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Autore: Suzerain    09/08/2020    1 recensioni
[Storia partecipante alla "Corsa delle 24 ore, VIII edizione" indetta dal forum La Torre di Carta]
Mescolandosi al pallore della luna, la fioca luce delle lanterne si riflette sulla superficie del lago.
{127 parole}
Genere: Hurt/Comfort, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Alla luce della luna. 
Autrice: Suzerain.
Ambientazione: Caeles – parte seconda.
Personaggi: Nyke Vendome, Raizel Astaria De Rouvroy.
Prompt: #46. Stringimi più forte.
Desclaimer L'universo di Caeles è proprietà intellettuale mia e di lorentzade, e così i suoi personaggi e le situazioni narratevi.
Note dell'autrice: Non pensavo sarei riuscita a scrivere due piccole drabbline su Caeles, quindi ne sono particolamente contenta. Come sempre, mi rendo conto che per chi legge possa essere difficile collocare questa scena ed i suoi personaggi all'interno d'una trama che ancora non ho preso a raccontare. Ma si tratta, tuttavia, di un qualcosa che, pur non essendo possibile collocare all'interno della storia vera e propria di ciò che ci si auspica sarà in futuro qualcosa di più corposo, ci tenevo a raccontare. La challenge de La Torre ha fatto al caso mio: poche parole, dritte e coincise, per quelli che sono due dei personaggi in cui ho lasciato maggiormente me stessa, in questi ultimi anni. 


Mescolandosi al pallore della luna, la fioca luce delle lanterne si riflette sulla superficie del lago. E’ tutt’intorno silenzio puro e semplice, a romperlo, il solo sfiorarsi di mani. 
Nyke traccia con lo sguardo il loro percorso, muovendosi di qualche passo indietro; silente, Raizel lo segue, premurandosi di non lasciargli la mano – consapevole di come in certi momenti di fragilità abbia più che mai bisogno del suo sostegno. Non esita, difatti, a coprire la distanza tra loro quando poi incrocia il suo sguardo, né nell’attirarlo a sé. Lui inspira a lungo, e gli pare che vi sia nella voce un leggero tremore quando infine parla. 
«Puoi stringermi di più?»
Lo fa nell’immediato, poggiandogli con altrettanta naturalezza le labbra sulla tempia. 
E poi, di nuovo, è silenzio. 
   
 
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