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Autore: Mo0ny_    11/08/2020    0 recensioni
Dal testo:
"Non ricordava di aver esagerato così tanto con i drink ordinati, ma forse semplicemente non era in grado di reggere l'alcool quanto Nakamura
...
-Le va di ballare signorina? -chiese. E allora Nagisa rise davvero, l'alcool non c'entrava affatto.
-Voglio ballare. Accetti o rifiuti? -
Nagisa continuò a ridere forte.
-Accetto -"
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Karma Akabane, Nagisa Shiota
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Amaro Incontro Al Sapore Di Pesca
 

La musica alta gli penetrava nelle orecchie, sentiva il sangue pulsare nel suo corpo mentre l'alcool in circolazione rendeva tutto davvero eccitante. Non ricordava di aver esagerato così tanto con i drink ordinati, ma forse semplicemente non era in grado di reggere l'alcool quanto Nakamura che ballava dall'altra parte della discoteca con un ragazzo. Quando incontrò lo sguardo di Nagisa decise di lasciarlo per dirigersi nella sua direzione.
-Oi Nagisa, ho bisogno di un altro Sex On The Beach o non me ne vado da qui, sia chiaro -rideva mentre parlava e Nagisa si disse che in fondo Nakamura non reggeva poi così tanto bene l'alcool, ma dopotutto quella serata era stata organizzata con quello scopo: ubriacarsi e dimenticarsi di tutto ciò che li circondava. 
Nakamura Rio non era di certo una ragazza che passava inosservata: alta, dai lunghi capelli biondi e lisci, labbra carnose, carnagione diafana e due occhi di un intenso azzurro. Le spalle larghe e le gambe toniche le fornivano un aspetto da vera modella. Era normale che qualcuno potesse innamorarsi di lei, del suo corpo principalmente. E Taiga Okajima lo fece. Erano compagni di scuola un tempo, Nakamura avrebbe dovuto ricordarsi dell'indole da donnaiolo del ragazzo. Dopo due anni di convivenza la ragazza lo aveva trovato a letto, nel loro letto, con un'altra donna. E questo a Nakamura fece male. 
Mentre beveva il suo drink sorrideva al ragazzo dietro al bancone, che a quanto pare era il tizio con il quale stava ballando prima.
-Oi Nagisa, prendi qualcos'altro. -E no, Nagisa non avrebbe dovuto ascoltare la sua amica perché la testa pulsava e le parole degli altri non erano che un rumore indistinto, ma pochi secondi dopo nelle mani stringeva comunque un fresco Mojito. Il sapore dolce dello zucchero mischiato al rum era bello così come le bollicine di soda che solleticavano le sue guance. Si alzò dal bancone perché non ce la faceva più a stare immobile. Nel farlo vacillò, le gambe non reggevano quel gracile corpo in balia dell'alcool. A sorreggerlo ci penso un ragazzo dal volto indistinto, l'unica cosa che Nagisa riuscì a vedere fu la chiazza di capelli rossastra.
-Tutto bene? -chiese. Nagisa rise, forte. 
-Sì -rispose continuando a ridere.
-Le va di ballare signorina? -chiese. E allora Nagisa rise davvero, l'alcool non c'entrava affatto. 
-Non credo che tu abbia realmente capito con chi stai parlando - 
-Potresti essere anche una di quelle ragazze ricche e viziate, che ricoprono un'importante carica sociale e a me non importerebbe nulla. Voglio ballare. Accetti o rifiuti? -
Nagisa continuò a ridere forte. Povero ragazzo, non aveva capito che non rivestiva nessuna carica sociale, semplicemente non era quello che l'altro credeva che fosse.
-Accetto -Decise comunque di seguirlo, perché il bello di quella serata era quello: non avrebbe ricordato niente.
La musica era un suono lontano, un rumore indistinto nelle orecchie di Nagisa che aveva perso la cognizione del tempo e dello spazio. Ballava con quel ragazzo dai folti capelli rossi, scuri come il sangue. Grazie alle luci della discoteca Nagisa riuscì a captare altri dettagli di quella figura misteriosa: gli occhi, per esempio, erano anch'essi rossi sfumati a un aranciato chiaro. Le labbra erano sottili e ben presto Nagisa scoprì che sapevano di pesca. Che avesse bevuto anche lui un Sex On The Beach? Dopo interminabili minuti passati a ballare stretti, incollati fra di loro con le mani che esploravano i fianchi, si baciarono. Un bacio che di casto non aveva nulla, le lingue si incrociavano, si assaporavano, cercavano disperatamente un contatto. 
Così come le mani che si aggrappavano ai capelli per poi accarezzare il viso e scendere lungo i fianchi. In un momento Nagisa si ritrovò con la schiena schiacciata al muro del bagno mentre i baci del rosso si spostarono per marchiare il collo lasciando una scia umida per poi salire di nuovo a cercare le sue labbra soffici. Con una mano spostò le ciocche blu che ricadevano sul viso chiaro della preda tanto ambita e dinuovo baciò le sue labbra incontrando la sua lingua. Nagisa, invece, andò con le mani a sbottonare la camicia nera del ragazzo e ad accarezzare ogni centimetro di pelle che poteva mentre un gemito gli uscì dalla bocca quando questo cominciò a baciarlo sulla pancia. Il rosso decise che la camicia bianca di Nagisa era un di troppo, così si mise a sbottonare un bottone per volta, lentamente per soffermarsi a baciare, leccare e mordicchiare tutto quello che poteva. L'ultimo bottone sotto il seno era stato tolto e Nagisa adesso ghignava. Guardò verso il basso per godersi l'espressione di lui una volta capito. Il rosso toccò là dove si aspettava di trovare un seno piccolo, certo, ma un seno prettamente femminile. Non certo due capezzoli duri contro il suo tocco. Ed ecco, ora Nagisa rideva più di prima. Scese per incontrare il suo sguardo e mentre gli scoccava l'ultimo bacio sulle labbra pronunciò le seguenti parole:
-Te l'avevo detto che non avevi capito con chi stavi parlando. Sono un ragazzo -
Detto ciò corse via da Karma Akabane.
Perché era stato dannatamente sciocco a non riconoscerlo prima, ma quella sera aveva quasi fatto sesso con il suo vecchio vicino di casa.

