Anime & Manga > Psycho-Pass
Ricorda la storia  |      
Autore: Lacus Clyne    11/08/2020    0 recensioni
I ricordi lo avevano accompagnato per anni e di essi, Kougami si era fatto forte. Ma tornare a casa significava fare i conti con la propria coscienza e con ciò che il destino aveva in serbo.
Shinkane all the way, con riferimento al loro eventuale primo incontro dopo il ritorno di Kougami.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tsunemori, Shinya Kogami
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

L'ultimo ricordo che aveva di lei l'aveva accompagnato per anni.

 

Era arrivata sino all'inferno, com'era considerato il mondo al di fuori del Giappone, per ritrovarlo. Non si era nemmeno chiesto come avesse fatto. Se l'era ritrovata a puntargli contro una rivoltella prima ancora che lui potesse reagire a dovere. D'altronde, aveva sempre saputo che lei era in gamba. La migliore tra tutti loro. Una detective con il fiuto di un segugio, ma senza la bramosia del sangue.

C'era qualcosa in lei che l'aveva sempre incuriosito. La sua ingenuità, quei suoi modi aggraziati, la sua intelligenza, quel suo naturale ottimismo e quella sua imparzialità di giudizio. Se la Legge avesse avuto un'incarnazione, sarebbe stata certamente lei. Non aveva mai esitato, nemmeno quando aveva visto la morte in faccia, nelle vesti di un corrotto generale, a SEAUn. Fino alla fine, aveva cercato di portare a termine la sua missione. E, perché profondamente amata dalla Legge e dall'Ordine, era stata salvata. E lui con lei.

 

Da quando lei era entrata a far parte dell'Anticrimine, aveva cominciato a pensare che forse, un giorno, ci sarebbe stata speranza anche per lui. Non l'aveva mai creduto possibile, da quando era caduto. Un Ispettore top-élite il cui coefficiente di criminalità aveva superato i livelli di guardia, al punto da esser declassato ad Esecutore. Un mero cane da caccia al guinzaglio di un sistema che ne controllava il destino. Eppure, lei era stata luce. Aveva guardato oltre, ricordandogli che c'era ancora qualcosa per cui valesse la pena non arrendersi a quel destino. Era stato un detective, una volta, e poteva esserlo ancora. Si era fidata di lui. E lui l'aveva tradita.

 

Nulla gli era stato più difficile che trovare il coraggio di scriverle quanto fosse stata importante per lui e quanto avrebbe dovuto continuare a credere in qualcosa in cui lui non credeva più, al punto da amministrare la giustizia senza indugio, quando si fossero ritrovati. Sapeva che sarebbe accaduto, perchè lei avrebbe fatto di tutto per non far sì che le sue mani si macchiassero del sangue della preda che stava braccando. Gli era sembrato di vederla per la prima volta soltanto allora. Determinata come non mai nel proporgli di catturare insieme Makishima Shougo. Saggia e lungimirante, nel dirgli che un giorno avrebbero dismesso i panni di Ispettore e di Esecutore per ritrovarsi, da comuni esseri umani. Sprezzante e coraggiosa nel saltare sul retro di un camion in moto, per fermare quell'assassino. Quella scena gli aveva fatto perdere dieci anni di vita. E quel suo nome gli era sfuggito in un urlo disperato al ritmo del suo cuore in gola, senza alcun onorifico, ma con il solo e impellente bisogno di non perderla. Quegli istanti erano stati i più difficili della sua vita, ancor di più di quando aveva visto gli occhi sconvolti di Gino mentre stringeva il corpo senza vita di Totsan. Più di quando aveva perso Sasayama. Più di quando aveva visto morire i suoi compagni della Terza Divisione. L'aver perso delle persone a lui care gli era intollerabile. E perdere lei era stato un pensiero troppo straziante. L'aveva ritrovata in un campo di grano, sporca di sangue e terra. L'aveva stretta come una sposa tra le braccia e portata in salvo. E per la prima volta in vita sua si era reso conto di quanto minuta e leggera fosse. Lasciarla lì da sola era stata la decisione più difficile della sua vita. Eppure, l'aveva fatto e l'aveva tradita ancora, per inseguire la sua nemesi e compiere quel destino di morte da cui nessuno di loro avrebbe potuto esimersi.

