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Autore: evelyn80    12/08/2020    4 recensioni
Raccolta di piccole one-shot partecipanti alla Challenge "Just stop for a minute and smile" indetta da Soul_Shine sul forum di EFP.
Vari momenti divertenti con protagonisti Terry Kath e/o Danny Seraphine, la mia BROTP nel fandom dei Chicago.
Il capitolo n° 10, "Invasioni barbariche", partecipa anche alla Challenge "Real life challenge" indetta da ilminipony sul forum di EFP
Il capitolo n° 17, "Disastri enologici", partecipa anche alla sfida "Prompts, our Wires" indetta da Soul Dolmayan sul sito di EFP
Il capitolo n° 19, "Io ce l'ho più grosso", partecipa anche alla Challenge "Let's Hope this Challenge will make this Christmas right" indetta da Asmodeus EFP sul Forum di EFP
Genere: Comico, Commedia, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Danny Seraphine, Nuovo personaggio, Terry Kath
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Make me smile'
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Dare i numeri

 

 

Las Vegas, 10 luglio 1976

 

Terry raggiunse Peter e si lasciò cadere seduto sul divanetto accanto a lui.
Era il terzo giorno che i Chicago soggiornavano all'Aladdin Hotel di Las Vegas e il chitarrista aveva già sperperato quasi tutto il suo cachet, ricevuto per le quattro serate all'Aladdin Theater, alla roulette. Su di giri grazie all'LSD e all'adrenalina scatenata dal gioco d'azzardo, Terry aveva continuato a chiedere a tutti, e in special modo a Danny, di dargli dei numeri da giocare. Quando il batterista, per timore di veder sparire anche tutto il suo ingaggio, si era rifiutato di aiutarlo ulteriormente, il ragazzone aveva deciso di rivolgersi all'unico che non lo avesse ancora scacciato in malo modo.
«Allora, Belli Capelli, che numero potrei giocare, adesso?», cominciò a sproloquiare, accendendosi una sigaretta. «Al tavolo dieci sono usciti il 5, il 17, il 13, il 23, due volte di fila il 32, il doppio zero, il 14, poi di nuovo il 5 e di nuovo il 32. Quindi dovrei puntare uno di questi numeri. Ma se cambia la mano poi anche i tiri cambiano, e io dovrei aspettare almeno sei o sette giri per vedere cosa esce!». Trasse una lunga boccata e riprese a parlare come una macchinetta. «Al tavolo sette, invece, è uscita la gold per tre volte, una volta la silver e due volte gli amici dello zero. Dici che dovrei puntare lì? Magari sperare in un'altra gold river? Oppure potrei puntare cavalli e carré!».
Peter, un bicchiere di vino rosso pieno per metà in mano, aveva ascoltato lo sproloquio del chitarrista senza capire nemmeno una parola di ciò che stava dicendo. I suoi compagni di band erano sempre soliti sballarsi con l'acido ma a lui non era mai piaciuto e, per tenersi al passo, preferiva darsi all'alcol. Anche se, in realtà, mentre tutti gli altri acceleravano come treni lui non faceva altro che rallentare... rallentare... rallentare...
E mentre Terry continuava a blaterare qualcosa riguardo a numeri, numeri e ancora numeri, lui teneva lo sguardo fisso davanti a sé, gli occhi ridotti a due fessure per riuscire a mettere a fuoco ciò che lo circondava. Sorbì un piccolo sorso di vino e sorrise tra sé e sé, cullato dal vocione del chitarrista che parlava a raffica. Stava quasi per appisolarsi quando Terry lo scrollò e, per poco, non si rovesciò quanto rimaneva del contenuto del bicchiere sui pantaloni bianchi.
«Allora, Belli Capelli! Cosa punto? Rosso o Nero? Pari o Dispari? Manque o Passe?».
Il bassista si voltò lentamente verso di lui. «Non ti stavo ascoltando... dicevi?», riuscì a malapena a borbottare, la lingua impastata dall'alcol.
Il chitarrista lo fissò attentamente ed esclamò: «Quattordici secco! Grazie, Pete!».
Peter lo guardò allontanarsi di corsa verso uno dei tavoli da gioco, la sala che gli ondeggiava attorno.
«Non c'è di che...», biascicò prima di chiudere gli occhi.

 

 

Prompt n° 23 - “Non ti stavo ascoltando... dicevi?”

 

Spazio autrice:

Prima di prendermi una decina di giorni di vacanza ho deciso di lasciarvi con un piccolo nuovo capitolo di questa raccolta sempre più strampalata, che non vede più soltanto come protagonisti Terry e Danny, ma anche altri vari membri della band, e tutto grazie alle foto che trovo su Pinterest, come quella che correda il capitolo e che mi ha stimolato tantissimo nello scrivere questa piccola flash, soprattutto l'espressione attenta e intelligente di Peter...
Ma veniamo ai chiarimenti di rito!
I giorni 8, 9, 10 e 11 luglio 1976 i Chicago hanno tenuto 4 concerti all'Aladdin Theater di Las Vegas, teatro inaugurato appena sei giorni prima da Neil Diamond. Poiché il teatro appartiene all'Aladdin Hotel, ho immaginato che i nostri ragazzoni possano aver soggiornato lì, e che Terry (e forse non solo lui) abbia dato fondo alle sue doti??? di giocatore d'azzardo. In quel periodo, di sicuro, aveva già abbandonato l'acido per dedicarsi alla sua vera passione, la cocaina, ma poiché ci troviamo in un AU in cui il buon chitarrista non muore ho pensato bene di fargli consumare ancora l'LSD. Peter, invece, come dichiarato in varie interviste, non ha mai apprezzato tale sostanza e preferiva darsi all'alcol, anche se mentre tutti gli altri acceleravano lui rallentava...
Le parole pronunciate da Terry scritte in corsivo sono tutti termini relativi al gioco della roulette americana (leggermente diversa da quella francese). “Cambiare la mano” significa cambiare croupier (che si spostano da un tavolo all'altro ogni mezz'ora). I giocatori più accaniti sostengono che, quando cambia la mano, i tiri della pallina siano diversi e quindi non ci si può più basare sui numeri usciti in precedenza per decidere cosa puntare. “Gold, silver e amici dello zero” sono combinazioni di numeri che si susseguono sulla ruota della roulette e che la dividono in spicchi. I “cavalli” sono le puntate su due numeri contigui, mentre i “carré” o “quartine” su quattro numeri contigui sul tavolo. “Manque” sono i numeri da 1 a 18, mentre “passe” i numeri da 19 a 36.
Alla fine del capitolo Terry decide di puntare il 14 secco perché questo numero, nella Smorfia Napoletana, rappresenta “l'ubriaco”. E Peter lo è decisamente.
E ora, dopo questa lezione sul gioco della roulette, è meglio che vi saluti.
Spero di avervi fatto sorridere almeno un pochino.

  
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