Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: Duchessa712    10/08/2020    1 recensioni
-La canzone dell'amore perduto, che parla soprattutto di promesse infrante e sogni spezzati, di un tradimento così grande da portare quasi alla follia-
-No, mia signora, non la conosco-.

Ad Approdo del Re, Sansa è sola, senza famiglia, senza amici, ostaggio dal valore inestimabile, il giocattolo preferito di Re Joffrey.
Ma cosa succede quando trova un'improbabile alleata proprio in Cersei, che nasconde più di un segreto e possiede ancora un cuore e una coscienza?
Cosa succede quando nessuna delle due è più capace di prevedere cosa accadrà, proprio nel momento in cui c'è il rischio di perdere tutto?
Fino a che punto saranno disposte a spingersi la Lupa e la Leonessa per proteggere se stesse e lo strano sentimento (pietà? comprensione? amicizia? amore?) che nasce, prepotente ed esplosivo e pericoloso tra di loro e sembra legarle sempre di più l'una all'altra?
(La storia, eccetto il primo capitolo, inizia dopo la morte di Ned e prima che Myrcella parta per Dorne.
Come penso si sia capito da questa introduzione i personaggi, Cersei in particolare saranno OC).
(Sansa/Cersei)
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash, Crack Pairing | Personaggi: Cersei Lannister, Sansa Stark
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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VIII atto

L'aria era cupa e tesa, la Morte sembrava permeare ogni angolo della Fortezza e Sansa si era trovata a tremare da molte ore prima che Joffrey la chiamasse per un'ennesima umiliazione, un'ennesima minaccia-baciare la sua nuova spada, la spada che, le aveva promesso, sarebbe stata impregnata del sangue di Stannis e poi di quello di Robb.
Il ferro era freddo contro le sue labbra, freddo come deve essere freddo il bacio dello Straniero e l'ansia che le attanaglia a il cuore non era diminuita a questi pensieri.
Poi era arrivata Cersei, bellissima in quell'abito rosso e oro, e la sua vicinanza, le sue rassicurazioni, la dolcezza nascosta nel fondo degli occhi, l'avevano un poco calmata. Anche perché era stata distratta da altro, dalla Regina che fissava sospettosa Shae e Sansa non aveva potuto fare nulla per sottrarre la sua cameriera, che, però era ormai un'amica, a quell'umiliazione.
Quel momento non era durato tanto.
C'era la Giustizia del Re in mezzo a tutte loro e la spiegazione di Cersei non avevano scacciato i dubbi dalla sua mente.
-Bevi- non aveva mai assaggiato vino prima di allora e guardò sospettosa il calice.
-Bevi- anche la Regina era nervosa ed era meglio non farla arrabbiare. No, non nervosa, si corresse la ragazza mandano giù un altro sorso, preoccupata. Preoccupata per sé stessa, per Tommen addormentato accanto a loro, per Myrcella lontana dalla sua protezione, per Joffrey che inserto era in prima linea a combattere, o almeno così doveva essere. Sansa non aveva dubbi che il suo futuro sposo fosse ben protetto da tutti i soldati.
Rimase seduta in silenzio finché non si diresse dalle altre dame che stavano pregando. Sarebbe stata una lunga notte.

Era l'immagine della tranquillità, con la coppa di vino tra le mani e la voce sicura che si aggiungevano al portamento da fiera Leonessa. Era così che doveva essere, nessuno doveva notare che tendeva l'orecchio per cogliere qualsiasi rumore riuscisse a penetrare le pareti di pietra, qualsiasi indizio sulle sorti della battaglia e, più importante, di quello sciocco di suo figlio che aveva insistito per combattere.
Gli occhi saetta vano come impazziti da Tommen addormentato a Sansa circondata da alcune sciocche dame che starnazzavano il loro terrore e la loro agitazione.
In una mano c'era la boccetta di veleno.
-Sansa, cosa stai facendo? -
-Sto pregando-
-Per cosa? -
-Per gli dei di avere clemenza per tutti noi-.
No, così non va bene. L'avrebbero sbranata viva senza la sua protezione. Era cresciuta ma non abbastanza. - Non hanno pietà, per questo sono dei-.
La vide sgranare gli occhi e tentennare e poi un cambiamento nei suoi occhi le rivelò non solo che accettava quella verità ma anche che la condivideva.
Nascose un sorriso nel calice di vino e l'orgoglio dietro alle palpebre chiuse.
La tenne ancora un po' con sé, il tempo aveva perso contorno, si era dilatato oltre misura e nessuno avrebbe saputo dire quanto tempo era passato da che era iniziata quella battaglia.... Poi... Bagliori verdi a illuminare il cielo.... Altofuoco...
La Regina fu scossa da un brivido e la mente corse improvvisamente a Jaime, alla storia che le aveva raccontato, all'ingiustizia in cui doveva vivere....
Era uno spettacolo terribile e affascinante e anche Sansa non riusciva a non guardarlo.
Poi tutto precipitò. Forse furuno pochi minuti, forse ore, fatto sta che il cuore di Cersei sprofondó.

