10/08/2020
2 recensioni
Connection
Mi è stato detto che c'è una parola
che può sembrare un riferimento
alla mia piccola Mia.
Allora è il caso di dedicarla a lei.
Ovunque vadano i cani
spero che stia giocando felice ♥
che può sembrare un riferimento
alla mia piccola Mia.
Allora è il caso di dedicarla a lei.
Ovunque vadano i cani
spero che stia giocando felice ♥
Incubi.
Aveva incubi ogni volta che chiudeva gli occhi, vedeva sua madre farsi sempre più lontana e il dolore era lancinante.
Quel giorno non era diverso dagli altri. Sua madre se ne era andata da quanto? Tre settimane? Tre mesi? Tre anni? Non lo sapeva, sapeva solo che faceva male, tanto male e le lacrime non volevano saperne di smettere di cadere.
Come consuetudine bussarono alla porta: non si prese la briga di rispondere, tanto sapeva già che era la solita domestica con la sua medicina.
E infatti come da copione la solita ragazza entrò con un bicchiere d’acqua e una compressa nelle mani «Principessa, le sue medicine.» disse.
«VATTENE VIA! LASCIAMI SOLA!» gridò Azula spingendo malamente la poveretta e facendole cadere il bicchiere d’acqua.
Quando finalmente rimase nuovamente sola il suo piccolo corpo fu scosso dai singhiozzi, in fondo era solo una bambina «Mi manchi, mamma.» singhiozzò «Dove sei?»
Kai era appena uscita dalla stanza della principessina quando a metà strada dalle cucine incrociò Zuko «Come sta Azula?» chiese venendole dietro.
Ma bastò uno sguardo ai resti del bicchiere per capire «Non ha preso le sue medicine, vero?» chiese il principino.
Kai sapeva bene di non dover giudicare le scelte dei suoi padroni ma come poteva quando vedeva lo stato in cui erano i due bambini dopo la partenza della signora Ursa? Soprattutto Azula che da sempre cercava di attirare l’attenzione della madre troppo presa da Zuko per accorgersene.
Zuko annuì semplicemente «Io … io vado da lei» disse. – In ogni gesto del ragazzino traspariva la sua preoccupazione, era evidente che nonostante i continui battibecchi voleva un gran bene alla sua sorellina. –
E senza aspettare risposta Zuko si diresse nella stanza della sorella.
Quando si trovò di fronte la stanza di Azula bussò due volte ma non rispose nessuno così lentamente aprì la porta «Azula? Sono io, Zuko. Ho saputo che non stai prendendo le tue medicine, come mai?» aprì maggiormente la porta per trovare la sorellina raggomitolata sul letto, il suo piccolo corpo scosso dai singhiozzi.
«Vattene via.» sibilò.
Ma Zuko non l’ascoltò e anzi entrò maggiormente dentro, sedendosi nel letto e prendendo la sorellina tra le braccia «Manca anche a me, sai?»
Azula tirò su col naso «Ti avevo detto di andartene, perché sei rimasto?» chiese.
Zuko sorrise leggermente «Sono tuo fratello maggiore è il mio compito prendermi cura di te.» disse continuando a stringerla tra le braccia e accarezzandogli la schiena con movimenti circolari.
«Mi dispiace di essere stata così cattiva, Zuzú.» disse Azula tra i singhiozzi «Ero gelosa del tuo rapporto con lei, lei era sempre pronta a difenderti. Volevo un po' del suo amore anch’io.»
«Oh, Azula. Lo so che non te lo dimostrava spesso ma sono sicuro che lei amava anche te.»
«Davvero?» la voce di Azula era flebile e insicura.
«Davvero.» disse dandole un buffetto sul naso «Dai, usciamo da qui.»
Azula annuì prendendo la mano del fratello e seguendolo fuori dalla stanza.