 

Ci aveva pensato, in tutti quegli anni di lontananza. Se avesse ascoltato la sua voce, al posto di chiudere il suo cuore, sarebbe andata diversamente? Se si fosse fidato di lei, cosa sarebbe accaduto? Ma lei era troppo lontana ormai e lui non si sentiva degno. Gliel'aveva ricordato anche Gino, intimandogli di non farsi più vedere e di non caricare su quelle spalle minute un peso ancor più grande di quello che già portavano. Si era fatto forte di quell'irrimediabile distanza, del desiderio di essere dimenticato da loro. Da lei. Eppure, durante quelle rare notti in cui riusciva ad abbandonarsi al sonno, lei era presente e quel desiderio assumeva altri connotati. Perchè in quel regno in cui tutto era possibile, non c'erano guerre, non c'erano fantasmi nè aleggiava su di loro lo spettro di un sistema che aveva imparato a odiare. C'era soltanto il ricordo di quel corpo minuto stretto tra le sue braccia, del suo delicato profumo camuffato dalle note familiari delle sue Spinel e di quei grandi occhi color nocciola che lo scongiuravano di non abbandonarla di nuovo. Di mantenere quella promessa scritta nell'acqua. Di trovare il coraggio di tornare a casa e di combattere ancora per il bene.

 

E alla fine, era tornato. Se l'era ritrovata davanti mentre percorreva uno dei ponti che sovrastavano le strade trafficate del centro poco prima del tramonto. Non era stato facile riabituarsi alla frenesia della città e camminare alla luce del sole era servito a rendersi conto davvero del fatto che, in quel momento, fosse libero.

Il suo sguardo si era posato su di lei, mentre, appoggiata al parapetto, osservava il panorama con l'aria di chi era assorto, totalmente, nei suoi pensieri. Si era tenuto a distanza, ritrovandosi ben presto a contemplare il modo in cui quelle ciocche castane, appena un po' più lunghe di come le ricordava, ondeggiavano mosse da leggere e piacevoli folate di vento, giocando sul suo viso. C'era vita intorno a loro, eppure, gli sembrava che non ci fosse nessun altro in quel momento. Il suo sguardo e tutta la sua attenzione erano totalmente catturati da quella ragazza. Si era riscoperto incuriosito nel vederla visualizzare una foto e sorridere, come mai l'aveva vista fare. Era arrivato persino a contemplare l'eventualità che ci fosse qualcuno nella sua vita. D'altronde, era una giovane donna e la sua famiglia si era sempre preoccupata che non riuscisse a trovare la persona giusta per sè. Col senno di poi, il pensiero di lei tra le braccia di qualcuno che non fosse lui, ma che fosse meritevole del suo amore, l'aveva sfiorato più di una volta. Eppure, benchè se ne sentisse indegno, l'egoistica sensazione di essere importante per lei gli era stata confermata dalle sue azioni. E fino a quel momento, era stato ben consapevole di quale fosse il limite da non oltrepassare per non renderle la loro separazione più difficile. In fondo, tutta la loro vita negli ultimi sette anni si era basata sull'assenza, sebbene in essa, la presenza del ricordo fosse forte e viva tanto quanto l'odore delle Spinel su di loro. Si era chiesto se fosse giusto interrompere quel circolo. Se avesse dovuto dare retta, per una volta, a quella luce nell'anima che lo attraeva e che l'aveva salvato più e più volte dall'oscurità. Se fosse il momento di rimediare ai suoi errori passati. No, quelli non potevano essere corretti in alcun modo. Era dannato e lo sapeva. L'aveva compreso nell'attimo in cui l'ascensore si era chiuso tra loro, al ricordo della sua bugia più grande. Ma gli era stata concessa una seconda possibilità e prima o poi, le loro strade avrebbero finito col collidere nuovamente.

Perso in quel pensiero, era stata la sua voce incredula a risvegliarlo.

Kougami-san?! –

Era lì, con quei suoi grandi occhi spalancati in un'espressione di pura incredulità. Sembrava che avesse visto un fantasma. E d'altronde, sarebbe potuto essere diversamente? Soltanto sua madre l'aveva visto e le aveva chiesto di non dirle nulla, qualora si fossero incontrate.

Akane aveva mosso qualche passo verso di lui e Kougami aveva capito quali pensieri si stessero agitando nel suo animo. È davvero lui? Si tratterà forse di un ologramma? Non è possibile che sia in Giappone. Il Sybil System l'avrebbe già ucciso.

