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Autore: Francyzago77    10/08/2020    5 recensioni
Georgie è partita per l'Australia con il suo bambino ma cosa succede a Londra? Nuove storie, nuove trame e soprattutto nuovi sentimenti. Un racconto introspettivo, insolito e inaspettato.
Questi personaggi non mi appartengono, sono proprietà di Mann Izawa, questa storia è stata scritta senza fini di lucro.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Arthur Butman, Georgie Gerald, Maria Dangering
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il pane era ben cotto, l’arrosto pronto, le stanze pulite e sistemate e il suo cuore era in pieno subbuglio. Georgie stava andando ad accogliere suo padre al porto, finalmente sarebbe arrivato e lei, al solo pensiero, gioiva e non vedeva l’ora di riabbracciarlo. Aveva però un timore, una paura che la tormentava dentro mentre s’avvicinava il momento dell’incontro. Chiuse la porta di casa e si diresse da Arthur che, col carro, la stava aspettando fuori al cancello.
-Andiamo – gli disse salendo su – speriamo di far presto e che non ci siano ritardi.
-Georgie –la rassicurò lui con dolcezza – non ci sarà alcun problema. Abel junior è con zio Kevin nei campi, possiamo prenderci tutto il tempo che serve.
Lo sguardo della ragazza era preoccupato e Arthur sapeva bene il perché. Dopo aver percorso un breve tratto di strada in silenzio, Georgie iniziò a dire:
-Credevo non arrivasse più, dovrà spiegarmi perché ha rimandato per così tanto la partenza! Mi mancano le nostre chiacchierate, le sue parole di conforto, il suo modo di fare così rassicurante e sincero.
-Tra poco lo rivedrai – asserì Arthur – è qui per restare.
-Non gli ho mai nascosto nulla – aggiunse lei con rammarico – è per questo che non sopporto la situazione!
-Cosa dovevamo fare? – domandò lui guardandola – Georgie tra poco chiarirete ogni cosa e tutto andrà bene.
-Arthur, non l’ho reso partecipe della mia gioia e sai quanto mi dispiace! – continuò lei – Il destino ci ha divisi per ben quindici anni poi, quando ci siamo ritrovati, lui mi è stato accanto in ogni modo. La morte di Abel, la tua prigionia, la nascita del bambino sono tutti eventi che ho affrontato con forza anche grazie a lui. 
La voce di Georgie si era spezzata, Arthur fermò il cavallo e tentò di tranquillizzarla:
-Georgie, lo abbiamo detto molte volte, era l’unica cosa che potevamo fare.
E l’abbracciò teneramente. Lei rimase in silenzio poi guardandolo disse:
-Non gli ho fatto sapere del nostro matrimonio, non me lo perdonerà.
-Amore mio – le sussurrò lui – potrà rimanere sorpreso, stupito ma poi ne sarà felice. Sono certo di questo.
-All’altare mi ha accompagnato zio Kevin, si sentirà messo da parte – continuò Georgie ancora pensierosa.
Arthur, ripreso il viaggio, iniziò a dire:
-Avremmo dovuto aspettare il suo consenso per lettera, sarebbe passato troppo tempo. Abbiamo deciso di sposarci subito per andare a vivere sotto lo stesso tetto anche per il bene del bambino. Hai sempre affermato che tuo padre è un uomo comprensivo, capirà.
-Lo spero tanto – sospirò Georgie appoggiando il capo sulla spalla di suo marito.
-Abbiamo pensato di fare una bella festa di nozze con lui, ricordi? – sorrise Arthur – Il nostro è stato un matrimonio semplice, con poche persone proprio per aspettare tuo padre e festeggiare in grande.
-È meglio dirglielo al porto o aspettare di arrivare alla fattoria? – chiese Georgie ora presa da questo dubbio.
-Sicuramente – esordì ridendo suo marito – prima dell’arrivo di Abel junior, altrimenti sarà lui a fargli questa sorpresa! Sono giorni che attende l’arrivo del nonno anche per parlargli del matrimonio della mamma.