Lancel fu il messaggero. Joffrey era fuggito nelle sue stanze. I soldati volevano disertare.
Avrebbero perso. Sarebbero morti.
Cercó Sansa tra la folla e la trovò. Lei sarebbe sopravvissuta, prigioniera di Stannis, trattata sicuramente meglio di come lo era stata nelle mani di Joffrey.
Forse non sarebbe tornata al Nord ma almeno sarebbe stata viva.
Lei invece....
Il boia era pronto a fare il suo dovere ma...
-Tommen... Tommen... - il suo dolce bambino aprì gli occhi pieni di sonno e le mise le braccia al collo. - Ho fatto un sogno bellissimo. Ho sognato che la guerra finiva e Myrcella tornava e Lady Sansa restava con noi per sempre-.
Cersei tremò e dovette ingoiare un singhiozzo. Lo avrebbe riempito di baci se non ci fosse stata tutta quella gente. Il suo dolcissimo bambino, il più innocente di tutti... - Si tesoro. É un sogno bellissimo. Ora da bravo, vieni con me-.
Un ultimo sguardo a Sansa che la fissava sospettosa e fece per seguirla. Scosse la testa e le fece cenno di rimanere dov'era.
Percorse svelta i corridoi deserti.
Il Trono si ergeva di fronte a lei, maestoso e imponente. Un pezzo di ferro capace di dar vita a una guerra così violenta.
Si sedette... Dei quant'eta scomodo...e prese Tommen sulle ginocchia.
Fuori la battaglia infuriava e il bambino si strinse di più lei. - Ti racconto una storia-, perché in quel momento non importava nient'altro,non Sansa qualche piano di sopra sola e spaventata, non Joffrey codardo e infuriato nascosto nelle sue stanze, non Myrcella lontano da questa follia e dalla sua protezione, nemmeno Jaime, perso chissà dove ma certamente vivo. Importava solo il cucciolo che aveva sulle ginocchia, quello che avrebbe condannato a morte. - Bevi, tesoro-... E poi, le porte si aprirono, la boccetta cadde a terra e Tywin Lannister si ergeva imponente e maestoso sul suo cavallo bianco.
-Abbiamo vinto-. Strinse a sé il bambino chiedendogli tacitamente perdono per ciò che stava per fare.

Sansa era fuggita. Aveva dato ascolto a Shae ed era fuggita fino a trovarsi nella sua stanza. La bambola che le aveva regalato suo padre, quella che aveva rifiutato con tanta arroganza, le fece venire le lacrime agli occhi. Suo padre... Cosa avrebbe pensato di questa situazione, di suo figlio che si ribellava alla corona, un traditore per davvero perché Joffrey, per quanto sarebbe stato più bello credere il contrario, era figlio di Robert, di sua figlia che era l'amante della Regina che lui odiava, di una guerra insensata per un pezzo di ferro?
Forse era meglio non saperlo e non vedere la disapprovazione nei suoi occhi. Non si erano mai capiti davvero, lei e suo padre, e dubitava avrebbero iniziato ad Approdo del Re.
Voltandosi dovette trattenere un urlo. Il Mastino era nascosto nella penombra, un'ombra indistinta ma fin troppo riconoscibile. La sua proposta era allettante, tanto anche, ma non poteva accettarla per più di un motivo: lì aveva Cersei e ogni giorno che passava voleva rinunciare a lei sempre di meno, aveva Tommen che la faceva ridere e giocare e avrebbe protetto non solo per la promessa fatta a Myrcella ma perché gli voleva bene, aveva Tyrion Lannister, più o meno, che la proteggeva da quel folle di suo nipote. Aveva una quale tormentata sicurezza che non voleva ancora perdere...
Lo lasciò lì e stava per essere presa dal panico quando vide i corridoi riempirsi di gente preoccupata ma festante.
La battaglia era vinta.
Ma non la guerra.
   
 
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