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Autore: Mercurionos    10/08/2020    3 recensioni
ULTIMO CAPITOLO: Alba e Cenere:
E lì, nell’ombra silenziosa e fredda,
sotto lo scampanellio della pioggia,
Vegeta volse lo sguardo alle proprie spalle,
e la vide.
L'Impero Galattico di Freezer, tirannico dittatore di tutto ciò che esiste: un periodo oscuro e inenarrato. Il rinnovato nucleo dell'impero attende tre guerrieri saiyan, gli ultimi della propria specie, predestinati a mostrare il proprio valore all'Universo. A partire dagli ultimi giorni del Pianeta Vegeta, fino a quel fatidico 3 Novembre, e oltre, nel massimo rispetto del magnifico Manga di Akira Toriyama.
Parte di "Dragon Ball: Sottozero", la vita dell'eroe che non abbiamo visto crescere.
Genere: Avventura, Comico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Freezer, Nappa, Nuovo personaggio, Radish, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Dragon Ball - Sottozero'
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Capitolo 16 – L’Eroe del Pianeta Brench, Parte 4 – Anno 1, 33 Brumaio/41 Nevoso
 
Bonyu squarciò l’aria con la sua sola presenza. Mirk ruzzolò a terra tenendosi una mano sul volto: provando a gettarsi dalla finestra era andata a scontrarsi contro un muro invisibile, eretto con chissà quale tecnica dalla madre. Vegeta tese una mano verso l’esterno, ma il trasparente campo di forza lo bloccò poco oltre la cornice della finestra. Erano in trappola. Spaventato dalla minacciosa imponenza di Bonyu, Vegeta afferrò lo scouter che aveva appoggiato sul tavolo, ma la donna reagì troppo in fretta: i suoi occhi brillarono abbacinanti per un breve istante, e il rivelatore esplose nella mano del saiyan. Vegeta scattò all’indietro dominato dal proprio istinto, ma batté contro Mirk, ancora a terra, e le cadde addosso.
 
“Che cazzo fai? Levati!” Gridò la ragazza a Vegeta, premendosi ancora la mano contro il volto.
“Datti una calmata! Cosa dovrei fare, secondo te?”
“Spostati, ho detto! Per colpa tua l’allenamento inizia adesso!”
“Che? Non dovevamo cominciare all’alba?”
Sentendo il dibattito dei giovani, Bonyu si avvinghiò tra le proprie braccia ridacchiando, poi alzò una mano divincolando divertita le dita. Una scoppiettante sfera di energia nacque sul suo indice, divampando in fiammelle rossastre: “Il sole è già sorto, principe dei saiyan.”
 
Un lampo di luce illuminò a giorno la stanza, la barriera cristallina si infranse come vetro e i due studenti vennero sbalzati all’esterno della casa da una violenta esplosione. Vegeta volò per metri e metri prima di riacquisire coscienza di sé, ma venne subito raggiunto da Bonyu, che si gettò addosso al ragazzo stringendogli una mano sulla bocca. La donna trascinò il saiyan verso il basso, schiacciandolo nella terra sabbiosa, ormai rifrescata dall’aria della sera. Vegeta sentì il proprio corpo vibrare attraversato da scariche di dolore quando alla già intensa gravità di Brench si aggiunse la soverchiante forza fisica di Bonyu; tentò di reagire, cominciò a scalciare con una gamba, ma la donna lo bloccò premendo un ginocchio sul femore del ragazzo. Lui non riuscì a gridare, girò la mano che non era finita incastrata sotto la sua schiena e lanciò una bordata di energia sulla faccia della sua avversaria. Bonyu non accusò per nulla il colpo, schernendo il saiyan con un sorriso sadico una volta svanita la nube di polvere alzata dall’attacco.
 
Finalmente ripresasi dall’esplosione, Mirk si lanciò sulla madre colpendola al volto, liberando Vegeta dalla sua salda presa. La ragazza emerse dal polverone approfittando dell’attimo di distrazione di Bonyu, sebbene ella fosse conscia di aver lasciato il fianco scoperto alla figlia. Vegeta reagì in fretta, strisciando lontano dalla donna con uno strattone deciso delle gambe e, con una capriola, fu nuovamente in piedi. Esaminò rapidamente i dintorni: erano finiti lontano dall’insediamento, bene o male di qualche centinaio di metri, nella vasta pianura ricoperta di un denso e rigoglioso prato smeraldino. Quella che sembrava solo la luce delle stelle permise al ragazzo di vedere nella buia notte estiva, ma la visibilità era fin troppo chiara anche per quel cielo limpido. Vegeta guardò rapidamente verso l’alto attirato dal luccichio, ma si accorse presto di aver commesso un grave errore.
 
Il cuore del saiyan prese a battere all’impazzata, aritmico e incontrollabile, il respiro affannato si fece più intenso e profondo, ogni muscolo si contrasse in uno spasmo né di dolore né di piacere. Vegeta non sentì nemmeno le parole di Mirk, di attimo in attimo più squillanti, ma l’udito del ragazzo era completamente ovattato, distratto dalla mente annebbiata. Ignaro degli avvertimenti della compagna, Vegeta non si preparò a ricevere l’attacco di Bonyu: nuovamente, lo spazio intorno a lui venne stravolto da una contenuta deflagrazione, ma non se ne curò più di tanto. Mirk era svanita dal suo fianco, sbalzata lontano dall’esplosione, e Bonyu si lanciò ancora una volta sul ragazzo, incurante della sua confusione. La donna si precipitò in avanti, oscillando l’immenso peso del suo attacco verso il volto del giovane saiyan. L’impatto produsse uno scoppio acuto, doloroso anche se soltanto udito, accompagnato da un’impressionante onda d’urto che spazzò violentemente i lunghi ciuffi d’erba tutt’attorno, ma Bonyu scoprì in fretta che il suo attacco era stato intercettato.
 
