva male.

Non avrei visto più Diana sorridere, non avrei più riso con il Vento, non avrei sentito più le strane obiezioni che quella boccaccia riusciva a sparare, sempre attaccata al braccio di colui che poteva definire la morte di tutti noi.

L'altro pensiero era puntato su gli Spettri che costantemente andavano a scontrarsi con l'unica protezione che ci era a disposizione.

Vi sbattevano contro di continuo, con intervalli da una decina di minuti a un ora o due.

Sembravano non aspettare altro che anche il terzo mese passasse e che quindi il nostro compleanno annullasse definitivamente lo scudo salvavita a breve termine.

Ed era come se li sentissi, come se percepissi la loro presenza che mi fiatava sul collo mentre loro se ne stavano lì, aspettando con una pazienza disumana, la stessa pazienza che iniziava a saltare, diminuendo in me sempre più per il puro nervosismo.

Sentivo poi come un ticchettare nella testa che mi prendeva costantemente in giro, come per schernirsi della mia ansia.

Un ennesimo botto risuonò nelle pareti, formando un tremolio nell'aria e un fremere che portò il crollare di polvere e sassolini e la creazione di una probabile crepa nella montagna.

Già, dopotutto saremmo potuti morire anche per il cedimento delle pareti, anche questa opzione era da valutare dopotutto.

-Oh, dannazione!- esplosi ringhiando, dando un pugno con la sinistra al tavolo e sbattendomi la mano destra sulla faccia -Non possiamo continuare così! Non possiamo starcene qui ad aspettare con le mani in mano che degli schifosi esseri volanti continuino a metterci sotto pressione, seriamente, è troppo-

-Sono d'accordo- asserì Kleo di tutta risposta con tono pacato, tono che si rispecchiava perfettamente anche sul suo volto.

-E penso che un impegno sia già calcolabile- continuò

-Sarebbe?-

-Dovremmo iniziare a stilare una lista-

-Una lista di che cosa?- feci con aria confusa, guardandola fisso, aspettando una risposta.

Lei scrollò rapidamente le spalle, andando ad alzarsi dalla sedia, spostando leggermente il piatto vuoto in avanti -Dovremmo cercare di elencare tutte le domande, tutti i quesiti che abbiamo da risolvere, così che magari...- si morse il labbro -Cosí che magari risolveremo qualche punto di domanda di troppo-

Rimasi in silenzio, ponderando appena l'idea della Terra, per poi annuire.

-E poi, magari...- si illuminò ad un tratto -Potremmo andare fuori con i pegasi-

- Ma non è possibile, ci sono i...-

-Io direi che lo è. Hai detto che non possiamo rimanercene con le mani in mano, no? E loro hanno lo scudo a evitare che possano passare. Finché stiamo entro la barriera, non potranno avvicinarsi, nel caso in cui ci provino, finiranno per esplodere o robe simili. E nel frattempo... Nel frattempo potremmo abbozzare idee su come la protezione possa distruggerli-

-Ma tu hai ancora problemi nelle altezze- insistetti, guardandola con ansia e con un netto tentennare.

-Me li farò passare. E se starò di nuovo dietro al Pegaso insieme a te, credo non ci saranno problemi-

Arrossii seduta stante, ritrovandomi ad annuire.

Possibile che in così poco tempo fosse diventata già così diversa? Così... Piena di sé e coraggiosa? Cosa la aveva fatta cambiare?

"Dannazione, é ancora più carina..."

-Nel frattempo che saremo sui pegasi, penso dovremmo provare anche ad utilizzare i nostri Elementi, so che probabilmente non funzionerà, anche gli Elementi del passato ci avevano provato, ma ritentare non guasta mai-

-Okay- feci una pausa -Tentiamoci-

***

-Sei proprio sicura di voler fare una cosa del genere?- chiesi alla Terra per la seconda volta, salendo sulla schiena di Hurricane, il quale aveva subito preso ad agitare la coda a destra e manca, forse sentendo la tensione che attraversava l'aria.

-Sí- deglutí, improvvisamente insicura, prendendo in seguito un grosso respiro -Diamine, sono stata io ad avere l' idea, non posso tirarmi indietro, sarebbe da codardi-

Le porsi dunque la mano, portandola subito ad afferrarla e a salire quindi a sua volta sul quadrupede alato che subito scosse la criniera e si mise in moto appena gli diedi un calcetto sul fianco.

Come la volta in cui avevamo deciso di fare il tentativo, il Pegaso spiccò il volo, uscendo al di fuori dalla montagna, mostrando però un panorama ben diverso, occupato da Spettri volanti che parevano fin troppo vicini per i miei gusti.

Mi guardai attorno attentamente, facendo rimanere Hurricane fermo sulla soglia.

La ragazza alle mie spalle inizialmente tremò, talmente tanto che la sentivo rigida e quasi nascosta dalla mia schiena, ma dopo nemmeno una decina di secondi, parve rilassarsi da sé.