L’immagine del suo bambino felice con suo padre fece sorridere Georgie, ora meno preoccupata e un poco più serena.
Si sentiva amata accanto ad Arthur, il destino li aveva ricongiunti, anche Abel lo avrebbe voluto, lei ne era certa.  
Arrivati al porto trovarono molta gente, la nave proveniente dall’Inghilterra era già approdata e i passeggeri stavano scendendo fra il trambusto e la confusione.
Georgie cercava di scorgere suo padre facendosi largo tra la folla assieme ad Arthur.
-Non lo vedo – disse ansiosa – non riesco a distinguerlo con tutte quelle persone che ora vengono giù dall’imbarcazione.
-Tranquilla – la rassicurò Arthur – forse deve ancora uscire.
Era così impaziente ed agitata che stringeva forte la mano di suo marito, Arthur era felice perché sapeva che tutto sarebbe andato bene. Ad un certo punto lui si sentì tirare il braccio, Georgie urlò:
-Eccolo, l’ho visto, è lassù! – e spontaneamente fece il gesto di indicare la nave nel punto più alto. 
Arthur, che non aveva mai conosciuto il conte personalmente, le domandò:
-Qual è, cara? Qual è il tuo papà?
-Guarda – disse lei con la voce emozionata – è quell’uomo che sta scendendo ora con la giacca marrone e un piccolo bagaglio in mano.
Iniziò a sbracciarsi Georgie sperando che suo padre la vedesse.
-Aspetta almeno che stia sulla terra ferma! – esclamò ridendo Arthur, contento di vedere sua moglie felice e non più preoccupata - Avviciniamoci.
Fecero qualche passo in avanti, Georgie, con gli occhi fissi su suo padre disse:
-Ora lo vedo benissimo il mio adorato papà! Vedi com’è gentile? Sta aiutando quella ragazza a scendere, è proprio nobile d’animo.
Entrambi osservavano il conte Gerald, Arthur ora un po’sorpreso dichiarò:
-Quella ragazza, Georgie, a me sembra … non è possibile … ma è Maria?
-Maria? Oddio è vero, ma è lei? – domandò ora Georgie incredula.  
Si fermarono all’unisono rimanendo distanti dalle persone che stavano avanzando, sia Arthur che Georgie era come volessero nascondersi.
-È proprio lei – sussurrò Arthur – non sto sbagliando.
Si strinsero ancora più forte le mani, lui non distoglieva lo sguardo da quella figura che camminava accanto al conte un po’ intimorita.
-L’ha portata con sé in Australia – disse Georgie a bassa voce.
-Perché? – chiese Arthur a sua moglie – Perché tuo padre è venuto con Maria?
-È semplice – bisbigliò lei rimanendo indietro e non palesando ancora la sua presenza – io gli ho scritto che ti avevo ritrovato in Australia, lui avrà incontrato Maria a Londra, da qualche parte, lei era innamorata di te e mio padre che è una persona generosa e di buon cuore ha ben pensato di condurla qui.
-Ma sai benissimo che io non sono innamorato di Maria! – esclamò Arthur anche un poco alterato.
-Lo vedi che abbiamo fatto male a non scrivergli del nostro matrimonio! Che pasticcio! – disse Georgie con agitazione.
Il conte intanto si voltava intorno, cercando di scorgere sua figlia da qualche parte.
-Dobbiamo andar loro incontro – affermò Arthur – e con calma dovrai parlare con tuo padre.
-A Maria si spezzerà il cuore! – ammise Georgie rattristata e tesa – Ha sofferto tanto, come faccio a dirle che tu sei mio marito ora!
-Anch’io le sarò per sempre grato ma non le ho mai promesso nulla – disse Arthur – tuo padre non si è mosso con delicatezza, questo devo dirtelo cara! Poteva scrivertelo che aveva intenzione di portare Maria così tu lo avresti fermato in tempo.
Rimase ferma in piedi Georgie, non aveva il coraggio di avanzare ma sapeva che doveva farlo. Tutto, ora, le pareva complicato e non sapeva più cosa pensare.  


 
   
 
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