Avrebbe dovuto fugare quei dubbi, ma la verità era che in quel momento, non riusciva a far altro che perdersi nella visione di lei così reale, finalmente vicina. D'altronde, Tsunemori Akane ha la capacità di attrarre i bravi detective, aveva detto ad Hanashiro. E non riusciva a fare a meno di constatare quanto avesse il potere di attrare lui in particolar modo. Senza che se ne rendesse conto, aveva sorriso e quel gesto l'aveva sconvolta, dandole conferma al fatto che fosse veramente lui. Gli si era avvicinata, con quel suo contegno a stento capace di celare la tempesta che le imperversava nel cuore e una volta di fronte a lui, gli aveva rivolto un lucido sguardo fatto di emozioni represse per troppo tempo. L'avrebbe abbracciata, se non fossero stati tra la folla e la paura di metterla nei guai non si fosse fatta sentire, irrazionale e troppo radicata in lui. Ma era stata Akane a sollevare il braccio e trovare, con dita tremanti, la sua guancia, sconvolgendolo con quel tocco inaspettato e febbrile. Ed era stata sempre Akane a chiudere quella distanza troppo duratura tra loro con un commosso sorriso che gli aveva scaldato il cuore e che aveva diradato in un attimo le tenebre dei suoi pensieri più dolorosi. Kougami le aveva dedicato allora il suo sguardo più dolce, quello che solo lei era in grado di tirar fuori e aveva posato la mano sulla sua. Che lo vedessero. Che fosse giustiziato in quel momento. Che il Sybil System andasse al diavolo. Non aveva importanza. Tutto ciò che gli importava era lì, davanti ai suoi occhi. La sua preghiera al Cielo.

– Non te ne andrai più stavolta, vero? –

– Soltanto da questo mondo, ma quando sarà il momento. –

Akane aveva sorriso, a quella risposta, e Kougami si era reso conto di quanto sentisse il bisogno di vederla felice. Ma prima che potesse dire qualunque cosa, il suo device aveva preso a suonare. In mente, Kougami aveva fissato il pensiero del pessimo tempismo di Hanashiro.

– Kougami. – si era identificato, come suo solito, sotto lo sguardo di Akane.

« Un caso richiede la nostra attenzione. Ho bisogno di te. »

Nel tempo della sua risposta, anche il device di Akane aveva fatto altrimenti.

– Mika-chan? –

« Senpai! Abbiamo un caso. Prima che quelli del MoFA si mettano in mezzo, sarà il caso di intervenire. »

Si erano guardati entrambi e la consapevolezza che lo stesso pensiero stesse attraversando le loro menti li aveva riportati alla loro innata capacità di comprensione reciproca.

– Arrivo. – era stata la comune risposta, prima di chiudere le rispettive chiamate.

– Sembra che, dopotutto, sia destino che ci sia un qualche caso tra di noi, anche se in diversi Dipartimenti. – aveva osservato Akane.

Kougami era stato d'accordo. – Dunque... cosa siamo ora? –

Akane aveva riso, a quella domanda. – Solo noi, Kougami-san. Siamo solo noi. –

Si sarebbe impegnato a scoprire nel tempo quali fossero le implicazioni del suo rientro e dell'aver accettato un compito che, apparentemente, li aveva posti su strade destinate a intrecciarsi ancora, nonostante lavorassero per agenzie diverse. Ma per la prima volta, da quando era tornato, Kougami si era reso conto che niente e nessuno, se stesso compreso, gli avrebbe impedito di tradire quella promessa.

 



 

 

 

*************************

Rieccomi con una totally Shinkane OS! Dal momento che il 16 (compleanno di Kougami) si avvicina, sentivo il bisogno di scrivere qualcosa su di loro. Ed ecco che è venuta fuori questa OS che racconta dei pensieri di Kougami riguardo ad Akane e del loro incontro. Trattandosi di un missing moment (ma molto missing, perché non si sa nulla di quando è tornato), ho voluto ricollegarmi al primo film per la storia del ponte. Ricordate la conversazione di Akane e Kaori, vero? E mi è venuta l'idea di tirarla in ballo (implicitamente) nel momento in cui Akane sorride guardando un messaggio (magari una foto di un piccino della sua amica). E poi, un po' di rimandi a novel e non solo! Chissà se sapremo mai come sono andate davvero le cose, ma mi piace pensare che non ci sia stata formalità nel loro incontro, ma solo casualità. Spero vogliate farmi sapere cosa ne pensate!


 

 

  
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Psycho-Pass / Vai alla pagina dell'autore: Lacus Clyne