Non accennai una parola, non una frase scarsa, lei si riprese come se nulla stesse accadendo.

Sì, decisamente Nemes era cambiata.

Nel frattempo che questo accadeva, gli Spettri ci guardavano, i mantelli che si agitavano al vento e alla corrente, fluttuando in un nulla totale, come se in realtà avessero un terreno sotto i piedi, come se per loro fosse naturale.

Nessuno di loro provò a parlare e nemmeno provò a muoversi.

Rimasero semplicemente in silenzio, a fissarci, a scrutarci con attenzione, chi più e chi meno vicino alla barriera.

Aspettavamo un loro movimento, un accenno di spostamento di capo, un allungare la mano verso l'arma acuminata che dimorava nel fodero legato al loro fianco scuro, ma nulla accadeva.

Sembravano letteralmente paralizzati sulla soglia, simili a statue di marmo... o come delle bestie aggressive pronte ad attaccare alla minima distrazione.

Dopo qualche secondo di disagio, sussurrai un -E ora?- alla mia compagna, la quale non rispose a voce.

Sentii Nemes, da dietro, agitare la mano in aria, facendole salire il più possibile verso il cielo e subito accadde qualcosa che mi lasciò senza fiato.

L'acqua, al di sotto di noi, iniziò a spostarsi.

Ed enormi radici presero ad uscire dallo stesso lago, radici fatte di una sorta di muschio verdastro che andarono letteralmente addosso agli Spettri come tentacoli, facendoli indietreggiare, mentre il liquido cristallino, assordante con i movimenti delle onde allo scontro di quelle sorte di picche naturali ricoperte di melma, si agitava da ogni lato, gettata da parte, strabordando appena verso gli argini.

Per un attimo temetti che essa potesse andare a scontrarsi con la città, non molto distante, ma la castana pareva aver messo una potenza controllabile nelle sue radici, tanto che anche l'acqua seguiva la natura a menadito e altre radici prendevano a crescere agli argini, creando un enorme muro rigoglioso.

Era qualcosa di assolutamente epico, di inaspettato, tanto che rimasi così senza fiato, che quando mi girai verso Nemes, non sapevo assolutamente cosa dire.

Sorpresa, ammirazione, stima, esaltazione, euforia e felicità erano così piene che, da un momento all'altro, avrei anche potuto prenderle il volto e baciarla senza troppi fronzoli.

Nonostante questo iniziale insieme di emozioni, questo istinto che mi trascinava mentalmente come mai mi sarei aspettato, vidi Kleo rabbuiarsi appena e per questo tornai istintivamente a girarmi, riprendendomi in fretta.

Se gli Spettri inizialmente indietreggiavano, come infastiditi, in seguito riprendevano il loro cammino, attraversando letteralmente le radici, passandone attraverso come se le piante fossero solo immagini proiettate su un foglio, come se fossero prive di consistenza.

-Ma come...?-

-Beh. Appurato che non é così facile batterli, come appunto Morgan ci aveva detto e per quanto sperassi in un risultato, il mio é stato semplicemente un tentativo, credo che sia il tuo turno di prova, Task- obiettò la castana, senza dare alcun segno di delusione, ma piuttosto di preoccupazione e di determinazione in contemporanea.

- Okay- risposi, prendendo un grosso respiro -Provo-

Focalizzai la mente sul nervosismo che avevo provato nel giro di quelle giornate.

L'irritazione accese subito fiamme sui miei palmi, fiamme che sparsi in aria, formando come una corona accesa sopra le nostre teste.

Socchiusi le palpebre, non era nulla di nuovo, lo avevo già fatto contro Silver.

Spalancai gli occhi, provocando subito un crollare di fiamme simili a stelle cadenti, le quali, fiammanti, andavano ad attraversare i corpi degli Spettri, senza dare loro particolare fastidio, andando a finire nel liquido.

Hurricane, improvvisamente, prese ad agitarsi: forse infastidito dal mio Elemento, forse per il vedere improvvisi getti di vapore che sorgevano dallo scontro di acqua e fuoco.

E nubi di esalazioni salivano verso il cielo per poi sparire.

Il mio attacco non aveva provocato alcun indietreggiare degli Spettri, ma aveva, purtroppo, agitato molto il Pegaso, tanto che aveva preso a scalciare e ad agitare le ali senza tregua, con un che di disperato, nitrendo per allontanarsi, tanto che, se Nemes non fosse stata ben attaccata a me e io non mi fossi aggrappato alla sella e alle redini come se fosse questione di vita e di morte, saremmo subito sbalzati via da esso in un batter di ciglia.

Riuscii a tranquillizzare l'animale a stento, evitando che scattasse e che iniziasse così a zigzagare nel nulla, finendo magari anche con l'uscire dalla barriera.

Una volta dopo averlo fatto, notai che gli Spettri erano di nuovo lì, davanti a noi, a minima distanza dallo scudo.

