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Autore: GeaCola    08/08/2020    0 recensioni
Tutti noi la conosciamo la storia di Jane Eyre.
La ragazza cheviene cresciuta senza affetto dai parenti ma che alla fine, dopo tanti ostacoli, si sposa con un gentiluomo inglese.
Mi sono sempre chiesta come fosse la vita di Jane a Gateshead Hall con la famiglia Reed.
Questa storia, affronterà le vicende accadute prima del trasferimento di Jane nella tetra scuola Lowood.
Spero sia di vostro gradimento.
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Jane Eyre
Note: AU, Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Marzo 1829
Casa Reed
Era una meravigliosa giornata alla magione dei Reed, il solo splendeva nel cielo e gli uccellini cinguettavano in cielo.
La famiglia Reed, i proprietari della magione, erano tutti insieme in salotto a godersi un piacevole pomeriggio in famiglia.
Mr.Reed era sulla sua poltrona a leggere le ultime notizie sul giornale mentre Mrs. Reed, sua moglie, era sul divano, alla sua sinistra, intenta a ricamare.
Il piccolo John, il primogenito dei signori, era in sella al suo cavalluccio a dondolo con una spada di legno in mano e immaginava di essre un generale che si preparava ad andare in battaglia con i suoi soldati contro i francesi.
La piccola Eliza, invece, organizzava, con le sua bambole e altri oggetti, una scena di vita domestica.
La piccola Georgiana, invece, essendo la più piccola, aveva solo un anno, era nella stanza dei bambini con la sua balia, quest’ultima era così felice del suo lavoro perché, come diceva sempre, non aveva mai lavorato con una bimba così bella come quest’ultima.
Insomma, una giornata come le altre.
Il tutto fu interroto dall’arrivo di Richard, il maggiordomo di Mr.Reed.
-Oh, buongiorno Richard! Che novità?- Gli chiese il signore sorridendo. La moglie, invece, arricciò il naso in disapprovazione, non capiva perché sempre suo marito doveva sempre prendersi questa confidenza con la servitù, come se fossero loro pari.
-Buongiorno milord. E’ arrivata una lettera per voi.- Disse Richard porgendogliela.
-Una lettera! Proprio questa domenica?!- Disse Mrs.Reed, disturbata di avere proprio disturbo in giorno di festa.
-E’ di Mr.Smith, mia cara, un vicino di Jane.- Rispose lui aprendola.
Sua moglie roteò gli occhi e riprese il suo lavoro. Non le era mai stata simpatica la cognata.
Sempre con quelle sue idee, sempre senza regole, non si adattavano ad una signora, e poi cosa che non l’avrebbe perdonata mai, aveva sposato quel reverendo pezzente, il reverendo Eyre.
Ancora non riusciva a capire, perché rinunciare ad una vita di piaceri per seguirne una di fame e fatica, per lei, questo sarebbe sempre stato un mistero.
Alzò lo sguardo per vedere, solo per curiosità, come aveva reagito il marito alla lettera. Ma l’espressione di quest’ultimo la lasciò senza parole, aveva gli occhi sgranati e non emetteva nessun suono.
Il piccolo John, resosi conto della situazione di tensione, per rabbia che nessuno gli stava dando confidenza (e che quindi non era più il favorito della casa), iniziò a urlare, piangere e fare capricci per avere attenzioni.
-Mamma! Voglio i pasticcini! Mamma!- Continuava ad urlare il bambino.
Mrs.Reed, spaventata per la prima volta da quella situazione (ed easperata per gli urli del bambino), chiese a Mrs.Abbott di portare i bambini nella stanza a giocare e dargli tè e dolcetti, come aveva chiesto il piccolo John.
La cameriera personale della signora ubbidì all’istante, prese i bambini (John in braccio perché si rifiutava di alzarsi e seguirla, ma Mrs.Reed riuscì a convincere il figlio ad uscire promettendoli una doppia razione di pasticcini) ed uscirono immediatamente.
-Cosa succede, mio caro?- Chiese la signora, preoccupata, guardando il marito.
-Parla di Jane.- Proferì solo queste parole l’uomo.
-Embé? Cosa é successo? Sta male?-
-Jane e suo marito Robert…..sono morti.- Rispose l’uomo e poi non disse più niente.
Mrs. Reed rimase senza parole alle parole del marito. Il fatto che sua sorella stesse male poteva essere una cosa passeggera, ma il fatto che fosse morta era un’altra.
-C-Come è possibile!?- Chiese la donna.
-Robert, da un po’ di tempo andava a trovare gli ammalati di tifo nel lazzaretto. Purtroppo lui l’ha preso, e con lui anche Jane.- Disse l’uomo per poi scoppiare in lacrime.
Quella “scenetta patetica” (come poteva chiamarla la signora), fece infuriare Mrs.Reed, non era un vero uomo a piangere per quella svergognata, sperava che John, crescendo, non diventasse come lui.
-C’è altro.- Disse Mr. Reed tra i singhiozzi.
-Che altro!?!- Chiese Mrs.Reed infastidita.
-Prima di morire, Jane ha dato alla luce una bambina, Robert gli ha dato il nome della madre. Quella povera bambina verrà data a qualche orfanatrofio. Devo portarla qui a vivere con me.- Dichiarò lui.
-Cosa!?!- Rispose Mrs.Reed sbalordita.
Non solo Jane non c’era più, ma adesso dovevano anche adottare l’orfana !?! Un piccolo esserino senza un soldo e che forse, di viso, assomigliera a quell’essere insignificante che era sua madre!?!
-Dobbiamo, mia cara. Lo devo a Jane, la mia amatissima sorella. Anche lei vorrebbe questo.- Disse Mr.Reed pensando all’ultima cosa che avrebbe voluto sua sorella per la sua piccola creaturina, che sarebbe rimasta sola ed indifesa in questo grande mondo.
Mrs. Reed riprese a ricamare come se non fosse accaduto niente, mai e poi mai quel piccolo ed insulso mostriciattolo avrebbe messo piede a Gateshead Hall, nelle loro vite.
 
   
 
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