Karma e Nagisa erano in riva al fiumiciattolo che passava proprio sotto le loro case. Nagisa aveva i capelli celesti sciolti che gli arrivavano sotto le spalle, il pantaloncino di jeans e la maglietta verde completamente fradici. Era caduto in acqua per recuperare le sua palla non riuscendo comunque nel suo intendo. Il rosso si era avvicinato per aiutarlo pensando che stesse affogando e dopo essere usciti dall'acqua e constatato che se fossero entrati in casa in quelle condizioni le loro rispettive madri li avrebbero sgridati, avevano ben deciso di rimanere lì aspettando che il sole calante riuscisse in qualche modo ad asciugarli.
-La mamma mi ucciderà... uff... -si lamentava Karma mentre Nagisa non aveva neanche la forza di farlo, troppo preoccupato per le urla di sua madre una volta rientrato in casa.
-Ehy tu! -lo chiamò Karma facendo spaventare il celeste. -È colpa tua se siamo caduti! -
-Ma io... -
-Sta zitta per cortesia! - "Zitta" . -Ed essendo una tua responsabilità ora mi ascolterai e faremo si che nessuno dei due passi brutti guai! -

Come fece quella mattina Nagisa a svegliarsi così presto fu un vero mistero per lui. Certo, la testa gli pulsava davvero un sacco e aveva ancora un orribile senso di vomito che non prometteva nulla di buono ma si alzò comunque. Di mettere qualcosa sotto i denti non ne aveva per niente voglia, quindi si diede una veloce lavata e una volta cambiatosi prese la sua cartella e andò verso la fermata della metro che l'avrebbe condotto all'università. I mezzi di trasporto non erano proprio quel che ci voleva dopo una serata passata all'insegna dell'alcool. Sospirò Nagisa, pensando a quanto odiasse Nakamura per averlo trascinato in quel locale anche se la sua coscienza gli consigliava che la bionda non l'aveva mai costretto a bere qualche mojito di troppo. La giornata trascorse tra appunti presi un po' a casaccio non prestando realmente attenzione a quello che il professore dicesse e dolorose fitte alla testa che non lo aiutavano molto. Ma fortunatamente finì più in fretta del previsto. 
Nagisa tornò a casa stremato. Si diresse in fretta verso il bagno e accese l'acqua calda per farsi un bagno anti-stress. Tolse la camicia per poi rendersi conto che sopra l'ombelico gli era rimasto un segno di quello che la notte precedente stava per consumare. 
Karma era ricomparso nella sua vita rifacendo lo stesso errore del loro primo incontro. Quando aveva capito chi aveva difronte gli era sembrato che il tempo non si fosse fermato. A differenza sua non era cambiato, aveva dei tratti più adulti ma il taglio di capelli, l'espressione corrucciata, il suo tocco, tutto era uguale a quello che ricorda dai tempi in cui erano piccoli. Toccò quel segno violaceo arrossendo leggermente e sperando di non dover mai più rivedere Karma da sobrio.