Si guardarono brevemente tra di loro, quasi con cenni di assenso, come se stessero comunicando mentalmente.

E uno di essi sbatté contro la barriera, di colpo, provocando un sibilo acuto quanto fastidioso, mentre poi il nemico esplodeva .

La cosa particolare era che, quando il primo si era avvicinato, gli altri erano tornati ad allontanarsi, come se l'esplosione risultasse nociva per loro.

Di tutta risposta, però, con l'esplosione, gli ultimi nervi del Pegaso parvero saltare definitivamente.

Accadde tutto terribilmente in fretta.

Hurricane prese ad agitarsi, a muovere disperatamente ogni parte del corpo, rifuggendo al mio controllo, tanto che la Terra, dietro di me, riprese a tremare come non mai, stringendo le braccia alla mia vita sussurrando un -Basta...!- in un unico sibilo strozzato.

Feci davvero di tutto per fermare il Pegaso, provai a parlargli per quanto sottovoce, provai perfino a dargli delle patte delicate sul pelo, ma non ottenni altro che un ennesimo botto risonante ed un ennesima esplosione che fece arrivare l'inevitabile a cui avevo tentato di sfuggire in tutte le maniere.

Nemes perse totalmente la presa dai miei fianchi, io dalla sella, mentre cercavo di aiutare Kleo, urlando il suo nome, ed il cavallo alato se ne partí in volo senza farsi troppi scrupoli, andando oltre la barriera e sparendo completamente dalla mia vista, per quanto si potesse definire ampia la visuale di qualcuno che stava precipitando nel vuoto.

E aspettai, per certi versi, di scontrarmi con la superficie ghiacciata, sentendo il battito cardiaco procedere a rilento per l'ansia.

"Finirà qui? Tutto si concluderà in questa maniera? Hanno vinto loro per davvero? Se Watersea fosse qui, direbbe che come finale per una storia non è adatto... Dopotutto in quasi tutti i libri, il bene vince"

Mi venne quasi da sorridere per l'ironia generale della cosa.

Per certi versi, ero pronto a scontrarmi con la superficie ghiacciata, aspettavo che giungesse davvero la conclusione.

Eppure il risultato finale fu ben diverso da quello che mi ero immaginato.

Qualcosa di consistenza melmosa e fredda mi si avvitò alle ginocchia, avvolgendole, fermando la mia caduta, facendomi sedere su di essa.

-Ma cosa... Come...-

Una delle radici che Nemes aveva precedentemente sfoderato contro gli Spettri mi aveva salvato, reggendomi come se fossi seduto su un trono.

Cercai con lo sguardo Dragonearth e subito trovai la ragazza in piedi, al di sopra di un altra radice, con le mani aperte a ventaglio e gli occhi strettamente chiusi.

-Ehm... Grazie- asserii - A questo punto credo che sia meglio rientrare e iniziare con la lista, inserendo almeno le nostre di domande- tossicchiai, sentendo un -Sì- da parte sua, prima che le grosse radici iniziassero a muoversi con uno scossone, avanzando in direzione delle scale con una rapida fluidità.

La ragazza castana era leggermente verdastra in volto; forse per il mal di mare che le rendeva difficile stare su qualcosa in movimento sull'acqua, che fosse salata o dolce non cambiava assolutamente nulla.

Arrivammo a destinazione, appoggiandoci ai primi scalini, prendendo subito a salire il più in fretta possibile.

-Credo che andrò in bagno- borbottò subito lei -Tu... Puoi anche iniziare a scarabocchiare qualche domanda, torno subito...-

-Va... Va bene-

Lei schizzò via ad una velocità incredibile, lasciandomi sulla soglia con le mani tra i capelli, andando subito alla ricerca di un foglio e una penna da poter utilizzare.

Appena lo feci, provando a guardare in diverse stanze, mi ritrovai davanti alla giovane dai capelli viola che, assorta, se ne stava praticamente affianco a Luxor che, zitto, la guardava infastidito.

Non sapevo come avesse fatto, ma la mia stima in Pandora stava crescendo alle stelle, decisamente.

Dopo circa cinque minuti di ricerca, riuscii a trovare un foglio di carta qualsiasi ed una penna fortunatamente non scarica.

Già in precedenza ne avevo trovate due, entrambe agli ultimi e decisamente prive di inchiostro.

Mi sedetti con il foglio appoggiato alle gambe e lo sguardo fisso su quel bianco candido, rimuginando sul totale di domande che mi si accavallavano l'una sull'altra.

Scrissi velocemente un 'Come distruggere gli Spettri?', numerando la con un piccolo uno cerchiato, portandomi poi la penna alle labbra.

"Stupendo. Non riesco a farmi venire nient'altro, anche se di domande ne ho avute fin troppe per la testa... E solo perché ho tutt'altro per la mente. Spero che Nemes riesca a tirarne fuori più"

 

  
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