Vegeta era ancora saldamente ancorato a terra, prono fissava i propri piedi. Con il gesto impercettibilmente fulmineo della mano aveva parato il colpo sferrato da Bonyu, che avrebbe senza alcuna difficoltà mandato all’altro mondo buona parte degli studenti migliori del N.I.S.B.A.. Il saiyan strinse le dita attorno al polso della donna con una forza che lui stesso conosceva e comprendeva ancora poco, completamente dominato dal proprio istinto guerriero; tremava, pervaso da tremiti prima in un arto, poi in un altro, la vista gli venne meno, vide prima nero, poi solo rosso. Bonyu strattonò il ragazzo, ma non riuscì a liberarsi dalla sua fermissima presa.
 
Poco lontano, Mirk si era fermata per osservare Vegeta, poi avvertì un movimento peculiare sul corpo del saiyan: nonostante le fosse solito gettare di tanto in tanto un’occhiata alle natiche di Vegeta, gesto assolutamente naturale e giustificato, lo condivide anche l’autore, non aveva quasi mai visto la coda del ragazzo divincolarsi con tanta irrequietezza; anche durante gli scontri più duri per il suo fisico, Vegeta aveva sempre preferito attorcigliarla attorno al bacino. Solo durante qualche allenamento e alla sconfitta per mano di Kiwi al torneo del club di combattimento, Mirk era riuscita a distinguere chiaramente la coda del ragazzo, che in quel momento notò muoversi in maniera bizzarra, sussultare confusa e agitata.
 
Vegeta lanciò un grido inquietante. La sua voce squarciò l’aria della notte, uno strillo minaccioso e ferino, un latrato ringhiante grave e angosciante. La sua mano si strinse ancora più forte attorno a quella di Bonyu e quest’ultima, per quanto ne fu sorpresa, sentì le proprie ossa gemere sommessamente di dolore. La donna reagì in fretta, trascinando di peso il ragazzo sopra il proprio capo, solo per scagliarlo subito dopo di nuovo verso il basso. Rimbalzando sulla terra, Vegeta allentò la presa. Bonyu si massaggiò brevemente il polso mentre saltava all’indietro, distanziandosi da quello che ora percepiva come un pericolo.
 
“Crusher Ball!”
L’attacco di Bonyu precipitò su Vegeta, ma questi lo deflesse con un prepotente gesto della mano. Ancora e ancora, sul ragazzo crollarono numerose sfere di energia, ma una dopo l’altra vennero tutte deflesse. Se con una mano si stava difendendo, con l’altra Vegeta stringeva con forza la propria fronte, quasi come se volesse spaccarsi il cranio. Bonyu lanciò un ultimo attacco, ma questo non riuscì nemmeno a raggiungere il suo bersaglio: l’aura di Vegeta si era fatta tanto densa da aver acquisito una forma propria, una vivace e crepitante fiamma purpurea.
 
Vegeta cadde sulle proprie ginocchia. Continuò a gridare, i muscoli gonfi e tesi continuavano a crescere, ad espandersi incontrollati, e con essi il corpo del saiyan. Mirk lo osservò preoccupata. Si avvicinò alla madre tranquilla, conscia che il loro allenamento serale era stato interrotto prematuramente.
“Cosa facciamo adesso?” chiese la ragazza.
“Lo chiedi a me? Non ho intenzione di ammazzarti il ragazzo alla prima sera!”
“Mamma!”
“Ma smettila! Se non lo guardi languida negli occhi gli fissi senza sosta il sedere! Diamine, lo faccio anche io, ha proprio un bel paio…”
“MAMMA!”
“Sì, sì! Dammi un attimo per pensare.”
 
Bonyu si chiuse in sé stessa portando una mano al mento mentre la figlia restava immobile a guardare Vegeta, piegato in terra e apparentemente più grande e massiccio di secondo in secondo. Chiuse gli occhi. Non aveva mai affrontato un saiyan, ma di storie si che ne aveva sentite, sulla loro forza, la loro ferocia e tenacia sul campo di battaglia. E talvolta, si parlava anche… di una trasformazione. Sgranò gli occhi e li puntò verso il cielo, proprio come aveva fatto Vegeta qualche attimo prima, e i suoi sospetti si rivelarono fondati. La luna risplendeva luminosa nel cielo punteggiato di miriadi di stelle, grande e circolare, così Bonyu comprese cosa stesse accadendo al ragazzo. Si lasciò cadere a terra senza dire una parola; inspirò, gonfiando fino al limite i polmoni, poi esplose.
 
La fiamma sprigionata da Vegeta svanì nell’incendio di pura energia proveniente da Bonyu. La notte venne illuminata da straripanti fiumi di ki vermiglio. Vegeta continuava a crescere e gonfiarsi nonostante l’immenso sforzo di contenere il proprio potere. Ma, ad un tratto, Bonyu svanì, e con lei tutta quell’aura colorita che di colpo smise di danzare nell’aria. Quando riapparve agli occhi di Mirk, lo scontro era già terminato. Bonyu levò la mano stretta in un pugno dallo stomaco di Vegeta, che cadde a terra esanime: il suo mondo si oscurò completamente, e la sua mente si rintanò tra i suoi pensieri confusi.
 
Comincia l’allenamento vero e proprio, ma con chi? Non perdetevi assolutamente il seguito!
   
 
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