-Karma-kun! -lo chiamava insistentemente cercando di attirare la sua attenzione Nagisa. -Eddai Karma-Kun! Non l'ho fatto apposta!-
A quanto pare sarebbero bastate quelle poche parole per farlo girare prima di subito, avrebbe dovuto pensarci.
-Vuoi dire che fingere di essere una ragazza per più di due settimane è stato uno sbaglio?!- Lo disse con tono rabbioso che spaventarono un po' Nagisa che ebbe però il coraggio di ribattere:- Non è colpa mia! È la mamma che vuole che faccia così-
E già da piccolo Karma aveva compreso che il celeste avesse bisogno di un qualcuno che gli stesse a fianco più di chiunque altro.

Nagisa sapeva di non essere mai stato troppo intelligente ma era conscio di avere un'affermata capacità di riconoscere il pericolo quando gli era vicino. E nonostante sentisse che l'idea di Nakamura non era delle migliori aveva accettato. Si ritrovava indi a stringere di nuovo un altro mojito e le sole luci della discoteca colorate a illuminargli il viso. Tuttavia non beveva con foga come la volta precedente, assaporava la menta fresca del cocktail gustandosi l'amaro sapore che conseguiva una volta ingoiato. Gli piaceva. La bionda ballava in pista, intanto. Ma quella notte, più delle altre, Nagisa aveva la sensazione che sarebbe tornato a casa da solo. 
Ed era proprio mentre questi pensieri lo turbavano che vide. Sarebbe stato impossibile del resto, non vedere la chiazza rossa che sedeva dall'altro lato del bancone. Girava e rigirava la cannuccia del bicchiere mentre con una mano sosteneva la guancia, sembrava annoiato e molto.
Passò qualche minuto prima che il rosso riuscisse ad incontrare lo sguardo di Nagisa, che ancora non era riuscito a distogliere lo sguardo. Il celeste era completamente nel panico. Non sapeva cosa fare, tanto meno sapeva cosa dire. Karma non sembrava essere in posizioni migliori. Tuttavia fu più veloce a ricomporsi e a sorridere con un po' di malizia. Prese il bicchiere e si avvicinò a Nagisa che intanto cercava di studiare tutti i modi possibili per filarsela. 
-Ehy - lo salutò Karma mentre portava alle labbra il bicchiere di alcool. 
-C-ciao Karma-kun -A queste parole il rosso si voltò a guardarlo con aria sospetta. 
-Come fai a conoscere il mio nome? - 
Nagisa non ci aveva pensato prima, ma effettivamente era stato lui ad aver riconosciuto l'amico d'infanzia, non il contrario. Si morse il labbro. Rivelare o no la sua identità? 
-Beh... Ecco... N-non ti ricordi di me? -provò a deviare per essere certo che l'altro non ricordasse.
-Stavamo per scopare la settimana scorsa -rimase ghiacciato e leggermente imbarazzato dalle sue parole. Ma infondo, si ricordò, era sempre Karma. Sorrise debolmente abbassando lo sguardo. Non era cambiato molto. -E mi hai truffato due volte con questa storia dell'essere un uomo, Nagisa -
Quelle parole, proprio quelle che il celeste sperava di non dover mai udire. Incontrò il suo sguardo: malizioso e diabolico. Proprio come sempre. No, decisamente non era cambiato.
-Allora ti ricordi -
-Avevi un viso familiare la settimana scorsa, ma con tutto quel alcool in corpo non mi sono soffermato ai dettagli. -
-E come sei messo ad alcool oggi? -
-Abbastanza male, ma non sono brillo come l'altro giorno. - 
Attimi di silenzio interrotti naturalmente dalla musica alle loro spalle. Il celeste guardava le mani intorno al bicchiere, indeciso sul da farsi. 
-Non sapevo fossi un tipo da discoteca - disse Karma alzando l'angolo della bocca. 
-Ricordi bene, accompagnavo solo un'amica. - 
-Si, come vuoi. Ora lascia che ti inviti a ballare, stavolta sono cosciente di chi ho davanti - 
E Nagisa esitò. 
Il mondo intorno a lui si fermò. 
Karma. Non era pronta a rivederlo, non in quel momento. Non con il fardello del passato ancora sulle spalle. 
-Devo andare, ci vediamo in giro - Non aspettò la risposta dell'altro. 













 



 

Angolo Autrice
Non scherzo nel dire che questa storia è stata un parto. Dopo "Beyond The Void" volevo davvero scrivere ancora su questi due, ho sempre avuto un incipit in mente ma mai il giusto evolversi. Finalmente il quadro è completo ma ho pensato di dividere la storia in 3/4 parti. Il prossimo capitolo è scritto, va solo riletto e modificato in virtù del fatto che non è più una one-shot come avevo pensato inizialmente. Dovrei aggiornare fra una settimana/quindici giorni. Se devo prendermi qualche giorno in più lo farò. Preferisco qualcosa di ben fatto più che un veloce capitolo che non rispetta le mie aspettative. 
Detto questo, ci vediamo al prossimo capitolo!

 

   
 
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